Il vilipendio allo Stato e ai Magistrati, sì, ma le tette proprio no

Fotografare il voto in cabina elettorale non è una goliardata o un’azione da compatire perché chi la fa dimostra di possedere un QI intellettivo pari a quello di una tartaruga in letargo: è qualcosa per cui si può rischiare anche una denuncia, specialmente se i volponi che la fanno poi mettono la foto on line corredata di nome e cognome. 

Della serie: “mamma famme bello, ché a diventà stronzo ce penzo da me”

Provocazione:  se basta scoprire le tette per avere tutta questa attenzione da parte delle forze dell’ordine, le donne maltrattate e che dalle istituzioni preposte dovrebbero essere difese invece che ignorate forse hanno trovato un sistema. Quando i vostri uomini vi picchiano e vi maltrattano, non denunciateli, uscite per strada con le tette bene in vista. Sicuramente qualcuno si occuperà di voi.

I seni nudi delle Femen e l’ipocrisia dell’Italia

Da 30 anni su 5 reti vanno in onda riprese ginecologiche che, ci ricorda il Censis, non hanno uguali in alcun Paese europeo per povertà di contenuti e quantità. Ad ogni ora bambini e bambine guardano sederi, seni cosce ripresi come in un film porno. E dunque cosa ci indigna guardando i seni nudi delle Femen esposti nella loro verità e senza intenzione pruriginosa come nelle immagini tv? L’unica differenza è che in tv i corpi servono uno scopo mercantile.
Paese ipocrita il nostro, che ancora rimane ancorato ad una rappresentazione dei corpi peccaminosa, con la telecamera che funge da buco della serratura come nei b movies degli anni sessanta.

Agenti e violenza. Una richiesta al prossimo governo

 Dal 2008 le Femen compiono blitz in giro per il mondo usando il loro corpo (spesso giovane ed esteticamente apprezzabile) come strumento di lotta e denuncia politica. Scelgono luoghi simbolici per protestare contro la Chiesa e lo strapotere di Vladimir Putin in Russia, a favore dei diritti delle minoranze, donne e omosessuali compresi. Nell’opinione pubblica suscitano sentimenti contrastanti, ma mai, almeno in Italia si era arrivati a un livello di violenza così smaccato contro di loro. E per di più da parte degli uomini delle forze dell’ordine. Al massimo si era arrivati a qualche ombrellata, come nel caso dell’anziana signora impellicciata che in piazza San Pietro lo scorso 13 gennaio aveva brandito l’ombrello contro una biondissima Femen

[Il Fatto Quotidiano]

Le nostre forze dell’ordine non si smentiscono mai.
Tre uomini per fermare ragazzine  di quaranta chili armate solo delle loro tette e di una voce per gridare.
Evviva le Femen, che la protesta la scrivono sul loro corpo prim’ancora che esprimerla a parole.
Una donna il suo corpo lo può usare come vuole,  per reclamizzare  tubetti di silicone, orologi, profumi, chi per il sollazzo a pagamento di un vecchio pervertito e chi invece per dire che i vecchi pervertiti che usano il loro potere in modo anomalo, criminale, non le piacciono.
Io preferisco le seconde, ma sono strana, stranissima.
Ogni sistema di dissenso non violento mi va bene, anche se la Storia ci ha insegnato che spesso non sono stati sufficienti; se qualcuno prende a calci in bocca mio figlio, i miei cari, i miei amici, il mio paese non sono certo io quella che porge l’altra guancia.

Gli unici violenti sono stati, more solito, i cosiddetti tutori dell’ordine che hanno trattato le ragazze come fossero pericolosi kamikaze, e sempre per la consueta tradizione italica la critica alla fine è ricaduta sulle ragazze anziché su chi abusa abitualmente del suo potere.

Tutto come al solito, insomma.
E chissà mai i nostri solerti tutori del [dis]ordine non hanno preso provvedimenti analoghi a quelli adottati contro le pericolosissime Femen quando berlusconi praticamente solo qualche ora fa, ha violato fra le altre migliaia di cui si è fatto beffe sotto protezione dello stato nella sua prestigiosa carriera di “naturalmente preposto a delinquere” quelle leggi  che regolano il silenzio elettorale e il vilipendio agli organi istituzionali, nella fattispecie la Magistratura.
Non c’è  un solo  particolare di quel che ha costellato e contraddistinto la vita di questo abusivo della civiltà,  non c’è  una sola azione che abbia compiuto, una sola frase che abbia detto che non contenga il disprezzo, la violazione, il reato contro quella democrazia che purtroppo sta garantendo anche a lui un’impunità che non gli spetta, ma non c’è stato NESSUNO in tutti questi anni che lo abbia bloccato, perseguito penalmente e costretto a rispondere delle sue azioni davanti alla legge e a quel popolo che offende tutti i giorni per il solo fatto di esistere.
Tutti bravi,  invece, a chiedere il rispetto della legge in questo paese, a scandalizzarsi e indignarsi per un paio di tette scoperte volontariamente e gratis, soprattutto.

Questa scrutatrice deve essere una donna  strana come me, visto che non lo guarda nemmeno in faccia. E si capisce benissimo che nasconde il viso apposta, non è una gestualità normale, quella.

Grillo, il fascismo e l’igiene semantica

Di Andrea Boraschi

Mia figlia ha 4 anni e mezzo. Due anni fa, più o meno, assaggiò un piatto sul quale avevo abbondato di sale. Da quel giorno, e per un bel po’, tutte le volte che ha voluto dire che una cosa non le piaceva diceva che era “salata”, o “troppo saporita”. Mia figlia ha 4 anni e mezzo: adesso qualifica il cibo anche con termini come “amaro”, “cattivo”, “disgustoso” (se dice “schifoso” sa che si becca il cazziatone e dunque evita). Passi avanti eh?

C’è stato un tempo non remoto, nella vita di questo Paese, in cui una parte consistente della popolazione per dire che il vicino di casa era uno stronzo diceva che era “fascista”. La maleducazione, il bigottismo, il maschilismo, i tratti più regressivi del cattolicesimo, il senso proprietario piccolo borghese, l’egoismo, l’invidia e ogni altro cattivo sentimento: tutto fascismo. Nulla più aveva il suo nome. E per certi sono stati fascismo pure il decoro, il rigore, il senso di responsabilità e altre cosucce.

La paura fa novanta.

E in questi giorni leggo un mucchio di citazioni di Gramsci che comproverebbero che il M5S e Grillo sono fascismo.

Bene, sono contento che abbiate trovato un motivo (anche se puerile) per leggere almeno qualche passo del buon Antonio.

Che a sapervi impegnati ad analizzare un fenomeno del 2013 con le sue categorie degli anni ‘30 vi troverebbe almeno anacronistici. Del resto avete passato venti anni a non capire un cazzo di berlusconismo (e a rinvigorirne la presa) brandendo sempre, in periodo elettorale, lo spettro fascista. E vi ricordo simpatetici con il Bossi che nel ’95-’96 urlava “mai più coi fascisti!”.

La Lega era una costola della sinistra, quasi compagni che sbagliano (manco troppo), e Bersani (si, lui) era tutto un fiume di oculati complimenti per un movimento autenticamente popolare. Del resto – a quelli tra voi più grandicelli – era piaciuto anche (e assai) il comico Grillo che raccontava a Sanremo le ruberie dei socialisti, per poi scomparire per 20 anni dalla tv di stato. Ora se parla di MPS pare manchiate di senso dell’autoironia. Corsi e discorsi.

Mancherò di spiegarvi quaaaaanto siano democratici e trasparenti i meccanismi di selezione dei candidati dei partiti che voterete; e sorvolerò anche sul grado di democrazia interna (hi hi!) e di pluralismo che vi regna. Ma vi chiedo un favore personale: rispettate la storia. Rispettatela a partire dalla mia, da quella della mia famiglia, di mio nonno bastonato a sangue e di mio zio partigiano con una pallottola in pancia. Quello era il fascismo; e quello l’antifascismo. Qui parliamo di altro.

Trovate nomi giusti, veri e pregnanti per dire le cose ed esprimere le critiche. Grillo e il suo movimento hanno qualche migliaio di difetti. Non fateli diventare cosa da nulla dinanzi alla vostra incapacità di interpretazione, alle vostre paure, alla vostra faziosità da curva di stadio da calcio. Per voi Grillo è fascista? Sapete che per altri è un estremista no TAV appena uscito da un centro sociale? Curioso vero? 

E ditemi: cos’è che vi brucia tanto? Cos’è che vi fa orrore? Vi sentite a disagio ad aver preso paccate di milioni di euro di rimborsi dai contribuenti per far politica – perché fare la politica costa! – di fronte a uno che non spende manco un centesimo e oggi è al 20%? Vi disturba pensare che avere il gruppo l’Espresso e qualche rete televisiva, con tutta la fatica che vi è costato, non faccia più la differenza? Vi rode che anni e anni di lavoro servile in qualche corrente di partito rischino – una volta giunti a maturazione – di non essere più ripagati con 15mila euro al mese? Vi secca che il personaggio più controverso del Paese giri senza scorte e a spese sue e dei suoi militanti mentre la Finocchiaro che insulta le bidelle si fa fare la spesa all’Ikea dalla scorta? Ditemi, spiegatemi perché state tanto male da vedere in un ex comico e in un mare di persone (buone e cattive, brutte e belle come ce n’è ovunque) il male assoluto. Per caso un attivista M5S vi ha offerto dell’olio di ricino?

Vi auguro salvifiche-catartiche-rigeneranti sconfitte. Sonore e amare. Per 20 anni l’urgenza di non far vincere quello lì ha protratto l’agonia di una sinistra senza idee, pavida, compromissoria, incapace di visione e cambiamento. Incapace di proteggere i più deboli, occhiuta col silicone della Minetti e miope con i cassaintegrati. Fanculo.

Per 20 anni si è votato contro. Montanelli si turava il naso. Montanelli era un vero uomo di destra. Io voglio respirare, a costo di astenermi. Il voto per battere le destre vi è stato dato per 20 anni e non le avete mai battute. Vi è servito solo a sopravvivere. Per me finisce qui. Per me siete finiti qui. E non parlatemi mai più di fascismo senza sapere di cosa cianciate: che poi fate ironia quando Silvio vi chiama ancora comunisti… Il vostro nome è un altro.

Saluti.

Ps fornisco corpose bibliografie aggiornate (con tanti testi dell’ultimo quinquennio) a chi, pur apprezzando Gramsci, voglia rinfrescare qualche analisi sui movimenti populisti. Magari trovate nuove utili categorie per interpretare la realtà.

Napolitano ha chiesto asilo alla Merkel per non sentire il boom?

Preambolo: le masse vennero movimentate anche prima che i regimi totalitari salissero al potere, dice la storia, hitler non salì al potere per mezzo di un colpo di stato ma fu eletto dal popolo.
La teoria applicata ai giorni nostri vuol dire più o meno – se sbaglio mi corigerete – che Grillo riempiva i teatri vent’anni fa perché aveva in mente di fare un dispetto nel 2013 a berlusconi e Bersani? Vogliamo paragonare i sistemi che si usavano, che si potevano usare quando le regole democratiche erano ancora materia sconosciuta, quando la gente non si informava, non studiava, non capiva coi tempi moderni? quel milione di persone che era in piazza ieri sera e tutti quelli che lo hanno seguito durante tutto il tour elettorale, madri, padri, giovani, meno giovani e di tutti i ceti sociali, sono tutte persone lobotomizzate dal guru? io come ho scritte centinaia di volte non voterò il MoVimento, ma non sono ipocrita, bugiarda né tanto meno terrorizzata, credo a quello che vedo, che ascolto, in base a questo cerco di formarmi delle opinioni e voglio restare lucida,  razionale, obiettiva e onesta.

Per questo  mi è capitato spesso di difendere Grillo quando gli attacchi verso di lui sono stati ingiusti, immotivati, esagerati fino al ridicolo;  il sistema squadrista  del bersaglio grosso non si applica su NESSUNO. 
La sinistra prima e il csx sono stati presuntuosi, hanno ignorato e fatto finta che non stesse succedendo niente, lo stesso Fassino anni fa provocò Beppe dicendogli “di farsi un partito per vedere che sarebbe successo”, Napolitano non sentiva il boom.

 
E allora io credo che bisognerebbe smetterla di pensare in un certo modo, come pensano i politici che adesso stanno sentendo venir meno la terra sotto ai loro piedi ma soprattutto le poltrone incollate sotto ai loro culi  da vent’anni, trenta,  quaranta, sessanta come il nostro caro presidente della repubblica al quale qualcuno aveva proposto perfino un bis, perché non erano lobotomizzati da un guru nemmeno quelli che hanno votato berlusconi e bossi, almeno non lo erano all’inizio. 
E siccome qualcuno si è sperticato oltremodo facendo del terrorismo sull’antipolitica, sul populismo e il qualunquismo che poi non sono altro che l’espressione di un popolo scontento e da che mondo è mondo i popoli quando sono scontenti si ribellano, cercano di farlo, almeno,   invece di fare i presuntuosi, gli arroganti e sprezzanti, questi nostri politici tradizionali, invece di ridicolizzare il buffone facendo finta di non temerlo, invece di continuare a fare accordi con le mani sotto al tavolo, invece di pensare a mantenere intonsi i loro privilegi, il loro potere, facendosi beffe del malcontento della gente e di una crisi dalla quale si salveranno solo loro e i loro pari grado in aziende, imprese che invece di dare lavoro e dignità alla gente hanno arricchito i soliti ignoti e ignobili personaggi perlopiù illegalmente ma che sono sempre lì, nessuno li manda via e quando raramente succede il loro benservito costa a noi cittadini svariati milioni di euro oltre alla ricostruzione di quello che quotidianamente distruggono? perché non l’hanno fatta i politici, la politica? chiedo.

Cari  politici che in queste settimane vi siete chiusi nei vostri bei teatri con le poltrone imbottite in convegni ai quali gli ospiti indesiderati sono stati allontanati né più né meno di come spesso ha fatto Grillo nelle sue piazze o in studi televisivi davanti a giornalisti compiacenti, quelli che non solo non fanno la seconda domanda ma spesso “si dimenticano” di fare anche la prima, adesso cambierete atteggiamento? spero di sì.  Quello che penso di voi e  della politica lo scrivo tutti i giorni, e tutti i giorni scrivo di una sinistra prima e di un centrosinistra dopo che specialmente in questi ultimi diciotto anni non hanno assolto alla loro funzione, perché se lo avessero fatto oggi non saremmo mai arrivati a questo punto ancora con un malfattore  al centro della scena.
Guardavo la piazza di Roma, chi non è romano non può rendersi conto di cos’ha combinato “il buffone”, e allora penso alle tante chiacchiere fatte in questi due mesi, a chi, ostinatamente ha scelto il suo bersaglio grosso concentrandosi solo su quello, ho ripensato a Napolitano che il 25 aprile invece di parlarci dell’Italia antifascista lanciava i suoi conati di monito sui pericoli del populismo e della demagogia, del qualunquismo.
Penso a tutto quello che si poteva dire e non si è detto a proposito di diritti civili, di dismissione di questo paese da una guerra che non gli appartiene ma che costa un sacco di soldi ai contribuenti.

Abbiamo una Costituzione: onoriamola.

Penso a che bell’atto di umile coerenza sarebbe stato dire “grazie, no, quei cacciabombardieri non possiamo permetterceli: FACCIAMO COME QUEI PAESI CHE HANNO RINUNCIATO ALL’ACQUISTO, NON LI COMPRIAMO”. Qualsiasi sanzione avrebbe avuto un costo molto inferiore alla spesa.

Penso insomma, che la politica ha smesso di ascoltare la gente nei fatti, ed ecco perché sono sicura che Bersani quella piazza non l’avrebbe mai riempita così tanto. E non per colpa di Grillo.

Caro Beppe,

a Roma ieri sera c’era un sacco di gente e anche un mezzo nubifragio.

Ma Roma, che lo dico a fare? è bella sempre anche quando diluvia, è riuscita a restare  bella nonostante Rutelli e il sindaco fascista.

Come dico sempre, per me Roma è Donna, e questo dice tanto; ti sei preso la piazza Grande, quella dei grandi eventi, quella del 1 maggio dei Resistenti, quella della festa del Lavoro che da qualche anno più che un giorno gioioso sembra una commemorazione, il calendario per molta gente è fermo sempre sul 2 novembre, un giorno, che come ben sai, non c’è da festeggiare ma solo da ricordare.
Il 1 maggio è una festa che è potuta tornare solo dopo il fascismo, benito non la gradiva, il 1 maggio del 1947 a Portella della Ginestra quei poteri che pare non abbiano mai una faccia e un nome e invece ce l’hanno, ce l’hanno sempre avuto, hanno svenduto il nostro Paese negandogli la possibilità di scegliere una vera autonomia politica, arrivavano i Comunisti, quelli italiani, mica quelli che hanno sempre in bocca quei coglioni che ne parlano come se il nostro fosse quello dei grandi crimini, no: il nostro è quello che oggi sta regalando anche a te la possibilità di fare le cose che fai, una libertà fittizia, forse, ma sempre meglio che non averla.
Ora, io in queste settimane ho provato a capirti, sono ribelle anch’io sai, e anch’io se potessi mi prenderei ogni giorno una piazza per dire che l’Italia così com’è non mi piace, ma dopo gli strilli, la rabbia, le cose ovvie, quelle meno ovvie e giuste che anche tu hai saputo dire bisogna AGIRE nel concreto.
E agire nel concreto significa anche doversi confrontare con la gente, sì il comizio, sì le risate, sì le incitazioni che, confesso, anche a me rimandano ad un’epoca triste quando la gente a gridare sotto ad un balcone ci doveva andare perché il regime glielo obbligava.

Oggi invece abbiamo la possibilità di ottimizzare anche una libertà fittizia, incompleta, una democrazia mutilata  come la Venere di Milo.

E io sono una donna, una persona che ama la libertà, che detesta le imposizioni, che non si fa chiudere una porta in faccia senza reagire, senza chiedere almeno perché quella porta si chiude solo per me.
E tu di porte in faccia ne hai chiuse tante a tanta gente, e  nemmeno ieri sera hai permesso ai giornalisti italiani, stanchi di averti inseguito in queste settimane, di poter partecipare alla manifestazione, di poterti fare qualche domanda.
Solo giornalisti stranieri?  ennò, il tuo MoVimento è candidato alle elezioni italiane, e semmai qualcuno dei tuoi riuscisse a entrare in Parlamento lo dovrà fare previo giuramento sulla Costituzione italiana non sulla quella inglese, americana o norvegese, e tu che pensi che la libertà passi anche per la libera diffusione del web che deve essere gratuito e accessibile a tutti per aprire le porte del mondo a tutti, non le puoi chiudere proprio tu ai tanti pretendendo di sceglierti con chi parlare e chi può parlare, dove e quando.
Questo non si fa in nessun tipo di democrazia, non è previsto in una democrazia scegliersi con chi parlare se ci si appresta a doversi occupare anche delle cose degli altri.
Anche di quelle persone a cui tu hai negato la parola e un confronto.
Ed ecco perché non posso votare per il tuo  MoVimento, perché probabilmente la parola l’avresti negata e la negheresti anche a me, io invece ho il dovere morale di difendere quella libertà che finché non nuoce agli altri, fa parlare tutti.
Tutti quelli che come te, hanno qualcosa da dire e la vogliono dire.
Anche a te.

 

– 2: spigolature reloaded

Premessa: 

COMUNICAZIONE IMPORTANTE.
TUTTI quelli che hanno ricevuto la lettera per il rimborso IMU e vogliono ottenerlo, anche se non proprietari di immobili, verranno indicati NOMINATIVAMENTE durante la trasmissione Mattina-Pomeriggio-Sera 5, condotta da Barbara D’Urso, e dopo che sarà pronunciato il loro nome verranno subito chiamati al telefono.
Chi è presente e risponde potrà fornire l’IBAN per il bonifico; se nessuno risponde, il relativo rimborso verrà assegnato e cumulato alla telefonata SUCCESSIVA [magari al vostro vicino, quello comunista].
La trasmissione è una non stop che inizia alle 8.00 di domenica 24 febbraio e termina alle 15.00 di lunedì 25 febbraio.
E’ FONDAMENTALE, se davvero volete il rimborso IMU, stare INCOLLATI alla tv e NON USCIRE assolutamente di casa durante tutto questo lasso di tempo. [Giampiero]

Angela Bruno [rimando al post Le “scuse” del cafone], la signora che rideva, che ci stava, che non ha opposto resistenza, che non ha dato il ceffone educativo, che non si è ribellata all’arroganza, che si è ricordata solo dopo dieci giorni [e non è vero] di pretendere le scuse dall’impotente impunito e impenitente, NON LAVORA da quasi due settimane.

Qualcun* fra quell* che le ha dato della poco seria, quella che “vedrete, ha già pronta la candidatura o il posto in tivvù”, quelli che “era tutto preparato e comunque lei rideva”, avrebbe mica un’altra occupazione da offrirle, visto che ha dimostrato ampiamente di essere sprovvist* di vergogna? ora spero che sia chiaro a tutti  chi è sempre stata la vittima  di questa squallida vicenda e chi il carnefice.

Senatrice Pdl scrive ai preti umbri. Uno risponde: “Velo pietoso su Berlusconi”. Ada Spadoni Urbani, ricandidata a Palazzo Madama, spedisce una mail “ai pastori del popolo cristiano”. Ma don Gianfranco Formenton stronca i “valori” del suo partito e le ricorda che “nel Vangelo non c’è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull’aborto”. La replica di Formenton è stata prima pubblicata dal sito locale Spoletocity, poi rilanciata sulla pagina facebook del deputato uscente Giovanni Bachelet. Da lì è stata condivisa quasi 2500 volte, ha raccolto oltre 1200 ’mi piace’ e più di 200 commenti. [Il Fatto Quotidiano]

Scommettiamo che dopo Dario Fo anche Celentano diventa uno stronzo che non capisce niente perché invita a votare i nuovi ché i vecchi li conosciamo già? quando c’è da fermare il paese per ascoltare cos’ha da dire il guru brianzolo allora sono tutti lì ad aspettarlo e a spalmare il Verbo in ogni dove, ma quando dice cose diverse dai soliti pipponi religiospopulisti nessun clamore attorno al suo dire. Siamo italiani mica per niente noi.

Monti: “Gli italiani sanno riconoscere le balle”. Giusto, infatti hanno tanato anche te, abbello, insomma, caruccio, le balle sono balle, mica perché le dici tu sono più eleganti eh?

Daniele Sensi da Facebook:  Beppe Grillo usa termini fascisti. Per fortuna che c’è la Lega a presidio della democrazia. [Roberto Maroni, anno del Signore 2013]: ecco, attacchiamoci tutti  a[i] maroni. [io da qui]

Schulz presidente Parlamento UE agli italiani: ‘Non votate Berlusconi’. 

Ha fatto benissimo.
Intromissione una cippa.
L’indecenza sarebbe se l’Europa s’impicciasse solo quando c’è da spillare quattrini, mentre invece in questo ultimo periodo ci ha detto anche molto altro che però è stato puntualmente ignorato e non solo dal governissimo che ha fatto benissimo, a proposito di diritti civili, gestione dei media, immigrazione eccetera, e, insomma, loro ci provano a farci diventare un paese civile, ci stanno provando molto più dell’America che ci vorrebbe sempre e comunque servi sciocchi di banche e finanza.
Mò ce l’hanno detto in tutte le lingue del mondo di non votare il cialtrone bugiardo e  impunito.

Alessandra Mussolini: “Schulz è nemico della democrazia e dell’Italia”. [La lingua per terra dovrebbe strofinare questa, e ringraziare il suo dio che grazie alla democrazia a una che di cognome fa mussolini è stato concesso di poter sedere nello stesso parlamento che suo nonno aveva trasformato in un bivacco di manipoli: mortacci tua, zitta devi stare].

“Ove non arrivasse il rimborso i cittadini mi possono denunciare”, dice il pover’uomo.

Non so, a naso misà che stavolta ti vengono a prendere direttamente di peso e di persona. Tieni accesi i motori ché stavolta te tocca.

Non dico che l’omosessualità è legata alla pedofilia. Ma è indubbio che al frocio [chessignore, eh? nota di R_L]  piacciano più i ragazzi che i vecchi signori, così come all’eterosessuale piacciono di più le ragazze giovani” [Giuliano Ferrara].  Ma pensa che filosofo. In pratica ha detto che, indipendentemente dall’orientamento sessuale la preferenza cade sulle persone giovani invece che su quelle vecchie. Quando hanno distribuito l’ovvietà ferrara dov’era, a farsi le pippe col postal market alla pagina della biancheria intima femminile? 

Io devo andare a trovare questo stronzo della Zanzara.
Lo voglio vedere in faccia per rendermi conto QUANTO può essere infame e vigliacco chi non rende nessun servizio utile e viene pagato per intervistare di continuo razzisti, omofobi, idioti, rincoglioniti dementi ai quali fa SEMPRE LE STESSE DOMANDE.
Voglio l’intervento della Corte dei diritti dell’umanità.
Noi abbiamo il diritto di essere tutelati, di non ascoltare più cosa pensano ferrara, giovanardi, santanché, la russa, binetti, paolo villaggio e tutto l’esercito di questi stupratori di civiltà e democrazia intervistati quotidianamente in un programma di una radio del quotidiano di riferimento che tratta per la maggior parte di economia.
Cruciani, ti dovrebbero incriminare per  favoreggiamento dell’apologia di razzismo e omofobia, processare e arrestare.

E insieme a te tutti questi divulgatori di pensieri, quelli sì, contro natura ma soprattutto contro la civiltà.

 Ricapitolando
Marco Travaglio, 22 febbraio

A due giorni dalle elezioni, si vanno chiarendo anche gli ultimi trascurabili dubbi sulle alleanze e i programmi delle principali forze in campo. Berlusconi, avendo annunciato il sorpasso del Pdl sul Pd, conta di tornare premier dopo aver detto che non farà più il premier, ma il ministro dell’Economia. Intende allearsi “con il Pd per cambiare la Costituzione”, proseguendo la proficua collaborazione già avviata nella Bicamerale e al Monte dei Pascoli. Ma solo quando avrà smaltito la sbornia che vuole prendersi se, come prevede, il Trio Sciagura (Monti-Fini-Casini) con cui è alleato da un anno e mezzo non entrerà in Parlamento. Intanto s’è già ubriacato per lo scandalo che ha colpito l’odiato Giannino, dimessosi perché non laureato (Nicole Minetti invece è laureata, e anche Sara Tommasi, e pare persino Alfano). Nel primo consiglio dei ministri restituirà l’Imu da lui stesso votata ed elogiata ai proprietari di prima casa in contanti, in comode buste ritirabili presso l’ufficio del ragionier Spinelli in via dell’Olgettina a Milano. Dopodiché, se resterà tempo, dichiarerà guerra alla Germania. Sosterrà il governo Berlusconi anche la Nuova Lega di Bobo Maroni, che aveva giurato “mai più con Berlusconi” e annunciato che il suo candidato premier era Alfano, oppure Tremonti che a Berlusconi non rivolge la parola da un anno e mezzo. Monti, dal canto suo, prevede che resterà a Palazzo Chigi, forte della maggioranza assoluta che i sondaggi, affidati al Mago Otelma, sembrano tributargli sia alla Camera sia al Senato. Infatti, nei giorni pari, esclude di allearsi sia con Berlusconi (“statista”, anzi “cialtrone”) sia col Pd (“nato nel 1921”, cioè comunista). Però nei giorni dispari non esclude la “grande coalizione” con Berlusconi se si libera di Berlusconi e/o col centrosinistra se si libera di Vendola (o se Vendola smette di essere Vendola e diventa Ichino) e anche di Bersani perché la Merkel non lo vuole (lei smentisce, ma lui conferma: la Merkel non vuole Bersani, ma non lo sa ancora). Casini, o il suo ologramma, annuncia sul Corriere che una delle prime mosse del governo Monti sarà l’abolizione delle Province: infatti Monti candida in Veneto il leader del movimento “Salviamo la Provincia di Bolzano”, che resterà dunque l’unica provincia d’Italia. Fini: non pervenuto. Poi c’è Beppe Grillo, che prega di non vincere le elezioni perché altrimenti non saprebbe chi mandare a Palazzo Chigi ed è terrorizzato perché rischia di vincerle per davvero, suo malgrado. Ingroia invece spera di superare il quorum e di intavolare una trattativa con Grillo, che però non tratta, oppure con Bersani, che però non gli parla proprio perché Napolitano non vuole, a causa delle sue indagini sulla trattativa. Infine il centrosinistra, formato da Pd, Sel e — secondo alcuni radar particolarmente sensibili — anche Socialisti, Moderati e Centro Democratico (così chiamato per distinguerlo dal Centro Totalitario). Qui, per fortuna, regna la limpidezza più cristallina da tempo immemorabile. Il Pd, anche se dovesse avere la maggioranza al Senato, farà comunque un governo con Monti, ma per cambiare le politiche del governo Monti che il Pd ha votato fino all’altroieri. Vendola s’è impegnato per iscritto a governare col Pd e col Centro di Monti, ma si dice incompatibile col Centro di Monti e dunque annuncia che col Centro di Monti non governerà. Il roccioso governo così coerentemente formato s’impegna a varare nel primo consiglio dei ministri la legge sul conflitto d’interessi che né il centrosinistra in cinque legislature, né Monti in un anno e mezzo, hanno mai varato per pura sbadataggine. Inoltre, siccome Grillo è “un fascista del web”, “populista”, “antipolitico”, “come Berlusconi”, “eterodiretto” da forze oscure e “un pericolo per la democrazia”, bisogna dialogare con Grillo perché è “un interlocutore prezioso”. 
Tutto chiaro?

Change

Hanno girato, rivoltato, trattato e contrattato ma finalmente sono riusciti a dare a berlusconi pure la7. Urbano Cairo è un ex dirigente fininvest, quindi dopo Mediaset che è la sua, la Rai che controlla per mezzo dei suoi ascari sguinzagliati in ogni dove, finalmente anche la7  finisce [di diritto ma soprattutto di rovescio] sotto il controllo di silvio berlusconi. Mannaggia, ad avere una legge sul conflitto di interessi questo non sarebbe mai potuto accadere, probabilmente d’alema, come per quella sullo scudo fiscale, non aveva capito quanto fosse importante questa legge. 
Ecco perché non ce l’ha fatta a farcela.

Sottotitolo: sulla piattaforma Change.org è stata lanciata dall’Uaar, “Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti” una petizione che richiede l’abolizione del Concordato tra Stato e Chiesa. [qui il link all’appello]

Conclave, cattolici Usa contro Mahony
E Famiglia Cristiana lancia un sondaggio

 L’ex arcivescovo di Los Angeles era stato sollevato dai propri incarichi per aver coperto gli scandali di pedofilia. Ciononostante il suo nome risulta tra i partecipanti al Conclave che dovrà votare il successore di Benedetto XVI.  Catholics United indice una petizione per impedirglielo.
A proposito di ospitate nello stato di Dio:
nell’aprile 2011 al dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe, accusato di crimini contro l’umanità fu concesso di partecipare alla beatificazione di Wojtyła. Lo stato italiano fu costretto a sorvolare sulle leggi recenti in funzione dell’obbrobrio fascista dei patti lateranensi e consentire a Mugabe, indesiderato in base alle sanzioni europee che gli vietavano il visto d’ingresso in tutti i paesi membri, di calpestare il territorio italiano.

Ho firmato perché voglio che questo diventi davvero un LIBERO STATO e non il paese a democrazia limitata che è sempre stato i cui contribuenti sono costretti – di diritto ma soprattutto di rovescio – a mantenerne un altro i cui residenti poi non si comportano affatto da ospiti ma vogliono fare i padroni di casa, anche della mia.
Facciamo che ognuno si paga le sue eccentricità, che sei miliardi di euro l’anno, tanto ci costa più o meno mantenere santamadrechiesa, esclusi benefit, privilegi, bollette non pagate i cui costi ricadono sui romani,  tasse non pagate che i contribuenti devono pagare anche per la vaticano SPA e un mucchio di altri lussi che vengono concessi dallo stato alla chiesa, e per non dover ribadire ancora una volta quanto sia costoso dover sopportare questa zavorra che impedisce a questo paese di diventare davvero civile sono un prezzo altissimo che non possiamo più permetterci di pagare. 
Ho firmato perché il concordato è una legge fascista che in una democrazia, in una repubblica deve essere abolita.

Eppoi l’ha detto anche il papa uscente [ma che resterà ospite nelle mura vaticane affinché non abbia nulla da temere, ben coperto dall’immunità in quanto capo di stato estero, quella stessa  che lo ha sollevato da altre responsabilità circa i casi di pedofilia all’interno della chiesa: Immunità: ecco perché Ratzinger resterà in Vaticano,  tutti uguali a dio e come no]:”‘Il tentatore è subdolo – ha detto all’Angelus: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari”.

Ecco, firmiamo anche per non farli più cadere in tentazione. Così imparano.

Lilly Gruber: lei è cattolico?
Antonio Ingroia: NO.
[Ottoemmezzo, 18 febbraio]

La domanda di Lilly Gruber non è stata né indiscreta e nemmeno fuori luogo.

Altroché tenersi i papi e i cardinali nei cassetti come Bersani e Vendola.
In un paese dove la religione invade la politica di destra, di centro e di centrosinistra che non oppone mai resistenza anzi le piace pure, e in modo asfissiante la vita dei cittadini ai quali s’impone di vivere secondo un’etica religiosa anche se non sono cattolici-credenti-praticanti perché la politica poi  non legifera secondo le necessità, le urgenze, i bisogni della gente ma in base a quello che non turba e disturba le loro eminenze, nell’unico paese che ne deve mantenere un altro grazie a una legge fascista, il concordato,  che dovrebbe, DEVE  essere abolita quel NO di Ingroia è una luce in fondo al tunnel.

E’ importante sapere in che misura la religione occupa la vita di un politico visto che i nostri politici sono troppo sensibili all’influenza della religione, si ammalano molto facilmente di conservatorismo e bigottismo; mentre a noi, invece,  serve una politica sana e libera da TUTTE le influenze.

 

[Il tempo è galantuomo]

Ecco perché ieri sera da Lilly  Gruber c’era Ingroia: il più nascosto di tutta questa campagna elettorale, il più oscurato e ignorato dai media.
E’ andato a fare il tappabuchi di berlusconi che doveva fare il confronto con Travaglio; ma siccome notoriamente Travaglio fa il gioco di berlusconi allora ha preferito non andare per non rischiare di stravincere le elezioni e umiliare i suoi avversari: lui è un uomo modesto, si accontenta di poco.
E già qui si potrebbe mettere un punto e scrivere che per capire ci vorrebbe un cervello che fa il suo mestiere, ché la polemica infinita sulla puntata di Servizio Pubblico circa il fatto che Santoro e Travaglio avrebbero messo a suo agio sua bassezza a me ha puzzato di bruciato sin da subito, come anche la proclamazione a santi subito di Floris e Ilaria D’Amico, i bravi giornalisti che hanno imbarazzato berlusconi [mica come Travaglio, cazzu cazzu iu iu], come se tredici minuti di intervista fossero uguali a una trasmissione di un’ora o di tre ore.
E che quando scrivo che in questo paese un’informazione che informa non l’avremo mai perché non ce la meritiamo, perché c’è gente che non ha la benché minima idea di quello che significa la parola informare altrimenti l’Italia non sarebbe sempre e puntualmente in basso a tutte le classifiche internazionali sulla libertà di stampa e informazione, forse ho ragione.
E chissà perché se Santoro e Travaglio sono così ospitali Bersani e Monti, chez Servizio Pubblico non ci sono proprio voluti andare.

Telecanto e melesuono
Marco Travaglio, 19 febbraio

Sarò strano, ma non riesco a capire tutta questa ossessione per i confronti televisivi che si fanno o non si fanno. Intendiamoci: Grillo ha sbagliato di brutto a promettere e poi disdire l’intervista con Sky (e non è la prima gaffe: quella strana frase sui magistrati che “fanno paura” proprio mentre indagano sui poteri fortissimi ha sconcertato una bella fetta della sua base). Ma soprattutto ha sbagliato a prometterla, perché diciamoci la verità: nessuna delle centinaia di pallosissime telecomparsate degli aspiranti premier e dei loro candidati ha spostato di un millimetro gli orientamenti degli elettori. L’idea di un bel dibattito all’americana, dove un avversario o un giornalista mette in difficoltà il politico di turno e gli fa perdere voti, in Italia è pura utopia: e lo resterà finché la politica comanderà sulle tv. Paradossalmente, il programma che più s’è avvicinato a quel modello è stata la puntata di Servizio Pubblico che tutti i giornali hanno accusato di aver rilanciato Berlusconi (perciò Bersani e Monti non sono venuti da Santoro: per evitare eccessivi rilanci). Quella sera il Cavaliere, per la prima e ultima volta nella sua carriera, fu costretto ad ammettere di non essersi opposto alla decisione di Monti di introdurre l’Imu sulla prima casa; e addirittura di essersi confuso, a causa dell’età avanzata, sul complotto delle banche tedesche contro il suo governo. Tant’è che per qualche settimana evitò accuratamente di dichiarare guerra alla Germania e di accusare Monti sull’Imu, pensando che le due balle fossero ormai inutilizzabili e occorresse inventarne qualcun’altra (tipo la restituzione dell’Imu in contanti). Poi andò a un programmino domenicale di La7 e ripeté le due balle senza che i due conduttori gli ricordassero che erano già state smontate da Servizio Pubblico. Dunque capì che poteva usarle di nuovo: nella tv italiana non si butta via niente. Del resto, avete mai sentito qualcuno (esclusi i presenti) rinfacciargli i suoi processi o gli impresentabili nelle sue liste? Tutti gli scandali, per lui, sono ormai mediaticamente prescritti: condono tombale. E così i casi Penati o Mps per Bersani. E così l’inerzia su Finmeccanica per Monti. In compenso Ingroia, le rare volte in cui appare in video, deve continuamente giustificarsi per essere un magistrato e peggio ancora un incensurato; poi, quando potrebbe illustrare le proposte del suo movimento, il tempo è scaduto. Invece gli altri leader intervistati in tutte le tv possono dire le loro cose, vere o false che siano, senza incontrare ostacoli. Non perché alcuni intervistatori non tentino di incalzarli sulle loro contraddizioni, ma perché mai come in questa campagna elettorale si è mentito tanto spudoratamente sul passato e sul futuro, sui programmi e sulle alleanze. Anche la domanda più cattiva, impertinente, puntuta è destinata a infrangersi contro risposte generiche o sfuggenti o menzognere.
E la legge sulla par condicio proibisce al conduttore di interrompere l’ospite logorroico o bugiardo per ristabilire punto per punto la verità. Solo un confronto fra tutti e sei i candidati premier potrebbe spostare qualcosa: non tanto per i contenuti (perlopiù falsi o utopistici), quanto per l’efficacia della comunicazione, che non è uguale per tutti. Ma il confronto a sei non lo vuole nessuno dei big: troppi altarini da nascondere. Infatti pongono condizioni inaccettabili (confronto a due o a tre, fuori gli altri) per evitarlo. Quindi non facciano i furbi: sono allergici alle domande proprio come Grillo che (giustamente) accusano di allergia alle domande.

Ps. Ieri B. ha annullato la sua partecipazione a Otto e mezzo dove avrebbe dovuto rispondere alle domande di Lilli Gruber e del sottoscritto. Chissà cosa diranno ora i tromboni che mi accusavano di avergli regalato una barcata di voti a Servizio Pubblico: forse che temeva di stravincere?

Perché Sanremo è Sanremo [2013]

Sottotitolo: verrà un giorno che l’Uomo si sveglierà dall’oblio
e finalmente comprenderà chi è veramente
e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza,
a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo.
L’ Uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto,
sarà libero anche qui in questo mondo.

” Tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla! “
[Giordano Bruno – Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600]


Giordano Bruno condannato per eresia dal Tribunale centrale del Sant’Uffizio ed arso sul rogo a piazza Campo de’ Fiori a Roma, con la bocca serrata perché non parlasse. Più precisamente inchiodata alla mandibola, per ordine del Cardinale Bellarmino successivamente proclamato santo.

Il cattolicesimo, per dire.

Festival di Sanremo, fine dell’egemonia della banalità

Mah…un paese che si blocca, dove i palinsesti televisivi  vengono stravolti in funzione di dirottare gli spettatori verso un unico canale [e grazie al ca…nale che poi lo guardano 16 milioni di persone per sera],  quest’anno a pochi giorni dalle elezioni, per di più, per un festival della canzonetta è molto di più di una rappresentazione della banalità.
E’ la rappresentazione perfetta del nostro paese, fermo al palo da ben più di 63 anni.

Mengoni, i vincitori delle ultime tre edizioni di Sanremo sono,  come la polverini, personaggi costruiti dalla e nella televisione,  che sia Amici della De Filippi  o  il salotto di Floris   il risultato non cambia.

Come nella politica anche a Sanremo il vincitore è quello imposto e non quello che meriterebbe la vittoria.

Perché arrivare ultimi da bravi come è capitato a Vasco Rossi ad esempio significava, al tempo, farsi un mazzo tanto per dimostrare di non essere affatto il meno meritevole, anzi, le carriere di Vasco Rossi, Zucchero e molti altri sono  la dimostrazione che il talento non passa per la vittoria a Sanremo.

Oggi basta il  martellamento mediatico del prima, ovvero la costruzione del personaggio, del mentre,  ma soprattutto del dopo, lo spalmamento full time di Sanremo ovunque perché le case discografiche questo vogliono e tutti fanno a gara per accontentarle, chi vince il festival non avrà nessuna necessità di dimostrare perché ha vinto, c’è già chi lo fa per lui.

E, proprio come nella politica il vincitore viene decretato in parte da una giuria definita  “di qualità” scelta sulla base di chissà quali referenze e  da una maggioranza di imbelli, dai soliti telerincoglioniti dipendenti da reality show e fiction, che votano Mengoni così come avevano votato la polverini solo perché la vedevano praticamente tutte le settimane nel salotto di Floris. Parliamo di televisione, lo strumento col quale berlusconi ha fatto strike di questo paese,  di persone costruite per fare fenomeno che poi vanno ad occupare inopinatamente ruoli politici o pubblici come appunto polverini la cui carriera politica si è EDIFICATA grazie a Ballarò,.

Oppure vincono Sanremo in barba a chi meriterebbe di vincerlo più di loro.

Ed è strano che Elio, il vero vincitore di questo festival, abbia deciso di partecipare conoscendo perfettamente le dinamiche della selezione e della scelta essendo stato uno dei giurati di X-Factor.

Come dico sempre, la gente vota con lo stesso spirito col quale si sceglie la capricciosa al posto dell’ortolana, le vacanze al mare piuttosto che in montagna, la station wagon invece della berlina.

Se questo fosse un paese normale i vincitori avrebbero dovuto essere altri ma, per fortuna, proprio come a proposito della politica, c’è sempre meno gente inconsapevole, disposta a farsi manovrare, che subisce senza rendersi conto di dove sta la fregatura.

 

 

Contratto di svendita

 Preambolo:  l’Italia è stata derubata della possibilità di avere un’indipendenza politica il 1 maggio del ’47 grazie alla strage di Portella della Ginestra fatta eseguire su commissione proprio per evitare che l’Italia rischiasse la “deriva comunista” che non era gradita all’America, alla mafia e al vaticano.
Dopo 66 anni questo paese è ancora schiavo e succube dell’America, della mafia e del vaticano perché nessuno in tutti questi anni si è preoccupato di fare in modo di ridurre e annullare questa dipendenza. Non era conveniente, si vede.

Però ci mandano a votare, visto che carini?
 Forse è proprio per questo che gli italiani poi sono diventati “così“: materia del luogo comune più  becero.

Ecco perché  mi sarei un po’ scocciata, anzi molto,  di questi ritornelli sugli italiani, quelli sì qualunquisti e populisti piùcchemmai.
Perché sono storicamente falsi.
E gli italiani sono di destra, e gli italiani hanno quello che si meritano, e gli italiani qui e lì: vaffanculo, eh?
Abbiamo un passato, impariamolo, e poi esprimiamoci magari argomentando.
Star sempre a dire che gli italiani hanno quello che si meritano, che in Italia le cose hanno sempre funzionato in un certo modo e che vuoi fare colpevolizzando chi le ha subite e non chi le ha causate è sbagliato, è culturalmente sbagliato. 
Si può sorridere, essere in qualche modo leggeri se proprio non si vuole appesantire il significato della propria presenza in un social network e nella rete in generale anche senza  scrivere falsità e luoghi comuni, che non aiutano certamente le giuste cause.

Se voglio ridere e leggere argomenti divertenti non andrò a scrivere in un sito on line di un quotidiano dove si trattano argomenti seri o in un blog dove non si scrive di gossip, moda e make up.

Poi nulla vieta l’intermezzo cazzaro: non mi sono mai sottratta.
Le battutine sugli italiani alla lunga sfiancano, perché ci sono tanti italiani che s’impegnano per migliorarsi, per imparare, per arricchire la propria cultura, che forse non servirà a cambiare davvero lo stato attuale del paese ma restituisce qualcosa in termini di dignità personale, tutti i giorni, e credo che andrebbero rispettati. 
Troppo facile attaccare sempre la solfa sugli italiani, ma dell’Italia chi ne parla?

Gli States e Obama ‘tifano’ per Monti
Vogliono garanzie sugli investimenti Fiat

Napolitano, nella sua visita negli Usa, ha difeso Monti dagli attacchi che riceve “da chi prima l’ha appoggiato”. In realtà il capo dello Stato ha voluto dare un segnale ben preciso: rassicurare Obama che il Professore avrà un ruolo importante anche nel prossimo governo. Una rassicurazione “in chiave Fiat”. [Il Fatto Quotidiano]

Ha ragione Napolitano, definito da Kissinger “il mio comunista preferito” – il che spiega molto bene la stima che riscuote oltreoceano, le copertine di certi giornali – quando dice che il comunismo ha fallito.
Essendo stato una delle cause del fallimento di quello italiano parla da persona informata sui fatti. 
Anzi, proprio dentro quei fatti.
E l’ex comunista poi migliorista poi liberista non può andarsene in giro per il mondo come quell’altro a dire quello che vuole.
Se va in America a rendere conto al presidente del compitino svolto in questi sette anni a pochi giorni dalle elezioni perché deve sentire il bisogno di rassicurare Obama, parlargli dell'”ottimo lavoro” svolto da Monti e appoggiare dunque in modo così sfacciato il professore? e fosse vero poi, che quello di Monti è stato un ottimo lavoro. 
Chi rappresenta l’Italia nel mondo da istituzione dovrebbe smetterla di farlo umiliando così il popolo italiano, pensare che sia composto solo da perfetti imbecilli che non sanno, non capiscono, non ricordano la storia.
Non c’è bisogno di ricordare al mondo in modo così sfacciato che l’Italia è un paese a cui è stata sottratta l’indipendenza politica prim’ancora che nascesse la repubblica.
Non serve rammentare in modo così manifesto che se questo è il paese che è non è per colpa degli italiani ma di chi non ha mai rescisso il contratto di svendita [alla mafia, al vaticano e all’America] contratto col sangue dei braccianti a Portella della Ginestra il 1 maggio del 1947.  

Nota a margine: perché di quel che ha detto Napolitano si sono incazzati solo quelli del PDL e il solito Di Pietro? al PD fa comodo che il presidente sponsorizzi Monti, gli torna utile? a pensar male…

Tuoni, fulmini e saette

 Ieri sera pensavo alla  binetti e alla roccella ma anche alla  bindi e a giovanardi 
Il papa si è dimesso, hanno bocciato il ricorso sulla legge 40: una giornata da dimenticare.
Per loro.

“Come donna e come madre”, Angela Bruno è stufa delle molestie

Non ne può più dell’ipocrisia e delle manipolazioni da ufficio stampa aziendale. Angela Bruno, la donna molestata pubblicamente da Silvio Berlusconi nel corso di una convention, ha precisato via mail che non si è sentito affatto “onorata” dalle volgarità del cavaliere.

Alla fine non penso che sia così importante la sua reazione. Cosa ci sia di vero o falso, se lei si sia effettivamente imbarazzata o divertita come riportava La Repubblica. Quel che si è visto, il fatto che non abbia saputo reagire alle insolenze del prepotente ma le abbia assecondate, quali che siano le ragioni, è molto più esaustivo di qualsiasi spiegazione. E visto che il suo momento di gloria l’ha avuto, sono 48 ore che si parla del fatto che una signora non abbia saputo voltarsi per andarsene ma per far ridere un vecchio malato, penso che il giornalismo illustre possa anche smettere di occuparsi di queste beghe da cortile berlusconiano.

Aggiornamenti e sviluppi: la ragazza “molestata” da silvio alla convenscion della Green Power  ci tiene a far sapere che si è molto divertita ma; contenta lei, contenti tutti. Quindi anch’io di non essermi unita alla consueta fiera dell’ipocrisia – che si ripete ogni volta che silvio berlusconi interpreta silvio berlusconi e non solo in situazioni di questo tipo – di chi la voleva rappresentare come l’ennesima “vittima” del sessuomane incontinente.  L’episodio dell’impiegata della Green Power non denota solo la mancanza assoluta di considerazione che berlusconi ha per le donne ma, soprattutto, il fatto che ci sono donne che certi atteggiamenti degli uomini, non tutti per fortuna,  non solo li accettano, ma non li trovano disdicevoli, sconvenienti. Nel caso di specie perfino divertenti. La signorina rideva e alla richiesta di voltarsi per mostrare il lato b non si è opposta, l’ha fatto. E alle battute del satrapo non ha ALMENO taciuto per non dargli la possibilità di andare oltre, si è prestata al gioco. Quindi cosa c’è da indignarsi, da difendere? Quello che non succede mai è che qualcuno risponda a berlusconi come merita, non lo ha fatto la politica e abbiamo visto com’è andata a finire. Sarebbe il caso che cominciassimo tutti a considerarlo per quello che è anche nella malaugurata ipotesi che lo dovessimo incontrare di persona.  Ogni luogo frequentato da silvio rischia di trasformarsi in una scenetta da b movie. Ormai lo sanno tutti che l’agguato, la battuta, il tentativo di approccio, l’allusione sessuale sono sempre dietro l’angolo. E nessuno dovrebbe farsi trovare impreparato.

Procreazione, la Corte di Strasburgo
boccia il ricorso dell’Italia sulla legge 40

 La Corte europea dei diritti umani conferma la sentenza del 28 agosto scorso: i giudici ancora una volta si sono espressi contro la legge che nega a una coppia fertile, ma portatrice di una malattia genetica, di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni.
 Finché  la politica non pagherà in solido le leggi sbagliate che fa per conto suo o perché gliele suggeriscono dall’alto non ne usciremo; il papa che si dimette non fa dimenticare né cancella un bel nulla, soprattutto una politica serva e servile.
L’Europa ha ricordato alla politica italiana che il 2013 vale anche per noi, che dovremmo smetterla di essere il caso pietoso di famiglia per colpa della politica tutta. 
Questo ricorso, tanto per non dimenticarci di niente e di nessuno in campagna elettorale,  l’ha chiesto e ottenuto Monti, che era il presidente del consiglio tecnico e non doveva entrarci proprio niente con queste faccende, ma se l’ha fatto è perché qualcuno glielo ha chiesto, e non glielo abbiamo chiesto noi cittadini. E Napolitano come al solito guardava da un’altra parte.
Il fatto che persino Antonio Padellaro si sia unito al coro delle prefiche, dei futuri orfani del papa vivo e scriva nel Fatto Quotidiano che le dimissioni del papa riducano, sminuiscano a beghe quelle della politica in questo ultimo scorcio di campagna elettorale la dice lunga, anzi lunghissima sull’intenzione di separare almeno culturalmente quel che succede dall’altra parte del Tevere rispetto ai palazzi delle istituzioni.
Perché questa campagna elettorale organizzata in fretta e furia è – come scriviamo in tanti da giorni – sicuramente lo spettacolo meno edificante al quale avremmo voluto assistere ma è quello di cui tutti ci dovremmo augurare il finale meno tragico, a differenza di quel che succederà nella casa di Pietro le cui sorti, francamente a me interessano infinitamente meno per non dire nulla.
Siamo un paese piccino e non perdiamo mai l’occasione per dimostrarlo.

L’Antitaliano
Marco Travaglio, 12 febbraio

Se non fosse irriguardoso, si potrebbe dire che Joseph Ratzinger è come Michel Platini: meglio ritirarsi ancora al cento per cento delle forze fisiche e mentali, che declinare e degradarsi sotto gli occhi del mondo, riducendosi progressivamente a larva umana o vegetale. Specialmente se si è assistito alle lunghissime agonie di due grandi predecessori come Paolo VI e Giovanni Paolo II (papa Luciani fu una meteora), che negli ultimi tristi anni finirono nelle mani e nelle fauci di una Curia popolata anche di sciacalli e faine. È incredibile la forza dirompente ed eversiva, dunque storica, sprigionata dalla scena fuori dal tempo e dallo spazio del Concistoro di ieri, con il vecchio Pontefice che esala cantilenando poche frasi in latino. Una forza che, proprio nel passo d’addio, spazza via tutti gli schemi del Papa conservatore, incolore, insapore, freddo e distaccato. Il coraggio dell'”incapacitatem meam agnoscere” e dell’ammettere le forze che mancano per l'”ingravescente aetate…”. L’umilissimo “veniam peto pro omnibus defectibus meis”. Il confessare la propria finitezza, forse il proprio fallimento, in un mondo che obbliga a essere o a fingersi sempre giovani e in gran forma. Lo staccarsi dal trono e dal proscenio, contrapponendo il servizio e la missione (“patiendo et orando “) a un mondo che fa del potere e dell’apparire gli unici valori.
Ci sarà tempo per scandagliare gli altri motivi, più prosaici e mondani, che l’han portato a questa scelta in aggiunta a quelli di salute. Intendiamoci. Le contraddizioni della Chiesa e gli errori, le compromissioni, gli scandali del Vaticano sono tutti ancora lì. Ma che pena le lodi bigotte dei politicanti italioti, decrepiti per età anagrafica e/o politica, abbarbicati alle poltrone finché morte non li separi, che esaltano il gesto “nobile”. Omuncoli che dovrebbero astenersi dal pronunciare il nome di questo gigante della fede e della cultura, che nulla ha mai avuto a che fare (diversamente da tanti cardinali italiani) con la politica, tantomeno con quella nostrana. Altri, più titolati, giudicheranno il pontificato di Benedetto XVI e forse vi scopriranno profili di innovazione (come le aperture a separati e divorziati) che i luoghi comuni della botteguccia domestica ha impedito di riconoscere. Ma sull’uomo Ratzinger qualcosa già si può dire. Nonostante gli anni trascorsi in Italia, più precisamente a Roma, più precisamente in Curia, Ratzinger non è mai diventato italiano, romano, curiale. È sempre rimasto tedesco. Me ne resi conto il 1° settembre 1990, quando Montanelli mi mandò a Rimini a seguire il Meeting di Cielle. L’allora cardinale prefetto del Sant’Uffizio tenne una prolusione, poi si sottopose a una conferenza stampa. L’ingenuità dei miei 26 anni mi suggerì una domanda impertinente che i ras ciellini intorno a lui fulminarono con smorfie di disgusto: “Non crede, eminenza, che dopo la caduta del Muro di Berlino sia ora di finirla con l’unità politica dei cattolici nella Dc?”. Lui invece sorrise e rispose: “La Chiesa non deve identificarsi mai con un partito determinato, ma deve essere aperta a diverse opzioni politiche e porsi a difesa della coscienza morale. Un partito cristiano ha una responsabilità particolare e ci interessa per la formazione di un consenso umano e cristiano nella società che si paganizza”. Aggiunse di preferire una Chiesa di popolo alle “strutture ecclesiastiche più giuridiche che vitali, che in Germania esistono solo perché ci sono i soldi per crearle. Quanti più apparati noi costruiamo, tanto meno c’è spazio per lo spirito, per il Signore, e tanto meno c’è libertà”. L’indomani si scatenò un mezzo putiferio, con i giornali che annunciavano la fine dell’unità dei cattolici in
un solo partito.
Oggi in Vaticano, 23 anni dopo, c’è qualcuno che non l’ha ancora capito.

“Cazzate”

Monti attacca: “Bersani infantile
B. compra voti”. Lui replica: “Cazzate”

Sottotitolo: simpatico il console americano che avvisa i compatrioti sui pericoli di Milano, città «violenta». Vorrà dire che i milanesi per vivere tranquilli potrebbero trasferirsi  in quel di New York, nota roccaforte di sicurezza dove la criminalità è stata debellata come il colera e il vaiolo.   

La microcriminalità è un fatto comune relativo all’umanità e non ai paesi alle città o, peggio ancora alla nazionalità.

Qui non abbiamo il secondo emendamento che autorizza stragi e omicidi.

Quella del console è stata un’uscita scomposta e del tutto fuori luogo, perché questa rischia di  diventare come la storiella che a stuprare le donne in Italia sono i cattivoni che vengono da fuori anziché i bastardi che sono sempre stati dentro.

E comunque a due settimane dalle elezioni NON SI FA una cosa del genere che ha per forza una conseguenza politica, Milano ha un sindaco di centrosinistra, la vogliamo consegnare alla lega così la mette in sicurezza a modo suo?

Il dialogo elegante di Berlusconi
con l’impiegata: “Quante volte viene?”

 

Berlusconi e la segretaria: “Lei viene? E quante volte? Vuol girarsi?”

L’ex premier in visita in un’azienda di Mirano dialoga a colpi di doppi sensi con una impiegata. La platea lo applaude e ride divertita.

Le allusioni sessuali di Berlusconi all’impiegata (FOTO, VIDEO)

“Si giri” e le guarda il fondoschiena


Non ho mai pensato di dovermi vergognare o imbarazzare per conto terzi come tutti quelli che si vergognavano che a rappresentare l’Italia nel mondo fosse silvio berlusconi, e ci mancherebbe altro; che si vergogni lui  di essere quel che è, io non c’entro nulla con lui né con le platee di quegl’imbecilli che ridono alle sue battute, che si divertono con le sue volgarità. 

E si vergognasse soprattutto chi ha permesso ad una persona simile  di avvicinarsi alla politica e di rappresentare lo stato italiano.

Quello che mi dà fastidio, che mi ha dato sempre fastidio è che altre donne, scrittrici, giornaliste, intellettuali poi si debbano sperticare, riempire pagine di giornali  per difendere QUEL tipo di donna che anziché rispondere all’erotomane incallito come avrebbe meritato si presta al gioco, risponde divertita, si gira alla richiesta di mostrare il culo. Oppure le donne come la Carfagna che ieri sera si è risentita per la battuta di un comico pretendendo le scuse; scuse che invece le donne  come lei dovrebbero porgere, e sarebbe sempre troppo tardi,  per aver contribuito in solido al decadimento della benché minima idea di rispetto nei confronti del genere femminile italiano.
La signora si offende per la battuta del comico? stare al fianco,  sostenere un puttaniere è un esercizio di virtù, invece?

Queste non sono vittime e io non spreco un attimo del mio tempo a cercare di comprendere come ci si possa far avvicinare, da donna,  da  un simile figuro in quel modo senza reagire, stargli vicino per convenienza. Difenderlo, addirittura, come fanno puntualmente le donne presenti nel suo partito. Mentre con uomini così le donne Donne – quelle che non pensano che la dignità sia qualcosa che si può riporre e tirare fuori come un cambio di stagione –  non prenderebbero nemmeno un caffè.

Se una donna è stupida, lasciasse stare la questione di genere.
Non se la prendesse con gli uomini che la trattano, giustamente, da stupida.
Perché la colpa non è di chi approfitta della stupidità di una piccolissima donna che invece di rispondere con un manrovescio alle battute triviali  del telecafone impunito acconsente divertita.

Sicuramente chi usa il suo potere per plagiare, sedurre, abbindolare ha sempre torto, specie quando quel potere è esagerato, ma qui stiamo parlando di un episodio che poteva essere risolto in un altro modo.

Non è necessario essere accondiscendenti e stare al gioco sempre, quando si ha a che fare con silvio berlusconi. 

Se una donna non sa mettere al suo posto un cafone, la colpa non è del cafone, perché lui  è quello che è ma è stato sempre agevolato,  SOPRATTUTTO dalle donne. 

E chissà se anche Francesca  Pascale,  la ventottenne presentata in società come la fidanzata di silvio berlusconi scriverà una letterina a qualche quotidiano per pretendere le scuse dal distributore automatico di ciarpame senza pudore.

Se avesse risposto così anche lei, sarebbe entrata nella storia:

L’Italia è una Repubblica, fondata sul lavoro

Sottotitolo: il comunismo ha fallito, dice Napolitano, dunque ex appartenente al PCI poi diventato uno dei cosiddetti “miglioristi”, cioè quelli che volevano essere di sinistra ma anche no [proprio come quelli di oggi], quelli che volevano riformare per – appunto – migliorare ma non abbiamo ancora ben capito cosa, visto che non c’è traccia alcuna di riformismo e né tanto meno, di miglioramento, in Italia. Proprio e specialmente nella politica che, anzi, un livello più basso e infimo del nostro di questi ultimi anni non l’aveva più avuto dai tempi in cui il parlamento era stato trasformato in un allegro bivacco di manipoli.

Ora, giusto per capire, ma a quale comunismo si riferiva,  il presidente, a quello sovietico, cinese, quello delle dittature, dei gulag oppure a quello italiano?  vedere casa pound e forza nuova alle tribune elettorali nel 2013 è stato un bel successo democratico? fatico a comprendere, ecco.

Se avessimo avuto un giornalismo meno servile e servo la domanda da fare a Napolitano sarebbe stata questa: “se il comunismo ha fallito il capitalismo e il liberismo cos’hanno fatto? Cosa ha prodotto consegnare la politica a quel potere economico verso il quale doveva essere proprio la politica ad esercitare un controllo serio, severo, rigoroso, anziché diventare lei la controllata e noi cittadini le vittime di entrambi?”

Penso, sinceramente, che si debba smetterla col voler paragonare a tutti i costi il comunismo italiano con quello che ha davvero prodotto “miseria, terrore e morte” come ci ha insegnato berlusconi, l’amico intimo del “sincero democratico”, comunista,  Putin.
Perché è una forzatura tesa a portare fuori strada, a far continuare all’infinito la polemica che “destra e sinistra” non devono più essere considerate. Io invece le considero, eccome, perché se  questo fosse un paese normale dove ci sono una sinistra e una destra, non una DC mascherata da partito riformista ma che non riformerà un cazzo di niente e  una ridicola caricatura del ventennio fascista che oggi si fa rappresentare dal disonesto tycoon in odor di mafia e malaffare la lotta contro il liberismo sfrenato, senza regole e controlli che ci ha condotto al fallimento dovrebbe essere un obiettivo comune alla destra e alla sinistra.

Che paese è quello dove un uomo si suicida per ricordare a tutti, anche al presidente Napolitano che è – sempre – in tutt’altre faccende affaccendato che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro? 

Dice d’alema che lui non ha paura di Grillo ma gl’italiani sì, devono averla.

A d’alema io non crederei nemmeno se fosse stato lui a stabilire che la terra è rotonda e gira intorno al sole; perché la fiducia bisogna sapersela conquistare, e mantenere, e il signor d’alema ha dimostrato – impegnandosi molto peraltro – di non essere per niente una persona politicamente affidabile, anzi.
Nei dintorni di Repubblica [il giornale, nella fattispecie sempre per l’opinione del direttore Zucconi]  invece l’obiettivo è stato spostato verso Ingroia, la cui candidatura sarebbe così inutile da aver raggiunto il livello del “chi me l’ha fatto fare”.

Questa campagna elettorale è brutta per contenuti, volgare per berlusconi, squallida per toni e termini, arrogante perché “o mangi ‘sta minestra o salti dalla finestra”; non sono questi gli argomenti per convincere la gente di essere migliori. 

E chi fa propaganda per conto suo o – e sono la maggioranza – per conto terzi, e la fa male, usando gli stessi toni della politica invece di indurre ad una riflessione seria non fa che creare altra confusione e produrre altre brutture delle quali, ma davvero, non c’è alcuna necessità.

Bastano e avanzano quelle a cui assistiamo ormai da settimane.  

Se invece di osservare le otturazioni dentali di Grillo e la forfora sulla giacca di Ingroia si parlasse di più delle balle quelle sì, pericolose, altro che temere Grillo come suggerisce lo skipper alle cime di rapa che si guardò bene dall’invitare gli italiani a temere berlusconi ma anzi, lo ha agevolato verso una lunga e redditizia carriera politica, forse quel venti per cento di  gente disposta a rivotare l’impostore bugiardo e disonesto si potrebbe ridurre.

Ecco perché confido davvero che, a parte quel venti per cento di indefinibili creature che voteranno ancora il più bugiardo di tutti, il resto degli italiani dia a questi arrogantoni presuntuosi la lezione che si meritano.

Che non vuol dire votare necessariamente il MoVimento o Ingroia ma fargli capire che non è la loro idea di “sinistra” di cui c’è bisogno in questo paese.

I capponi di Renzi
Marco Travaglio, 10 febbraio

Il sindaco di Firenze, anzi di Firenzi, Matteo Renzi accusa Ingroia e Rivoluzione Civile di “autogol” perché farebbe “vincere Berlusconi”. Bersani ripete che “c’è un solo voto utile per battere la destra ed è il voto al Pd”. Per carità, in politica e soprattutto in campagna elettorale ciascuno tira l’acqua al suo mulino. Ma c’è qualcosa di intellettualmente disonesto nel ricatto “o voti Pd o vince B.”. Non stiamo qui a ricordare tutte le volte in cui il centrosinistra resuscitò B. da morte sicura, o accusò noi antiberlusconiani di impedire il dialogo con B. e il reciproco riconoscimento fra destra e sinistra (prima l’accusa colpì i girotondi, poi fu usata dai vertici Ds per cacciare Colombo e Padellaro dall’Unità). Nel 2008 il neonato Pd predicava “le riforme insieme” a B., tant’è che in tutta la campagna elettorale Veltroni evitò accuratamente di nominare “il principale esponente dello schieramento a noi avverso”. E nel 2011 gli astuti strateghi del Pd dichiararono chiusa l’era del berlusconismo e dunque dell’antiberlusconismo (posti sullo stesso piano). I più furbi studiavano un salvacondotto per accompagnare B. alla tomba, essendosi bevuti l’ennesima balla: quella del suo ritiro in favore di Alfano (figuriamoci), con tanto di primarie Pdl (rifiguriamoci). Del resto, sentir dire da Bersani “faremo subito le leggi sul conflitto d’interessi, il falso in bilancio e la corruzione”, fa cascare le braccia: se fosse Renzi a dirlo, qualcuno potrebbe anche crederci, perché Renzi non era al governo né in Parlamento nelle cinque legislature della Seconda Repubblica in cui non si fece nessuna di quelle leggi, anzi se ne fecero parecchie di segno opposto. Ma Bersani in Parlamento e al governo c’era, dunque farebbe bene a non pronunciare più le parole conflitto d’interessi, falso in bilancio e anticorruzione finchè le relative leggi non saranno sulla Gazzetta Ufficiale. E poi una legge anticorruzione il Pd l’ha appena votata assieme ai suoi alleati nella maggioranza che sostiene Monti, guidata dal Pdl, con cui governa da 14 mesi. Una legge finta, anzi dannosa, che riduce le pene per la concussione: guardacaso, proprio il reato di cui risponde B. al processo Ruby. Come può chi governa da 14 mesi con B. accusare Ingroia o Grillo di fare il suo gioco? Dei leader attualmente in campo, gli unici che non hanno mai governato con B. sono proprio Ingroia e Grillo (Monti, Bersani, Fini, Casini e Maroni sono stati tutti in maggioranza con B., chi una, chi più volte). Ma soprattutto: se il Pd teme di perdere le elezioni a causa di Rivoluzione civile, perché non si è alleato con Rivoluzione civile prima del voto e non vuol farlo nemmeno dopo? Ingroia aveva offerto un’alleanza prima del voto: nessuna risposta. Ora offre un’alleanza dopo il voto: nessuna risposta. Anzi, picche. Invece Bersani annuncia a ogni pie’ sospinto che, dopo il voto, governerà con Monti (e tutto il cucuzzaro dei Fini e dei Casini), logorando Vendola ed escludendo a priori Ingroia. Di chi è dunque l’autogol? Renzi voleva addirittura cacciare Vendola dal centrosinistra, col risultato di sprecare i suoi voti, visto che Sel è data dai sondaggi sotto la soglia minima del 4% richiesta per entrare almeno alla Camera. Intanto B., com’è giusto fare col Porcellum che Pdl, Pd e Centro non han voluto cancellare, schiera una coalizione che tiene dentro tutta la destra. La sinistra invece, come al solito, è in ordine sparso. Di chi è dunque l’autogol? Forse occorrerebbe un po’ più di umiltà e di rispetto per gli elettori. Chi vota Ingroia o Grillo lo fa perché preferisce programmi e comportamenti magari ingenui o sbagliati, ma radicalmente diversi dalla solita minestra fallimentare vista e rivista per vent’anni. 
Quei voti non appartengono a Ingroia o a Grillo, ma a quei cittadini. E chi vuole quei voti deve parlare a quei cittadini. Anzi, avrebbe dovuto.