
Hanno fatto indignare mezza Italia per mandarlo a dormire al quirinale? Dove s’appoggia s’addormenta. E nessuno che chieda mai scusa.
Preambolo: chissà se chi ha messo per iscritto la regola che prevede la presenza dei capipartito ai riti ufficiali della “democrazia” poteva immaginare che un giorno sarebbe servita a permettere ad un delinquente seriale di parteciparvi.
Non servirebbe nemmeno la condanna per frode per tenere lontano berlusconi dai palazzi.
Basterebbe ricordarsi di Vittorio Mangano, l’ergastolano che la mafia gli aveva messo in casa: l’eroe, di forza Italia fondata su richiesta di cosa nostra per interposto dell’utri per mettere al bando un simile personaggio da ogni contesto della società civile e da ogni ambito della politica.
Se la cosiddetta ragion di stato non prevede che negli affari di stato venga inserita anche un’etica, un’opportunità che siano di esempio e che impediscano ad un pregiudicato di poter essere considerato un uomo dello stato, uno a cui far decidere di riforme costituzionali, di leggi significa che non c’entra niente lo stato ma solo e soltanto i soliti interessi di casta. In nome dell’unità del paese, delle famose ricuciture promesse dal neo eletto al Quirinale e per tacere delle portentose riforme di Renzi si può e si deve sacrificare anche il senso minimo della decenza? Sarebbe ora che sia berlusconi ad adattarsi alla sua realtà privata, di cittadino che ha scelto spontaneamente di mettersi al di fuori delle regole e delle legge, smetterla di pretendere che si faccia il contrario obbligando un paese intero ad adeguarsi a berlusconi.
Dalle bocche e le tastiere di quelli sempre col vassoio in mano dell’informazione à la carte non è uscita una parola a proposito di opportunità, di senso del decoro istituzionale, di quel bon ton che una volta veniva utilizzato perfino nel linguaggio della politica ma che oggi non bastano per chiudere la porta in faccia ad un pregiudicato delinquente. Al contrario i giornalisti, specialmente di area piddina gongolano del grande senso dello stato di Mattarella che ha telefonato personalmente e berlusconi per invitarlo a palazzo, per lui c’è sempre il trattamento ad personam.
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Inutile parlare di lotta alla mafia se poi la mafia si fa entrare nella casa di tutti gli italiani.
La lotta alla mafia si fa, non si dice.
O, perlomeno, si può anche dire ma solo se alle parole poi seguono i fatti.
E per farla sul serio bisognerebbe non permettere agli amici della mafia di interferire nelle faccende di stato.
E’ giusto che l’arbitro sia imparziale, ma il garante non può non tenere conto che esistono dei principi e dei valori che non possono essere barattati con l’incoerenza dettata dalla tradizione di un cerimoniale che, quando è stato pensato non è stato certo realizzato in funzione di chi non ha i requisiti adatti per poter partecipare al rito più importante per la politica di un paese qual è l’elezione del presidente della repubblica, del capo dello stato.
Io, e credo di non essere la sola, oggi mi sento offesa, stanca di dover assistere allo spettacolo osceno di uno stato e delle istituzioni che in virtù della scelta di una minima parte di italiani a cui piace farsi rappresentare da un indegno, costringono tutti gli italiani a dover sopportare l’indegna presenza all’interno di quelle istituzioni che dovrebbero garantire almeno il rispetto dei principi e dei valori minimi: il rispetto della legge e dell’uguaglianza, quei diritti e doveri scritti sulla Costituzione da persone che non avrebbero mai pensato che un giorno sarebbero stati travolti, stravolti e cancellati a vantaggio di un traditore dello stato e del paese.
In questa giornata particolare che segna un altro punto a favore della divisione fra le istituzioni e la gente rivolgo un pensiero affettuoso alle famiglie di tutti i suicidati di equitalia per poche migliaia di euro, talvolta anche meno e a tutti i detenuti in Italia per reati infinitamente meno gravi di quelli commessi da berlusconi.
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IL MIRACOLO DEL CONDANNATO B. DA CESANO BOSCONE AL COLLE (Carlo Tecce)
E PERCHÉ RIINA NO? (Massimo Fini)
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Sottotitolo: la politica ha avuto vent’anni di tempo per darsi una regola, per fare in modo che bastasse almeno una condanna definitiva a togliere di torno il politico delinquente, visto che come diceva Borsellino quando implorava che fosse la politica a fare pulizia prima della Magistratura alla politica non va bene, non lo sa fare, non lo può fare, evidentemente. Ragioni di stato a noi sudditi sconosciute.
Una frode fiscale delle dimensioni di quella commessa da berlusconi altrove da qui sarebbe costata almeno centocinquant’anni di galera come al povero Bernard Madoff che non ha mai pensato di chiedere per precauzione la cittadinanza italiana.
Visto che qui centocinquanta anni di galera non li danno nemmeno ai serial killer sarebbe auspicabile che ci fosse almeno un modo, civile e democratico, ad esempio una legge, per allontanare dalle sedi istituzionali uno col vizio della delinquenza ai danni di tutti i cittadini.
Una volta e per sempre, indipendentemente dal seguito che ha, che siano elettori o fan, perché quello che vale per berlusconi allora dovrebbe valere anche per la rockstar, il campione di sport che pure hanno un loro seguito in molte migliaia e milioni di persone che si dispiacerebbero se il loro idolo venisse perseguito dalla giustizia.
Un delinquente resta un delinquente, anche se lo votano dieci milioni di persone che su sessanta costituiscono solo una piccola minoranza.
A berlusconi degli interessi del paese e dello stato non è mai fregato nulla. Ed evidentemente nemmeno a quelli che hanno lottato con pervicacia affinché potesse arrivare fino ad oggi.
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Le regole sono buone quando facilitano la civile convivenza, la rendono il più possibile armoniosa, equilibrata.
Ma quando la regola cozza anche col semplice buon senso significa che non è una buona regola, che sarebbe il caso di modificarla affinché sia applicabile alle cose che si fanno senza dare fastidio a nessuno.
Ad oggi il buon senso ispirato da quei principi che dovrebbero essere universalmente condivisi è ancora il miglior antidoto ai comportamenti incivili: non ce lo deve dire la legge che non si ruba, non si uccide, sono cose che sappiamo perché qualcuno che le ha imparate prima di noi ce le ha insegnate, e noi facciamo lo stesso con le nuove generazioni che vengono al mondo.
La stessa cosa vale per le leggi dello stato: il semplice buon senso di chi è chiamato a chiedere il rispetto di quelle scritture dovrebbe suggerire che ci sono cose che sarebbe meglio non fare, anche se la regola pensata in tempi diversi da quelli attuali quando molte cose non erano uguali a quelle di oggi, dice che si possono fare.
Ogni riferimento all’increscioso e miserabondo, tragico spettacolo dell’ex presidente del consiglio, ex senatore, ex cittadino meritevole di qualsiasi privilegio in quanto ex persona onesta e ritenuta indegna per sentenza che oggi si aggirava nella casa più alta della democrazia non è casuale.
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Silvio Berlusconi libero per l’8 marzo: un regalo a tutte le donne!
Immagino il figurone che faremo in ambito internazionale.
Da oltre vent’anni tutta la politica paga in termini di discredito planetario la presenza di berlusconi nelle istituzioni, perfino il reazionario Luttwak non si capacita del perché sia ancora così presente anche nella sua veste di pregiudicato ma evidentemente non ne ha ancora abbastanza, la politica.
Non è ancora il momento di chiudere con lui.
Non arriva mai, quel momento.
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L’altro giorno nel mio stato di facebook avevo scritto che mi era piaciuta la visita di Mattarella alle Fosse Ardeatine quale primo atto dopo la nomina a capo dello stato, perché la politica è fatta anche di simboli e di gesti altamente istituzionali.
E il presidente della repubblica antifascista ha fatto benissimo ad andare a rendere omaggio alle vittime del regime nazifascista.
Ma la politica è fatta di gesti non solo simbolici ma anche opportuni.
Ecco, a me non è sembrato opportuno che Sergio Mattarella abbia invitato berlusconi alla cerimonia del suo insediamento ufficiale.
Non solo per le questioni relative alla condanna che pure dovrebbero bastare per tenere berlusconi lontano distanze siderali dai palazzi ma proprio per la storia personale e pubblica di berlusconi.
Trovo alquanto singolare che un uomo devoto, cattolico, che alla prima uscita da eletto alla presidenza della repubblica si fa fotografare con delle suore davanti ad una chiesa possa trovare opportuna la presenza di una persona che al di là della vicenda penale che la riguarda ha avuto uno stile di vita sempre fuori dalle regole minime di etica e della giusta morale, del rispetto che dovrebbe mettere in pratica un uomo delle istituzioni qual è stato, purtroppo, silvio berlusconi.
E penso che l’uomo di stato Mattarella, il presidente che vuole essere di tutti, il garante e il custode delle regole che si è impegnato a ricucire gli strappi dovrebbe tener conto anche di queste cose visto che molte delle ferite ancora da rimarginare di questo paese portano la firma di berlusconi.
Il fatto che un paese intero debba essere ancora appeso alla vita di berlusconi, ai reati di berlusconi, all’accomodanza della politica e delle istituzioni con berlusconi è diventato umanamente inaccettabile.
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Tutti insieme smemoratamente – Piergiorgio Paterlini
Ma sì, va bene. Anzi, benissimo.
Il buon esempio ai giovani, prima di tutto.
Riconciliazione. Pacificazione. Distensione.
One one one.
Ma sì, è giusto. Bando ai vecchi rancori.
Bando al moralismo catto comunista, come predica da anni Giuliano Ferrara. Chi è che non ruba, non froda il fisco, non paga delle minorenni per fare sesso, non dice clamorose bugie davanti ai tribunali e alle istituzioni più sacre e alla nazione tutta? Chi è che non ha nulla da nascondere su una giovinetta di Casoria? Alzi la mano chi non ha mai fatto le corna durante lo scatto ufficiale a un vertice dei ministri europei. E allora.
Berlusconi invitato d’onore al Quirinale. Molta gente lo ama, quindi i reati sono prescritti, anche quelli (i pochissimi) non prescritti. Cacciato dal Senato, torna al Quirinale immacolato, il giaguaro è smacchiato. (Se poi Renzi gli lascia, come pare, anche il regalino del 3% sull’evasione fiscale, con tutti gli onori verrà riabilitato).
E da domani, Pietro Maso a tenere corsi di formazione nelle scuole sul rapporto genitori-figli. Ha ricevuto migliaia di lettere in carcere, tra fan e candidate fidanzate. Tutte quelle lettere lo legittimano almeno quanto i voti.
La signora Franzoni ai corsi pre-parto. Anche lei ha innumerevoli sostenitori. Anche lei perseguitata dalla giustizia.
Renato Vallanzasca capo della formazione nazionale dei bancari.
Renato Farina a dirigere i corsi triennali di aggiornamento obbligatorio per i giornalisti.
Renato Brunetta Magnifico Rettore dell’Università del bon ton per Signore.
Vanna Marchi a dirigere i Tg. Bisogna essere davvero bravi per riuscire a vendere tutti i giorni tante patacche come fossero cose serie, cose salutari, cose vere.
I reati? La corruzione? Il malcostume? Prescritti dimenticati irrilevanti, di fronte alla pacificazione universale. Vuoi vedere che questo è l’Anno Santo e mi era scappato? Che siamo alla grande (s)vendita delle indulgenze e non me n’ero accorto? Tre Pater Ave Gloria e chi si è visto si è visto.
Sono in pessima compagnia, lo so, però per me è una vergogna, un antipersonalismo malinteso, un pessimo colpo di spugna quell’invito di Berlusconi al Quirinale.
Ai grandi peccatori era richiesto almeno il pentimento prima di essere riammessi in chiesa. Perché il perdono non fosse scambiato per connivenza, qualunquismo (a)morale, legittimazione del male.