Patrimoniale una cippa

Tutti e due si sono sacrificati oltremodo per andare a occuparsi di politica; tutti e due hanno eserciti di gente che li rincorrono per strada implorandoli di “andare avanti”, di pensare al bene dell’Italia. Cioè il loro.
Tutti e due, è evidente, hanno il vizio della bugia unito ad un’incommensurabile faccia come il culo.

Nichi, adesso che profumo senti?

Il Piantagrane wordpress.com

Bersani cambia idea: no a patrimoniale
‘Non sono Robespierre. Rimodulare Imu’

Alla P di patrimoniale saltano tutti dalle sedie come se avessero incassato il peggiore degl’insulti.

Ora che lo facciano quelli che con una patrimoniale ben fatta ci rimetterebbero sicuramente qualcosa, altrimenti non sarebbero di centrodestra e non avrebbero sostenuto un malfattore per una ventina d’anni è anche comprensibile, che lo faccia il segretario del partitone del 40%, quello de’ sinistra, quello che in caso di vittoria alle elezioni andrà a fare nientemenoché il capo del governo non solo è preoccupante ma mi sembra anche una specie di promessa disattesa.

Sappiamo benissimo che Bersani in fatto di politica economica ha idee tutt’altro che morbide e di sinistra, detto questo si può almeno auspicare che metta almeno in pratica quell’uguaglianza, quell’equità e quella giustizia sociale di cui tanto abbiamo sentito parlare e niente più? voglio dire: se i super ricchi non li disturba nemmeno il centrosinistra chi lo dovrebbe fare?

Quella di tassare di più chi ha di più è una cosa talmente ovvia su cui non si dovrebbe nemmeno più discutere.

Ma che vuol dire la patrimoniale c’è già e si chiama IMU, che, come al solito a pagare siamo sempre i soliti stronzi, i soliti noi? ad uno che c’ha un reddito a sei zeri se gli togli qualche migliaio di euro l’anno non gli hai fatto niente, a chi ha di fronte a sé 20, 25 anni di mutuo il danno glielo fanno anche trecento euro in meno, per dire. 

Non l’ho mica scritta io la favoletta che il 10% degli italiani possiede più del 60% di un patrimonio che si potrebbe riequilibrare senza danneggiare chi, grazie a questo bel paese e alle leggi inique che nessun governo ha mai avuto il coraggio di eliminare ha avuto la possibilità di arricchirsi oltremodo. Bersani ha detto che non è Robespierre [e nemmeno Che Guevara e ci mancherebbe].

Si può almeno pretendere un comportamento e una politica in linea  con quelli di altri capi di stato e di governi europei, internazionali che pur non essendo Robespierre e Che Guevara hanno pensato che certi provvedimenti non fossero poi letti come una vendetta ispirata dall’invidia sociale ma semplicemente utili, necessari, in un momento così difficile per la maggior parte della gente?

Diciamo che una patrimoniale in un momento drammatico per tanta gente che non ha in mente di acquistare uno dei circa 700 superyacht che verranno venduti entro quest’anno sarebbe un bel modo di dimostrare un po’ di riconoscenza, ecco.

Dopo Scipione, Caronte e Minosse (ri)ecco pure Silvio

Sottotitolo:

Fa talmente caldo che mi sembra di aver sentito che Berlusconi si ricandida.
[Cattive Maniere (NEW Fan Page)- viva la satira]

Continuità significative:

Monti: “Berlusconi umiliato al G20 di Cannes per colpire sovranità dell’Italia”

Berlusconi: “Mi ricandido”. Gelo Pdl, poi Alfano dice: “Ti sosteniamo”

“Senza di me non andate da nessuna parte”, dice il Cavaliere ai suoi. In realtà, l’ex premier lavora a un accordo sulla legge elettorale che preveda una forte quota proporzionale, per impedire a chiunque di diventare il partito egemone di una nuova maggioranza. Ma ha bisogno di molti voti per essere l’ago della bilancia in una grande coalizione.

Un paese fatto  purtroppo di gente a cui la storia non ha insegnato nulla perché la maggioranza di quella gente non sa, non conosce, non vuole sapere, conoscere, imparare, non s’interessa,  gente capace solo di elogiare, ammirare, invidiare ladri, mafiosi, pervertiti e corruttori sarebbe da far esplodere come un condominio abusivo, come uno di quei mostri costruiti esclusivamente per far arricchire ditte e cricche di malavitosi che inquinano panorami e paesaggi.

***
Se berlusconi oggi può dire tranquillamente di volersi ricandidare  dopo aver annunciato che non lo avrebbe fatto più la responsabilità è anche (soprattutto) di quei giornalisti che quando a capo del governo c’era lui sembravano tutti Che Guevara, sempre pronti a criticare, rivangare, paragonare, domandare, mentre oggi si son trasformati tutti in padri Pii (in certi, molti casi più del necessario) che non fanno altro che sperticarsi in lodi per il cosiddetto governo tecnico perdonandogli la qualunque e giustificando l’inenarrabile,  finanche l’orrido, il crudele di provvedimenti tutt’altro che socialmente giusti, equi. Condivisi con berlusconi e con bersani per amor di patria, dunque i loro interessi.

Monti è libero di scegliersi pulpiti e ribalte dove sa che nessuno gli chiederà cose a cui lui non può e non deve rispondere senza che questo crei alcuno scompiglio nel cosiddetto giornalismo italiano, quello autorevole, s’intende.
Quando – appunto – certe faccende riguardavano solo berlusconi si usava riportare alla ribalta gli esempi illustri di politici che hanno dovuto, anche loro malgrado, dimettersi, subire un giudizio di un tribunale, ovviamente non in Italia dove questo non succede mai, oggi non si usa più, oggi l’avviso di garanzia a Passera non fa notizia, per esempio e il perché ce lo dicono le concessioni sulle frequenze TV blindate per i prossimi venti anni che favoriscono il solito noto cioè berlusconi, nessun giornale fa più le 10 domande fatidiche a…oggi un anziano signore come Scalfari può mettere in discussione l’autonomia dei Magistrati dopo averla difesa quando i Magistrati si occupavano solo di B, oggi che si occupano anche di altro, tipo le pressioni a cui avrebbe ceduto Napolitano per favorire un ex ministro bugiardo i Magistrati vanno sculacciati, puniti, come il figlio discolo. Repubblica è diventato il miglior house organ di Monti &Co,  di altri trombettieri di regime nessuno ne sentiva la necessità visto l’esubero.
La storia di Clinton è emblematica, perché lui non fu messo sotto impeachment per quel che avveniva sotto la sua scrivania ma perché mentì al popolo americano durante il processo, e gli americani, a differenza degli italiani, non di tutti, per fortuna, ai bugiardi, ai mentitori di professione, ai delinquenti politici [e non] NON SI ABITUANO, e quando un politico fa una cazzata grande o piccola chiede scusa, si dimette e sparisce dalla circolazione.

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Una volta (mussolini) può essere un errore di valutazione dovuto
all’ignoranza, un’altra (berlusconi) si può dare anche la colpa al popolo (tele)rincoglionito, fermo restando che nei paesi civili i proprietari di giornali e tv di solito non entrano in politica se non prima di aver ceduto l’attività, ma qui di legge sul conflitto di interessi ormai non si parla neanche più: c’è ‘o spread. E le intercettazioni, questi sono infatti i Grandi Drammi Italioti. Sepperò ce ne fosse una terza (berlusconi) sarebbe reiterazione del  reato.
Ecco perché non sono mai d’accordo quando sento dire che ‘la politica che abbiamo è quella che ci meritiamo’: ennò, perché io e un mucchio di altra gente non ci siamo meritati proprio niente.
Chi si meriterebbe il  peggio è solo chi in tutti questi anni non ha fatto NULLA per allontanare dal parlamento di una repubblica democratica nata su una Costituzione antifascista i fascisti,  i delinquenti, i criminali, i mafiosi, i collusi, i corrotti e i corruttori, anzi, al contrario più di qualche volta, molte volte anzi, ci ha fatto affari e alleanze per quella che molti definiscono realpolitik ma che io invece chiamo delinquenza, politica e non.

Zu Silviu
Marco Travaglio, 12 luglio

Non occorreva grande perspicacia per sapere con certezza che il Cainano sarebbe tornato anche ufficialmente a capo del Pdl. Bastava conoscere un po’ la sua indole, ma soprattutto guardare la faccia di Alfano e leggere le firme dei cervelloni che ne magnificavano le doti di leader, l’irresistibile ascesa, lo smarcamento da B., il programma anzi l'”agenda” per un “nuovo centrodestra” moderno, liberale, europeo, moderato, finalmente scevro da conflitti d’interessi, e vaticinavano per il Cavaliere un ruolo da “padre nobile”. Era chiaro a tutti, fuorché ad Alfano e ai laudatores di corte, che mai, per quanto acciaccato e bollito, il Cainano avrebbe consentito che quella nullità ambulante dilapidasse quel poco che resta del suo bottino elettorale. E che, al momento buono, sarebbe tornato in prima linea. Ora il momento buono è arrivato, non certo per i finti sondaggi che darebbero il Pdl sotto la sua guida al 30%. Nel paese dell’amnesia gli occorreva qualche mese per far dimenticare i disastri degli ultimi 18 anni e il nome del responsabile numero uno. Napolitano e Monti, con l’ausilio del centrosinistra più masochista dell’universo, hanno svolto egregiamente la loro missione: caricarsi sulle spalle il prezzo dei sacrifici necessari dopo anni di finanza allegra, evitando che si andasse subito alle urne dalle quali B. sarebbe uscito asfaltato (almeno più del solito). Lui li ha fatti votare tutti, quei sacrifici (tanto nemmeno lo sfioravano), ma sempre dando l’impressione di farlo obtorto collo, per senso di responsabilità, mentre i suoi house organ bombardavano Monti dando l’impressione che il Pdl fosse all’opposizione. E comunque il Pdl che li approvava era quello di Angelino Jolie, non certo il suo. Intanto Bersani si svenava per tutti, spalmato con un’adesione acritica e incondizionata sul governo dei tecnici. Invece B. i voti di fiducia se li faceva pagare a uno a uno, cari e salati. La tecnica dell’inabissamento, molto simile a quella adottata dopo le stragi del 1992-’93 da Bernardo Provenzano, ha funzionato a meraviglia. Calati Silviu ca passa la china, cioè la piena. Zu Binnu scomparve per tre lustri e nessuno lo cercò più, grazie alla trattativa con lo Stato e a vent’anni di pax mafiosa, mentre Cosa Nostra faceva affari d’oro e incassava dividendi legislativi come lo smantellamento del 41-bis, delle supercarceri, dei pentiti, persino dell’ergastolo. Così Zu Silviu ha smesso di scassare tutto quando la partita era ormai persa nel novembre scorso, e da allora se n’è rimasto zitto e buono nelle retrovie, intascando sottobanco gli utili di ogni fiducia a Monti: i soliti favori a Mediaset su frequenze e concessioni tv, gli omaggi su Rai e Agcom, niente patrimoniale, nuove porcate sulla giustizia (responsabilità dei giudici, niente anticorruzione né manette agli evasori e prossimamente, se tutto va bene, pure la legge-bavaglio sulle intercettazioni che serve anche al Quirinale). Ora le urne si avvicinano. Ogni tentativo di travestirsi da Passera, Montezemolo o Casini è naufragato per la palese inconsistenza dei medesimi. Jolie ha svolto egregiamente il suo ruolo di trompe l’oeil e può tornare a indossare la livrea di maggiordomo e a entrare dalla porta di servizio. Le elezioni andranno come andranno: difficile che il Pdl si avvicini alla soglia del 37% e rotti del 2008. Ma nessun partito supererà il 30, con Grillo al 15. Dunque si fa una legge elettorale proporzionale senza premi di maggioranza, nessuno avrà i numeri per governare, e appena chiuse le urne Silvio, Pier e Bersani (o chi per lui) comunicheranno dolenti ai propri elettori, truffati un’altra volta, che purtroppo bisogna rifare all’ammucchiata ABC, anzi BBC, per un governo ri-Monti o Passera. Per salvare la Patria, ce lo chiede l’Europa. Così B., che si sarebbe estinto se si fosse votato subito, resterà l’ago della bilancia anche nella prossima legislatura, seguitando come sempre a chiagnere e fottere.
Chiamatelo fesso.

Nel Paese dei Balocchi

Queste notizie che arrivano a valanga sui guadagni delle nostre emerite eccellenze italiane che operano nei diversi ambiti della società cosiddetta civile a me hanno messo una tristezza infinita: sapere che un capo della polizia guadagna quanto un banchiere, che la sorella di Alemanno porta a casa lo stesso stipendio di Barak Obama, circa 400.000 euro l’anno (e sarebbe carino che qualcuno ci spiegasse perché, cosa fa di bello, di utile per la società la sorella di Alemanno) e che la ministra Severino che due giorni fa si vantava di avere quello che ha perché è stata brava, PIU’ brava degli altri e delle altre abita in una villa sfarzosa intestata ad una società fittizia comportandosi quindi né più né meno nello stesso modo che dovrebbe invece contrastare a me ha fatto venire conati di vomito e per nulla sobrii.

Io sono assolutamente convinta che non ci sia lavoro che possa giustificare certe cifre, un capo della polizia che guadagna quasi un miliardo e mezzo delle vecchie lire all’anno dovrebbe stare al comando della polizia di stato più efficiente, funzionale  e prestigiosa  al mondo, non di poveri funzionari dello stato costretti a lavorare in condizioni impossibili che non hanno nemmeno i soldi per mettere la benzina in  auto di servizio ridotte ai minimi termini e ai quali manca, nei fatti,  la possibilità di svolgere un servizio davvero utile.

Vorrei capire in base a quali tabelle stipendiali il commissario Manganelli può guadagnare queste cifre: è un funzionario che ha fatto carriera, bene, benissimo.

Una volta era un tenente, o un agente: cosa è successo nel frattempo  perché si passasse dalla carriera nello stato al feudalesimo?
E noi una patrimoniale, cioè una legge che stabilisca che chi ha di più perché è stato magari più bravo, più fortunato o semplicemente più disonesto di altri dovrebbe contribuire di più al risanamento del bilancio di uno stato specie quando quello stato  rischia  il fallimento la volevamo da questa gente qui,  incapace di rinunciare ad uno solo dei privilegi ottenuti per il solo fatto di essere italiana?

Ieri mattina a “Tuttalacittàneparla”, su Radio3, si parlava delle cospicue entrate dei nostri ottimi  e sobrii ministri.
Grande attenzione per le dichiarazioni  di Sgarbi mescolate come al solito da abbondanti dosi di ptialina, che sosteneva che la ricchezza è segno di merito e fatica, e poi, siccome ci si pagano le tasse arricchisce il mondo. Bella questa teoria secondo la quale il merito viene utilizzato come strumento per giustificare le  ricchezze mentre non si fa altrettanto quando c’è da distribuire lavoro ai numerosi talenti sconosciuti. Quelli costretti a scappare da questo paese o a restare precari a vita e dei quali  non avremo mai la possibilità di apprezzarne le capacità se nei posti che contano restano – a vita –  le solite cariatidi ingorde.

 Sgarbi, bisogna capirlo poverino,  dice la stessa cosa che sostenevano Ronald (Reagan) e Maggie (Tatcher, la Iron Lady),  dalla cui geniale teoria economica viene la crisi in cui tutta Europa man mano  è caduta.
Interessantissima l’osservazione, fatta da uno degli ospiti, che trent’anni fa il parlamentare più ricco era Carli, con l’equivalente di 700.000 euro.

Ora starebbe dopo il quarantesimo posto.

Si è naturalmente parlato anche di qual era lo stipendio di  Vittorio Valletta che fu manager della Fiat degli anni d’oro,  paragonato a quello dei suoi operai, e dello stesso rapporto per Marchionne che non voglio citare per decenza.

Poche parole però sul fatto che i guadagni maggiori  di queste nostre costosissime eccellenze – che spesso possono svolgere più di una  professione contemporaneamente senza essere accusati di frodare lo stato come accade ad un semplice cittadino che voglia semplicemente arrotondare il suo stipendio ma non ha la possibilità di regolarizzare anche un eventuale secondo lavoro – non sono il frutto di attività produttive, ma provengono unicamente da consulenze, perizie, avvocature, e tutto ciò che fanno è  legato perlopiù al fantastico mondo della finanza alta.
Gente dunque che non lavora per il bene della collettività ma solo ed esclusivamente per se stessa medesima e per i suoi eguali.

Ci sono o non ci sono forti incongruenze e diseguaglianze, quelle che poi iniettano veleno nelle vene di chi si deve inventare una vita tutti i giorni e che vengono considerate, classificate,  semplice qualunquismo populista da chi deve difendere a tutti i costi anche la merda e per questo dice e pretende di convincere poi anche gli altri che profuma di Chanel numero 5?

Nei paesi civili, nelle vere democrazie si può fare una cosa e basta, a pagamento, chi ne vuole fare di più deve accontentarsi di UNO stipendio e del prestigio ottenuto dalle altre attività: gente per esempio  come Montezemolo, Abete, altrove non potrebbe fare quello che fa.

La finanza distrugge l’economia, per l’arricchimento spropositato di pochi e l’impoverimento generale, e genera crisi a ripetizione da almeno un decennio: adesso l’unico modo di uscirne, secondo autorevoli esperti, è lasciare che i ricchi si arricchiscano sempre di più superando la protezione sociale che è stata conquistata in secoli di battaglie. Così, senza colpo ferire. Ma ad ogni azione corrisponde una reazione di eguale forza: al precariato e alla corruzione è corrisposta la perdita di autorevolezza dei partiti, che secondo sondaggi che giravano qualche giorno fa si aggira sul 4%. E’ il fallimento della rappresentanza, quella basata sulla fiducia, e significa che chiunque oggi prevede di dover tutelare i propri diritti da solo, senza mediazione. Molto, molto pericoloso. Chi creda fermamente nella politica, nella trattativa, nel compromesso e nel tessere reti di interessi condivisi probabilmente dovrebbe allarmarsi almeno un pochino. Io sono MOLTO preoccupata.



Diceva Sebastian Matta: “i ricchi costano. Un paese che voglia averne, deve essere disposto a fare molti sacrifici”.

“Quella parte di…”

Sottotitolo: «LA MANOVRA NON E’ NOSTRA MA LA VOTIAMO PER SENSO DI RESPONSABILITA’ VERSO IL PAESE» (Silvio Berlusconi)

E i sondaggi a favore del Pdl cominciano a risalire. Gli italiani sono geneticamente irrecuperabili.

Catricalà, neo sottosegretario alla presidenza del consiglio ieri sera a Ballarò ha detto che la colpa della situazione disastrosa che ha trovato Monti “non è di nessuno” salvo poi aggiungere un secondo dopo (più o meno, vado a memoria), che è il risultato di una ventina d’anni di malgoverno, quindi, par di capire che la colpa sia, invece, di qualcuno. Nemmeno adesso si può dire di chi è la colpa, pare brutto? dobbiamo continuare ancora per molto con le galanterie istituzionali?
Catricalà (sempre lui) ieri sera ha cambiato colore quando Crozza ha parlato dell’ICI al vaticano. Politici o meno, questi signori ora si stanno occupando delle cose di tutti (nei modi che purtroppo stiamo scoprendo), e così come dovrebbe fare la politica (ma non l’ha mai fatto) chi si occupa delle cose dei tutti deve pensare a TUTTI, non ad accontentare una parte di elettorato a vantaggio o svantaggio delle altre. E siccome il vaticano è stato sempre accontentato da tutte le parti politiche, di destra, di sinistra eccetera, sarebbe carino che i suoi esponenti “alti” ora evitassero di parlare, così come fanno sempre, di cose che non conoscono non avendole mai sperimentate, tipo i sacrifici e la povertà, che evitassero insomma di ridicolizzare la disperazione vera di tanta gente.
Ma perché non la si smette di pronunciare parole ‘difficili?’ default per un sacco di gente non significa nulla, per altri è solo un termine da associare ad un computer. Se invece, visto che siamo in Italia, si dicesse semplicemente FALLIMENTO, magari lo capirebbero anche certe anime candide. Un consiglio spassionato a quelli del piddì: rivedete al più presto le vostre strategie comunicative sennò quello fra un anno e mezzo vince un’altra volta. Evitate quindi di prendervela – per la qualsiasi e la qualunque – col Fatto, con Travaglio, con Grillo e Di Pietro, con l’invasione degli ultracorpi; piuttosto andate nelle piazze a dire alla gente che Monti è il VOSTRO capro espiatorio, quello di una politica incapace di governare questo paese ormai da tempo immemore. Monti è la persona alla quale avete delegato la risoluzione dei VOSTRI fallimenti. Non è L’Italia ad aver fallito, non sono gli italiani a non amare questo paese: il vero nemico di questo paese è la politica, TUTTA.
Chiunque abbia governato in Italia è andato a braccetto con chiesa, banche e lobby, mafie comprese. Chiunque abbia governato ha anteposto gli interessi di questi e i loro a quelli dei cittadini favorendo quella parte che viene inopportunamente definita “il proprio elettorato”. La politica, quando è seria e responsabile agisce e governa per tutti non per “una parte di…”, chiedendo equamente di partecipare alle spese, di contribuire al bene generale, non “di una parte di… “

Sentendo poi la sedicente sinistra affermare che la manovra fa schifo ma bisogna votarla per salvare il paese verrebbe, anzi viene da chiedersi se il paese comprende anche quelli che la manovra sfiora solamente. E allora come mai questa sedicente sinistra non pretende, pena il SUO fallimento, di inserire l’Ici per le attività commerciali delle chiese, la cancellazione di stipendi e cariche che non portano alcun beneficio alla causa comune, la sospensione di spese per opere che se non inutili, assolutamente non prioritarie – tipo i cacciabombardieri – l’assegnazione a titolo oneroso, dunque non gratuito delle frequenze televisive e la patrimoniale? forse perché sono tutte cose che andrebbero a disturbare “quella parte di…”?

Può avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente le avvertenze – Massimo Rocca per Radio Capital

Non sarà la mission del governo, che, come sappiamo, sta lì per salvare l’Italia dal destino della Grecia e per evitare la catastrofe rammentata dal presidente della repubblica. Però sotto il fuoco amico di Mario Monti stanno incominciando a cadere, come non era difficile da prevedere, parecchie penne, non dei colpevoli di questo scatafascio, ma delle sue vittime. Abbiamo appurato che una buona metà della colpa era dei pensionati di anzianità. Adesso tocca all’alleanza di Vasto, i probabili vincitori di una competizione elettorale che si fosse tenuta l’altro ieri e che bisogna non si presentino insieme tra un anno e mezzo, vedi mai che Pisapia e de Magistris abbiano eredi a livello nazionale. Scrivendo una manovra così indigesta e priva di ogni segnale per la sinistra, spese militari, ici per la chiesa, irpef sui super redditi, patrimoniale,Monti infila consapevolmente un cuneo inesorabile tra Bersani, Di Pietro e Vendola, tra i responsabili e gli sfascisti dell’ex opposizione, mentre non una parola, neppure per caso, è stata ancora pronunciata su chi, se non ricordiamo male, è stato al governo durante tutta la gestazione della crisi.

Monti distribuisce il peso della manovra solo sui ceti mediobassi: equamente tar-tassati.

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Sottotitolo: se  qualcuno avesse detto a Berlusconi che bastava piangere durante una conferenza stampa…ma per carità, non voglio infierire su un momento di evidente debolezza e stanchezza.

“I grandi patrimoni sono un concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere fiscalmente. Così il premier Mario Monti spiega l’assenza della patrimoniale tra le misure della manovra.”

Quelli piccoli, quelli semplicemente normali, invece, si colgono benissimo sia mentalmente che fisicamente. Eccome, se si colgono.
Non so, a me, se la Marcegaglia è contenta di questo decreto cosiddetto salvaitalia e la Camusso no, istintivamente viene da appoggiarmi spalle al muro.
Apprezzo comunque il presidente del consiglio tecnico del governo tecnico che rinuncia al suo stipendio: la politica è fatta anche, certe volte soprattutto, di gesti simbolici.

Preambolo: una casa di proprietà costa molto più di quanto in realtà renda. E se i soldi dell’ICI vengono poi spesi per opere e strutture pubbliche a beneficiarne saranno anche le persone che si pagano un affitto, quindi sarebbe corretto che contribuissero anche loro. Per pagare un mutuo s’impiegano anche vent’anni di vita, durante i quali si deve per forza di cose rinunciare ad un’enormità di altre cose, io quando leggo che una casa comprata, quando è la prima, l’unica, un’abitazione al limite della modestia, “fa reddito”, rabbrividisco. Per me l’ICI sulla prima e unica casa è ancora un ladrocinio, crisi o non crisi.

Riduzione drastica delle spese militari, un solo aereoplanino da guerra vale 183 asili che potrebbero ospitare 12.810 bambini: inutile santificare la famiglia se poi non si fa niente per la famiglia. Sulle armi non risparmia mai nessuno, a destra come a sinistra e nemmeno i cosiddetti tecnici: 15 miliardi per l’ acquisto di 131 cacciabombardieri ( circa metà della manovra). Aumento delle misure per combattere i grandi evasori fiscali, le mafie e la corruzione in generale; tasse per la Chiesa dove è giusto che si paghino e cioè su tutto ciò da cui scaturiscono guadagni quindi sì, anche l’ICI sugli immobili destinati ad usi diversi dal mero esercizio del culto; eliminazione dei finanziamenti destinati a mega opere pubbliche (che hanno il solo scopo di ingrassare le solite caste grandi e piccole e di aumentare il debito pubblico); riduzione degli stipendi e dei privilegi riservati ai parlamentari; eliminazione dei finanziamenti ai partiti sotto forma di rimborsi elettorali e ai giornali (quasi tutti di partito: che se li paghi chi li legge, i vari feltri, belpietro, sallusti e compagnia diffamante); eliminazione dei fondi per scuole e cliniche private e per fondazioni in memoria di gente che è scappata ad Hammamet non da esiliata ma da latitante.
Dopodiché, se non dovesse bastare allora sì, è giusto che siano anche le categorie più deboli a partecipare nella giusta misura ai sacrifici, altrimenti no, non si può parlare di equità.

Il festival del dito e l’eclissi della luna

I risultati delle elezioni in Spagna e l’avanzata inesorabile delle destre in Europa sono solo la conferma, semmai ci sia davvero la necessità di ribadirlo, che tutto quello che va di moda dire in questo bel periodo a proposito di destra e sinistra che non contano è solo un’autentica cazzata. Riflettessero dunque quelli che in tutti questi anni hanno pensato e purtroppo anche detto – restando seri – che la politica fosse qualcosa da restaurare semplicemente ripudiando le ideologie (sulle quali la politica invece si è sempre fondata altrimenti a che serve essere di destra o di sinistra e fare le cose di destra e di sinistra?), raccontandoci che non contano le appartenenze quanto le persone ( e anche fosse davvero così, non abbiamo visto nessuna persona degna di rappresentare seriamente le istanze dei cittadini) invece e piuttosto che essere ripulita dall’inciucio, dal marciume e dalla corruzione che l’hanno resa l’immondo bordello che è.

Sottotitolo: ritengo che l’ICI sia una tassa giusta e necessaria. Sepperò ritorna sottoforma di servizi. Purtroppo questo non succede così come non succede per tutte le altre tasse che paghiamo,  perché se nonostante ci sia chi le paga tutte ma è comunque costretto a mettere mano al portafoglio quando servono ad esempio un medico, una visita che non possono aspettare i tempi biblici del SSN significa che le tasse le pagano i pochi soliti noti.

E allora bisogna farsi dare i soldi da chi non li ha dati fino ad ora, o ne ha dati pochi rispetto ai benefici che ha ottenuto grazie allo stato. Ma alla parola “patrimoniale” scatta l’intimidazione, due giorni fa persino piersilvio ha mandato un messaggio forte e chiaro a Monti. In uno stato sociale chi ha di più deve metterci di più. Come fa Monti a parlare di EQUITA’ se poi alla parola patrimoniale scatta la minaccia, “guai a chi tocca la ‘robba’ mia e di mio padre?” e in mezzo a tutto questo caos c’è chi sta lavorando per consentire a berlusconi di salvare se stesso, la sua capra e i suoi cavoli.

Riecco la mazzetta, Di Lernia: “Versai 200mila euro all’Udc” | Marco Lillo | Il Fatto Quotidiano

Povera Milena (Gabanelli), che spreca un sacco di tempo e di energie a fare inchieste che non interessano nessuno, Milena che rischia in proprio per sbattere in faccia agli italiani le schifezze più inenarrabili ma poi, non succede niente. Dopo ogni puntata di Report dovrebbero partire i Tir per andarsi a prendere i delinquenti che ammazzano lo stato, e invece no, partono solo le querele e i “non sono stato io”. Cioè, sembra davvero che la corruzione sia un male necessario. Ma come si fa, a vivere in un paese così malmesso e disastrato?

Crisi, una class action contro BerlusconiRadioPop lancia la raccolta firme

Voglio i diritti d’autore: sono almeno dieci anni che lo dico. Ma la class action andrebbe estesa anche ai mentecatti che lo hanno votato. Che paghino anche loro per i danni che hanno contribuito a provocare mandando, per tre volte, un delinquente incapace al governo perché gli fa vedere le telenovelas, le ballerine, il grande fratello, la de filippi e perché si scopa le ragazzine (a pagamento).


Schifani e Fini ci hanno chiarito in che stato è lo Stato: se la nomina di Pitruzzella all’Autorità per la concorrenza è imbarazzante, quella all’Autorità su appalti e contratti pubblici del capo di condotte Berarducci equivale alla nomina di Piersilvio all’AgCom. La notizia, ovviamente, la dà SOLO “Il Fatto Quotidiano” che troppa gente non legge forse per via della scarsa qualità della carta e perché, ça va sans dire, ci scrive quell’antipaticone di Travaglio che, notoriamente ha fatto la sua fortuna nella distruzione morale di politici e dirigenti ‘alti’ (soprattutto di berlusconi: ah ah ah, quant’è bello non capire un cazzo perché non si sa un cazzo ) che altrettanto notoriamente nulla avevano ed hanno da farsi perdonare (altro che le “ombre che danzano” di cui ci raccontava Vendola ieri sera). Perché l’urgenza e l’imperativo di oggi, nel momento in cui la parola d’ordine è “sobrietà” è quella di non contraddire, non mettere bastoni fra le ruote e men che meno farsi venire qualche dubbio sul governissimo che fa benissimo di Mario Monti.

Ovvio che, se paragonato a berlusconi TUTTO è meglio di lui e dell’operato del suo governo (…). Ma io non mi sono seduta dalla parte dei “menopeggisti” come han fatto altri, quelli che oggi al solo sentire pronunciare il nome di Monti abbassano le palpebre in segno di rispetto per la paura che dopo o senza di lui sarà il diluvio. Salvatori in Italia non ne abbiamo mai avuti. E nessuno ha mai fatto cose per la gloria e il prestigio.
L’Italia ha sempre pagato un prezzo altissimo a chi l’ha tolta dai guai. E la prima cifra di quella somma è la limitazione della libertà.
Io credo che un paese si possa definire davvero civile e democratico quando non viene mai costretto nelle e dalle emergenze, e quando ogni cittadino può esprimersi senza essere considerato un “comunista di destra”, un populista, un qualunquista e un guastafeste.
Perché con Monti tutto sarà meno che una festa.
Perché se la soluzione alla crisi consiste nel ripristino dell’ICI anche per i possessori di due camere e cucina acquistate al prezzo di enormi sacrifici e aumentare tutto l’aumentabile, al posto di Monti ci potrebbe stare chiunque, anche uno qualsiasi fra i 945 magnapane a sbafo seduti in parlamento ai quali continueremo a pagare fior di stipendi e a mantenere privilegi nonostante e malgrado qualcun altro stia lavorando per aggiustare i disastri che loro hanno compiuto.

Qualcun altro che non lo sta facendo gratis né per il prestigio né per la gloria, s’intende.

I risultati delle elezioni in Spagna dovrebbero essere un buon motivo per riflettere. In Spagna non c’è Beppe Grillo, non c’è Travaglio e nemmeno il Fatto Quotidiano a cui dare tutte le colpe quando poi la sinistra non ottiene i risultati che sperava.

Prelievo forzoso

In un paese non governato da corrotti, pregiudicati e mignotte verrebbe applicata già da stamattina la patrimoniale (patrimoni tassati del 50%). Con una Costituzione che prevede in caso di pericolo per la Repubblica lo scioglimento delle camere Napolitano sta ancora cercando l’articolo che lo preveda. (Sam)

Sicuro che l’antipolitica sia quella di chi non ne può più di  questo modo di fare politica? siamo proprio tutti sicuri che lo sfinimento di chi non vede più niente di positivo, che abbia le sembianze di un futuro e imputa (giustamente!) la responsabilità a quell’esercito di viziati e viziosi che si spacciano per parlamentari della repubblica sia così pericoloso e antidemocratico? io francamente no. Sono convinta proprio del contrario e cioè che tutto quello che di più pericoloso e antidemocratico ci sia attualmente in circolazione nel paese è concentrato proprio all’interno di un parlamento trasformato e da tempo, in quel ‘bivacco di manipoli’ che tanto piaceva a mussolini. Che almeno ha avuto il grande merito di dire chiaro e tondo sin da subito che il suo non era affatto un regime democratico e liberale ma un regime e basta. Per surclassare il capoccione ci voleva una mente più perversa della sua, in Italia abbiamo prodotto anche questa.

Il governo pensa a un prelievo forzoso dai conti correnti. Perché, dice, lo stato è povero e ha i debiti.

Non è dato sapere chi ha fatto quei debiti ma si può facilmente intuire.

Bene.

Quindi chi è povero e ha i debiti può fare prelievi forzosi.

Suggerisco: gioiellerie, catene di supermercati, concessionari d’auto, banche, ristoratori, taxi e punti snai.

La differenza però  è che loro hanno le pistole: i nostri conti in banca no. La differenza tra democrazia e democrazia, tra libertà e libertà è tutta qui: i padroni hanno le pistole, gli altri, noi, no.

Un bandito almeno dice: “questa è una rapina”, i  delinquenti in parlamento invece la trasformano in legge. 

In tutto questo casino, gli industriali ripetono il pen-ultimatum al governo (sono tre mesi che dicono le stesse cose, non contano più nulla e non se ne rendono conto), perché dire “vattene via” sembra troppo comunista. sacconi non si sa bene cosa beva e perché veda brigatisti dappertutto. renzi non ha nulla da fare e si mette a rottamare il PD insieme all’importatore mediaset dei reality tv. Qualcuno già raccoglie le firme per un fantomatico referendum contro le misure della BCE che in Italia non si può fare (si può soltanto abrogare delle leggi). bossi rassicura i mercati: “l’Italia non dura”. berlusconi ha smesso pure il bunga bunga tanta paura ha di perdere la poltrona a vantaggio della cella che lo aspetta da vent’anni. Qualcuno ha fatto due conti e si è accorto che spendiamo quasi due miliardi l’anno di auto blu. Sembra un copione comico, e invece  è solo il collage di titoli dei giornali.

Sul sito di “servizio pubblico”, la trasmissione di Santoro che inizierà domani sera c’è una domanda: “qual è fra i privilegi di cui godono i politici quello che li rende più casta”.

Io ho risposto TUTTI.

Perché non ce n’è uno particolare. E’ l’idea che in questo paese non si possa pretendere e raggiungere un livello di civiltà, equità e giustizia sociale vera e ottenere (finalmente) che i politici vengano equiparati a dei normali professionisti che non si può più tollerare, specialmente in un periodo come questo con la catastrofe a un passo da noi.

Una volta si pensava che i politici dovessero guadagnare molto affinché non cadessero nella tentazione di rubare e fare i propri interessi approfittando del ruolo e che, siccome la politica ha un costo non fosse giusto che a rappresentarla fossero persone ricche a discapito di chi non lo è.

Siccome in Italia entrambe le teorie si sono rivelate fallimentari, siccome in Italia i politici appena possono in tentazione ci cadono più che volentieri e da diciotto anni non si fa nient’altro che garantire gl’interessi di un uomo solo (che poi li garantisce a sua volta a quell’esercito di papponi e mignotte che sappiamo), siccome solo in Italia è stato possibile permettere a un imprenditore di scalare i vertici della politica producendo così il più grande conflitto di interessi della storia di una democrazia, è necessario azzerare tutto e ricominciare.

Quanto guadagna un professionista? quali sono i privilegi ai quali può ambire un avvocato, un medico, un giornalista, un insegnante? ecco: io voglio le stesse cose, voglio che un politico rientri nei normali parametri di un professionista qualsiasi, ovviamente licenziabile  possibilmente senza buona uscita, quando dimostra di non aver saputo svolgere al meglio il suo lavoro. E arrestabile quando viola le leggi.

Come tutti, e come vuole l’articolo 3 della Costituzione.