La sostanza non cambia

             

TIME
Personaggio dell’anno:
I MANIFESTANTI

La chiesa corre in soccorso dei più deboli lanciando moniti allo stato, offrendosi di aiutare i poveri con le Caritas, chiedendo, e ottenendo, dunque è molto più di una richiesta, verrebbe da dire che è una pretesa alla quale tutti i governi s’inchinano a destra come a sinistra, di non pagare l’ICI sui suoi immobili.
Sulle bancarelle di tutti i mercati, non solo quelli entro e nei pressi dello stato vaticano, si possono trovare, insieme ad altra oggettistica sacra, dei graziosissimi rosari alla modica cifra di 20 euro (quarantamila ex lire).
Da un’inchiesta di Repubblica pare che i rosari che si vendono siano prodotti in Albania a 7 centesimi al pezzo per poi essere rivenduti in Italia a 20 euro. Forse non tutti sanno che le donne albanesi apparentate ad assassini e criminali sono soggette alla legge del kanun che le costringe, per non essere oggetto di vendetta, a vivere forzatamente in casa. Ecco dunque l’idea geniale della multinazionale vaticana: dall’Italia arriva la materia prima che loro confezionano per 7 centesimi. Tanto devono stare a casa, che problema c’è? Ma non parliamo di sfruttamento, mi raccomando.

Ieri è stato il primo anniversario dello “scilipoti day”. Se non avessero dato la proroga al liftato zippato e la conseguente possibilità di aprire la campagna acquisti, se Napolitano non si fosse intenerito (come in altre occasioni ha fatto, per il nostro bene, si capisce), alla manovra sanguinolenta di Monti and friends non ci saremmo neppure arrivati. Giusto per non dimenticare le cose importanti.

La battuta più azzeccata sull’operato di Monti l’ha fatta incredibilmente l’ex ministro azzannapolpacci Maroni: “per una manovra così bastava il ragionier Fantozzi”. Purtroppo noi siamo gente semplice e non ci arriviamo, non capiamo che nella vita studiare serve, anche, in certi casi soprattutto, ad imparare come fottere meglio, però con tanto stile. Sobrio, naturalmente. Ché se l’avesse fatta berlusconi una cosa del genere non lo so mica che sarebbe successo.

Monti, invece di dire al governo di berlusconi “perché queste cose non le avete fatte voi” avrebbe dovuto dire: “io faccio così, vostra e dell’opposizione sarà poi la responsabilità di votare o no una manovra davvero equa e giusta, che non vada ad appesantire dove non ce n’è bisogno ma che tenga davvero in considerazione il concetto sacrosanto, socialmente e civilmente giusto che chi ha di più deve dare di più”.
Mettere maggioranza e opposizione davanti alla scelta di salvare davvero il paese o farlo affondare definitivamente. Con tutte le conseguenze elettorali che questa scelta avrebbe comportato, perché prima o poi a votare ci dobbiamo tornare, e speriamo allora  che nessuno si dimentichi di niente ma, soprattutto, di nessuno.

L’avevo scritto due settimane fa, il 1 dicembre per la precisione: se la soluzione alla crisi consiste nel furto, la rapina, la sottrazione indebita, lo scippo, aumentare e aggiungere tasse, riaumentare benzina e sigarette per la miliardesima volta non serviva mica Monti, bastavano anche quelli di prima che almeno avevano già le physique du rôle adatto. Ché un ladro almeno non dice: ti sto rapinando per il tuo bene perché sa benissimo che lo sta facendo per il suo.

Singolare poi che uno che si vanta di aver fatto pagare sanzioni importanti, uno che è andato a disturbare Bill Gates,  l’uomo più ricco del mondo, abbia paura di certi viziatissimi e disonesti cialtroncelli nostrani  come ad esempio i tassisti e i farmacisti e nessun coraggio di applicare la sua idea di rigore e di EQUITA’ dove  andrebbe messa in pratica.
E invece, niente tasse per i ricchi, niente liberalizzazioni per taxi e farmacie, il grande ritorno degli aumenti su IVA, benzina e sigarette e la fiducia a chiudere.

Serviva l’eccellenza per una manovra così?

“Quella parte di…”

Sottotitolo: «LA MANOVRA NON E’ NOSTRA MA LA VOTIAMO PER SENSO DI RESPONSABILITA’ VERSO IL PAESE» (Silvio Berlusconi)

E i sondaggi a favore del Pdl cominciano a risalire. Gli italiani sono geneticamente irrecuperabili.

Catricalà, neo sottosegretario alla presidenza del consiglio ieri sera a Ballarò ha detto che la colpa della situazione disastrosa che ha trovato Monti “non è di nessuno” salvo poi aggiungere un secondo dopo (più o meno, vado a memoria), che è il risultato di una ventina d’anni di malgoverno, quindi, par di capire che la colpa sia, invece, di qualcuno. Nemmeno adesso si può dire di chi è la colpa, pare brutto? dobbiamo continuare ancora per molto con le galanterie istituzionali?
Catricalà (sempre lui) ieri sera ha cambiato colore quando Crozza ha parlato dell’ICI al vaticano. Politici o meno, questi signori ora si stanno occupando delle cose di tutti (nei modi che purtroppo stiamo scoprendo), e così come dovrebbe fare la politica (ma non l’ha mai fatto) chi si occupa delle cose dei tutti deve pensare a TUTTI, non ad accontentare una parte di elettorato a vantaggio o svantaggio delle altre. E siccome il vaticano è stato sempre accontentato da tutte le parti politiche, di destra, di sinistra eccetera, sarebbe carino che i suoi esponenti “alti” ora evitassero di parlare, così come fanno sempre, di cose che non conoscono non avendole mai sperimentate, tipo i sacrifici e la povertà, che evitassero insomma di ridicolizzare la disperazione vera di tanta gente.
Ma perché non la si smette di pronunciare parole ‘difficili?’ default per un sacco di gente non significa nulla, per altri è solo un termine da associare ad un computer. Se invece, visto che siamo in Italia, si dicesse semplicemente FALLIMENTO, magari lo capirebbero anche certe anime candide. Un consiglio spassionato a quelli del piddì: rivedete al più presto le vostre strategie comunicative sennò quello fra un anno e mezzo vince un’altra volta. Evitate quindi di prendervela – per la qualsiasi e la qualunque – col Fatto, con Travaglio, con Grillo e Di Pietro, con l’invasione degli ultracorpi; piuttosto andate nelle piazze a dire alla gente che Monti è il VOSTRO capro espiatorio, quello di una politica incapace di governare questo paese ormai da tempo immemore. Monti è la persona alla quale avete delegato la risoluzione dei VOSTRI fallimenti. Non è L’Italia ad aver fallito, non sono gli italiani a non amare questo paese: il vero nemico di questo paese è la politica, TUTTA.
Chiunque abbia governato in Italia è andato a braccetto con chiesa, banche e lobby, mafie comprese. Chiunque abbia governato ha anteposto gli interessi di questi e i loro a quelli dei cittadini favorendo quella parte che viene inopportunamente definita “il proprio elettorato”. La politica, quando è seria e responsabile agisce e governa per tutti non per “una parte di…”, chiedendo equamente di partecipare alle spese, di contribuire al bene generale, non “di una parte di… “

Sentendo poi la sedicente sinistra affermare che la manovra fa schifo ma bisogna votarla per salvare il paese verrebbe, anzi viene da chiedersi se il paese comprende anche quelli che la manovra sfiora solamente. E allora come mai questa sedicente sinistra non pretende, pena il SUO fallimento, di inserire l’Ici per le attività commerciali delle chiese, la cancellazione di stipendi e cariche che non portano alcun beneficio alla causa comune, la sospensione di spese per opere che se non inutili, assolutamente non prioritarie – tipo i cacciabombardieri – l’assegnazione a titolo oneroso, dunque non gratuito delle frequenze televisive e la patrimoniale? forse perché sono tutte cose che andrebbero a disturbare “quella parte di…”?

Può avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente le avvertenze – Massimo Rocca per Radio Capital

Non sarà la mission del governo, che, come sappiamo, sta lì per salvare l’Italia dal destino della Grecia e per evitare la catastrofe rammentata dal presidente della repubblica. Però sotto il fuoco amico di Mario Monti stanno incominciando a cadere, come non era difficile da prevedere, parecchie penne, non dei colpevoli di questo scatafascio, ma delle sue vittime. Abbiamo appurato che una buona metà della colpa era dei pensionati di anzianità. Adesso tocca all’alleanza di Vasto, i probabili vincitori di una competizione elettorale che si fosse tenuta l’altro ieri e che bisogna non si presentino insieme tra un anno e mezzo, vedi mai che Pisapia e de Magistris abbiano eredi a livello nazionale. Scrivendo una manovra così indigesta e priva di ogni segnale per la sinistra, spese militari, ici per la chiesa, irpef sui super redditi, patrimoniale,Monti infila consapevolmente un cuneo inesorabile tra Bersani, Di Pietro e Vendola, tra i responsabili e gli sfascisti dell’ex opposizione, mentre non una parola, neppure per caso, è stata ancora pronunciata su chi, se non ricordiamo male, è stato al governo durante tutta la gestazione della crisi.

Monti distribuisce il peso della manovra solo sui ceti mediobassi: equamente tar-tassati.

Equi_Taglia

            Tolgono ai più poveri e lo spread cala. Devono togliere ancora ai poveri?

Basta far salire lo spread, farlo diventare la prima preoccupazione del parco bovino e macellare i capi in basso, quelli più vicini al tritacarne. E ancora, e ancora, e ancora.
Ha ragione Ascanio Celestini quando dice che un popolo spaventato è come un bambino minacciato: ubbidisce subito.
A me non importa nulla se c’è gente – in Italia tanta – visto che il 10% della popolazione possiede più della metà della ricchezza totale, che sta meglio di me e della percentuale restante dei cittadini. Quello che m’importa, eccome, è sapere se quella gente sta meglio perché se lo è meritato davvero. Io non ho la sindrome della cosiddetta invidia sociale, se uno nella sua vita ha studiato di più, si è impegnato di più, ha lavorato di più, ha rischiato di più è assolutamente giusto che abbia uno stile di vita diverso dallo scansafatiche, io non sono per l’uguaglianza a tutti i costi perché non siamo tutti uguali e tutti meritevoli tout court: nella vita ognuno deve metterci del suo e deve sempre lavorare per migliorarsi senz’aspettarsi la manna dal cielo. Il problema è che in Italia nella maggior parte dei casi chi diventa un cittadino “più” lo fa a discapito della collettività altrimenti questo paese non sarebbe ridotto così male indipendentemente dalla crisi globale. Ieri sentivo feltri dalla Gruber dire che non sarebbe giusto adesso alzare la percentuale dei capitali scudati, che quando lo stato fa un patto coi cittadini poi non può rimangiarsi la parola, come se portarsi i soldi all’estero e non pagarci su le tasse fosse un atto di nobiltà da premiare con lo sconto invece di un reato da punire. Io non ho e non do cifre, però penso che in uno stato di diritto, in una società civile, il minimo dei diritti debba essere garantito, e se in un momento di grave difficoltà chi ha accumulato denaro sufficiente per potersi garantire cheneso, la berlina da 100.000 euro, l’attico in città, il casale in campagna, la barchetta a porto Cervo e l’appartamentino in montagna, chi può spendere per un capo d’abbigliamento quanto una famiglia spende in un mese per mangiare, dovrebbe contribuire (molto) di più rispetto a chi tutte quelle cose non le ha potute avere non per incapacità ma perché magari, è stato solo meno fortunato e meno furbo.
Quando sento dire che in questo paese si è vissuto al di sopra delle possibilità rabbrividisco. Perché so che un sacco di gente il mazzo se lo è fatto, non ha avuto niente di regalato, ora ci chiedono l’ICI sulla prima e unica casa: c’è chi andava a lavorare anche di domenica per pagare il mutuo e per anni ha fatto a meno di tutto per raggiungere quel piccolo obiettivo, e nel frattempo si cresceva anche i figli. Però ci dicono che una casa di proprietà fa reddito ed è giusto pagarci una tassa ignorando che il mantenimento di una casa di proprietà è a carico di chi se l’è comprata, se si rompe la caldaia non si va dall’amministratore di condominio a reclamare, bisogna trovare i soldi per aggiustarla o comprarne una nuova, così per tutte le altre cose.
Mantenere una casa di proprietà è già una tassa di per sé.
E io la voglio anche pagare questa tassa se poi mi torna sottoforma di servizi e strutture, ma so già che non sarà così. Io voglio continuare a pagare tutte le mie tasse, continuare a stare dentro questo stato, ma non voglio essere costretta a mettere mano al portafoglio perché per fare una mammografia in questo paese si devono aspettare anche nove mesi. Dov’è la giustizia sociale, l’EQUITA’,  in un paese dove bisogna rinunciare a curarsi, ad andare dal dentista perché anche curarsi e avere un bel sorriso è diventato qualcosa alla portata di una piccola élite di ricchi e arricchiti?
Il problema non è tanto il fatto, gravissimo, che in questo paese non potremo mai ambire ad una vera equità, ad una lotta seria contro i grandi evasori che qui vengono premiati con lo scudo e i condoni anziché accompagnati nelle patrie galere come avviene nei paesi civili e a una distribuzione giusta delle ricchezze, quella che faccia in modo che non esista un divario così gigantesco fra chi nonostante la crisi continua ad accumulare e ad arricchirsi e chi invece non può garantirsi nemmeno il necessario. Il dramma è che questa concezione è entrata nel comune sentire, ieri da qualche parte ho letto che, “sì vabbè, la manovra è severa ma tanto in questo paese sarà sempre così e più di questo non possiamo pretendere”.
E allora penso che noi italiani siamo ormai avvezzi alla bastonatura perpetua. Questo il potere l’ha capito e si comporta di conseguenza, altrove i banchieri disonesti sono dovuti andare sotto processo, qui i banchieri e basta li hanno messi a governare.

Ma, ha un senso parlare di tutto questo in un paese dove esiste un sistema intero che vive alle spalle degli altri ed è stato tutelato dagli scudi e dai condoni, in un paese dove “il nero” supera il consentito e invece di riportare il maltolto a galla si va a infierire sui pensionati?


NON CE NE LIBEREREMO MAI (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

Un mese fa i titoli in Borsa delle sue aziende colavano a picco peggio degli ascolti di Minzolingua. Il suo governo, dopo due manovre estive totalmente inutili perché subito bruciate dai crolli quotidiani di Piazza Affari, sfiorava il consenso zero e rischiava di finire sottozero dovendone fare una terza. Gli altri capi di Stato e di governo, appena lo vedevano, scappavano. E, appena lo nominavano, sghignazzavano. In tribunale, poi, un disastro via l’altro, con i giudici che tagliavano i testimoni inutili della difesa per scongiurare la prescrizione. E in Parlamento nessuno, nemmeno la Carlucci e Stracquadanio, era più disposto a votargli quelle sei o sette leggine ad personam che gli occorrevano per scampare a sicura condanna. Un disastro totale: politico, finanziario, aziendale, processuale, sessuale, planetario.

Ora, soltanto un mese dopo, è tutto un paradiso. Del lavoro sporco, tipo piangere in diretta e far piangere gli italiani onesti, s’incarica Monti, avendo cura di non uscire dalla road map indicata dal Cainano: niente patrimoniale, niente Ici alla Chiesa e manco a parlarne di far pagare a Mediaset le nuove frequenze tv. Del resto, il nome di chi ci ha trascinati al fallimento dopo tre anni di sgoverno rimane un mistero doloroso: Monti continua a inchinarsi dinanzi a Letta e a B. (“ringrazio il mio predecessore che sono lieto di salutare in quest’aula”). E così, mentre gli altri piangono, lui fotte. Le aziende risalgono in Borsa. E lui risale nei sondaggi grazie alla proverbiale smemoratezza degl’italiani. Prepara la campagna elettorale travestito da “padre nobile” del Pdl, seminascosto dietro Angelino Jolie, pronto a levarselo dai piedi non appena i consensi faranno ben sperare. Intanto manda in fumo i suoi processi con manovre dilatorie che gridano vendetta, anzi la griderebbero se qualcuno le raccontasse. Invece, siccome dice “non conto più nulla” e tutti ci credono, le cronache dei processi Mills e Mediaset sono relegate in trafiletti da microscopio elettronico.

Il festival del dito e l’eclissi della luna

I risultati delle elezioni in Spagna e l’avanzata inesorabile delle destre in Europa sono solo la conferma, semmai ci sia davvero la necessità di ribadirlo, che tutto quello che va di moda dire in questo bel periodo a proposito di destra e sinistra che non contano è solo un’autentica cazzata. Riflettessero dunque quelli che in tutti questi anni hanno pensato e purtroppo anche detto – restando seri – che la politica fosse qualcosa da restaurare semplicemente ripudiando le ideologie (sulle quali la politica invece si è sempre fondata altrimenti a che serve essere di destra o di sinistra e fare le cose di destra e di sinistra?), raccontandoci che non contano le appartenenze quanto le persone ( e anche fosse davvero così, non abbiamo visto nessuna persona degna di rappresentare seriamente le istanze dei cittadini) invece e piuttosto che essere ripulita dall’inciucio, dal marciume e dalla corruzione che l’hanno resa l’immondo bordello che è.

Sottotitolo: ritengo che l’ICI sia una tassa giusta e necessaria. Sepperò ritorna sottoforma di servizi. Purtroppo questo non succede così come non succede per tutte le altre tasse che paghiamo,  perché se nonostante ci sia chi le paga tutte ma è comunque costretto a mettere mano al portafoglio quando servono ad esempio un medico, una visita che non possono aspettare i tempi biblici del SSN significa che le tasse le pagano i pochi soliti noti.

E allora bisogna farsi dare i soldi da chi non li ha dati fino ad ora, o ne ha dati pochi rispetto ai benefici che ha ottenuto grazie allo stato. Ma alla parola “patrimoniale” scatta l’intimidazione, due giorni fa persino piersilvio ha mandato un messaggio forte e chiaro a Monti. In uno stato sociale chi ha di più deve metterci di più. Come fa Monti a parlare di EQUITA’ se poi alla parola patrimoniale scatta la minaccia, “guai a chi tocca la ‘robba’ mia e di mio padre?” e in mezzo a tutto questo caos c’è chi sta lavorando per consentire a berlusconi di salvare se stesso, la sua capra e i suoi cavoli.

Riecco la mazzetta, Di Lernia: “Versai 200mila euro all’Udc” | Marco Lillo | Il Fatto Quotidiano

Povera Milena (Gabanelli), che spreca un sacco di tempo e di energie a fare inchieste che non interessano nessuno, Milena che rischia in proprio per sbattere in faccia agli italiani le schifezze più inenarrabili ma poi, non succede niente. Dopo ogni puntata di Report dovrebbero partire i Tir per andarsi a prendere i delinquenti che ammazzano lo stato, e invece no, partono solo le querele e i “non sono stato io”. Cioè, sembra davvero che la corruzione sia un male necessario. Ma come si fa, a vivere in un paese così malmesso e disastrato?

Crisi, una class action contro BerlusconiRadioPop lancia la raccolta firme

Voglio i diritti d’autore: sono almeno dieci anni che lo dico. Ma la class action andrebbe estesa anche ai mentecatti che lo hanno votato. Che paghino anche loro per i danni che hanno contribuito a provocare mandando, per tre volte, un delinquente incapace al governo perché gli fa vedere le telenovelas, le ballerine, il grande fratello, la de filippi e perché si scopa le ragazzine (a pagamento).


Schifani e Fini ci hanno chiarito in che stato è lo Stato: se la nomina di Pitruzzella all’Autorità per la concorrenza è imbarazzante, quella all’Autorità su appalti e contratti pubblici del capo di condotte Berarducci equivale alla nomina di Piersilvio all’AgCom. La notizia, ovviamente, la dà SOLO “Il Fatto Quotidiano” che troppa gente non legge forse per via della scarsa qualità della carta e perché, ça va sans dire, ci scrive quell’antipaticone di Travaglio che, notoriamente ha fatto la sua fortuna nella distruzione morale di politici e dirigenti ‘alti’ (soprattutto di berlusconi: ah ah ah, quant’è bello non capire un cazzo perché non si sa un cazzo ) che altrettanto notoriamente nulla avevano ed hanno da farsi perdonare (altro che le “ombre che danzano” di cui ci raccontava Vendola ieri sera). Perché l’urgenza e l’imperativo di oggi, nel momento in cui la parola d’ordine è “sobrietà” è quella di non contraddire, non mettere bastoni fra le ruote e men che meno farsi venire qualche dubbio sul governissimo che fa benissimo di Mario Monti.

Ovvio che, se paragonato a berlusconi TUTTO è meglio di lui e dell’operato del suo governo (…). Ma io non mi sono seduta dalla parte dei “menopeggisti” come han fatto altri, quelli che oggi al solo sentire pronunciare il nome di Monti abbassano le palpebre in segno di rispetto per la paura che dopo o senza di lui sarà il diluvio. Salvatori in Italia non ne abbiamo mai avuti. E nessuno ha mai fatto cose per la gloria e il prestigio.
L’Italia ha sempre pagato un prezzo altissimo a chi l’ha tolta dai guai. E la prima cifra di quella somma è la limitazione della libertà.
Io credo che un paese si possa definire davvero civile e democratico quando non viene mai costretto nelle e dalle emergenze, e quando ogni cittadino può esprimersi senza essere considerato un “comunista di destra”, un populista, un qualunquista e un guastafeste.
Perché con Monti tutto sarà meno che una festa.
Perché se la soluzione alla crisi consiste nel ripristino dell’ICI anche per i possessori di due camere e cucina acquistate al prezzo di enormi sacrifici e aumentare tutto l’aumentabile, al posto di Monti ci potrebbe stare chiunque, anche uno qualsiasi fra i 945 magnapane a sbafo seduti in parlamento ai quali continueremo a pagare fior di stipendi e a mantenere privilegi nonostante e malgrado qualcun altro stia lavorando per aggiustare i disastri che loro hanno compiuto.

Qualcun altro che non lo sta facendo gratis né per il prestigio né per la gloria, s’intende.

I risultati delle elezioni in Spagna dovrebbero essere un buon motivo per riflettere. In Spagna non c’è Beppe Grillo, non c’è Travaglio e nemmeno il Fatto Quotidiano a cui dare tutte le colpe quando poi la sinistra non ottiene i risultati che sperava.