La Fornero ha dato i numeri [sbagliati]

Sottotitolo: da “Il sole 24 ore” del 6 giugno. In Francia si potrà nuovamente andare in pensione a 60 anni. Il Consiglio dei ministri approverà oggi il decreto che cancella uno dei punti fondamentali, certo il più simbolico, della riforma previdenziale varata da Nicolas Sarkozy a fine 2010. Che spostava appunto di due anni, dai 60 ai 62, l’età minima del pensionamento. Abbattendo uno dei tanti tabù del sistema francese di welfare.

Non c’è peggior cosa di un bugiardo che si crede intelligente. In questo caso c’è anche l’aggravante di Napolitano per aver ritenuto persone come Elsa Fornero delle eccellenze  in grado di risolvere i problemi  solo perché sono meglio di “quelli che c’erano prima”  mentre i fatti, purtroppo, dicono altro.

L’Inps: “390mila
possibili esodati”


E la Fornero attacca
i vertici dell’Istituto

 Camusso: “Sempre detto che erano di più”


La serietà con cui gente che guadagna stipendi pari al prodotto interno lordo di un paese di medie dimensioni  di un “terzo mondo”  qualsiasi decide cosa bisogna far sapere alla pubblica opinione per non creare disagio sociale.


Secondo le stime dell’Inps gli esodati sono oltre 390mila. La Fornero, anziché chiedere scusa per saper contare fino a 65.000 e salutare ringraziando per l’ospitalità se la prende con chi ha reso pubblici i dati perché, secondo nostra signora delle bugie [a getto continuo], la cattiva informazione creerebbe “disagio sociale”.
Ma il disagio sociale lo crea anche prendere atto che la pattuglia dei geni della scienza e della tecnica capitanati dal superman dei codici iban, dal giustiziere della partita doppia e tripla, ha inanellato una serie impressionante di errori che la metà sarebbe già bastata per chiederne l’allontanamento spontaneo o agevolarne  quello coatto.
Un qualsiasi dirigente d’azienda in un paese un po’ più serio del nostro, dove invece ai dirigenti che portano le aziende al fallimento vengono offerte consulenze altrove e/o  buone uscite milionarie, verrebbe cacciato per molto meno di quel che hanno combinato questi guastatori dello stato sociale.
Bersani che dice? sta ancora con Monti senza se e senza ma?

29 marzo 2012: le lacrime di coccodrillo della Fornero.

I sacrifici si impongono o per stretta necessità o per sadismo. Ecco, la Fornero ogni volta che apre bocca ricorda un po’ Pulp Fiction, fa pensare alla seconda possibilità: “mi chiamo Elsa, risolvo problemi.”
(Marco Travaglio)

Come se Erode fosse stato nominato primario di un reparto di pediatria

Sottotitolo: Il fatto che dei rappresentanti politici di sinistra (e mi si perdoni il termine “sinistra”) vadano in giro scortati come il contenuto dell’intero caveau di una banca (ops! ho detto banca?) dovrebbe essere qualcosa che fa riflettere.

 

Beppe Grillo – Tagli, ritagli e frattaglie

Si invocano i tagli e si imbarca un tizio che prende 32.000 euro di pensione al mese. E’ uno scherzo di Carnevale? Per le pensioni va applicato un tetto massimo di 3.000 euro. Sono più che sufficienti per vivere. Con il risparmio (valutabile in 7 miliardi di euro all’anno) delle mega pensioni, doppie e triple, dei vitalizi dei politici si apra un fondo per pagare i debiti che lo Stato ha con gli imprenditori che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno. Affidare un incarico al superpensionato Amato per contenere i costi è una dichiarazione di guerra a chi non riesce a mangiare con la sua pensione e dopo il taglio di 200 euro al suo misero reddito decide farla finita buttandosi dal terrazzo. I sacrifici, o li facciamo tutti, o non li fa nessuno! Ma questo, Rigor Montis non lo sa. Non capisce che senza esempi, occupandosi di ritagli e frattaglie al posto dei tagli e senza l’appoggio dell’opinione pubblica, è già finito. Che sarà travolto. Un ferrovecchio a cui i partiti cercheranno di attribuire le colpe per poi essere spazzati via a loro volta.

Quanti errori, professor Monti…

Ha sbagliato i conti sugli esodati. Si è lasciato intimidire dalle lobby. Ha promesso di mettere mano alla Rai poi si è tirato indietro. Ha imposto il ticket sanitario ai disoccupati poi l’ha tolto parlando di un refuso. Per non dire del gran casino sulle aliquote Imu. Era stato chiamato per riparare i danni dei politici, ma ora chi riparerà i suoi?

La proposta di ridurre le pensioni d’oro a cinquemila euro al mese (che per pannoloni e minestrine al formaggino son più che sufficienti, in questi infatti consiste l’allegra vecchiaia della maggioranza degl’italiani), non è stata gradita.

Come ha ben detto la Fornero, quello dei tagli ai costi della politica è un problema complesso.

Affamare i tre quarti della popolazione, portarli sull’orlo del suicidio e anche oltre il suicidio è stato, invece, un lavoro semplicissimo, quasi come fare finta di commuoversi davanti alle telecamere.

Basterebbe ammetterlo: dire “scusate, ci abbiamo provato ma non siamo stati all’altezza, anzi ci stiamo rendendo conto che i nostri interventi hanno solo peggiorato lo stato delle cose”.

Per occuparsi dei problemi del lavoro ci vorrebbe gente che il lavoro lo conosce, non questi tecnici arrivati dal mondo fantastico in cui tutto è stato dovuto,  meritato o i cosiddetti giuslavoristi tipo Ichino che – come nella migliore tradizione italica – non avendo mai fatto nulla in vita loro vengono chiamati ad occuparsi di problemi di lavoro.
Lo ha detto anche Revelli a l’Infedele: “questi signori che oggi pontificano e sostengono spesso l’insostenibile non possono e in alcun modo chiamarsi fuori, perché hanno fatto parte di quella politica che ha creato quei problemi che oggi la politica non sa risolvere”.

Già:  come se fino a ieri fossero vissuti tutti su Marte e improvvisamente qualcuno li abbia teletrasportati sul pianeta Terra località Italia.
Certo, è doloroso ammettere che la classe politica e dirigente degli ultimi vent’anni è stata un fallimento totale, ma qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di farlo prima che lo faccia la Storia;  quali sono e dove sono le grandi conquiste in fatto di diritti civili ottenute in Italia grazie ai governi che si sono succeduti in questi anni? oh, manco una legge sulle coppie di fatto, la più idiota che si poteva copiare dal resto del mondo sono riusciti a fare, dunque i diritti invece di averli estesi questa politica ce li ha tolti, ogni giorno un po’, e su quelli che ancora si riescono con fatica  a mantenere c’è sempre qualcuno che prova a rimetterli in discussione.
Ovviamente per il nostro bene.

 

Ci prendono per il culo? fanno bene

 

I tagli col trucco della Casta. Sono
solo agli aumenti

Melandri & Co., servi d’Italia

Fanno bene, finché glielo lasciamo fare.

Solo gli idioti potevano pensare che i tagli  fossero veri.

Quello che più mi  fa incazzare non sono tanto questi politici irriverenti e irrispettosi anche in un momento così difficile; nessun politico si spende più del necessario  per il  cosiddetto bene degli altri, e comunque mai senz’aver pensato prima al proprio. Dicevo: quello che mi fa letteralmente imbestialire è tutto quel coro di scandalizzati che gridano al populismo, al qualunquismo, all’antipolitica perché così è più fico e fa tanto intellettuale, anziché ammettere che è vero che la politica continua imperterrita a prenderci per i fondelli, complice anche la solita disinformazione italiana e ad aumentare così una distanza ormai incolmabile fra le istituzioni e i cittadini.

Prendiamo per esempio la povera Melandri che è l’ultima ma solo in ordine di tempo degli “onorevoli” che si sono lamentati perché non vogliono in alcun modo rinunciare al vitalizio, La Melandri che, avendo sacrificato un lavoro alla politica (sì: ha detto proprio così) e siccome  in tutti questi anni ha servito il paese non le sembra giusto che il suo diritto ad avere il vitalizio –  e di poterlo ottenere sicuramente e molto prima dell’età prevista visto che a cinquant’anni nessuno avrà più la possibilità di andare in pensione e molti non avranno nemmeno una pensione –  venga messo in discussione. Se io dicessi alla Melandri che ci sono eserciti di servitori  in Italia che lavorano per venticinque, trenta euro al giorno quando va bene e in condizioni disastrose per contratti, sicurezza eccetera e che se davvero vuole rendere un servizio utile al paese potrebbe – per esempio – andarsene affanculo e per sempre farei del qualunquismo?
Come dice Travaglio la colpa non è dell’infezione che provoca la febbre, è del termometro che se ne accorge.

Guardando “Servizio Pubblico”

Il motivo della nostra situazione disastrosa è nel mese concesso l’anno scorso a “quello di prima” (che comunque è vivo, se la comanda come e più di prima e lotta insieme a loro) per comprarsi la fiducia.
Con viva e vibrante soddisfazione,  però.

Io alle aste non comprerei mai niente. Mi fa orrore chi lucra sulla disperazione di gente che ha perso tutto.

Se foste almeno umani

Se foste almeno furbi, evitereste di andare in televisione a parlar di danari. Se foste almeno dignitosi stareste nei vostri cantucci comodi, a far finta che siete voi il giusto metro per misurare “l’italiano” quello che comunque sta bene, è solido, e se la gode.

Non siete nemmeno intelligenti, quando esponete la vostra magnanimità e poi comunque invocate misura, nel farvi i conti in tasca, senza provare vergogna per l’ostentazione delle briciole che lasciate indietro.

Se foste dignitosi, non osereste porvi così ingenui e sfrontati di fronte a chi sa cosa sia la sopravvivenza, quella fatta di espedienti, di sacrifici reali che fanno piangere senza nemmeno il bisogno di pronunciare la parola. Un po’ di intelligenza vi impedirebbe di offendere la nostra.
Equità sarebbe stata equiparare i vostri stipendi ai lavoratori a progetto, due mila euro al mese, e alla fine del mandato via, a spedire curricola, a sperare di aver messo via abbastanza per arrivare al prossimo lavoro, o per tornare a quello di prima, sempre che un altro l’abbiate fatto, prima di essere assunti a tempo indeterminato dalla politica italiana, quella a conduzione familiare, come una trattoria o una fabbrica di bulloni del nord est.
Siete fortunati che ormai le lotte e le battaglie si svolgono tutte su Facebook, o su Twitter con ancora meno parole, siete fortunati che i vecchi che potrebbero ricordarsi, e avere un rigurgito di volontà ormai son vecchi, e non ne possono più, o forse son solo abituati ancora a sperare in un domani migliore che non vedranno mai.
Non si può restare comodi e tranquilli a sentirvi parlare di manovre economiche, di sacrifici, di lacrime e sangue, senza avere pensieri contrastanti che snaturano persino l’essere pacifista, o colui che nella libertà e nella democrazia aveva sempre creduto.
Se foste dignitosi, sazi come siete stareste a casa ad attendere di digerire, e non andreste a parlare di fame con la pancia piena, rischiando che un rutto vi scappi tra una parola e l’altra.
E se scrivessi che siete dei ladri, verrei tacciata di populismo o di demagogia, ma ladri lo siete eccome, perché oltre che i danari, avete rubato il futuro di almeno tre generazioni. Un futuro al quale, purtroppo, avrà accesso solo la vostra progenie, quella che cresce protetta dalla fame e dalla carestia, quella che state formando per prendere il vostro posto domani, esattamente come un tempo il minatore o il ciabattino.
Se foste delle persone per bene, fuggireste lontano, ora, con le borse piene della refurtiva di una vita, quella che avete accumulato e che oggi vi permette persino di avere un pensiero generoso. Sì, perché è vero, si dice, no? A volte basta il pensiero. Deve saperlo anche Monti, che ne ha pensato tanta di equità, ma poi non l’ha applicata.

Rita Pani (APOLIDE)

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“Manovra salva-mediaset Beauty Contest: frequenze gratuite a chi le ha già, SKY si ritira perché dice gara truccata, vince Miss Silvio”.

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La manovracadabra (dal caiNano al vampiro)

“Anche la Chiesa paghi l’Ici”
Firma l’appello di MicroMega

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Il disastro è di Berlusconi, la manovra è di Monti. Che poteva fare scelte diverse e più eque. Che non le ha fatte. Che si è “dimenticato” di far pagare l’Imu al Vaticano, ma non si è certo dimenticato di rivedere l’indicizzazione delle pensioni da meno di 1000 euro.

Il decreto Petrolini, di Massimo Gramellini per La Stampa

La manovracadabra dei bocconiani stimola alcuni punti interrogativi poco sobri, di cui mi scuso anticipatamente.
Quante lauree in originalità economica bisogna prendere per avere l’ideona di tappare i buchi dello Stato aumentando la benzina?
Perché in tutto il mondo i diritti televisivi costano miliardi, mentre in Italia le frequenze sono come i biglietti dei vip: omaggio?
A quale titolo il bar di un oratorio continua a non pagare l’Ici? Forse distribuisce cocacola santa?
Come mai neppure i bocconiani ci permetteranno di scaricare la fattura dell’idraulico, affinché noi ci si senta finalmente motivati a pretenderla?
La vecchina che va nella sede più vicina del sindacato a lamentarsi che le hanno congelato la pensione e raddoppiato l’imposta sulla casa, è al corrente che per quella sede il sindacato non paga un euro d’Ici?
L’Europa ci ha chiesto di alzare l’età pensionabile e noi lo abbiamo fatto. Però l’Europa ci ha anche chiesto di ridurre i privilegi di tutte le caste: perché non lo abbiamo fatto?
Un tetto di 5000 euro alle pensioni d’oro di politici e alti funzionari pubblici quante pensioni di piombo avrebbe permesso di salvare?
Com’è che diceva il padre di tutti i fiorelli, Ettore Petrolini?
Ecco, qui almeno ho la risposta: «Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti».

“Quella parte di…”

Sottotitolo: «LA MANOVRA NON E’ NOSTRA MA LA VOTIAMO PER SENSO DI RESPONSABILITA’ VERSO IL PAESE» (Silvio Berlusconi)

E i sondaggi a favore del Pdl cominciano a risalire. Gli italiani sono geneticamente irrecuperabili.

Catricalà, neo sottosegretario alla presidenza del consiglio ieri sera a Ballarò ha detto che la colpa della situazione disastrosa che ha trovato Monti “non è di nessuno” salvo poi aggiungere un secondo dopo (più o meno, vado a memoria), che è il risultato di una ventina d’anni di malgoverno, quindi, par di capire che la colpa sia, invece, di qualcuno. Nemmeno adesso si può dire di chi è la colpa, pare brutto? dobbiamo continuare ancora per molto con le galanterie istituzionali?
Catricalà (sempre lui) ieri sera ha cambiato colore quando Crozza ha parlato dell’ICI al vaticano. Politici o meno, questi signori ora si stanno occupando delle cose di tutti (nei modi che purtroppo stiamo scoprendo), e così come dovrebbe fare la politica (ma non l’ha mai fatto) chi si occupa delle cose dei tutti deve pensare a TUTTI, non ad accontentare una parte di elettorato a vantaggio o svantaggio delle altre. E siccome il vaticano è stato sempre accontentato da tutte le parti politiche, di destra, di sinistra eccetera, sarebbe carino che i suoi esponenti “alti” ora evitassero di parlare, così come fanno sempre, di cose che non conoscono non avendole mai sperimentate, tipo i sacrifici e la povertà, che evitassero insomma di ridicolizzare la disperazione vera di tanta gente.
Ma perché non la si smette di pronunciare parole ‘difficili?’ default per un sacco di gente non significa nulla, per altri è solo un termine da associare ad un computer. Se invece, visto che siamo in Italia, si dicesse semplicemente FALLIMENTO, magari lo capirebbero anche certe anime candide. Un consiglio spassionato a quelli del piddì: rivedete al più presto le vostre strategie comunicative sennò quello fra un anno e mezzo vince un’altra volta. Evitate quindi di prendervela – per la qualsiasi e la qualunque – col Fatto, con Travaglio, con Grillo e Di Pietro, con l’invasione degli ultracorpi; piuttosto andate nelle piazze a dire alla gente che Monti è il VOSTRO capro espiatorio, quello di una politica incapace di governare questo paese ormai da tempo immemore. Monti è la persona alla quale avete delegato la risoluzione dei VOSTRI fallimenti. Non è L’Italia ad aver fallito, non sono gli italiani a non amare questo paese: il vero nemico di questo paese è la politica, TUTTA.
Chiunque abbia governato in Italia è andato a braccetto con chiesa, banche e lobby, mafie comprese. Chiunque abbia governato ha anteposto gli interessi di questi e i loro a quelli dei cittadini favorendo quella parte che viene inopportunamente definita “il proprio elettorato”. La politica, quando è seria e responsabile agisce e governa per tutti non per “una parte di…”, chiedendo equamente di partecipare alle spese, di contribuire al bene generale, non “di una parte di… “

Sentendo poi la sedicente sinistra affermare che la manovra fa schifo ma bisogna votarla per salvare il paese verrebbe, anzi viene da chiedersi se il paese comprende anche quelli che la manovra sfiora solamente. E allora come mai questa sedicente sinistra non pretende, pena il SUO fallimento, di inserire l’Ici per le attività commerciali delle chiese, la cancellazione di stipendi e cariche che non portano alcun beneficio alla causa comune, la sospensione di spese per opere che se non inutili, assolutamente non prioritarie – tipo i cacciabombardieri – l’assegnazione a titolo oneroso, dunque non gratuito delle frequenze televisive e la patrimoniale? forse perché sono tutte cose che andrebbero a disturbare “quella parte di…”?

Può avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente le avvertenze – Massimo Rocca per Radio Capital

Non sarà la mission del governo, che, come sappiamo, sta lì per salvare l’Italia dal destino della Grecia e per evitare la catastrofe rammentata dal presidente della repubblica. Però sotto il fuoco amico di Mario Monti stanno incominciando a cadere, come non era difficile da prevedere, parecchie penne, non dei colpevoli di questo scatafascio, ma delle sue vittime. Abbiamo appurato che una buona metà della colpa era dei pensionati di anzianità. Adesso tocca all’alleanza di Vasto, i probabili vincitori di una competizione elettorale che si fosse tenuta l’altro ieri e che bisogna non si presentino insieme tra un anno e mezzo, vedi mai che Pisapia e de Magistris abbiano eredi a livello nazionale. Scrivendo una manovra così indigesta e priva di ogni segnale per la sinistra, spese militari, ici per la chiesa, irpef sui super redditi, patrimoniale,Monti infila consapevolmente un cuneo inesorabile tra Bersani, Di Pietro e Vendola, tra i responsabili e gli sfascisti dell’ex opposizione, mentre non una parola, neppure per caso, è stata ancora pronunciata su chi, se non ricordiamo male, è stato al governo durante tutta la gestazione della crisi.

Monti distribuisce il peso della manovra solo sui ceti mediobassi: equamente tar-tassati.

Equi_Taglia

            Tolgono ai più poveri e lo spread cala. Devono togliere ancora ai poveri?

Basta far salire lo spread, farlo diventare la prima preoccupazione del parco bovino e macellare i capi in basso, quelli più vicini al tritacarne. E ancora, e ancora, e ancora.
Ha ragione Ascanio Celestini quando dice che un popolo spaventato è come un bambino minacciato: ubbidisce subito.
A me non importa nulla se c’è gente – in Italia tanta – visto che il 10% della popolazione possiede più della metà della ricchezza totale, che sta meglio di me e della percentuale restante dei cittadini. Quello che m’importa, eccome, è sapere se quella gente sta meglio perché se lo è meritato davvero. Io non ho la sindrome della cosiddetta invidia sociale, se uno nella sua vita ha studiato di più, si è impegnato di più, ha lavorato di più, ha rischiato di più è assolutamente giusto che abbia uno stile di vita diverso dallo scansafatiche, io non sono per l’uguaglianza a tutti i costi perché non siamo tutti uguali e tutti meritevoli tout court: nella vita ognuno deve metterci del suo e deve sempre lavorare per migliorarsi senz’aspettarsi la manna dal cielo. Il problema è che in Italia nella maggior parte dei casi chi diventa un cittadino “più” lo fa a discapito della collettività altrimenti questo paese non sarebbe ridotto così male indipendentemente dalla crisi globale. Ieri sentivo feltri dalla Gruber dire che non sarebbe giusto adesso alzare la percentuale dei capitali scudati, che quando lo stato fa un patto coi cittadini poi non può rimangiarsi la parola, come se portarsi i soldi all’estero e non pagarci su le tasse fosse un atto di nobiltà da premiare con lo sconto invece di un reato da punire. Io non ho e non do cifre, però penso che in uno stato di diritto, in una società civile, il minimo dei diritti debba essere garantito, e se in un momento di grave difficoltà chi ha accumulato denaro sufficiente per potersi garantire cheneso, la berlina da 100.000 euro, l’attico in città, il casale in campagna, la barchetta a porto Cervo e l’appartamentino in montagna, chi può spendere per un capo d’abbigliamento quanto una famiglia spende in un mese per mangiare, dovrebbe contribuire (molto) di più rispetto a chi tutte quelle cose non le ha potute avere non per incapacità ma perché magari, è stato solo meno fortunato e meno furbo.
Quando sento dire che in questo paese si è vissuto al di sopra delle possibilità rabbrividisco. Perché so che un sacco di gente il mazzo se lo è fatto, non ha avuto niente di regalato, ora ci chiedono l’ICI sulla prima e unica casa: c’è chi andava a lavorare anche di domenica per pagare il mutuo e per anni ha fatto a meno di tutto per raggiungere quel piccolo obiettivo, e nel frattempo si cresceva anche i figli. Però ci dicono che una casa di proprietà fa reddito ed è giusto pagarci una tassa ignorando che il mantenimento di una casa di proprietà è a carico di chi se l’è comprata, se si rompe la caldaia non si va dall’amministratore di condominio a reclamare, bisogna trovare i soldi per aggiustarla o comprarne una nuova, così per tutte le altre cose.
Mantenere una casa di proprietà è già una tassa di per sé.
E io la voglio anche pagare questa tassa se poi mi torna sottoforma di servizi e strutture, ma so già che non sarà così. Io voglio continuare a pagare tutte le mie tasse, continuare a stare dentro questo stato, ma non voglio essere costretta a mettere mano al portafoglio perché per fare una mammografia in questo paese si devono aspettare anche nove mesi. Dov’è la giustizia sociale, l’EQUITA’,  in un paese dove bisogna rinunciare a curarsi, ad andare dal dentista perché anche curarsi e avere un bel sorriso è diventato qualcosa alla portata di una piccola élite di ricchi e arricchiti?
Il problema non è tanto il fatto, gravissimo, che in questo paese non potremo mai ambire ad una vera equità, ad una lotta seria contro i grandi evasori che qui vengono premiati con lo scudo e i condoni anziché accompagnati nelle patrie galere come avviene nei paesi civili e a una distribuzione giusta delle ricchezze, quella che faccia in modo che non esista un divario così gigantesco fra chi nonostante la crisi continua ad accumulare e ad arricchirsi e chi invece non può garantirsi nemmeno il necessario. Il dramma è che questa concezione è entrata nel comune sentire, ieri da qualche parte ho letto che, “sì vabbè, la manovra è severa ma tanto in questo paese sarà sempre così e più di questo non possiamo pretendere”.
E allora penso che noi italiani siamo ormai avvezzi alla bastonatura perpetua. Questo il potere l’ha capito e si comporta di conseguenza, altrove i banchieri disonesti sono dovuti andare sotto processo, qui i banchieri e basta li hanno messi a governare.

Ma, ha un senso parlare di tutto questo in un paese dove esiste un sistema intero che vive alle spalle degli altri ed è stato tutelato dagli scudi e dai condoni, in un paese dove “il nero” supera il consentito e invece di riportare il maltolto a galla si va a infierire sui pensionati?


NON CE NE LIBEREREMO MAI (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

Un mese fa i titoli in Borsa delle sue aziende colavano a picco peggio degli ascolti di Minzolingua. Il suo governo, dopo due manovre estive totalmente inutili perché subito bruciate dai crolli quotidiani di Piazza Affari, sfiorava il consenso zero e rischiava di finire sottozero dovendone fare una terza. Gli altri capi di Stato e di governo, appena lo vedevano, scappavano. E, appena lo nominavano, sghignazzavano. In tribunale, poi, un disastro via l’altro, con i giudici che tagliavano i testimoni inutili della difesa per scongiurare la prescrizione. E in Parlamento nessuno, nemmeno la Carlucci e Stracquadanio, era più disposto a votargli quelle sei o sette leggine ad personam che gli occorrevano per scampare a sicura condanna. Un disastro totale: politico, finanziario, aziendale, processuale, sessuale, planetario.

Ora, soltanto un mese dopo, è tutto un paradiso. Del lavoro sporco, tipo piangere in diretta e far piangere gli italiani onesti, s’incarica Monti, avendo cura di non uscire dalla road map indicata dal Cainano: niente patrimoniale, niente Ici alla Chiesa e manco a parlarne di far pagare a Mediaset le nuove frequenze tv. Del resto, il nome di chi ci ha trascinati al fallimento dopo tre anni di sgoverno rimane un mistero doloroso: Monti continua a inchinarsi dinanzi a Letta e a B. (“ringrazio il mio predecessore che sono lieto di salutare in quest’aula”). E così, mentre gli altri piangono, lui fotte. Le aziende risalgono in Borsa. E lui risale nei sondaggi grazie alla proverbiale smemoratezza degl’italiani. Prepara la campagna elettorale travestito da “padre nobile” del Pdl, seminascosto dietro Angelino Jolie, pronto a levarselo dai piedi non appena i consensi faranno ben sperare. Intanto manda in fumo i suoi processi con manovre dilatorie che gridano vendetta, anzi la griderebbero se qualcuno le raccontasse. Invece, siccome dice “non conto più nulla” e tutti ci credono, le cronache dei processi Mills e Mediaset sono relegate in trafiletti da microscopio elettronico.

Beauty Contest

            

Sottotitolo: se  qualcuno avesse detto a Berlusconi che bastava piangere durante una conferenza stampa…ma per carità, non voglio infierire su un momento di evidente debolezza e stanchezza.

“I grandi patrimoni sono un concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere fiscalmente. Così il premier Mario Monti spiega l’assenza della patrimoniale tra le misure della manovra.”

Quelli piccoli, quelli semplicemente normali, invece, si colgono benissimo sia mentalmente che fisicamente. Eccome, se si colgono.
Non so, a me, se la Marcegaglia è contenta di questo decreto cosiddetto salvaitalia e la Camusso no, istintivamente viene da appoggiarmi spalle al muro.
Apprezzo comunque il presidente del consiglio tecnico del governo tecnico che rinuncia al suo stipendio: la politica è fatta anche, certe volte soprattutto, di gesti simbolici.

Preambolo: una casa di proprietà costa molto più di quanto in realtà renda. E se i soldi dell’ICI vengono poi spesi per opere e strutture pubbliche a beneficiarne saranno anche le persone che si pagano un affitto, quindi sarebbe corretto che contribuissero anche loro. Per pagare un mutuo s’impiegano anche vent’anni di vita, durante i quali si deve per forza di cose rinunciare ad un’enormità di altre cose, io quando leggo che una casa comprata, quando è la prima, l’unica, un’abitazione al limite della modestia, “fa reddito”, rabbrividisco. Per me l’ICI sulla prima e unica casa è ancora un ladrocinio, crisi o non crisi.

Riduzione drastica delle spese militari, un solo aereoplanino da guerra vale 183 asili che potrebbero ospitare 12.810 bambini: inutile santificare la famiglia se poi non si fa niente per la famiglia. Sulle armi non risparmia mai nessuno, a destra come a sinistra e nemmeno i cosiddetti tecnici: 15 miliardi per l’ acquisto di 131 cacciabombardieri ( circa metà della manovra). Aumento delle misure per combattere i grandi evasori fiscali, le mafie e la corruzione in generale; tasse per la Chiesa dove è giusto che si paghino e cioè su tutto ciò da cui scaturiscono guadagni quindi sì, anche l’ICI sugli immobili destinati ad usi diversi dal mero esercizio del culto; eliminazione dei finanziamenti destinati a mega opere pubbliche (che hanno il solo scopo di ingrassare le solite caste grandi e piccole e di aumentare il debito pubblico); riduzione degli stipendi e dei privilegi riservati ai parlamentari; eliminazione dei finanziamenti ai partiti sotto forma di rimborsi elettorali e ai giornali (quasi tutti di partito: che se li paghi chi li legge, i vari feltri, belpietro, sallusti e compagnia diffamante); eliminazione dei fondi per scuole e cliniche private e per fondazioni in memoria di gente che è scappata ad Hammamet non da esiliata ma da latitante.
Dopodiché, se non dovesse bastare allora sì, è giusto che siano anche le categorie più deboli a partecipare nella giusta misura ai sacrifici, altrimenti no, non si può parlare di equità.

Chissà perché poi, ridono di noi? un vero mistero

Aspettando la lettera…

Il quotidiano inglese ”The Guardian” ha proposto un sondaggio: ”Merkel e Sarkozy hanno sbagliato a ridacchiare dell’Italia?”. Il 79, 4% dei lettori inglesi risponde no perché ”Berlusconi si è infilato in scandali che hanno reso l’Italia uno zimbello”.

Che piaccia o meno è così che ci vedono da fuori, dove non ci sono i minzolini, i vespa, i garimberti e compagnia che omettono, oscurano e cancellano il dissenso dai palinsesti. In nessun altro paese si sarebbe data la possibilità di ‘rimediare’ ad errori che sarebbero costati le dimissioni immediate di chiunque, fosse anche un presidente della repubblica. Per non parlare di un parlamento composto per i due terzi da imputati, indagati, inquisiti, prescritti e condannati.

E quella stronza che si spaccia per ministro ( dell’istruzione… “se lei ripercorrirebbe”: è solo l’ultima perla di questa ignorantona nelle cui mani sono affidate le sorti degli studenti di questo paese) ieri sera ha avuto pure il coraggio di dire che se berlusconi e il governo italiano sono invisi e malvisti dai tre quarti del pianeta la colpa è di quel che scrivono i giornali ‘comunisti’.

Punto e virgola, Massimo Gramellini – La Stampa

Grazie alla cortese collaborazione dei magistrati intercettatori Totò Stalin e Peppino Guevara, siamo in grado di fornirvi il testo della storica lettera all’Unione europea che Bossi ha dettato ieri sera a Berlusconi.

«Giovanotto, carta penna e calamaio. Scriviamo… Hai scritto? Comincia, su. Signora Merkel, veniamo noi con questa mia a dirvi , una parola sola: adirvi, che, scusate se sono poche, ma 5 ville in Sardegna noio ci fanno comodo, specie quest’anno che c’è stata una grande moria delle vacche, come voi ben sapete. Punto, due punti, ma sì, Silvio, fai vedere che abbondiamo: abbondandis in abbondandum. Queste ville servono a che voi vi consola-

consolate, non Consuelo a Linate, non mi far perdere il filo, che ce l’ho tutta qui… a che voi vi consolate dai dispiacere che avreta.. avreta, smetti di fare quella faccia: avreta è femminile, Merkel è una femmina, no? Perché – aggettivo qualificativo, ho chiesto a Calderoli – dovete lasciare in pace i pensionati, ché i ministri, che siamo noi medesimi in persona, vi mandano questo… Incartami il contratto delle tue ville, su. Perché i pensionati sono vecchi che invecchiano, che si devono prendere una pensione e che hanno la testa al solito posto che a voi signora Merkel manca, e cioè sul collo. Punto e punto e virgola. Lascia stare, abbonda, che poi dicono che noi padani siamo tirati, siamo provinciali. Salutandovi indistintamente. I ministri Bossi e Berlusconi , apri una parente, (che siamo noi) . Silvio, hai aperto la parente? Chiudila e andiamo a casa. S’è fatto tardi».