Sottotitolo: un paese in balia degli editori, regolando il conflitto di interessi questo non sarebbe mai potuto accadere. Forse adesso tutti capiranno meglio perché nessuno se ne è mai occupato. Vergogna senza fine, per loro, s’intende, perché io li avevo votati quelli che ad ogni elezione promettevano di fare la legge sul conflitto di interessi salvo poi piagnucolare di numeri, di tempo che non c’era e, che lo dico a fare? che c’erano ben altri problemi a cui pensare, che in fin dei conti il conflitto di interessi, come ci ha insegnato Fassino “non dà da mangiare”. Domandatelo a berlusconi e a De Benedetti, se non dà da mangiare. Giusto per citare i primi della lista. Il piddì che è assolutamente terrorizzato [molto di più di quanto lo sia stato qualche giorno fa quando un delinquente pregiudicato ha trovato la porta aperta al Quirinale] dall’eventuale presenza di Grillo all’Ariston di Sanremo tanto da chiedere ufficialmente al presidente della Vigilanza Rai di vigilare è sintomatico di quanto abbia intenzione la politica di mollare l’osso: di lasciare che l’informazione, la televisione e i media in generale siano davvero indipendenti dalla politica così come avviene in tutti i paesi più civili di questo dove o si fa l’imprenditore, specialmente quando ci si occupa di informazione, o si fa il politico. I due ruoli impersonati in un’unica figura non fanno pendant, né a destra né a “sinistra”.
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La pirateria giornalistica della Zanzara mi fa pensare all’anonimato in rete
[…] Ah scusate, credo che fra quelli cui piace questo genere “giornalistico” ci siano molti che detestano e combattono l’anonimato nella rete, quando tocca a loro essere su Twitter o su Facebook oggetto dell’altrui aggressività. E questa roba di oggi che è? Fingere di essere qualcun altro, estorcere dichiarazioni che mettono in imbarazzo quando non un diretto danno di reputazione, creare il genere narrativo dell’inganno e della presa per il culo, che è? Se vi dicessi che ci vogliono regole per il giornalismo mi sbranereste, e con ragione. Ecco, quando parlate della rete e cianciate di regole e di inciviltà, ricordatevi delle vostre zanzare.[…]
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L’Italia, a differenza di quel che diceva quell’ottimista di Montanelli non si è affatto vaccinata contro il virus berlusconi, al contrario quel morbo si è trasformato in metastasi che ha infettato tutto quanto perché chi doveva applicare la terapia di contrasto si è fatto invece contagiare e infettare volentieri.
Io credo, sono convinta che Fabrizio Barca sia un galantuomo, una persona per bene, cosa che non si può dire di tante altre persone, troppe, altrimenti la politica non sarebbe scaduta così in basso. Però mi chiedo: perché non la smettono – almeno le persone serie – di legittimare un programma disgustoso qual è La zanzara di Cruciani? Quale sarebbe l’attualità senza tabù, la definizione che viene data alla trasmissione, ordire tranelli a gente che pensa di parlare con qualcuno che invece è qualcun altro e poi mandare in onda contenuti di telefonate violando la privacy? Questo, nel quale si dà la parola a cani e porci, a omofobi, razzisti e fascisti, dove si organizzano vigliaccate all’insaputa, dai contenuti paragonabili a quelli della peggior rivista di gossip e del più scadente trash televisivo, sarebbe il programma di punta della radio del Sole 24 ore, il quotidiano dell’alta finanza?
La zanzara andrebbe chiusa per le solite ragioni di igiene ambientale, non è informazione, non è satira, è un programma nel quale si lasciano parlare tutti a ruota libera, e poi quello che dicono viene spalmato in Rete dove se ne parla per giorni e giorni, e poi il siparietto fisso della Ruccia sul Fatto Quotidiano per discutere ancora e ancora di tutte le scelleratezze che vengono dette in trasmissione.
Sciacallaggi, vigliaccate, cose senza importanza, bugie, che invece trovano una eco e uno spazio esagerati ma poi, al contrario di altri argomenti non suscitano scandalo né l’indignazione di nessuno.