Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? Che domande: lei, la Moretti

Non si sa da dove cominciare ormai, per parlare di politica.
Ma come si fa a commentare la politica dopo aver visto e sentito di nuovo la Meloni, salvini e Picierno in tv, dopo aver ascoltato le perle di saggezza della Moretti fresca candidata in Veneto dire una vagonata di scemenze sulla sua bravura, bellezza e intelligenza.
Il governo di Renzi, quello che avrebbe dovuto chiudere con la politica del passato ha invece il grande merito di farla rimpiangere.
Queste dame e damigelle hanno avuto il grande merito di restituire dignità a chi c’era prima di loro.

In un paese dove le ragazzine si ammazzano perché non si sentono belle, perché dei piccoli imbecilli criminali le prendono in giro e le insultano solo perché il loro aspetto fisico non è quello che impone il modello sociale, una donna, una donna che fa politica e quindi da lei ci si aspetterebbe quel minimo di responsabilità e serietà promuove la bellezza, la sua principalmente [Alessa’, c’è di meglio, comunque] quale componente indispensabile anche per fare politica.
Un fatto casuale come l’aspetto fisico che non si può ascrivere a nessun merito personale ma unicamente ad una fortunata coincidenza di cromosomi che diventa l’ingrediente necessario, come se non fosse già così per tutte le altre attività: senza la bella presenza in Italia una ragazza, una donna non può vendere nemmeno un paio di mutande.

Le donne che dovrebbero votare Alessandra Moretti sono per la maggior parte quelle a cui la seduta dall’estetista una volta a settimana proprio non riesce ad uscire dal bilancio familiare. E nemmeno il parrucchiere o l’applicazione del french alle unghie.

Stiamo bene qui a fare campagne di solidarietà per le donne offese, mortificate da uomini, se poi arriva la donzella del terzo millennio che fa la stessa cosa.
Non si capisce perché Rosi Bindi di cui politicamente si può criticare tutto, soprattutto il fatto di militare ancora in quella fetenzia di pd ma che culturalmente e anche per trascorsi politici alla Moretti e a quelle [e quelli] della sua generazione ha solo da insegnare debba essere sempre lei il metro di paragone per giudicare una donna per la sua bellezza, perché sia toccato a lei, già insultata da berlusconi e da altri, questo testimone per l’umiliazione pubblica tout court.
Non si capisce perché non si parli mai della bruttezza di Daniela Santanché ad esempio, che si è dichiarata “orgogliosamente fascista”, cosa che nella politica di un paese antifascista per Costituzione dovrebbe essere molto più grave e inaccettabile di qualsiasi difetto fisico e della bellezza sfiorita dall’età che avanza.
Queste trentenni ignoranti e in forza della loro età presuntuose del cazzo, e, come la Moretti col sex appeal di un portaombrelli che ridicolizzano donne più adulte attaccandole sul piano fisico, o perché, l’ho letto nei commenti sulla pagina facebook di Ballarò scritto da una donna il che fa ancora più schifo se possibile, Concita De Gregorio si esprime sotto l’effetto della menopausa, sappiano che la natura sarà implacabile anche con loro, che la bellezza fisica quando c’è è un giochino col quale divertirsi negli anni migliori ma mantenere anche dopo quella bellezza che traspare dal fascino che prima di tutto non ha età e poi non è roba per tutte, dall’intelligenza che resta viva e attiva anche con la menopausa che non è una brutta malattia ma una parte naturale del percorso di vita di tutte le donne è qualcosa su cui si lavora prima, un esercizio da fare tutti i giorni, magari al posto di giudicare, disprezzandole, donne migliori a prescindere dalla loro bellezza esteriore.

Brava Moretti, complimenti, mancano le parole per commentare senza rischiare la denuncia.

***

Noi donne comuni dallo stile unlike: brutte, sceme e pelose

***

Che poi ci mancherebbe, nulla in contrario alla valorizzazione di se stesse, a me non è mai piaciuto né l’ho mai condiviso, quel certo anticonformismo femminile anni ’70 che per liberarsi dalla supremazia maschile ha portato tante donne sulle piazze a bruciare il loro reggiseno, simbolo non solo della femminilità ma della diversità di genere: le donne sono geneticamente costruite dalla natura per essere anche madri e le tette servono anche alla più nobile delle azioni che è quella di nutrire i figli, non sono solo orpelli da esibire in sensuali décolleté, un richiamo sessuale di cui nessuna donna equilibrata e intelligente si vergogna.
E non ho nulla in contrario alla cura personale, ogni donna sa cosa deve fare per sentirsi meglio, diffido, non sono mai d’accordo con chi, specialmente da donna, pensa che ci siano cose che non servono, oppure credono che la cura esteriore sia un diminuire, mettere in second’ordine intelligenze, capacità lavorative: quello che serve è una scelta del tutto personale.
Ogni donna in base alle sue esigenze e possibilità economiche può fare, deve fare tutto quello che la fa sentire meglio, per sé ma anche per gli altri, siamo, donne e uomini, animali sociali che vivono in una comunità, non eremiti che vivono isolati dal resto del mondo, quindi anche un po’ condizionati dall’aspetto esteriore. Sfido chiunque a sentirsi meglio coi capelli in disordine, senza la benché minima cura dell’igiene personale che, se per gli uomini si estende anche alla rasatura quotidiana non si capisce perché per le donne non deve essere la stessa cosa per quanto riguarda la cosmesi e il maquillage e, per entrambi il controllo del proprio peso quel tanto che basta a non esorbitare da magliette, gonne e pantaloni.
Ma questi non sono discorsi politici, sono riflessioni che si possono fare a margine del dibattito pubblico e politico da esperti del settore, filosofi, antropologi e in un paese dove le opportunità sono davvero pari, uguali, per donne e uomini.
Sentirli fare dalla new generation in rosa di Renzi formata da giovani donne perlopiù raccomandate da uomini, la Madia come la Picierno e la stessa Moretti sponsorizzata e promossa niente meno che da Bersani è offensivo, soprattutto per tutte quelle donne che pur avendo meriti, competenze e un talento superiore al loro, che non ci vuole nemmeno molto, ma soprattutto non avendo avuto la fortuna di aver incontrato le persone giuste al momento giusto non vedranno mai il raggiungimento dei loro obiettivi, anche se sanno fare la pastasciutta al pomodoro con passione e se sono più belle, più brave, più intelligenti di Alessandra Moretti.

E questa sì, che è barbarie

Mauro Biani

In un paese dove non arrivano nemmeno le bollette in tempo utile, a me le mandano puntualmente e sistematicamente già scadute e mi tocca litigare ogni volta con le aziende erogatrici dei servizi per colpa della Poste, è abbastanza singolare che una busta venga intercettata a poche ore dal suo invio. Complimenti all’eccesso di zelo degli operatori di Poste Italiane.

Come diceva la buonanima “a pensar male si fa peccato, ma…”

In ogni caso bisognerebbe modernizzarsi, nell’epoca del dissenso e della rivoluzione  2.0, quelle armate dei tweet veri e falsi,  la busta col proiettile è decisamente vintage.

***

Oscar Wilde diceva che la Bellezza non si spiega ma regna per diritto divino. Alda Merini invece le attribuiva il merito di fare luce sulle tenebre. Per non parlare dello stracitato “la Bellezza salverà il mondo”.
E forse è per questo che un’anonima e squallida funzionaria dello stato, una miracolata che in un paese normale sarebbe rimasta dietro le quinte della sua vita, nessuno avrebbe mai saputo nemmeno della sua esistenza ha pensato che in questo paese la Bellezza fosse quel di più che non ci possiamo permettere. Il progetto di eliminazione dello studio della Storia dell’Arte rientra nella riforma della ministra dei neutrini che ha ritenuto troppo costoso l’inserimento della Bellezza nelle scuole e che quindi si potesse  cancellare, pardon, ridurre [come se fosse meno grave] senza nessun dolore. I nazisti bruciavano i libri perché diffondevano cultura e sapere da sempre nemici di tutti i regimi. In questo terzo millennio democratico, repubblicano e occidentale si cancella dalle scuole la Storia dell’Arte e dunque della Bellezza fatta cultura.
Io non ci vedo molta differenza.

***

Grazie al presidente del senato che ha ricordato al senato, a gasparri – che gli dà del teppista – e forse anche a qualcun altro [altra] che i regolamenti si applicano e non si interpretano. A 48 ore dal rapporto della UE, riferito in modo errato dalla stampa ma che comunque non sposta di una virgola la situazione di questo paese  in cui la corruzione  strangola i cittadini,  le imprese, impedisce perfino la ricostruzione nelle zone terremotate come ci ha raccontato lunedì sera Riccardo Iacona a Presa diretta, Scelta Civica con la Lanzillotta si era unita alla destra di alfano, a forza Italia e alla lega negando la costituzione di parte civile dello stato contro il primo corruttore d’Italia. In questo paese chiunque, perfino gasparri, può chiedere le dimissioni e accusare impunemente di teppismo istituzionale il presidente Grasso che applica i regolamenti, mentre alla presidente della camera che li viola, o per meglio dire ne inaugura uno mai utilizzato in precedenza proprio perché permette di aggirare i regolamenti bisogna dire grazie per averlo fatto. Ma va tutto bene. Non ci dobbiamo preoccupare.
Sono sempre adorabili questi liberali e moderati che anche di fronte a dati allarmanti che riguardano anche e soprattutto l’elevato tasso di corruzione di questo paese  continuano a fare gli interessi di un delinquente corruttore. E’ proprio di questo centro destra moderno ed europeo che l’Italia sente il bisogno. Gente incapace di rendersi autonoma da un pregiudicato condannato, gente come casini che di fronte al pericolo di dover scollare il suo culo dalla poltrona dove risiede da una trentina d’anni torna a casa del papi come un Dudù qualunque. Tutto questo nell’interesse del paese, s’intende.

Per questo andrò a votare, se e quando ci rimanderanno a votare, solo se verrà realizzata una legge elettorale che non consenta più  alla Lanzillotta e al suo partito che non vale niente di essere determinante nelle votazioni parlamentari così come accadeva prima con casini e l’udc. L’ago della bilancia non può essere l’ultima ruota del carro né quella di scorta.
Perché una legge che permette a questi partitini che non contano niente di essere decisivi e in grado di far passare o meno una legge, di rendere nulla una votazione, che rende possibile che i parlamentari si vendano poi nei momenti di necessità al miglior offerente per fare numero com’è accaduto con De Gregorio è solo una rappresentazione grottesca, ridicola di una democrazia alla quale non mi va più di partecipare. 

 

“Dio c’è, è comunista e donna” – Franca Rame

Dario e suo figlio sono riusciti a trasformare in un incontro di popolo, quasi in una festa gioiosa un giorno di morte, di separazione dall’affetto supremo, dall’amore di tutta la loro vita. 
Non è una cosa che possono fare tutti, bisogna avere un di più che non tutti hanno.

Quella di Dario e Jacopo Fo è stata una grande, grandissima lezione di vita, da conservare per la vita.
Emozioni rare, preziose per la loro unicità che è difficile provare.

L’Umanità non può mai prescindere dalla Bellezza e dall’Amore.

Tutte le menti belle, pulite, oneste, hanno sempre parlato di bellezza e d’amore, anche quando si occupavano delle miserie, della miserabilità disumane, quando lottavano contro un orrore  come la mafia.

Penso a Peppino Impastato, anche lui credeva che la bellezza è l’unica salvezza, l’ho sempre pensato anch’io e mai come oggi.

Strepitoso Dario Fo e agghiacciante la sua lucidità nel momento più triste della sua vita.

Questa è l’Italia bella, quella della testa alta sempre.

E con tutto il rispetto, il funerale laico è molto più suggestivo di quello religioso; ognuno dice quello che vuole e nessuno deve essere sottoposto alla tortura di ascoltare le cose che i preti recitano sull’altare: sempre le stesse.
Sempre la stessa favola che ripetono da duemila anni e cioè che la vita bella è solo quella del dopo.

E che se in questa si soffre, si sta male non fa niente ché il riscatto l’avremo sicuramente quando saremo chissà dove.
Mentre non è affatto così, e quel regno dei cieli di cui si millanta l’esistenza non è nell’altra vita, il miglior regno della e per la vita bisogna costruirselo qui, sulla terra, e da vivi.