Sorelle e fratelli d’Italia

Sottotitolo: “Trovo due ore di respiro quando riesco ad andare in fondo al prato; abbiamo un orto dove insieme a mia figlia coltiviamo qualcosa che non viene mai…”. Per Fornero coltivare prodotti agricoli è “fonte di grande soddisfazione, rilassamento e anche di gioia”.

Come scrivevo ieri nel blog di un amico, anche i cetrioli  detestano questa cattivissima signora a cui non crescono neanche le piante nell’orto per sua stessa ammissione. Dove non c’è amore muore tutto, e anche nella politica che riguarda le esigenze primarie quali il diritto allo studio prima e al lavoro poi ci vorrebbe più amore. Perché l’amore poi rende, restituisce anche dignità.

Sottotitolo 2: berlusconi rade al suolo le primarie. Poi ritratta.
Alfano attacca: ‘Non siamo barzellettieri” [infatti: siete solo squallidi e patetici cazzari, ché i barzellettieri almeno fanno ridere, voi invece siete esseri disgustosi che non avete nemmeno più un culo a cui paragonare la vostra faccia].

Penso che il nostro inno sia uno dei meno belli al mondo, per musica e testo, banale e intriso di retorica.
A quei fratelli d’Italia chissà perché non sono state accompagnate anche le sorelle che pure hanno avuto un ruolo determinante per la liberazione dell’Italia dal fascismo e oggi, sono sicura, nessuno sarebbe disposto più a morire per questo paese. Chi lo ha fatto, chi ha creduto che valesse la pena rischiare la vita, metterla in gioco per la libertà credo che oggi, alla luce dell’altro ventennio disastroso, quello berlusconiano non lo rifarebbe, e avrebbe ragione a non voler difendere un paese composto a maggioranza di imbecilli sempre alla ricerca dell’uomo della provvidenza, dei miracoli, quello che pensa a fa al posto loro; una lezione non era bastata, ce n’è voluta un’altra per capire quanto l’idea di patria di tanti italiani sia solo una questione di facciata: “io non mi sento italiano ma per fortuna purtroppo lo sono”, cantava Giorgio Gaber, il dubbio sulla percentuale di quel “per fortuna” è assolutamente legittimo.

Come si può essere orgogliosi di essere italiani dopo che altri italiani hanno consegnato il paese ad un manipolo di nuovi fascisti  riuniti sotto l’ala protettrice di uno a cui la politica è servita unicamente per farsi i fatti suoi, il più importante di tutti non andare in galera? come si può essere orgogliosi che altri italiani che io non vorrei nemmeno come vicini di casa abbiano  dato fiducia ad un movimento di razzisti che l’Italia la rinnega tutti i giorni, ai quali nessuno ha ricamato attorno un cordone sanitario così come si sta facendo  col movimento di Grillo? eppure le premesse per farlo c’erano tutte, ma si è preferito considerare i cialtroni in camicia verde gente che, in fin dei conti faceva solo del folklore.

Nessuno si è mai preoccupato più di tanto dei toni da guerriglia di bossi, degli insulti omofobi, razzisti, xenofobi di borghezio, di castelli che da ministro andava a saltellare fra i suoi ultrà imbecilli  al grido di “chi non salta italiano è”.

Di Grillo invece si preoccupano tutti, il primo fra tutti quel presidente della repubblica che mai ha richiamato i leghisti ad un maggior rispetto per la patria, non lo ha fatto neanche con quei ministri che pure avevano giurato sulla Costituzione della repubblica italiana, non su quella della padania, il  paese che non c’è se non nelle fantasie malate e criminali  di quella  ignobile gentaglia.
E penso inoltre  che la scuola italiana abbia altri problemi molto più urgenti a cui un governo serio dovrebbe pensare e trovare soluzioni, prima di rendere obbligatorio  addirittura per legge lo studio dell’inno di Mameli.

Se proprio si vuol rendere obbligatorio – perché necessario –  qualcosa,  ci sarebbero da studiare, ma sul serio, l’educazione civica, la Costituzione, ad esempio.

Io poi non essendo affatto nazionalista – questa Italia non se lo merita per questi e molti altri motivi  – non sono quella che si alza in piedi e si mette la mano sul cuore quando lo sente, ma l’idea che anche i figli di queste teste di cazzo razziste dei leghisti saranno OBBLIGATI a studiarlo come la storia e la geografia [quella vera, non quella delle teste bacate in camicia verde che li hanno generati] m’intriga assai.

Borghezio: “Con Obama ha vinto l’America meticcia che mi sta sul ca…”

[Ma parliamo pure di punto G(rillo), questo è un EUROPARLAMENTARE, non il capo carismatico di un movimento popolare. Invece di processarlo per alto tradimento lo mandiamo a farci fare belle figure in Europa.]

“Ha vinto Obama perchè ormai l’America è meticcia e quindi ha vinto quest’America multirazziale, che mi sta un po’ sul cazzo“. E’ la solita dichiarazione “sopra le righe” pronunciata dall’europarlamentare leghista Mario Borghezio, durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”, su Radio24. “Obama ha avuto l’appoggio delle società segrete e dei vari Bilderberg” – continua – “Lo hanno votato neri, sudamericani, portoricani, asiatici e i 35 milioni di morti di fame a cui Obama ha dato l’assistenza sociale, una specie di voto di scambio. Obama rappresenta quelli come lui: quelli che non sono bianchi”. E ancora: “Siamo nella stessa situazione in cui vinse Clinton, un emerito coglione, un avvocaticchio che si occupava dei diritti dei neri. Non lo cagava nessuno e improvvisamente diventò un grande personaggio importante per fare il burattino delle lobby”. Il momento più agghiacciante si registra quando l’esponente del Caroccio puntualizza: “Obama non ha mica solo dei torti, ma anche un merito: la crescita del Ku Klux Klan. Lo dicono i dati.Grazie a lui il Ku Klux Klan è rigoglioso come non mai“. Borghezio si concede poi un’apologia di Romney: “Sono qui con la bandiera sudista, ero pronto a esporla se avesse vinto il caro Mitt, anche se lui è un po’ moscietto. Ma dietro di lui c’era tutta l’America bella, composita, bianca, cristiana e profonda“. Sull’epiteto“abbronzato” affibbiato da Berlusconi al Presidente degli Stati Uniti, il leghista sentenzia: “Fu una delle migliori uscite di Berlusconi“. E conclude: “Ormai l’Occidente è invaso dagli extracomunitari. Noi dovremo ritirarci in Alaska, se vogliamo essere ancora maggioranza“

L’elmetto di Scipio – Rita Pani

 Donatella Galli e le follie di una leghista.”“Io sono una BASTARDA leghista e me ne vanto. Voglio che il Vesuvio e l’Etna facciano una strage di meridionali. I meridionali sono per me come gli Ebrei erano per Hitler e vanno messi nei forni crematori”.

 

Ma quando mai bastarda! Non esagerare, non vali tanto. Sei solo una leghista, nulla di più. Una leghista infame, tra l’altro, che sputa su un paese che le permette di restare impunita persino davanti alla flagranza di reato. In un paese normale il tuo account di Facebook sarebbe stato chiuso, e una pattuglia della polizia sarebbe venuta a prenderti sotto casa per portarti in una galera, magari al sud, lontano dai tuoi parenti e senza le arance siciliane che mamma avrebbe potuto portarti una volta a settimana. Perché è così che si usa fare contro gli eversori. Se ne valesse la pena, per esempio, ti racconterei di Bruno Bellomonte, ma a che servirebbe? Al massimo sei in grado di comprendere, decifrare e apprezzare le scorregge di borghezio e i rutti di bossi.

 

Non ci sarebbe da incazzarsi, nemmeno da perdere tempo ad analizzare politicamente una minchiata quale questa, però è la mia passione lombrosiana che mi spinge. Non hai una faccia molto intelligente, e nemmeno sai usare Photoshop. Avresti dovuto togliere anche la Sardegna dall’immagine che hai riprodotto, perché io sarda nutro un certo fastidio a vedere la mia terra insieme alla tua.

 

Però per fortuna abbiamo uno stato, e uno stato che funziona! Non ti hanno messo in galera, non ti hanno condannato ai lavori forzati, non ti obbligheranno a recarti ad Aushwitz per farti respirare il grigiore delle ceneri che sembra persistere a dispetto del tempo e dell’oblio, ma finalmente, per legge, anche ai tuoi figli – pure se spero che non ti sia mai dato di riprodurti – verrà insegnato l’Inno Nazionale, e pure i tuoi figli – ma chi ti scoperebbe mai? – saranno obbligati a partecipare alla giornata della Costituzione e della Bandiera, il 17 marzo, a ridosso della festa del papà, della prima giornata di primavera.

 

Sì, perché abbiamo uno stato serio, civile e democratico, che pensa che basti una canzonetta patriottica per cancellare un ventennio di barbara ignoranza, che ha dato la stura alla crapula legaiola. Per questo stato, pare sia sufficiente insegnare ai bambini a cantare la sigla delle partite di pallone, per correggere la deviazione mentale di una manica di idioti leghisti, dalla faccia tutta uguale, con gli occhi vacui, con quell’espressione ebete che lascia immaginare un rivolo di bava che esce dall’angolo della bocca, per il deficit cerebrale che sembra accomunarvi tutti.

 

Quando qualcuno riesce a usare gli ebrei di Hitler con tanta semplicità, ci sarebbe da domandarsi che ne è stato della storia, della Costituzione, della civiltà, dell’educazione. Ma sarebbero domande troppo difficili per questo Stato che smemorato e colpevole, non si accorge che il fascismo non è più un rigurgito, ma un vomito ormai cronico, al quale mai si è voluto porre rimedio.

 

Avrebbero dovuto fermarvi prima, in quelle montagne isolate del nord Italia, e sterilizzarvi visti i vostri ripetuti accoppiamenti tra simili. Ci sarebbe voluto – per restare in tema- un dottor Menghele al contrario, che vi impedisse di mettere al mondo tanta gente geneticamente deficitaria. Ma ci siete, e ci dovete rimanere.

 

E anziché curarvi con dosi massicce di Storia ed educazione civica, anziché migliorarvi con una scuola che funziona, questo stato vi abbatterà a colpi di Fratelli d’Italia, persino nelle scuole fasulle, che questo stato a voi sconosciuto, vi ha consentito di avere.

 

Four more years. Congrats, Mr. President

Ma questi nostri bei politici liberali, riformisti e progressisti che oggi stanno tutti con Barack che ne pensano dell’approvazione dei matrimoni fra omosessuali, della liberalizzazione della marijuana non solo a scopo terapeutico ma anche come dire, ludico [che di canne non si muore ma di botte nei sotterranei di un carcere sì, per dire]? si troverà un giornalista coraggioso che glielo vada a chiedere? domanda stupida o inutile? yes we can quando, da e per noi?

Sì alla marijuana, ai matrimoni gay e il bis al presidente “negro”.
Stamattina il mio “antiamericanismo” è spaesato assai!
 [Per fortuna ci rimangono i tedeschi da detestare…^_^]

Le grandi donne non stanno dietro, sono AL FIANCO dei loro uomini, per aiutarli a diventare ancora più grandi.

Una vittoria liberal su più fronti, grazie all’esito dei referendum che si sono tenuti in alcuni Stati. Infatti ha ottenuto il via libera in Maine al matrimonio gay e marijuana legalizzata per uso generale negli stati di Washington e Colorado. [Il Fatto Quotidiano]

La lezione che arriva dall’America è che non si può fare campagna elettorale con una bibbia fra le mani e poi essere favorevoli alle guerre, all’immiserimento dei già più poveri, l’ipocrisia del mormone guerrafondaio  avversario, uno che si vanta di sua moglie come di una sua scelta univoca come l’acquisto della macchina nuova [“The difference is clear: Romney calls Ann “the best choice I’ve ever made”; Obama calls Michelle “the woman who agreed to marry me.” Lo scrive Richard Brody, del The New Yorker],  che si domanda perché gli oblò degli aerei devono restare chiusi e che è convinto che Cristo dopo la resurrezione sia andato a predicare in Texas non ha incantato, per fortuna.
E chissà se sono sempre più importanti gli stramaledetti soldi oppure anche i diritti civili e la loro concessione sono determinanti per una buona politica.
Diritti alle donne, diritto di abortire senza essere considerate assassine, assistenza medica pre e post natale gratuita e via via estensione al matrimonio per gli omosessuali [senza farsi le pippe su come sarebbe opportuno chiamare l’unione fra coppie omosessuali, capito Rosy Bindi, Bersani?].  E sì alla marijuana perché non c’è ragione per cui si debba dire no.
Per esempio.

Dietro ai repubblicani d’America ci sono anche i fanatici che vanno ad ammazzare ginecologi che praticano gli aborti in virtù del loro concetto di rispetto della vita, per dire.

Sbaglia chi pensa che la buona politica deve essere solo quella che fa quadrare i conti. Nella vita della gente esistono anche altre necessità che riguardano appunto la sfera privata/civile che diventa difficile affrontare quando nessuno si occupa e si preoccupa di facilitare il percorso verso la civiltà; meno soldi ma più diritti aiutano a vivere una vita meno difficile e complicata di quanto lo è senza soldi e senza diritti.
E bene hanno fatto gli americani a dare la possibilità ad Obama di poter proseguire il suo lavoro. L’America non è perfetta, è un paese dalle mille contraddizioni,  ma gli americani sono un grande popolo capace di rinnovare, di mettersi alle spalle i problemi del passato, un nero alla Casa Bianca era inimmaginabile una volta, figuriamoci due di seguito.
Ora Obama, se vuole passare alla Storia in modo perfetto dovrebbe prendersi fra gli altri,  l’impegno di abolire la pena di morte, questa è un’ombra pesantissima di cui un paese civile si deve liberare.

 Che differenza con la nostra politica piccola e miserabile fatta di gente altrettanto piccola e miserabile, frustrata, incattivita, che non ammetterebbe la sconfitta nemmeno se fosse al posto di Napoleone a Waterloo.

E che differenza di popolo che, in momenti di crisi anziché dare fiducia e aprire ad una politica progressista sceglie di far condurre il paese da un manipolo di fascisti più o meno ex o post capitanati da un uomo dal passato e dal presente torbidi, sporchi, disonesti,  disonesto lui in prima persona.

Senza contare che la maggior parte dei soldi che spendono i candidati americani per la campagna elettorale proviene da DONAZIONI, non viene estorta per mezzo di tasse;  in America gli evasori fiscali li murano in una galera, qui diventano presidenti del consiglio.

Obama non potrà più ricandidarsi e nemmeno fare il politico in modo diretto.

Per Obama altri quattro anni e poi BASTA con la politica.
Ciò significa ritirarsi ad una dignitosa vita privata a 55 anni, molto prima dell’età media in cui un italiano va in pensione. Altro che le cariatidi che manteniamo qui in parlamento anche sessant’anni di seguito.

 Chi comanda l’America e quindi il mondo guadagna meno del nostro capo della polizia, dottor Manganelli, al quale lo stipendio non si può abbassare per Costituzione

Non c’è storia.

Negli USA Obama aiutato dal Boss, in Italia, berlusconi aiutato dai boss.