L’Italia è il paese che non perdona…

Sottotitolo:  Un pensiero affettuoso a Oscar Luigi Scalfaro per aver contribuito a regalarci la nostra meravigliosa Costituzione grazie alla quale oggi molti possono dire tutte le minchiate che vogliono senza rischiare l’olio di ricino, il manganello o una vacanza col biglietto di sola andata al confino (cit. berlusconi) anche su di lui che, essendo morto, non può nemmeno smentirle. Il rancore dei fascisti, nonché il silenzio di berlusconi sono per lui il più alto dei riconoscimenti e per noi che la gente siamo abituati a considerarla nel suo insieme e non nel particolare la migliore delle gratificazioni.

Ma solo chi gli pare, visto che si è tenuto per vent’anni berlusconi e probabilmente, anzi, sicuramente,  c’è un sacco di gente disposta a ridargli fiducia nonostante tutto quello che è stato capace di fare (e di essere) ma soprattutto di NON fare.
Se Scalfaro avesse immaginato di essere ricordato, il giorno della sua morte, per lo schiaffo rifilato alla signora scollacciata probabilmente si sarebbe pentito di non averne distribuiti ancora e ancora, di quegli schiaffi.
E non mi ha stupito leggere commenti sul genere: “un vitalizio in meno da pagare” o, come uno sconosciuto imbecille ha scritto ieri sulla mia bacheca di Facebook: “uno di meno”. Perché a contare, ad essere importante, per gl’imbecilli alla Sallusti è notoriamente sempre e solo la quantità e mai la qualità delle persone; Scalfaro per la gente dalla mente semplicemente idiota era un costo per la società perché a 93 anni prendeva ancora il ricco vitalizio da ex Presidente della Repubblica, come Andreotti, senatore a (lunga) vita e come lo prendeva Cossiga, non qualcuno che almeno ci ha provato a migliorarla. Come se si potesse ignorare e oltraggiare nel giorno della sua morte lo spessore morale di una persona, la sua onesta coerenza a vantaggio delle solite battute che ormai ci si dovrebbe vergognare di fare persino al bar dello sport. Poi vabbè, mi ricordo dove sono nata e dove vivo e lo stupore torna ad essere quella normale e triste consapevolezza di essere italiana. Ma sono fiduciosa e come dice la mia amica Rita mi metto comoda e aspetto il giorno in cui si commenterà la morte di altra gente, quella squallida, disonesta, delinquente e immorale che Scalfaro ha combattuto fino all’ultimo dei suoi giorni.

Il silenzio di B. dopo gli insulti


Fantasia para un gentilhombre – Di Massimo Rocca per Radio Capital

Le tante cose incredibili che la presenza di Berlusconi ci ha regalato. L’indelebile ricordo di un mare di bandiere rosse sventolate in onore di Indro Montanelli a piazza San Giovanni nella manifestazione dei girotondi. E prima il rispetto, poi l’ammirazione e infine l’affetto per Oscar Luigi Scalfaro che negli anni della giovinezza avremmo definito un vecchio arnese democristiano, forse anche un po’ matto se si pensa all’episodio, probabilmente apocrifo, del ceffone alla signora troppo scollata. E invece fu lui, se non il primo,  uno dei primissimi a capire la dirompente eversività istituzionale del cavaliere. Il primo ad opporsi al suo uso personale del potere e della legislazione. Nessuno ha più avuto il coraggio di bocciare una delle sue squallide nomine, nessuno di indicare nella propaganda televisiva il grimaldello usato per sventrare la democrazia, pretendendo allora la par condicio, colpevolmente non tradotta in conflitto di interessi. Se tutta la politica avesse affrontato l’anomalia con la sua schiena dritta, questa storia orrenda sarebbe finita quasi prima di cominciare. Grazie presidente.