Disonestà low cost

Nei cieli d’Italia si può fare pubblicità ad un delinquente condannato? a quando le pattuglie acrobatiche per promuovere il fascismo buono e la mafia che dà lavoro?

Un imprenditore straniero che volesse investire in un affare qualsiasi in Italia lo farebbe lo stesso dopo aver visto e saputo  che in questo paese si dà licenza ad un delinquente pregiudicato di avere voce in capitolo nella politica e gli si consente di monopolizzare anche il cielo di tutti? chiedo. Perché poi quando le agenzie ci abbassano il rating relegando l’Italia nel posto in cui merita di stare, e cioè lontano da quei paesi la cui politica  non pensa che uno che viola le leggi possa continuare a far parte della politica, si dovrebbe tener conto anche di queste cose.

Berlusconi, ecco il blitz di Ferragosto
Aerei su spiagge, striscioni ‘Forza Silvio’

***

Da “fatti processare buffone” a “delinquente, fatti arrestare”:  in queste due semplicissime frasi è racchiuso tutto quel che c’è da dire a proposito del valore del “leader incontrastato di una formazione politica di innegabile importanza”.

Tutti i dittatori sono e sono stati leader incontrastati, non foss’altro perché per raggiungere e conquistare il potere si sono serviti di tutti i mezzi e degli strumenti peggiori, i più subdoli e violenti.

L’unico che sta rendendo questo una nota di merito, ovvero riconoscere un valore storico ad un volgare delinquente che appunto si è servito di tutti i mezzi per conquistare consensi e potere è Napolitano quando, parlando dell’accozzaglia di disonesti al seguito di berlusconi, ché se non fossero come lui sarebbero altrove da lui, parla di formazione politica di “innegabile importanza” come se grazie a loro questo paese avesse conosciuto un miglioramento invece del baratro in cui è scivolato soprattutto grazie a chi ha riconosciuto e legittimato il berlusconi “politico”.

***

Da Ruby alla compravendita dei senatori
Tutte le grazie che servirebbero a B.

L’eventuale clemenza di Napolitano dopo la condanna nel caso Mediaset potrebbe non bastare.
al Cavaliere che a settembre dovrà affrontare altri due processi e le inchieste di Napoli e Bari.

***

Luogo comune vuole che gl’imbecilli siano gli elettori del partito del pregiudicato delinquente, e allora siccome quelli convinti del pd non ci tenevano a restare indietro hanno voluto riequilibrare la percentuale e sfatare il tabù.

Alla domanda di Piero Ricca sul Fatto Quotidiano circa i primi 100 giorni del governo Letta, se avesse fatto o meno cose buone, l’elettore tipo del pd lo si riconosce dalle sue non risposte sul genere “adesso non mi viene in mente”, “devo andare” “non lo so però Letta mi piace” e via andare, verso la catastrofe, a dimostrazione che il primo problema di questo paese, l’urgenza che proprio non si può rimandare è quella di occuparsi di un’informazione che non svolge la sua funzione.

In un paese di sessanta milioni di persone non possono esserci solo due, tre quotidiani a dire le cose come stanno né ci si può consolare pensando che la Rete faccia le veci di un’informazione che non c’è.

Gli aereoplanini di ieri sono anch’essi il prodotto di aver ignorato, per opportunismi personali e propri della politica il conflitto di interessi di berlusconi, così come lo è questo governo delle larghe intese che non sa e non può fare a meno di un delinquente condannato.

Uno così

 

Sottotitolo:  che aspetta Napolitano a togliere il titolo di cavaliere ad una persona così?
Una persona normale che avesse fatto un quarto
delle cose che ha combinato l’utilizzatore totale [soprattutto del
parlamento italiano per il nostro bene e cioè il suo e di pochi
fortunati eletti] starebbe peggiorando di una unità la condizione di una qualsiasi delle italiche galere già da svariati anni.
Una vita a corrompere gente, una vita a farsi ricattare, una vita a pagare tutto e tutti, perfino quello che anche l’ultimo sciagurato del pianeta se vuole trova gratis, e questo sarebbe l’imprenditore capace, il self made man, uno che ha meritato financo il titolo di Cavaliere della repubblica italiana, uno a cui, dopo aver ridotto un paese intero a barzelletta sconcia, averlo disastrato moralmente, eticamente, economicamente è ancora concesso di avere voce in capitolo in parlamento, uno che ancora viene considerato un interlocutore politico.

Uno così.

Senatori comprati e dossieraggio su Fini
Lavitola elenca tutti i servigi a Berlusconi

In una lettera del 2011 il faccendiere (attualmente in carcere) presenta al Cavaliere il conto per
il lavoro sporco fatto in cambio di soldi e della promessa di incarichi: dall’inchiesta-escort alla P4
IL LEADER DI FLI: “SILVIO E’ UN CORRUTTORE”. L’EX PREMIER: “LO QUERELO”

Certo però, chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata a finire così…eppure, sembrava una persona così perbene, così ammodo, sempre elegante, soprattutto nei modi, mai una parola fuori posto, mai un’occasione per farsi chiacchierare, mai un’ombra, mai un sospetto, mai l’ombra di un sospetto, niente.

Dovunque andasse lo accoglievano tutti a braccia aperte, aveva la fiducia incondizionata di tutti, e tutti hanno fatto a gara per farsi accogliere alla sua corte, tutta gente perbene, ci mancherebbe, quando uno è onesto è onesto e ci tiene sempre a dimostrarlo nel migliore dei modi.

Con tutti.
Milioni di persone facevano le file per dimostrargli la loro simpatia, il loro affetto, il loro ammmòre.

Chi estorceva una villa per lui, chi rubava una casa editrice, chi, addirittura, amici degli amici, manco i suoi, gli faceva trovare un partito politico bell’e pronto, chi gli regalava una bicamerale, chi una quarantina, contate male, di leggi fatte apposta per farlo vivere tranquillo e spensierato, chi si prendeva gli schiaffi al posto suo, c’è stato perfino chi è andato in galera al posto suo.
Un paese intero si è sacrificato per lui.
Nessuno si sarebbe mai aspettato un epilogo così triste, un’uscita di scena da viale del tramonto.
Nessuno si sarebbe mai immaginato che quando molta gente diceva e scriveva sui libri e sui giornali già una ventina abbondante d’anni fa che non era quella persona così affidabile che voleva far credere di essere  lo faceva perché era davvero una persona inaffidabile e poco seria.

Anzi, per niente seria.

Qualcuno li ha ascoltati?
Li chiamavano, li chiamano, ci chiamano antiberlusconisti, ecco.

 

Meno male che Grillo c’è

Preambolo  [a proposito della tragedia di Brindisi]: che sospirone di sollievo.
Non è stata la mafia, non è stata la FAI, non sono stati i No Tav (ma su questo aspettiamo ancora che non si sa mai), non sono state le BR.
E’ stato, pare, quello della porta accanto, il benzinaio.
Adesso si che possiamo dormire sonni tranquilli.

Sottotitolo: De Gregorio, l’Agcom, la moglie di vespa, il capogruppo del piddì che invece di stare in sede a fare il suo dovere se ne sta tranquillo in vacanza in Grecia il giorno della sfiducia a Formigoni. Ce n’è abbastanza per chiedere asilo politico altrove, in un paese che si meriti almeno questa definizione invece della latrina a cielo aperto che è questa Italia. Ma naturalmente è tutta colpa di Grillo, di Travaglio, dell’antipolitica e pure la mia.

BUONGIORNO
Massimo Gramellini – La dissolvenza della casta
Meno male che Grillo c’è.
Perché chissà che avrebbero fatto i nostri molto onorevolissimi parlamentarideputatisenatori se non ci fosse questa spada di Damocle che spero si sbrighi a cadere sulle loro teste.
Ed è strano che nessuno abbia parlato, di fronte a certe vicende, quelle a cui siamo purtroppo abituati e che danno l’esatta misura della dimensione politica italiana e del suo spessore, di “pericolo di tensioni sociali”.   Dal Quirinale ieri, anziché il severo e consueto conato di monito di Napolitano, l’ottimo presidente, quello definito The King dal Time [forse perché non è il presidente degli States ma soltanto il nostro] sul cattivo comportamento dei suoi disonestissimi discepoli, sulle oscenità accadute in parlamento, a Milano e a proposito delle nomine dell’Agcom è arrivata la lista sobria del menù sobrio della festa sobria del 2 giugno.
Di istruzioni sul perché i cittadini italiani debbano continuare a riconoscersi in questo stato che li prende per il culo a colazione, pranzo e cena tutti i giorni dell’anno senza fare nemmeno finta di vergognarsene, manco a parlarne.
Il migliorista Napolitano non ha sciolto le camere di fronte alle storie boccaccesche di berlusconi che non erano gossip né vita privata  ma un sistema delinquenziale col quale l’ex stava svendendo l’Italia un tanto al chilo e al metro, non lo ha fatto nemmeno quando gli è stato prescritto il reato di corruzione; questo è l’unico paese dove se non arriva il terzo grado di giudizio nessuno è colpevole di niente, in parlamento c’è gente indagata, imputata, inquisita e con condanne già passate in giudicato.
Che altro serve per capire che questo stato è una barzelletta che non fa ridere proprio nessuno?
Pirlamento
 Marco Travaglio, 7 giugno
Vivissimi ringraziamenti alle Camere a ore che ieri, in stereo, hanno ratificato a Montecitorio l’arraffa-arraffa dei partiti sulle cosiddette “autorità indipendenti” e a Palazzo Madama han salvato con 169 voti dagli arresti domiciliari l’ottimo De Gregorio, accusato di una truffa di 23 milioni con un giornale fantasma in combutta con quell’altro statista di Lavitola. Il tutto grazie al voto segreto, che ha moltiplicato i 127 voti del Pdl (unico a esprimersi contro l’arresto) con i franchi tiratori della Lega (22 senatori), dell’armata brancaleone detta Coesione Nazionale (Responsabili e frattaglie varie: 13), ma anche presumibilmente di qualche Udc e Pd (già decisivi sulla responsabilità civile dei giudici).
Se non ci fossero questi partiti, così coerenti e tetragoni perinde ac cadaver (il loro), qualcuno potrebbe abboccare all’illusione che basti un governo tecnico piovuto da chissà dove per riverginare una classe dirigente che pretende di dare lezioni all’Europa , alla Merkel e a quei bizzarri elettori che non votano più o scelgono le liste e i candidati più lontani dalla fogna partitocratica. Completa l’edificante quadretto il voto del Consiglio regionale della Lombardia sul governatore granturismo Formigoni: respinta la mozione di sfiducia di Pd, Idv, Sel, appoggiata dall’Udc. Il capogruppo del Pd Luca Gaffuri ha fatto onore al suo cognome restando in vacanza in Grecia, forse stremato dall’immane sforzo di compilare una mozione contro Formigoni dopo 17 anni di opposizione consociativa.
Da tutte e tre le votazioni esce bene anche la “nuova ” Lega di Maroni, quella della ramazza padana: alla Privacy piazza la consigliera Rai Giovanna Bianchi Clerici, ex deputata e sempre imputata; su De Gregorio dice di votare per l’arresto e poi di nascosto fa il contrario; su Formigoni ribadisce la fiducia, impermeabile agli scandali che fanno della Lombardia la regione leader per consiglieri indagati, davanti a Calabria, Sicilia e Campania. È una fortuna che, di tanto in tanto, i partiti della maggioranza-ammucchiata ABC e i finti oppositori della Lega ricordino agli italiani chi sono, come sono e perché stanno lì: per spartirsi torte, cariche, posti e fondi pubblici, e naturalmente per salvare i rispettivi ladri. Non sia mai che uno finisca in galera o ai domiciliari: come ebbe a dire profetico l’on. avv. Paniz a proposito dell’arresto (ovviamente negato) di Milanese, “si rischia di creare un pericoloso precedente: oggi tocca a lui, domani potrebbe toccare a ciascuno di noi”. Dunque no alle manette per Milanese, per Cosentino, per Tedesco, e magari prossimamente per Lusi. Un malaugurato incidente di percorso portò in cella l’ottimo Alfonso Papa, unico arrestato della storia repubblicana senz’aver sparato un colpo: infatti la casta, anzi la cosca, ancora non s’è riavuta dallo choc. Grillo, negli ultimi giorni, ha abbassato i toni e limitato gli interventi al minimo: per guadagnare voti gli basta tacere e lasciar parlare gli altri. Come a Bossi nel 1992-’93. Solo che all’epoca c’era al Quirinale un certo Scalfaro il quale, quando la Camera disse no all’arresto di De Lorenzo, tuonò: “Un voto intollerabile: giuro che, se gli adempimenti fossero già stati completati, la giornata sarebbe finita con lo scioglimento delle Camere”. Ieri abbiamo atteso un severo monito di Napolitano sul voto pro De Gregorio e sulla grande abbuffata delle Authority (che, se non andiamo errati, richiede anche il suo decisivo “visto”). Ma invano. Dal Colle è uscita solo una decisiva precisazione sulla sobria festa del 1° giugno al Quirinale: “La composizione del buffet definitivamente offerto ai partecipanti al ricevimento è stata la seguente: crostini, canapés, panini, focaccine,
formaggi (mozzarelle e ricotta del coordinamento “Libera “, provola, parmigiano), cus-cus di verdure di “Libera “, frutta, bevande (vini di “Libera “, prosecco, succhi di frutta, acqua minerale)”.
Buon appetito.
Cuore, amore, orrore, dolore – Massimo Rocca, il Contropelo di Radio Capital

La storia non si ripete ma spesso fa rima. E quella di questa ore è una rima baciata. L’assoluzione politica di Formigoni con i voti della lega. L’assoluzione politica di Peter Griffin, da noi noto come Sergio de Gregorio, da parte di una caterva di franchi senatori, la nomina spartitoria dei nuovi componenti delle authority, senza neppure l’ipocrisia formale di un passaggio in commissione parlamentare tanto per vedere che faccia hanno, sono proprio amore e cuore con il finale della prima repubblica. Hai voglia te a lamentarti di Grillo e del populismo che monta i suoi consensi a neve, hai voglia ad immaginare una riedizione di Forza Italia Pulita alla madame Tussauds con le statue di cera di casa Vianello, ma se di fronte ad un’opinione pubblica inferocita, come ti hanno detto le elezioni e come ti ribadiscono i sondaggi, la vecchia politica si chiude così a riccio nella difesa di personaggi squalificati, di cariatidi più o meno celesti, di metodi di controllo, quel riccio finirà schiacciato sotto le ruote del primo che passa e senza nemmeno fare la tenerezza del piccolo spinoso.

Chi ha portato un camorrista in Rai?

“Roberto Saviano in modo assolutamente argomentato ha denunciato che Gaetano Marino, boss degli scissionisti sarebbe stato ospite in platea in una trasmissione di Capodanno di Raidue mentre sua figlia, assolutamente incolpevole, cantava un brano a lui dedicato. La Rai intende confermare o smentire la denuncia di Saviano? Come è potuto accadere un episodio simile? Chi ha deciso di invitare il boss? Su questo inquietante episodio presenteremo immediatamente un’interrogazione parlamentare”. Lo afferma il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti.

“Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di un’azienda fuori controllo”. (Articolo 21)

FIRMA L’APPELLO: Chi ha portato il Boss in Rai? L’azienda risponda

Chi ha portato un camorrista in Rai?

LA DENUNCIA DI ROBERTO SAVIANO

A me pare una cosa non grave ma gravissima, questa. Una Rai dove non trovano più spazio i migliori professionisti sulla piazza, cacciati o messi in condizioni di doversene andare perché sgraditi ai potenti prepotenti di turno e di tutti i colori,  non può dare ospitalità ad un criminale camorrista foss’anche nei panni di amorevole padre.

Che poi, molto ci sarebbe da dire anche su questo uso devastante  dei bambini (accompagnati e incoraggiati da genitori scellerati e incoscienti) che fanno le televisioni. Poi non lamentiamoci se in questo paese vengono allevate intere generazioni di imbecilli inconsapevoli i cui unici obiettivi saranno entrare nella casa del grande fratello, fare la velina e sposarsi il calciatore.
Chiedere ai dirigenti della Rai di fare  chiarezza è il minimo che si possa pretendere.
Firmiamo l’appello di Articolo 21.

Il canone Rai è una tassa e va pagata – opinabilissimi i motivi, visto che non paghiamo tasse sulla proprietà di lavatrici e frigoriferi ma tant’è. Ma un servizio pubblico non può essere ostaggio della politica che se ne appropria pro domo sua, e allora io penso che disincentivare il pagamento di quella tassa non sia del tutto sbagliato, non è eversione, finché la politica e i partiti faranno di un servizio pubblico, finanziato con i soldi dei contribuenti un loro giocattolino privato.

E sono sicura che tutti pagheremmo più volentieri quella tassa il giorno che la politica, TUTTA, uscirà dalla Rai (con le mani alzate come dice Travaglio).
Margaret Thatcher una volta disse: ” la BBC non mi piace ma non posso farci nulla”.
Perché, invece, i nostri politici  con la Rai e nella Rai possono farci tutto?