Il paese dei record, tutti negativi, ovvero: la barbariA

In questo paese il presidente del consiglio pensa che sia peggio avere un padre fascista, un padre che non si è scelto come invece si può scegliere di mettersi fuori dalla legge come Adriano Sofri, che un suocero con qualche problemino di giustizia, visto che ha sentito la necessità di solidarizzare con la Bignardi dopo 24 ore mentre per Di Matteo uno straccio di solidarietà, pelosa, d’accatto, diluita dentro quella inutile per Grasso è arrivata dopo tre mesi dalla prima minaccia mafiosa. Letta pensa che la barbariA risieda in qualche frase di cattivo gusto anziché nell’aver condiviso il parlamento per vent’anni con un criminale e i suoi sodali. Questo è il messaggio istituzionale che arriva dal primo ministro. Quello che invece arriva dall’informazione, quella solita a cui siamo purtroppo abituati è che attuando la stessa strategia utilizzata per berlusconi si produce l’effetto contrario. In questo paese di mamme e mammoni l’attacco senza spiegare esattamente cos’è che si vuole criticare, quando c’è da criticare, non paga, anzi, produce consenso per l’attaccato di turno, quando non c’è un’argomentazione valida rispetto  a quello che si vuole criticare. Strano che io ci arrivo e, ad esempio Scalfari no.

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Chi lo ha detto che l’Italia non è un paese emergente? 

Emerge, eccome, dal solito fango ma lo fa.

Ce l’abbiamo fatta: l’Italia vanta il record europeo di corruzione (Giampiero Gramaglia)

ALLARME ROSSO ITALIA CORROTTA IMPIETOSO DOSSIER DELLA COMMISSARIA UE MALMSTRÖM: 60 MILIARDI BUTTATI IN TANGENTI TRA APPALTI TRUCCATI E INTESE COSCHE-PALAZZO. 
COMMISSIONE UE Dossier di Bruxelles: metà delle mazzette del continente sono made in Italy.

Peggio di noi soltanto Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania La commissaria agli Affari Interni, Cecilia Malmström, è impietosa: il 97% degli italiani percepisce il fenomeno come dilagante, il 42% se ne sente vittima. Le tangenti pagate valgono 60 miliardi Allarme per i rapporti con le mafie e per le leggi ad personam.

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Quanto sono superficiali queste Commissioni che non si occupano di beghe [e beghine] nostrane ma pensano, da perfetti benaltristi, che il problema in Italia non sia il traffico, ad esempio. Fantastico, e assolutamente rasserenante quanto all’Europa non freghi assolutamente un cazzo della nostra politica interna del gné gné gné.

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Laura Boldrini: al lupo al lupo arriva il fascismo – Saverio Lodato per Antimafia 2000

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La presidente “arbitro” che fa il tifo come in curva (Andrea Scanzi)

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Senti chi insulta (Marco Travaglio)

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Per sedare le liti fra bambini i genitori di solito usano dire al più grande che è, appunto più grande e quindi deve smetterla per primo, a volte aggiungono anche “più intelligente”, per esaltarne l’orgoglio e farlo calmare prima. 

Nel caso di specie purtroppo non si tratta di bambini ma di persone adulte e nessuna ci tiene a fare la parte di quella più grande e men che meno della più intelligente.
Altrimenti certe situazioni verrebbero liquidate in maniera più elegante, non verrebbero ingigantite appositamente, nessuno parlerebbe di eversione, giuliano ferrara che definisce Grillo un fuorilegge della democrazia, lui che in gioventù andava in giro con le mazze a sfasciare come un black bloc qualunque, sarebbe stato zittito solo raccontandogli un po’ del suo passato. 

Stessa cosa per tutti quelli che arricciano il naso a comando, solo quando viene toccata la propria parte e non si accorgono di quante volte è stata toccata anche l’altra parte.
Mentre davanti alla barbariA di Enrico Letta [ha detto proprio così] , lo stesso che “in parlamento meglio il pdl dei 5stelle”, il pdl dei mafiosi, collusi, indagati, imputati, prescritti e condannati  TUTTI avrebbero dovuto e dovrebbero farsi solo delle grasse risate.

 Quando si imbastisce una campagna mediatico terroristica facendo credere che i cattivi stiano solo da una parte bisogna dire alla gente che non è vero. Ma non per la teoria del chi ha iniziato prima la gara dell’insulto, semplicemente perché se certe cose le dice il presidente del consiglio, quella della camera che parla urbi et orbi  di eversione e lo fa scegliendosi la sede più tranquilla, quella del salotto di Raitre dove non si fanno domande e non si pretendono risposte definendo così anche i milioni di elettori 5stelle, facendo credere che siano tutti complici,  potenziali stupratori, gente che vale meno perfino di chi ha votato per vent’anni un delinquente e lo farebbe ancora, quando lo fanno giornali, giornaloni per bocca e tastiera dei loro direttori, gli stessi che hanno sostenuto le peggiori porcate della politica  e taciuto sistematicamente la verità dei fatti per non disturbare quelli che facevano le porcate,  chi non ha quelle qualifiche e la stessa ribalta non ha la possibilità di contraddire, di ridare una giusta dimensione alle cose, quella il più possibile vicina alla verità.

Chissà perché poi, ridono di noi? un vero mistero

Aspettando la lettera…

Il quotidiano inglese ”The Guardian” ha proposto un sondaggio: ”Merkel e Sarkozy hanno sbagliato a ridacchiare dell’Italia?”. Il 79, 4% dei lettori inglesi risponde no perché ”Berlusconi si è infilato in scandali che hanno reso l’Italia uno zimbello”.

Che piaccia o meno è così che ci vedono da fuori, dove non ci sono i minzolini, i vespa, i garimberti e compagnia che omettono, oscurano e cancellano il dissenso dai palinsesti. In nessun altro paese si sarebbe data la possibilità di ‘rimediare’ ad errori che sarebbero costati le dimissioni immediate di chiunque, fosse anche un presidente della repubblica. Per non parlare di un parlamento composto per i due terzi da imputati, indagati, inquisiti, prescritti e condannati.

E quella stronza che si spaccia per ministro ( dell’istruzione… “se lei ripercorrirebbe”: è solo l’ultima perla di questa ignorantona nelle cui mani sono affidate le sorti degli studenti di questo paese) ieri sera ha avuto pure il coraggio di dire che se berlusconi e il governo italiano sono invisi e malvisti dai tre quarti del pianeta la colpa è di quel che scrivono i giornali ‘comunisti’.

Punto e virgola, Massimo Gramellini – La Stampa

Grazie alla cortese collaborazione dei magistrati intercettatori Totò Stalin e Peppino Guevara, siamo in grado di fornirvi il testo della storica lettera all’Unione europea che Bossi ha dettato ieri sera a Berlusconi.

«Giovanotto, carta penna e calamaio. Scriviamo… Hai scritto? Comincia, su. Signora Merkel, veniamo noi con questa mia a dirvi , una parola sola: adirvi, che, scusate se sono poche, ma 5 ville in Sardegna noio ci fanno comodo, specie quest’anno che c’è stata una grande moria delle vacche, come voi ben sapete. Punto, due punti, ma sì, Silvio, fai vedere che abbondiamo: abbondandis in abbondandum. Queste ville servono a che voi vi consola-

consolate, non Consuelo a Linate, non mi far perdere il filo, che ce l’ho tutta qui… a che voi vi consolate dai dispiacere che avreta.. avreta, smetti di fare quella faccia: avreta è femminile, Merkel è una femmina, no? Perché – aggettivo qualificativo, ho chiesto a Calderoli – dovete lasciare in pace i pensionati, ché i ministri, che siamo noi medesimi in persona, vi mandano questo… Incartami il contratto delle tue ville, su. Perché i pensionati sono vecchi che invecchiano, che si devono prendere una pensione e che hanno la testa al solito posto che a voi signora Merkel manca, e cioè sul collo. Punto e punto e virgola. Lascia stare, abbonda, che poi dicono che noi padani siamo tirati, siamo provinciali. Salutandovi indistintamente. I ministri Bossi e Berlusconi , apri una parente, (che siamo noi) . Silvio, hai aperto la parente? Chiudila e andiamo a casa. S’è fatto tardi».


Mi dissocio


“Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?” A questa domanda, la reazione ilare di Merkel, Sarkozy e di tutta la stampa presente. 


Poi la risposta del presidente francese: 
“Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche”

(Traduzione: ” quel rincoglionito racconterà le solite balle e non sarà capace di fare niente come sempre  ma noi speriamo che il capo dello stato e l’opposizione facciano il loro lavoro”.)

Io, a differenza di chi si è risentito della reazione di Francia, Germania e  di un’intera sala stampa che sghignazzava e che, diversamente da quel che accade da noi dove il dissenso viene nascosto agli occhi e alle orecchie degli italiani (a Bruxelles non hanno per fortuna nessun Minzolini che manda in onda quello che torna utile al buffone zippato)  si è visto e sentito benissimo, non  mi sento per niente offesa.
L’Italia di cui la Merkel e Sarkozy ridono non è la mia:  è l’Italia di Minzolini, di Vespa, della nipote di Mubarak, di Tarantini,  Lavitola e troie al seguito, di Emilio Fede e di Lele Mora, di Brunetta e Cicchitto, della Carfagna, della Santanché e della Gelmini, di Scilipoti, del tunnel dei neutrini e di “Romolo e Remolo”,  di Bossi e del suo dito medio e di tutto ciò che di orribile e incredibile è potuto accadere in questo paese da quando lo statista più amato degli ultimi 150 anni è “sceso in campo”.  L’Europa e mezzo pianeta ridono del vecchio puttaniere mentre qui ancora viene preso sul serio da qualcuno, ritenuto un interlocutore serio e affidabile in grado di risolvere i problemi del paese nonostante da diciassette anni non abbia fatto altro che aggiustare i suoi,  anche adesso, nel momento peggiore per tutto il mondo sappiamo benissimo quali sono le sue priorità che non hanno niente a che fare  con la crisi globale ma unicamente con i suoi problemi di carattere giudiziario e questa è l’unica ragione per cui non può fare l’unico gesto davvero utile per l’Italia che è quello di dimettersi.  A tutta la dirigenza europea piuttosto andrebbe chiesto    conto della sconsiderata apertura di credito nei confronti di un personaggio che non è impresentabile da adesso  ma lo era anche quando venne ammesso coi fascisti in un PPE che ha steso contro le altre forze antidemocratiche un cordone sanitario. Avevamo sperato che l’Europa trattasse B. almeno come trattava un Heider o un Le Pen, invece per comodità e convenienza lo ha legittimato senza neanche fargli scontare adeguatamente le intemperanze e le  posizioni politiche che ne hanno sempre caratterizzato l’azione.

A chi dice che “nessuno può ridicolizzare l’Italia” bisognerebbe rispondere che sappiamo farlo benissimo da soli visto che da quasi vent’anni il mondo ride di noi ma a noi che non ridiamo né lo abbiamo mai fatto  tocca pagare il prezzo altissimo di questa indecenza che molti ancora spacciano per “volontà popolare”.

La sai l’ultima?

Sì, è proprio come mi ha detto Antonio Allegri ieri sera: “La sapete l’ultima? C’era un francese, una tedesca … e poi un italiano.”

La barzelletta detta così non fa ridere, ma l’italiano, quello sì, ha fatto ridere molto; un’intera sala stampa. No, che avete capito? Certo non lui in quanto tale, dato che appena qualche giorno fa rassicurava sul fatto che, grazie alla sua autorevolezza, sarebbe durato altri 5 anni. Siamo noi, la barzelletta che ha fatto ridere il francese e la tedesca, almeno da quello che ha detto stamani, in televisione un affiliato alla cosca del governo: “L’Italia perde credibilità perché gli italiani di sinistra ne parlano male.” Non fa una grinza.

Ridiamo: Ah! Ah! Ah! Ridiamo tutti i giorni, e sì, sono colpevole perché rido anche io. Come non farlo? Come non esorcizzare la fine che sentiamo morderci il collo? L’altro giorno, quel cazzo buffo – che tizio mi sembra ormai troppo riguardoso e formale, per essere degnamente rappresentativo della realtà – ha detto che non c’era urgenza per un decreto aggiuntivo, per l’ennesimo tentativo di dimostrare all’Europa di avere almeno un salvadanaio mezzo pieno. Ieri invece l’urgenza gliel’ha data la risata che ha sepolto per sempre la dignità di un popolo.

Oggi è urgente, quindi: “bisogna andare in pensione a 67 anni e ne parlerò con bossi.” Torna il “ghepensimismo” quella formula di onnipotenza propagandistica dello psicotico del consiglio. L’ennesima barzelletta che ci farà ridere solo il tempo di comprendere che stiamo messi peggio della Grecia e dell’Argentina che fu. Perché se pure non lo dicono, è così che siamo ridotti, ma per fortuna siamo italiani e ci salva la fantasia.

No, non è una cazzata. Essere italiani ci salverà. Noi siamo il popolo dello chef che si è inventato il gourmet della crisi: cucinare e mangiare le bucce delle verdure, in salsa tartara o salsa rosa. Siamo il popolo che fa convegni organizzati dalle Università sulle “erbette di campo” che tornano di moda, col piacere di andare a cercarsele in campagna. Avremo domani gli stilisti che non si limiteranno più a inventare le scarpe con le suole bucherellate, ma proprio le scarpe sfondate con i buchi sotto le suole e i lacci spezzati e tenuti insieme da un nodo. Saremo fighissimi quando compreremo le auto dagli sfasciacarrozze perché torneranno in auge le auto d’epoca, le vecchie Uno o le Tipo, quelle che nonno tiene in cortile per farci dormire le galline.

Poi siamo il popolo della barzelletta paradossale, quella che a pensarci bene davvero non fa ridere: siamo l’Italia dei deputati e dei senatori che si prendono la pensione dopo due giorni di “lavoro”, che son pagati profumatamente per far un cazzo da mane a sera, o peggio, sono pagati per rubare. Siamo l’Italia della RAI che non sa come pagare gli stipendi, ma che continua a contrattualizzare troiette riciclate per milioni di euro, e minzolini, e giornaliste (?) fantasiose che fan sperare un giorno di poter avere la Ferrari che salva l’acconciatura, proprio ora che non possiamo andare dal parrucchiere, sempre che non sia cinese.

Basta perché sennò potrei esagerare ed iniziare a raccontare l’altra barzelletta tutta italiana, di un cazzo buffo, di uno stalliere e del suo maggiordomo che aveva un cellulare con scheda panamense, e di un certo lavitola, che in realtà poi si scoprì essere Stanislao Moulinsky in uno dei suoi più riusciti travestimenti.

Rita Pani (APOLIDE)