Più solidarietà per tutti [tanto è gratis]

Preambolo: ma Riina che chiede di “mettere berlusconi in galera per tutta la vita”? 
Mica ha detto ci voglio fare un reato insieme, ha chiesto proprio la galera, e a vita per giunta.
Giustizialista!

Mi chiedevo inoltre se nei  76 chili del frigo di Francesco è compreso anche il peso delle corna della première dame. Bel furbacchione pure Hollande, prima si fanno i fatti loro, dichiarano guerre come Bush, le perseguono come Obama, tradiscono le mogli come Hollande e poi vanno a prostrarsi davanti alla loro santità per riguadagnare un’immagine pubblica. 
E le santità approvano, le guerre, le corna e molto altro, e aprono la porta a tutti. Intendiamoci, a me delle storielle di letto di Hollande non frega nulla. Al papa però in quanto capo di una religione che santifica il matrimonio e demonizza l’infedeltà sì, dovrebbe interessare. E questa visita a ridosso dell’ennesimo scandalo di sesso del potente in vaticano è quanto meno inopportuna. Se esiste una diplomazia dovrebbe fare il suo mestiere. Così invece è abbastanza comprensibile la ragione di questo incontro. E il problema è sempre il solito, ovvero che il potere che non viene mai condannato nemmeno moralmente può continuare, attraverso i suoi rappresentanti a fare il cazzo che vuole. Ai cittadini comuni questo non è permesso. Perché a loro, a noi il giudizio morale del prossimo può cambiare la vita. E non abbiamo nemmeno un papa che ci riabilita.

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Sottotitolo: perché  ognuno può dire quello che vuole e non dire quello che dovrebbe al momento opportuno.
E allora succede che il presidente del consiglio abbia, con tre mesi di ritardo espresso la sua solidarietà a Nino Di Matteo, che come giustamente fa notare Marco Travaglio stamattina non è stato minacciato di morte dalla mafia ma “condannato” perché la mafia solitamente quando si prefigge un obiettivo poi riesce a centrarlo [ché non è mica un governicchio di larghe intese, la mafia] e per non far sembrare troppo grave quella condanna o troppo zelante la sua solidarietà – ché non sia mai lo stato si metta al fianco di chi lavora per lo stato e non invece di chi lo deruba – ha aggiunto la solidarietà anche a Piero Grasso condannato a fare il presidente del senato.

E, siccome le disgrazie non vengono mai sole, nessun giornalista di buona volontà è andato a chiedere a Enrico Letta come mai la solidarietà a Nino Di Matteo da parte di una parte delle istituzioni sia arrivata oltre il tempo regolamentare rispetto ad altre che hanno riguardato altre persone e altre situazioni meno gravi espresse quasi in tempo reale, né i motivi per i quali Piero Grasso ha bisogno anche della mia solidarietà.

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LO SVUOTA-CARCERI LIBERA GOMORRA (Thomas Mackinson e Davide Milosa).

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Giorni fa sentivo a radio Capital che in Italia a causa della crisi sono aumentati i reati di microcriminalità come i furti negli appartamenti, gli scippi e le rapine. 
Premesso che un furto in casa non ha mai una micro dimensione perché spesso e volentieri oltre al danno di ciò che viene sottratto chi entra in una casa senza chiavi deve trovare un modo per farlo. Io ad esempio, oltre alla perdita di oggetti di valore, alcuni di un valore semplicemente simbolico altri di valore e basta ho dovuto rifare per intero la porta di casa che mi avevano sradicato dal muro e, abitando in una casa che inizia dal pianterreno mettermi dietro le sbarre da incensurata. 
Una spesa che sul bilancio familiare incide e costringe a fare a meno di altre cose per un po’. Oltre a quelle di cui si era già dovuto fare a meno per motivi contingenti. 
E nemmeno uno scippo è un reato micro, perché spesso per strappare una borsa dalle mani si usa violenza, una persona può cadere, farsi male e il gesto violento lascia inevitabilmente delle conseguenze psicologiche, come anche il furto in casa. 
E, a meno che le persone che si rimetteranno in libertà con l’indulto non abbiano di che mantenersi una volta usciti dal carcere è facile presumere che riprenderanno la loro consueta attività criminosa. 
Del dramma dei detenuti si è discusso tante volte e ogni volta la conclusione è stata la stessa, cioè che non è rimettendo per strada persone che si mantengono abitualmente grazie a furti, scippi e rapine che si risolve quel dramma. Che il problema del sovraffollamento delle carceri è dovuto ad altri fattori quali leggi sbagliate ed un uso esuberante ed eccessivo della custodia cautelare. Oltre ovviamente al discorso strutturale che in questo paese nessuno vuole affrontare per rendere le carceri quel luogo di redenzione sociale umanamente vivibile e sostenibile come prevede il nostro diritto. 
E lo stato, nel momento peggiore del suo rapporto coi cittadini, nel momento in cui la fame costringe gente a rubare, invece di prendere provvedimenti che abbiano un effetto positivo per questo obiettivo di nuovo si mette contro i cittadini trovando nell’indulto, e cioè rimettendo per strada persone che hanno un cattivo rapporto con la società cosiddetta civile, l’unico modus operandi per sbloccare una situazione umanamente insostenibile. 
I cittadini vittime sempre e comunque delle scelte scellerate di una politica incapace di applicare con serietà le leggi che essa stessa produce. 
Alcuni, molti, vittime due volte. Ho sempre detto e scritto, perché lo penso, che la criminalità è un fatto umano che non si estinguerà se non con la fine dell’umanità. Ma imparare a convivere coi fenomeni sociali, anche quelli inevitabili non vuol dire doverli accettare, subire passivamente, e nemmeno significa subire passivamente le scelte e le decisioni di governi che agiscono in proprio e non secondo la volontà del popolo. Uno stato ha il dovere di tutelare i cittadini, di farsi sentire sempre al loro fianco, non costringerli a doversi confrontare continuamente con le paure e l’incertezza. Perché la paura mette pensieri sbagliati in testa, chi pensa male vive male e si comporta male a sua volta, votando anche male, lo abbiamo visto con la lega, con alemanno, gente che promette e ha promesso quel che non potrà mantenere e non ha mantenuto e sulle paure dei cittadini ci campa di rendita. 

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Non sanno quello che fanno
Marco Travaglio, 25 gennaio

La verità è che noi i politici li sopravvalutiamo. Tutti. Pensiamo che dietro ogni loro parola, sguardo, scelta, proposta ci sia dietro chissà chi e che cosa. Invece, il più delle volte, c’è il sottovuotospinto, del resto facilmente riscontrabile nei loro sguardi persi nel nulla. È il principale difetto delle tesi complottiste: sono sempre molto affascinanti perché ogni complotto inizia regolarmente alcuni secoli fa, mette d’accordo centinaia di persone che manco si conoscevano, infila nella sceneggiatura potentissime banche d’affari, logge massoniche, potentati occulti e criminali, servizi deviatissimi e alla fine tutto torna.

Poi uno guarda in faccia Enrico Letta, Fassina, Angelino Jolie o l’ultimo acquisto Toti, ma pure i tecnici tipo Fornero, Saccomanni o Cancellieri, e deve arrendersi a un’evidenza più prosaica: questi non li manda nessuno, nemmeno Picone; si mandano da soli e, quando non rubano, non sanno quello che fanno. Intendiamoci: non è un’attenuante, è un’aggravante, visto che hanno in mano le nostre vite e i nostri soldi. E più sono incapaci più diventano burattini delle lobby. La supertecnica Fornero allungò l’età pensionabile, poi si stupì molto perché aumentavano i giovani disoccupati e gli esodati, cioè i lavoratori espulsi in anticipo e rimasti senza più uno stipendio e senza ancora una pensione. Chi l’avrebbe mai detto, eh? Pure Saccomanni pareva questo granché, poi l’abbiamo visto all’opera con l’Imu. La Cancellieri ha passato la vita a fare il prefetto: se la macchina dello Stato non la conosce lei, siamo freschi. Invece conosce solo Ligresti. Ha fatto una legge svuotacarceri che non svuota una mazza, come le precedenti di Alfano e Severino (altri due geni). L’altro giorno, con l’aria di chi passa di lì per caso, ha spiegato (a noi) che abbiamo 9 milioni di processi pendenti, dunque ci vogliono l’amnistia e l’indulto. Come se uno avesse la casa allagata perché ha lasciato aperto il rubinetto della vasca da bagno e, anziché chiuderlo, svuotasse l’acqua col cucchiaino.

Pure il presidente della Cassazione Giorgio Santacroce invoca l’indulto per mettere fuori “chi non merita di stare in carcere”. Ma poi non spiega chi, di grazia, sarebbe in galera senza meritarlo, e perché ci sia finito, visto che il carcere è previsto dalle leggi dello Stato ed è il risultato di sentenze emesse dalla Cassazione che lui presiede. Dopodiché, in lieve contraddizione con se stesso, chiede di riformare la prescrizione che garantisce l’impunità a 200 mila imputati l’anno: ma lo sa o non lo sa che, se i prescritti venissero condannati, i detenuti raddoppierebbero? Che si fa: si aboliscono direttamente le carceri? L’altroieri Enrico Letta, con tre mesi di ritardo, ha trovato il coraggio di pronunciare il nome di Nino Di Matteo e di inviargli la solidarietà per le ripetute condanne a morte emesse da Totò Riina (lui le chiama eufemisticamente “minacce”). Poi però s’è spaventato di averne detta una giusta e ci ha aggiunto una fregnaccia: la solidarietà a Piero Grasso. Ohibò, si son detti tutti quanti, Grasso compreso: Riina ha condannato a morte anche Grasso e non ne sappiamo nulla? Niente paura: semplicemente il pentito La Barbera ha raccontato al processo Trattativa un fatto noto da 15 anni, e cioè che nel ’92, dopo Salvo Lima, Cosa Nostra progettava di uccidere Mannino, Martelli, i figli di Andreotti e Grasso. Poi cambiò idea. Ma Letta non sa nulla, infatti fa il premier. Oppure non gli pare vero di associare all’impronunciabile Di Matteo un personaggio che piace alla gente che piace: Grasso. E ha posto sullo stesso piano l’ordine emesso tre mesi fa da Riina di uccidere Di Matteo con l’attentato a Grasso annullato 22 anni fa: “Profonda solidarietà al pm Di Matteo e al presidente Grasso oggetto di minacce terribili”. Ieri anche Vendola, altro esperto, ha tributato “affettuosa solidarietà a Grasso e Di Matteo”. Niente solidarietà, al momento, per Mannino, Martelli e i figli di Andreotti. Letta e Vendola provvederanno fra 22 anni.

Liberi quasi tutti? no: libero lui, again [ma il ventennio è finito]

 Sottotitolo: quando molti di noi dicevano già svariati anni fa che questo delinquente senzadio avrebbe inquinato tutto ci prendevano per scemi. Quando dicevamo che non era solo il conflitto di interessi il problema ma tutta la scia di indecenze istituzionalizzate, rese normali e ancorché legali grazie a leggi e leggine firmate anche da chi oggi s’indigna e accusa altri di fregarsene della gente dopo aver tollerato, favorito i comportamenti e le esigenze del fuori legge al quale solo pochi mesi fa ha dato licenza di poter partecipare alla vita politica del paese il giorno dopo la condanna in primo grado per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. Eh sì, l’indulto e l’amnistia servono proprio ai poveracci. E anche nel merito della questione delle carceri la cosiddetta [dis]informazione ha la sua responsabilità se oggi c’è gente che non crede che la galera in Italia è un ambiente ormai riservato alla sfera dei borderline, quelli che non hanno la possibilità di pagarsi eserciti di avvocati prestigiosi.

Che è molto più facile che in un carcere ci vada a finire chi commette reati di seconda categoria invece di chi, come sarebbe giusto e normale in un paese civile,  danneggia la collettività. Nessuno dei nostri grandi [dis]informatori, a parte i soliti faziosi manettari, mette l’accento su quanto sia ingiusto che silvio berlusconi possa fregarsene allegramente della sua condanna e trovare anche il sostegno di un presidente della repubblica che trova sempre l’argomento e le parole sbagliate al momento opportuno.

berlusconi viene condannato in primo grado? lui pretende che possa continuare a svolgere quell’attività politica che non ha mai svolto chi può vantare il 99% di assenze in parlamento. berlusconi viene condannato in via definitiva? bene, Napolitano invece di congratularsi, da capo del CSM qual è con la giustizia che ha finalmente raggiunto un obiettivo importantissimo chiede la riforma della giustizia. berlusconi va in tv a infamare lo stato e i magistrati? ottimo: Napolitano chiede ai magistrati di mantenere il senso della misura. A berlusconi sta per essere applicata una sentenza candeggiata e ammorbidita ché non sia mai che il prepotente delinquente possa subire un trauma? magnifico: Napolitano monita di amnistie e indulto necessari.

A chi, lo sa Napolitano e lo sa anche berlusconi. Entrambi sanno anche il perché.

In questo paese c’è un pregiudicato condannato ancora libero, che non ha visto modificare di un niente la sua vita consueta, uno che ha commesso uno dei reati più odiosi di tutti ma che la stragrande maggioranza della gente non percepisce come tale perché non lo subisce direttamente come la rapina, il furto in casa.

Un reato, la frode fiscale, che in un paese civile sarebbe l’ultima cosa che una persona può fare prima di finire in una galera per il resto dei suoi giorni. Perché la frode, l’evasione sono reati che a cascata colpiscono tutti, ed è per questo che sono puniti in relazione alla quantità di persone danneggiate da chi ruba allo stato.
Ovunque, ma non Italia, e chissà perché.

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Estremo indulto – Massimo Rocca – Il contropelo di radio Capital – Tanto per dire quanto sia finito il ventennio. Guardate quanto la vicenda Berlusconi è in grado di intossicare la vita del paese. Quante decine di migliaia di persone rischiano di veder compromessa la loro situazione solo per essere involontariamente associate alla sua. Il tema del sovraffollamento delle carceri è un tema di dignità del paese. Come quello dei Cie. Che si risolve chiedendo l’abrogazione per decreto della Bossi Fini e della Fini Giovanardi che le intasano di persone a bassissimo rischio. Che si risolve costruendo nuove carceri con i soldi pubblici dicendo all’Europa che se non sono d’accordo si accomodino nel braccio b. Però è un problema che c’èra ieri e ierlaltro. E che sollevato proprio qui e ora non può che diventare occasione di polemica e sospetto. Cosa che Napolitano sa benissimo visto che ha dovuto premettere una excusatio non petita. Ed è inutile ricordare che i reati finanziari non sarebbero amnistiati. Ormai neppure Berlusconi crede di potersi sottrarre ai servizi sociali. Sono le inchieste per intralcio alla giustizia e corruzione di testimoni che vedi Bari sono l’ incubo dell’indagato.

Il sovraffollamento delle carceri è incostituzionale, dice Napolitano,
certo, ma anche quelle leggi che contribuiscono a riempire le carceri
più del dovuto lo sono: quelle che condannano gli innocenti, ad esempio.
E ci vuole un coraggio immenso, motivato probabilmente da ragioni
importantissime tipo offrire la salvezza per vie traverse, visto che le
tradizionali, quelle che lo stato gli ha offerto in tutto questo tempo
non sono state sufficienti al solito noto pregiudicato e delinquente condannato a quattro anni di galera per aver frodato lo stato, ovvero rubato a tutti noi, per parlare di amnistia e indulto invece che di abolizione della bossi fini davanti ai morti di Lampedusa.
Peggio di un presidente della repubblica  di parte, della
solita parte, ovvero quella della politica disonesta che pensa e fa leggi
vergognose come quelle che mandano in galera chi non è colpevole di niente e salvano invece quelli molto colpevoli di reati pesantissimi, c’è solo un presidente della repubblica in malafede che
quelle leggi le ha firmate e oggi ci viene a dire che, guarda un po’
mannaggia la miseria, le carceri sono piene e Strasburgo chiede
provvedimenti per ovviare al dramma di un sistema carcerario da
terzo mondo, così come da terzo mondo sono scuole, ospedali e tutto
quel che ha a che fare con quel pubblico per il quale i contribuenti
pagano le tasse e che dovrebbe offrire un servizio adeguato, decente, da repubblica democratica ma che però non desta la preoccupazione del presidente della repubblica e di quella della camera quanto la risoluzione  per via definitiva di sentenze e condanne per quei reati e chi li commette che creano poi il giusto disagio nei cittadini che non commettono reati.
Il 15 maggio 2006 Napolitano salì al Quirinale da presidente della
repubblica e il 29 luglio fu approvato l’indulto, oggi abbiamo di nuovo
Napolitano presidente della repubblica, per la prima volta nella storia
della repubblica un presidente è stato rieletto una seconda volta [deve essere proprio bravo, quindi] e di nuovo Napolitano invoca l’amnistia e l’indulto senza fare il minimo accenno a quelle leggi sbagliate che portano anche la sua firma, quelle che mandano in carcere i “clandestini”  né quelle che mandano gente a morire ammazzata di botte nei sotterranei di un carcere perché trovata in possesso di una manciata di fumo [per informazioni chiedere a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, massacrato da non si bene chi e morto ufficialmente di fame e di sete]. Né peraltro ha fatto cenno a quella legge che manca affinché poi quell’indulto “necessario” non vanifichi le sentenze così com’è accaduto per i massacratori del G8 di Genova che non hanno ricevuto una giusta punizione perché in questo paese, quello delle mele marce e delle schegge impazzite, manca una legge contro le torture di stato, contro quei maltrattamenti che quotidianamente, nel silenzio finché non ci scappa il morto o l’invalido permanente, le forze dell’ordine infliggono a persone forse colpevoli di qualcosa ma disarmate di fronte al braccio violento del potere. E nemmeno il presidente di tutti ha precisato che eventualmente da quell’amnistia e da quell’indulto bisogna lasciare fuori quelli, specialmente uno, quello con la capacità naturale di delinquere e che  dopo la condanna definitiva sta per andare incontro a nuovi provvedimenti giudiziari,  che hanno infamato lo stato più del ladruncolo, lo scippatore, l’extracomunitario che viene qui pensando che l’Italia sia un paese civile e non uno dove  si preferisce liberare ogni tot di anni qualche manciata di criminali grandi e piccoli invece di fare leggi buone, giuste, quelle che in galera ci mandano solo chi ci deve andare. 

In Italia sono decenni che servono  provvedimenti straordinari per migliorare l’indecenza delle carceri, combinazione proprio adesso si scoprono impellenti.
Guardacaso dopo la condanna di silvio berlusconi.
Ad ogni cambio di governo si parla di indulti e amnistie che fino ad ora non hanno favorito affatto i poveri disgraziati ma solo quelli grandi, grandissimi, da previti ai macellai della Diaz passando per gli assassini di Federico Aldrovandi, sarà lecito pensare male? eccome.

  Eliminare la bossi fini e la bossi giovanardi già sarebbe utile a non riempirle, le carceri. Ma Napolitano questo non lo dice.

Nessuno che conosca la situazione indegna delle carceri non è d’accordo su provvedimenti strutturali e di ripensamento delle pene detentive, ma perché adesso? perché Napolitano insiste così tanto? non è credibile.

Ogni volta che cambiano i governi e il presidente della repubblica ci ricordiamo delle carceri? durante i governi, possibilmente lontano dalla condanna di berlusconi, no?

La maggior parte degli ospiti delle patrie galere potrebbe scontare la pena in strutture alternative, essere rieducata applicando finalmente quel diritto finalizzato alla riabilitazione sociale del detenuto, dare un contributo utile al paese, imparare un mestiere. Ma Napolitano chiede quei provvedimenti definitivi che annullano le condanne, restituiscono la libertà ai delinquenti eccellenti e che poi condizionano le sentenze com’è accaduto per i bastardi in divisa. 

Basterebbe non mandare in galera chi ruba due etti di parmigiano, per evitare il sovraffollamento delle carceri, visto che chi ruba milioni su milioni allo stato NON ci va.
Ogni riferimento a berlusconi non è puramente casuale ma intenzionale e voluto.
Ma questo Napolitano non lo dice; non dice che le galere saranno sempre più piene di disperati che rubano per fame ma, grazie ad indulti fintamente necessari e amnistie fintamente umanizzate resteranno inesorabilmente vuote di chi è la causa della loro disperazione.

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Amnesia e insulto

Marco Travaglio, 9 ottobre

Basta, pietà, non se ne può più, ci vogliono prendere per sfinimento. Mentre quel buontempone di Letta Nipote si trastulla con la fine del ventennio, già si lavora per aprirne un altro. Il massimo rappresentante di una classe politica incapace e cialtrona che da vent’anni non fa altro che inventare reati inutili e riempire vieppiù le carceri per gabbare la gente, vellicarne i più bestiali istinti e nascondere la propria inettitudine, cade dal pero e viene a raccontarci (a noi!) che bisogna liberare un’altra volta decine di migliaia di criminali, come già nel 2006, perché non c’è più tempo da perdere e l’Europa sta per condannarci per il nostro sistema carcerario da terzo mondo. Se ce lo chiedesse un marziano, potremmo pure ascoltarlo. Ma ce lo chiede Napolitano, un signore che entrò in Parlamento nel 1953, è stato presidente della Camera fra il 1992 e il ’94, poi ministro dell’Interno dal 1996 al ’98, e da sette anni e passa è nientemeno che il presidente della Repubblica che ha firmato senza batter ciglio una miriade di leggi affolla-carceri. E ora viene a spiegarci (a noi!) che le prigioni sono strapiene e bisogna spalancarne le porte con una bella legge libera-tutti (o quasi). Indulto e, già che ci siamo, pure amnistia. Per entrambi i provvedimenti occorrono i due terzi del Parlamento, dunque già sappiamo come andrà a finire. Dando per scontato che, salvo improvvisi istinti suicidi, 5Stelle e Lega voteranno contro, in Parlamento occorreranno i voti di Pd-Pdl-Scelta civica (che superano di poco il 66%). E il Pdl farà pagare la propria indispensabilità cara e salata con l’ennesimo ricatto, quando si dovranno decidere il tetto massimo di pena per i reati da amnistiare e la lista dei delitti da indultare (come già nel 2006 per il “liberi tutti” di Mastella & C.). O vi rientreranno i reati di Berlusconi, oppure non ci sarà la maggioranza e il supermonito di Napolitano cadrà nel vuoto. Risultato: nella migliore delle ipotesi, i processi in corso di B. saranno falcidiati dall’ennesimo sconto di 3 anni di pena (come già accaduto per 3 anni su 4 nel processo Mediaset); e, nella peggiore, non si celebreranno proprio per l’amnistia (che estingue direttamente il reato).

Ma non c’è solo B. Alzando lo sguardo sulle vicende giudiziarie degli ultimi anni, la lista degli imputati eccellenti è un mezzo elenco telefonico: banchieri, imprenditori, manager, politici nazionali e locali che hanno grassato e depredato l’Italia la farebbero franca senza mai vedere una cella neppure in cartolina, con la scusa dei poveri detenuti che affollano le carceri. Il tutto è reso ancor più odioso dal ricatto morale del solenne messaggio alle Camere di un Presidente che pare abbia vissuto su Marte fino a ieri mattina, e scopre all’improvviso l’urgenza del colpo di spugna per evitare una sanzione europea tanto sacrosanta quanto prevedibile e prevista. Poi, alle prime critiche, insulta i 5Stelle, cioè gli unici parlamentari che, mentre la classe politica creava ad arte l’emergenza carceri per preparare l’ennesimo colpo di spugna, non c’erano. No, non sono l’indulto di tre anni e l’amnistia la sola ricetta possibile per evitare la dispendiosa condanna europea: anche perché, senza incidere sulle cause che producono tanti detenuti, fra sei mesi saremmo punto e daccapo. La soluzione è un decreto (i motivi di eccezionalità e urgenza ci sono tutti) del governo che depenalizzi i reati inutili; cancelli la ex-Cirielli che tiene dentro i recidivi per periodi spropositati, rispedisca in patria i detenuti clandestini (come previsto da una delle poche norme sagge della Bossi-Fini); faccia tabula rasa della Fini-Giovanardi sul reato di possesso di droghe anche in minima quantità; e smantelli i “pacchetti sicurezza” di Maroni & C. (l’ultimo, come sempre firmato da Napolitano nel 2009, istituiva il tragicomico reato di immigrazione clandestina).

Ma metta anche in funzione le tante carceri e i tanti reparti ora inutilizzati (vedi dossier presentato dai 5Stelle); riapra Pianosa e Asinara scriteriatamente chiuse nel ’97 come da “papello”; e magari adatti a centri di reclusione provvisoria qualcuna delle tante caserme rimaste vuote dopo la fine della leva obbligatoria per ospitarvi i detenuti meno pericolosi, in attesa di costruire strutture più moderne. Se poi tutto questo non basterà, si adotti un indulto di un anno al massimo per tutti i condannati, senza eccezioni (salvo magari i mafiosi). Ma l’amnistia per i reati bagatellari non serve a nulla (i detenuti per reati bagatellari sono pochissimi), se non ad aprire una porta per farvi entrare di tutto. E l’indulto di tre anni è uno sproposito criminale e criminogeno: sia perché rimetterebbe in libertà migliaia di pericolosi criminali pronti a tornare a delinquere, per indole o per necessità (se non trovano lavoro i neolaureati, figuriamoci gli ex detenuti); sia perché l’Italia darebbe vieppiù di sé l’immagine del paradiso dei delinquenti, attirando altre migliaia di immigrati clandestini: non quelli che fuggono dalla fame e dalle guerre, ma quelli che cercano il posto migliore dove farla franca. E lo trovano regolarmente in Italia. Basta, signori. Basta. Piantatela di scaricare sulla gente onesta gli effetti della vostra incapacità e illegalità. Perché prima o poi, nel loro piccolo, anche gli onesti s’incazzano.

Ite missa est

Sottotitolo: Fucksia e Borghezio contro Laura Boldrini  –  La guerra dei razzisti contro Laura Boldrini

Per certe menti bacate è inconcepibile che una bella donna possa essere allo stesso tempo in gamba, intelligente e che sappia fare cose buone, invece e piuttosto, di vendersi a vecchi erotomani in odor di mafia.

ANCHE DITTATORE MUGABE PER MESSA INAUGURAZIONE

Il papa nuovo sarà anche povero e bello ma le abitudini sono rimaste quelle pessime di sempre.

Nell’aprile 2011 al dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe, accusato di crimini contro l’umanità fu concesso di partecipare alla beatificazione di Wojtyła. Lo stato italiano fu costretto a sorvolare sulle leggi recenti in funzione dell’obbrobrio fascista dei patti lateranensi e consentire a Mugabe, indesiderato in base alle sanzioni europee che gli vietavano il visto d’ingresso in tutti i paesi membri, di calpestare il territorio italiano.

Avviata una nuova azione disciplinare contro Ingroia

Documenti – Altri documenti

[Antimafia 2000 – http://www.19luglio1992.com]

Aldrovandi, grazie allo ‘svuota carceri’ la poliziotta condannata è già a casa

Monica Segatto, l’agente che doveva scontare 3 anni e 6 mesi in carcere – già ridotti a 6 mesi grazie all’indulto – passerà gli ultimi quattro e mezzo ai domiciliari. La madre di Federico: “Un ulteriore regalo per i colpevoli, per me uguale alle risate dei poliziotti”. [Il Fatto Quotidiano]

ANM: “DA BERLUSCONI INSULTI INTOLLERABILI”

A scatenare le risposte dei magistrati sono state le parole di Berlusconi che ha segnalato oggi “un attacco alla mia libertà personale” da parte dei giudici, che “vogliono farmi fare la fine di Craxi”. L’ex premier ha poi parlato di una “dittatura dei magistrati“, spiegando che ”all’interno della magistratura c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici”. [Il Fatto Quotidiano]

Naturalmente Napolitano qui tace, e anche la Severino 

Ancora qualche dubbio che certi decreti, indulti e amnistie non abbiano poi quel fine misericordioso  che gli si vuole dare  a tutti costi per giustificarli? Fin’ora l’indulto ha garantito solo delinquenti “eccellenti” fra cui i macellai della Diaz. Oggi, grazie a quell’altra genialata dello svuota carceri un’assassina che rideva sul cadavere di un ragazzino a cui quattro poliziotti  fra cui proprio lei hanno spaccato il cuore a forza di botte può trascorrere la sua pena ridicola tra le mura di casa sua, fra i suoi affetti e dormire nel suo letto.
Gli assassini di Federico non solo non hanno mai perso nemmeno il posto di lavoro ma non subiranno nemmeno una giusta ed equa punizione per aver tolto la vita a calci e a botte a un ragazzino.
E da quando un omicidio volontario, altroché eccesso nell’eccesso di omicidio colposo, un reato à la carte che manco esisteva nel codice ed è stato confezionato della taglia giusta per i quattro criminali – ah no, per le poche mele marce, ah no alla seconda – per qualche scheggia impazzita, deve essere considerato minore e meritevole di certi bonus? 

Dunque, per riepilogare, abbiamo un delinquente recidivo che, nonostante lo stato gli abbia garantito ogni tutela per evitarsi il tribunale e la relativa galera che gli spetterebbe – col beneplacito di Papà Giorgio  che una carezza al figlio discolo non l’ha mai negata – continua a minacciare la rivolta di piazza perché  vorrebbe  addirittura scegliersi lui un presidente della repubblica di garanzia – come se Napolitano non avesse fatto quasi nient’altro che garantire lui in tutti questi anni, firmargli leggi incredibili che la Consulta ha poi puntualmente cassato e mettere una buona parola per lui come ha fatto solo qualche giorno fa quando ha detto che la Magistratura deve poter consentire “la partecipazione di tutti a questa fase politica”  ma malgrado tutto ciò berlusconi e il suo seguito  di IMPRESENTABILI  non si sentono ancora garantiti; un Magistrato, Antonio Ingroia,  sottoposto ad azioni disciplinari per volere del ministro della giustizia e quattro assassini a cui la vita non è cambiata né cambierà di una virgola, grazie alla giustizia che come si può evincere continua a tutelare i carnefici e mai le vittime.
Poi dice perché la gente in Italia non ha più ben chiaro il concetto della differenza fra onesti e delinquenti e continua a votare i delinquenti.