Dice b., mentendo more solito, che con Prodi al Quirinale se ne andrebbero lui e tutti quelli come lui, essai che perdita.
Con D’Alema invece, dovremmo andarcene noi, e tutti quelli come noi.
E’ inconcepibile quello che sta succedendo, ci vorrebbero gli osservatori dell’OCSE a vigilare.
Questo paese va commissariato
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Quando il ciarlatano impostore abusivo dice che una cosa non gli va bene, l’ha già preferita. E comprata.
Ad esempio quando disse che non avrebbe mai preso Nesta al Milan perché era “immorale” spendere così tanti soldi per un calciatore o quando, di recente ha arruolato Balotelli dopo aver detto di lui che è una mela marcia che nuoce al gruppo.
Quindi, se dice che Prodi non gli piace, al contrario gli va benissimo anche lui.
Come diceva Montanelli, che lo conosceva bene: “berlusconi è un mentitore professionale: mente a tutti, sempre, anche a se stesso, al punto da credere alle sue stesse menzogne”.
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Mi affascina molto il tenore dell’analisi politica del Pd su Rodotà.
Ovvero: “Rodotà è bravo, è nostro, sarebbe bello. Però lo ha proposto Grillo. Quindi niente”. Neanche all’asilo una roba così.
[Andrea Scanzi]
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Preambolo: “per questo, se il segretario nelle prossime ore muoverà altri passi verso l’assassinio del suo partito, o ammette di essere uno stupido, o annuncia finalmente agli elettori che c’è qualcosa che non sanno. Che tra i vertici del Pd [nelle loro varie forme] e quelli del Pdl [nella loro unica forma] c’è almeno un patto, un ricatto, un accordo magari ventennale.
Un qualcosa che possa rendere, non diciamo accettabile, ma almeno ragionevole questa follia.” [Peter Gomez]
Sottotitolo: il centrosinistra in questo paese sarà destinato a restare nello stanzino delle scope e degli stracci – da eterno perdente – perché è arrogante, si ammanta di una superiorità che le è appartenuta ma in altri tempi: quando si chiamava sinistra senza il centro.
E in più, oggi, si è aggiunta anche questa incredibile e a noi inspiegabile ma evidentemente non a loro – fascinazione per un personaggio che gente normale si vergognerebbe ad avere per vicino di casa, non ci prenderebbe un aperitivo, ma del quale, invece, la maggior parte di questi strateghi della politica, a cui non affiderei nemmeno il mio cane da portare ai giardinetti se ne avessi uno, non possono fare a meno.
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Il fatto che la figura di Rodotà venga definita “divisiva” la dice lunga su quali siano le aspettative della politica rispetto al presidente della repubblica.
Alla politica non interessa la competenza, la conoscenza, la serietà.
E ancor meno interessa che il capo dello stato faccia da garante allo stato; la politica vuole una garanzia per sé, quindi un presidente disposto a chiudere un occhio e a non farla tanto lunga in presenza di irregolarità anticostituzionali.
Ecco Perché Stefano Rodotà non va bene alla politica ma a Grillo, il populista, lo sfascista qualunquista sì.
Grillo che “non vuole salvare il culo di b” lo dice: Bersani quando lo dice? e D’Alema, Veltroni, Violante e compagnia pessima e perdente quando lo hanno detto? alla fine quel che resta sono come sempre i fatti, e mi pare che più chiaro di così, non si può.
Grillo li ha smascherati definitivamente. Ha fatto in modo che si potesse eliminare anche l’ultimo dubbio su questa relazione perversa che dura ininterrottamente da diciotto anni. E, quante altre volte dovremo ripeterci che se la politica avesse fatto il suo Grillo avrebbe fatto altrettanto? dunque di chi è la responsabilità maggiore?
Per fortuna almeno nessuno stavolta avrà il coraggio di trovare il colpevole terzo, quello a cui addossare la responsabilità di un fallimento annunciato.
Quelli che in tutti questi anni hanno avuto il coraggio di pensare dire e scrivere che la colpa di tutto è di Guzzanti [chi? il fratello, la sorella, il padre? ah, saperlo…], Crozza, Grillo, Vauro, e, che lo dico a fare? di Travaglio e Santoro.
Colpevoli niente meno che di essere i principali sostenitori di berlusconi.
Per non parlare di quei due mascalzoni di Rizzo e Stella che hanno osato scoperchiare il pentolone delle indecenze: qualcuno avrebbe applicato volentieri alle ruberie e agli sprechi di stato la teoria dell’occhio non vede cuore non duole, aspettare la bancarotta in serenità mentre i ladri si godevano la loro refurtiva.
Mentre, e invece, i migliori alleati di berlusconi sono stati e sono quelli che hanno proposto marini al quirinale.
Gli altri, giornalisti, scrittori, comici, quelli che molti nominano e considerano con disprezzo sono vent’anni che mettono in guardia gli italiani, che invitano la politica seria, responsabile, a prendere le distanze dal delinquente impostore.
Mentre la base, quella democratica s’intende, mangiava e beveva tutto senza fare un fiato, guai a chi tocca d’alema, violante, il segretario, perfino quel deficiente del nipote dello zio.
Ecco perché spero che da oggi in poi facciano tutti tesoro di questa squallida esperienza le cui conseguenze pagheremo TUTTI, e che la smettano una volta e per sempre di andare a cercare i colpevoli fuori, che imparassero a guardarsi in casa e se proprio se la devono e vogliono prendere con qualcuno potrebbero iniziare cacciando a calci in culo i 221 traditori che hanno votato a favore di Marini.
Quindi, per la regola che mi sono imposta rispetto alla politica, almeno fintantoché la politica in Italia non tornerà, o per meglio dire inizierà ad essere qualcosa di serio, e cioè quella di pensare un po’ quel cazzo che voglio visto che la politica fa quel cazzo che vuole lei, voglio esprimere, dopo aver letto e ascoltato l’ennesima orazione civile di Marco Travaglio, tutto il mio disprezzo per tutti quelli che in questi anni hanno sempre e sistematicamente remato contro quei quattro gatti che
avvertivano, informavano, dicevano agli italiani: “state attenti che qua finisce male”.
Per tutti quelli che “non si demonizza l’avversario”, quelli che “parlare male di b., fa il gioco di b”., come se raccontare la verità dei fatti fosse solo chiacchiericcio, pettegolezzo, anziché cronaca e informazione.
Per tutti quelli che hanno individuato il nemico della democrazia, l’alleato di berlusconi nel giornalista, il comico, lo scrittore mentre, e invece, i nemici della democrazia, della Costituzione e i migliori alleati di berlusconi erano e sono seduti comodamente in parlamento, al Quirinale e, alla luce di quello che sta succedendo in queste ore, non hanno la benché minima intenzione di cambiare registro.
Quello che si sta preparando in queste ore mascherato da elezione del presidente della repubblica è, dopo la bicamerale del genietto alle cime di rapa e la nomina del governo cosiddetto tecnico di Napolitano, il più grande, grave e inaccettabile furto della democrazia e dei diritti degli italiani mai avvenuto da che esiste questa repubblica.
Che le manovre di palazzo prevedano accordi non sempre trasparenti in virtù di quella fantomatica “ragion di stato” è un fatto, che certi compromessi siano sempre stati fatti è cosa purtroppo nota a tutti, ma la sfacciataggine con cui la politica sta operando in queste ore rifiutando una persona limpida come Stefano Rodotà continuando a proporre personaggi dal passato oscuro, gente che ha sempre lavorato a braccetto – in pubblico ma soprattutto in privato – per fare il gioco di silvio berlusconi e consentirgli di potersi sottrarre dalle sue responsabilità giudiziarie e politiche, o, come ha appena fatto Bersani riproponendo Prodi, un politico di lungo corso ma che non è il segnale di quel rinnovamento di cui questo paese ha un disperato bisogno somiglia molto ad un colpo di stato.
E se anche il MoVimento penserà che tutto sommato Prodi andrebbe bene, che sia davvero lui il famoso presidente di tutti, quello delle larghe intese, della condivisione a tutti i costi vuol dire che davvero non ci potremo più fidare di nessuno.
Perché Prodi è proprio l’antitesi di tutte le teorie dei 5s: europeista, amico delle banche, un rappresentante perfetto della vecchia politica.
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Perché
Marco Travaglio – 19 aprile
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Quello che accade lo vedono tutti. Ma a molti sfugge il perché. Il gruppetto dirigente del centrosinistra, sempre lo stesso che da vent’anni non ne azzecca una e salva sempre B. che garantisce la reciproca sopravvivenza, cerca ancora una volta di salvare se stesso (e dunque B.) mandando al Quirinale un uomo controllabile e ricattabile, anche in vista di un governo di largo inciucio. Ma la parola inciucio è riduttiva, perché non siamo di fronte a un accordo momentaneo, provvisorio. Ma a un patto permanente e strategico che regge dal 1994, a una Bicamerale sempre aperta, anche se mascherata qua e là con finti scontri per abbindolare gli elettori e trascinarli alle urne agitando gli speculari spauracchi dei “comunisti” e del “Cavaliere nero”. Se la memoria degl’italiani non fosse quella dei pesci rossi, che dura al massimo tre mesi, i contestatori in piazza o nel web contro Marini e chi l’ha scelto ricorderebbero che sono vent’anni che manifestiamo per la stessa cosa. Dal popolo dei fax ai girotondi, dal Palavobis al popolo viola, da 5Stelle alle altre emersioni del fenomeno carsico che Ginsborg chiama “ceto medio riflessivo”, l’obiettivo è sempre il compromesso al ribasso destra-sinistra contro la Costituzione, la legalità, la magistratura indipendentee la libera informazione. È ora di cambiare slogan e prendere atto della realtà: urlare “Perché lo fate?” o “Non fatelo!” è troppo ingenuo per bastare.
Perché l’hanno sempre fatto e sempre lo faranno. E non perché si sbaglino ogni volta. Non si può sbagliare sempre, ininterrottamente, per vent’anni. Se uno, rincasando ogni sera, trova la moglie a letto con un altro, sempre lo stesso, deve rassegnarsi al suo status di cornuto e al fatto che la signora e il signore si piacciono. Perciò le domande da porre al Pd sono altre. Perché nel ’94 avete “garantito a B. e Letta che non gli sarebbero state toccate le televisioni” (Violante dixit)? Perché per cinque legislature avete sempre votato per l’eleggibilità di B., ineleggibile in base alla legge 361/1957? Perché nel ’96 D’Alema andò a Mediaset a definirla “una grande risorsa del Paese”? Perché nel ’96 avete resuscitato lo sconfitto B. promuovendolo a padre costituente per riformare la Costituzione e la giustizia? Perché nel 1996-2001 e nel 2006-2008 non avete fatto la legge sul conflitto d’interessi? Perché avete demonizzato i Girotondi, accusandoli di fare il gioco di B.? Perché non avete spento Rete4, priva di concessione, passando le frequenze a Europa7 che la concessione l’aveva vinta? Perché nel 1996-2001 avete depenalizzato l’abuso d’ufficio, abolito l’ergastolo, depotenziato i pentiti, chiuso le supercarceri del 41-bis a Pianosa e Asinara? Perché, negli otto anni in cui avete governato da soli, non avete mai cancellato una sola legge vergogna di B.? Perché le vostre assenze hanno garantito l’approvazione di molte leggi vergogna, dallo scudo fiscale in giù, che non sarebbero passate a causa delle assenze nel centrodestra? Perché nel 1999 una parte di voi salvò Dell’Utri dall’arresto? Perché nel 2006 i dalemiani chiesero a Confalonieri, Dell’Utri e Letta i voti per D’Alema al Quirinale? Perché nel 2006 faceste un indulto esteso ai reati di corruzione, finanziari, fiscali e al voto di scambio politico-mafioso? Perché nel 1998 e nel 2008 avete affossato i due governi Prodi? Perché nel 2011, anziché mandarci a votare, avete scelto di governare con B., salvandolo da sicura sconfitta, all’ombra di Monti? Perché preferite accordarvi al buio con B. per Marini, D’Alema, Amato sul Colle, anziché scegliere Rodotà e dialogare con i 5Stelle per il nuovo governo, come vi chiedono i vostri elettori?
Tante domande, una sola risposta: o siete coglioni, o siete complici. Tertium non datur.