Meraviglioso essermi persa volontariamente il confronto Renzi Bersani e senza dovermi nemmeno giustificare con nessuno: si può fare.
Io sono solo una persona che osserva, s’informa, legge e ha buona memoria, forse è per questo che penso che un governo che si trova a dover cercare una soluzione, un rimedio ad un disastro qual è quello dell’Ilva non dovrebbe limitarsi soltanto a sistemare guai e danni, a risarcire le famiglie di chi pensava di andare a lavorare e non incontro ad una morte orribile quanto ingiusta. Dovrebbe – come ultima cosa – far pentire i responsabili, i loro complici, tutti quelli che sapevano e hanno taciuto, semplicemente per il solo fatto di essere venuti al mondo.
E chiedere magari spiegazioni sul perché un partito politico abbia pensato che fosse opportuno prendere soldi da quei criminali dei proprietari.
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Però che bello questo paese…soprattutto la sua gente, e soprattutto quella gente che oggi dà della vecchia rincoglionita, una con idee stupide a Margherita Hack perché ha dichiarato che al ballottaggio voterà per Renzi.
Nulla sulla Camusso che alle due di pomeriggio di domenica ha detto all’Annunziata fra i sorrisi di aver votato Bersani.
In questo paese non cambierà mai nulla, perché la politica è un argomento tale e quale a un derby calcistico.
Ci si riduce sempre a fare il tifo.
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Se qualcuno che non si è iscritto per motivi gravi e fondati volesse votare al ballottaggio di domenica per scegliere il futuro presidente del consiglio di una [ipotetica] coalizione di centrosinistra fra esponenti dello stesso partito [ma democratico], deve portare una giustificazione, dopodiché la gravità dell’impedimento varrà valutata.
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Fra l’altro mi piacerebbe conoscere personalmente, vedere che faccia ha quel 12% di mentecatti, di gente che ancora oggi darebbe la sua fiducia e che sarebbe disposta a rimandare a palazzo Chigi il fuori legge satrapo erotomane incallito e mai pentito.
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Le scuole paritarie non vogliono pagare l’IMU? vediamo che si può fare, dice il cosiddetto ministro [abusivo] Profumo. L’importante è che la paghiamo noi, ché la casa ci fa reddito, specialmente dopo vent’anni, anche venticinque di rate del mutuo. E questo signore secondo Monti sarebbe il miglior rettore sulla piazza? forse quella di san Pietro? La risposta non la voglio nemmeno sapere, ma se si smettesse di mandare i figli in queste scuole scegliendo, preferendo quella pubblica sarebbe proprio e tanto meglio.
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“So’ tutti uguali?” no che non lo sono.
Epperò la maggioranza si somiglia assai.
“Il deputato Antonio Borghesi, IDV, ha proposto l’abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto trattamento iniquo, socialmente ingiusto rispetto a quello previsto per i lavoratori che devono versare [almeno] 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione [leggi alla speranza di…].
Com’è andata a finire?
Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498.”
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Il fatto che Rondolino consideri il Fatto Quotidiano peggio di larussa e della santanché alla quale offre, a pagamento s’intende, il suo prezioso contributo mi conforta: significa che chiunque pensi il contrario di Rondolino a proposito della qualunque, ha ragione. Quindi pure io.
Rondolino: ex spin doctor di Massimo D’Alema e attuale consulente di Daniela Santanchè, uno che, come direbbe la sora Lella buonanima “nun sa riconosce ‘na sorca da ‘n par de mutande” e figuriamoci la differenza fra essere di destra o di sinistra visto che per lui è sempre stato uguale, franza o spagna purché se magna, perché deve essere interpellato così spesso da giornalisti e giornali, in tv e alla radio?
Io questo vorrei sapere, cos’aggiunge Rondolino al dibattito politico e perché qualcuno lo ritiene così autorevole e meritevole di qualsiasi ribalta.
Velardi & Rondolino: il gatto e la volpe dell’inciucio politico.
Due personaggi disgustosi, che hanno prima svuotato poi distrutto la sinistra italiana, mestatori nel torbido e ambigui all’inverosimile, oltreché venduti a cui io non affiderei neanche la gabbia dei criceti se l’avessi ma dei quali invece politici considerati autorevoli si sono fidati, si fidano e a pagamento, perdipiù.
E quando la vinciamo noi ‘sta guerra?
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BERSANI: “SOLDI DALLA FAMIGLIA RIVA? NON RISPONDO (DI P. ZANCA)
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Non olet
Marco Travaglio, 29 novembre
Dunque il governo Monti varerà un decreto per neutralizzare le ordinanze del gip di Taranto, in parte già confermate dal Riesame, che sequestrano gli impianti“a caldo” dell’Ilva e i magazzini rigurgitanti di prodotti finiti e semilavorati. Il fatto che quegli impianti siano l’arma del delitto che per decenni ha avvelenato Taranto e sterminato centinaia di persone e che quei magazzini pieni siano corpo di reato, cioè la prova che l’Ilva ha violato l’ordine di tenere i forni accesi non per produrre, ma per risanare, non interessa a nessuno. Quando certe porcherie le faceva B., almeno qualcuno a sinistra strillava. Nel 2008, mentre la Protezione Incivile finiva sotto inchiesta per lo scandalo dei rifiuti a Napoli, B. trasformò per decreto le discariche e l’inceneritore di Acerra in aree di interesse strategico, controllate dall’esercito e sottratte alle leggi europee, nazionali e regionali (ne furono sospese ben 44), per potervi sversare e bruciare qualunque sostanza, anche tossica, ed espropriare le procure campane (l’unica abilitata a indagare era quella di Napoli). Il Pd denunciò l’incostituzionalità di certe norme, il Csm pure, molti magistrati protestarono. Ora che Monti e l’ineffabile Clini si accingono a fare altrettanto, con l’aggravante che qui il decreto cancella decisioni già prese dal giudice, con tanti saluti alla separazione dei poteri, all’indipendenza della magistratura, alla Costituzione e ad altre quisquilie, non muove foglia (a parte il solito Di Pietro, non a caso trattato come un appestato).
E Bersani?
Non pervenuto.
E Vendola? Disperso, a parte una dichiarazione in cui dice che Bersani “profuma di sinistra”. Come Padre Pio, che pare emanasse “paradisiache fragranze” di “rose, gardenie, gelsomini, violette, mughetti, gigli e tuberose”. Purtroppo ci sarebbe anche lo sgradevole olezzo di quattrini, dovuto ai 98 mila euro elargiti da Emilio Riva per la campagna elettorale di Bersani del 2006 e disinvoltamente accettati dal destinatario, alla vigilia della sua promozione a ministro dello Sviluppo economico. Bersani ci ha detto che non intende restituirli, molto stupito per la domanda. Ieri il nostro Ferrucci ha interpellato un bel po’ di parlamentari e tutti hanno risposto che è giusto così: i soldi si prendono e non si restituiscono, basta registrarli, anche se poi il benefattore finisce agli arresti per associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale e all’omicidio colposo plurimo, per giunta indagato per una frode fiscale da 52 milioni, per giunta col figlio irreperibile all’estero inseguito da un mandato di cattura. Basta registrarli nell’apposita dichiarazione. Quindi, par di capire, se arriva Al Capone con una carrettata di banconote, si incamera il tutto: basta dichiararlo. Mai domandarsi chi è il donatore né, soprattutto, perché investe i suoi soldi proprio sul futuro ministro dello Sviluppo economico. Usciti dalla porta principale nel ventennio berlusconiano, il conflitto d’interessi e il rapporto politica-affari irrompono nelle primarie del centrosinistra in tutta la loro attualità. Altro che profumo di sinistra. È di sinistra andare ogni anno in pellegrinaggio al Meeting di Cl? È di sinistra raccomandare i “capitani coraggiosi” Colaninno & C. per la scalata Telecom? È di sinistra sponsorizzare la fusione Montepaschi-Bnl dal governatore Fazio? È di sinistra difendere Fazio, beccato a favorire Fiorani e gli altri furbetti? È di sinistra raccomandare Gavio all’amico Penati per gli affari autostradali della Serravalle? E’ di sinistra esentare le chiese dall’Ici?
È di sinistra parlare di ambiente e lavoratori a telecamere accese e poi, girato l’angolo, prender soldi dal padrone della fabbrica più inquinante d’Europa? Viene in mente Flaiano: “Non sono comunista perché non me lo posso permettere”.