Se proprio deve chiedere scusa

Sottotitolo: da memores domini, una delle accozzaglie di fanatici organizzate in nome e per conto di Dio ma che, come comunione e liberazione, la compagnia delle opere serve solo a spillare soldi ai contribuenti italiani e a gestire perlopiù traffici illeciti [e lo stato li sovvenziona pure per diffondere le loro minchiate e per aumentare il loro potere delinquenziale] ci fanno sapere che il voto di povertà non deve essere necessariamente associato alla povertà reale, basta avere verso di essa il giusto atteggiamento.
La povertà è praticamente un modo di porsi verso le ville, lo yacht e il parco macchine, uno ce l’ha, li guarda e poi sobriamente pensa che gli fanno schifo, che tutto sommato non è necessario truffare, rubare e corrompere per ottenere beni materiali; e Dio, siccome si sa, legge nel pensiero è felice e contento, ecco perché non li fulmina dal primo all’ultimo, un po’ come si usava fare ai bei tempi della santa inquisizione: un bel falò e passa la paura. Formigoni &friends sono la prova evidente che le perversioni sessuali sono meno dannose della religione cattolica. E senz’altro più divertenti.
La politica italiana andrebbe messa a pane e acqua, e nemmeno tutti i giorni, uno sì e tre no, per dire, altro che limitarsi ai tagli.

Berlusconi in Kenya da Flavio Briatore. Il Tg locale: “Evasore fiscale”

L’ex premier di nuovo a Malindi ospite del resort superlusso dell’amico Flavio. Una notizia per i telegiornali del paese africano che tratteggiano un ritratto del “controverso ex primo ministro” non proprio edificante. Oltre a sottolineare la recente sentenza di condanna per evasione fiscale, il  servizio ritrae B. al fianco di Miss Italia. E poi il gran finale: “Mentre si gode la vacanza, Berlusconi è coinvolto in un altro procedimento per aver avuto rapporti sessuali a pagamento con una prostituta minorenne”.

 

 [dedicato al dissociato mentale: avessero dato retta a sua moglie ci saremmo risparmiati qualche anno d’agonia]

Se proprio deve chiedere scusa…

dovrebbe iniziare a farlo al milione di persone al quale ha promesso il posto di lavoro. L’incantesimo al quale tutti hanno creduto, la balla raccontata dal self made man che appena oltrepassa i confini italiani viene circondato da un cordone sanitario e che solo qui poteva ambire a certi traguardi.

Non senza la collaborazione viva e vibrante di chi glielo ha permesso, naturalmente.

Poi dovrebbe chiedere scusa a tutti per aver taciuto la crisi, per aver ripetuto come un mantra al suo pubblico di telerincoglioniti che “in Italia si sta bene, i ristoranti sono pieni, tutti vanno in vacanza e conducono una vita normale senza troppo sacrificio” dopo aver contribuito a far precipitare l’Italia nella crisi.

Poi c’è da chiedere scusa ai genovesi colpiti dall’alluvione per aver detto che “forse in Italia si è costruito troppo”,  detto da uno che  ha usato i condoni come strumento politico per ottenere voti e consenso, da un palazzinaro e socio in malaffari di palazzinari, da chi si è costruito ville contro tutte le regole dell’urbanistica facendo pagare l’illecito ai contribuenti italiani, dopo trent’anni di bustarelle, regali e promesse ai compagni di merende, dopo vent’anni di elargizioni ai suoi ascari e figliocci, almeno altri dieci di voti di scambio e altrettanti di case e non solo, pagate a loro insaputa, porti, aereoporti, condomini, resort e campi da golf costruiti nel degrado paesaggistico più incontrollato.

Poi dovrebbe chiedere scusa a tutti i malati di cancro ai quali aveva promesso la cura e la guarigione “entro tre anni”.

E ad Eluana Englaro e alla sua famiglia, possibilmente in ginocchio, a tutte le persone in coma vegetativo e alle loro famiglie perché ha detto che una donna nelle sue condizioni avrebbe potuto generare dei figli; una cosa più miserabile di questa era difficile anche e solo da immaginare.

E poi dovrebbe chiedere scusa ai magistrati che ogni giorno rischiano la vita e vengono insultati e umiliati da un corruttore amico dei mafiosi, da un evasore fiscale condannato, da uno che ha una naturale propensione a delinquere scampato alla galera solo grazie alle leggi che ha potuto pretendere, che gli è stato concesso di poter pretendere, anzi, in virtù del suo ruolo politico.

Poi a tutte le persone che non lo hanno votato definite “coglioni” soltanto perché hanno preferito rimanere oneste e non rendersi complici di tanto marciume.

E, least but not last c’è da chiedere scusa a tutti gli italiani per essere stati costantemente ridicolizzati, derisi e compatiti nel mondo a causa sua.
E scusatemi se sicuramente mi sono dimenticata di qualcuno.

Il cazzaro, un anno fa.
Esattamente dodici mesi fa allietava gli italiani con le sue solite balle ciclopiche circa il paese che non c’era, probabilmente nelle stesse ore in cui Genova veniva sommersa dal fango.

Settimo: non rubare

Severino: “Oggi nuova Tangentopoli
Gravissimo lucrare su soldi pubblici”

Il ministro della Giustizia dalla Latella a Sky Tg24 ha commentato gli scandali che hanno travolto la politica. Ha ricordato che il governo si impegna a varare il ddl corruzione entro un mese: prevede l’incandidabilità dei condannati non con sentenza definitiva. Eliminata norma ‘cancella Ruby’.

[…] “lucrare illecitamente sul denaro pubblico rappresenta cosa sempre estremamente grave” [Paola Severino]

Dunque significa che esiste anche un modo lecito per farlo e che non sarebbe altrettanto grave? le parole sono importanti, sempre.
E la signora ministra come ce la spiega una legge anticorruzione che dovrà essere discussa e approvata anche da chi di corruzione si è macchiato?

 Siamo l’unico paese in evidente conflitto di interessi fra chi deve fare certe leggi e il suo operato: come si fa a chiedere al ladro di farsi allacciare le manette e pretendere che lo faccia anche ridendo?

Quella di oggi non è una nuova tangentopoli: è semplicemente la metastasi del cancro di vent’anni fa che si è sviluppato, ha continuato a rodere e corrodere proprio perché è mancata la serietà della politica e dei governi di voler dare un taglio netto alla criminalità in politica.
Perché è mancato il rigore, a destra come a sinistra per liberarsi della politica disonesta, di certi suoi rappresentanti che sono ancora quelli di ieri.
Quelli che partecipavano al banchetto e ai quali molto spesso è stato agevolata la possibilità di continuare a rubare rendendo meno dolosi o per niente certi reati, ad esempio il falso in bilancio che non c’è più.
Sparito, cancellato, per volontà di chi ha contribuito, non del tutto e non da solo, soprattutto, ma significativamente, a rendere l’Italia il paese che è.

Quando si tratta di spolpare la gente a fare una legge  bastano quindici giorni, ridurre costi, sprechi, ruberie è  “un lavoro molto complesso” come c’insegna la signora  Fornero:  forse perché gli spreconi e i ladri sono quelli che poi devono fare certe leggi e gli toccherebbe perfino rispettarle? e dire che non dovrebbe esserci bisogno di nessuna imposizione, di nessuna richiesta europea di allineamento coi paesi civili per fare una semplicissima legge che dica “o fai il ladro o fai il politico”. 

Questa legge che l’Europa chiede all’Italia da tredici anni farà schifo, sarà la solita legge truffa  per dare all’Europa un contentino,  come a dire:” voi ce l’avete chiesta e noi l’abbiamo fatta”, ma nessuna sicurezza a noi cittadini che i politici o chi per loro, smetteranno davvero di “lucrare illecitamente sul denaro pubblico”.

Se

Sottotitolo:  domani Alemanno, in previsione delle previsioni [del tempo]  che fa, “chiama esercito?”
Voglio dire, il capo della protezione civile invece di chiedere ai cittadini prudenza e di restare a casa dovrebbe chiedere ai loro datori di lavoro di dire ai dipendenti che possono stare a casa.

Il ministero dell’interno si attivasse e ognuno si prenda le sue responsabilità.
Perché immagino che la giustificazione “me l’ha detto Gabrielli al tiggìuno” non sia sufficiente a far perdere soldi a chi a casa proprio non ci può restare nemmeno se sta male.

Figurarsi quando piove o nevica.
Bisognerebbe un po’ smetterla di delegare sempre tutto al senso di responsabilità dei privati perché il pubblico, quello che dovrebbe garantire sicurezza anche quando piove e nevica non è all’altezza delle situazioni.

E non lo è perché i soldi che si dovrebbero investire  nella sicurezza,  sulla quale proprio Alemanno ha imbastito tutta la sua campagna elettorale coi risultati che sappiamo, vengono spesi poi anche per  i due Suv, la X5 Bmw e la Jeep Cherokee dal “batman” di turno, oltreché per le  famose ostriche e lo champagne.

Primarie, sul web vince Renzi
E contro Berlusconi un milione di no

Ricerca di Reputation Manager per ilfattoquotidiano.it (qui i dati)

  Il sindaco di Firenze “mobilita” 
blog e social network, Bersani presente ma “immobile”.

Stop di massa a un ritorno del Cavaliere

[altre due parole del volpino del Tavoliere  su Renzi e lo fanno presidente della repubblica per direttissima… ]

Se Napolitano avesse usato la stessa pervicacia, la stessa ostinazione coi traditori dello stato, quelli che “ruby è la nipote di mubarak” così come sta facendo con la Magistratura siciliana, se avesse lanciato anche allora un bel conato di monito per dire agli italiani che in parlamento ci sono i traditori dello stato così come praticamente da sei, sette mesi ci annoia praticamente tutti i giorni con la retorica del populismo e delle demagogie;  se un certo giornalismo qualche volta, per una volta, anziché ribadire l’orrendo concetto che “gli italiani hanno quello che si meritano” perché  “sono come chi li rappresenta” [Michele Serra sì, ce l’ho anche con te], così come si è permesso di dire ieri  anche l’ottimo procuratore antimafia Grasso, quello che voleva premiare berlusconi per il suo impegno nella lotta antimafia, dicesse che non siamo noi ad avere quello che ci meritiamo, visto che non abbiamo nemmeno la possibilità di scegliere quello che vogliamo ma è Napolitano a rappresentare e difendere la classe politica che, per disonestà è riuscita a surclassare perfino quella dei tempi di tangentopoli, questo forse sarebbe un paese meno ridicolo. 

Perché omettere e negare si può: ma fino a un certo punto.
Chi porta i  fiorito in regione, i lusi, i belsito a gestire i soldi di tutti nel bel modo che abbiamo saputo,  la gente o il  loro partito?  dunque  finché saranno i partiti a sguinzagliare i loro ascari in ogni dove io non la vorrei più sentire questa storia che abbiamo quello che ci meritiamo.
Possibile che formigoni sia ancora lì? possibile che una democrazia  sana non possa e non sappia costruire una legge  che obblighi formigoni e quelli come lui a dimettersi  senza trattativa visto che da solo non lo fa?
 Se il politico che ruba in galera ci va solo se è l’ultima ruota del carro ma, appena sale di livello si fanno leggi apposite per non mandarcelo,  o come per formigoni, non esecutore materiale di ruberie e malaffare [forse, esiste la presunzione di innocenza ma anche quella di colpevolezza, considerato quel che è successo nel cosiddetto Pirellone] ma comunque responsabile del consiglio regionale e – a cascata – anche dei suoi consiglieri gli si consente di dire  “non me ne vado” la gente non capisce niente.
E non riesce a fare più neanche la semplice distinzione fra onestà e disonestà. 
Responsabilità e irresponsabilità: caratteristiche indispensabili per chiunque voglia fare politica.
Se la bindi, d’alema, fassino, fioroni, per dire i primi quattro che mi vengono in mente quando si tratta di discutere di diritti civili pensano come giovanardi e la binetti che la legge sulla regolarizzazione delle coppie di fatto non s’ha da fare la gente, ancora una volta  non capisce niente.
Si trova senza punti di riferimento, poi è inutile lamentarsi quando arriva il santone, il guru, il buffone a riempire i vuoti di una politica che ha fatto harakiri solo per non aver mai voluto  una semplicissima legge sul conflitto di interessi [che, ricordo, non la vuole la destra per ovvi motivi ma non l’ha mai voluta neanche la sinistra] e per aver permesso ad un abusivo di poter accedere al parlamento malgrado e nonostante ci fosse una legge che dice che non ci doveva andare. 
Hanno fatto tutto da soli e adesso dove lo cercano il colpevole, fra la gente? non si può fare.
Gli italiani devono pretendere e ottenere  una legge elettorale  che consenta anche al delinquente di andare a governare, ma solo se quel delinquente è scelto e voluto dalla maggioranza dei cittadini così come democrazia comanda.

Tutti al mare

Polemica su atto di forza Schifani: polizia chiarisca

Tanto per chiarire, visto che si è già messa in moto la macchina delle “poche mele marce” e delle “schegge impazzite” come succede ogni volta che la polizia e le forze dell’ordine come dire? esagerano nell’esercitare il potere che lo stato consente loro di poter esercitare. Noi cittadini siamo inermi di fronte al potere, e dunque potrebbe essere anche consentito generalizzare visto che gli episodi di “esagerazione” hanno raggiunto un livello di guardia preoccupante. Io però non lo voglio fare, ma pretendo da chi ha ribalte in grado di veicolare un messaggio che quel messaggio sia giusto, che non tendesse a divagare, che non si minimizzasse ancora una volta una vicenda che come tante altre volte è capitato ci farà fare la solita figura di merda a livello internazionale. Tutto questo perché questo paese è mal gestito, condotto da persone irresponsabili che, nemmeno dopo i fatti di Genova hanno pensato che fosse opportuno dare una stretta all’esuberanza di chi per ruolo e istituzione è chiamato a tutelare e proteggere i cittadini, non dunque ad aggredirli, pestarli, ammazzarli. Io non voglio vivere in un paese dove diventa un rischio essere fermati anche per una semplice infrazione stradale ché non si sa mai in quel momento fossero di turno le mele marce o le schegge impazzite.

Un capo della polizia che guadagna più del presidente degli stati uniti dovrebbe andarci di persona a chiedere chiarimenti (chiarimenti de che? cominciamo a prenderli a calci in culo e mandarli via prima che sia tardi questi funzionari di stato così solerti e ligi al dovere, quelli che si riparano dietro “io sono” e che non badano troppo alla forma quanto alla sostanza delle cose che sono chiamati a fare, esiste qualcosa che si chiama deontologia professionale, e non è detto che se quello che ordina è un pazzo scriteriato si debba fare proprio tutto di quello che chiede), non farselo dire da schifani.

Una delle tante espressioni dell’italica civiltà.

Vantiamocene, magari ogni volta che pensiamo che la talebania sia un altro mondo dal nostro. Li abituano presto, cosicché possano crescere repressi e felici. Ma molto educati. Perché la legge decide che deve essere così. La giustizia poi, è un’altra cosa, ma impareranno presto pure questo.  La vicenda di questo bambino mi ha rovinato la giornata. Provo schifo per due genitori che hanno lasciato dirimere le loro questioni personali alle forze dell’ordine perché incapaci di farlo diversamente.
Ma provo schifo anche  per le cosiddette istituzioni che pensano che tutto si possa risolvere con atti violenti. E per uno stato che non fa nulla per impedirlo ma, al contrario, non si prende mai la responsabilità delle conseguenze di quelle violenze. 
Di questa escalation di inciviltà applicata alle azioni, alle botte, ai pestaggi, alle sentenze che poi giudicano meno grave un morto ammazzato di una vetrina sfasciata non parla mai nessuno. Nessun monito dall’alto, nessuna indignazione da parte della politica sempre troppo presa dal salvataggio di se stessa. E oggi sì, al contrario di tante altre volte in cui avrei preferito che si vergognassero altri, quelli che permettono anche queste porcherie, mi vergogno anch’io di essere nata in questo paese che non sa e non vuole diventare civile.  Perché non vanno a prendere formigoni così? col cazzo che qualcuno lo va a trascinare via dalla poltrona, sarebbe un gesto antidemocratico e fascista, invece un bambino trattato così è solo puro esercizio della democrazia nell’assoluto rispetto della legge.

Il tribunale aveva deciso che la patria potestà dovesse andare solo al padre del piccolo. Così gli agenti sono andati a prenderlo all’entrata di scuola, alle otto di mattina, per portarlo via dalla madre. Il bambino non voleva andare con loro, e così è stato trascinato nell’auto a forza. Ma una parente del bambino ha ripreso la scena del “prelevamento” e ha girato il video a Chi l’ha visto, che l’ha trasmesso. Nel filmato si vede una donna che corre verso un gruppo di persone e comincia ad urlare, poi il ragazzino sollevato a forza e portato per alcuni metri verso un’auto dove poi è stato caricato.Per tutto il tragitto, il piccolo tenta di divincolarsi dalla stretta di un uomo che lo tiene per le spalle e di un altro che gli stringe le caviglie.

Grazie a http://www.cadoinpiedi.it

Sottotitolo:  Moody’s declassa la fiat, così marchionne impara, e invece di limitarsi a sciacquare la bocca come gli ha consigliato [giustamente] Renzi  dopo la sua dichiarazione su Firenze “città piccola e povera” si fa una doccia, la barba e impara a cambiarsi d’abito tutti i giorni.

Non ho votato per il movimento di Grillo, sono mesi che lo scrivo ovunque, a chi mi chiede di che partito sono non so più rispondere, dico di essere una semplice osservatrice della società, ecco perché questo squadrismo istituzionale/mediatico verso di lui non lo sopporto. 
Questa missione di cui si è autoinvestita certa stampa e cioè criticare tutto di lui e molto poco di altri, spesso niente anche dove da criticare ce ne sarebbe eccome, perfino qualcosa che si dovrebbe guardare con simpatia tipo la sua avventura di ieri trovo che sia ingiusta e inutilmente maligna, qualcosa che produce esattamente il contrario di quel che vorrebbero in molti e cioè escludere il movimento, togliergli la possibilità di potersi proporre nella politica, dunque impedire alla democrazia di svolgersi.

Non si tratta di fare il tifo ma di ribellarsi all’idea che verso Grillo si attui la tecnica fascista del tutti contro uno, in special modo quando i tutti hanno ben altri mezzi e strumenti per farsi ascoltare. 
Grillo ce li ha tutti contro, a partire dal bravo Napolitano che il 25 aprile invece di parlare di cose importanti ha scagliato la sua personalissima fatwa contro lui e i suoi presunti populismi e qualunquismi.
La sua demagogia.
E non ha più smesso, mentre in Italia succede di tutto Napolitano è sempre lì a ricordarci i pericoli dei populismi.
Come se quelli della politica cosiddetta tradizionale che lui invece difende a spada tratta, quelli che leggiamo tutti i giorni sui giornali nelle cronache giudiziarie e che vanno ad arricchire i mattinali delle questure di tutta Italia   fossero meno nocivi.
O come se promuovere e incentivare governi fatti di gente non scelta e voluta dai cittadini   fosse la più democratica delle azioni.
In questo paese sono più di quindici anni che la democrazia viene violata da invisibili colpi di stato che la gente non vede perché non c’è stato bisogno nemmeno dei carri armati nelle piazze, eppure il pericolo per tutti ora è Grillo.
Come mai Napolitano non parla di formigoni, di quello che sta succedendo nella regione Lombardia? così, giusto per fare una cosa nuova, e forse più utile della difesa sperticata della “politica” ma più che altro dei partiti.
Eppure di cose da dire ce ne sarebbero.
Una campagna denigratoria così violenta non era mai stata fatta in precedenza per nessuno: non per berlusconi né per i razzisti della lega considerati per molto tempo solo un gruppetto di gente sì un po’ volgare, cialtrona,  ma che in definitiva si limitava a fare del folklore.   La stessa cosa succederà con Renzi, basteranno altre due parole di d’alema per convincere la gente a fare il contrario di quel che dice lo skipper prestato alla politica solo una trentina d’anni fa. Troppa gente non ha ancora capito come si fa politica, critica tanto il berlusconismo e poi si comporta come e peggio di berlusconi ventilando addirittura l’ipotesi di nuove dittature.
Se non fosse vero ci si potrebbe anche schiantare dalle risate.
Io non ho paura di Grillo, ne ho molta di più di gente come d’alema per esempio, uno che si sente indispensabile tanto da decidere di immolarsi per la giusta causa [la sua] malgrado la storia di questo paese degli ultimi vent’anni ci abbia detto proprio il contrario.
Grillo si può criticare, si deve criticare, facciamolo però sulle cose serie, non sulle ipotesi o su una cosa simpatica come quella di ieri che io non farei nemmeno se mi pagassero.
Nuoto a rendere
Marco Travaglio, 11 ottobre
In attesa di un monito del Quirinale contro la traversata dello Stretto di Messina a nuoto da parte di Grillo, fomentatrice di qualunquismo e antipolitica a causa dell’allusione subliminale a un Paese che fatica a stare a galla, ma soprattutto per via dei rimandi a precedenti infausti come le nuotate di Mussolini, Mao, Le Pen e Putin, giunge molto opportuno il titolo di Repubblica.it: “Grillo è approdato a Messina: ‘Vittoria’. Ma è già polemica sulla traversata”. Ora si attendono le traversate degli altri leader politici e non, che giustamente riceveranno ben altra accoglienza per il loro alto valore patriottico e riformista. Mario Monti solcherà sobriamente la piscina attigua alla Bocconi indossando il sobrio slippino color verde-loden, seguito a breve distanza da Corrado Passera aggrappato al tavolo della crescita. Vivo plauso della stampa tutta per l’ennesimo miracolo di SuperMario. Silvio Berlusconi camminerà sulle acque del laghetto di Milano2 con i cigni numerati, a bordo di un galleggiante più che sicuro, Giuliano Ferrara; per l’occasione i maestri truccatori di Arcore sperimenteranno un toupet, un fard e un cerone a tenuta idrica; il Cavaliere indosserà le tradizionali pinne col rialzo e nuoterà in stile “dorso”, in linea — spiega il portavoce Bonaiuti — “con il passo indietro necessario a unire i moderati”. Prevista anche la presenza di Nicole Minetti nella parte della boa, anzi delle boe. Vivo compiacimento dall’intero centrodestra, a parte Alfano che era già pronto a una nuotata, ovviamente in stile rana. Roberto Formigoni organizzerà una sua personale traversata ai Caraibi, sempreché Piero Daccò riesca a far partire il bonifico dal carcere. Nel centrosinistra si attende l’esito delle primarie per conoscere il nome del protagonista della traversata democratica: Pier Luigi Bersani vorrebbe tuffarsi in una pozzanghera della natia Bettola (Piacenza); Nichi Vendola preferirebbe invece le salubri acque delle vasche di raffreddamento dell’Ilva di Taranto; Matteo Renzi deve ancora chiedere a Giorgio Gori, poi farà sapere. Restano da concordare le regole sull’obbligo di pre-iscrizione al Pd per eventuali pesci, rane, girini, rospi, plancton presenti all’evento. Viva soddisfazione ha espresso Rosy Bindi, mentre Veltroni tace e D’Alema fa sapere che solo lui sa nuotare e tutti gli altri, chiunque vinca, affogano. Pier Ferdinando Casini comunica che una sua traversata, in questa delicata fase politica, potrebbe pregiudicare il Monti-bis, quindi passa. Luca Cordero di Montezemolo vorrebbe traversare anche lui qualche specchio d’acqua, ma appare incerto su quale e intanto si contenta dello specchio. Oscar Giannino, per i Traversatori Liberaldemocratici, sfoggerà un costume intero ascellare color fucsia-verde pisello col papillon giallo e pochette rosa shocking. Anche Alessandro Sallusti farà la sua traversata dalla spiaggia viareggina del Twiga verso una località sconosciuta, ma priva di estradizione, affiancato da un canotto o in alternativa dalla Santanchè. Totò Cuffaro e Franco Fiorito han chiesto alle autorità penitenziarie di poter attraversare anche loro qualcosa di liquido a nuoto, ma poi hanno rinunciato per via dei rischi dovuti alla palla al piede. Alla fine anche Napolitano attraverserà a nuoto lo stagno di Castelporziano, amorevolmente assistito da donna Clio che ne seguirà l’impresa a bordo di un pedalò capitanato da Nicola Mancino munito di telefono subacqueo non intercettabile. Al termine il Capo dello Stato lancerà un monito per una balneazione condivisa. 

A riva troverà ad attenderlo Eugenio Scalfari in compagnia del cinghialotto e dell’upupa, da cui ormai è inseparabile.
Vivo apprezzamento dalle massime cariche civili, militari e religiose.