Anniversario strage di Bologna, dopo due anni di assenza torna il governo. Trenitalia si scusa per il disagio [spinoza.it]

Sottotitolo: Rosa Louise Parks [Rosa Parks – Wikipedia] era una donna, nera, quando essere neri era molto più complicato di ora. Da sola ha cambiato una certa visione delle cose rendendo meno insopportabile l’apartheid che i neri erano costretti a subire, nel mondo, non nel  condominio in cui abitava nell’America più razzista che si possa immaginare semplicemente non cedendo il suo posto a sedere su un autobus.
Oggi abbiamo, fra le tante, una signora prestata alla politica ma più che altro imposta [con viva & vibrante soddisfazione] insieme al suo governo,  privilegiata, fortunata, indubbiamente meritevole nel suo mestiere ma un po’ meno in quello di ministro che si lamenta perché pensa di essere criticata perché donna. 
No, signora, lei è proprio il paradigma perfetto che spiega come non c’entri proprio nulla la differenza di genere al potere, quando l’obiettivo che si persegue non è quello giusto.
 
La ministra viene contestata non perché donna ma perché dall’alto della sua posizione sociale pretende di impartire lezioni su come si può vivere con 700 euro al mese.
E convincere tutti che impoverire i già poveri per consentire ai ricchi di restare tali fosse l’unico sistema possibile per affrontare e arginare la crisi.
Ecco perché chi amministra le cose di tutti non può, per ovvie ragioni, essere troppo distante dalla vita reale degli amministrati.
 
Semplicemente perché non la conosce e non potrà mai rendersi conto che quei 700 euro al mese [quando va quasi bene], non possono bastare.
La Fornero non sa nulla di di discriminazioni femminili;  forse sarebbe il caso che si ricordasse lei per prima di essere una donna.
E smetterla di ragionare e di esprimersi con la stessa sensibilità di un carro armato.
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Bavaglio ‘per conto terzi’: ecco tutto quello che non avremmo saputo 

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Il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha proposto di tutelare per legge chi è intercettato nell’ambito dell’indagine pur non essendo indagato. La norma però nasconde un trucco, perché chi ‘non è indagato’ non è detto che non lo sarà. E’ il caso degli amici dei furbetti del quartierino, della cupola vicina a Moggi e di tanti altri ‘terzi’.

In pubblico, nelle grandi occasioni, si promette verità e giustizia, in privato [e nemmeno poi tanto: spudorati che non si vergognano di nulla] si lavora alacremente per oscurare, tacere, distruggere, cancellare, fare in modo che certe verità restino una libera interpretazione: che ognuno pensi pure quel che vuole ché tanto nessuno ha mai pagato per nulla, e continuando di questo passo – legiferando non a favore di verità e giustizia ma proprio e solo nella direzione contraria – nessuno pagherà.

Altro che “ragion di stato”.

 Ed è semplicemente vergognoso che un capo di stato, l’arbitro super partes, l’istituzione che dovrebbe incollarsi al fianco di chi lavora per ristabilire verità, legalità e giustizia in un paese martoriato dalla loro assenza, sia invece il primo sostenitore di una legge liberticida.

Tutto ciò che berlusconi da presidente del consiglio non è riuscito a fare lo sta ottenendo ora grazie all’eccellente governo dei professori e alle continuità significative tanto care a Monti.

Il suo è un volto poco noto. Lui è Michele Barillaro, di professione giudice. Si occupava soprattutto di infiltrazioni mafiose. È morto il 25 Luglio (stesso giorno in cui è stato ufficializzato il trasferimento di Ingroia in Guatemala) in un incidente in Namibia. Questa è la sua storia: http://goo.gl/suQiD