Se un ministro dell’interno può esprimere apprezzamento e solidarizzare con le povere forze dell’ordine costrette loro malgrado ad un eccesso di uso del manganello, ognuno di noi è legittimato a solidarizzare con chi vuole, anche con chi, eventualmente e casualmente è vittima di pestaggi ordinati e voluti da TUTTE le politiche di questo paese.
La polizia e i carabinieri non agiscono come vogliono, ma fanno quello che qualcuno più in alto di loro gli chiede di fare.
Ma nonostante la mattanza di Genova e l’omicidio di Federico Aldrovandi, di Stefano Cucchi e di tutti i morti per caso, per sbaglio, per eccesso della qualunque c’è ancora troppa gente che fa finta di non sapere o, peggio ancora che giustifica chi massacra e uccide in nome e per conto dello stato.
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Scriveva Enrico Berlinguer:
“Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e l’ingiustizia.“
E ancora, Pasolini: “la Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico – rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.”
Tanto per dire, due Totem dimenticati dalla cosiddetta sinistra italiana.
A questi il pantheon non spetta. Non l’hanno meritato.
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Roma, un manifestante racconta: “Colpito alle spalle da agente”. Il video e la foto
Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha espresso ”la più ferma condanna” per i gravi episodi di violenza verificatisi oggi in varie città. Ha, inoltre, espresso ”apprezzamento per l’operato delle Forze di polizia”.
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C’è modo e modo, certo.
Ma vale per tutti, allora.
Per la politica a cui non si chiede di impoverire un paese, di fare in modo che lo studio e il lavoro siano privilegi riservati ad una élite di fortunati figli di papà e di mamme illustri.
E c’è modo e modo anche per fare in modo che le leggi e la loro applicazione non svantaggino poi chi a quell’impoverimento si ribella, cornuti e mazziati per un po’ si può anche sopportare, pensare però che possa durare per sempre lo spettacolo di pochi eletti che leccano il gelato e di una platea immensa di chi sta a guardare è un’idea criminale.
Nel mio linguaggio quando qualcuno è disarmato e l’altro no si chiama repressione. Uno scontro prevede che si abbiano a disposizione le stesse armi e la stessa autorità. Se la lingua italiana ha ancora un significato.
Voglio i numeri di chi ha preso le botte e come, quanti poliziotti e quanti manifestanti contusi sfregiati e feriti.
Poi parliamo di scontri o di sentenze che, perché INUTILI non hanno insegnato niente a certi farabutti in divisa.
E poi nome e numero di matricola, ché io voglio sapere chi è che mi rimanda a casa un figlio con la testa spaccata.
Lo voglio guardare in faccia, se questo vuole diventare un paese civile, perché ancora non lo è né lo diventerà mai.
Se tutto questo può accadere ancora e ancora non dipende da chi va alle manifestazioni col casco e il passamontagna, dai cosiddetti infiltrati di cui tutti sanno tutto meno chi è preposto a fermarli prima che facciano confusione, ma dal fatto che in questo paese indossare una divisa è garanzia di impunità.
Le sentenze, virtuali, sulla Diaz e su Federico Aldrovandi ce lo hanno solo confermato.
Questo paese ha urgentemente bisogno di chi faccia in modo che di fronte ad una violazione della legge i cittadini tornino ad essere davvero tutti uguali come vuole l’articolo 3 della Costituzione.
Che chiunque si ponga oltre la legge si spogli immediatamente della sua professione e ruolo.
Sia che faccia il politico connivente con le mafie, il giornalista diffamatore per conto di un “delinquente naturale” o il poliziotto dal manganello facile.
C’è una sentenza che ha detto che l’Italia è stata infamata a livello mondiale dagli ordini di un ex capo della polizia che ha fatto pestare gente innocente, inerme, che dormiva per terra per dispetto e che oggi è sottosegretario alla sicurezza di questo paese. Nominato dal presidente del consiglio sobrio.
E questo dovrebbe bastare e avanzare, credo.
Sicuramente queste manifestazioni non otterranno nulla, ma mi auguro che qualsiasi cosa di positivo dovesse uscir fuori da questa protesta globale non abbia alcun effetto a vantaggio di quelli che ragionano “si può manifestare in un altro modo”.
Egoisti, ignoranti storici che avrebbero detto anche ai Partigiani di restarsene a casa perché ai fascisti non si doveva sparare, ché forse pareva brutto liberare un paese da un regime.
Quindi anche in questo modo, soprattutto in questo modo quando non ce n’è un altro per farsi ascoltare.
Anche del mio.