HabeNT Papam, ovvero, abbiatelo: almeno questo

Per esempio, io sono sempre favorevole all’ipotesi di un vaticano itinerante.
Non si capisce perché si debba privare il resto del mondo di cotanto spettacolo gioioso: habemus Papam?  “habeNT Papam” sarebbe più indicato, visto che il Papam è di molti ma non di tutti. 
Chi parla di amore e fratellanza dovrebbe considerare anche il rispetto. 
Quando eleggono i capi spirituali di altre religioni non si ferma mica il mondo come per il papa. 
Se il mondo si evolve dovrebbero anche evolversi certi riti e le loro espressioni, manifestazioni.
E’ tutto troppo. Decisamente.

“In Argentina, i deputati che afferiscono alla presidentessa Cristina Kirchner si sono rifiutati di interrompere una cerimonia di commemorazione per l’ex presidente venezuelano Hugo Chàvez, per celebrare l’elezione del primo Papa argentino”: sono le azioni che marcano la differenza, come fa notare qualcuno stamattina su facebook.

SITI STRANIERI, IN ARGENTINA ON LINE ANCHE GLI ASPETTI CONTROVERSI DEL NUOVO PAPA

Chiesa e dittatura
in Argentina: ombre
sul nuovo Papa

Papa Francesco: “Donne inadatte per compiti politici. Possono solo supportare l’uomo”

 

Nulla di nuovo sotto il Cupolone

Si sono sprecate le definizioni, gli elogi, le esaltazioni e le prostrazioni dei quotidiani odierni, ad eccezione de il Manifesto, che se non esistesse bisognerebbe inventarlo: «Non è Francesco», il titolo provocatorio a caratteri cubitali. La Repubblica, sul suo sito, non ha trovato di meglio che dedicare uno speciale alla sua passione del nuovo Papa: il tango. «Quando Bergoglio ballava il tango», è il sottotitolo che campeggia nella home-page, con tanto di grassetto. Sembra Studio Aperto, ma è proprio la Repubblica. [http://ilpiantagrane.wordpress.com/]

Com’è tenero il popolo dei social network: fino a cinque minuti prima della fumata bianca era un piovoso pomeriggio invernale qualunque, immediatamente dopo  su twitter è stato tutto un fiorir di brividi ed emozioni della serie “io non ci credo ma…”.
Beh, io non voglio entrare nella sensibilità personale di nessuno, in occasione delle dimissioni di Benedetto l’Emerito scrissi qualcosa a proposito dell’evento storico che c’era ed è innegabile, nessuno ha potuto evitare di riconoscerne la portata gigantesca, ma da questo al provare un qualsiasi tipo di reazione emozionale c’è l’abisso.
E l’unico brivido che sento percorrermi la schiena è di terrore, perché nel momento peggiore della chiesa cattolica non credo che abbiano scelto un papa accomodante, semmai ne sia esistito qualcuno così.
Questo papa dovrà lavorare moltissimo per ridare alla chiesa quel consenso perduto grazie a scandali di ogni genere.
E il metodo di recupero delle pecorelle smarrite sarà il solito adottato dai e nei secoli dei secoli: seduzione, bugie, interventismo sfrenato nella politica, la nostra,  che come sappiamo non oppone mai resistenza.
Quindi sarà tutt’altro che un’esperienza piacevole per noi atei che, proprio perché non crediamo dovremo comunque subire, continuare a subire l’influenza del vaticano nella nostra vita di tutti i giorni: come prima e come sempre. Chi non si preoccupa, non capisce che noi italiani siamo costantemente sotto attacco per il solo fatto di ospitare il vaticano in terra italiana, nella capitale d’Italia  e dovremmo quindi preoccuparci  di quel che succede nelle mura vaticane anche – soprattutto –  in qualità di non cattolici, beh… ha una visione delle cose molto limitata.

Per non dire che non ha ben capito nemmeno dove vive e chi comanda.

Nel 2005, quando si aprì il Conclave che portò all’elezione di Benedetto XVI, Adnkronos batté la notizia del fatto che Bergoglio era stato denunciato per presunta complicità nel sequestro di due missionari gesuiti.

I fatti si sarebbero svolti il 23 maggio del 1976. Adnkronos spiegava:

«La denuncia e’ stata presentata dall’avvocato e portavoce delle organizzazioni di difesa dei diritti umani in Argentina, Marcelo Parilli, che ha chiesto al giudice Norberto Oyarbide di indagare sul ruolo di Bergoglio nella sparizione dei due religiosi a opera della marina militare».

Nel libro di Horacio Verbitsky (giornalista d’inchiesta argentino) L’isola del silenzio, pubblicato in Italia da Fandango, si denunciano appunto questi fatti, con un’ampia esposizione che riguarda anche le complicità della Chiesa cattolica nei confronti della dittatura di Videla.

Bergoglio arrivò “secondo” nel Conclave del 2005. Nel 2006, Don Vitaliano scriveva un pezzo dal titolo Il lato oscuro del Cardinal Bergoglio, citando proprio il libro di Verbitsky.

[http://www.polisblog.it]

Non ho mai sopportato il luogo comune secondo il quale “la verità sta nel mezzo”.
La verità sta al suo posto, che è – appunto – quello della verità, e se l’intenzione è quella di farla conoscere e la conseguenza la capacità di saperla accettare non le si trova nessun limbo; quando la verità sta nel mezzo significa che è incompleta oppure che si preferisce lasciare dei fatti esistiti ed esistenti alla libera interpretazione, che può essere anche suggestiva e affascinante ma non è la verità, è un’altra cosa.
Non viene fatta passare per il candeggiamento di quel “mezzo”, uno dei luoghi più inutili in cui depositare le proprie incertezze, paure ma nella maggior parte dei casi i propri opportunismi e convenienze come la politica ci ha insegnato.
Ci sono situazioni in cui non si può stare un po’ di qua, un po’ di là, coi piedi in più scarpe eccetera: bisogna stare, possibilmente al posto giusto.
Quando dei libri che non sono fiabe né romanzi riportano dei fatti, delle notizie, generalmente si tratta di cose vere, non di libere interpretazioni “di mezzo” dell’autore. Altrimenti lo scrittore verrebbe denunciato, obbligato alla rettifica e quel libro ritirato. 
Ed è incredibile che quei fatti vengano poi considerati da chi dovrebbe avere il compito di far avvicinare il più possibile la gente alla verità delle semplici “polemiche”. 
La polemica è un giochino, uno scambio di pensieri, una confusione di idee reciproche che può essere anche divertente, stimolante, io l’adoro, ma non può né deve essere utilizzata o finalizzata a trasformare un’opinione personale in un fatto o, peggio ancora, per stravolgere una verità che si preferisce lasciare in quel mezzo affinché si possa interpretare e assuma una rilevanza diversa da quella che deve invece avere.
Il rosso è rosso e non può mai diventare nero perché a qualcuno piace così.

E mi fa molto ridere anche questo fatto che uomini di chiesa, papi vengano poi assolti solo perché ogni tanto, raramente, qualcuno di loro ha avuto la capacità di riconoscere gli errori della chiesa nel corso della sua storia.
Voglio solo umilmente ricordare che gli errori della chiesa non sono stati solo quelli di ordine intellettuale relativi alla diffusione di concetti sui quali nessuno può metterci la firma in quanto spacciati per pensieri e parole di un Dio che nessuno ha mai visto né sentito parlare; non sono state solo le menzogne veicolate nei secoli dei secoli per far sì che un’istituzione come la chiesa sia potuta arrivare fino ad oggi, ai tempi cosiddetti moderni. Fosse dipeso dalla chiesa cattolica  la Terra sarebbe quadrata ancora adesso, oggi.
Gli “errori” della chiesa sono stati la causa di molto altro, di atrocità, discriminazioni, morte; non credo si debba tornare ai tempi della “Santa” inquisizione, a quello dei roghi, delle torture per sapere in che modo è avvenuta e avviene da millenni l’opera di seduzione da parte della chiesa cattolica e in generale di tutte le religioni monoteiste.

Cosa che avviene ancora oggi quando un papa si affaccia da una finestra e può dire tranquillamente al mondo che il pericolo per la pace sono gli omosessuali e dopo non succede niente, giusto per fare un esempio recentissimo.
E, sinceramente certe scuse tardive, quelle che arrivano dopo quattro o cinquecento anni, tipo quelle alle donne considerate da sempre dalla chiesa uno strumento per figliare e tacere come pure certe riabilitazioni, tipo quella di Galileo Galilei che la chiesa  avrebbe volentieri arrostito su una pira, di un libero pensatore come Giordano Bruno che ha subito una violenza inenarrabile dai fanatici di Dio, suonano ridicole tanto quanto le scuse di un cardinale al quale è stato concesso di partecipare all’elezione del nuovo papa nonostante abbia riconosciuto di aver avuto una condotta sessuale inappropriata.
Mentre invece non l’avrebbe proprio dovuta avere.

E mi fa molto ridere chi si aspetta la rivoluzione da un papa, hanno avuto duemilatredici anni di tempo per rivoluzionarsi, se non l’hanno fatto fino ad ora resta difficile pensare che la volontà di un cambiamento sia nelle reali intenzioni della chiesa. E che il vaticano abbia sostenuto i peggiori regimi dittatoriali è un fatto, è storia, non le opinioni di anticlericali invasati. 

La chiesa sta dove stanno i soldi, da sempre. E non le importa in che modo si guadagnano.

La storia di De Pedis seppellito in basilica è emblematica e spiega benissimo quello che realmente interessa alla multinazionale vaticana.

Sarebbe un mondo bellissimo quello dove le persone che hanno fatto errori anche gravi, che hanno pregiudicato in modo irreversibile le vite di tanta gente, hanno contribuito a spezzarle, fossero poi disposte ad accettare le umane debolezze di tutti gli altri del mondo, le loro volontà, le scelte, le diversità, se capissero che l’umanità non è racchiusa dentro un improbabile recinto entro il quale ci si deve comportare secondo il volere di chi non ha un volto, una voce né delle fattezze umane. 
Qualcuno con cui, almeno, potersi confrontare alla pari.

La condotta

Preambolo: insegnate ai bambini ad essere indipendenti, senza dover seguire dottrine stabilite da altri.
Liberateli dalla schiavitù delle religioni insegnando loro quanto amore, quanta umanità e quanta cristianità ci sono nella poesia, nell’arte, nel sapere, nella fantasia, nella bellezza delle cose e nelle persone concrete, quelle che si vedono, si toccano, si annusano, si baciano, si mangiano, ci si fa l’amore. 
Non c’è un’altra vita, la menzogna di quel regno dei cieli destinato ai ‘buoni’ per mezzo della quale da millenni la chiesa tiene sotto scacco miliardi di persone: c’è solo questa.

Sottotitolo: Jack lo squartatore aveva una condotta sociale un po’ sotto lo standard.

Chissà il cardinale “quante volte viene”.
Per lo standard, dico.

Il cardinale O’Brien: “Cattiva condotta sessuale“.

Un uomo di chiesa non dovrebbe proprio avercela, una condotta sessuale, poiché  vi ha rinunciato per scelta sua e non per costrizione.

Almeno dovrebbe essere così.

Conclave, il cardinale O’Brien: “Mi scuso per la mia condotta sessuale”

Il cardinale Keith O’Brien, alla fine, ha ammesso le proprie responsabilità. L’ormai ex primate di Scozia e arcivescovo di St.Andrews e Edimburgo, accusato da quattro sacerdoti di comportamenti “inappropriati”, ha affidato il proprio “mea culpa” a una nota diffusa dalla Bbc.

O’Brien, che lo scorso 25 febbraio aveva presentato le proprie dimissioni in seguito allo scoppio dello scandalo, annunciando contestualmente di non poter più partecipare al Conclave, ha riconosciuto che la sua condotta sessuale “è scesa al di sotto degli standard che ci si doveva aspettare da me come prete, arcivescovo e cardinale”.

Il cardinale 74enne ha chiesto scusa “a quanti ho offeso, alla chiesa cattolica e agli scozzesi”. Il cardinale britannico è sempre stato un acceso critico del movimento gay, condannando l’omosessualità come immorale e i matrimoni gay come “pericolosi per la salute fisica, mentale e spirituale delle persone coinvolte”.

‎”Gli omosessuali sono un pericolo per la pace”. [Benedetto Emerito XVI un po’ prima di dimettersi].

La pedofilia, invece, ovvero lo stupro su persone non consenzienti e perlopiù minorenni, a differenza del rapporto omosessuale che rientra in una normale scelta di vita, un orientamento sessuale di persone rispettabili e soprattutto da rispettare ché non nuocciono né danneggiano nessuno, rientra nelle normali condotte sessuali alla quale si può dare anche una valutazione, non in un tribunale ma mentre si partecipa alla nomina di un nuovo papa.
Avranno pure smesso di mettere gente sui roghi – se potessero lo farebbero volentieri ancora oggi – ma il livello della considerazione per l’umanità che hanno certi “uomini” di chiesa resta più o meno quello di qualche secolo fa.
Ci sarebbe da chiedersi quanti stupri ci vogliono per scendere al di sotto dello standard di uomo di chiesa.
Perché per tutti gli altri uomini che non indossano un abito talare non c’è mica lo standard di riferimento e la possibilità di scegliere il nuovo papa: c’è la galera.
Vivissimi complimenti a chi ha ancora bisogno di questi punti di riferimento.

L’amore, il rispetto, la cristianità sono cose che si portano dentro, si regalano, senza la necessità di farselo insegnare dalle religioni che per mezzo dei suoi uomini, referenti sulla terra di qualcuno che nessuno ha mai visto né sentito parlare per imporre la loro idea di amore hanno bruciato la gente sui roghi, l’hanno torturata, ancora oggi si continuano a fare guerre in nome di un dio, per evidentemente, spiegare che dio è amore anche quando si bombardano civili innocenti, si lapidano le adultere in una buca di terra perché non sono state fedeli al loro uomo e padrone o quando si impiccano ragazzini di 15 anni grazie alla sharija, perché non pensano che l’amore sia solo quello fra uomini e donne.
O quando si violentano bambini e ragazzi – da uomini di chiesa, dunque portatori di un messaggio di pace, fratellanza e rispetto per l’altr* pretendendo poi di dare una valutazione al proprio agire anziché permettere che quella valutazione la dia il giudice di un tribunale così come avviene per tutte le persone che si macchiano del crimine più odioso di tutti perché riguarda bambini e ragazzi, il futuro di tutte le società civili che vedranno negarsi per sempre la possibilità di vivere una vita normale, sana, libera e felice.
Che dio, se esiste davvero, vi maledica, visto che gli uomini e le donne di questa terra non lo sanno fare.

Il Papa se ne va

IL PAPA LASCIA IL PONTIFICATO

+ Il Papa si è dimesso, il discorso di Benedetto XVI

Quali che siano le ragioni reali – aldilà delle dichiarazioni ufficiali di Benedetto XVI –  non è facile per un Papa pronunciare parole come “sono stanco” ” le mie forze non sono più adatte”. 
E, soprattutto,  “la chiesa ha bisogno di una guida più giovane di me”.
Il Papa si rottama da se medesimo,  capisce che è arrivato il momento di fare spazio ad un’altra persona,  i politici no, non lo fanno mai; si riciclano, non mollano, non pensano mai  che sia il caso di lasciare il posto a qualcuno più giovane di quelli che sono nel nostro parlamento da trenta, quaranta, cinquanta e anche sessant’anni come il presidente Napolitano.

Sono sempre lì.

Ci fosse mai un politico che dica “lascio perché non sono [più] all’altezza del compito”,  quelli stanno sempre, come a settemmezzo col sei.

Indipendentemente dal fatto che  questa  sia una scelta sua o sulla spinta di altre faccende chi ci ha messo la faccia è stato lui; è un Papa, capo di una religione che conta miliardi di fedeli nel mondo, non è mica un politico corrotto qualunque.

Quello che penso della chiesa e del vaticano lo sa tutto il mondo,  ma non c’è dubbio che la sua sia stata una grande lezione che quelli che non se ne vanno mai dovrebbero prendere ad esempio. E speriamo almeno che la politica sappia approfittare di questo momento di confusione; comunque, a Benedetto non difetta una certa coerenza, per dimettersi ha scelto l’anniversario dei patti lateranensi: la più grande truffa perpetrata a questo paese.

Uno a zero per il Papa.

#vergognasulpapa kill the gay

Questi “pericolosi sovversivi” (Pasquale Videtta, Luca Sappino, Francesca Fornario, Simone Salis, Gianfranco Mascia, Alessandro Gilioli, Marco Quaranta), che si limitavano a esporre (in religioso silenzio) dei manifesti assolutamente pacifici durante l’Angelus del Papa in Piazza San Pietro, si sono visti strappare di mano il tutto dalla Polizia di Stato Italiana (in Vaticano!), sono stati schedati e sono stati trattenuti per oltre un’ora.

“Le unioni gay non danneggiano la pace: le armi sì.”

Questo semplicissimo concetto non può essere esposto nemmeno per iscritto rimanendo in silenzio perché la polizia dello stato italiano, in servizio permanente, dunque a spese dei contribuenti italiani anche nello stato estero del vaticano non vuole, si arrabbia. Non si può. 
Però si può dire – senza che nessuna istituzione né tanto meno la politica – letteralmente terrorizzata dalla possibilità di perdere voti dai talebani cristianocattolici faccia un plissé – che le unioni gay sono contro la pace e un mucchio di altre deliranti scemenze mentre si dà la benedizione a chi gli omosessuali li vuole morti sul patibolo. Il problema è che se la religione danneggiasse solo chi la segue sarebbe poca cosa, un nulla da liquidare con un sontuoso chissenefrega, il dramma invece è che danneggia tutti. Nel silenzio generale di chi dovrebbe fare in modo che questo non si verifichi più.

Preambolo: il secondo emendamento, quello che consente agli americani di poter possedere un’arma senza particolari motivazioni e senza soprattutto nessun controllo verso chi ne fa richiesta esiste dal 15 dicembre 1791. In due secoli e mezzo nessuno di quelli che hanno governato l’America ha mai sentito il dovere civile di fare in modo che non a tutti fosse concessa la possibilità di detenere e usare un’arma.  In tutto questo frattempo l’elenco delle stragi accadute a causa del possesso indiscriminato di armi si è allungato in maniera impressionante. Tutti possono acquistare un’arma senza che venga fatto nessun controllo sulla persona e la personalità di chi poi la dovrà usare.

Gli americani piangono, i presidenti si commuovono ma non c’è nessuna volontà da parte di nessuno di abolire questa licenza di uccidere.

In America a 21 anni non si è abbastanza adulti per potersi ubriacare in santa pace ma per commettere una strage sì.

Sottotitolo: visto che secondo il cardinal Ruini [eminems] la questione morale “non può essere usata come strumento politico” ed è sufficiente ricordarsi di mantenere un buon contegno pubblico come ci ha spiegato l’ottimo Sgarbi che di moralità,  contegni pubblici e privati se ne intende, la Lilly Gruber  ieri sera a ottoemmezzo avrebbe potuto ad esempio ricordare ad eminems e a Sgarbi che il papa è scampato per il rotto della cuffia e solo per un cavillo burocratico in quanto capo di stato estero [quando pare a lui] ad una condanna in Texas per aver taciuto, omesso, coperto, nascosto circa la pedofilia all’interno della chiesa. Voglio dire, se hai davanti Ruini nel giorno in cui il papa ha sommato una quantità di oscenità che la metà sarebbe stata già insopportabile, se fai la giornalista non puoi tacere su un fatto del genere.

Altrimenti sei un’altra cosa.

La chiesa cattolica  sta a Dio come come la politica, specialmente quella italiana  sta all’onestà, alla legalità  e alla giustizia.

Se si  prova a raccontare alla gggente, quella che non sa, che la religione cattolica è quella che più di altre nel corso della storia si è macchiata di crimini orrendi, ha sempre ostacolato il percorso verso la civiltà e la maturità dei popoli, ha sempre negato il diritto di ognuno di poter agire in libertà e fare di e con se stessi quello che tutti dovrebbero poter fare liberamente di e con se stessi, quella gggente ti guarda con la stessa espressione ebete che ha quando dici che berlusconi vent’anni fa era esattamente come oggi.

L’unico modo per difendersi è conoscere, sapere; chi non sa è vulnerabile, facilmente seduttibile. Ai figli bisogna insegnare quanto è bella, magnifica la libertà: quella dei pensieri e delle azioni belle e magnifiche, tipo saper ignorare quei retaggi e pregiudizi pericolosi, dannosi, quella subcultura che non dovrebbe far parte di nessuna civiltà e che consentono ad un papa oggi, nel terzo millennio di poter veicolare messaggi pericolosi, violenti, discriminanti, razzisti e omofobi fatti passare per un messaggio di pace.

Discriminare, far credere che gli omosessuali siano portatori di violenza, di guerra alla “normalità”  è tutt’altro che un messaggio con cui si può celebrare nientemeno che la pace;  significa mettere a rischio la loro incolumità e sicurezza.

Quando poi  i ragazzini si suicidano a 15 anni perché i compagni di scuola li deridono o quando gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali vengono aggrediti, picchiati, violentati, ammazzati di chi è la colpa, del bullismo,  della maleducazione, della criminalità fascista o anche, anzi soprattutto  di quello che viene predicato urbi et orbi?

 La discriminazione è SEMPRE un danno per la collettività, l’essere in qualche modo classificati dei “diversi” in senso negativo, dispregiativo, offensivo costringe a fare dei distinguo che generano delle differenze mentre i diritti sono diritti per TUTTI.

  Le scelte di vita, quando  sono private e non intaccano il diritto degli altri, quando non sono pericolose per gli altri, quando non provocano danni agli altri DEVONO essere  accettate e lecite, ed è un dovere di tutti rispettarle, perché è un diritto di tutti essere rispettati, la laicità e il suo rispetto garantisce tutti.

Il 23 settembre scorso il papa aveva detto le stesse cose pronunciate ieri – celebrando la pace mentre dava  la sua personale benedizione a  Rebecca Kadaga,  ugandese, promotrice della riforma dell’attuale legge contro i “comportamenti sessuali deviati”: omosessualità e bisessualità,  riforma  che prevede la pena di morte per gli omosessuali “recidivi” [sic!] –  ai partiti politici cattolici italiani, quindi praticamente a tutti, fatta eccezione forse per quello di Ferrero: “non cedete su eutanasia e aborto, tutelate il matrimonio uomo – donna”. 

E visto che lui ribadisce, lo faccio anch’io, perché la verità è che alla chiesa cattolica piace l’ipocrisia, l’unica dottrina che condividono è quella delle morali doppie e triple.

Quella che permette ad un divorziato colluso con la mafia [sostenuto da questa chiesa intollerante a corrente alternata finché non sono entrate in scena le storiacce di HardCore, ovvero la mafia e la corruzione sì ma le mignotte proprio no, ché perpetuare un’opera di lobotomia che dura da quasi tre millenni è un esercizio costoso e impegnativo: serve tutto il peggio che c’è a disposizione, mafie comprese] di accostarsi all’Eucaristia, bestemmiare pubblicamente e ottenere il perdono “contestualizzato” da parte dell’eminenza di turno, che gli ha permesso di farsi portavoce dei valori cristiani mentre a casa sua succedeva altro che Sodoma e Gomorra.

Quella della celebrazione del family day a cui ha partecipato Gianfranco Fini che aveva già abbandonato una moglie e messo incinta la sua nuova compagna, una celebrazione a cui partecipava Giovanardi che con Fini ha firmato una legge criminale che ha mandato a morire di botte, di fame e di sete un ragazzo di trent’anni mentre era sotto tutela dello stato e ricoverato in una struttura ospedaliera pubblica.  Per dire giusto le prime cose che mi vengono in mente.

Quella dei funerali religiosi a Pinochet con la presenza di non uno ma tre vescovi sull’altare e che poi nega il funerale a Piergiorgio Welby, vero cristo in croce lasciato sul sagrato di una chiesa da morto dopo essere stato abbandonato da dio da vivo.

Quella che Eluana doveva continuare a vegetare in un letto d’ospedale per chissà quanto tempo ancora e suo padre è un assassino. Io figli piccoli non ne ho più ma chi vuole salvare e proteggere i suoi li tenga lontani dalla chiesa, faccia decidere a loro da adulti consapevoli se vogliono o meno accostarsi ai sacramenti, non imponga loro battesimi, comunioni e cresime solo per tradizione, perché si fa la festa e si ricevono i regali e per paura che vengano esclusi dalla setta. 

E invece di mandarli agli scout o all’oratorio a farli rimbecillire prima del tempo dalla propaganda cattolica li mandasse  ad infangarsi su un campo da rugby, ad una scuola di musica, di danza, di arte e pittura, è molto più educativo di qualsiasi catechismo religioso.

Sarebbe un bel passo avanti, in fatto di civiltà.

E ai giornalisti – visto che qui ogni tanto qualcuno ci passa – chiedo: basta.

Quello che dice il papa, quello che che pensano vescovi e cardinali interessa una parte minima di gente, non sono cose di interesse nazionale.

Chi ha tutta questa smania di sapere, conoscere e ascoltare il Benedetto – pensiero ha canali di informazione sufficienti, può benissimo andarseli a cercare visto che ce ne sono pure troppi per un paese laico.


“Eutanasia, aborto e nozze gay sono gravi minacce per la pace”, ha detto il papa.E poi ha benedetto Rebecca Kadaga, la promotrice della riforma di legge in Uganda contro i “comportamenti sessuali devianti”, che tra le ipotesi prevede anche la pena di morte per gli omosessuali recidivi. 

Pantaloni rosa e camicie nere

Il prefetto di Roma: “Camera e Senato saranno inviolabili”.

Fra Camera e Senato dunque nel Parlamento tutto intero trovano residenza un centinaio e forse più di pregiudicati per piccoli e grandi reati, alcuni con sentenze già passate in giudicato.
Altri in attesa di processo, altri indagati, altri prescritti perché era finito il tempo regolamentare e in qualche caso anche il reato.
Ripeto la domanda: dov’è il corto circuito se si vieta a dei normali cittadini, perlopiù onesti e con la fedina penale pulita di potersi avvicinare ai palazzi delle istituzioni anche e solo dall’esterno mentre i delinquenti veri, i corruttori, i corrotti, i conniventi con le mafie, i ladri sono dentro?

Sottotitolo: oggi è la giornata della colletta alimentare.
Alle compagnie delle opere, ai memores domini e alle comunioni e fatturazioni nemmeno un pacco di pasta coi vermi e un barattolo di fagioli scaduto.

Con quello che hanno rubato ci si potrebbero nutrire e sfamare i tre quarti dell’orbe terracqueo.

Preambolo: invece di monitare, indignarsi ed esprimere solidarietà pelosa e d’accatto all’Arcigay Napolitano dovrebbe ricordare ai suoi amatissimi parlamentari tradizionali che l’omofobia non è ancora un reato solo nei paesi retrogradi e incivili come il nostro.
Ed estendere il messaggio anche al suo pari grado in terra straniera al quale però è consentito di collaborare attivamente al regresso culturale e civile di questo sciagurato paese [nel presepe il bue e l’asinello non c’erano, chi mette il preservativo bestemmia contro dio e altre menate di questo spessore].
E magari spiegare perché non ha alzato un sopracciglio quando qualche settimana fa la legge è stata bocciata in parlamento.

L’ITALIA VIOLENTA SCANDALO D’EUROPA – Il Times di Londra: “Roma è la città più pericolosa”. Tutta la stampa inglese contro “il comportamento incredibile della polizia italiana” dopo l’assalto antisemita di Campo de’ Fiori. Polemica fra comunità ebraica e prefetto alla vigilia dei cortei contrapposti nella Capitale [Il Fatto Quotidiano]

Ecco, fatelo sapere alla versione in gonnella dell’ ex azzannapolpacci [di poliziotto] leghista, e anche al capo della polizia più pagato al mondo. Noi non vi paghiamo per farci fare figure di merda planetarie né per farci massacrare i figli a manganellate.

Pantaloni rosa e camicie nere – Rita Pani, 23 novembre

L’ho vista anche io una scritta su un muro, a caratteri di memoria fascista che diceva: “Froci nel forno”. La guardi e pensi alla portata della stupidità. Poi, mentre te ne stai seduta davanti a un carabiniere, col tuo avvocato accanto e alcune carte in mano, mentre le loro voci cantilenano diciture burocratiche cacofoniche e noiose, leggi il proclama sulla razza ariana che vorresti lanciare dalla finestra aperta, che guarda altre finestre aperte, come in un film di Kubrick.
 
Leggi ancora le farneticazioni di un ragazzo e ti domandi: “Chissà che vita ha avuto, cosa gli hanno raccontato. Chissà se ha letto questo o quello, se mai gli hanno raccontato il rumore che fanno le ossa che si rompono in un corpo troppo magro.”
 
Poi il carabiniere ti rivolge la domanda, posi le carte sopra il tavolo, e non hai alcuna smania di spiegare, di difenderti, di urlare. Perché le ragioni ormai ti sembrano rimbombare nella mente, senza più senso, ribadite per iscritto su pagine e pagine di carta virtuale, o durante gli interminabili percorsi della vita, camminati con diverse compagnie fatte di gente di mille colori e di mille pensieri. Tutte cose già dette, tutte cose già lette. Sempre le stesse a ripercorrere una storia che seppellimmo troppo in superficie e riesumata quando si è reso necessario, rigettarci all’inferno.
 
Oggi piangiamo un bambino che ha preferito morire, immagino perché troppo brutto il futuro che riusciva a immaginare, vivendo in questo presente. Piangiamo lacrime sperando che queste possano restituirci alla nostra umanità, cercando fortemente un colpevole per l’assurdità di una morte, che possa in qualche modo assolverci, e condanniamo a pagare un’intera generazione di studenti o compagni di scuola nel quale si può trovare un capro espiatorio che ci lasci liberi nel dolore.
 
Lo piango anche io, e lo piango a modo mio, con l’amarezza che mi porto dentro da giorni e che non riesco a lasciar andare. Lo piango, pensando che forse non ho fatto abbastanza, che forse questo mio cocciuto modo di strillare la scomodità della realtà è stato inutile. Non piango la sua morte, ma piango la sua vita di bambino domandandomi quale sia stato il terrore che deve aver provato del domani, per scegliere di non arrivarci mai. Non mi importa di sapere quanto crudele può essere un ragazzo, semmai mi domando dove fossero quei genitori che non hanno avuto modo di accorgersi come si stavano costruendo i loro figli.
 
Piangere per una vita è puro esercizio di stile, se non ci rendiamo disponibili a salvare la prossima. Rifugiarci nell’assurdità di un fatto è solo alimento per la nostra buona coscienza, se renderemo possibile il prossimo nefasto accadimento.
 
Un bambino è stato ucciso da tutti coloro che non hanno avuto il tempo, che si son girati dall’altra parte, che hanno pensato bene di non iniziare nemmeno a combattere una lotta impari contro il sistema, contro l’ignoranza, contro il Golia che è questo nuovo fascismo lasciato libero di emergere e radicarsi ancora nel letto di miseria culturale appositamente creato per tenerci tutti al giogo, sottomessi e impotenti. Un bambino è stato ucciso dalla solitudine che si prova, quando ci si ostina ad alzare la testa, e si vede che tutto intorno il mondo è a capo chino.
 
Possiamo metterci i pantaloni rosa tutti i giorni, e tutti i giorni mostrarcene fieri e orgogliosi, ma non servirà a nulla, se non strapperemo le camicie nere.
 
Rita Pani (APOLIDE)

“Il bue e l’asinello nella grotta non c’erano”

Omofobia, umiliato e insultato dai compagni: 15enne si impicca a Roma

Class Action: denunciamo i deputati che non hanno voluto la legge contro l’omofobia per istigazione al suicidio

Sì alla class action contro una politica che ormai vive solo di se stessa, delle sue primarie, dei suoi candidati da presentare in ogni dove e non si occupa né si preoccupa di un paese in totale declino, non solo economico. Ma ne voglio una anche per denunciare le teste di cazzo che dis-educano i loro figli, che mettono per strada delinquenti in erba, stupratori, mostri di ignoranza che poi producono tragedie di questo tipo.

Io non ci posso pensare che nell’era di internet, in un’epoca storica in cui l’età del primo rapporto sessuale si è abbassata toccando soglie che sfiorano ancora l’infanzia praticamente, un ragazzino si possa suicidare perché deriso e offeso da coetanei che hanno un profilo facebook, lo smartphone e l’ultimo modello delle Nike ai piedi. 

E non posso pensare che la politica debba continuare a seguire l’orientamento di chi pensa che l’omosessualità sia un peccato, una malattia, una devianza.
Ed è anche per questo che non andrò a votare alle primarie col ricatto della schedatura da elettrice di centro sinistra. 
Io non voglio avere niente a che fare con chi – anziché pensare ad una vera politica di contrasto – si sposta più indietro per paura di non farcela. 
Io voglio gente che sa di potercela fare a rendere l’Italia un paese civile senza compromessi con Dio e dintorni, semplicemente perché quello di cui c’è bisogno è giusto pretenderlo da e in un paese civile.

La rivoluzione inizia a casa propria.

E se non lo capiamo tutti questo non sarà mai un paese civile; se ancora si tollera nel linguaggio comune che gli omosessuali vengano definiti “froci, ricchioni” persone “contronatura” e non gente che ha diritto di vivere i propri sentimenti e la propria sessualità nel modo che vuole significa che i figli delle persone che vengono allevati da gente così cresceranno con la stessa opinione. Circondati e sommersi dalla subcultura razzista e omofoba di chi poi tutto questo lo tollera magari sorridendo di certe battute.

E non usciremo mai da questa spirale di violenza e ignoranza.
Quella che oggi ha ucciso Davide che è solo l’ultima vittima in ordine di tempo in un paese composto da gente, cattiva, egoista, gretta, incivile, ignorante, e in questa categoria va inserita una fetta sostanziosa di politici che non agiscono a favore dei diritti per non dispiacere uno che scrive su un libro che “nel presepe il bue e l’asinello non c’erano”.

Sottotitolo: Kean Loach rifiuta il premio del Torino Film Festival. Nessun premio da chi licenzia gli operai in lotta.
Espressioni di ingegneria civile. 
Dire di no si può, in certi casi si DEVE.
Uno dei miei punti di riferimento è  una signora che una sera, dopo una giornata di lavoro, ha rifiutato di cedere il suo posto a sedere su un autobus.
Che ha detto semplicemente NO.
E grazie a quel no ha cambiato la storia.

“La gente racconta che non mollai il posto perché ero stanca, ma non era vero. 
Io ero stanca solo di arrendermi”. [Rosa Louise Parks]
Preambolo: Il Vaticano è in “crisi” e dunque ha deciso di tagliare le spese. Il tradizionale presepe in piazza San Pietro quest’anno lo donerà la regione Basilicata e sarà tutto a carico della regione, quindi nostro: la regione Basilicata ha stanziato una sostanziosa cifra di denaro in un momento di crisi drammatica per regalare un presepe a chi ha avuto già  tutto in regalo dallo stato italiano.
Soprattutto la dignità della maggior parte dei politici di tutti i colori.
“Il bue e l’asinello nella grotta non c’erano”
Ecco, sì, abbiamo sempre delle cose molto serie di cui occuparci nevvero santità? il bue e l’asinello sì o no? son problemi da perderci il sonno, in effetti.
Che bello credere alle favole, non si cresce mai.
Quand’è che qualcuno avrà il coraggio di scrivere che non c’era nemmeno la grotta e non era nemmeno quella volta lì?
Bollito duro The Jerk

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/node#ixzz2Cw9ySXhV

Perché, al posto di discettare in dotte elucubrazioni sulla sconvolgente notizia che “il bue e l’asinello nella grotta non c’erano” (la rivelazione sta nell’ultimo libro del Papa) la Chiesa non si mette a osservare e ad ascoltare molte pecorelle che, non ancora smarrite, sentono l’esigenza di sentire parole di apertura e di comprensione della “vita vera” nella sfera sessuale?

Appena sveglia, leggo sulle bacheche di amici, e poi controllo sui giornali on line, che hai esternato di nuovo.

Ora, passi per il fatto di domenica, quando hai dichiarato urbi et orbi [ma soprattutto sordi] che la profezia dei Maya è sostanzialmente una cazzata.

Passi, diciamo, perché uno può dire, beh si tratta di un clan rivale, quindi derubrichiamo la cosa a una normale attività di concorrenza sleale tra amici immaginari, divulgatori di minchiate e transeat.

Almeno noi laici sappiamo farci delle grasse risate sull’ipotesi fine del mondo, ai cattolici ferventi invece, quelli che si staranno già disperando all’idea di non poter inserire quest’anno le due graziose bestioline nel presepio, ché il papa ha detto che non c’erano e dunque nel presepio NON ci vanno,  piace tanto credere che l’altra vita sarà senz’altro meglio di questa, io infatti sto già pensando alla mise da indossare il 21 – 12 – 2012, non sia mai che l’altra vita mi dovesse trovare impreparata, sciatta, con la ricrescita nei capelli e la depilazione da fare. E poi insomma, una fine del mondo il 21 dicembre ha anche il suo lato positivo, almeno non dovremo preparare il cenone della vigilia di natale, il pranzo di natale e il brodino del 26 per rimettere a posto lo stomaco.

Però non credo sia giusto – né tantomeno bello – che tu insista, pervicace nella tua intenzione di distruggere ogni nostra convinzione, ogni nostro punto di riferimento [sia morale che fisico] calando il carico da 11 contro il bue e l’asinello, che a tuo dire nella grotta NON C’ERANO.Ma ti rendi conto? decenni di “Te piace ‘o presepio?” buttati al vento; bimbi sognanti su quei fiati caldi e umidi in mancanza [che terra veramente incivile, la Palestina!] della Daikin, delusi dal tuo dire; per non parlare degli altri bimbi negli scantinati in Cina che dipingono buoi e asinelli in vista del nostro natale [sempre meno] opulento.E la prossima rivelazione quale sarà?  che la Fata dei Dentini è una riedizione in chiave odontotecnica di Gina Lollobrigida, solo vestita da assistente alla poltrona con l’ambizione di diventare consigliera regionale?
E sui Re Magi e il loro ambiguo menage a trois, niente?
Che visione tristanzuola della vita che hai, ma farti una partitella a briscola e tressette ogni tanto no?Ti avverto però: metti le tua teologiche mani su Actarus e Goldrake, o peggio che mai su Lady Oscar [che saresti capacissimo di dire che trattasi di invenzione con cui i cartonari giapponesi sublimarono la loro passione per le lolite e per le loro mutandine], e m’incazzerò  davvero.Dopotutto, è crollato il Muro, non ci son più le mezze stagioni, i metrosexual hanno pian piano sostituito i maschioni alla Clark Gable, ma io sono cresciuta negli anni Ottanta: toglimi la crinolina di Maria Antonietta, o il sadico sorriso scozzese di Terence ai quali aggrapparmi per non crollare, e cadrò in pezzi anch’io.
[Post scritto a quattro mani con la mia amica Rosy]

Quasiquasi chiedo le royalties a Travaglio…

Anna Politkovskaja – New York, 30 agosto 1958 –  Mosca, 7 ottobre 2006

Lei si definiva una donna “non rieducabile”, per insegnarle le buone maniere ci sono voluti quattro colpi di pistola di cui uno alla testa, affinché la smettesse di occuparsi di cose ridicole come la difesa dei diritti umani e la denuncia di chi non li rispetta. A sei anni dalla sua uccisione non si sa ancora chi siano stati i mandanti dell’omicidio. Il 7 ottobre, per una strana coincidenza del destino, è anche il giorno del compleanno di Vladimir Putin: il “sincero democratico”(cit. berlusconi).

Sottotitolo: “In nome di sua santità, gloriosamente regnante”, se venisse confermata la condanna e Benedetto non concedesse nessuna grazia, dall’alto della sua magna_ nimità, al cosiddetto “corvo”, un povero illuso che essendo cristiano davvero,  e che avendo più a cuore le sorti della chiesa che quelle della multinazionale vaticana  pensava di fare una cosa buona e giusta portando alla luce  cose che fanno male alla chiesa ma, evidentemente  molto di più al vaticano che invece ci tiene che restino segrete e che per questo  è stato trattato come un criminale, gli toccherebbe scontare la pena in una delle italiche galere, naturalmente a spese nostre.
Ovvero, il vaticano se la canta e se la suona, nel solito modo farsesco, ma alla fine chi paga siamo sempre noi.

Monitate gente, monitate
Marco Travaglio, 7 ottobre

***
Finora i moniti di Napolitano, che costituiscono ormai un genere fantaletterario a sé, come la space opera o il cyberpunk, erano contraddistinti da tre caratteristiche: banalità, cerchiobottismo e inutilità. L’altroieri se n’è aggiunta una quarta: l’ermetismo. Abbiamo letto e riletto l’ultimo monito, anzi “affondo” (Corriere), anzi “nuovo fermo richiamo” (Repubblica), piovuto direttamente da Assisi, un tempo patria dei poverelli di San Francesco e ora viavai di sottane cardinalizie e loden di tecnici e blazer di banchieri (ieri pontificava Passera, noto francescano). “Serve — monita il capo dello Stato — una ripresa di slancio ideale e senso morale” contro la “inadeguatezza del quadro politico a offrire punti di riferimento e prospettive” e una “convergenza di iniziative” contro i “fenomeni di degrado del costume”. Parole che vagamente stonate, in bocca a chi di questa classe politica fa parte da 70 anni, che per tutti gli anni 80 tentò di alleare il Pci con Craxi, bacchettò Berlinguer quando osò porre la “questione morale”, ha firmato quasi tutte le leggi di B., ha nominato ministri gente come Brancher e Romano. Poteva dirlo un anno fa a Mancino, quando gli telefonava per piagnucolare sull’inchiesta Stato-mafia, che ci vuole “uno slancio ideale e morale”. E poi evitare di impicciarsi nelle indagini. Invece fa la predica a noi italiani, come se fosse appena atterrato da Saturno.

E con parole di cui sfugge il senso, perché non specificano il destinatario. Chi dovrebbe darlo, lo “slancio ideale e morale”? Chi dovrebbe fornirli, i “punti di riferimento e prospettive”? Il governo dei Grilli e dei Passera? Il Pdl dei B., dei Dell’Utri, dei Formigoni e dei Batman? Il Pd dei Penati? L’Udc dei Cesa e dei Cuffaro? Il Parlamento dei 100 condannati-imputati-indagati? E come dovrebbero manifestarsi lo slancio ideale e la convergenza di iniziative? Con la riforma elettorale che non si fa? Col bavaglio Gasparri-Chiti alla stampa e al web? Con la norma salva-Ilva? Con l’anti-corruzione degradata a pro-concussione? Sono mesi che scriviamo che il pacchetto Severino è per metà acqua fresca e per metà acqua sporca, visto che ignora il falso in bilancio,la frode fiscale, l’autoriciclaggio e soprattutto derubrica la “concussione per induzione” in un reato minore, con pene più basse e prescrizione più breve per la gioia di B., Penati, Tedesco & C. Ora Repubblica — che ha raccolto 250 mila firme a favore di questa roba — rivela che il Pd s’è svegliato e ha qualche dubbio perché — testuale — “questo regalo a Grillo non lo possiamo proprio fare”. Cioè: salvare B., Penati, Tedesco & C. non è sbagliato in sé, ma solo perché favorirebbe Grillo. Del resto salvare B.&C. è una vecchia abitudine: figurarsi ora che Pdl e Pd sono alleati. Ma nessuno combatte la corruzione delle menti e i furti di verità, molto più gravi di quelli di denaro. Il governo continua ad aumentare le tasse (magari autorizzando comuni e regioni a farlo, così si sputtanano loro). Ma, sia chiaro, Monti “non esclude di individuare un percorso” per abbassarle. E Passera vuol “creare le condizioni per ridurle”. Beninteso, “dall’anno prossimo”. Come ai tempi del Cainano, c’è sempre un “anno prossimo”, un “piano B”, una “fase 2”, una “ripresa”, un’arma segreta, un’età dell’oro da attendere fiduciosi. Intanto chi può paga e chi non può si spara. Questi tecnici ricordano il tipaccio che taglia le gomme dell’auto al disabile perché gli impediva di parcheggiare in divieto, poi però chiama il gommista per riparare il danno. Il governo aumenta le tasse, ma non esclude di abbassarle e intanto prepara il percorso. Come dire: per ora ti infilo l’ombrello lì dietro, ma poi non escludo di sfilartelo.
Nella fase 2.

Il papa prega per lui

Sottotitolo:

Gli agenti della Dia: “Coi tagli si sta smantellando la Direzione antimafia”

Era il sogno di Giovanni Falcone, che aveva compreso la necessità di avere un’unica struttura di polizia per affiancare i magistrati impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. “La stanno uccidendo a piccoli passi, perché nessuno si assumerebbe la responsabilità di eliminarla in un colpo”.

 

Ma naturalmente non c’è stata nessuna trattativa fra lo stato e la mafia.

 

 

Formigoni: “Idv, Grillo, Fatto e Repubblica? Braccio armato contro la democrazia che vuole destabilizzare il sistema politico italiano e mira al dissolvimento dello Stato che accusa anche in maniera vergognosa per abbattere in questo Paese ogni esperienza di democrazia ” [evidentemente gli deve essere sfuggita qualche copia di Repubblica di queste ultime settimane].
Se le esperienze di democrazia sono state quelle degli ultimi vent’anni [per non dover guardare ancora più indietro nel tempo che è peggio] ben venga tutto ciò che è in grado di dare un’energica scrollata a questo sistema mafioso e  paramafioso che ha distrutto anche l’idea di democrazia in questo paese.
Suppongo che oggi Violante non spenda una parola sul populismo di Formigoni. Meglio, molto meglio insultare i Magistrati, visto che poi nessuno li può difendere.
L’ayatollah celeste rivela inoltre che il papa gli avrebbe detto di pregare per lui tutti i giorni. 
Se fossi io a vestire gli umili panni di suasantità [comprese stole di ermellino e scarpette Prada] m’incazzerei moltissimo e denuncerei questo delinquente bugiardo che si crede Gesù Cristo.
Poi dice che una diventa atea.

Formigoni: “Il Papa prega per me ogni giorno”. Poi l’attacco al Fatto

Il presidente della Regione Lombardia indagato per corruzione approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe contro magistrati e giornalisti. Racconta di una vicenda giudiziaria come se fosse il passato, della fede in Dio e dell'”attacco strumentale” che ha subito. Poi spara contro il Fatto Quotidiano, Repubblica, Grillo e Italia dei Valori: “Sono il braccio armato contro la democrazia.”

Io sto con CL: no ai matrimoni gay!

di Silvio Di Giorgio per Il Fatto Quotidiano

Comunione e Liberazione dice no al matrimonio tra omosessuali. C’è il rischio che non nascano più bambini: i nostri preti sarebbero costretti a molestare dei maggiorenni, ed è una cosa che non possiamo permettere che accada.

Per prima cosa la carne dei maggiorenni è stopposa: i sacerdoti più anziani, abituati alla morbidezza delle carni giovani, rischierebbero di scheggiare le dentiere che si sono comprati con il nostro8×1000. E poi avere rapporti con un maggiorenne non costituirebbe reato, quindi dovrebbero escogitare altro per farsi trasferire in un’altra diocesi ed insabbiare tutto con l’aiuto del proprio vescovo.

Permettere ai gay di sposarsi porterà ad un’inevitabile conclusione: l’estinzione degli italiani. I maligni potrebbero dire che, alla luce delle dichiarazioni di CL, non sarebbe poi una perdita così grave, ma il vero problema è un altro. Vogliamo forse che i nostri sacerdoti siano costretti a diventare tutti missionari e volare all’estero a molestare negretti?

E’ come per il calcio. Un tempo tutte le stelle venivano a giocare da noi perché avevamo il campionato più bello del mondo, adesso scelgono tutti altri Paesi. Per la pedofilia ecclesiasticarischiamo lo stesso esodo. Che ne sarà della nostra immagine?

E poi lo sappiamo tutti che in Africa i bambini sono denutriti, non sono mica resistenti come i nostri cresciuti con pane e nutella. C’è il rischio che si facciano male. Poveri piccoli, vogliamo forse traumatizzarli per tutta la vita?

C’è inoltre chi fa notare che  i matrimoni gay non durerebbero, ed è un dato di fatto. Non sono solidi come quelli dei cattolici. Vedi ad esempio Berlusconi, Casini e Fini, uomini di chiesa che, nonostante i problemi quotidiani con le rispettive mogli, continuano stoicamente a portare avanti il loro primo matrimonio senza mai pensare neanche per un istante al divorzio.

Per finire un’ultima considerazione, e cioè che non si può andare contro natura. E la natura esige che a picchiare la moglie sia il marito, e non un’altra donna. E’ un matrimonio, cazzo, mica una lotta nel fango!

Vieni a trovarmi sul mio blog “Lo Starnuto”

 

S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche

Quindicimila addetti alla sicurezza per il papa, cento militari nelle zone terremotate. Giusto per capire dov’è la vera emergenza terremoto.
[Luca Bottura]

 Sottotitolo [che non c’entra niente]: I vescovi sanno tutto e parlano [purtroppo] di tutto; di famiglia, di bambini, di sesso, di omosessualità, di fecondazioni, di contraccezione e di tutto lo scibile umano disumano e subumano ma se gli chiedi delle vacanze di Formigoni, ahò, questa gli è sfuggita.
Guardaunpo’.

Preambolo: Il Gran Visir della Menzogna invece di andare tra le popolazioni terremotate a fare davvero il pastore di quel Dio che nessuno ha mai visto né sentito parlare ma lui sì, va a fare il turista in quel di Milano e,  alla modica cifra di 13 milioni di euro, chi avrà stomaco e coraggio sufficienti potrà ascoltarlo raccontare come di consueto le solite balle su argomenti che non dovrebbero riguardarlo né dovrebbe conoscere così approfonditamente da doversene occupare personalmente e con frequenza praticamente quotidiana.
Tirerà fuori il solito repertorio contro la laicità, il relativismo, il logorìo della vita moderna e, in generale su tutto quello che nel corso della Storia ha creato civiltà e contrastato ignoranza,  integralismi e fondamentalismi che, purtroppo per chi non se ne accorge, non riguardano solo altre religioni considerate incivili e retrograde ma molto, e molto da vicino anche quella cattolica.

Quando sento dire – anche da autorevoli giornalisti, direttori e vicedirettori di giornali sempre pronti a fare battaglie per la qualunque –  che sarebbero luoghi comuni senza significato i motivi per i quali la parata quest’anno non si DOVEVA fare in rispetto, oltre che verso i terremotati anche di quegli imprenditori che si sono suicidati  perché le banche non gli hanno concesso  prestiti irrisori rispetto alla cifra che è stata spesa per quella che Marco Travaglio ha ribattezzato “la paratina del 1 giugno e mezzo” mi girano anche i coglioni che non ho.

Insomma ‘sti soldi in Italia,  ci sono o non ci sono? siamo in bancarotta quando, prima, durante, dopo i pasti o quando fa comodo ai tecnici sobri terrorizzare un po’ la gente affinché non venga in mente a nessuno di rivendicare sciocchezzuole quali sono diritti, lavoro, stipendi,  pensioni, ospedali e scuole che funzionino? il comune di Milano dove li ha presi tutti quei milioni di euro per la gita fuori porta del papa? abbiamo o no il diritto di sapere come vengono spesi i soldi che si prende lo stato dalle nostre tasse, visto che c’è sempre più gente che fa fatica non a organizzare feste, festicciole e barbecue in giardino ma a mettere insieme, cioè nella stessa giornata, il pranzo con la cena?
I milanesi devono PRETENDERE che la giunta dia loro conto per filo e per segno di ogni euro speso per la gitarella fuori porta del papa. E alla prima mancanza, assenza di quegli interventi necessari alla cittadinananza e al singolo cittadino nascoste dietro il paravento della crisi , rinfacciare a vita questo immondo e ingiustificabile  spreco di soldi e ricordarsi di tutto alle prossime elezioni.


Più incredibile della parata che comunque si farà, a sprezzo di miserie, povertà vecchie e nuove, di lutti e tragedie nuovi e recenti, è che Napolitano è riuscito nell’impresa di far sembrare gente come Forlani e Leone dei modelli di probità.
Checché ne pensino tutti quelli che in questi giorni hanno tentato di fare l’operazione contraria ricordandoci chi erano Forlani e Leone. Perché chi erano lo sappiamo, cos’hanno fatto anche, ma sappiamo però anche cos’ha fatto Napolitano, oltre ad intestardirsi su questa manifestazione “lacrime e tartine” – che avverrà in concomitanza dei funerali delle vittime del terremoto – e le cose per le quali verrà ricordato dalla Storia.

Soldi in giro non ce ne sono, ma la parata del 2 Giugno pare si farà, perché secondo Napolitano “Non possiamo piangerci addosso”. E la parata, magari diventerà una paratina.
Marco Travaglio spiega come nonostante la sobrietà sbandierata, gli sprechi saranno comunque tanti.

1° Giugno e mezzo
Marco Travaglio, 1 giugno

La Presidenza della Repubblica, nella persona di Sua Eccellenza Giorgio Napolitano che ci tiene tanto perché è l’ultima volta e la profezia dei Maya incombe, comunica di aver deciso di confermare sia la parata militare del 2 Giugno, ribattezzata per l’occasione “1° Giugno e mezzo”, sia il ricevimento al Quirinale con duemila invitati, ma in ossequio alla sobrietà che si deve al Paese in un momento drammatico contrassegnato da attentati, stragi, spread e movimenti tellurici ondulatori e sussultori, impartisce le seguenti, inderogabili direttive . Le illustrissime Autorità civili, finanziarie, militari e religiose invitate alla sobria parata militare all’Altare della Patria e in via dei Fori Imperiali dovranno presentarsi sul palco d’onore in abbigliamento essenziale, prive cioè dei consueti pennacchi, medaglieri, mostrine, galloni, uniformi, palandrane, paramenti, stivaloni, galosce, berretti, cappelli, tricorni, feluche, elmi, corazze, piumaggi, parrucche, parrucchini anche se in catrame, ciglia e unghie finte, tacchi col rialzo, anelli in platino, oro e bigiotteria, pròtesi al silicone, wonderbra, rinforzino e imbottiture da patta in cotonina. Sempre in ossequio alla sobrietà, i carabinieri a cavallo sfileranno a piedi, mentre i militari già appiedati marceranno in ginocchio su distese di ceci. Chi vorrà portarsi comunque il cavallo, dovrà evitare i purosangue e prendere un ronzino da tiro in prestito dalle caratteristiche botticelle romane.
I bersaglieri, dismessi i copricapi con piume e le divise troppo
variopinte, indosseranno il loden e, lasciata a casa la troppo solenne fanfara, avanzeranno non di corsa, ma molto lentamente fischiettando sottovoce. Idem per la banda degli alpini, la cui sobrietà verrà testata da prove del palloncino a sorpresa. I cani da valanga saranno equipaggiati con le consuete borracce, ma prive di sostanze alcoliche: gazzosa e fanta per tutti. I carrarmati avanzeranno privi di cingoli, dotati di sole ruote, spinti a mano da appositi fanti o tirati con apposite funi. Gli aerei cacciabombardieri potranno avere una sola ala. Gli elicotteri da guerra saranno sprovvisti di elica. I cannoni avranno la bocca coperta da un preservativo in ghisa. Quanto al ricevimento al Quirinale, non si terrà nei troppo opulenti giardini del Palazzo, ma nei  giardinetti pubblici siti nelle vicinanze. Al posto dei soliti tavoli imbanditi,
si impiegheranno le più spoglie panchine in pietra, fra l’altro utilissime affinché vegliardi e cariatidi presenti comincino ad abituarsi. Gli invitati — alte e basse cariche dello Stato in servizio o ex, cardinali, arcivescovi, monsignori, sagrestani, imprenditori e prenditori, manager e magnager, banchieri e bancarottieri, pregiudicati, imputati, inquisiti, prescritti, impuniti, colpevoli non ancora beccati, faccendieri, piduisti, pitreisti, piquattristi, massoni, ciellini, opusdeini, papponi, mignotte, poetastri, guitti, schitarranti e pennivendoli di regime, nani e ballerine — sono pregati di non sfoggiare abbigliamenti troppo sgargianti e acconciature vistose. È gradito l’abito loden, anche e soprattutto per le escort.
Vietato l’accesso agli yacht, dunque Formigoni o viene a
piedi o resta a casa.
Abolito per sobrietà il tradizionale catering, ciascuno si porterà il pranzo al sacco in appositi zainetti di tela, gavette e/o giberne metalliche. Resta inteso che le tartine non potranno contenere caviale o salmone canadese o foie gras, ma al massimo patè di olive. Vivamente consigliata, accanto a ogni miliardario, la presenza di un barbone prêt-à-porter, anche per confondere gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate di cui non si escludono blitz a sorpresa. I massoni, per questa volta, lasceranno a casa grembiuli e compassi. Per la delegazione dei ladri, come sempre folta e variegata, si raccomanda di astenersi almeno per quel giorno dal borseggiare i vicini di tavolo, anzi di panchina. O, se proprio non riescono a trattenersi, di devolvere sobriamente la refurtiva ai terremotati.

Benedetto XVI arriva a Milano, una visita da tredici milioni di euro – Il Fatto Quotidiano

Al via nel capoluogo lombardo il VII incontro delle famiglie.

  Ma Pisapia insiste: “Sì alle unioni civili”. Nella tre giorni papale saranno impiegati 15 mila uomini tra forze dell’ordine, vigili del fuoco e protezione civile. Oltre 3 milioni dal Comune. Altri dieci tra Regione Lombardia, arcidiocesi, Cei e sponsor.

Un turista Inglese

Sabato 11 febbraio 2012
“Osteria del Vaticano”
di Marco Travaglio

In alcune redazioni molto supponenti e poco sportive, quando un altro giornale trova una notizia in esclusiva (“scoop”), invece di riprenderla per farla conoscere ai propri lettori citando la fonte, si fa come la volpe con l’uva (voce del verbo “rosicare”). Si va a caccia di qualcuno che smentisca per dire: “La notizia è falsa. Del resto, se fosse vera, la sapremmo anche noi, anzi l’avremmo saputa per primi”. L’altra sera, appena Santoro e Ruotolo hanno preannunciato lo scoop di Marco Lillo, i rosiconi si sono messi subito all’opera. La loro speranza era che il documento pubblicato dal Fatto fosse falso. Purtroppo padre Lombardi ha confermato che è autentico, anche se contiene “farneticazioni che non vanno prese sul serio”. Ma allora perché far leggere al Papa farneticazioni da non prendere sul serio? Per fargli uno scherzo? Forse perché il mittente è un cardinale e riferisce le parole di un altro cardinale. Se ci sono cardinali farneticanti, forse è il caso di pensionarli.
In ogni caso, per quel che riguarda il Fatto, una volta confermata l’autenticità del documento, nessun’altra “smentita” è possibile. Se Romeo non ha detto quelle cose, o le ha dette ma non sono vere, qualsiasi smentita va indirizzata a chi ha inoltrato l’appunto al Papa (il cardinale Castrillón).
Non certo al Fatto , che ha pubblicato un documento autentico. Punto. Ma i rosiconi non si perdono d’animo e giocano con le parole. Repubblica, per nascondere le parole “Fatto” e “quotidiano”, si esercita in tripli salti mortali carpiati con avvitamento. Occhiello sul giornale: “In tv spunta un documento: ‘Attentato al Papa’”. Ecco com’è nata la notizia: è spuntata. Sito repubblica.it : “‘Notizie prive di fondamento’. Il cardinale Romeo smentisce la rivelazione del Fatto ”. Smentisce? Romeo conferma persino il “viaggio privato in Cina a metà novembre”. Smentisce “quanto gli viene attribuito”. Ma va?
Qualcuno poteva pensare che un cardinale ammetta di aver detto in giro che stanno per uccidere il Papa? Più correttamente il corriere.it evita la parola “smentita” e titola: “Il complotto (presunto) contro il Papa e il mistero di quel viaggio in Cina”. Che è la vera materia del contendere. Invece il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, va in tv e dice che il documento non meritava quel risalto: cioè, in un paese dove anche i sospiri dell’ultimo ecclesiastico su qualunque argomento dello scibile umano finiscono su tg e giornali, un appunto consegnato da un cardinale al Papa su un complotto per eliminarlo va nascosto. Magari in un breviario. Certi vaticanisti sono letteralmente costernati dinanzi a questo oggetto misterioso chiamato “notizia”. Andrea Tornielli della Stampa ammette che il documento è “autentico ma sconclusionato”, poi però lamenta che “sia a disposizione dei media” (forse voleva dire “del Fatto ”).
Idem il messaggero.it : “Da qualche tempo a questa parte dalla Segreteria di Stato vaticana escono documenti riservati”. Anche per il giornale.it lo scandalo non è il documento, ma la pubblicazione: “Il mistero del complotto per uccidere il Papa: chi ha dato il documento ai giornali?” (forse voleva scrivere “al Fatto ”). Poi il sallustionline rivela che “il Vaticano stronca sul nascere lo scoop del Fatto ” e conclude: “Non sappiamo cosa ci sia di vero nello scoop del Fatto ”. Ah, non lo sapete? Ve lo diciamo noi: è tutto vero e il Vaticano non stronca un bel nulla. Il sito dell’Unità non l’ha presa bene: “Se voleva attirare l’attenzione, il Fatto Quotidiano ci è riuscito…
L’annuncio è stato dato in collegamento con Servizio Pubblico di Santoro (sostenuto dallo stesso Fatto )”. Ecco perché il Fatto dà una notizia: per “attirare l’attenzione” (dev’essere per questo che, al contrario, l’attenzione sull’Unità è piuttosto al ribasso). Ed ecco perché Santoro la anticipa: perché è sostenuto dal Fatto . L’idea che un giornale e un giornalista diano una notizia perché è il loro mestiere, non sfiora neppure l’house organ del Pd. Meno male che c’è Libero , che stacca tutti di parecchie lunghezze: “Travaglio ‘uccide’ il Papa. Vaticano: tutta fantasia”. Ma forse si confonde con l’attentato a Belpietro. (Il Fatto Quotidiano, 11 febbraio 2012)

 

 

 

Un imperdibile e strepitoso Travaglio prova a raccontare,  nel suo editoriale di  Servizio Pubblico, cosa capirebbe di quel che succede in questo paese  un turista straniero che capitasse per caso a Roma perché incuriosito dall’abbondante e insolita nevicata.

Immaginiamo un cittadino inglese che decide di venire in vacanza in Italia. Durante il viaggio, leggendo i giornali, apprende che il ministro dell’Energia, indagato per ostacolo alla Polizia stradale, si è dimesso. Il turista arriva a Fiumicino, apre i giornali italiani e scopre che c’è un partito chiamato “Margherita” che ogni tanto torna in vita per incassare i finanziamenti pubblici, peraltro aboliti da un referendum. Poi, sempre più divertito legge delle avventure di Lusi, Rutelli e Bersani. In una Roma innevata incontra il curioso sindaco della capitale travestito da Pisolo – con tanto di cappello di lana. E inoltre: il mito del posto fisso (che è solo per i figli ed i parenti dei ministri), i processi infiniti a Berlusconi… Tutte le contraddizioni del nostro Paese viste con gli occhi di chi ci guarda da fuori. (Il Fatto Quotidiano)

Scoop de Il Fatto Quotidiano: complotto contro il Papa

Esclusiva del Fatto
‘C’è un complotto per uccidere il Papa’

Il Fatto Quotidiano è giunto in possesso di un documento speciale. Nel documento il cardinale Romeo riferisce che il papa morirà. L’appunto risale al novembre 2011 e Benedetto XVI ne è a conoscenza da tempo.