Asilo Mariuccia mode on

Che meraviglia sarebbe stata se gli stessi toni di Orfini rivolti a Grillo li avessero usati D’Alema, Veltroni e Bersani con berlusconi che, al contrario di Grillo non andava demonizzato.
Che goduria sarebbe stata sentire i grandi leader de’ sinistra rinfacciare a berlusconi la sua vicinanza con la mafia che risale a molto prima della “discesa in campo”, il suo essere moralmente, politicamente indegno e dunque inadatto a guidare l’Italia.
Invece non è mai successo.
Il patto del Nazareno, le varie dichiarazioni di Letta, Madia e Serracchiani che hanno sempre detto di preferire berlusconi ai 5stelle nascono dalla consapevolezza della sinistra prima e il centrosinistra dopo che hanno sempre considerato berlusconi un avversario per modo di dire, uno che avendo delle esigenze precise, dei problemi suoi da risolvere CON la politica, altrimenti non sarebbe mai sceso in campo, non era poi così “avverso” e quindi è meno pericoloso di chi, sebbene con mille riserve circa metodi e strategie non ha nulla da spartire con la politica degli inciuci, delle strane alleanze, degli opportunismi e della convenienza. Il conflitto di interessi mai risolto di berlusconi è lì a ricordarci che chi diceva di opporsi a berlusconi in realtà gli ha sempre spianato la strada.
Ecco perché oggi per Orfini “fa schifo” Grillo che guadagna col blog, il che non è nemmeno un reato, mentre al pd in tutte le sue forme e giravolte non ha mai fatto schifo berlusconi che ha guadagnato nel modo che sappiamo che invece era proprio un reato. 

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Penso che il mondo civile leggendo qual è l’argomento del dibattito politico in Italia, qualcosa che non si sa nemmeno se riguarderà questo paese, si starà sganasciando dalle risate.
Quelli del “c’è ben altro a cui pensare” piazzato sempre davanti alle cose importanti tipo i diritti civili che non costano nemmeno quanto l’organizzazione delle Olimpiadi sono già in vacanza?

Il partito di Orfini e Orfini dovrebbero preoccuparsi degli undici milioni di persone che non possono curarsi anche grazie ai magnifici tagli del governo di Renzi, non del blog di Grillo e delle Olimpiadi, “occasione storica” solo per i soliti magnaccia amici di tutta la politica, che hanno gonfiato i loro conti in banca lasciando macerie inutilizzabili in ogni “grande opera” che hanno realizzato e un mare di debiti che abbiamo dovuto pagare noi.
Questo sì, fa schifo, che in una repubblica occidentale la sanità sia stata trasformata da governi cosiddetti democratici in un privilegio di casta alla portata di chi la può pagare.

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Premesso che è ancora tutto da vedere, considerato che chissà che s’inventerà il pd dell’inciucio con tutti “purché si porti a casa il risultato” che, come ci insegna il grande rinnovatore è buono, utile solo quando premia il pd, quelli che non se ne fanno una ragione, che non capiscono ad esempio perché Roma non si sia consegnata senz’almeno provare a giocarsela al candidato del pd che ha imbarcato mezzo consiglio comunale che “non si accorgeva” di mafia capitale e che ha cacciato, previo atto notarile, il sindaco legittimamente eletto, evitino se possibile di dare lezioni di democrazia per i prossimi duecentocinquant’anni.

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Nel calcio, rispetto alla politica c’è un senso di responsabilità molto più raffinato. 
Quando una squadra perde, specialmente una partita importante e decisiva gli allenatori competenti e seri mandano i calciatori in ritiro anticipato e tutti si chiudono in un terapeutico ed opportuno silenzio stampa.
Non vanno in giro a gigioneggiare, a fare i cazzoni in televisione e sui giornali, a dire che se hanno perso la partita la colpa è del campo, dei tifosi e della congiunzione astrale sfavorevole, ad irridere gli avversari, offendere gli elettori che votano gli avversari e non fare mai un minimo di mea culpa per i propri e infiniti errori.  Tutta qui la sostanza del pd di Renzi.

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Se il leader del partito democratico preferisce frequentare Marchionne, gli sceicchi, i banchieri, i finanzieri,  quando scende in strada, lui che voleva solo la scorta della gente ha bisogno dell’esercito che lo protegga dal linciaggio, se in chiusura di campagna elettorale col candidato sindaco di Roma si chiude nella trincea di un teatro tra i fedelissimi e gli affezionati anziché presentarsi in piazza come hanno sempre fatto i leader politici, non solo di sinistra, forse è comprensibile perché il pd non prende più i voti del popolo ma li trova nell’élite dei quartieri bene.  Prendersi i voti dai ricchi non è un reato, sarebbe corretto però smetterla di dichiararsi partito di sinistra e centro sinistra. 

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Impostare una campagna elettorale sulla denigrazione dell’avversario perché incompetente come se Giachetti fosse ‘sto gran pezzo di statista, perché ha fatto praticantato da avvocato nello studio di Previti mentre ci si tiene Verdini nella maggioranza del governo centrale, lo si manda perfino ad appoggiare la candidata di Napoli, sconosciuta ai napoletani, quando si è ancora invischiati mani e piedi in mafia capitale che Orfini cita come se fosse altro dal pd e non una responsabilità politica e storica del pd che Roma l’ha governata varie volte nelle sue varie trasformazioni politiche non è stata una grande idea per un partito che aveva promesso di fare cose diverse dalle solite, mentre non ha neanche una maggioranza che giustifichi le iniziative in sede parlamentare e governativa, tipo la scellerata riforma costituzionale targata Renzi Boschi  Verdini e Napolitano, il regista e lo sceneggiatore di questi cinque anni di sospensione della democrazia chiamati simpaticamente governi di larghe intese.

Diciamolo.

 

Rosa Louise Parks cambiò la storia restando seduta

Una persona che si espone sapendo di rischiare, e lo fa in un paese dove il diritto è qualcosa di molto relativo e ancorché assente merita rispetto, solo rispetto. In Russia l’omofobia viene autorizzata PER LEGGE dallo stato, non solo non si può essere omosessuali ma non si deve neanche dire. Nei paesi normalmente civili invece è un crimine contro l’umanità. Tirare fuori altri argomenti per millantare che quella protesta sia stata fatta per farsi pubblicità, per cercare visibilità, perché si è persone alla ricerca di consensi e attenzioni che non si hanno più è solo miseria dietro alla quale si nasconde un po’ di più di un’antipatia per la persona. Luxuria credo abbia un paio di lauree, è una persona intelligente e acculturata che non deve dimostrare nulla a nessuno né tanto meno vergognarsi di essere la persona che è.
Uno dei vizi tipici italiani è di mischiare le pere con le mele. Se si fa una cosa non se ne può fare un’altra o se si fa se ne devono poi fare altre. O fare delle cose preclude che se ne possano fare altre, ad esempio ragionare. E perché Luxuria non è andata a cucire con l’ago e il filo il buco dell’ozono invece di protestare contro una cosuccia come la privazione di un diritto? E perché non va in Arabia, in Iran, nel Ruanda o chissà dove altro non si rispettano i diritti? Per pensare ci vorrebbe un cervello, per capire che MAGARI ognuno si occupasse di far rispettare i diritti nel proprio ambito lavorativo, sociale o quello che lo riguarda personalmente forse questo paese e il mondo farebbero meno schifo e tutti i paesi sarebbero meno soggetti ai regimi repressivi, violenti. Noi qui non abbiamo nulla di cui vantarci, rispetto ai diritti civili negati ma a molta gente questo va bene, non è la priorità. Se oggi noi abbiamo anche la possibilità di scrivere scempiaggini in Rete lo dobbiamo a chi si è impegnato prima di noi nell’estensione dei diritti. Tutti gli omofobi, i repressi, i frustrati, i razzisti  e gli ignoranti che in queste ore stanno esibendo il loro peggio perché altro non possiedono nei confronti di Vladimir Luxuria e come di solito fanno rispetto a diversità che non offendono né nuocciono a nessuno, dovrebbero ringraziare ogni giorno la nostra Costituzione che garantisce la possibilità di parlare anche a chi dovrebbe solo tacere per questioni di decenza.

Tutti dovremmo essere d’accordo e condannare  chi priva una persona della sua libertà anche per un tempo breve come è accaduto per fortuna a Luxuria arrestata per aver manifestato un suo pensiero in un paese dove la libera espressione del pensiero, anche quando è civile può costare la vita. Un paese dove una cosa naturale qual è l’omosessualità è considerata un reato per legge, dove non solo non si può essere omosessuali ma non si deve nemmeno dire.
In Russia, paese membro del G8 quindi si presume civilizzato, si può essere arrestati per aver esposto un manifesto nemmeno  di protesta ma di affermazione di un’ovvietà: “gay è ok”. Sì, eccome se lo è.


Era una legge dello stato anche quella che in America obbligava i neri ad alzarsi per lasciare il posto sull’autobus ai bianchi. Finché una sera di dicembre una piccola signora nera che tornava dal lavoro ha pensato più intensamente di altre volte evidentemente, che quella fosse un’ingiustizia, e lo era, e alla richiesta di alzarsi ha detto semplicemente NO.
Quel no ha cambiato la storia in America e anche nel mondo. E grazie al quel no altra gente ha smesso di subire l’ingiustizia di dover cedere un posto sull’autobus e non solo per una questione di colore della pelle. E chi dimostra più coraggio di altri facendo suoi i disagi di altri, le mancanze di rispetto e il non riconoscimento all’uguaglianza per tutti merita più rispetto degli altri, di chi non lo ha fatto, non lo fa e non lo farebbe ma in compenso critica il modo della protesta e la persona dimostrando tutti i suoi limiti e tutta la sua pochezza.

 La politica, la nostra e quella di quei paesi che citiamo sempre come “più civili”, che dovrebbe essere portatrice di idee sane, che si mette sul pulpito facendo leggi che obbligano a dei comportamenti che devono, dovrebbero consentire il più possibile una civile e sana convivenza, che mettono i paletti davanti a quello che non si può fare perché facendolo si arreca un danno al prossimo e alla società è la prima poi a fregarsene e ad accettare di stringere accordi, alleanze politiche, economiche con paesi nei quali viene meno, perché impedito con la repressione violenta, anche il semplice diritto alla protesta pacifica. Evidentemente i diritti dell’uomo, sanciti da una Carta sottoscritta dagli stati che si sono impegnati a rispettarla esulano dalla loro applicazione nel concreto. Anche da un paese democratico occidentale qual è l’Italia ci si può tranquillamente voltare da un’altra parte di fronte a paesi dove si attuano dittature repressive e dove i diritti vengono violati e impediti, tutto in virtù e a beneficio del dio denaro. A dimostrazione che si può sacrificare l’idea stessa di democrazia pur elevandola a proprio sistema, assetto politico perché ritenuta la forma migliore di gestione di un paese, quella meno invasiva proprio in fatti di diritti, per non disturbare gli affari.

Giordano Bruno: il filosofo che s’illuminò d’immenso. Dopo quattro secoli siamo ancora qui ad assistere alle conseguenze violente dei fanatismi religiosi, discriminazioni, violenze, guerre, scatenate in nome di Dio. – Ma è proprio sul rogo, senza dire una parola, che Bruno vince la sfida di una vita, mentre gira il capo al crocefisso che il carnefice gli porge da baciare, Bruno diventa eterno, quell’immagine attraversa il tempo, luminoso simbolo della lotta ad ogni fanatismo religioso, il suo messaggio diventa universale, recepito da gente di ogni cultura e religione, monito e ricordo perenne di quello che fu la “Santa” Inquisizione. – Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo. L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo. ” Tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla.” [Giordano Bruno – 1548, Nola – 17 febbraio 1600, Roma] http://www.loggiagiordanobruno.com/20120306-giordano-bruno-l’ultima-notte.html

 

I diritti di chi?

L’omofobia è un crimine contro l’umanità.
In Russia essere gay, lesbiche e trans significa rischiare la vita come nei peggiori paesi integralisti islamici. Dice “ma questo è sport”. Io dico che la comunità internazionale dovrebbe smetterla di ignorare il non rispetto dei diritti umani per convenienze economiche, politiche e concedere a paesi come la Russia la possibilità di ospitare un evento sportivo come le Olimpiadi, pensate e realizzate in tempi molto antichi per onorare la pace. E non c’è pace in un paese dove si fa una legge che paragona lesbiche e omosessuali a dei criminali.

Sochi 2014, diritti lgbt su montagne russe
Onu: “Attacchi ai gay, il mondo si sollevi”
Letta: “Vado per riaffermare ruolo Italia”

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Letta che va a Sochi per “riaffermare il ruolo dell’Italia nell’estensione dei diritti” perché non s’impegna col suo partito, che si vocifera sia addirittura di centrosinistra, ad estenderli anche qui? Di che si va a vantare Enrico Letta, che in una democrazia occidentale nemmeno i governi di centrosinistra sono riusciti a fare uno straccio di legge decente che tuteli i diritti degli omosessuali? E che la politica, al contrario, ne abbia pensata un’altra che tutela invece il diritto ai giovanardi di Italia di offendere i gay senza che questo costituisca un reato? Cosa va a riaffermare Letta, la sudditanza al vaticano che impedisce a questo paese di essere civile davvero? quali cazzo di diritti va a riaffermare Letta, quelli che non abbiamo neanche qui?

Vergogna.

Monti ha detto NO

 Monti ha fatto benissimo a dire NO alle Olimpiadi di Roma.
Ora aspettiamo lo stesso  NO agli F35,  alla TAV,  alla Gronda, all’Expò…eccetera, eccetera.

  Monti boccia le Olimpiadi di Roma
‘Non rischiamo il denaro dei cittadini’

A me delle olimpiadi non frega nulla, ma nullanulla, epperò perché le Olimpiadi secondo l’esimio dott. prof. S.E. il sobrissimo che fa benissimo nonché presidente del consiglio Mario Monti sarebbero tutta questa robina qui e la TAV (per esempio eh?), no?

«Non vogliamo che chi governerà l’Italia nei prossimi anni si trovi in una situazione di difficoltà», ha aggiunto Monti. «Non vogliamo che la situazione possa essere compromessa da improvvisi dubbi circa la finalità di risanamento finanziario del Paese». Di una cosa è sicuro il presidente del Consiglio: «L’Italia non deve rinunciare ad avere mete ambiziose, il nostro governo è concentrato anche sulla crescita, ma in questo momento non pensiamo che sarebbe coerente impegnare l’Italia in questo impegno finanziario che potrebbe mettere a rischio denaro dei contribuenti».

Bisognerebbe smetterla di pensare che le olimpiadi, i mondiali di calcio e ogni grande evento sportivo e non siano l’occasione per dare prestigio ad una città.

Succede altrove forse, ma non Italia.

Perché sappiamo benissimo chi guadagnerebbe dall’enorme movimento di soldi che le gare di appalto spostano e che lievitano di minuto in minuto per far arricchire le solite cricche di delinquenti.

A me il prestigio interesserebbe averlo per le cose importanti e durature: strade e marciapiedi senza buche, asili, scuole, ospedali meno fatiscenti di quelli che si vedono in ogni città italiana, una metropolitana che funzioni, una rete di mezzi pubblici che sia degna di una Capitale del mondo, oltreché d’Italia. Il prestigio dei tutti i giorni insomma, quello che fa funzionare le cose come devono, non quello di una volta “ogni morte di papa”.

E sarebbe bastato  vedere – appunto –  da chi è composto il comitato promotore per le Olimpiadi a Roma per rendersi conto che far organizzare qualcosa a questa gente qui sarebbe stata una follia, il presidente ONORARIO, è Gianni Letta, e, a cascata Pescante, Alemanno: gente di cui sappiamo non tutto ma abbastanza per capire che non sono adatti nemmeno per custodirci la gabbia dei canarini.
Però le motivazioni del NO di Monti se non facessero pena farebbero ridere.
Il metro di giudizio non può essere Monti che dice no ad alemanno e giù,  tutti a dirgli bravo.

Il metro dovrebbe essere, doveva essere  quello della riflessione su tutto quell’altro a cui Monti non ha detto e non dice no per gli stessi motivi per i quali ha detto NO alle Olimpiadi. Dai privilegi mantenuti alla Tav che invece si farà passando per i caccia da guerra che invece si compreranno sennò l’ammiraglio s’incazza. Per dire soltanto le prime tre cose che mi sono venute in mente.

Il presidente del consiglio non  si può ricordare di essere morigerato solo per quello che vuole lui. Perché anche la Tav e gli aereoplani da guerra significano  soldi, molti,  buttati e in più finalizzati a produrre solo danni, dunque addurre motivi finanziari e di risparmio in previsione dello stesso futuro di cui questo governo sta dissolvendo anche e solo l’immagine  mi sembra solo  una gigantesca presa per il culo.

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Viva la Quaresima (ma chi è davvero GIANNI LETTA?) – di Marco Travaglio, 15 febbraio

Ci sono diversi modi per ricordare il ventennale di Mani Pulite.

I partiti commemorano l’anniversario offrendo ogni giorno qualche
ladro alle manette (ieri è toccato all’Umbria). Il Comune di Firenze
discute di una via da dedicare a Bottino Craxi.

Il Tribunale di Torino condanna a 16 anni due potentissimi dirigenti dell’Eternit.

E il governo Monti decide che l’Italia, per com’è messa, non può
permettersi le Olimpiadi a Roma nel 2020: uno scherzetto da 5
miliardi, destinati, secondo le prassi italiote, a diventare 15 o 20.
Se ne riparlerà un’altra volta, se e quando avremo una classe
dirigente capace e onesta. Cioè chissà quando.

Quest’anno niente Carnevale: si passa subito alla Quaresima.

Finalmente una decisione saggia e sobria, tanto più meritoria quanto
possenti erano le pressioni del partito trasversale del magnamagna
(cioè di tutti i grandi partiti e delle retrostanti cricche).
Forse, fra qualche mese o anno, salteranno fuori le intercettazioni di questo o quel magnager o prenditore con questo o quel politico per garantirsi, fra una risata e un furto, appalti milionari, magari da
affidare alla Protezione civile con la scusa dell’urgenza e da
assegnare, come ai bei tempi dei bertoladri, a trattativa privata,
brevi manu, senza controlli della Corte dei Conti, tutto in famiglia,
in cambio di favori, mazzette, massaggi alla cervicale e anche un po’
più in giù.

I protagonisti della politica e dell’impresa sono sempre gli stessi.
Quelli che hanno scavato un debito pubblico da 2 mila miliardi di
euro.

Quelli che hanno portato i costi dell’alta velocità ferroviaria al
record europeo (da 20,3 a 96,4 milioni a km, a seconda delle tratte,
contro i 10,2 della Francia e i 9,8 della Spagna).

Quelli che ancora tre anni fa moltiplicavano la spesa per il G8
fantasma della Maddalena (poi spostato all’Aquila): dal preventivo di 295 milioni al conto finale di 476 (e meno male che scattarono le
manette, altrimenti si sarebbe arrivati a 594 milioni).

Quelli che rubavano pure sulle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità
d’Italia (solo per il Parco della musica a Firenze, i costi
lievitarono dagli iniziali 80 milioni a 236).

Il grande protettore del sistema Bertolaso era Gianni Letta.

Bene, sapete chi è il presidente onorario del Comitato promotore di
Roma 2020, a braccetto col sindaco Alemanno, quello che non distingue
la neve dalla pioggia? Gianni Letta.

Il presidente effettivo invece è un altro giovine virgulto della
politica e dello sport: Mario Pescante. Letta e Pescante, due nomi due garanzie.

Letta, nel 1980, incassò 1 miliardo e mezzo di lire dai fondi neri
dell’Iri e nel 1993 confessò a Di Pietro di aver pagato una mazzetta
Fininvest di 70 milioni di lire al segretario del Psdi Antonio
Cariglia (“La somma fu da me introdotta in una busta e consegnata
tramite fattorino”): si salvò per amnistia.

Poi sponsorizzò galantuomini come Guarguaglini, Pollari e
naturalmente Bertolaso.

Chi meglio di lui per garantire trasparenza negli appalti olimpici?

L’ottimo Pescante, nato ad Avezzano come Letta, fu ai vertici del Coni ai tempi dei mondiali di Italia 90 e delle spese folli per gli stadi:
memorabile la ristrutturazione dell’Olimpico di Roma, costata quanto due o tre stadi nuovi (preventivo 80 miliardi, spesa finale 206).

Poi  dovette dimettersi da presidente del Coni per lo scandalo del
doping nel calcio: il pm Guariniello scoprì che il cosiddetto
“laboratorio antidoping” dell’Acquacetosa cercava tutto fuorché il
doping: le provette con le urine degli atleti venivano gettate anzichè
analizzate. Il laboratorio truffa fu chiuso dal Comitato olimpico
internazionale e l’antidoping affidato a laboratori esteri, che
guardacaso scoprirono un sacco di italiani dopati.
Già vicino ai Ds, Pescante si riciclò prontamente come deputato di An e sottosegretario allo Sport, poi vicepresidente del Cio e numero uno delle Olimpiadi di Roma 2020. Che, per fortuna, resteranno un sogno.

Anzi, un incubo.