
Mauro Biani
Dopo lo spettacolo osceno di ieri alla camera non oso immaginare cosa succederà il 27 prossimo quando si dovrà votare [forse, non è detto] la decadenza del delinquente condannato, il latitante ancora senatore dopo 110 giorni dalla sentenza definitiva di condanna per frode fiscale.
Il parlamento di questa repubblica ha ormai dimostrato di essere capace di tutto, anche di votare la fiducia sugli asini che volano [e purtroppo votano anche] per non deludere il padre padrone padrino di queste larghe e indecenti intese.
Ma quanto può essere magnifico questo governo del “tutti per uno”: una volta è alfano, un’altra la Cancellieri, ed entrambi per ottimi motivi che ci fanno vergognare di fronte al mondo così tanto che viene quasi da rimpiangere i motivi per i quali lo faceva berlusconi?
Quanto è grande il ricatto al quale tutti si sono sottomessi?
E che può succedere di più grave di questa devastazione continuata della democrazia e della Costituzione, se cade il governo? gli elettori del pd non provano almeno un minimo di senso di frustrazione e di vergogna per aver pensato che quel partito fosse davvero quello del cambiamento?
Ieri mentre ascoltavo e purtroppo guardavo la seduta parlamentare in cui si è discussa la mozione di sfiducia alla Cancellieri proposta dai 5stelle pensavo a Letta, a quando ha detto che era finito il ventennio berlusconiano. Una cosa più berlusconiana del salvataggio della Cancellieri si fa fatica anche a immaginarla. Gli stessi metodi, lo stesso modus operandi dei 314 traditori dello stato – del resto una copiosa rappresentanza è ancora in parlamento – di Rubylanipotedimubarak.
Chissà se la presidentessa candida si è accorta di aver fatto da sponda ad una simile porcheria, lei che è sempre la prima a bacchettare chi “osa” e che difende la casa della democrazia, le istituzioni anche a sprezzo del ridicolo, tipo quando non fa nominare in aula il padre padrone padrino di quel caravanserraglio di irresponsabili incapaci e ricattati, succubi e devoti al re del nuovo millennio.
Sono due cose strettamente legate fra loro.Evidentemente nel pd hanno deciso di fare a meno della dignità per non dover fare poi la fatica di vergognarsi.
Aver sperato in quello scatto d’orgoglio che non c’è stato nemmeno per la questione relativa alla deportazione illegale di madre e figlia kazake, ovviamente sempre per il bene del paese e della stabilità del governo per la vicenda della Cancellieri era mera utopia.
Come diceva qualcuno “chi il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare”.
LIGRESTI AMMETTE DI AVER RACCOMANDATO LA CANCELLIERI A B: “PARLAI A SILVIO DEL DESIDERIO DI ANNAMARIA”
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I MONITI DI RE GIORGIO E LA STORIA DI UN GOVERNO SUDDITO DEL COLLE
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I PREFETTI DEL QUIRINALE
Tutti quelli che hanno steso tappeti e lanciato petali di rose ad ogni sospiro di questo signore sono suoi complici. Spero che lo abbiano capito anche quelli molto avanti con gli anni tipo un certo fondatore di un giornale.
Il dito medio e la luna
Marco Travaglio, 21 novembre
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Dunque, ricapitolando. Il vero scandalo del caso Cancellieri è che la stampa abbia pubblicato le sue telefonate con i Ligresto’s. E il vero scandalo del caso Vendola è che i giornali abbiano riportato la sua chiacchierata ridanciana con Archinà, il faccendiere dei Riva. Lo sostiene una multiforme e trasversale combriccola di politicanti, che naturalmente ha deciso di lasciare la Cancellieri e il Vendola ai loro posti. Per la Cancellieri, la scusa è che non è indagata. Per Vendola non si può, perché è indagato sia sul caso Ilva (concussione) sia sulla malasanità pugliese (un paio di abusi d’ufficio), e allora la scusa è che non è stato condannato.
I fatti emersi dalle stesse parole dei due protagonisti, con tutta la loro dirompente rilevanza morale e politica, non contano: infatti l’unica preoccupazione è che siano venuti fuori e che l’opinione pubblica ne sia stata informata. Come sempre, indichi la luna e tutti guardano il dito. Anzi tentano di mozzartelo. Ieri, a SkyNews24, il noto Nitto Palma e l’ignoto Danilo Leva – inopinatamente responsabile giustizia del Pd – cinguettavano amorevolmente sullo scandalo della stampa che pubblica intercettazioni, mentre i loro partiti in Parlamento facevano scudo alla ministra dei Ligresto’s, che Letta Nipote si era caricato sulle spalle come fosse la sua pròtesi.
Così ha deciso il presidente della Repubblica, capo del governo e segretario del Pd: Giorgio Napolitano. In effetti, se i giornali non uscissero, o non pubblicassero notizie, o si limitassero alle pagine degli spettacoli, dei necrologi e della gastronomia, nessuno saprebbe nulla della ministra Cancellieri-Fonsai. Ci vuole una riforma. Potrebbe scriverla Brunetta, che alla Camera ha dato prova di saperla lunga: a suo dire, il caso Cancellieri non esiste, se non per “la macchina del fango messa in moto da Repubblica e dal Fatto Quotidiano, dotati di intercettazioni e tabulati che non si capisce come siano finiti dalle procure a loro”.
Se volesse capire come sono finiti a noi, glielo spieghiamo volentieri: sono atti pubblici, in quanto depositati agli avvocati e agli imputati dell’inchiesta ormai chiusa sulla spoliazione di Fonsai, perforata con un buco di quasi 1 miliardo dalla famiglia Ligresti che lui dovrebbe conoscere bene, visto che gentilmente l’ha ospitato per anni nella reggia Fonsai di via Tre Madonne, quartiere Parioli, Roma.
Anche la senatrice Finocchiaro potrebbe dare una mano: l’altro giorno la cosiddetta presidente della commissione Affari Costituzionali si è molto doluta con il presidente ridens del Senato, Piero Grasso, perché i giornali hanno pubblicato le sue telefonate con la compagna Maria Rita Lorenzetti, già governatrice dell’Umbria e poi presidente di Italferr (gruppo Fs), purtroppo arrestata per corruzione.
Bisogna assolutamente fare qualcosa: per esempio abolire la cronaca giudiziaria, così la gente non saprebbe nemmeno che il marito della Finocchiaro, Melchiorre Fidelbo, è sotto processo per abuso d’ufficio e truffa su un appalto senza gara da 1,7 milioni di euro. Quindi facciamo così: una bella legge-silenziatore firmata da Brunetta, Cancellieri, Finocchiaro, e magari pure da Vendola. Il quale, davanti al consiglio regionale pugliese, anziché dimettersi per l’indegna telefonata con Archinà, ha accusato il Fatto di averla manipolata. Forse gli sarebbe piaciuto: manipolandola, gli avremmo fatto un favore. La tragedia (sua) è che l’abbiamo pubblicata integrale.
Ps. Ieri i 5Stelle hanno fatto un figurone con la mozione di sfiducia alla Cancellieri e le proteste in aula per l’inaudito salvataggio. Infatti, come sempre in questi casi, hanno deciso di sputtanarsi con un inverecondo commento sul blog di Grillo che accusa la nostra Paola Zanca di avere “mentito sapendo di mentire” sulla notizia (vera, e per nulla scandalosa) della richiesta di un contributo ai parlamentari per autofinanziare il prossimo V-Day. Complimenti vivissimi: ogni volta che si differenziano dai partiti, fanno di tutto per scimmiottare i partiti.