Sottotitolo: Caro Bersani, prova a dirlo tu, per primo, una volta tanto.
Prova a dirlo tu di non fare la parata del 2 giugno, e di risparmiare su quel che è inutile. Tipo anche la visita del papa a Milano che costerà un bel po’ di milioni di euro. Se il papa anziché andare in tournée a Milano rimanesse nelle segrete stanze del vaticano a meditare su corvi e talpe, farebbe un favore a tutta l’Italia, non solo ai milanesi.
Perché fra poco lo dirà Grillo, Diliberto lo ha già detto attraverso la sua pagina di facebook e su twitter c’è il delirio: migliaia di persone che chiedono la stessa cosa, e allora non potremo più essere d’accordo, giusto?
Dai, attacca l’ambaradan e dì una cosa di sinistra.
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In questi momenti tutto il resto di quel che succede assume una rilevanza pari a zero. Compresa questa politica parolaia capace solo di dire due stronzate “di assestamento” ma poi, nei fatti, incapace di mantenere la benché minima parola.
Si parlava di buon senso poco fa, altrove, ecco: se venisse davvero messo in pratica anche dalla politica che generalmente non l’ha mai fatto, oggi i rappresentanti alti (…) delle istituzioni dovrebbero dire altro, non limitarsi a un “ce la faremo anche stavolta”, oppure invitare a non perdere la speranza; frasi che risultano quasi sconce, se associate alla disperazione, alla morte, alla distruzione. Perché quelli che ce l’hanno fatta non ci sono riusciti certamente grazie alla retorica del ce la faremo di Napolitano né alle parole di speranza di Monti, uno più abituato a spegnerle, le speranze, né tantomeno a questo stato che non sa fronteggiare tre giorni di pioggia che diventano alluvione, terremoti che lasciano gente per decenni in abitazioni di emergenza.
E tornare con la memoria a chi parla di costruzioni maestose, costose quanto inutili e dannose come fosse quella l’urgenza è qualcosa che ferisce nel profondo anche chi non è stato colpito da un dramma.
In questo paese non servono Tav né aereoplani da guerra ma serve, e quella sì che è l’urgenza, la messa in sicurezza di tutto il territorio. Non è più possibile tollerare che nel terzo millennio, in un paese occidentale considerato “avanzato” si debba morire sotto macerie evitabilissime se le costruzioni fossero messe a norma, così come si fa nei paesi normalmente civili, quelli dove anche la politica usa l’arma del buon senso anziché far prevalere sempre la logica dei profitti.
Napolitano, anziché banalizzare quest’ennesima tragedia con frasi fatte e noiose vada in tv, ora, a reti unificate a dire che la parata militare del 2 giugno, quell’inutile spreco di soldi, quell’ormai inconcepibile fiera della retorica desueta e ridicola non si farà perché quei soldi servono a sostenere i nuovi sfollati di questa era “moderna”.
E a seguire Monti ci dica che il governo rinuncia definitivamente al Tav perché questo paese non si può più permettere che i suoi territori vengano violati e stuprati a beneficio e vantaggio degl’interessi dei soliti pochi eletti.
Allora forse si potrà ricominciare a credere in qualcosa, e anche a sperare.
Non penso che alla gente colpita dalla tragedia del terremoto interessi poi così tanto che la Lega calcio abbia annullato la partita di stasera della Nazionale.
Forse, non basta.
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Almeno quelli.