Sottotitolo: su una cosa berlusconi ha ragione; a noi dello spread non doveva interessare niente.
I cittadini normali di un paese normale di un mondo normale non sono obbligati a doversi intendere e interessare di economia. Non sono obbligati a dover seguire le notizie che arrivano dalle borse di tutto il mondo, a seguire le oscillazioni delle monete, a sapere quali azioni e di chi sono in attivo e in positivo e quali invece seguono l’andamento della politica quando questa fallisce il suo compito. Non dovevano essere costretti ad imparare un linguaggio sconosciuto, complicato, da addetti ai lavori. Tutto questo era e doveva restare un dovere della politica, visto che è la politica che ha scelto di sottostare al cosiddetto mercato invece del contrario, di essere il controllore, di quel mercato.
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Littizzetto, l’ultima notizia prima delle televendite
Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano
La televisione è il contraccettivo preferito del Cavaliere per oscurare la realtà e mostrarsi sempre con il sorriso fintamente giovane. La televisione è il cerone che sovrappone le due maschere e può alimentare la rincorsa elettorale: il mezzo è un palco, il messaggio è un comizio. Presto vedrete carovane di Santanché, Ravetto, Gasparri e Cicchitto invadere le trasmissioni, diventare arredamento di salotti e rumore di sottofondo. A quel punto, e forse la Littizzetto vuole metterci in guardia, un commentino così leggero non lo sentirete più. Qualcosa che suona come “Berlusconi ci hai rotto il cazzo”.
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Genitori, politici, dirigenti rai, movimenti, che lo dico a fare? cattolici, anche parte della società civile, gente di sinistra e perfino Polito, noto giornalista super partes, di una partes qualsiasi, s’indignano: tutti contro la Littizzetto colpevole di aver fatto una battuta.
Come se il problema fosse pronunciare la parola “cazzo” in prima serata tv.
Come se fosse vero il teorema che parlare “male” di b significa aumentare il suo potere e non invece che quel potere lui lo abbia ottenuto grazie alla mancanza di una vera azione di contrasto. Il consenso non gli è arrivato certo dai comici che facevano battute su di lui, quello che gli ha permesso di arrivare fino ad oggi è stata un’opposizione inesistente e assente, molto spesso, connivente. La satira smetterà di occuparsi di b quando lo faranno tutti quelli che ancora oggi lo considerano un interlocutore in grado di ricattare, di avere voce in capitolo, di poter dire oggi alla luce di tutti i danni che ha prodotto che i suoi governi sono stati i migliori senza che nessuno abbia il coraggio di dirgli che non è vero.
Il compito della satira è quello di ridicolizzare il potere, è stato sempre così da che esiste la satira: con berlusconi ci vanno a nozze. Anche la stampa estera lo ha esaltato raccontandoci le sue gesta in tutti questi anni e mettendolo ieri dentro un water? chi voleva capire cosa succedeva esattamente in questo paese negli ultimi tre anni, almeno, i più significativi a descriverci la statura morale e civile di b, doveva andare a leggersi le rassegne stampa dei paesi liberi, quelli che a differenza del nostro non temono di dare importanza a uno dicendo e scrivendo che è inadatto alla politica non per colpa della politica ma della sua.
Cosa che qui, a parte le solite rare eccezioni “populiste” non ha fatto nessuno, nemmeno Polito che in questo squallido ancien régime si è sempre accomodato alla perfezione.
Mi piacerebbe sapere dov’era tutta questa indignazione quando tutti i talk show portavano in prima serata un delinquente diffamatore recidivo, chiedo alle associazioni cattoliche e a quelle dei genitori: è più diseducativa la parola “cazzo” o il fatto che ad un condannato alla galera per un reato odioso come la diffamazione si concedano pubbliche tribune nella televisione pagata coi soldi di tutti per difendere se stesso e screditare i Magistrati? per non parlare di tutte le oscenità vere che passano continuamente nelle televisioni e a tutte le ore.
Dei veri messaggi distorti, volgari e violenti a cui però nessuno dà la minima importanza.
E’ in queste occasioni che viene fuori tutta la piccineria di gente che non si sente toccata minimamente dai veri problemi di questo paese: c’è gente a cui non fa né caldo né freddo il fatto che un abusivo, impostore e disonesto abbia avuto così voce in capitolo nella società italiana al punto tale da stravolgerla a sua immagine e somiglianza, uno che da diciannove anni fa il bello ma soprattutto il cattivo tempo nella politica e lo ha potuto fare col benestare di tutti, di quella politica che avrebbe dovuto impedirglielo, della chiesa che tutto gli ha perdonato e contestualizzato. berlusconi è indagato in un processo per sfruttamento della prostituzione minorile, è stato condannato per frode fiscale ma a proposito di questi argomenti non si è levata nessuna voce dalle associazioni cattoliche, anzi monsignor Fisichella ha ritenuto opportuno “contestualizzare” quella bestemmia che pronunciò pubblicamente e da presidente del consiglio che in fin dei conti era solo una battuta.
Quella di un comico invece no, per la nostra bella società di irriducibili ipocriti e bigotti è irricevibile: lo scandalo è la parola “cazzo”, e sarà la stessa gente che non s’indignerà pubblicamente e non farà un plissè quando fra poco berlusconi tornerà ad occupare manu militari le tv , le sue e la nostra per la sua campagna elettorale.
Quando a nessuno sarà più data – per la gioia della massa ipocrita che popola questo sciagurato paese – la possibilità di poter dire con parole semplici quello che tanti italiani e non solo – basta leggere le rassegne stampa estere per saperlo – pensano ma non hanno una ribalta visibile da cui poterlo dire.