Resistere per esistere

Sottotitolo: In un paese diviso non per pregiudizi ideologici ma per la realtà delle cose, è difficile che la memoria unisca tutti. E forse è un bene che sia così. E’ un bene che quest’anno il 25 aprile a Roma non abbia tra gli ospiti poco desiderati Alemanno e la Polverini. E’ un bene che l’Anpi abbia scelto di non corteggiare alcuna retorica spiegando al sindaco e alla presidente della regione che il giorno della Liberazione è un giorno di scelte: o si sta dalla parte della democrazia e dell’antifascismo o si ammicca ai giovani fascisti di borgata, ai saluti romani di casa Pound, al circo degli amici camerati piazzati a dirigere il sottogoverno della capitale e della regione come vecchi democristiani. (Claudio Fava)

In un Paese così facile da imbrogliare bisogna puntualizzare ogni giorno l’ovvio che NO, NON SI PUÒ ESSERE DEMOCRATICI SENZA ESSERE ANTIFASCISTI. Ogni giorno, ma oggi di più.
(Francesca)

iL 25 Aprile non è la festa di tutti: è la festa degli italiani ANTIFASCISTI.

Puntoebbasta.

Pare che Napolitano non abbia gradito che l’ANPI non ha gradito la presenza del sindaco fascista di Roma e della presidentessa fascista del Lazio alle celebrazioni di oggi. Ecco, se mi posso permettere io non gradisco un presidente della repubblica che tende a fare del 25 aprile un’occasione per esaltare la retorica ipocrita del volemose bene anziché quell’Antifascismo e quella Costituzione che hanno permesso che dei fascisti potessero, ancora oggi, far parte delle istituzioni di una repubblica nata sui valori di una Resistenza Antifascista.

Va benissimo celebrare ed onorare il 25 aprile, anche se, come ha scritto ieri Rita Pani si dovrebbe mettere questa festa in standby fintanto che tutti gli italiani non impareranno a meritarsela di nuovo.
Perché festeggiare la Liberazione dal fascismo significa anche prendere atto che quello fu l’unico momento storico in cui il popolo italiano, dimostrando di essere più forte del suo oppressore ha meritato davvero l’appellativo di SOVRANO.
Ed ecco perché si tende a sminuire il valore e l’importanza di questa giornata, il potere teme che gl’italiani possano avere di nuovo un rigurgito di quella voglia di libertà che ha ispirato i Partigiani.
Anche se la nostra è stata sempre più un surrogato che una vera e completa libertà.
Siamo liberi, oggi, di fare cosa? certo, fuori dalle nostre case non ci sono i bivacchi dei manipoli tanto cari a mussolini, ma nel nostro parlamento i fascisti ci sono, non se ne sono mai andati, mentre invece dopo la triste esperienza del ventennio di fascismo in Italia non si sarebbe più dovuto nemmeno parlare. Il fascismo non è mai stato sconfitto definitivamente.
Siamo liberi di dire che questo e quello non ci piacciono ma non di liberarcene,  che non ci piace questa dittatura soft esercitata in funzione del salvataggio dell’economia, che non ci piace questo regime di democrazia autoritaria dove tutti sembrano andare d’accordo con tutti nascondendosi dietro l’alibi ipocrita del bene del paese.
Quale libertà si dovrebbe festeggiare?
Oggi l’oppressione si esercita in maniera diversa ma i risultati non sono poi così diversi.  Specialmente negli ultimi anni il fascismo è tornato a manifestarsi sempre più prepotentemente  ed è addirittura tornato a governare l’Italia. Per questo motivo è indispensabile un ritorno alla Resistenza, come quella fatta dai nostri nonni più coraggiosi.
Sulla libertà non si deroga, ecco perché il 25 aprile non è e non può essere la festa di tutti: il 25 aprile è la festa degli italiani ANTIFASCISTI.