Torno in Italia e ti spacco il culo [a ri_proposito di bavagli]

Sarebbe desolante se il governo decidesse di imbavagliare davvero l’informazione per impedire a noi, popolo pagante, di assistere a certi deliziosi siparietti.

Ed è  consolante sapere che Monti ha deciso di avere delle continuità significative con questa macchietta, con questo patetico, squallido e miserabile personaggio, al culo flaccido a cui ci si rivolgeva con questi toni mentre era presidente del consiglio della repubblica italiana.

Ma mi raccomando, l’avversario va sconfitto politicamente.

Ci mancherebbe.

 

Un fax a B: “Ti rompo il c…”, così Lavitola ricattava il Cavaliere

Arrestato il “mediatore” Pintabona. A giugno, intercettato sulle escort fornite da Tarantini, diceva: “Giochiamo la partita a briscola con il nano maggiore”. Secondo i pm, Valterino voleva 5 milioni di euro. Tra gli indagati dell’inchiesta compare anche Sammarco uno dei legali dell’ex presidente del Consiglio.

 

Torno in Italia e ti spacco il culo – una storia a lieto fine

Non scordiamoci che c’è “la crisi”, che è mondiale. Che nessuno sa bene come uscirne, tranne noi che la paghiamo con la vita. Teniamolo a mente per divertirci mentre rimettiamo insieme i tasselli della storia recente che rischia di diventare quella futura.

 

Per esempio La Maddalena. La vedi dal mare mentre il traghetto attracca, quella costruzione di metallo e vetro che sembra poggiarsi sull’acqua. Fa male guardarla immaginando cosa poteva essere quella costa prima che l’uomo ne abusasse. Poi leggi sul giornale che quell’obbrobrio costatoci 460 milioni di euro per dare “una casa di vetro a Obama” durante il G8, e un pugno d’onore alla megalomania di un palazzinaro affiliato alla mafia, giace in rovina abbandonato alla mercé del mare e degli uccelli che l’hanno destinato all’uso di cagatoio. Fa malissimo ricordare che in Sardegna qualcuno provò ad opporsi all’ennesimo scempio, ma di più ricordare quanti cialtroni dementi, miei conterranei, all’epoca ringraziarono quel tizio mafioso per “la meravigliosa opportunità” che il G8 rappresentava per la mia terra. Sfumato il meeting mondiale, e trasferita la cassaforte da svuotare a L’Aquila, l’opera faraonica del megalomane venne “regalata” alla Marcegaglia per la trasformazione in albergo e la gestione. Oggi, essendo ingestibile ed essendo  diventato cagatoio di extralusso per gabbiani diarroici la Marcegaglia chiede allo stato 10 milioni di euro per i danni arrecati dalla natura.

Dicono che siamo in pericolo, che la crisi economica ci sta divorando.

 

Sarà che sono “crisi – scettica”  e mi vien da ridere. Al Fano, l’altro giorno, uno di quei giorni in cui al mattino appena svegli abbiamo appreso dell’ennesimo schizzo dello spread, dichiarava: “Stiamo ancora aspettando le scuse per berlusconi, per essere stato accusato ingiustamente dell’elevarsi dello Spread.” Ecco, sì, le scuse mi sembrano un bel modo di proseguire nella nostra storia. Magari in forma solenne, così come si deve agli imperatori, ai re e ai padroni. Con pubblica gogna, magari feste di piazza e ragazzine seminude da offrire in sacrificio.

Verrebbe spontaneo, in fondo, soprattutto leggendo altre cronache, quelle che narrano di un criminale che aveva in pugno le nostre vite, e che per la sua criminalità e il suo malaffare, per la sua collusione mafiosa, i suoi vizi privati che hanno intaccato l’onorabilità di un paese intero, veniva ricattato da chiunque con richieste di danaro multimilionarie. Il mafioso dell’utri, un piccolo esercito di troie, i leghisti cerchiomagicisti e il fantasmagorico Lavitola.

 

Mi ricordo che tanti anni fa lessi il carteggio Churcill – mussolini e ne restai impressionata. Me li figuravo intenti a ragionare sulla scelta delle parole, mentre parlavano del destino del mondo. Oggi son qua che penso a un mio futuro nipotino, che con lo stesso interesse leggerà la storia d’Italia e i carteggi del tizio con gli altri che questa storia l’hanno fatta: dal culo flaccido, alla cara Betty, dalle compravendite di senatori al magico “ambasciator” Lavitola, il quale scrisse dal suo esilio: “Caro silvio, o mi dai due milioni di euro o torno in Italia e ti spacco il culo.”

 

Smetto di ridere e ripongo la domanda al Professor Monti: “Per quale strano tipo di motivo, dobbiamo esser noi a pagare con la vita per lo scempio effettuato da questa feccia?” La domanda, ovviamente, non avrà risposta. Lo stato pagherà i danni alla Marcegaglia. Il tizio scagionerà Lavitola e magari diventerà Presidente della Repubblica. Happy end.

 

Rita Pani (APOLIDE)

 

 

 

La paura fa 5 (stelle)

Preambolo:  Monti ha detto tutto, e il suo contrario, e nessuno che gli vada a chiedere conto di certe dichiarazioni che, in bocca a un’altra persona sarebbero considerate schizofrenia allo stato puro.


Oltre il giardino – Massimo Rocca, Il contropelo di Radio Capital

Allora ci avevo azzeccato. E’ proprio come Peter Sellers che faceva più parti nello stesso film. C’è il dottor Stranamonti che parla della Grecia come caso di scuola del successo dell’Euro e il professor Stranamonti che invece l’addita come orrido destino da evitare a tutti i costi, soprattutto nostri costi. Un successo che si misura con un nuovo tipo di spread: quello dei suicidi. Per adesso lo spread è 694 a 1572 a vantaggio del caso di scuola, ma teniamo duro che prima o poi li raggiungiamo. C’è il dottor Stranamonti che saltabecca da una capitale asiatica all’altra per dire che la crisi è superata e il professor Stranamonti che qui invece ci dice che il 2012 è un anno perduto. C’è un dottor Stranamonti che parla di una  ipotetica crescita del 5% del pil grazie alle riforme e il professor Stranamonti che stima che il Pil crescerà nel biennio 2014 2015 dell’1 e del 1,2% cioè sarà ancora abbondantemente inferiore a quello del 2007. E se, restando a Peter Sellers, a palazzo Chigi avessimo Chance il giardiniere?

Sottotitolo: “Beppe (Grillo) è come un fratello, quando gli dicono che è lui è l’antipolitica …ma i tre dell’Ave Maria fanno forse politica? D’Alema, è uno che fa antipolitica.”
[Don Andrea Gallo, 18 aprile, Unduetrestella, la7]

“Il M5S di Grillo è una cosa buona. Al suo posto rischia di emergere un movimento qualunquista”
[Erri De Luca,  18 aprile, Unduetrestella, la7]

Sarà perché i sondaggi danno il Movimento 5 stelle in grande ascesa, oltre il 7 per cento, per le prossime amministrative, un risultato che potrebbe scompaginare l’assetto politico attuale. Tutti i partiti sono in fibrillazione e scelgono la linea dell’attacco senza remore contro il leader del movimento, Beppe Grillo. Il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, ai microfoni de ilfattoquotidiano.it lo definisce “uno spregevole demagogo di quart’ordine che corteggia i leghisti per conquistare voti e giustifica coloro che non emettono lo scontrino”. Gli fa eco l’ex ministro Altero Matteoli (Pdl) che definisce Grillo “un clown, un fenomeno da circo”, dando ragione a un suo avversario politico Massimo D’Alema (Pd) che aveva descritto il leader di 5 stelle come “un personaggio a metà tra il Gabibbo e Bossi”. “Un fenomeno mediatico inquietante” è Grillo invece per il leader di Sel, Nichi Vendola. Insomma mentre l’antipolitica di Grillo avanza, i partiti investiti da un crisi e una sfiducia profonda fanno quadrato contro il comico genovese

I buoi che danno del cornuto all’asino.
Di solito chi giudica dovrebbe essere migliore del giudicato, ma qui ormai tutti fanno tutto perché, specialmente in politica troppi pensano che l’arroganza faccia virtù, che sia un diritto divino poter dire qualsiasi cosa a proposito di tutto: anche le cose peggiori ben sapendo che pochissimi fra quei politici che stanno attaccando Grillo hanno i titoli per poterselo permettere.
Beh, no.
Questi lor signori stanno pericolosamente sottovalutando il malcontento della gente che in un momento di crisi profonda può trasformarsi nella miccia che accende la bomba, e siccome da loro proposte non ne arrivano, siccome TUTTI si sono accodati, accomodati e in molti casi inginocchiati al governissimo che fa benissimo per convenienza e per scaricare le loro responsabilità al cosiddetto curatore fallimentare, è assolutamente giusto e normale che la gente cerchi dei punti di riferimento altrove, il più possibile lontano da questa politica disonesta, cialtrona, che non vuole fare cose buone e vuole impedire a qualcun altro perfino di provare a farle al posto suo.
Se Grillo in un comizio parla “bene” di bossi è un populista: il male assoluto.
Se 314 parlamentari giurano in un parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak per salvare le chiappe flaccide di un delinquente [e nessuno  nell’opposizione che  si sia andato a incatenare per protesta, per richiamare l’attenzione su una vicenda che, insieme a molte, troppe altre,  ha reso questo paese lo zimbello del mondo] sono rappresentanti delle istituzioni autorizzati dal popolo? almeno rendiamoci conto del pulpito dal quale arrivano certe prediche.
Dovrebbero andarsi a nascondere dalla vergogna e invece sono sempre lì a dire le loro cazzate che nove volte su dieci nessuno ha il coraggio di smentire, confutare.
Nessuno che abbia il coraggio di rinfacciare a questi parassiti, mantenuti, ladri, di non aver fatto niente affinché  non nascesse nella pubblica opinione quell’antipolitica che temono ma che in realtà è solo voglia di politica,  ma vera, onesta, costruttiva: quella che loro, gli addetti ai lavori,  non hanno mai fatto altrimenti l’Italia non sarebbe in queste condizioni,  né hanno la benché minima intenzione di voler fare.

L’antipolitica non esisterebbe se esistesse la buona politica, ad ogni azione corrisponde una reazione, e, a fronte delle azioni  perlopiù illegali, contro lo stato, quello stato che si vantano di rappresentare compiute da questa classe dirigente e politica  credo che le reazioni siano state fin troppo delicate.

In Italia è dai tempi della Resistenza che non si organizza più un movimento di popolo in grado di scalzare un regime, quello è stato l’unico momento storico nel quale i cittadini hanno preso atto che ce la potevano fare,  che ce la DOVEVANO fare, che potevano essere più forti dell’oppressore.
E hanno avuto ragione.
Oggi l’oppressione si esercita in maniera diversa ma i risultati non sono poi così diversi.

Nel frattempo: Silvio Berlusconi indagato dai magistrati di Bari insieme a Valter Lavitola: entrambi sono accusati di aver indotto Giampaolo Tarantini a mentire sulle feste che si svolgevano nelle residenze dell’ex presidente del Consiglio.

Caso escort: Berlusconi indagato a Bari
“Spinse Tarantini a mentire ai pm”

L’antipolitica sono loro

Sottotitolo: Monti: “Ho chiesto all’emiro del Qatar cosa scoraggia gli investimenti in Italia. Mi ha risposto: la corruzione”.

(Mavà? non è l’articolo 18, allora)

Preambolo:

Il bunga bunga della Minetti, travestita da suora

‘Lavitola voleva 5 milioni da B.’

Tangenti, elicotteri e fondi neri Gli affari dell’«uomo di Stato»

Ma quella zo…ticona della santanché che giurava e spergiurava in tivvù che quelle in quel di HardCore (e dintorni) fossero cene eleganti alle quali avrebbe fatto partecipare anche la nipote, se fosse stata invitata, non andrebbe incriminata al pari di mora, di tarantini e di tutti quelli che hanno retto e favorito il giochetto al  satrapo pervertito? ‘sta gente non è da condannare alla galera: è da internare a vita in una casa di cura. E con lei tutti quelli che hanno sostenuto e votato per questi distruttori di civiltà.

Ma mandiamocelo silvio al quirinale a rifarsi una verginità morale: il molto (poco) onorevole sottosegretario polillo, ex collaboratore di quell’anima candida di cicchitto, quello che invitano tutti in televisione, che ride molto non si sa bene perché, ce lo vedrebbe proprio bene.
E pure io, guardaunpo’.
Darebbe il colpo di grazia che si merita questo paese del cazzo.
Io ancora oggi mi chiedo perché un corruttore, un colluso con le mafie, uno che ha usato e pagato minorenni per le sue orge (ma eleganti eh?), uno che è stato riconosciuto dal mondo come un buffone, un delinquente, un criminale (ma che solo qui può spacciarsi per statista), uno che, grazie ai suoi comportamenti ha permesso che questo paese venisse deriso, irriso e considerato meno di niente debba avere ancora il titolo di ‘cavaliere’.
 Le parole sono importanti, in politica anche un gesto può contare. Napolitano non potrebbe risparmiarsi e risparmiarci qualche monito e fare un bel gesto concreto che forse aiuterebbe chi non l’ha ancora fatto, a capire la vera natura del personaggio? chiedo.

Alfano, Casini e Bersani
“Non abolire i rimborsi”

Vi abbiamo già detto NO col referendum, e la Littizzetto domenica sera da Fazio ha illustrato benissimo anche i NO nei riguardi di quei termini che casomai vi venisse in mente di usare per continuare a campare sulle spalle altrui. Il giochino dovrete pagarvelo da soli, visto l’uso scellerato che avete fatto dei nostri soldi che, a differenza dei vostri sono guadagnati in modo onesto.

Potevate pensarci TUTTI prima. Anche un governo imposto in ragione di una crisi che non è stata causata certamente dal popolo che però deve pagare i danni uccide la democrazia, ma questo Napolitano non lo dice, non lo può dire.

Se certi “difensori” della democrazia avessero osteggiato i razzisti ‘padani’ tanto quanto stanno facendo col movimento di Grillo oggi forse questo paese sarebbe un po’ meglio dello schifo inguardabile che è.
Ma la lega non era l’antipolitica, non era il qualunquismo e il populismo, non erano ladri, loro, no.
Non andava contrastata e isolata così come tutta l’Europa faceva coi movimenti razzisti, xenofobi.
Mentre Chirac preferiva perdere le elezioni pur di non allearsi coi nazisti di Le Pen qui avevamo il delinquente abusivo, l’impostore autoprestatosi alla politica per il nostro bene e dunque il suo che faceva risorgere la peggior feccia fascista nel silenzio generale: nessun monito per questo, nessun presagio di sventure.
Oggi ci parlano di antipolitica, che insieme allo spread è diventato il tormentone col quale spaventare le masse, la gente che ormai non ce la fa più nemmeno a pensare. Il terrorismo del nuovo millennio non ha bisogno di bombe e di brigate colorate, per intimorire e per uccidere basta molto meno: due parole, appunto.

La verità è che la colpa non è di Grillo, della Littizzetto che ha osato, da comica ma anche da cittadina qual è, ricordare che il no al furto e allo sperpero dei soldi pubblici nella politica era già stato ufficializzato con un regolare e democraticissimo referendum, non con un golpe di piazza, il problema di chi oggi blatera di antipolitica, di qualunquismo e populismo non avendo null’altro di più convincente da dire per intortare ancora la pubblica opinione è che quello che si dice con parole semplici, fra una risata e l’altra arriva nelle orecchie di tutti molto meglio di tanti discorsi seriosi, di moniti noiosi e di tante parole inutili dette dai cosiddetti addetti ai lavori. E la gente così capisce, cosa che in questo paese non si deve assolutamente fare per mantenere quello status quo che ci ha portati alla rovina, economica e morale. Il passo indietro, come dice Vendola alla fu gloriosa Unità non lo fa fare l’antipolitica ma tutte le brutture, l’illegalità che hanno potuto farsi strada grazie a chi avrebbe dovuto contrastarle ma non l’ha fatto perché non era conveniente per nessuno – nella politica – che in questo paese si smettesse di mafiare corrompere e rubare: tutti hanno la loro bella collezione di scheletrini negli armadi; anche Vendola non ha saputo sottrarsi alla tentazione di fare certe dichiarazioni dimostrando così di essere tutt’altro che quel nuovo che dovrebbe avanzare. Ma che invece, è già scaduto.
Di Grillo si estrapola e si evidenzia solo quello che torna utile per screditarlo.Delle centinaia di proposte utili, degne che ci sono sul suo sito non ne parla nessuno. Premetto che io non ho votato il suo movimento ma neanche per il piddì.

A me piace ancora la parola “comunista”, sulle schede elettorali, non la rinnego come hanno fatto certi leader per convenienza, opportunismo e quieto vivere.
Ma stavolta sarei quasi tentata di votare anch’io per loro.
Ci vorrebbe davvero una bella disobbedienza civile, che nessuno votasse più per la politica tradizionale.

Sarebbe meglio dell’astensione e delle schede bianche. Possiamo far capire ai cialtroncelli inciucioni arraffaquattrini che si può fare a meno di loro più che volentieri.
Senza soffrire, ecco.

D’Alema: ‘Grillo? Mix tra Bossi e Gabibbo’

Arrogante. Una sciagura per la sinistra, l’artefice principale dell’ascesa politica di berlusconi. La gente è più stufa di quelli come lui, di questi babbioni che occupano le poltrone da decenni.
L’arroganza di questo guastatore di democrazia è stomachevole.

L’ANTIPOLITICA SONO LORO

Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano, 17 aprile

Bersani è depresso e va capito. Provate voi a stare dalla mattina alla sera, qualche volta anche la notte, con Piercasinando e Alfano: un ménage à trois che stroncherebbe anche un bisonte. Te ne stai in poltrona a casa tua a leggerti un libro o a sentire un disco, e squilla il citofono: “Pierlu, sei in casa? Siamo Pier e Angi: che fai, ci apri?”. Esci per andare al cinema ed ecco i due stalker appostati sul marciapiede: “Che fai, vai al cinema senza di noi? Non s’era detto che si faceva tutto in tre?”. Vai al bar a farti una birretta per dimenticare, e rieccoli al bancone: “Ma che ci fai lì tutto solo? Chi non beve in compagnia è un ladro e una spia”. Porti i ragazzi al parco, e ti risbucano da dietro un albero: “Ehi ragazzi, vi spiace se ci uniamo al pic-nic?”.
“Ma no, prego, figuratevi. Ragazzi, salutate lo zio Pier e lo zio Angi”. Sempre, fra l’altro , col terrore che passi un elettore superstite e ti veda in dolce compagnia. Una vita d’inferno. “Dai vertici di maggioranza — confessa Bersani — usciamo sempre con qualcosa di cui non siamo contenti. Con Alfano su tantissime cose non mi trovo d’accordo “. Ecco, sono alleati nella maggioranza extralarge che sostiene Monti, vanno in giro come i tre dell’Ave Maria, anzi dell’Ave Mario, ma non sono d’accordo “su tantissime cose”. Su una però vanno d’accordissimo, anzi due: dei “rimborsi elettorali” non si taglia un euro e bisogna combattere l'”antipolitica”. “Se non la contrastiamo — dice il depresso — ci spazza via tutti”. E da cosa nasce l’antipolitica? Da un governo che continua a farsi le pippe sull’art. 18?
Dal trio ABC che partorisce aborti di “riforma” come quella elettorale, addirittura peggiore del Porcellum e già ribattezzata Porcellinum, o l’anti-corruzione che in realtà è pro, o la legge sui fondi ai partiti che non li abbassa di un euro? Da Penati che resta imbullonato alla poltrona di consigliere regionale? Dagli amichetti di Formigoni che arraffano milioni camuffati da “consulenze” e “progetti ” tipo “testare la resistenza umana su Marte”? Da Scajola che torna alla politica dopo breve quarantena per “portare al Pdl la mia freschezza e il mio entusiasmo” con una scuola “per la formazione di una nuova classe politica” a sua insaputa? No, per Bersani l'”antipolitica” è colpa degli “apprendisti stregoni che sollevano un vento cattivo”, cioè di Grillo.
Che, secondo Vendola, è portatore insano del “fiume sporco del populismo senza prospettive da offrire al Paese” (ma anche senz’avvisi di garanzia). E poi, chiosa Bersani, l’antipolitica è figlia della “cattiva informazione” che batte sul tasto dei soldi ai partiti senz’accorgersi che il problema è ormai risolto: “Le risorse ai partiti continuano a scendere e arriveranno a 145 milioni nel 2015″. Roba da mensa della Caritas. Intanto, nel 2012, stanno per arrivare 180 milioni che, con estremo sacrificio, si potrebbero “posporre”. Cioè intascare non a fine  luglio, ma a ferragosto, quando la gente è in vacanza e guarda altrove. Guai però a tagliare: si sa dove si comincia, non dove si finisce. Se molli di un euro, qualcuno ti chiederà di mollare di due, e non finisci più.
Specie se si scopre che con 180 milioni si potrebbe ripristinare il tempo pieno nelle scuole materne. O se si va a vedere come ha fatto il Pd a spendere i 200 milioni incassati dallo Stato in quattro anni, e anche di più, visto che è in rosso di 43 e senza nuovi rifornimenti chiude bottega. Basta andare sul sito per scoprire che il Pd usa i “rimborsi elettorali ” persino per partecipare al “Dopofestival di Sanremo” (versione democratica dei bonifici di Belsito per la rinoplastica di Eridano Sirio Bossi o per i diplomi e le lauree immaginarie del Trota e del Mosca). E che solo per viaggi, ristoranti e alberghi, nel 2010 il Pd ha speso 2.165.138 euro. Senza contare i costi sostenuti per organizzare l’imprescindibile convegno a Pollica su “La dieta mediterranea: patrimonio immateriale dell’Unesco”. Che, dopo tutte quelle mangiate, era proprio il tema giusto. Purtroppo la dieta non funzionò.

L’eversore

silvio berlusconi: “Facciamo fuori il tribunale di Milano”

“Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa…”. Parola di Silvio Berlusconi nell’ottobre 2009. Sì, proprio lui. Si sfoga al telefono con Valter Lavitola, il giornalista-faccendiere incredibilmente di casa a palazzo Grazioli.”

Questo non è terrorismo? è ancora accettabile che si possa tollerare un presidente del consiglio che nel suo tempo libero  va a mignotte oppure promuove l’eversione?  in qualsiasi altro paese al mondo un primo ministro che dica, abbia detto e fatto cose dell’incredibile gravità di quelle che ha detto e fatto b., in tutti questi anni sarebbe immediatamente messo sotto impeachment, cioè OBBLIGATO A DIMETTERSI, e RINVIATO A GIUDIZIO se non addirittura ARRESTATO. Cosa si aspetta a farlo anche da noi,  forse che riesca a mettere in pratica la distruzione totale del paese? 

Ora, per i disordini di sabato la polizia sta effettuando ricerche e perquisizioni nell’ambiente degli “anarco – insurrezionalisti” che sono come il nero, stanno bene su tutto:  un jolly che si gioca sempre quando non si possono andare a disturbare altri ambienti. Ma se questo fosse un paese appena appena normale Roma dovrebbe mandare il conto a la russa e maroni e tutto il governo dovrebbe essere obbligato a dimettersi. 

 Noi cittadini manteniamo svariati eserciti di gente strapagata per risolverci i problemi, dalla politica ai servizi segreti passando per i funzionari “alti” delle forze dell’ordine. Ecco perché penso che quel poco di stampa e di giornalismo decenti che ancora sono rimasti in questo paese dovrebbero smetterla di scrivere e raccontare di vetri rotti e di disordini e ricominciare a occuparsi dei motivi delle manifestazioni. Non dovrebbero permettere di farsi fare la morale da chi tutti i giorni e da svariati anni minaccia di “prendere i fucili”. Io non mi faccio fare la morale da gentaglia che coi suoi comportamenti, atteggiamenti, decisioni ha causato solo drammi e problemi fra cui la morte di una quindicina di persone negli scontri di Bengasi cinque anni fa. Se Libero, il Giornale, la padania vogliono la guerra io pretendo che i giornalisti che ancora pensano di lavorare per informare rispondano punto su punto alle accuse che vengono rivolte alla sinistra e ad essi stessi facendo chiarezza, e anche un po’ di sana dietrologia per rinfrescare la memoria a un popolo che dimentica tutto troppo in fretta. Basta col savoir faire.