In attesa della sentenza elegante

Oggi tutto il mondo ci guarda.

Sono arrivati giornalisti da ogni parte dell’orbe terracqueo per seguire l’esito di una delle molteplici vicende giudiziarie che riguardano un vecchio erotomane disonesto e incallito e che solo in questo paese – dopo averlo opportunamente stravolto, deformato a sua immagine e somiglianza, dopo averlo utilizzato come fonte perpetua dei suoi guadagni perlopiù illeciti, già condannato per evasione fiscale: un reato che nei paesi normali comporta condanne pesantissime,  la scomparsa dalla scena pubblica,  figuriamoci da quella politica e, cosa più importante ma che qui non avviene mai la condanna morale da parte dei cittadini –  viene considerato ancora oggi,  perfino dai presidenti della repubblica e del consiglio una persona politicamente affidabile. Una persona a cui si dà ancora la possibilità  di avere voce in capitolo nelle scelte e nelle decisioni importanti che riguardano tutto il paese.

 

Il nostro paese è stato  deformato a immagine e somiglianza di silvio berlusconi con la complicità viva, attiva e vibrante di chi avrebbe dovuto impedirlo in tutti i modi. berlusconi è stato agevolato  con tutti i sistemi possibili e dalla politica tutta affinché non avesse mai nulla da temere in ambito giudiziario né politico.
Ecco perché  la sentenza di oggi non produrrà nei fatti nessun effetto eclatante:  l’ennesimo decreto ad personas pensato dal governo, quello necessario ma soprattutto Napolitano in tutta fretta nelle ultime ore, avvantaggerà anche o forse sarebbe meglio dire in primis i coinvolti nelle storiacce di HardCore.
Mercoledì prossimo l’apposito ministro della giustizia Cancellieri presenterà il decreto in parlamento.
Fra i primi beneficiari, quelli che rientreranno per legge nelle agevolazioni ci sono Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede.

Il pdl gioisce e il pd, come da tradizione, annuisce.

Il fatto che si debba restare appesi a delle sentenze che non produrranno mai il risultato di far sparire berlusconi dalla scena politica essendo influenzate dagli stravolgimenti al codice penale operati voluti e ottenuti da silvio berlusconi, è sintomatico di come non ci sia alcuna volontà di liberare l’Italia dalla presenza insopportabilmente ingombrante,  invasiva e abusiva di silvio berlusconi.
L’unico sistema utile è e resta quello di applicare, sebbene con notevole e ingiustificabile ritardo, la norma costituzionale sull’ineleggibilità, con buona pace di chi afferma, restando serio come il povero Speranza del pd che, siccome b è stato eleggibile fino ad ora non si capisce perché non possa più esserlo da stasera o domani.

Come a dire che se qualcuno ruba, mafia, stupra, spaccia per vent’anni ma non viene mai beccato il giorno che succede non si deve condannare e fermare perché per vent’anni l’Italia è andata avanti lo stesso anche con i suoi reati.

Come non importa, è un dettaglio insignificante: di questo la politica e le istituzioni alte non si curano,  sono dettagli che vediamo solo noi, da un certo punto in poi vengono opportunamente oscurati dal panorama dei cieli azzurri e dei governi necessari.

La cosa più grave è che chi ha trasformato un imprenditore fallito in odor di mafia e malaffare nel personaggio in grado di trascinare l’Italia al disastro totale non pagherà mai per questo crimine. 

Quelli che hanno partecipato sono ancora tutti qui e sono quelli che pretendono il rispetto delle istituzioni, che s’inalberano per il linguaggio violento della Rete.

In nessun posto del mondo cosiddetto civile sarebbe possibile considerare valide le testimonianze di gente pagata dall’imputato.

Andrebbero condannati tutti per vilipendio reiterato e continuato allo stato italiano.

Rodotà: “Berlusconi, se condannato, è ineleggibile per legge”

 

Ruby, per Berlusconi è l’ora del verdetto
Accusa e difesa, ecco le tesi a confronto

Prostituzione minorile e concussione, attesa per la sentenza al processo contro l’ex premier a Milano
“Arcore, sistema prostitutivo. No, cene eleganti”

Ma mi faccia il piacere
Marco Travaglio, 24 giugno

Fuori tutti per pacificarne uno. “Per fare la riforma delle
giustizia ci vuole un provvedimento di amnistia. Una stagione di riconciliazione comincia rimuovendo tutte le cause che fanno pensare alla politica come a una dimensione di scontro, senza esclusione di colpi”(Mario Mauro, Scelta civica, Corriere , 23-6). 
Deve aver equivocato sul concetto di ministro della Difesa.

Trust di cervelli. “Al Pd serve un congresso di idee” (Alfredo Reichlin, l’Unità, 12-6). Non appena avranno trovato uno che ne abbia una.

Sterminator. “Il governo crei le condizioni per il lavoro” (Sergio Marchionne, La Stampa,8-6). Che poi a distruggerlo ci penso io.

L’individuo. “Mi accusano di berlusconismo perchè difendo l’individuo” (Piero Ostellino, Corriere della sera, 22-6). Sempre lo stesso, però.

Larghe vaseline/1. “Josefa Idem nella bufera per l’Ici. Voci di dimissioni. La ministra delle Pari opportunità in difficoltà per i dubbi su irregolarità fiscali legate alla sua casa-palestra” (l’Unità, 21-6). Ora l’evasione fiscale si chiama così: difficoltà per dubbi su irregolarità fiscali.

Larghe vaseline/2. “Deficit, è un caso la sfida di Berlusconi all’Europa” (Corriere della sera, 18-6). Berlusconi dice che bisogna sforare il tetto del 3% violando gli accordi stipulati dal suo ultimo governo, ma per il Corriere è una “sfida” e un “caso”.
Praticamente una combinazione fortuita.

Larghe vaseline/3. “Idem, è un caso il lavoro avuto dal marito” (La Stampa, 22-6). Un altro caso del destino.

Primati mondiali. “Il ministro Idem: ecco perchè avevo due prime case” (Repubblica ,
21-6). Ha anche due figli, entrambi ovviamente primogeniti.

Idemtità. “L’accusa di aver violato una legge alimenta il triste ritornello ‘Vedi, sono tutti uguali'” (Josefa Idem, ministro Pd delle Pari Opportunità, Repubblica , 21-6). 
Gli altri violano la legge e lei Idem.

Buon peso. “Scontro finale sullo stop all’Iva. Ultimatum del Pdl: rinvio a dicembre. Ma il tesoro punta i piedi. Letta media e propone tre mesi”. Facciamo tre e mezzo e un bacio sopra.

Briodore/ 1. “Come scelgo i dipendenti? Sento dall’odore quelli bravi” (Flavio Briatore, il Giornale, 20-6). Poi, con comodo, li lava.
Briodore/2 . “Non so il latino. Certe volte faccio anche degli errori scrivendo. Però ci sono le segretarie che ti possono correggere” (Briatore, ibidem).

Quelle che sanno l’italiano le riconosci dalla puzza.
Il letterato. “Studiare è una cosa importantissima, ma non è mai come la pratica. Un giorno, avrò avuto 18 anni, ero a Torino e ho visto dei ragazzi che uscivano dall’università. Mi sembravano anziani come mio padre. Ho detto: ‘Se devo finire con i libri sotto al braccio a trent’anni, è meglio che mi dia una mossa’” (Briatore, ibidem).
Metti che poi il libro ti cada su un piede. Pussa via.

La Speranza di B. “Le norme vanno rispettate e non si possono immaginare scorciatoie. Se fin qui Berlusconi è stato eleggibile, non vedo cosa possa essere cambiato rispetto alla norma esistente” (Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, La Stampa, 20-6). Il furto è reato e non si possono immaginare scorciatoie. Ma se uno ruba per vent’anni e non si fa mai beccare non è il caso di beccarlo proprio ora, altrimenti la gente poi si disorienta.

L’asse. “L’asse toghe-fisco condanna Dolce e Gabbana” (Libero , 20-6). 
L’asse toghe-carabinieri condanna rapinatore di banche.

La giureconsulta. “La farsa in Cassazione (era la Corte costituzionale, ma fa niente, ndr) è finita nel modo più scontato. Uno Stato che si vendica usando il pugno della giustizia non è liberale. Mobilitiamoci” (Mara Carfagna su Twitter, 19-6). 
Dai, facciamo un altro calendario.

Tour de France. “Ricorrerò a Strasburgo a titolo personale”(Michaela Biancofiore, sottosegretario Pdl, 21-6). A piedi o in bici?

Facci ridere. “Dopo il fallimento dei due comici, l’impresa farebbe bene a non fuggire di nuovo nelle illusorie narrazioni dell’antipolitica” (Michele Prospero, l’Unità, 23-6).
E a passare al terzo comico: Prospero. Non c’è il due senza il tre.

Letto e tre piazze. “Al matrimonio di Paola De Micheli, vicecapogruppo vicario del Pd alla Camera, era presente Fedele Confalonieri, presidente Mediaset” (Repubblica , 23-6). Nell’era delle larghe intese, si portano Mediaset anche all’altare.

Il self made man con la naturale propensione a delinquere

A proposito di clima d’odio: mandano dei proiettili ad un pm che guardacaso si sta occupando di un processo che vede imputato silvio berlusconi forse, e anche, perché dei politici fra cui il ministro dell’interno e vicepresidente del consiglio vanno, nel giro di due mesi due volte, a manifestare contro la Magistratura?  non dico il pd che ormai non dà più segni di vita propria ma almeno Napolitano, da bravo capo del CSM avrà da dire qualcosa o starà zitto in nome della pacificazione nazionale e dell’abbassamento dei toni?
Sono preoccupata. E non certo per quel clima d’odio di cui vaneggiano i politici e i giornalisti servi al seguito.
Sono preoccupata perché i veri produttori di odio hanno le mani libere.
Ecco perché ho scelto di non condividere la critica tout court nel merito della frase sulla furbizia orientale pronunciata da Ilda Boccassini.

Ci sono persone che vanno tutelate e protette anche da un loro errore.
Ricamare intorno alla Boccassini una polemica durata giorni su una cretinata come quella, a cui hanno partecipato anche autorevoli intellighenzie di sinistra è uno sbaglio da non fare mai.
Perché significa prestare il fianco a chi poi la “critica” per mezzo della minaccia mafiosa.

BERLUSCONI VERTICE DELL’ILLECITO

Nelle motivazioni della sentenza di Appello del processo Mediaset che ha confermato la condanna a
4 anni si legge di “un sistema portato avanti per molti anni” e “proseguito nonostante i ruoli pubblici”
LA CASSAZIONE SU RICHIESTA SPOSTAMENTO PROCESSI: “PURA DILAZIONE DEI TEMPI”

La Cassazione sul processo Ruby: “da Berlusconi accuse infamanti alle toghe di Milano”.

In Italia non c’è più un solo fatto legato alla criminalità pesante e alle mafie che non sia passato per la strada di silvio berlusconi.
Di diritto, di rovescio, di traverso e di nascosto lui c’è sempre.
Per liberarsi di lui c’è rimasta solo l’Alta Corte per i diritti dell’uomo; le vie legali, normali, democratiche sono finite, anzi, non sono mai nemmeno cominciate.

Il superprotetto dalle istituzioni e dalla politica; quello che, ad estrometterlo dalla politica per legge, come avrebbe dovuto essere da subito e da sempre, ci si fa una brutta figura, anzi, una figura ridicola, come c’insegna il bravo professor Monti.

E vediamo se anche dopo aver letto le motivazioni circa il processo mediaset qualche altro illustre luminare, qualche altra eccellenza bigia e grigia avrà il coraggio di dire che l’ineleggibilità di berlusconi è inopportuna perché la gente lo vota, no?
Servi: solo servi a disposizione di un delinquente.
Parassiti strapagati, gente che ha prodotto solo danni irreparabili e che ha la pretesa di ammantarsi con aggettivi pomposi: onorevoli, senatori, presidenti.

“Loro non cambiano”; aveva ragione Rosaria Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta fra cui il marito maciullati dal tritolo mafioso a Capaci.

Nessuno si è inginocchiato e nemmeno è cambiato, anzi sono tutti perfino peggiorati, se possibile.Questo è uno stato che abbandona gli onesti a vantaggio della protezione dei delinquenti; soprattutto uno.

Mandate via i figli, ve lo chiedo io in ginocchio.


Quel paese ridicolo che è l’Italia

Giusto per non dimenticare che, a due giorni dall’anniversario della strage di Capaci qualcuno in parlamento ha pensato ad una legge per tutelare i mafiosi e non le vittime. Questo, evidentemente, fa sempre parte del pacchetto di pacificazione nazionale, di quella lotta antimafia di cui in questo paese si sente molto parlare finché la mafia non va a toccare qualche “eccellenza”, o per meglio dire l’eccellenza si fa toccare volentieri dalla mafia, qualche senatore, a vita e non, un ex presidente del consiglio che con la mafia non solo ha avuto molto a che fare ma se la teneva pure in casa nella persona dell’ “eroe” vittorio mangano, quello che gli metteva le bombe sul cancello di casa “per affetto, simpaticamente”. I nostri combattenti antimafia, quelli che poi in parlamento votano no all’arresto di un fiancheggiatore della camorra e si tengono ancora uno condannato per concorso esterno e lo chiamano senatore. Ecco, per capire che quelli circondati siamo noi che a queste porcherie non ci possiamo ribellare, non possiamo nemmeno dire che non ci piacciono senza essere accusati di istigazione all’odio.

Una busta con dei proiettili è stata recapitata, proprio oggi, poco fa, al pm Ilda Boccassini, nota fomentatrice di odio e di razzismo.

Donna avvisata, mezza salvata.

 

 

 

E no. Non dimentichiamo. Ci esploderà il cervello prima o poi, a furia di riempirlo coi ricordi.

Preambolo: la mia sensazione che a Don Gallo abbiano voluto bene più gli atei, i laici, che molti cattolici.

Monti: “Ineleggibilità Berlusconi?
Ridicolo applicarla dopo 8 elezioni”

Anche il prof sobrio, l’eminenza grigia che avrebbe dovuto salvare l’Italia dalla catastrofe, ci fa sapere che sarebbe ridicolo applicare l’ineleggibilità di berlusconi dopo otto elezioni e che l’esclusione di b dalla politica “renderebbe ridicola l’Italia”.
Strano, perché a me e non solo a me pare che l’Italia sia stata ridicolizzata agli occhi del mondo proprio e da quando è stato permesso a b di entrare in politica da ABUSIVO e di poterci restare malgrado e nonostante i suoi reati, i suoi scandali e tutto quel pessimo che ha caratterizzato la sua attività “politica”.
Quello che non è solo ridicolo ma che va contro ogni regola democratica e costituzionale è aver favorito l’impostore  e non aver applicato per tempo una legge che avrebbe riparato l’Italia da berlusconi.
Fu proprio Monti a parlare di berlusconi definendolo un cialtrone, questo suo giudizio ultimo cos’è, uno dei risultati della famosa pacificazione nazionale?

 Usare ancora la balla della legittimazione del popolo a proposito dell’ineleggibilità di berlusconi è semplicemente rivoltante: berlusconi, in questo paese di smemorati, opportunisti, ignoranti storicamente e non troverebbe qualcuno che lo vota anche se commettesse un omicidio in diretta televisiva, perché quei qualcuno probabilmente penserebbero che per non votarlo più ci vuole un motivo ancora più grave dell’omicidio. 
E da questa spirale perversa non si uscirà mai finché berlusconi non verrà buttato fuori dal parlamento  perché lo dice la legge, e non lasciato dov’è perché lo decide una percentuale di italiani imbecilli ai quali ancora certe dimostrazioni di chi è la persona berlusconi non sono bastate.

Nanucapione
di Marco Travaglio, 23 maggio

La scena ricorda quelle dei film di Er Monnezza. Esterno notte, strada buia alla periferia di Roma illuminata dai fuocherelli delle mignotte. Ne arriva una nuova e viene subito scacciata dalle veterane: “‘Abbella, qua ce stamo noi, questa è zona nostra”. E la novizia deve sloggiare. È quel che sostengono anche i servi di B. sparsi nel Pdl, nel Pd e sui giornali, impegnatissimi a difendere la sua permanenza abusiva in Parlamento col decisivo argomento che lui sta lì da vent’anni, non importa se illegalmente in base alla legge 361 del 1957: quella è zona sua. È una nuova versione di quella che in diritto si chiama “usucapione”: se uno s’impossessa di un bene non suo, dopo vent’anni ne diventa proprietario. Ora, siccome dal ’94 centrodestra e centrosinistra si sono dati il cambio nel dichiararlo eleggibile anche se non lo era, B. dopo vent’anni ha acquisito il seggio per nanucapione. Michele Ainis, giurista, riconosce sul Corriere che in effetti la legge “proibisce l’elezione dei titolari di concessioni (come le frequenze tv) da parte dello Stato” e la ragione è “evidente anche a un bambino: disinnescare i conflitti d’interesse”. Quindi B. vende le tv o lascia il Senato? Eh no, troppo semplice: visto che dal ’94 “ha prevalso un’interpretazione formale o formalistica” (i nuovi sinonimi di “illegale”), può restare lì in eterno: “C’è un che di fanciullesco nella pretesa di riscrivere il passato usando la legge come una macchina del tempo… Dicono i 5Stelle: su B. fin qui avete sbagliato, perché mai perseverare nell’errore? Risposta: perché nel diritto parlamentare ogni errore reiterato si trasforma in verità”. Errare è umano, perseverare è legge. Solennissima corbelleria: da anni le Camere immunizzano i propri membri dai processi per diffamazione con la scusa dell’insindacabilità delle opinioni espresse dal parlamentare nell’esercizio delle funzioni; ma non si contano le sentenze della Consulta che ribaltano quei voti fuorilegge e autorizzano i giudici a procedere. Ma per i giuristi alla Ainis il rispetto delle leggi dello Stato non è un valore: è una bizzarra pretesa dei 5Stelle. I quali, appena arrivati, sono ancora dei ragazzini. Ma si spera che diventino presto uomini di mondo. Come diceva Giolitti, la legge per i nemici si applica e per gli amici si interpreta. Anzi, si viola. Con l’ulteriore complicazione che qui amici e nemici si son sempre messi d’accordo per un piatto di lenticchie. Memorabile il titolo di Repubblica sul Pd, che ancora due mesi fa giurava con Bersani, Zanda e Migliavacca che avrebbe votato per l’ineleggibilità di B., e ora ha cambiato idea (o più probabilmente mentiva due mesi fa): “La rassegnazione dei democratici: ‘Impossibile far decadere Silvio'”. Ecco, non è colpa loro, ma di misteriosi fattori esogeni: le avverse condizioni metereologiche? Malèfici influssi extraterrestri? E par di vederli i poveri democratici, incolpevoli di tutto, mentre guardano “rassegnati” i democratici che corrono a salvare B. un’altra volta. Violante detta la linea: “Per 3-4 volte abbiamo votato per l’eleggibilità. Se non ci sono fatti nuovi non vedo perché dovremmo cambiare questa scelta”. Lui è sempre a disposizione: quando B. chiama, scatta in automatico il Pronto Intervento Violante. Dovrebbero dotarlo di sirena e lampeggiante, per evitare che resti impigliato nel traffico e arrivi in ritardo. Oppure, visto che Ghedini e Longo ultimamente lasciano un po’ a desiderare, nominarlo avvocato difensore di B. ad honorem . Anche perché ha già figliato una nidiata di violantini. Per esempio Doris Lo Moro, che sarebbe pure un magistrato: “Quella del 1957 è una norma evanescente perché il ’57 è secoli fa”. Anche le leggi, come i reati, cadono in prescrizione dopo un po’. Se la gentile signora Lo Moro ci dice dopo quanti anni, è fatta. Il furto, per esempio, è punito almeno da quando Mosè scese dal monte Sinai con le tavole della legge. Millenni fa. Se anche il settimo comandamento è evanescente, ci divertiamo.

“Cercavi giustizia, trovasti la legge” [a volte]

Sottotitolo: all’Ilva è tutto a posto, dunque a Taranto si può continuare a lavorare e morire e non necessariamente in questo ordine. Chi l’ha detto che le leggi in Italia non funzionano e non si rispettano? un paese dove la gente deve scegliere se lavorare o morire di cancro è come uno nel quale  bisogna difendere  un Magistrato coi mitra e un delinquente con la presidenza del consiglio.
Uguale, pare anzi  e addirittura lo stesso paese.

“Legge salva-Ilva è costituzionale”
Consulta respinge ricorso Procura

Articolo 32 della Costituzione Italiana

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. 
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

La nomina dei membri della Corte Costituzionale è per due terzi politica, quindi è perfettamente inutile aspettarsi sentenze che rovescino le decisioni dei Magistrati, quando di mezzo ci sono grandi interessi come a proposito dell’Ilva di Taranto.
Un organo istituzionale ci ha fatto sapere ieri che “la robba” è più importante della vita autorizzando e legittimando gli avvelenatori a continuare a farlo in virtù di interessi economici.
E, siccome la Corte Costituzionale non si può privatizzare, affidarla ad un’istituzione diversa dalla politica e che sia davvero di garanzia, se non si cambia la politica non cambieranno mai le conseguenze delle azioni politiche.
E finché a decidere per noi, per la nostra salute, sicurezza, istruzione, diritti, lavoro, saranno sempre le stesse persone che non hanno – perché lo hanno dimostrato più e più volte – come obiettivo primario i nostri interessi ma quelli di qualcun altro che talvolta coincidono coi loro questo paese non potrà mai essere migliore di quello che è.

Non capisco perché dovrebbe essere inutile andare avanti sulla questione dell’ineleggibilità di b.
Semmai è stato non inutile ma dannoso e devastante non averci pensato fino ad ora.
Esiste una legge, non c’è nemmeno bisogno di pensarla perché qualcuno molto più saggio e lungimirante di questi geni della politica del terzo millennio ma il cui cervello è rimasto al secondo, in qualche caso ancora più indietro nel tempo ci aveva già pensato, non vedo quale sarebbe e dove il problema nel renderla finalmente operativa.
O il pacchetto salvasilvio, oltre alle leggi prêt-à-porter fatte apposta per lui, quelle à la carte messe a disposizione sempre per lui, prevede che una legge già esistente e ignorata volutamente possa passare di moda come un oggetto vintage?

Intanto il 25 aprile ci toccherà ancora il discorso del grande statista in dirittura d’arrivo.
Se l’anno scorso ci ha ammorbato con la filippica sui pericoli del populismo non oso pensare alla trama di quello di quest’anno se l’ispirazione gli viene da quel “fanatismo moralizzatore” di cui vaneggia.
In uno dei paesi più corrotti del mondo, con una classe politica/dirigente che in gran parte ha dimostrato come ha potuto di essere collusa, connivente con le mafie, corrotta e corruttibile a livelli insopportabili, dove la gente onesta è costretta a farsi carico del tributo di dover mantenere caste e sottocaste di privilegiati, disonesti, profitattori, parassiti, nell’unico paese democratico al mondo dove è stato possibile che un imprenditore fallito  imputato, indagato, inquisito, condannato e prescritto abbia potuto ottenere un ruolo politico di spicco e cavarsela grazie a leggi fatte su misura e legittimate da quello che dovrebbe essere garante di tutti e non di uno solo, di se stesso o di qualcuno e ancora oggi che è praticamente nessuno consentirgli di essere ancora determinante per la politica, quell’ago della bilancia da cui un paese intero deve ancora dipendere, sottostare ai suoi ricatti c’era proprio la necessità di un presidente della repubblica che esprimesse un’opinione così volgare, che definisse la voglia di pulizia e trasparenza all’interno della politica come una specie di capriccio e non un’urgenza, non foss’altro perché è soprattutto grazie all’immoralità della classe politica se oggi questo paese è ridotto così male.
 Io mi sento offesa, defraudata del mio diritto di vivere in un paese gestito da gente normalmente onesta, che anteponga sempre e davanti a tutto gli interessi di tutti così come il ruolo le impone e  non quindi i suoi,  quelli degli amici, e degli amici degli amici, un paese la cui anormalità è stata istituzionalizzata e legalizzata proprio da chi avrebbe dovuto opporsi  all’illegalità, alla disuguaglianza e alle ingiustizie con tutti i mezzi che la democrazia mette a disposizione.

Madonna Bonino
Marco Travaglio, 10 aprile

Quando ho scritto “Si fa presto a dire Bonino”, la sapevo apprezzata da molti italiani per le caratteristiche che illustravo nelle prime righe: donna, competente, onesta, impegnata per i diritti civili, umani e politici in tutto il mondo. Non la sospettavo, però, circondata di persone adoranti che la guardano con gli occhi che dovevano avere i pastorelli di Fatima davanti alla Madonna. A questi innamorati che non sentono ragioni, anzi preferiscono non conoscere o non ricordare le zone d’ombra (solo politiche, lo ripeto) della sua lunghissima carriera politica, non so che dire: al cuore non si comanda. Rispondo invece alle cortesi obiezioni del segretario radicale Mario Staderini, il quale — diversamente da me — la ritiene il presidente della Repubblica ideale. E, per nobilitarla e dipingerla come antropoligicamente estranea al berlusconismo, cita alcuni suoi imbarazzanti avversari (Ferrara, Gasparri, Libero ). Potrei rispondere che invece Mara Carfagna la vuole al Quirinale, ma preferisco concentrarmi sulla biografia della Bonino. Chi auspica un Presidente estraneo alla casta, tipo Zagrebelsky, Settis, Gabanelli, Caselli, Guariniello, Strada e altri, non può certo sostenere la Bonino, 8 volte parlamentare italiana e 3 volte europea. I suoi amici la raffigurano come un’outsider estranea all’establishment. Che però non è d’accordo: altrimenti la Bonino non sarebbe stata invitata a una riunione del gruppo Bilderberg, o almeno non ci sarebbe andata. Sulla sua vicinanza, “fra alti e bassi”, al Polo berlusconiano dal 1994 (quando fu eletta con Forza Italia fino al ’96, senza dire una parola contro le prime violenze alla Giustizia e alla Costituzione) al 2006, ci sono tonnellate di articoli di giornale, lanci di agenzia, esternazioni, vertici, incontri, tavoli, inseguimenti, corteggiamenti, ammuine. Il tutto mentre il Caimano ne combinava di tutti i colori, nel silenzio-assenso della Bonino (che ancora nel 2004 veniva proposta da Pannella per un posto di ministro; e nel 2005 dichiarava: “Con Berlusconi abbiamo iniziato un lavoro molto serio… apprezziamo ciò che sta facendo come premier, ma la posizione degli alleati è nota”: insomma cercava disperatamente l’alleanza con lui, che alla fine la scaricò per non inimicarsi “gli alleati” e il Vaticano). Poi la Emma passò armi e bagagli col centrosinistra e cambiò musica. Un po’ tardi, a mio modesto avviso. Ma neppure in seguito, sulle questioni cruciali del berlusconismo (leggi vergogna, rapporti con la mafia, corruzioni, attacchi ai magistrati e alla Costituzione, conflitti d’interessi, editti bulgari e postbulgari), risulta un solo monosillabo della Bonino. Forse perchè, pur con motivi molto diversi, sulla giustizia B&B hanno sempre convenuto: separazione delle carriere, abolizione dell’azione penale obbligatoria (altro che difesa della “Costituzione più bella del mondo”, caro Staderini), per non parlare dell’idea intimidatoria e pericolosa della responsabilità civile dei magistrati che non esiste in nessun’altra democrazia. La corrispondenza di amorosi sensi con B. si estende al No radicale all’arresto di Cosentino perchè “siamo contro l’immunità parlamentare, però esiste”. Al fastidio per i sindacati, definiti in blocco “barbari, oscurantisti e retrogradi” (Ansa, 22-1-2000). E alla lettura dell’inchiesta Mani Pulite come operazione politica filocomunista: per la Bonino le tangenti di Craxi furono solo “errori” e occorre “una rivisitazione seria di cosa è successo dal ’90 in poi: la mia analisi è che indubbiamente, soprattutto nel ’92, si è cercato di risolvere alcuni problemi politici per vie giudiziarie, un po’ orientate perché poi se n’è salvato uno solo di partito” (Ansa, 19.11.99). Per non parlare dello scandalo delle frequenze negate per dieci anni a Europa7 per non disturbare Rete4 che le occupava abusivamente. Il 1° aprile 2007, ministro delle Politiche europee del governo Prodi-2, la Bonino porta in Consiglio dei ministri tutte le sentenze della Corte di giustizia europea per darne finalmente attuazione. Tutte, tranne una: quella che dà ragione a Europa7 e torto al gruppo B. Una cronista le chiede il perchè, e lei risponde che non c’è alcuna urgenza (in effetti Europa7 attende le frequenze negate solo dal 1999, quando vinse la concessione e Rete4 la perse).
C’è poi il bilancio di Commissario europeo dal 1994 al ’99 su nomina di B,. quando insieme a battaglie sacrosante la Bonino sponsorizza i cibi OGM senza etichettatura.
E soprattutto sostiene l’insensata sospensione degli aiuti all’Afghanistan, dopo la sforunata missione a Kabul in cui è stata fermata dalla polizia religiosa perché i suoi collaboratori fotograno e filmano il volto delle donne in barba alla legge islamica. Durante la guerra in Afghanistan – da lei appoggiata come quelle nell’ex Jugoslavia e in Iraq (“io credo che non ci fosse alternativa per sconvolgere la rete terroristica:se mandiamo il messaggio che dopo le torri di New York possono bombardare, senza colpo ferire, anche il Colosseo e la torre Eiffel, non ci dà sicurezza”) la Bonino si oppone alla sospensione dei bombardamenti per aprire un corridoio umanitario agli aiuti ai profughi (servirebbe solo ai talebani per riorganizzarsi, Ansa 2-11-2001).
Nel 2007, poi, durante il sequestri Mastrogiacomo non trova di meglio che prendersela con Gino Strada accusandolo di trescare con i talebani col suo “atteggiamento ambiguo, tra l’umanitario e il politico, che si può prestare a qualsiasi illazione” perché “scientemente o incoscientemente – che sarebbe ancora peggio finisce per giocare un ruolo che è sempre un ruolo ambiguo fra torturati e torturatori. Quando uno si mette a praticare una linea così ambigua, così poco limpida, si presta a qualsiasi gioco altrui. Nell’illusione di tirare lui le fila finisce che il burattinaio non è lui” Ansa, 9-4-2007).
A proposito di ambiguità fra torturati e torturatori, ho cercato disperatamente nell’archivio Ansa una parola della Bonino su Abu Ghraib e Guantanamo.
Risultato: non pervenuta.