La festa dell'[imm]unità

Sottotitolo:  se per caso l’immondo schifo dell’immunità per i senatori dovesse diventare un provvedimento definitivo, una legge vera, spero che la Consulta bocci quelle che Renzi e il suo governo spacciano per riforme epocali mentre altro non sono che il sistema per il perpetuarsi delle indecenze della casta politica.
La Finocchiaro è un’altra che avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani e sparire dalla circolazione, invece è ancora qui e lotta insieme a loro  facendo le leggi con calderoli e berlusconi.
L’emendamento a favore dell’immunità è stato votato dal pd, la lega e forza Italia.
 

I reati commessi dai politici dal dopoguerra in poi non hanno mai, MAI avuto niente a che fare con la politica ma proprio e solo con la criminalità comune. Non era per salvare i collusi con la mafia, i tangentari, i corrotti e i corruttori e i ladri di stato che è stato pensato l’articolo 68.

Cosa che andava ripetuta tutti i giorni fino alla compulsione.
Quindi di quale immunità si parla? quella che poi consente ad un delinquente, un criminale, uno che si è messo lo stato prima sotto i piedi e poi in tasca di poter ancora pretendere e ottenere un riconoscimento politico e di essere interpellato niente meno che per riformare la Costituzione?

Che bel partito il pd: fa tutto per la gente come un vero partito di sinistra.
E che bella Italia questa di Renzi: magnifica, anzi.
E a questa gente qui Napolitano, l’estremo difensore, mette in mano la riforma della Costituzione, forse gliel’ha suggerito Almirante in sogno.
Vergogna.

“Il governo è favorevole” L’immunità al Senato c’è  – Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano

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Attacchi ai giudici, Berlusconi diffidato  – Emilio Randacio, Il Fatto Quotidiano

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La diffida a berlusconi dopo l’ennesima “battuta” sui giudici spiega meglio perché a berlusconi siano stati concessi i servizi sociali a cui lui non aveva il benché minimo diritto. Ormai la dinamica è chiara: lui insulta i giudici e non lo dovrebbe fare non solo per non disattendere il divieto legato proprio alla concessione dei servizi sociali ma perché se lo facesse qualcun altro non se la caverebbe col semplice cartellino giallo, i giudici incassano e poi si fanno promettere dal delinquente seriale che non succederà più pena una sculacciata la prossima volta quando invece non ci sarebbe dovuta stare nemmeno la prima.

Mentre in Francia un ex presidente della repubblica viene fermato e trattenuto nelle patrie galere senza che i suoi sostenitori politici abbiano fatto un plissè qui dobbiamo assistere all’indecenza di un delinquente frodatore, ladro, corruttore, in rapporti stretti con la mafia, già condannato in via definitiva e prossimo ad una più che probabile condanna per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile che viene trattato dalle istituzioni e dalla politica coi guanti di velluto mentre nelle carceri i delinquenti semplici condannati ad una pena da scontare per reati infinitamente meno gravi dei suoi soffrono le pene dell’inferno anche grazie alle “leggi” fatte da lui.
Con berlusconi la legge e la giustizia non vengono nemmeno interpretate così come si fa con gli amici ma proprio ignorate da chi dovrebbe far rispettare entrambe.
Ricordo che un attivista Notav è stato condannato a quattro mesi di carcere per aver pronunciato la parola “pecorella” riferita ad un carabiniere, per lui niente richiesta di scuse né la promessa di non farlo più.
Questo modo di applicare la legge e la giustizia mi offende, profondamente, e dovrebbe offendere tutti i cittadini onesti di questo paese.
Non è più possibile accettare il fatto che su sessanta milioni ed oltre di cittadini in Italia solo uno sia davvero “più uguale degli altri” pur essendo molto peggio di tutti.

Vale la pena di ricordare che i servizi sociali sono un beneficio di legge concedibile per scopi rieducativi al reo che dimostra pentimento, accettazione della sentenza di condanna e serie intenzioni di ravvedimento.  Quindi non  è il provvedimento punitivo che avrebbe meritato un ladro frodatore, un corruttore, un amico dei mafiosi, uno che oltre a quella definitiva ha una condanna in primo grado per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile, uno con “un quadro di vita privata sconcertante”  riconosciuto socialmente pericoloso per sentenza che ha insultato i giudici al ritmo del suo respiro.

E vale anche la pena di ricordare che berlusconi non è in una galera perché non può andarci per sopraggiunti limiti di età: per informazioni chiedere a Tanzi, ma perché è la discrezione del giudice a decidere se applicare al reo la pena detentiva tradizionale o la misura alternativa.

Dunque aveva ragione berlusconi quando ha definito i giudici “irresponsabili”. Meglio di lui non lo può dire nessuno.

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Baci alla francese – Marco Travaglio

Che cos’abbia spinto un ragazzo sveglio come Renzi a inscenare l’imbarazzante conferenza stampa sulle “linee guida” della giustizia, cioè sul nulla mischiato con niente, in mezzo alle statue di cera del duo Orlando & Alfano, è noto: anche sulla giustizia, come su tutto, il premier non ha alcunché di pronto, di scritto, di pensato e soprattutto di concordato con il partner privilegiato B. (che ieri la Cassazione ha definito complice del “socialmente pericoloso Dell’Utri” nel “patto con la mafia”). Siccome però Matteo Supercazzola aveva promesso e ripromesso la riforma della giustizia entro e non oltre giugno (luglio è già impegnato dal fisco, come no), presentarsi a mani vuote pareva brutto. Avrebbe dato ragione ai “gufi” e “professoroni” che ancora si permettono di dubitare di lui.

Dunque ha messo giù, col consueto trust di cervelli, una lista di slogan e frasi fatte, tipo pensierini da scuola elementare, spostando avanti di due mesi la scadenza del ddl: intanto “si apre un grande dibattito fino a settembre”, anche “in rete”, pure “con i direttori di giornale”, all’insegna della “democrazia partecipata”. Tanto aveva l’assoluta certezza che i giornalisti in sala, anziché sommergerlo di risate e pernacchie, avrebbero preso buona nota tutti compunti e trasformato quello spettacolino avvilente in un momento solenne sui loro giornali e tg. Poi, siccome si crede molto spiritoso, ha condito il tutto con sapidi calembour, e tutti giù a ridere, batti un cinque, fatti un selfie. Il punto di partenza è già una balla: “per 20 anni la giustizia è stata tabù” per quello che lui definisce “il derby berlusconismo-antiberlusconismo” (cioè l’attacco ventennale dei politici alla legalità). Forse gli sfugge che dal ‘94 a oggi non c’è stata materia più “riformata” della giustizia, con ben 120 leggi che l’han ridotta all’agognata paralisi: altro che tabù. 

   Ed ecco le 12 slide, simili ai cartigli dei Baci Perugina, subito tramutate dalla stampa in “grande riforma” o “rivoluzione in 12 punti”. 1) “Giustizia civile: riduzione dei tempi. Un anno in primo grado”. È l’uovo di Colombo, eppure nessuno ci aveva pensato prima: ora arriva lui, fa una legge di un solo articolo che dica “sbrigarsi”, “fare presto”, “un anno non un giorno di più”, e oplà, è fatta. Ma che dico “un anno”? Un mese, signori, in un mese!

   2) “Giustizia civile: dimezzamento dell’arretrato”. Un gioco da ragazzi: basta una norma che dica “dimezzare l’arretrato” e la metà eccedente delle cause, come per incanto, evapora.

3) “Corsia preferenziale per imprese e famiglie”. Giusto: prima le donne, i vecchi e i bambini. E mi raccomando: non parlare al conducente e non calpestare le aiuole.

4) “Csm: più carriera per merito e non grazie all’‘appartenenza’”. Fantastico.

5) “Csm: chi giudica non nomina, chi nomina non giudica”. Perbacco. Poteva aggiungere “chi entra non esce e chi esce non entra”, “chi bagna non asciuga e chi asciuga non bagna”, per dire.

6) “Responsabilità civile modello europeo”: giusto, i fautori del modello africano o neozelandese sono sistemati. E così via, a colpi di “riforma del disciplinare”, “falso in bilancio e autoriciclaggio”, “accelerare il processo penale” (se no resta indietro sul civile), “riforma della prescrizione”, “intercettazioni: diritto all’informazione e tutela della privacy”, “informatizzazione integrale”.

Siamo al punto 11, che però non è cifra tonda. Ci vuole pure il 12, che fa tanto Mosè sul Sinai. Che ci mettiamo? Ritinteggiatura aule? Lucidatura pavimenti? Sostituzione serramenti? Nuovo design per le toghe? Ma no, dai: “Riqualificazione del personale amministrativo”, fa più fico. Non è dato sapere se il “modello europeo” cui si ispira il Renzi comprenda il sistema francese: quello che ieri ha portato al fermo (“garde a vue”) dell’ex presidente della Repubblica Sarkozy, finito in guardina nel bel mezzo di un interrogatorio, dopo mesi di intercettazioni sui telefoni suoi e dei suoi avvocati e compari per uno scandalo di finanziamenti illeciti. Ma pare proprio di no: in Italia gli ex presidenti diventano ipso facto senatori, sia nel vecchio sia nel nuovo Senato, che proprio ieri si è regalato un’altra volta l’impunità. Europei sì, fessi no.

…allez!

Il festaiolo? Erano cene eleganti, perbacco! Poi dice il film di Sorrentino…come se fosse colpa di Sorrentino se una larga parte di italiani ha votato per diciotto anni un bugiardo puttaniere criminale e che, generalmente il vizietto di tutti i potenti sia da individuare sempre dentro qualche letto o lettone. Vizietto che senza la complicità di perfette deficienti che si fanno scopare per soldi da due come questi, ai quali una donna normale non darebbe un bacio su una guancia tanto sono viscidi e brutti, non avrebbe la possibilità di poter essere soddisfatto. Io solo una cosa mi chiedo: come fanno.

“Sono protetto da un’immunità e voi lo sapete. Se facessi causa al giornale sarei in una condizione di disparità: io non sono denunciabile e non denuncio”.[F. Hollande]

E, sempre Hollande dice davanti a 500 giornalisti di tutto il mondo: “è un momento doloroso”. 
Mica come quell’altro che ha detto “cosa possono dire di me? che scopo”.  Anche questo è spread.


Sexgate, Hollande: “Non parlo”
“Ma non farò leggi ad personam”

E’ proprio diverso lo stile, lo spessore, non c’è niente da fare. 
Anche quando qualcuno all’estero fa una cazzata è sempre meno grave di una qualsiasi fatta da uno qualsiasi dei politici di casa, e talvolta cosa nostra, e qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta. L’unica richiesta che si può fare a Hollande è di chiarire i suoi rapporti con l’intestatario dell’appartamento dove avvenivano gli incontri con l’amante. Questa di Hollande è una storia privata come ne sono a milioni nel mondo e che non è detto che debbano fare notizia. Una notizia da rilanciare su tutti i media e le agenzie allo scopo poi di far fare i soliti ragionamenti ai soliti mentecatti che “visto? il più pulito c’ha la rogna e poi ridono dell’Italia”.  Perché quello che è accaduto qui con berlusconi non è nemmeno lontanamente paragonabile alla vicenda personale di Hollande che non ha mandato in parlamento, in regione, in qualche azienda di stato le sue amanti, non l’ha sistemate e fatte mantenere a spese dei contribuenti francesi, non si faceva consegnare nei suoi domicili e a spese dello stato manipoli di sciagurate imbecilli per il suo sollazzo personale, non faceva frequentare le sue residenze a mafiosi, intrallazzatori come Tarantini e Lavitola e non ha creato nessun sistema per svendere la Francia a chi contribuiva al suo “benessere”. Soprattutto non ha messo in pericolo un paese intero rendendosi ricattabile da gente che una persona normale si vergognerebbe di conoscere di vista ma che berlusconi frequenta abitualmente.
La vicenda di Hollande, che poteva eccome difendere anche con la denuncia il suo privato violato ci dimostra ancora una volta e semmai ce ne fosse bisogno la miseria dei politici italiani, sempre con l’avvocato e la querela a portata di mano quando tocca agli altri e sempre pronti a difendersi e a nascondersi dietro al ruolo quando tocca a loro. 
Giusto ieri Lara Comi [!!!] indagata per diffamazione ha chiesto di potersi riparare dietro l’immunità dell’Europarlamento secondo la fantasiosa teoria che “un parlamentare non è tenuto a modellare la sua opinione”, cioè a dire che se si fa il parlamentare si possono dire tutte le sciocchezze che si pensano, anche quelle diffamanti come ha fatto la Comi che ha accusato pubblicamente l’ex sindaco di Ferrara di essere colluso con la mafia, oppure come quella di Esposito del pd che ha accusato il giudice Pepino, Fiorella Mannoia e Caparezza di avergli fatto recapitare tre molotov a domicilio, e, nel paese dove i cittadini sono tutti uguali, la legge è uguale per tutti e il servitore dello stato è tenuto a svolgere la sua funzione con disciplina ed onore per Costituzione, non succede niente.

Pretendi anche tu l’impunità: chiedi la grazia a Napolitano

Danilo Maramotti

Sottotitolo: Equitalia ti tormenta con le sue richieste di metterti in regola col fisco? non fare come chi si è impiccato, dato fuoco, si è sparato un colpo in testa, e in quei casi lo stato si è guardato bene dall’intervenire per dare una mano a chi doveva regolare piccoli contenziosi da poche migliaia di euro, mica settemilioni [la minima parte di un totale già condonato dalla prescrizione]:  fai come berlusconi, fregatene e inoltra una richiesta di grazia al presidente Napolitano, vista la sua cortesia nel trattare il più delinquente di tutti con quello che viene chiamato nel gergo politico “garbo istituzionale”, non potrà ignorarla. 

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Il fatto che Aldo Busi la pensi come me mi rassicura: sempre meglio essere in sintonia con lui che con Polito ad esempio, che fino a ieri si augurava per berlusconi una via “ragionevole”, che tradotto nella lingua di chi usa la lingua per mestiere significa concedere la grazia al delinquente.

Oggi mi accorgo di essere stata troppo ottimista e moderata, pensavo infatti che berlusconi avesse creato un precedente pericoloso solo per quanto riguarda la delinquenza in politica, ovvero che da lui in poi tutti quelli che hanno contenziosi da regolare con la legge e svolgono un’attività non dico politica perché questa è morta da un pezzo ma parlamentare potranno chiedere, pretendere di ottenere le sue stesse garanzie, una su tutte quella di delinquere e restare impuniti.

Ma mi sbagliavo: da lui in poi TUTTI potranno fare la stessa cosa, perché i reati di berlusconi non hanno niente a che fare con l’attività politica e nemmeno con quella parlamentare, sono reati comuni da criminali comuni.

Quindi, rifaccio le domande ché tanto Repubblica non le fa più, mica si parla di mignotte e festini qui: perché lui sì e i tutti, i noi no?

Perché un delinquente condannato deve avere delle garanzie istituzionali a sua tutela e protezione dall’esecuzione di una sentenza che lo riguarda e gli altri no?

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La grazia all’evasore umilia un intero popolo 

Aldo Busi, Il Fatto Quotidiano, 15 agosto

Se Napolitano concederà la grazia a Silvio Berlusconi, anche senza metterlo in grado di ricandidarsi, e io fossi in carcere, lo metterei a ferro e fuoco, inciterei alla rivolta collettiva, non avrei pace fino a che ogni prigione italiana non fosse in fiamme, e pazienza se bruciassi tra i primi; se Napolitano concedesse la grazia a Silvio Berlusconi, comincerei ad accettare serate in nero, visto che finora o sono state tutte puntualmente fatturate o non hanno avuto luogo – e quattro o cinquemila euro in nero, con l’ospitalità pagata, moltiplicati per almeno sei/sette serate all’anno cui rinuncio per la mia inflessibilità fiscale non sono pochi, e moltiplichiamoli pure per vent’anni per non dire trenta: una fortuna che giustificherebbe una residenza offshore come minimo a Montecarlo. Del resto non capisco come io abbia voluto essere tanto codino e perbenino ed esemplare, ridicolo infine, nei confronti di uno Stato che ha fatto del ladrocinio la sua prima ragione di sopravvivenza, non pagando le aziende che gli hanno prestato servizio (o pagandole a spizzichi e bocconi allorché erano già sull’orlo della bancarotta o già costrette a dichiararla ) e non firmando alcuna legge contro l’omofobia né per i diritti civili di tutti i cittadini, ora più necessarie che mai alla luce, tenebrosissima, delle leggi di vera e propria persecuzione contro gli omosessuali emanate dal famelico fratricida Putin, disumanità contro la quale ancora non si è levata una voce di protesta in seno a questo Parlamento farlocco. Se Napolitano concederà la grazia a Berlusconi, d’ora in poi farò anch’io carte false per non pagare le tasse per intero, anche se la vedo dura, non ho alcun business in ballo che mi dia questa possibilità, serate a parte, anche queste in grande decadenza data la crisi più culturale che economica, capaci ormai di chiedermi di portarmi lenzuola e saponetta. Immagino che, se Napolitano concederà la grazia al metodico evasore e profittatore Silvio Berlusconi, milioni di italiani seguiranno il mio esempio, ovvero aumenteranno l’economia sommersa in cui, a differenza di me, già sguazzano allegramente e impunemente.

Non ha alcun senso fare tanti salamelecchi anticostituzionali e antiistituzionali a Silvio Berlusconi per mantenere a tutti i costi vivo questo governo: è obbrobriosamente masochistico e antipatriottico risparmiare qualche lacrima ora per parare l’inevitabile diluvio in agguato. L’unico compito di questo Governo era, a parte votare leggine di improcrastinabile senso civico proprio all’Occidente più evoluto e progressista, cambiare la vigente legge elettorale. Non varando nemmeno questa, l’esecutivo a forza di eseguire seguendo una carretta impantanata non ha fatto niente, quindi sempre meno farà e men che meno farà una legge elettorale all’insegna delle preferenze assolute, visto che loro deputati e senatori del momento sarebbero i primi a non essere eletti e a doversi inventare un lavoro, magari per soprammercato forzatamente onesto, che non tutti hanno. Prima cade, meglio è. Se non cade perché è Silvio Berlusconi, a grazia concessa, a tenerlo in piedi, significa solo che è caduto, come dire, due volte, e stabilmente caduto e decaduto, e del suo strisciare farà ancor più la nostra sragione di delinquere per non essere dammeno votandoci così al suicidio programmatico di massa.

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Graziami ma di baci saziami
Marco Travaglio, 15 agosto

Dopo aver autorevolmente precisato che le sentenze definitive si eseguono e se ne prende financo atto, sorprendentemente svelato che B. è stato più volte premier, inopinatamente sostenuto che per ottenere la grazia bisogna chiederla e per brevità omesso altri originalissimi concetti — tipo che per vincere al Totocalcio bisogna giocare la schedina, che il sole scalda e la pioggia bagna — il nostro geniale Presidente ha subito orientato i numerosissimi neuroni verso una nuova, appassionante impresa: lo studio della forma di grazia più appropriata per garantire l'”agibilità politica” al noto delinquente pregiudicato e dunque salvare il Paese. 

Sulla scrivania di Castelporziano, presidiata notte e giorno da consiglieri, giuristi, azzeccagarbugli, pompieri, cinghialotti e upupe presidenziali, si ammonticchiano papiri fenici, lapidi assiro-babilonesi, iscrizioni egizie, rotoli sumeri, copie apocrife dei manoscritti di Qumran, della stele di Rosetta e del codice di Hammurabi per compulsare le varie ipotesi sul tappeto e scegliere la più confacente alla bisogna.

Grazia bonsai. Estingue la pena detentiva, ma non quella accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Cioè B. non finisce né in galera, né ai domiciliari, né ai servizi sociali (con gran sollievo dei medesimi), ma non può più mettere piede in Parlamento(dove peraltro non metteva piede nemmeno prima). Controindicazione: il Pdl, ma soprattutto il Pd, sentirebbero la sua mancanza e non reggerebbero allo choc.

Grazia extralarge. Estingue sia la pena detentiva sia quella accessoria, ma nulla può contro la legge Severino (votata pure dal condannato) che rende decaduti e incandidabili i condannati a più di 2 anni. Controindicazione: crea un pericoloso precedente. 
Se in Parlamento non possono più entrare nemmeno i pregiudicati, non si sa più come riempirlo.

Grazia monouso. Estingue tutto (pena detentiva e accessoria, decadenza, incandidabilità), ma per una sola condanna: nel nostro caso la frode fiscale Mediaset. Controindicazione: se ne arrivano altre tipo Ruby, telefonata Fassino, Tarantini, Lavitola, De Gregorio, compravendita testimoni, siamo da capo a dodici.

Grazia multiplex Ikea. Estingue tutto e per tutte le condanne passate e future. È una sorta di bonus da conservare e spendere per ogni evenienza. Da esibire sul cruscotto dell’auto accanto al pass per la Ztl, così i giudici girano al largo e risparmiano tempo e processi inutili. Disponibile anche nel modello Ikea: te lo monti da solo a tuo gusto. Controindicazione: la licenza di delinquere vale solo per il titolare del bonus e non per parenti o compagni di partito, che potrebbero reclamare analoga agibilità.

Grazia formato famiglia. Consente al graziato di trasmettere la clemenza, per contagio diretto, a congiunti e consanguinei fino al terzo grado. Utilissima in caso di successione dinastica di padre in figlia-tutta-suo-padre, riottosa per non finire come lui. Controindicazione: esclude i compagni di partito non imparentati col capo, che potrebbero eccepirne l’incostituzionalità per violazione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini contro la legge.

Grazia Smartbox. Il prezioso cofanetto, disponibile nelle migliori librerie e pieno di irresistibili idee regalo, dà diritto nell’ordine a: immunità assoluta per qualunque reato purché commesso da politici; viaggio e soggiorno in paesi esotici dove le tasse sono proibite per legge; apertura gratuita di conto bancario intestato a società offshore; abbonamento omaggio a il Giornale e/o Libero; supersconti sull’acquisto di libri di Panebianco, Ostellino e Polito; massaggi in centri benessere con musiche new age o in alternativa con letture scelte dagli editoriali di Sallusti; trapianti piliferi a presa rapida; niente estradizione. Tutto compreso. Controindicazioni: nessuna. 
Nemmeno la fatica di chiedere la grazia: lo Smartbox può ritirarlo direttamente il cane Dudù. 
Astenersi incensurati.

Aspettando la sentenza della Consulta [come se ci volesse la Consulta a stabilire chi è silvio berlusconi]

Sottotitolo: E se per caso – Massimo Rocca – Il Contropelo di Radio Capital

Questa volta nessuno potrà negare che si tratti di conflitto di interessi. Elevato a conflitto tra poteri dello stato. Era legittimo l’impedimento invocato da Berlusconi, la convocazione improvvisa di un consiglio dei ministri il primo marzo del 2010, data in cui si doveva svolgere a Milano una delle udienze del processo Mediaset che in seguito lo avrebbe visto prendere 4 anni di carcere sia in primo grado che in appello?  Oppure fecero bene i giudici a ritenerla un scusa, un espediente processuale, e a proseguire?  Ma ciò su cui deve decidere da oggi la Corte Costituzionale è, in realtà, la natura stessa dell’avventura politica di Berlusconi. L’episodio per il tutto. Immaginate le conseguenze di una sentenza che dica che il capo del governo subordinò la massima attività dell’esecutivo alle sue tattiche di difesa dal processo. Con che faccia i rappresentanti del centrosinistra potrebbero continuare a governare con un uomo così, a discutere con lui la riforma della costituzione. Saprebbero dargli addosso come hanno fatto sull’euro, nascondendosi dietro Draghi e la Merkel?  Saprebbero dirgli:  con te no, come hanno fatto con Grillo?

Preambolo: nella magnifica quanto incredibile eventualità che la sentenza della Consulta abbia un esito sfavorevole a b e quindi favorevole per l’Italia dovrebbero dimettersi tutti, anche quelli che per vent’anni hanno fatto finta di opporsi al più grande farabutto della storia di questa repubblica, che ancora oggi permettono che questo paese sia ostaggio dei suoi ricatti e delle sue minacce ammantando il tutto, non senza la consueta viva e vibrante soddisfazione, con la pomposa quanto menzognera definizione di “governo di necessità”.

Danilo Maramotti per l”Unità

Mediaset, la Consulta decide
Il pessimismo di Berlusconi

Il verdetto della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento.

[Fiorenza Sarzanini – Corriere della Sera]

Già: chissà se Napolitano ci ha pensato a questa conseguenza, lui sempre e da sempre in mezzo fra berlusconi e la Magistratura.

E se ci ha pensato quando ha voluto a tutti i costi questo bel governo dei larghi sottintesi.
Guai se un simile statista debba vedersi negata la possibilità di sedersi al tavolo delle decisioni.
E’ proprio la persona adatta con cui riformare nientemenoche la Costituzione.

L’impunità a b è stata sempre offerta sul classico piatto d’argento.
Nel corso della sua storia politica che inevitabilmente è andata di pari passo con le sue vicende giudiziarie perché è stata costruita appositamente per evitare che silvio berlusconi rispondesse davanti alla legge delle sue azioni, dei suoi reati, molti dei quali commessi prima della sua ormai tristemente famosa discesa in campo, della sua immoralità delinquenziale tutti, destra, centro, centrosinistra, si sono prodigati per mettere i bastoni fra le ruote ai Magistrati.

Mi chiedevo in quale paese sarebbe possibile organizzare addirittura un esercito per “proteggere” berlusconi dai giudici.

In quale paese si potrebbe dire impunemente che Ilda Boccassini dovrebbe essere indagata per diffamazione aggravata solo perché è un giudice che fa onestamente il suo lavoro.

E mi chiedevo in quale paese il presidente della repubblica, nonché capo supremo dei giudici anziché tutelare quei giudici da attacchi continui, di pretendere rispetto per un potere dello stato, avrebbe potuto fare invece sempre l’opposto permettendo che quei giudici fossero insultati, denigrati, avrebbe guardato in silenzio chi ha manifestato contro quei giudici da ministro e vicepresidente del consiglio: cose di una gravità inaudita e che non sarebbero permesse in nessun paese democratico davvero.

E mi chiedevo come si fa a sacrificare la civiltà democratica – ché nominare la parola dignità a proposito della politica è diventato ormai un esercizio inutile – di un paese per salvare dai suoi guai un delinquente abituale per sentenza.

Con un casellario giudiziario come quello di b, i suoi precedenti, le sue frequentazioni, il suo partito fondato da un condannato per mafia, il boss mafioso ospitato in casa, le mignotte, i papponi, la corruzione, in un paese normale sarebbe impossibile fare anche il più umile dei mestieri.
Figurarsi chi, oltre a Giorgio Napolitano, avrebbe dato la possibilità ad uno così di riformare leggi e Costituzione, di “poter partecipare alla delicata fase politica”.

berlusconi non ha più bisogno dell’assoluzione di un tribunale perché ha già ottenuto quella morale dalla politica, quella legittimazione per cui lo si considera ancora l’interlocutore col quale discutere, quello con tutti i titoli per decidere le sorti di questo paese.

  Una democrazia, la Costituzione, vanno protette anche da quello che sembra uno scherzetto innocente come l’esercito di silvio.

Non si lascia fare senza dire una parola. Quella è eversione in piena regola.

Ma se il primo sostenitore di berlusconi è il ministro dell’interno, quello chiamato a difendere il paese e non chi ne ha fatto strame, che speranza ha questo paese di potersi salvare? secondo me nessuna.