Sottotitolo: Meno male che Celentano andrà a Sanremo, così qualcuno la finirà di rompere i coglioni con la storiella che il “povero Adriano” non può mettere piede nella tv “pubblica”. Io vorrei riportarci Corrado Guzzanti per esempio: da chi devo andare a reclamare?
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Il Giornale di Olindo zio Tibia Sallusti e della famiglia berlusconi con il titolo osceno di ieri ha dimostrato ampiamente qual è il target dei suoi lettori, ammesso che si tratti di gente che va oltre la visione dei titoli in neretto cubitale.
Perché chiunque conosca un po’ la storia del nostro paese e i fatti che riguardano il nostro paese avrà capito benissimo che Olindo non voleva affatto difendere l’Italia, più semplicemente ce l’ha con la Germania non per quello che pensano di noi (come peraltro pensano in almeno tre quarti dell’orbe terracqueo grazie a come ha ridotto l’Italia chi gli paga lo stipendio: Schettino è arrivato molto dopo, quando di robaccia per vergognarci di certe caratteristiche italiane ne avevamo già collezionata un bel po’), ce l’ha con la Germania perché Angela ha fatto i dispetti ai nostri grandi economisti statisti delle cippe. Ricordiamoci sempre che i giornali di berlusconi non scrivono mai cose così, per cazzeggiare ma eseguono sempre gli ordini che il padrone gli dà. Nel frattempo, noi paghiamo col finanziamento pubblico ai quotidiani gentaglia che non solo non fa informazione ma veicola falsità non solo storiche.
Resteranno scritti per l’eternità sulla pagina delle italiche vergogne i famosi scoop del fogliaccio, uno su tutti la vicenda del cosiddetto dossier Mitrokhin che costò una condanna a dieci anni ad Igor Marini, il consulente finanziario che nel 2003 accusò Prodi, Fassino e Lamberto Dini di aver preso mazzette nell’affare fra Telecom Italia e Telekom Serbia; accuse che si rivelarono totalmente infondate e le prove prodotte dei clamorosi falsi. Associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di documentazione falsa e contraffatta e diversi episodi di calunnia i reati contestati a Marini che nel settembre 2010 fu arrestato per scontare 5 anni di reclusione per aver calunniato il magistrato romano che lo interrogò nel 2003.
Dal Giornale nulla, nemmeno una smentita.
Le frasi attribuite all’estensore dell’articolo del Der Spiegel citate da Il Giornale non sono scritte da nessuna parte, il tono dell’articolo tedesco è completamente diverso da come lo vuole far apparire Il Giornale. Inoltre, quell’articolo non appare sul settimanale, ma solo sulla versione online.
E vediamo un po’ quanto è vero che Auschwitz è stato un orrore soltanto tedesco. Perché ad esempio nell’italianissima risiera di San Sabba vennero soppresse e bruciate fra le tre e le cinquemila persone, di cui triestini, sloveni, croati, friulani, istriani e naturalmente ebrei.(http://marcotorbianelli.com/2011/04/28/sono-entrato-nella-risiera-di-san-sabba/)
E inoltre l’Italia ai tempi di Auschwitz era ALLEATA della Germania, molti italiani di religione ebrea sono finiti nei campi di concentramento grazie ad italianissimi delatori che vendevano al nemico amici e vicini di casa in cambio di quelle case che i tedeschi svuotavano durante i rastrellamenti e un po’ di soldi, grazie al “governo” italiano di allora che tanti italiani hanno sostenuto e di cui ancora oggi troppi mentecatti rimpiangono azioni e ideologie .
Qualcuno dovrebbe consigliare a quell’ ignorantone di sallusti gné gné gné di aprire un libro di Storia, e di leggerlo, soprattutto. Onde evitare di contribuire alle ormai famose e tristissime italiche figure di merda.
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Il giorno dell’Amnesia, Marco Travaglio, 28 gennaio – Il fatto quotidiano
Ieri, per solennizzare il Giorno della Memoria, il
Giornale è uscito con un numero da collezione, per
soli amatori. Titolo di prima pagina: “Lettera ai
tedeschi. A noi Schettino a voi Aushwitz”. E
gigantografia della copertina dello Spiegel: una nave da
crociera con la scritta “Kreuzfahrt in die Katastrophe”.
Scrive Sallusti, noto germanista di madrelingua:
“…copertina sul caso Concordia e un titolo che non lascia
spazio a equivoci: Italiani mordi e fuggi letteralmente
ma traducibile come italiani codardi”. Non sappiamo chi
sia l’interprete dal tedesco di Sallusti, forse il dottor Kranz
tetesco ti Cermania. Ma il titolo di copertina dello Spiegel
non lascia spazio a equivoci: “Crociera nella catastrofe”
letteralmente, ma traducibile come “crociera nella
catastrofe ”. L’articolo anti-italiano, peraltro paradossale, è
uscito sul sito del settimanale. Ma il meglio è l’argomento
(si fa per dire) usato da zio Tibia per replicare: “È vero, noi
italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina
di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan
Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno
ammazzati 6 milioni… I tedeschi li abbiamo visti nelle
nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e
bambini”, e “noi poverelli li abbiamo aiutati prima a
difendersi dallUrss, poi a pagare il conto dell’unificazione
delle due Germanie”. A parte le due ultime rivelazioni
sallustiane, destinate a rivoluzionare la storia dell’Europa
moderna, Tibia avrebbe potuto cavarsela con le parole
del suo padrone, che mentre era alleato con fascisti e
filonazisti, così apostrofò al Parlamento europeo il
socialista antifascista e antinazista tedesco Martin Schulz:
“Le mie tv stanno preparando una fiction sui lager nazisti:
la proporrò per il ruolo di kapò”. Nel 2008 Vauro
immortala in una vignetta la contraddizione di un
centrodestra che si dice filoisraeliano e poi candida
fascisti dichiarati come Ciarrapico e la Mussolini. Il
bersaglio è Fiamma Nirenstein, amica di Israele e
candidata del Pdl nella stessa lista del Ciarra e della Ducia.
La vignetta la raffigura con tre stemmi sul petto (quello
del Pdl; il fascio littorio e la stella di David, simbolo
d’Israele) e la scritta “Fiamma Frankenstein”, perfetta
sintesi satirica del mostro Pdl, composto da pezzi così
incompatibili. Peppino Caldarola, sul Riformista , scrive che
“Vauro disegna una vignetta sulla Nirenstein dove la
definisce sporca ebrea”. Epiteto antisemita che
Caldarola si è bellamente inventato. Vauro ovviamente
querela lui e il suo direttore Polito, i quali vengono
condannati a risarcirlo con 25 mila euro. A questo punto
poteva mancare, contro l’ineccepibile e inevitabile
sentenza, un articolo disinformato del Corriere, dunque di
Pigi Battista? Non poteva. Scrive Battista che il giudice
(antisemita pure lui?) ha sentenziato non a caso proprio
“alla vigilia della Giornata della Memoria” non ha colto
la sottile ironia di Caldarola, che si è limitato a “criticare
satiricamente una vignetta satirica”. Ecco, dire che uno ha
scritto “sporca ebrea” quando non lha nemmeno
pensato, è satira. Anche Macaluso dà il suo contributo alla
scemenza: Caldarola mise fra virgolette la frase mai scritta
da Vauro non per attribuirgliela, ma “per sintetizzarne il
pensiero ” (un caso di telepatia). Ieri il Giornale da
collezione di Sallusti, sotto il titolo “Giorno della
Memoria. Ecco come è fatto l’antisemita di oggi”, ospita a
pagina 27 un articolo della Nirenstein, secondo cui
Caldarola è stato condannato “per aver detto la verità”.
Intanto, a pagina 13, Littorio Sgarbi difende il nazi-console
Vattani con due argomenti decisivi: Santoro ha cantato
“Bella ciao” e Giorgio Bocca da ragazzo era fascista. Come
dire: Vattani ha ragione perché oggi è sabato e mio zio ha
le emorroidi. Il fatto che “Bella ciao” sia un canto della
Resistenza, da cui è nata la Repubblica, e che c’è una lieve
differenza fra un ragazzo fascista nell’Italia del 1942 e un
console nazista nell’Italia del 2012, non sfiora neppure
l’energumeno. Ma chissà cosa pensa la Nirenstein, a
pagina 27, di Sgarbi a pagina 13, e cosa pensa Sgarbi a
pagina 13 di Sallusti a pagina 1. Potrebbero persino
scambiarsi i numeri di telefono.