HabeNT Papam, ovvero, abbiatelo: almeno questo

Per esempio, io sono sempre favorevole all’ipotesi di un vaticano itinerante.
Non si capisce perché si debba privare il resto del mondo di cotanto spettacolo gioioso: habemus Papam?  “habeNT Papam” sarebbe più indicato, visto che il Papam è di molti ma non di tutti. 
Chi parla di amore e fratellanza dovrebbe considerare anche il rispetto. 
Quando eleggono i capi spirituali di altre religioni non si ferma mica il mondo come per il papa. 
Se il mondo si evolve dovrebbero anche evolversi certi riti e le loro espressioni, manifestazioni.
E’ tutto troppo. Decisamente.

“In Argentina, i deputati che afferiscono alla presidentessa Cristina Kirchner si sono rifiutati di interrompere una cerimonia di commemorazione per l’ex presidente venezuelano Hugo Chàvez, per celebrare l’elezione del primo Papa argentino”: sono le azioni che marcano la differenza, come fa notare qualcuno stamattina su facebook.

SITI STRANIERI, IN ARGENTINA ON LINE ANCHE GLI ASPETTI CONTROVERSI DEL NUOVO PAPA

Chiesa e dittatura
in Argentina: ombre
sul nuovo Papa

Papa Francesco: “Donne inadatte per compiti politici. Possono solo supportare l’uomo”

 

Nulla di nuovo sotto il Cupolone

Si sono sprecate le definizioni, gli elogi, le esaltazioni e le prostrazioni dei quotidiani odierni, ad eccezione de il Manifesto, che se non esistesse bisognerebbe inventarlo: «Non è Francesco», il titolo provocatorio a caratteri cubitali. La Repubblica, sul suo sito, non ha trovato di meglio che dedicare uno speciale alla sua passione del nuovo Papa: il tango. «Quando Bergoglio ballava il tango», è il sottotitolo che campeggia nella home-page, con tanto di grassetto. Sembra Studio Aperto, ma è proprio la Repubblica. [http://ilpiantagrane.wordpress.com/]

Com’è tenero il popolo dei social network: fino a cinque minuti prima della fumata bianca era un piovoso pomeriggio invernale qualunque, immediatamente dopo  su twitter è stato tutto un fiorir di brividi ed emozioni della serie “io non ci credo ma…”.
Beh, io non voglio entrare nella sensibilità personale di nessuno, in occasione delle dimissioni di Benedetto l’Emerito scrissi qualcosa a proposito dell’evento storico che c’era ed è innegabile, nessuno ha potuto evitare di riconoscerne la portata gigantesca, ma da questo al provare un qualsiasi tipo di reazione emozionale c’è l’abisso.
E l’unico brivido che sento percorrermi la schiena è di terrore, perché nel momento peggiore della chiesa cattolica non credo che abbiano scelto un papa accomodante, semmai ne sia esistito qualcuno così.
Questo papa dovrà lavorare moltissimo per ridare alla chiesa quel consenso perduto grazie a scandali di ogni genere.
E il metodo di recupero delle pecorelle smarrite sarà il solito adottato dai e nei secoli dei secoli: seduzione, bugie, interventismo sfrenato nella politica, la nostra,  che come sappiamo non oppone mai resistenza.
Quindi sarà tutt’altro che un’esperienza piacevole per noi atei che, proprio perché non crediamo dovremo comunque subire, continuare a subire l’influenza del vaticano nella nostra vita di tutti i giorni: come prima e come sempre. Chi non si preoccupa, non capisce che noi italiani siamo costantemente sotto attacco per il solo fatto di ospitare il vaticano in terra italiana, nella capitale d’Italia  e dovremmo quindi preoccuparci  di quel che succede nelle mura vaticane anche – soprattutto –  in qualità di non cattolici, beh… ha una visione delle cose molto limitata.

Per non dire che non ha ben capito nemmeno dove vive e chi comanda.

Nel 2005, quando si aprì il Conclave che portò all’elezione di Benedetto XVI, Adnkronos batté la notizia del fatto che Bergoglio era stato denunciato per presunta complicità nel sequestro di due missionari gesuiti.

I fatti si sarebbero svolti il 23 maggio del 1976. Adnkronos spiegava:

«La denuncia e’ stata presentata dall’avvocato e portavoce delle organizzazioni di difesa dei diritti umani in Argentina, Marcelo Parilli, che ha chiesto al giudice Norberto Oyarbide di indagare sul ruolo di Bergoglio nella sparizione dei due religiosi a opera della marina militare».

Nel libro di Horacio Verbitsky (giornalista d’inchiesta argentino) L’isola del silenzio, pubblicato in Italia da Fandango, si denunciano appunto questi fatti, con un’ampia esposizione che riguarda anche le complicità della Chiesa cattolica nei confronti della dittatura di Videla.

Bergoglio arrivò “secondo” nel Conclave del 2005. Nel 2006, Don Vitaliano scriveva un pezzo dal titolo Il lato oscuro del Cardinal Bergoglio, citando proprio il libro di Verbitsky.

[http://www.polisblog.it]

Non ho mai sopportato il luogo comune secondo il quale “la verità sta nel mezzo”.
La verità sta al suo posto, che è – appunto – quello della verità, e se l’intenzione è quella di farla conoscere e la conseguenza la capacità di saperla accettare non le si trova nessun limbo; quando la verità sta nel mezzo significa che è incompleta oppure che si preferisce lasciare dei fatti esistiti ed esistenti alla libera interpretazione, che può essere anche suggestiva e affascinante ma non è la verità, è un’altra cosa.
Non viene fatta passare per il candeggiamento di quel “mezzo”, uno dei luoghi più inutili in cui depositare le proprie incertezze, paure ma nella maggior parte dei casi i propri opportunismi e convenienze come la politica ci ha insegnato.
Ci sono situazioni in cui non si può stare un po’ di qua, un po’ di là, coi piedi in più scarpe eccetera: bisogna stare, possibilmente al posto giusto.
Quando dei libri che non sono fiabe né romanzi riportano dei fatti, delle notizie, generalmente si tratta di cose vere, non di libere interpretazioni “di mezzo” dell’autore. Altrimenti lo scrittore verrebbe denunciato, obbligato alla rettifica e quel libro ritirato. 
Ed è incredibile che quei fatti vengano poi considerati da chi dovrebbe avere il compito di far avvicinare il più possibile la gente alla verità delle semplici “polemiche”. 
La polemica è un giochino, uno scambio di pensieri, una confusione di idee reciproche che può essere anche divertente, stimolante, io l’adoro, ma non può né deve essere utilizzata o finalizzata a trasformare un’opinione personale in un fatto o, peggio ancora, per stravolgere una verità che si preferisce lasciare in quel mezzo affinché si possa interpretare e assuma una rilevanza diversa da quella che deve invece avere.
Il rosso è rosso e non può mai diventare nero perché a qualcuno piace così.

E mi fa molto ridere anche questo fatto che uomini di chiesa, papi vengano poi assolti solo perché ogni tanto, raramente, qualcuno di loro ha avuto la capacità di riconoscere gli errori della chiesa nel corso della sua storia.
Voglio solo umilmente ricordare che gli errori della chiesa non sono stati solo quelli di ordine intellettuale relativi alla diffusione di concetti sui quali nessuno può metterci la firma in quanto spacciati per pensieri e parole di un Dio che nessuno ha mai visto né sentito parlare; non sono state solo le menzogne veicolate nei secoli dei secoli per far sì che un’istituzione come la chiesa sia potuta arrivare fino ad oggi, ai tempi cosiddetti moderni. Fosse dipeso dalla chiesa cattolica  la Terra sarebbe quadrata ancora adesso, oggi.
Gli “errori” della chiesa sono stati la causa di molto altro, di atrocità, discriminazioni, morte; non credo si debba tornare ai tempi della “Santa” inquisizione, a quello dei roghi, delle torture per sapere in che modo è avvenuta e avviene da millenni l’opera di seduzione da parte della chiesa cattolica e in generale di tutte le religioni monoteiste.

Cosa che avviene ancora oggi quando un papa si affaccia da una finestra e può dire tranquillamente al mondo che il pericolo per la pace sono gli omosessuali e dopo non succede niente, giusto per fare un esempio recentissimo.
E, sinceramente certe scuse tardive, quelle che arrivano dopo quattro o cinquecento anni, tipo quelle alle donne considerate da sempre dalla chiesa uno strumento per figliare e tacere come pure certe riabilitazioni, tipo quella di Galileo Galilei che la chiesa  avrebbe volentieri arrostito su una pira, di un libero pensatore come Giordano Bruno che ha subito una violenza inenarrabile dai fanatici di Dio, suonano ridicole tanto quanto le scuse di un cardinale al quale è stato concesso di partecipare all’elezione del nuovo papa nonostante abbia riconosciuto di aver avuto una condotta sessuale inappropriata.
Mentre invece non l’avrebbe proprio dovuta avere.

E mi fa molto ridere chi si aspetta la rivoluzione da un papa, hanno avuto duemilatredici anni di tempo per rivoluzionarsi, se non l’hanno fatto fino ad ora resta difficile pensare che la volontà di un cambiamento sia nelle reali intenzioni della chiesa. E che il vaticano abbia sostenuto i peggiori regimi dittatoriali è un fatto, è storia, non le opinioni di anticlericali invasati. 

La chiesa sta dove stanno i soldi, da sempre. E non le importa in che modo si guadagnano.

La storia di De Pedis seppellito in basilica è emblematica e spiega benissimo quello che realmente interessa alla multinazionale vaticana.

Sarebbe un mondo bellissimo quello dove le persone che hanno fatto errori anche gravi, che hanno pregiudicato in modo irreversibile le vite di tanta gente, hanno contribuito a spezzarle, fossero poi disposte ad accettare le umane debolezze di tutti gli altri del mondo, le loro volontà, le scelte, le diversità, se capissero che l’umanità non è racchiusa dentro un improbabile recinto entro il quale ci si deve comportare secondo il volere di chi non ha un volto, una voce né delle fattezze umane. 
Qualcuno con cui, almeno, potersi confrontare alla pari.