Dall’omofobia si può guarire, volendo

Che strana malattia l’omofobia: quando un ragazzo o una ragazza decidono di fare «coming out», molti lo emarginano, amici e famiglia compresi. Come se prima del dichiararsi i ragazzi in questione non fossero «già» omosessuali o lesbiche. E allora? Prima del «coming out» siete stati «contagiati»? No, perché non è una malattia. Una piaga si è abbattuta su di voi? No, perché non è un peccato. Siete stati aggrediti sessualmente? No, perché non è violenza (anzi, la maggior parte delle violenze avviene tra le mura di casa, nelle cosiddette «famiglie tradizionali»). L’unico problema – mettetevelo in testa – siete voi.  Che strana malattia l’omofobia: ascoltate i Queen? Be’, sappiate che Freddie Mercury era omosessuale. Venerate Ricky Martin? Lo è anche lui. Usate prodotti Apple? Tim Cook è gay. E vogliamo parlare di Tiziano Ferro, Oscar Wilde, Michelangelo Buonarroti (perché la Chiesa non rinuncia ai suoi affreschi nella Cappella Sistina)? I «froci» vi fanno schifo? Cancellatevi da Facebook, visto che il co-fondatore Chris Huges è omosessuale. Eppure queste persone non sono le stesse che vi emozionano con i loro film, con i loro versi d’amore, con le loro poesie, con le loro invenzioni?
L’omofobia finirà quando la domanda «sei gay?» (come se a un etero si chiedesse: «Sei etero?»), una delle più grandi violenze che si possa fare a una persona omosessuale, non verrà più pronunciata; quando il «coming out» non avrà più motivo d’esistere; quando «l’amore che non osa pronunciare il proprio nome» potrà essere liberamente pronunciato.
Rendiamo inutile la Giornata Internazionale contro l’omofobia. Tutti insieme, ognuno con la sua «diversità» che lo caratterizza nella sua singolarità irripetibile. «Diversi», ma belli e imprescindibili. Come i colori dell’arcobaleno.  
[Pasquale Videtta]

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Ognuno guardasse alle sue miserie, prima di pensare a quello che dovrebbero fare gli altri secondo – appunto – miserabili “opinioni”.
L’omofobia, i razzismi, non sono opinioni: nei paesi civili, dove i giornalisti non corrono dietro ai giovanardi ma li evitano in quanto dannosi per la cultura e il progresso della civiltà sono reati.
Quindi, al solito, anche, soprattutto, chi si occupa di fare informazione si facesse un esame di coscienza, perché molte delle brutture e dei drammi relativi all’omofobia e ai razzismi sono incentivati da un’informazione malata. I malati non sono gli omosessuali ma chi pensa che all’Italia debbano interessare i pensieri omofobi, violenti e razzisti di giovanardi e di quelli come lui.

 

Il diritto non è una concessione: è, appunto, diritto, e quando lo è deve essere di tutti, altrimenti è privilegio. E nel diritto ad essere omosessuali, seguire ognun* la propria natura che proprio perché è tale non può mai essere “contro” esiste anche quello di vedersi riconosciuto il proprio orientamento sessuale comprensivo dei diritti che ha già chi non lo è, così come si dovrebbe fare per la propria etnia, nazionalità e colore della pelle.
La religione è una cosa a parte, perché non viene stabilita dalla natura ma fa parte della scelta personale degli individui.
Si può scegliere a un certo punto della vita di non voler essere più condizionati da un Dio e passare tranquillamente alla condizione di atei, oppure si può decidere di seguire un’altra religione e non quella che viene imposta alla nascita ormai più per tradizione che per fede vera e credo sincero.
In questo paese nessuno viene discriminato perché cattolico, anzi, è talmente radicata la convinzione che un cittadino lo è di più se è anche cattolico da renderlo perfino un privilegio.
I cattolici, in quanto seguaci di quel Dio buono e giusto che tutto ha fatto e tutto mantiene si ritengono intoccabili, e ritengono che siano intoccabili i simboli che segnano la loro religione. Guai a parlare di laicità senza che arrivi la solita sfilza di buoni motivi sul perché “laico è brutto”, mentre laico è bello, e giusto, perché garantisce tutti, religiosi, credenti, osservanti e chi pensa di non aver bisogno di speciali tutele dall’alto.
E nello stesso modo equiparare i diritti degli eterosessuali a quelli degli omosessuali diventerebbe una garanzia per tutti, per chi già li aveva prima e ne poteva usufruire e per tutti coloro che, finalmente, possono vivere la loro natura che gli e le viene riconosciuta anche come cittadini.
E nessuno si sentirebbe privato di niente. Nessuno toglierebbe niente a nessun altro. 

Molta gente è cattiva, incapace di accettare quello che non comprende, e non vuole che le persone possano essere semplicemente felici nel modo che preferiscono, seguendo la loro natura. Perché la normalità non la decidono le apologie contro. Perché chi oggi è omofobo e razzista dimostra di non avere il diritto di vivere in questo tempo. Non c’è nessuna regola scritta che imponga una unione finalizzata al proseguimento della specie, si sta insieme per mille motivi più uno che è quell’amore di cui non si capacita chi non capisce che l’amore prescinde da tutto, anche dal sesso di appartenenza. E quando non si fa del male a nessuno si ha il diritto di viversi quell’amore alla luce del sole.

I diritti di chi?

L’omofobia è un crimine contro l’umanità.
In Russia essere gay, lesbiche e trans significa rischiare la vita come nei peggiori paesi integralisti islamici. Dice “ma questo è sport”. Io dico che la comunità internazionale dovrebbe smetterla di ignorare il non rispetto dei diritti umani per convenienze economiche, politiche e concedere a paesi come la Russia la possibilità di ospitare un evento sportivo come le Olimpiadi, pensate e realizzate in tempi molto antichi per onorare la pace. E non c’è pace in un paese dove si fa una legge che paragona lesbiche e omosessuali a dei criminali.

Sochi 2014, diritti lgbt su montagne russe
Onu: “Attacchi ai gay, il mondo si sollevi”
Letta: “Vado per riaffermare ruolo Italia”

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Letta che va a Sochi per “riaffermare il ruolo dell’Italia nell’estensione dei diritti” perché non s’impegna col suo partito, che si vocifera sia addirittura di centrosinistra, ad estenderli anche qui? Di che si va a vantare Enrico Letta, che in una democrazia occidentale nemmeno i governi di centrosinistra sono riusciti a fare uno straccio di legge decente che tuteli i diritti degli omosessuali? E che la politica, al contrario, ne abbia pensata un’altra che tutela invece il diritto ai giovanardi di Italia di offendere i gay senza che questo costituisca un reato? Cosa va a riaffermare Letta, la sudditanza al vaticano che impedisce a questo paese di essere civile davvero? quali cazzo di diritti va a riaffermare Letta, quelli che non abbiamo neanche qui?

Vergogna.

Ancora sui DIRITTI CIVILI

Le nozze gay sono il suicidio dell’Europa?

Contro l’omofobia e la transfobia – Appello ai candidati

L’ex fidanzato storico
di Alfonso Signorini
candidato dal Cavaliere

Sottotitolo: penso che di queste faccende non si parli mai abbastanza.

Per smettere di farlo c’è un unico modo: mettere in pratica, nei fatti, quell’uguaglianza che fino ad ora è rimasta lettera morta su una Costituzione che nessuno rispetta, nemmeno chi lo deve fare per ruolo e mestiere.

Se proprio si vuole insistere nel non voler considerare le persone uguali come Costituzione comanda bisognerebbe rinnovare un po’ il repertorio delle cazzate che si dicono e che si scrivono per negare quel diritto.
Ché quelle solite, sempre le stesse, sono diventate stucchevoli, noiose, insopportabili.

Come lo sono generalmente tutte le falsità e le menzogne. Il diritto che più di tutti gli altri in questo paese viene violentato e disatteso SCIENTEMENTE prim’ancora che quello di formare un nucleo familiare e chissenefrega poi di come lo si vuol chiamare, di poter adottare dei figli agli omosessuali è quello riconosciuto dall’articolo 3 che ORDINA, non chiede se gentilmente si può fare, allo stato e dunque ai governi di trattare TUTTI i cittadini nello stesso modo, dunque non per mezzo di concessioni da feudo medioevale ma in funzione di leggi dello stato.

Premessa:   il matrimonio è un istituto fallimentare che andrebbe abolito per tutti.

Non serve, non cementa di più un bel nulla, è solo un costo, una burocrazia continua per qualsiasi cosa, quando ci si sposa e quando si divorzia, serve solo ad arricchire eserciti di avvocati,  la chiesa che ad ogni cerimonia religiosa mette in cassa altri soldi e altro potere – non solo con  il matrimonio religioso ma anche  con un battesimo imposto quando la persona non è in grado di intendere, di volere, di dire no,  di chiedere di poter scegliere da adulto consapevole se vuole far parte o meno di un club piuttosto che un altro, comunioni e cresime che si fanno fare ai bambini solo perché si fa la festa e si ricevono i regali.

Se due persone vogliono stare insieme non serve l’accordo certificato o ancorché benedetto, e una stretta di mano o un vaffanculo sono molto meno costosi di una pratica legale.

MA il fatto che mentre mezza Europa e un resto del mondo civile abbiano regolato e da tempo la questione delle unioni omosessuali mentre qui, nel nostro bel paese, culla del diritto [che è di tutti e non solo di qualcuno], ci sia una politica miserabile, ipocrita e asservita alla volontà di  divulgatori di menzogne e ignoranza che si domanda ancora se sia il caso di farlo, che nasconde la sua pochezza dietro alibi ridicoli, che dice cose assurde spacciandole per regole costituzionali solo perché non vuole smettere di essere serva di una chiesa oscurantista, retrograda, violenta e malvagia non fa dell’Italia solo un paese molto al di sotto della soglia di una ragionevole civiltà ma lo rende proprio brutto, triste e cattivo.

Non è vero che il paese non è pronto e che la gggente non capirebbe: è la politica, TUTTA, ad essere prona e vigliacca, e niente affatto intenzionata a dare a tutti quei diritti che i politici si sono già presi da un pezzo e da se medesimi. Loro non hanno nessun tipo di problema, per loro i diritti – visto che se li riconoscono da se medesimi – non solo sono riconosciuti e applicati ma addirittura estesi oltre il tollerabile, per la gente comune, le minoranze, non è affatto così, e questo non sarà mai un paese civile finché la politica, per non perdere i voti dei cattolici integralisti, fondamentalisti, ipocriti e cattivi farà quel che vuole la chiesa sulla base non di un sentire cristiano, solidale, altruista come dovrebbe essere ma solo perché alle gerarchie vaticane interessa mantenere e aumentare il potere.

E per mantenere il potere, la Storia insegna, bisogna dividere, si divide incentivando il razzismo, l’omofobia, promuovendo l’idea di persone relegate alla condizione di  categorie – inferiori – e che per questo devono rimanere in una situazione  borderline, non disturbare, non chiedere ma essere obbligate comunque a sottostare a tutti i doveri da cittadini: rispettare la legge, pagare le tasse, e assumersi la responsabilità civile e legale di ogni loro azione. Dunque lo stato per mezzo dei governi si legittima da se medesimo ad ignorare gli omosessuali ma loro non possono né devono, PER LEGGE, ignorare lo stato.

I diritti non sono concessioni, sono – appunto – diritti, che non possono restare appesi ai desiderata e alle ormai quotidiane dichiarazioni delle loro eminenze, né ad una politica che quando non sa che fare si attacca alla famosa teoria del “c’è altro a cui pensare, c’è la crisi”,  parla molto la politica  – soprattutto a vanvera – la crisi è mondiale, eppure, nel frattempo i governi di tanti paesi [dopo Parigi anche Londra dice sì alle nozze gay] non hanno mai perso di vista la regolamentazione del diritto civile, evidentemente pensano – come me –  che chi non capisce che i diritti civili sono la priorità,  perché vanno a toccare spesso questioni anche più importanti di un’economia più forte, non capisce niente,  loro, questi nostri  statisti delle cippe lo sanno e lo capiscono benissimo ma continuano ad ignorare un problema che c’è e che va risolto.

Per non parlare di un “giornalismo”  servo e servile che fa da eco ad ogni sospiro che arriva dagli invasori d’oltretevere. 
Quello che attiene al diritto civile non dovrebbe riguardare chi ha scelto di occuparsi di anime, spiritualità e del trascendentale.

Nei paesi dove le unioni di fatto fra persone dello stesso sesso sono una realtà da molto tempo non mi pare che nessuno sia caduto in quel baratro di cui parlava bagnasco, anzi, a ben vedere, si vive molto meglio che in questo.

Liberté, Égalité, Fraternité [e Laicité]

Sottotitolo: 

Accidenti, se i gay si potranno sposare cadremo nel baratro… per chi è già in fondo a quello della crisi, se ne scaverà uno apposito.
Succederà di tutto, si ammaleranno le radici cristiane dell’occidente, quelle che hanno piantato solo qualche anno fa con tanta amorevole cura.
I preti stessi abbandoneranno la strada della povertà e faranno banche e mercati nel tempio.

Già parlano di una roba che si chiamerà ior o roba del genere.
I politici si daranno alla corruzione e ci sarà persino qualche inquisito in parlamento.
Il tasso demografico calerà fino 1,3 figli per donna e gli asili nido che oggi coprono il 100% dei bambini cominceranno a chiudere, le multinazionali venderanno pannolini a 4 volte il prezzo tedesco [cioè a 8 volte il potere d’acquisto dei tedeschi, che guadagnano il doppio di noi], qualcuno [orrore!)] proporrà persino di dare soldi alle scuole private tagliando le pubbliche.

Insomma di che baratro parlano, ‘sti omofobi?
[Andrea]

Matrimoni gay

“Noi vicini al baratro”

Il presidente della Cei interviene sull’approvazione delle nozze omosessuali in Francia. Ritiene che l’Italia “non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme”.

Bagnasco: Nella nostra società siamo davanti a “un’inversione per cui la grande capacità di fare – che l’uomo ha assunto grazie alla tecnica – sta diventando la volontà di fare se stesso”. Ma quando l’uomo dal poter fare grazie alla scienza pretende di fare se stesso a piacimento vuol dire che siamo vicino al baratro”.

 

Quindi vale anche per altro? ad esempio quando grazie alla scienza [e non per merito di paternoster e avemarie né tanto meno grazie ad acquesante su cui si è costruito un business miliardario che va ad arricchire, guardaunpo’, proprio il vaticano] si guarisce dalle malattie e quindi l’uomo – ma anche la donna, ve le scordate sempre, vero eminems? buone solo a farsi riempire le pance per garantirvi ancora la possibilità di dire stronzate  a proposito di famiglia “tradizionale”- pretende di fare di se stess* una persona sana anziché malata.

 

 E ancora [a proposito della Francia]: “molti paesi europei hanno varato leggi sbagliate su vita, famiglia, libertà, non crescono in civiltà più umana e solidale, semmai più individualista e più regressiva”.

 

Mai una volta che questi invasori impiccioni dicessero che la colpa delle regressioni e dell’inciviltà è delle guerre, delle violenze, delle discriminazioni, di quei governi e regimi che affamano le popolazioni, che le lasciano morire nell’ignoranza e nelle malattie; effettivamente sarebbe quasi un’ammissione di complicità e connivenza con chi il male lo fa sul serio e questo bagnasco lo sa, quindi meglio prendersela sistematicamente e puntualmente con gli omosessuali, loro, il vero male dell’umanità e stendere un pietoso velo sul resto.

 Se bagnasco dice che “siamo vicini al baratro” significa che  i paesi internazionali ed europei civili, quelli dove i diritti di uguaglianza fra cittadini, fra le persone sono stati resi operativi da un bel po’ indipendentemente da tutto quel che riguarda la loro sfera PRIVATA sono sulla strada giusta.

 Naturalmente non parlo della nostra bella Italia dove la politica di destra, di centro e di centrosinistra si guarda bene dal contraddire i referenti del gran visir della menzogna e lui in persona. E si guarda bene anche dal mettersi in pari coi tanti stati europei i cui governi se ne fregano allegramente se questo poi turba le loro eminenze e santità. Malgrado e nonostante l’Europa abbia chiesto anche questo da diverso tempo.

 Né, tanto meno rivendica con orgoglio che l’Italia è un paese laico per una Costituzione voluta da uomini – in carne ed ossa – che civilmente e democraticamente hanno concordato e scritto leggi  per rendere questo un paese più civile e non certo perché fosse assoggettato alla volontà di un’entità astratta di cui nessuno ha mai visto il volto né ascoltato la voce e sulla quale questi bugiardi millantatori in gonnella hanno costruito il loro immenso potere.

 E nemmeno si fanno premura di ricordare alle eminenze che il baratro si raggiunge, anzi, ci si precipita dentro quando si coprono crimini come la pedofilia, quando si pretende che un reato odioso, il peggiore di tutti perché riguarda bambini, ragazzi, venga considerato diversamente se a commetterlo è gente che indossa un abito talare.

 E men che meno si ricorda a questi arroganti invasori che il baratro, casomai, è dare ospitalità, protezione e sostegno a dittatori sanguinari; è stato non aver mosso un dito ma, al contrario, aver appoggiato il regime fascista dunque anche tutte le sue conseguenze; è stato non aver speso una parola quando in questo paese a capo del governo c’era un disonesto in odor di malaffare e mafia, di averlo fatto solo quando sono entrate in scena le mignotte e i festini; dunque sì alla mafia, alla corruzione, alle ruberie ma guai se si parla di orge, di sesso, di donnine allegre e ragazzine sciagurate pagate per sollazzare il satrapo e gli amici suoi; è vietare il preservativo anche e solo come mezzo di prevenzione dalle malattie; è predicare una cosa, quella sì contro natura come l’astinenza sessuale;  è accettare soldi dalla malavita e ospitare poi la salma di un boss assassino nella cripta di una chiesa come fosse stato un santo in qualità di benefattore.

 E di esempi se ne potrebbero fare ancora molti, ma è mattina presto e non mi voglio maltrattare ulteriormente.

 Ma meno male che il progresso, come ha dimostrato la storia, non si può fermare, è come la marea, quando arriva, arriva, e anche questi disordinatori degli stati mentali di miliardi di persone si dovranno rassegnare.

E un giorno dovranno chiedere scusa al mondo, così come hanno fatto a proposito della “santa” inquisizione.

 Come si dovranno rassegnare al fatto che l’Europa [come il mondo] non è affatto la culla delle radici cristiane, perché ognuno è, deve essere libero di poter trovare i propri punti di riferimento dove vuole, finché questi restano nell’ambito di un sentire civile, quindi non razzista, non omofobo, non settario, non discriminatorio  qual è quello di questi cosiddetti referenti di dio in terra e, in generale quello dei rappresentanti di tutte le religioni.

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Sull’orlo del baratro – di Rita Pani

Sarebbe facile lasciarsi andare, seguire l’istinto e scrivere quaranta pagine di invettiva contro il Vaticano, invece per una volta vorrei provare a sviscerare il problema – qualora fosse un problema – e comprendere perché, due gay che si uniscono in matrimonio, sarebbero in grado di portare me sul baratro. Vorrei comprendere, analizzando il punto, cosa s’intenda per baratro.

“Siamo vicini al baratro”, ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, “l’Italia non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme”, riferendosi alla coraggiosa e civile posizione del legislatore Francese, che finalmente ha tirato fuori la testa dalla sabbia.

Allora: “Perché legalizzare l’unione civile degli omosessuali dovrebbe essere ciò che porterà la civiltà sull’orlo del baratro?”

Potrei stare un paio d’ore con questo foglio elettronico aperto sul mio monitor, e resterebbe desolatamente bianco e vuoto, perché davvero non c’è un perché. Ci sarà forse quando Giovanardi si esprimerà per l’ennesima volta sull’argomento, dimostrando come si sia già ben oltre l’orlo del baratro, in una società che mistifica tutto, anche la religione, anche quella fede che dovrebbe aiutare a vivere tutti noi in un mondo perfetto, secondo le regole di un Cristianesimo che se applicate, seguite e fatte legge, ci farebbe respirare aria pulita, ci farebbe vivere col sorriso da donare agli altri, ci farebbe ricordare di cosa voglia dire essere caritatevoli, avere a cuore il destino della collettività, prima che il nostro. Ma son tutte balle, e noi lo sappiamo bene.

È più facile e probabilmente anche più utile il ricorso al ragionamento coerente, alla demolizione dell’ipocrisia che governa il clero, in quest’Italia serva di uno staterello criminale, che brandisce crocifissi, che si fa scudo di un Dio che tutto vede, e troppo tollera.

Facile sarebbe far ricorso allo scempio della pedofilia, alla ricchezza di uno stato estero che spadroneggia in territorio italiano, che non paga le tasse in nome di Dio. Ricordare Marcinkus e lo Ior, gli scandali dimenticati che però ancora non si lasciano dimenticare a distanza di oltre trent’anni, di quel Papa fatto santo subito perché c’era necessità di un testimonial che pubblicizzasse al meglio un prodotto ormai scaduto e avariato, quale è la Chiesa degli uomini, più che di Dio. E le vittime che negli anni, in nome del dio danaro del Vaticano sono state prodotte, come Manuela Orlandi, per esempio, della quale a distanza di più di trent’anni nessuno sa nulla, se pure tutti sanno tutto. E molte altre storie si potrebbero raccontare, di un sistema che spesso ha portato l’uomo ben oltre quel baratro ora paventato dalla legalizzazione di un rapporto di coppia, che a nessuno nulla toglierebbe, nemmeno a un Dio misericordioso, qualora ci fosse.

Vorrei davvero riuscire a comprendere il pensiero contorto del cardinale Bagnasco, ma è più facile comprendere perché a un certo punto il Vaticano ha ritirato dalle banche italiane tutto il danaro contante, preferendo depositarlo nelle banche tedesche. È un baratro più semplicemente distinguibile, dinnanzi al quale ci si può fermare in tempo.

L’Italia dovrebbe prendere esempio dalla Francia, almeno un po’; non solo per quanto riguarda la giusta legalizzazione delle unioni civili tra omosessuali, i quali almeno avrebbero qualche briciola di diritto familiare, ma anche dalla storia. Non sarebbe male, per esempio, se si riportassero il Papa ad Avignone, che i Cosacchi, purtroppo, non arriveranno più.

Rita Pani (APOLIDE)

 

Ritardati morali [cit. Beppe Grillo]

Preambolo: ‎“Eventuale sostegno aereo” dicono Di Paola e Terzi. Bene, mandiamo i nostri aerei in Mali. Un’altra guerra. Anche no. Anche basta. 

Anche leggete l’articolo 11 della Costituzione, prima di dire cazzate. [Maso Notarianni]

Sottotitolo: Il voto cosiddetto utile sarebbe come lasciare le chiavi di casa alla domestica che si è fregata l’argenteria dopo averla licenziata. 
Giusto per usare una metafora semplicissima.

Progressisti, europeisti, conservatori? No, due ipocriti [Pasquale Videtta]

L’infallibile professore ha confessato di aver votato b nel ’94, di averlo scelto perché si era fidato della sua promessa di una rivoluzione liberale. 
Quando b si presentò davanti agli italiani e in modalità urbi et orbi annunciò la famosa discesa in campo qualche fattarello del personaggio si conosceva già ed è impossibile che il professore ne fosse all’oscuro. E infatti ha candidamente ammesso che la questione del conflitto di interessi era ben chiara fin dall’inizio. Però lo ha votato lo stesso. Già questo dovrebbe come dire? inquadrare meglio la persona Monti, far comprendere quale idea di stato abbia in mente. Oggi questo nuovo statista, nominato perfino senatore a vita per aver illustrato così bene il nostro paese come recita la Costituzione, per averlo magnificato coi suoi meriti artistici, letterari, umanitari ci ha mostrato il suo vero volto: quello di uno dei tanti a cui non interessa affatto il bene dei cittadini di questo paese ma che invece, come prima istanza ha ritenuto opportuno precisare ai residenti di uno stato estero che non è nelle sue intenzioni rivoluzionare alcunché e, in concomitanza con la pubblicazione di un articolo su L’Espresso dove c’è scritto che “la chiesa non si fida più di Monti” lui ha pensato che fosse opportuno tranquillizzare non gli italiani che eventualmente sceglieranno di votare la sua lista ma direttamente lo stato maggiore del vaticano con le dichiarazioni rese ieri sera a Ilaria D’Amico. Dunque l’idea europeista di Mario Monti passa per l’ossequio al vaticano, ed è facilmente intuibile che la stessa idea si estenda poi a tutti coloro che sceglieranno di affiancarsi al professore, di permettergli di avere voce in capitolo in un’eventuale coalizione di governo targata centrosinistra. E’ facilmente immaginabile che nel dibattito politico argomenti inerenti ai diritti civili non troveranno – e non per questioni di tempi – il giusto spazio né la giusta considerazione che dovrebbero invece avere in una democrazia civile, liberale e moderna. Non dovrebbe essere difficile per nessuno comprendere che chi vota Monti sa che le decisioni di Monti saranno subordinate ai soliti desiderata della chiesa ma che lo saranno anche quelle di chi pensa che farsi in qualche modo aiutare dal professore faccia parte della strategia più utile da adottare.

 

Dell’idea centrista di Monti riderebbe anche un bugiardo come Aznar il cui governo approvò la legge sulle unioni omosessuali che fu solo perfezionata col matrimonio da Zapatero. Per non parlare di quell’estremista di Cameron, di quel comunistaccio di Hollande e, in generale, di tutti i governanti delle democrazie europee liberali e moderne che se ne sono sempre strafregati di ciò che poteva dare un dispiacere agli invasori in gonnella;  questi mantenuti ingrati a cui nessun politico italiano ha avuto mai il coraggio di ricordare quali e quanti privilegi abbiano avuto ed hanno dallo stato italiano e invece di incassare e zitti pretendono sempre di più perché sanno che ci sarà sempre chi si spertica per accontentarli prim’ancora che esca un filo di fiato dalle loro bocche. Un po’ come accadde con Matteotti che fu aggredito e ucciso non perché mussolini avesse chiesto esplicitamente la sua testa ma perché chi lo rapì per ammazzarlo aveva pensato che a mussolini avrebbe fatto piacere.

Se la famiglia è solo quella fra una donna e un uomo [ma non era il matrimonio, mò addirittura tutta la famiglia è un uomo e una donna? andiamo bene, a furia di ripetere la filastrocca non si accorgono nemmeno delle cazzate che dicono] bisognerebbe – per coerenza – riconoscere a lesbiche e omosessuali lo status di cittadini aventi diritti per metà e su quello regolare i loro doveri verso lo stato.   Come se sui diritti si potesse derogare, prendere tempo, ancora? e quanto tempo ci vuole? nel frattempo omosessuali e lesbiche devono continuare a pagare le tasse, a comportarsi dentro la legge, a non violare nessuna regola, vero? e sempre nel frattempo quello che non è concesso a noi comuni mortali i politici se lo sono già messo da parte dalla notte dei tempi, per loro vale tutto, convivenze riconosciute, diritti, eredità, assistenza in caso di malattia.

Per loro il tutto e subito è proprio la condizione, invece.

E Monti sarebbe lo stratega, il fine riformista a cui la politica di destra, di centro e di centrosinistra spalanca le braccia, le porte, questo signore attempato prim’ancora che per età di testa [Monti, sei vecchio pure tu e non sei affatto meglio di quell’altro, anzi] che si propone da se medesimo quale capo di una ipotetica coalizione riformista ma di centro ma anche di destra e come se fosse antani piegata ai voleri della chiesa per venirci a ribadire cose che saprebbe dire anche una nullità come casini.

Chi vuole votare il centrodestra vota direttamente il centrodestra, non un centrosinistra che promette sfaceli, financo di risolvere il conflitto di interessi dopo vent’anni ma poi pensa di allearsi con uno così per opportunismo, mettendo di nuovo la pietra tombale sui diritti civili. E il pericolo sarebbe berlusconi?  Il centrosinistra vincerà le elezioni se dirà chiaro e tondo che il professore è uno dei suoi avversari, proprio come berlusconi, invece di andare ad individuare i suoi nemici altrove.  E la tragedia è che l’unico che [cardinale di riferimento a parte] poteva dire davvero qualcosa di sinistra in una coalizione di centrosinistra si è svenduto questa possibilità sull’altare delle primarie.
Ciao belli, ma chi vi pensa? io, no di certo.

…sola me ne vo…[ciao, Signora]

 

Il problema non è chi prima o poi lascia questa terra.
Il dramma avviene quando un paese come il nostro, culla del questo e del quello non è stato in grado di produrre un ricambio generazionale all’altezza di quel che man mano stiamo perdendo, specialmente in ambiti importanti quali l’arte e la cultura. La scienza.
La povertà intellettuale, culturale è molto più dannosa di quella economica, ma questi nuovi statisti, questi moderni padri della patria lavorano ogni giorno per convincerci del contrario. Per mettere definitivamente nero su bianco che sì, in fondo è vero che “con la cultura non si mangia”.

La Cassazione ha stabilito che un bambino sta meglio affidato ad una coppia gay che nell’Africa nera come erroneamente pensava e purtroppo diceva Rosy Bindi.
Che insomma, due genitori maschi o due femmine possono essere un’ottima alternativa all’abbandono e che il fatto che un bambino possa subire un trauma o essere in qualche modo influenzato e orientato a sua volta verso l’omosessualità [un po’ come succede con la varicella e la scarlattina, per dire]  si può, ma giusto per decenza e per pietà, inserire nella categoria del “mero pregiudizio” e dunque irrilevante ai fini giuridici, legali, etici e morali. E pedagogici, soprattutto.
Quella categoria di cui alla maggior parte del mondo civile non frega nulla ma ad una parte consistente del piddì invece interessa eccome.
Tutto ciò è stupefacente, sembra una cosa da terzo millennio in un paese occidentale.

Cassazione difende le coppie gay
“No a pregiudizio su crescita figli”

Arroganti che non rappresentano nessuno.
Ecco cosa ci ha detto la sentenza della Cassazione circa le adozioni all’interno di nuclei familiari omogenitoriali; ci ha spiegato perfettamente che la politica italiana non è in grado di dirimere le questioni civili attraverso la legge perché legiferare sul diritto civile come spiegava fini ieri sera dalla Lilly, è una cosa troppo delicata e alla quale bisogna dedicare tutta l’attenzione possibile. Quindi per non rischiare di sbagliare è meglio non occuparsene per niente, far intervenire la magistratura e poi lamentarsi del “pronunciamento pericoloso che di fatto apre alle adozioni gay” come ha fatto  gasparri; uno dei portatori di quelle coscienze che impediscono a questo paese di diventare solo un po’ civile.
E se “non si può costruire una civiltà attraverso le sentenze dei Tribunali”, come ci fa sapere il vescovo di Palestrina credo che non sia nemmeno giusto negare la felicità e la serenità personali di tanta gente perché non sono evidentemente in linea col sentire cattolico e “moderato” di chi preferisce che i bambini vivano reclusi negli orfanotrofi piuttosto che amati e accuditi da persone disinteressate.

Da evidenziare proprio  la gran faccia tosta, per non dire altro,  del vescovo e della politica che si lamentano dell’intervento della Cassazione ben sapendo che la Magistratura è costretta ad intervenire perché la politica non fa le leggi  per regolare il diritto civile e l’uguaglianza per non scontentare la chiesa.

Ipocriti, vigliacchi. Ipocriti e vigliacchi.

#vergognasulpapa kill the gay

Questi “pericolosi sovversivi” (Pasquale Videtta, Luca Sappino, Francesca Fornario, Simone Salis, Gianfranco Mascia, Alessandro Gilioli, Marco Quaranta), che si limitavano a esporre (in religioso silenzio) dei manifesti assolutamente pacifici durante l’Angelus del Papa in Piazza San Pietro, si sono visti strappare di mano il tutto dalla Polizia di Stato Italiana (in Vaticano!), sono stati schedati e sono stati trattenuti per oltre un’ora.

“Le unioni gay non danneggiano la pace: le armi sì.”

Questo semplicissimo concetto non può essere esposto nemmeno per iscritto rimanendo in silenzio perché la polizia dello stato italiano, in servizio permanente, dunque a spese dei contribuenti italiani anche nello stato estero del vaticano non vuole, si arrabbia. Non si può. 
Però si può dire – senza che nessuna istituzione né tanto meno la politica – letteralmente terrorizzata dalla possibilità di perdere voti dai talebani cristianocattolici faccia un plissé – che le unioni gay sono contro la pace e un mucchio di altre deliranti scemenze mentre si dà la benedizione a chi gli omosessuali li vuole morti sul patibolo. Il problema è che se la religione danneggiasse solo chi la segue sarebbe poca cosa, un nulla da liquidare con un sontuoso chissenefrega, il dramma invece è che danneggia tutti. Nel silenzio generale di chi dovrebbe fare in modo che questo non si verifichi più.

Preambolo: il secondo emendamento, quello che consente agli americani di poter possedere un’arma senza particolari motivazioni e senza soprattutto nessun controllo verso chi ne fa richiesta esiste dal 15 dicembre 1791. In due secoli e mezzo nessuno di quelli che hanno governato l’America ha mai sentito il dovere civile di fare in modo che non a tutti fosse concessa la possibilità di detenere e usare un’arma.  In tutto questo frattempo l’elenco delle stragi accadute a causa del possesso indiscriminato di armi si è allungato in maniera impressionante. Tutti possono acquistare un’arma senza che venga fatto nessun controllo sulla persona e la personalità di chi poi la dovrà usare.

Gli americani piangono, i presidenti si commuovono ma non c’è nessuna volontà da parte di nessuno di abolire questa licenza di uccidere.

In America a 21 anni non si è abbastanza adulti per potersi ubriacare in santa pace ma per commettere una strage sì.

Sottotitolo: visto che secondo il cardinal Ruini [eminems] la questione morale “non può essere usata come strumento politico” ed è sufficiente ricordarsi di mantenere un buon contegno pubblico come ci ha spiegato l’ottimo Sgarbi che di moralità,  contegni pubblici e privati se ne intende, la Lilly Gruber  ieri sera a ottoemmezzo avrebbe potuto ad esempio ricordare ad eminems e a Sgarbi che il papa è scampato per il rotto della cuffia e solo per un cavillo burocratico in quanto capo di stato estero [quando pare a lui] ad una condanna in Texas per aver taciuto, omesso, coperto, nascosto circa la pedofilia all’interno della chiesa. Voglio dire, se hai davanti Ruini nel giorno in cui il papa ha sommato una quantità di oscenità che la metà sarebbe stata già insopportabile, se fai la giornalista non puoi tacere su un fatto del genere.

Altrimenti sei un’altra cosa.

La chiesa cattolica  sta a Dio come come la politica, specialmente quella italiana  sta all’onestà, alla legalità  e alla giustizia.

Se si  prova a raccontare alla gggente, quella che non sa, che la religione cattolica è quella che più di altre nel corso della storia si è macchiata di crimini orrendi, ha sempre ostacolato il percorso verso la civiltà e la maturità dei popoli, ha sempre negato il diritto di ognuno di poter agire in libertà e fare di e con se stessi quello che tutti dovrebbero poter fare liberamente di e con se stessi, quella gggente ti guarda con la stessa espressione ebete che ha quando dici che berlusconi vent’anni fa era esattamente come oggi.

L’unico modo per difendersi è conoscere, sapere; chi non sa è vulnerabile, facilmente seduttibile. Ai figli bisogna insegnare quanto è bella, magnifica la libertà: quella dei pensieri e delle azioni belle e magnifiche, tipo saper ignorare quei retaggi e pregiudizi pericolosi, dannosi, quella subcultura che non dovrebbe far parte di nessuna civiltà e che consentono ad un papa oggi, nel terzo millennio di poter veicolare messaggi pericolosi, violenti, discriminanti, razzisti e omofobi fatti passare per un messaggio di pace.

Discriminare, far credere che gli omosessuali siano portatori di violenza, di guerra alla “normalità”  è tutt’altro che un messaggio con cui si può celebrare nientemeno che la pace;  significa mettere a rischio la loro incolumità e sicurezza.

Quando poi  i ragazzini si suicidano a 15 anni perché i compagni di scuola li deridono o quando gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali vengono aggrediti, picchiati, violentati, ammazzati di chi è la colpa, del bullismo,  della maleducazione, della criminalità fascista o anche, anzi soprattutto  di quello che viene predicato urbi et orbi?

 La discriminazione è SEMPRE un danno per la collettività, l’essere in qualche modo classificati dei “diversi” in senso negativo, dispregiativo, offensivo costringe a fare dei distinguo che generano delle differenze mentre i diritti sono diritti per TUTTI.

  Le scelte di vita, quando  sono private e non intaccano il diritto degli altri, quando non sono pericolose per gli altri, quando non provocano danni agli altri DEVONO essere  accettate e lecite, ed è un dovere di tutti rispettarle, perché è un diritto di tutti essere rispettati, la laicità e il suo rispetto garantisce tutti.

Il 23 settembre scorso il papa aveva detto le stesse cose pronunciate ieri – celebrando la pace mentre dava  la sua personale benedizione a  Rebecca Kadaga,  ugandese, promotrice della riforma dell’attuale legge contro i “comportamenti sessuali deviati”: omosessualità e bisessualità,  riforma  che prevede la pena di morte per gli omosessuali “recidivi” [sic!] –  ai partiti politici cattolici italiani, quindi praticamente a tutti, fatta eccezione forse per quello di Ferrero: “non cedete su eutanasia e aborto, tutelate il matrimonio uomo – donna”. 

E visto che lui ribadisce, lo faccio anch’io, perché la verità è che alla chiesa cattolica piace l’ipocrisia, l’unica dottrina che condividono è quella delle morali doppie e triple.

Quella che permette ad un divorziato colluso con la mafia [sostenuto da questa chiesa intollerante a corrente alternata finché non sono entrate in scena le storiacce di HardCore, ovvero la mafia e la corruzione sì ma le mignotte proprio no, ché perpetuare un’opera di lobotomia che dura da quasi tre millenni è un esercizio costoso e impegnativo: serve tutto il peggio che c’è a disposizione, mafie comprese] di accostarsi all’Eucaristia, bestemmiare pubblicamente e ottenere il perdono “contestualizzato” da parte dell’eminenza di turno, che gli ha permesso di farsi portavoce dei valori cristiani mentre a casa sua succedeva altro che Sodoma e Gomorra.

Quella della celebrazione del family day a cui ha partecipato Gianfranco Fini che aveva già abbandonato una moglie e messo incinta la sua nuova compagna, una celebrazione a cui partecipava Giovanardi che con Fini ha firmato una legge criminale che ha mandato a morire di botte, di fame e di sete un ragazzo di trent’anni mentre era sotto tutela dello stato e ricoverato in una struttura ospedaliera pubblica.  Per dire giusto le prime cose che mi vengono in mente.

Quella dei funerali religiosi a Pinochet con la presenza di non uno ma tre vescovi sull’altare e che poi nega il funerale a Piergiorgio Welby, vero cristo in croce lasciato sul sagrato di una chiesa da morto dopo essere stato abbandonato da dio da vivo.

Quella che Eluana doveva continuare a vegetare in un letto d’ospedale per chissà quanto tempo ancora e suo padre è un assassino. Io figli piccoli non ne ho più ma chi vuole salvare e proteggere i suoi li tenga lontani dalla chiesa, faccia decidere a loro da adulti consapevoli se vogliono o meno accostarsi ai sacramenti, non imponga loro battesimi, comunioni e cresime solo per tradizione, perché si fa la festa e si ricevono i regali e per paura che vengano esclusi dalla setta. 

E invece di mandarli agli scout o all’oratorio a farli rimbecillire prima del tempo dalla propaganda cattolica li mandasse  ad infangarsi su un campo da rugby, ad una scuola di musica, di danza, di arte e pittura, è molto più educativo di qualsiasi catechismo religioso.

Sarebbe un bel passo avanti, in fatto di civiltà.

E ai giornalisti – visto che qui ogni tanto qualcuno ci passa – chiedo: basta.

Quello che dice il papa, quello che che pensano vescovi e cardinali interessa una parte minima di gente, non sono cose di interesse nazionale.

Chi ha tutta questa smania di sapere, conoscere e ascoltare il Benedetto – pensiero ha canali di informazione sufficienti, può benissimo andarseli a cercare visto che ce ne sono pure troppi per un paese laico.


“Eutanasia, aborto e nozze gay sono gravi minacce per la pace”, ha detto il papa.E poi ha benedetto Rebecca Kadaga, la promotrice della riforma di legge in Uganda contro i “comportamenti sessuali devianti”, che tra le ipotesi prevede anche la pena di morte per gli omosessuali recidivi. 

Non è vero che la colpa è della Rete. Non facciamoci fregare dai titoloni dei giornali

Questo post è stato inoltrato via twitter a tutti i giornaloni che oggi aprono colpevolizzando la Rete: la Rete va solo usata bene, non è colpevole di niente.  Disinformare e disorientare non è utile a nessuna giusta causa.  Basta  con questa ridicola criminalizzazione della Rete per la qualunque.
La prima pagina del Fatto oggi non si può guardare, un giornale che si vanta di fare buona informazione e di difenderla non può fare un errore di quel tipo solo perché il dàgli al web è uno degli argomenti più gettonati ma peggio affrontati.
Un argomento buono per essere spalmato in tutti i talk show che nei prossimi giorni ci allieteranno ospitando i soliti opinionisti all’amatriciana che ci dispenseranno le loro perle di saggezza che poi verranno assorbite dall’opinione pubblica creando l’ennesimo corto circuito intellettuale  secondo il quale “si stava tanto meglio quando si stava peggio” ovvero: quando non esistevano il web e i social network.
Non è così, non è affatto così e non deve essere fatta passare questa teoria.
Specialmente dai quotidiani cosiddetti liberi.

***

La scuola e la famiglia, luoghi e contesti entro i quali i bambini prima e i ragazzi dopo dovrebbero poter tranquillamente crescere, essere educati, istruirsi, imparare a relazionarsi possono trasformarsi invece nei peggiori teatri di violenza e di morte. Per incapacità di educare, per ignoranza. Derubricare il suicidio di un quindicenne già stanco della vita ad una conseguenza del bullismo reale e virtuale è un errore che rischia di produrre effetti devastanti. Internet come sempre utilizzato come il capro espiatorio di tutti i mali del mondo.

Mentre invece i problemi di questo paese sono altri e non viaggiano in Rete.
Questo è un paese che galleggia nella retorica della tolleranza come se bastasse non prendere a calci in bocca qualcuno per sentirsi fuori dalla dinamica criminale dell’ignoranza che porta un ragazzino a suicidarsi a quindici anni perché è già stanco di doversi confrontare con la discriminazione, di doverla subire.
TOLLERANZA è una parola che fa schifo, è l’anticamera, la madre di tutti i razzismi, il suo significato dovrebbe far rabbrividire e invece qualcuno si vanta pure di essere tollerante anziché essere ACCOGLIENTE. Stravolgere il significato delle parole è diventata la moda più seguita in Italia tant’è che gentaglia fascista può avere l’ardire di definirsi moderata senza che nessuno risponda, almeno, con una selva di pernacchie, a cominciare dai conduttori di quelle trasmissioni dove le peggiori idee, anche quelle pericolose delle peggiori persone vengono veicolate e spacciate per informazione o, peggio ancora per libere espressioni dei pensieri..
La parola tolleranza non ha niente a che fare con la civiltà, col saper convivere in un mondo che cambia, che si evolve, in un mondo dove le barriere saranno sempre più invisibili malgrado e nonostante chi ha fatto e fa di tutto per chiudersi nei suoi piccoli recinti razzisti dove qualsiasi diversità viene considerata una minaccia, un pericolo.
In un mondo che cambia, che si evolve, l’unica parola da mettere in pratica è RISPETTO, e questo è un paese arretrato proprio e soprattutto perché l’idea del rispetto non è contemplata a partire da chi fa le leggi che non si occupa né si preoccupa di prevenire, arginare, sconfiggere tutte le emarginazioni e le disuguaglianze ma al contrario le incentiva e le promuove ogni volta che la politica si rifiuta di regolare l’ambito civile, perché questo significherebbe rischiare di perdere il consenso di chi ha tutto l’interesse che l’Italia resti il paesello border line che è, e che a certi livelli è sempre stato a prescindere dal disastro prodotto dall’era di berlusconi. I politici, non tutti ma la maggioranza sì hanno capito benissimo che la politica dell’ipocrisia rende.
A loro il pregiudizio non offende, non discrimina, non emargina, possono tranquillamente dichiararsi cattolici mentre si tengono il bordello in casa ed essere perfino contestualizzati dall’eminenza, perdonati fino all’ultimo dei peccati, possono presenziare al family day mentre hanno una moglie e una compagna – incinta –  in simultanea;  il problema come sempre è chi non fa notare, di chi si rende complice e permette che personaggi squallidi, ignoranti che non hanno niente di utile da dire imperversino in tutte le trasmissioni televisive ad impartire lezioni della serie “non ho un cazzo da dire ma lo voglio dire [finché me lo fanno dire]”.
Questo paese va liberato da quella politica troppo sensibile all’influenza della chiesa alla quale ha permesso e permette tutto, di invadere, interferire, dire questo si può fare e questo no. Il discorso è sempre lo stesso, c’è gente che è incapace di comprendere tutto quello che non fa parte del suo piccolo mondo, ed è esattamente lì che deve intervenire la politica, che invece non lo fa, insieme alla Grecia siamo il paese europeo più arretrato proprio nell’ambito dei diritti civili, e non è più possibile che un paese intero continui ad essere ostaggio dell’ignoranza e del pregiudizio perché la politica non è mai abbastanza coraggiosa nel favorire il percorso verso una civiltà che sia rispettosa per tutti a prescindere da qualsiasi orientamento.  
La discriminazione è SEMPRE un danno per la collettività, l’essere in qualche modo classificati dei “diversi” in senso negativo, dispregiativo, offensivo costringe a fare dei distinguo che generano delle differenze mentre i diritti sono diritti per TUTTI.
Le scelte di vita, quando  sono private e non intaccano il diritto degli altri, quando non sono pericolose per gli altri, quando non provocano danni agli altri DEVONO essere  accettate e lecite, ed è un dovere di tutti rispettarle, perché è un diritto di tutti essere rispettati, la laicità e il suo rispetto garantisce tutti.
Ed ecco perché sarebbe meglio, è meglio, se i leader di partiti che si dichiarano riformisti e progressisti dichiarassero pubblicamente di avere altri punti riferimento, al posto di papi e cardinali.

Gli ospiti siete voi

Preambolo: la pubblica accusa, nel processo all’assassino di Denver, si consulterà coi parenti delle vittime se chiedere o meno la condanna a morte. Un po’ come piacerebbe anche ai tanti, quelli sì giustizialisti di casa nostra, quelli che “so io che gli farei”, quelli a cui piace fare processi in prima e seconda serata televisiva pagati coi soldi di tutti. Un po’ come chiedere alla stuprata, al rapinato, ai familiari delle vittime di qualsiasi reato come preferiscono che si agisca nei confronti dell’imputato, vero o presunto. Una legge del taglione rivistata e riadattata ai giorni nostri, questo accade nella civilissima America.

Nozze gay, Bindi contestata alla festa Pd. E lei: “Siete liberi di vivere in un altro paese”

Sottotitolo: ricordiamo agli amici cattolici che sono ospiti nel nostro paese da 2012 anni.

La Giudia è sempre lì.

Nessun problema.Vi portiamo anche le valigie alla stazione.

L’Italia è un paese occidentale e questo che viviamo è il terzo millennio, prima lo capiamo tutti meglio è.

***

Tutti quelli che si sono scandalizzati con Grillo reo di averla accusata di non conoscere l’amore dove sono? c’è gente che ha uno strano concetto di “insulto”, di quel che si può dire e quello che no. Per me sono molto più gravi le cose che pensa e dice la bindi che, al contrario di Grillo purtroppo voce in capitolo in parlamento ce l’ha.

E pensare che c’è gente che ha paura che torni il babau berlusconi.
Io ho molta più paura di gente con le idee della bindi che pensa che a doversene andare da qui siano le persone – non solo omosessuali e lesbiche ma semplicemente gente civile, al contrario di lei – che pretendono il riconoscimento degli stessi diritti per tutti.
 Il pregiudizio è qualcosa di odioso che va oltre il concetto di diritto sì o no.
Perché nella stragrande maggioranza dei casi non si sa motivare il no perché non si può motivare se non dicendo un mucchio di stronzate come sta facendo la bindi da anni seguita a ruota dai suoi compari di partito d’alema e fassino e per tacere sugl’interlocutori del pd come casini che bersani considera ‘moderati’.
E certe opinioni sono diffuse anche nel ceto cosiddetto medioalto dove non ci si può nascondere nemmeno dietro l’ignoranza, dietro l’omofobia e il razzismo però sì, è una copertura che in Italia funziona sempre alla grandissima.

Per non parlare di quanto è ampio il paravento che offre da sempre il vaticano alla politica italiana.

Ricordiamo alla bindi et similia che fare politica non significa diventare proprietari di un paese ma gestire quel paese secondo le esigenze di TUTTI i cittadini, dunque anche degli omosessuali, questo dice la Costituzione, fino a prova e a modifiche contrarie.
 Ci sono molti eterosessuali ai quali io non affiderei neanche la gabbia dei criceti, se ne avessi una, figuriamoci un bambino.
Quando ieri il pd a Bologna ha votato compattamente al pdl per il rifinanziamento alle scuole private nessuno ha parlato di anticostituzionalità, mi pare, eppure questo sì, è contrario ai principi costituzionali.

Articolo 33 della Costituzione ITALIANA:

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI per lo Stato.
[…]

***

 Un utile esercizio che consiste nell’invertire censori e censurati, maggioranze e minoranze, discriminanti e discriminati. Non si sa mai.

Anch’io sono favorevole al matrimonio fra cattolici: chi siamo noi per impedire che i cattolici si sposino e possano perfino adottare dei figli se lo desiderano? ci mancherebbe pure che ci mettiamo a discriminare, a fare figli e figliastri come piacerebbe al maggior partito de’ sinistra italiano…no no, lungi da me la discriminazione e il pregiudizio.

La Costituzione dice che siamo tutti uguali? e lo deve essere sul serio, cribbio, e anche perdindirindina, toh.

I diritti civili sono LA priorità: chi non lo capisce, non capisce niente

Il vero matrimonio contro natura è quello partorito dal Pd

Le diverse anime che compongono il Pd sono figlie di padri diversi in un paese dove non sono neppure riconosciute le coppie di fatto. Siamo all’inverosimile: politicamente si fanno matrimoni scellerati e opportunisti ma sui temi dei diritti dei singoli non si fa un passo.
La vecchia Dc e alcuni vecchi comunisti “redenti”  si sono  sposati in un  matrimonio che è davvero contro natura, è ridicolo accorgersene solo oggi.

Sottotitolo: Art. 29 della Costituzione ITALIANA:

“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”

Se qualcuno ci legge “uomo e donna” o viceversa lo invito domenica prossima al mojito delle diciotto e trenta in spiaggia con me.

L’ammissione da parte del PD, presumo e spero definitiva  per chi deciderà se è il caso di sostenere un partito che nega diritti,  circa il fatto che “quel matrimonio non s’ha da fare” a proposito di quello fra persone dello stesso sesso è la prova evidente che pensare di risolvere i problemi dal di dentro è una cazzata, gigantesca; io non capisco che ci faccia lì dentro Paola Concia, non capisco Vendola quando pensa di voler fare alleanze con un partito che poi non riconosce i diritti di Vendola né di Paola Concia che per regolarizzare la sua unione con la sua compagna è dovuta volare in Germania.

Non capisco che ci facciano, ad esempio, nel PD Pippo Civati e Ignazio Marino che sanno cosa vuol dire rappresentare un partito di (centro)sinistra e quali sono le istanze a cui un partito di quello schieramento deve rispondere.

Se mangiare a un ristorante è un privilegio (e di questi tempi pochi se lo possono permettere, è vero), poter accedere ai servizi di un ristorante, ma anche a quelli di un bar, e di qualsiasi altra attività commerciale senza essere buttati fuori perché si è neri, musulmani, vegetariani, omosessuali eccetera, è un diritto.
Perché la discriminazione è sempre dietro l’angolo, e il nazismo nacque proprio dall’idea delirante di hitler che pensava ci fossero persone più degne di altre di vivere,  poter stare al mondo e calpestarne il territorio in libertà.

Da qui gli orrori dell’olocausto, una strage continua e continuata che ancora oggi si ripete anche se  con modalità diverse perché c’è ancora troppa gente al mondo, gente che purtroppo può agire secondo il suo sentire,  che pensa che il diritto di vivere sia invece un privilegio riservato a qualche élite di eletti da non si sa bene chi.
Il diritto di cui si parla non è quello di poter spendere ma quello di non essere discriminati per l’appartenenza a una categoria.

I diritti non fanno parte di alcunché che sia ‘minoritario’, anche se riguardassero una persona o dieci vanno discussi, affrontati e quando è il caso, e nel caso della regolamentazione delle coppie omosessuali e di fatto lo è, concessi.
Nel  PD, il partito dei  cosiddetti riformisti e progressisti italiani  ci si scanna per la concessione di diritti che esistono ad esempio in Olanda, Spagna, Portogallo, Svezia e Francia [che non risulta abbiano governi composti da rivoluzionari estremisti] che ha perfino  riconosciuto il testamento a favore dei compagni come anche l’assistenza in caso di malattia – dal prossimo anno in Francia gli omosessuali potranno SPOSARSI, non  “pacsarsi” o “dicoarsi”.
Ecco perché la mia sensazione è che non sia una questione di sinistra minoritaria ma di un paese dove è la civiltà ad essere minoritaria, spesso del tutto assente.
L’uguaglianza dei diritti non deve piacere ai cattolici, ai vegetariani, ai neri, ai musulmani, né tantomeno essere messa al vaglio della volontà di un capo di stato estero che da sempre turba gli equilibri politici condizionando le scelte di persone troppo deboli, interessate a stare coi piedi in troppe scarpe e dunque inadatte a qualsiasi ruolo politico – istituzionale.
Figuriamoci  se quelle stesse persone sono chiamate poi a fare leggi che tutti dovremo rispettare, volenti e nolenti.
 Metterla in pratica nei fatti, che comprendono anche la concessione degli stessi diritti di cui godono gli eterosessuali anche agli omosessuali è doveroso, punto e basta; di questo argomento si è parlato pure troppo ma non un’azione concreta è stata fatta in proposito.

E questo non è degno di una democrazia civile.

Nessun rispetto né considerazione quindi per quella politica e per i rappresentanti di quei partiti   che negano i diritti per le loro  squallide faccende di bottega.

Una legge sulla regolarizzazione delle coppie di fatto la chiede, e da tempo,  anche l’Europa, come mai in questo caso all’Europa non si risponde, nessuno si mette sull’attenti come quando c’è da spennare i lavoratori, licenziare, tagliare necessità?  la politica, tecnica e non,  quando c’è da togliere ci mette poche ore, qualche giorno,  a dare  fa fatica, anzi non ci riesce proprio, e  chissà perché.