Non, merci

sophie marceauIn Arabia, dove si è recato di recente anche l’ottimo Renzi col sorriso sulle labbra, circa 154 esecuzioni solo nel 2015. L’Arabia di Raif, blogger scampato all’impiccagione per apostasia poi condannato a dieci anni di carcere e 1000 frustate, di Ashraf, poeta condannato a morte, di Ali Al Nimr condannato alla decapitazione e crocifissione quando aveva 17 anni, delle migliaia di persone che vengono imprigionate, torturate, ammazzate dal regime saudita perché da quelle parti non ci si può ribellare nemmeno a parole nel silenzio delle grandi alleanze occidentali, quelle democratiche. Cosa c’entra tutto questo con l’onore lo sa solo Hollande, un altro dei pusillanimi, pavidi occidentali che chiudono gli occhi sui diritti umani violentati per poter continuare ad aprire la borsa e arricchire i loro amici e gli amici degli amici. Ma per fortuna esistono ancora persone dalla schiena dritta, che danno lezioni di civiltà semplicemente dicendo NO.  Molte italiane, figlie dell’era berlusconiana e sorelle di quella renziana dove al successo si può sacrificare anche la dignità avrebbero accettato quel premio, il più prestigioso della nazione, lei no.

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marceauSophie Marceau rifiuta per protesta la Legion d’Onore: “Data a ministro saudita”

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“La più francese delle comédiennes divenuta celebre a quattordici anni con “Il tempo delle Mele” annuncia così tra le righe di aver opposto il gran rifiuto. Una scelta che fino ad oggi aveva preferito tenere per sé. Istituita da Napoleone Bonaparte, la Légion d’Honneur è già stata rinviata al mittente da grandi personalità della nazione tra cui Sartre e Simone de Beauvoir, Courbet, Lafayette, Brigitte Bardot e Claude Monet. L’ultimo a dire “non merci” fu, l’anno scorso, Thomas Piketty, autore del libro best seller “Il Capitale nel XXI secolo”. Repressione, arresti, esecuzioni capitali”.

 

 

 

 

À la guerre comme à la guerre?

 Il terrorismo è come la crisi economica: entrambi vengono utilizzati dalle politiche mondiali per prendere quei provvedimenti che in periodi normali, di relativa ma solo apparente calma, perché la guerra non è solo quella degli attentati in occidente non si potrebbero neanche immaginare. Siccome abbiamo capito tutti che la crisi economica si può pilotare ed è proprio ciò che è stato fatto è del tutto legittimo pensare che anche per il terrorismo ci sia stato e ci sia un favoreggiamento concreto delle politiche mondiali che, come dalla crisi possono trarre dei vantaggi: economici perché le guerre portano soldi e di potere esercitato più facilmente sui popoli opportunamente spaventati e disposti a sacrificare la loro libertà alla sicurezza.
Di questo passo avremo un pianeta all’insegna del patriot act, delle leggi speciali, delle costituzioni cambiate in corsa e della miseria dei popoli, gestito e governato da dittature economiche composte dai soliti ricchissimi personaggi, guerrafondaie in nome non di Allah né del Dio cristiano e cattolico ma dell’unico che mette tutti d’accordo: il denaro,  ma saremo tutti finalmente al sicuro dai terroristi brutti e cattivi.

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La guerra è sbagliata, anche le guerre cosiddette necessarie, quelle di liberazione da un invasore si sono dimostrate inutili per un processo reale di pacificazione fra i popoli. Con due guerre mondiali alle spalle questo dovrebbe essere un pianeta invidiabile, dove tutto funziona a meraviglia perché regolato dalle leggi civili che gli stati si sono dati proprio per evitare di dover scatenare altri conflitti. Nel terzo millennio non si può più pensare che l’unico argomento da contrapporre a chi contrasta il normale percorso democratico, civile e pacifico e lo fa poi in modo controverso, non del tutto chiaro, un modo sporco perché vede la collaborazione stretta di quelli che poi vanno a fare gli statisti in tivù dopo aver stretto la mano ai dittatori sanguinari che sostengono i terroristi coi soldi e con le armi siano le guerre. Questo teorema è pericoloso e va rifiutato.

 

 

E’ più facile dare ascolto a salvini che a chi cerca di andare oltre i fattori divisivi. Ovvio che non si condivida proprio tutto del modo di vivere degli islamici, altrettanto ovvio che, sebbene con tutti i nostri limiti e difetti, debolezze lo stile occidentale sia ancora quello che consente maggiore libertà conquistata lottando contro il tiranno nazifascista, criminale e violento. Io non ho mai creduto alla cazzata che il burqa e il topless pari sono perché la conseguenza di modelli culturali imposti con la suggestione che ugualmente tendono a schiavizzare la figura della donna. Preferisco più l’occidente che consente alle donne anche di andare in giro mezze nude se lo vogliono e che non preveda la lapidazione delle presunte fedifraghe. Preferisco vivere dove gli omosessuali non vengano considerati fuorilegge da impiccare. Ma se non diciamo che queste non sono culture né dettami religiosi, se non si dice che queste sono imposizioni violente degli uomini e che nulla c’entrano con la parola di qualsiasi Dio e con la cultura siamo disonesti che non vogliono proporre soluzioni ma continuare a dividere. Anche con la guerra.

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La repubblica presidenziale è quella dove il presidente può decidere da se medesimo di modificare la costituzione, aumentare i poteri di polizia e magistratura e dichiarare guerra per vendetta.  Nella repubblica presidenziale il presidente può fare tutti i colpi di stato che vuole e camuffarli da azioni perfettamente legittime e in linea con le esigenze, urgenze del paese.
In un momento così drammatico per la Francia nessuno oserà mettersi di traverso al guerrafondaio Hollande che, non contento di aver portato il caos in Libia oggi arma il suo esercito anche contro la Siria dell’isis.

[A Renzi l’Italia piacerebbe così e il presidente presidenziale vorrebbe essere lui.]

 

Invece di chiedere agli islamici moderati di dissociarsi dal terrorismo come se a noi qualcuno chiedesse continuamente di dissociarci dalla mafia, ci avesse chiesto di farlo rispetto al terrorismo di casa nostra, si dovrebbe chiedere ai francesi, quelli che hanno capito chi ha portato il terrorismo a casa loro e in tutta Europa di dissociarsi dal loro presidente, di fargli sapere che loro non vogliono un’altra guerra perché non serve un’altra guerra, non serve mai la guerra.

Alla vigliaccheria criminale, anche la più feroce, lo stato civile e del diritto non contrappone mai la vendetta. In questo modo non si finirà mai.
Un capo di stato occidentale che porta il suo paese in guerra per vendetta modificando le regole dello stato e chiedendo il sostegno della “coalizione” è uno sciagurato irresponsabile.
Uno da mandare a casa di corsa, prima che trascini tutta l’Europa in una guerra. 

Una cosa sono le legislazioni di emergenza per mezzo delle quali gli stati e i governi possono affrontare una situazione reale di pericolo permanente, un’altra la modifica della Costituzione che un presidente ordina per autorizzarsi da se medesimo a dichiarare guerra non allo stato invasore e aggressore ma ad un nemico nebuloso qual è il terrorismo.
Come ho scritto ieri lo stato di guerra è poi uno stato di guerra, dove le limitazioni della libertà riguardano tutti e diventano legali perché autorizzate dalla legge.
In Italia né durante gli anni di piombo né dopo gli attentati di Capaci e via D’Amelio qualcuno ha pensato che si dovesse modificare la Costituzione.
Se uno stato per difendersi ha bisogno di modificare la sua Carta delle leggi, dei diritti e dei doveri significa che non è poi così forte.
Che non lo era nemmeno prima di un fatto grave.
Il governo di uno stato forte non pensa che la sicurezza del paese possa essere garantita maggiormente scatenando un conflitto armato che al contrario può diventare un motivo di rischio superiore a quello che si vorrebbe contrastare.
Il momento peggiore per pensare a nuove leggi o modificare quelle esistenti è proprio quello successivo ad un fatto straordinariamente grave.
Le leggi speciali sono liberticide e fasciste.

I peggiori sono quelli che dicono e scrivono che “ci deve essere un modo” ma poi non dicono che “questo modo” è quello sbagliato perché questo modo e questo grande e perfetto ordine mondiale è l’unico che gli consente di esistere e sproloquiare i loro deliri ovunque possono.
Nessuna pace è possibile finché i “nostri morti” saranno più morti dei “loro”.
Finché i nostri meriteranno i lutti nazionali, i minuti di silenzio, i palinsesti stravolti e i loro il trafiletto in quinta di copertina, anche quando la causa della loro morte sono i disastri compiuti in funzione dell’ordine che stabilisce qualcun altro che sta qui e che lo vuole imporre anche a loro che resterebbero senz’altro più volentieri lì.
Intanto bisognerebbe interrogarsi sul perché ragazzini di diciotto, vent’anni mettano a disposizione la loro vita alla causa terrorista.
Perché degli adulti timorati del loro Dio che ci dicono sia magnifico per la sua bontà come il nostro, facciano esplodere i bambini per lo stesso motivo.
Perché alla favoletta delle 72 vergini del fantastico aldilà non ci crede più nessuno.
Lo so, è più facile essere salvini rispetto a questa situazione, ma anche il cosiddetto giornalismo italico che giustifica le bombe di Hollande, come se morire sotto a un drone sia poi così diverso che farlo al concerto e al ristorante, non scherza.

La Francia “come dopo l’11 settembre”.
Qualcuno potrebbe cortesemente spiegare se ha funzionato la strategia americana e della magnifica alleanza guerrafondaia internazionale di lotta al terrorismo, in che modo è cambiato il mondo, se è cambiato in meglio e se oggi siamo tutti più sicuri?
O al contrario se proprio quella strategia, un decennio di invasioni, di guerre mascherate da missioni di pace ed esportazioni di democrazia hanno prodotto la situazione attuale, un mondo dove uno sciagurato in caduta libera di consensi pensa di riprendersi quel consenso dichiarando guerra al nemico “liquido” che non ha un paese unico, non ha una base militare unica, non c’è un posto unico nel mondo dove lo si può individuare ed attaccare perché è un nemico che si è ormai espanso e diluito in tutto il mondo.
Il nazismo fu combattuto con una guerra di liberazione da un regime che si era imposto con l’inganno: hitler andò al potere dopo elezioni democratiche, non con un colpo di stato, il suo regime dilagò e si impose proprio con l’invasione.
Non risulta che l’occidente, l’Europa, l’America siano state invase dal nemico islamico, qualcuno ha forse obbligato popoli e paesi ad adeguarsi al suo stile di vita, qualcuno è venuto a casa nostra a dirci che da oggi in poi gli uomini devono farsi crescere la barba, le donne costrette a vestirsi col burqa e al posto del tè delle cinque e dell’happy hour è obbligatorio recitare i versetti del Corano?
Noi occidente non siamo stati invasi, abbiamo invaso, quel terrorismo è il prodotto della ribellione ben orchestrata qui anche dallo sciagurato che oggi dichiara guerra al nemico del terzo millennio: è qui che sono stati allevati i nuovi barbari.

 

 

Basta stronzate

La Francia sta bombardando la Siria da due mesi senza l’autorizzazione di nessuno. Stanotte Hollande ha mandato i caccia sulla Siria per colpa di persone di nazionalità belga e francese.

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Per la Siria ci si commuove e si scuotono le coscienze solo quando vediamo la creatura morta sul bagnasciuga, in pochi però si chiedono perché era arrivata fino a lì.

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La Francia ha bombardato l’ISIS in Siria

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Sembra incredibile, ma in Italia c’è chi di giorno indossa i panni del fruttivendolo e la notte gioca a fare la guerra. Un filo rosso che parte da un paesino in provincia d’Imperia e arriva fino a dentro i palazzi di Agusta Westland – Finmeccanica. [Report, Raitre – 15 novembre 2015]

Finché c’è guerra c’è speranza

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Alla parola “buonismo” per quanto insignificante prim’ancora che irritante e che andrebbe cancellata dalle bocche da cui esce qualche motivazione positiva si può dare, ma il “cattivismo” che quando si fa stato diventa non solo imbecillità ma pericolosa irresponsabilità non si può giustificare in nessun modo.
Lo stato di guerra da codice giallo o rosso di sicurezza poi è uno stato di guerra, che non garantisce affatto che non possa accadere lo stesso qualche attentato ma sicuramente diventa una limitazione di libertà per tutti.
Ci pensino quelli che credono di poter sacrificare ancora la loro esistenza in tutti gli ambiti, anche quelli privati e personali a queste politiche di incapaci che legano la politica ad interessi inenarrabili che prima creano i mostri, le paure, il terrore e poi non possono fabbricare un antidoto che combatta solo quello che va eliminato ma continuano a fare danni ancora più gravi di quelli che hanno già fatto.

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Se all’attacco terrorista si risponde con la “spietatezza” inutile chiedersi poi perché le guerre non finiscono mai.
La Francia ha avuto bisogno dei suoi morti per sapere che a Raqqa‬ c’è una concentrazione alta del terrorismo fondamentalista?
Hollande non lo sapeva o, come è più probabile, il bombardamento è solo una vendetta dimostrativa? Sotto i raid non muore anche la gente innocente che non ha nessuna responsabilità negli attacchi di Parigi‬?
Che almeno ci vengano risparmiate tutte le finte analisi sul da farsi dei numerosi fuffologi del blablaismo, perché solo un deficiente non capisce che nessuno ha la vera intenzione di interrompere il circuito globale di morte, perché per interromperlo sul serio ogni stato coinvolto deve rinunciare ad una sostanziosa quota degli interessi che si maturano proprio continuando a fare le guerre.
Il terrorismo, come ci ha mostrato e spiegato benissimo Report ieri sera viene armato e addestrato proprio da chi dice di volerlo combattere.  Basta stronzate.

La coda del serpente

E’ surreale la richiesta all’islam moderato di dissociarsi dal fondamentalismo. 

Ogni volta che succede qualcosa in casa nostra, mai nella loro arriva, puntuale la richiesta della presa di distanza, come se qualcuno l’avesse chiesta ai cattolici che sostengono una fede che è nata, si è sviluppata dilagando proprio con la violenza.
E’ stato mai chiesto ai cattolici di dissociarsi dalle crociate, dalla santa inquisizione, dallo sterminio, le torture fatte subire a chiunque abbia provato nel tempo a contrastare la seduzione religiosa usando la semplice arma dell’intelligenza e della razionalità?
Qualcuno ha forse chiesto a noi di prendere le distanze dalla mafia, dagli attentati di Capaci e via D’Amelio?
E’ stata mai pretesa la presa di distanza degli antifascisti dalle stragi fasciste rimaste senza colpevoli in rispetto della “ragion di stato”?
Per chiedere scusa a Galileo scampato al rogo per un soffio la chiesa ha impiegato quattro secoli.
Altrettanti ce ne sono voluti per restituire alle donne l’anima che spettava loro quanto agli uomini.
Roba vecchia eh? Già, ma intanto nel ventunesimo secolo due giornalisti italiani vengono indagati perché accusati di aver violato il codice sacro, non quello dello stato laico dell’articolo 21.
Due giorni fa 50 mussulmani sono morti a Beirut colpiti da altri mussulmani.
Dov’erano i capi di stato europei e internazionali che oggi si stracciano le vesti, gli opinionisti che piangono l’attacco alla civiltà e i morti solo quando sono nostri, occidentali?
Quanta gente innocente è morta in Iraq, Iran, in Afghanistan, quanti sono stati e sono gli “effetti collaterali” del bombardamento democratico occidentale? Chi vende le armi agli “straccioni integralisti?” Bush padre dichiarò guerra al’Iraq perché “glielo aveva detto Dio”. Tutti i peggiori dittatori sanguinari dicevano e dicono di agire ognuno nel nome del loro Dio, non solo quelli islamici.
Negli attentati compiuti dall’integralismo islamico muoiono più mussulmani che occidentali: le vere vittime sono loro e lo sono due volte, sia quando vengono colpiti dal fondamentalismo sia quando l’occidente santo e democratico esporta un po’ di civiltà nell’unico modo che conosce: con le bombe.
Il terrorismo è la coda del serpente: la testa è altrove, dove le guerre vengono decise in nome del denaro: l’unico dio che regola l’universo.

E’ la guerra, bellezza

Sottotitolo, dedicato specialmente ai vagabondi che credono di essere anonimi: il furto di identità è ancora un reato perseguibile dalla giustizia reale. Renzi non l’ha ancora depenalizzato, ecco.

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Anche bombardare paesi è un atto di guerra.
Costringere la gente a scappare dalla sua terra senza sapere dove andare, abbandonarla ad un destino infame, è un atto di guerra.
Chissà come mai gli atti di guerra vengono considerati tali solo quando colpiscono l’obiettivo occidentale, mentre in tutti gli altri casi sono “esportazione di democrazia” o “difesa dei valori”.

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Ben svegliati a tutti quelli che scoprono solo oggi che le guerre sono divisive, che nessun atto di prevaricazione violenta ha in sé alcuna finalità positiva e figuriamoci democratica.
Se il momento non fosse tragico sentire Obama che parla degli attentati di Parigi definendoli “un oltraggio ai nostri valori”, quelli che tutti abbiamo imparato nel tempo a conoscere, farebbe sganasciare dalle risate.
Ci volevano terrorizzati, impauriti, spaventati e chiusi nei nostri piccoli recinti di “libertà”, ecco: ci sono riusciti.

Se l’Italia fin’ora si è salvata dagli attacchi del fondamentalismo nonostante la santanchè, salvini, gasparri, ferrara, i quotidiani di berlusconi, la scelleratezza delinquenziale di chi continua ad offrire la ribalta mediatica ai seminatori di odio razzisti e fascisti spacciati per leader ‘moderati’ non è perché abbia qualche merito particolare o una politica autorevole che sa garantire la sicurezza nazionale, è semplicemente perché proprio grazie alle sue politiche è stata sempre il paese più servo di tutti, il più capace di tutti a trattare con tutti per vigliaccheria e impossibilità di tenere la testa alta davanti ai poteri di ogni ordine e grado.
Un paese ininfluente a livello internazionale che si piega ad ogni desiderata che arriva dai piani alti, che non incute timore a nessuno.
Uno stato gestito da gente responsabile non avrebbe mai assecondato  un papa che pensa che sia questo il momento più adatto per far entrare qualche milione di persone in Italia a celebrare il suo anno santo e misericordioso.

Gufi, bestie, verme, imbecille: basta con la politica degli insulti di Grillo! Ah, non era Grillo?

Hollande decide [da solo? ] che è arrivato il momento di usare l’intelligenza delle bombe pacifiche occidentali contro l’Isis in Siria.
Così quella povera gente sarà costretta a scappare non solo dal fondamentalismo islamico che uccide ma anche dai raid dei magnifici salvatori del mondo della santa alleanza che abbiamo già visto varie volte in azione.
Il caos prodotto da Sarkozy in Libia per ammazzare Gheddafi non è bastato.
Sono sempre più convinta che a questi non interessi un fico secco di portare stabilità nei paesi devastati dalle guerre e dal saccheggio occidentale, l’obiettivo è quello di elevare il primato della loro politica scellerata e criminale, questo costerà ancora vite umane, gente che fugge che poi non si sa dove mandare, il conflitto globale fra chi vuole, può accogliere, chi no e i lor signori continueranno a godersi lo spettacolo ben chiusi e protetti nei loro palazzi.

Questo non è un paese ridicolo, è un paese TRAGICAMENTE ridicolo.
Ho sentito qualche passaggio dell’intervento di Renzi alla chiusura della festa della [fu] Unità, a me i toni di quell’uomo mettono paura, perché non sono poi così diversi da quelli degli aizzafolle che va molto di moda criticare e condannare.
Dire che il pd, ‪Renzi‬ sono il giusto e tutti gli altri sono “bestie” è ribadire il pericolosissimo concetto dell'”o con me o contro di me” di stampo dittatoriale. Ci aveva già provato berlusconi inserendo l’odio e l’amore nel linguaggio politico: due concetti da prima elementare che non c’entrano niente con la politica ma comprensibili da tutti e che fanno capire molto bene dove si vuole indirizzare la ragione e dove il torto. Gli orchi che diventano maghi e le streghe cattive fatine solo con l’uso del linguaggio, in pochi poi vanno a vedere come agiscono i maghi, le fate e la nostra grande informazione si guarda bene dal rivelarlo.
Chi stringe le mani dei guerrafondai abbia almeno la decenza di non citare Vittorio Arrigoni, un uomo che alla pace e all’umanità applicata nel concreto, non chiacchierata da un palco usando e strumentalizzando la morte di un bambino ha sacrificato la vita né di definire “bestie” chi ha altri punti di vista. Non c’è solo salvini, c’è anche un sacco di gente che legittimamente pensa che l’accoglienza debba avere una regola, che è impensabile poter trasferire un continente, due, dentro un altro.

Gufi, bestie, verme, imbecille: il prossimo step del dibattito politico avrà come esordio “la puttana de tu’ ma’ ?” Che differenza c’è fra salvini e il suo essere rozzo e razzista ma molto utile al sistema che se lo tiene ben da conto e Renzi che per fare campagna elettorale, dare fiato alle trombe dei servi della disinformazione che oggi scrivono solo di lui, novello Figaro che va di qua e di là a prendersi gli applausi e l’abbraccio dei banchieri, degli imprenditori, di Marchionne e di John Elkann, non certo quello dei cittadini stremati dalla crisi, che usa la morte di un bambino e si permette di fare sue le parole di un uomo che per la pace ha sacrificato la vita?
Sono vergognosi, indecenti entrambi, Renzi di più visto che il suo ruolo è di presidente del consiglio di tutti, anche di quelli che lui definisce bestie anche se non scendono al livello di salvini.

E questi sarebbero quelli che vogliono gestire un paese per renderlo civile, capaci di fronteggiare il dramma epocale delle migrazioni dovute all’imperialismo occidentale?
 Vergognatevi, cialtroni.

La testa a quelli delle brioches l’hanno tagliata loro, mica noi

Quando berlusconi organizzò l’orrenda pagliacciata con tanto di sorveglianza armata pagata dai cittadini all’allora amico Gheddafi in quel di villa Pamphili, al centro di Roma, nessuno in politica e fra i cittadini si sognò di contestare e impedire l’uso privato di uno spazio pubblico. Anzi, per l’occasione un’agenzia si occupò anche del casting per noleggiare signorine di bella presenza pagate per allietare il soggiorno romano del dittatore.

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Grazie ad una petizione dall’esito velocissimo 150.000 tra francesi e residenti in Costa Azzurra costringono alla partenza il re saudita e il suo sobrio seguito di mille persone che voleva fare un uso privato di uno spazio pubblico. 

Re Salman aveva chiesto di chiudere la spiaggia antistante la sua villa, il permesso di trasformarla in un fortino blindato da nascondere ad occhi indiscreti ma è immediatamente partita la raccolta delle firme per dire di no. I cittadini hanno detto NO all’arroganza dei soldi anche di fronte alle ovvie rimostranze dei commercianti che, grazie alla presenza dell’illustre personaggio e della sua corte potevano contare su un’impennata negli incassi.
In Italia non si riesce ad impedire ai politici di fare un uso privato di un paese pubblico nemmeno con “democratiche elezioni”. 
La Francia è stata molto criticata specialmente in questo ultimo periodo per come sta affrontando la questione dei migranti, ma un paese dove ai cittadini si lascia l’ultima parola, che viene pure ascoltata, sarà sempre superiore per civiltà al nostro dove pur di non lasciarci l’ultima parola non ci mandano nemmeno più a votare.

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R-egalité – Massimo Gramellini –  La Stampa, 4 agosto

A distanza di secoli dalla gloriosa Rivoluzione il rapporto dei francesi con i re non sembra molto migliorato. Appena il monarca saudita Salman è sbarcato in Costa Azzurra con i propri cari (mille persone del seguito) e ha chiesto di transennare una spiaggia pubblica che aveva avuto l’ardire di trovarsi nei pressi della sua villetta grande come il Molise, i cittadini e i politici locali sono insorti, raccogliendo in pochi giorni centocinquantamila firme che ieri lo hanno indotto a sloggiare.  

Ho il sospetto che poche decine di chilometri più a Est le cose sarebbero andate diversamente. L’idea che un miliardario si fosse impadronito di uno spazio pubblico non avrebbe indignato nessuno. In Italia «pubblico» non significa «di tutti», ma «del primo che ci mette sopra le mani». Lungi dal cacciare il prepotente, avremmo solo cercato il modo di approfittarne. Ristoranti improvvisati da diecimila euro a coperto sarebbero sorti nei pressi della villa per sfamare le truppe vacanziere saudite.  

E il popolo estromesso dalla spiaggia sarebbe stato ben felice di andare in visita ai luoghi proibiti su appositi pedalò muniti di macchine spara-selfie. Sarebbero sorti baracchini abusivi per vendere le magliette del re, i burqa delle favorite e il famoso panino Salman, un kebab scongelato ripieno di carne scaduta. Il re, commosso, si sarebbe affacciato da un balcone della villa per lanciare petali di rosa e azioni della compagnia petrolifera di famiglia, e i giornali avrebbero sciolto inni alla sua simpatia democratica. Del resto ciascun Paese ha le sue tradizioni: noi il balcone e i francesi la ghigliottina.  

L’Euroricatto

Duecento anni fa, Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti: “Penso che le banche siano, per la nostra libertà, più pericolose di un esercito… se la gente permette alle banche private di controllare l’emissione di moneta, prima con inflazione e poi con deflazione, le banche e le corporations che cresceranno attorno alle grandi banche priveranno la gente delle proprie cose, finché i loro figli si troveranno a dormire sotto i ponti”.

Tsipras è una persona onesta, un politico dignitoso che ha vinto le elezioni perché si è impegnato a tirare fuori la sua gente dall’incubo dell’austerità: non ha promesso due spicci in cambio del voto come ha fatto il miracolato di Rignano assurto al trono dopo la vigliaccata fatta al suo predecessore.
Juncker, presidente della Commissione europea che oggi è uno di quelli che nega una proroga alla Grecia è lo stesso che in passato, quando era primo ministro in Lussemburgo, creò un sistema di elusione fiscale per favorire i grandi evasori delle multinazionali.
La Merkel non potrebbe essere dov’è, giocare alla prima della classe se la Germania nella storia non fosse stata graziata dal fallimento due volte.
Per due volte il mondo ebbe pietà per la Germania perdente in guerra, laboratorio del nazismo che provocò milioni di morti, devastazioni ovunque e rinunciò ad un giusto risarcimento, solo questo consentì alla Germania di diventare il cosiddetto motore d’Europa.

Se la Merkel giustamente riconosce alla Germania una responsabilità perenne per l’olocausto nazista dovrebbe ricordare anche che altri paesi non glielo rinfacciarono quando si fecero carico dei tanti miliardi di dollari di debiti tedeschi a cui hanno rinunciato per permettere alla Germania di essere quella che è oggi.  

Se chi sbaglia deve pagare iniziamo a pretendere il risarcimento da tutti quelli che hanno infilato l’Europa nell’incubo euro, millantando che fosse l’unica scelta possibile, la migliore, per risollevare l’economia di un intero continente.
Quelli che si sono piegati agli ordini della finanza facendo in modo che i popoli sacrificassero tutto ai bilanci dei vari stati invece di essere i controllori della finanza.
L’esperienza dell’euro ci ha insegnato che non esiste etica nella politica né il fine ultimo, e unico, che dovrebbe essere la cura degli interessi collettivi, non delle associazioni a delinquere che gestiscono i nostri soldi.
Ci avevano detto che con l’euro sarebbe stato tutto meglio, i fatti ci dicono che non è vero, oggi ci dicono che senza l’euro sarebbe tutto peggio di così, ovvero di quello che è già il peggio, una gestione così superficiale dei paesi della cosiddetta unione è un crimine contro l’umanità.
E il fatto che Tsipras qui in Italia venga umiliato da quelli che hanno sostenuto e sostengono il miracolato che a sua volta sostiene sia Junker sia la Merkel contro la Grecia dove la gente è ridotta alla soglia più bassa e infame della povertà, le persone non si possono curare, i bambini muoiono di fame [e tutto questo non suscita lo stesso sdegno mainstream come quello espresso per i migranti e i profughi], dovrebbe far riflettere un po’ tutti.

La triste vicenda della Grecia ci ha mostrato ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, quanto è irresistibilmente naturale il servilismo della gran parte della sciagurata informazione italiana verso i potenti, quali che fossero e che sono non è mai stato un problema: la posizione a 90 scatta in automatico, anzi, di default, per restare in tema.

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La Grecia e il debito, populismo vero contro populismo presunto – Alessandro Robecchi 

Da qui al referendum chiunque, ma proprio chiunque, spiegherà al popolo greco che votando “no” si metterà ancor più nei guai, che si rischia il disastro, eccetera, eccetera.
Per cui tirate le somme, sarebbe “populismo” chiedere a un popolo di esprimersi nelle urne ma non lo è interferire in quello che il popolo scriverà sulla scheda. Il presidente della Commissione europea, i vari leader del continente che indicano ai greci come votare, pregandoli di votare “sì” e sottoponendoli ad ogni tipo di pressioni sarebbero invece sinceri democratici antipopulisti. Mah.

Se ci fosse ancora Berlinguer

Sottotitolo: ci vuole solo la gran faccia di culo di questo centrosinistra che ha rinnegato tutto di Berlinguer ad andare in processione blindata a guardare il film su di lui fatto da chi ha finito di spalancare le porte a berlusconi. Quello che in campagna elettorale nemmeno lo nominava, per paura che la gente capisse chi NON doveva votare.
Bravo Uòlter, ipocrita quanto mai. La cosa positiva è che a nessuno – speriamo – verrà mai in mente di fare un film su quando c’erano Veltroni, D’Alema,  Fassino, Letta [jr] e Renzi, in quanto protagonisti di una politica che i posteri seppelliranno non di risate, perché non hanno fatto ridere nessuno, ma con l’opportuno velo pietoso, e anche vergognoso, che si meritano.

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Chissà perché questi nostri statisti democratici i loro bei discorsi sulla pace messa in pericolo da chi si ostina a non voler cedere alle prepotenze della finanza mondiale non li vanno a fare in America, in Cina, in Russia. Lì ci vanno in ginocchio, se ne fottono della pace e del rispetto dei diritti umani, fanno le riverenze ai capi di stato che fanno le guerre, le trascinano per decenni, paesi dove la pena di morte è ancora il sistema per regolare la giustizia. Qui invece, ritrovano tutta la loro verve e una gran voglia di fare chiacchiere che non c’entrano nulla col contesto in cui si trovano.  

E’ vergognoso e intollerabile che nel giorno della commemorazione della strage nazista di Roma si strumentalizzi questa data per fare propaganda a favore di una politica che proprio la pace ha tolto:  quella della sicurezza di un lavoro, di uno stipendio sicuro, di poter essere curate, istruite e di un futuro a svariati milioni di persone.  Roma, medaglia d’oro alla Resistenza ha dato asilo alla feccia fascista e nazista più immonda. E’ questa l’idea di democrazia che piace a molti: una democrazia che prevede il dare ospitalità al gerarca nazista priebke  nella stessa città dove ordinò la strage delle Fosse Ardeatine.
Questo non lo dicono Napolitano né Marino.
Napolitano, invece di scusarsi coi romani e con tutti gli italiani preferisce parlare d’altro, dei rischi dei partiti no euro.

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NAPOLITANO: “UNITA’ DELL’EUROPA ATTACCATA E SCREDITATA”

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La destra in Europa sta facendo quello che la sinistra non vuole più fare. Ovvero, ribellarsi al potere della finanza che schiaccia i lavoratori a beneficio di chi li sfrutta e vuole trarre da loro il massimo vantaggio e guadagno, con la minima spesa. Quel potere economico che è lo stesso che crea le crisi. Perché la crisi non la porta babbo Natale, e non è nemmeno vero che è frutto dello stile di vita dei popoli, la teoria secondo cui la maggior parte della gente ha vissuto al di sopra delle sue possibilità è una leggenda: una menzogna. La crisi economica è il veleno col quale i paesi vengono intossicati scientemente affinché la politica possa prendere quei provvedimenti che in periodi normali sarebbero impossibili perfino da pensare: provvedimenti che servono per dare più potere al potere. E, ogni volta, quei provvedimenti hanno prodotto l’unico risultato possibile che è quello di trascinare i popoli verso l’estremismo di destra. Era successo in Spagna e ora succede in Francia. Ma i segnali c’erano tutti, e le politiche di sinistra e centro sinistra non hanno cercato di essere loro il rifugio e la soluzione, si sono semplicemente adeguate al potere della finanza, hanno partecipato alla messa in pratica dei provvedimenti e del rigore salvo poi accusare di populismo chi a tutto questo si ribella.

Caricare i popoli di un debito che non hanno prodotto dovrebbe essere considerato un crimine contro l’umanità. E chiunque agisca in questa direzione meriterebbe il giudizio del popolo.

Il centrosinistra italiano oggi terrorizzato dai venti di destra come mai non ha dimostrato di esserlo anche quando il monarca anziano ha costruito non uno ma tre governi a sua immagine e somiglianza, quelli delle larghe intese che gli piacciono tanto dentro ai quali c’è anche la destra?  In parlamento meglio il pdl dei 5stelle, diceva Letta nipote due estati fa. Della situazione attuale è molto più responsabile una sinistra in Italia sempre precaria ma negli ultimi vent’anni proprio sparita. Non si ricorda una sola iniziativa politica, un progetto di sinistra  vero, significativo e che abbia migliorato le condizioni dei cittadini portato a termine in tutto questo tempo.  Quando la politica dimostra di non volersi riformare anche dal suo interno, perché non bastiamo noi, ci vuole anche la volontà dei professionisti della politica per migliorarsi, ad esempio cacciando i disonesti, gli incapaci, gli indagati, quando i partiti di sinistra e centrosinistra per prendere i voti assumono le sembianze e agiscono come quelli di destra e centrodestra invece di contrastare la politica avversa alle necessità e alle esigenze della gente poi può succedere, succede, anzi, che gli elettori alle imitazioni preferiscano l’originale. 

 

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Ruby, Cassazione assolve pm Fiorillo e condanna il Csm: “Doveva difendersi”

 
 Annullata con rinvio la sanzione inflitta al magistrato minorile. Secondo gli ermellini fu diffamata dell’allora ministro Maroni che dichiarò che era stata lei ad affidare la marocchina alla Minetti
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La Cassazione che ha assolto Anna Maria Fiorillo dall’accusa di “violazione del riserbo” nel merito della vicenda di Ruby ha detto: “la verità mediatica si fissa nella memoria collettiva”, ovvero, quando qualcosa si dice, si ripete, si scrive sui giornali diventa un fatto vero, realmente accaduto. 
La stessa teoria di goebbels, il ministro della propaganda nazista, il quale usava dire che basta ripetere la stessa cosa tante volte affinché diventi la verità. E quando la verità viene negata tutto viene distorto, anche l’immagine della politica agli occhi della gente che va a votare. Quando sono le istituzioni stesse che fanno apparire onesto il delinquente è difficile poi che la gente possa avere un’opinione che rispecchia il più possibile la figura reale del politico.
Se questo fosse un paese normale oggi maroni dovrebbe rispondere di diffamazione aggravata nei confronti della Dottoressa Fiorillo, ma siccome siamo in Italia non succederà, e nessun presidente sempre pronto a bacchettare e fare le ramanzine ai giudici dirà mezza parola di condanna ai diffamatori di giudici.
La vicenda della PM Fiorillo ribadisce e conferma, semmai ce ne fosse ancora bisogno quanto le nostre istituzioni abbiano sempre agito in contrasto a quelli che sono i loro doveri, a favore dei loro pari anche [soprattutto] quando hanno violato la legge e non invece, come dovrebbe essere, della verità.
Il politico indagato non si manda via né si dimette perché come c’insegna anche Maria Elena  Boschi non basta l’avviso di garanzia per chiedergli di farsi da parte [qui, in verità, non basta nemmeno una condanna definitiva ma come dicono quelli bravi, tant’è]. I giudici invece possono essere tranquillamente infamati e diffamati dai politici, anche quelli indagati, inquisiti e condannati, possono essere fatti oggetto di provvedimenti disciplinari ingiusti dai loro superiori per colpa della politica serva, bugiarda, disonesta e dopo non succede niente, nemmeno in quel caso si pretende che il politico che infama e diffama risponda del suo operato così come è toccato al giudice per colpa sua.

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Italia contro resto del mondo
Marco Travaglio, 25 marzo

Ormai è un complotto planetario. Ogni notizia dall’estero sembra fatta apposta per renderci ridicoli, ancor più di quanto già non siamo. Ricordate le geremiadi dei politici italiani e dei giornalisti e commentatori al seguito contro il vizio dei nostri magistrati di intercettarli (peraltro su telefoni di altri, perlopiù delinquenti loro amici) e contro il malvezzo dei giornali di pubblicare le loro conversazioni? “Siamo il paese più intercettato del mondo, l’unico che spia i politici e li sbatte in prima pagina violandone l’immunità e la privacy”. Anche le recenti cronache politico-giudiziarie francesi si incaricano di smentirli: Nicolas Sarkozy è stato intercettato, prima da un collaboratore poi dai magistrati di cui lui tentava di spiare le mosse, e la stampa francese ha pubblicato tutto. E, mentre qui ferve il dibattito sulla candidabilità dell’incandidabile B. e sull’ideona di infilare il suo nome in lista o almeno nel logo di Forza Italia, e ancora si discute sulla legge Severino che l’ha fatto decadere da senatore dopo la condanna per frode fiscale, dall’Inghilterra giunge notizia che la Football League (sorella britannica della Federcalcio) respinge al mittente Massimo Cellino, il presidente del Cagliari che voleva acquistare il Leeds. Motivo: ha una condanna in primo grado per evasione fiscale. Nulla a che vedere con lo sport: l’imprenditore sardo è stato appena giudicato colpevole – non ancora in via definitiva – del mancato pagamento di 400 mila euro di tasse su uno yacht acquistato negli Usa e portato in Italia, e sanzionato con 600 mila euro di multa e con il sequestro dell’imbarcazione. Senza contare le vicende giudiziarie per una vecchia truffa tentata ai danni del ministero dell’Agricoltura; i 15 mesi di pena per il falso in bilancio del Cagliari; e i mesi di carcere per peculato e falso nello scandalo dello stadio Is Arenas. Tutte vicende che, in Italia, fanno curriculum per diventare presidenti di club pallonari (vero Abete, Carraro, Pescante?) e sono ottimi viatici per la carriera imprenditoriale, finanziaria e politica: c’è chi da noi, per molto peggio, è diventato onorevole, ministro, premier. Tanto basta invece, secondo i parametri etici della Federcalcio inglese, per giudicare Cellino “un disonesto” e tenerlo a debita distanza dallo sport. A Londra, anche per acquistare più del 30% di una società di calcio bisogna superare il test di idoneità Fit and proper. Gli stessi parametri hanno indotto il board del Bayern Monaco a chiedere le dimissioni del presidente e campione del mondo Uli Hoeness, che peraltro se n’è andato subito dopo la condanna in primo grado per frode fiscale, rinunciando all’appello e alla presunzione di non colpevolezza. E stiamo parlando di società private. Figurarsi quali standard di moralità e di legalità sono richiesti a un cittadino per ascendere a cariche pubbliche o addirittura elettive o governative. Non è solo una questione di regole: è il comune sentire della stragrande maggioranza della popolazione. Persino i tifosi del Leeds, letto il curriculum penale di Cellino, hanno manifestato la loro contrarietà ad averlo come presidente: il 4 marzo si sono presentati allo stadio londinese Ellan Road travestiti da mafiosi. Perciò all’estero ridono di noi, anche se a rappresentarci c’è il giovane Renzi al posto delle vecchie pantegane. E perciò l’establishment italiota non riesce a capacitarsi di quel discredito, attribuendolo a un inesistente sentimento anti-italiano. Non basta sostituire la faccia del premier, quando poi al governo siedono i soliti indagati e imputati, giustificati con i consueti gargarismi del “garantismo” e della “presunzione di innocenza”. O ci allineiamo agli standard etici d’Europa, colmando il vero spread che ci separa dai partner e piantandola di fare i furbi, o qualunque rappresentante italiano varchi la cinta daziaria, fosse anche il più virtuoso, sarà accolto dai soliti risolini. C’è, naturalmente, anche una terza via: andare in Europa e convincere tutti gli altri che abbiamo ragione noi e ha torto il resto del mondo. Ma – consiglio non richiesto – sarebbe meglio evitare.

 

…allez!

Il festaiolo? Erano cene eleganti, perbacco! Poi dice il film di Sorrentino…come se fosse colpa di Sorrentino se una larga parte di italiani ha votato per diciotto anni un bugiardo puttaniere criminale e che, generalmente il vizietto di tutti i potenti sia da individuare sempre dentro qualche letto o lettone. Vizietto che senza la complicità di perfette deficienti che si fanno scopare per soldi da due come questi, ai quali una donna normale non darebbe un bacio su una guancia tanto sono viscidi e brutti, non avrebbe la possibilità di poter essere soddisfatto. Io solo una cosa mi chiedo: come fanno.

“Sono protetto da un’immunità e voi lo sapete. Se facessi causa al giornale sarei in una condizione di disparità: io non sono denunciabile e non denuncio”.[F. Hollande]

E, sempre Hollande dice davanti a 500 giornalisti di tutto il mondo: “è un momento doloroso”. 
Mica come quell’altro che ha detto “cosa possono dire di me? che scopo”.  Anche questo è spread.


Sexgate, Hollande: “Non parlo”
“Ma non farò leggi ad personam”

E’ proprio diverso lo stile, lo spessore, non c’è niente da fare. 
Anche quando qualcuno all’estero fa una cazzata è sempre meno grave di una qualsiasi fatta da uno qualsiasi dei politici di casa, e talvolta cosa nostra, e qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta. L’unica richiesta che si può fare a Hollande è di chiarire i suoi rapporti con l’intestatario dell’appartamento dove avvenivano gli incontri con l’amante. Questa di Hollande è una storia privata come ne sono a milioni nel mondo e che non è detto che debbano fare notizia. Una notizia da rilanciare su tutti i media e le agenzie allo scopo poi di far fare i soliti ragionamenti ai soliti mentecatti che “visto? il più pulito c’ha la rogna e poi ridono dell’Italia”.  Perché quello che è accaduto qui con berlusconi non è nemmeno lontanamente paragonabile alla vicenda personale di Hollande che non ha mandato in parlamento, in regione, in qualche azienda di stato le sue amanti, non l’ha sistemate e fatte mantenere a spese dei contribuenti francesi, non si faceva consegnare nei suoi domicili e a spese dello stato manipoli di sciagurate imbecilli per il suo sollazzo personale, non faceva frequentare le sue residenze a mafiosi, intrallazzatori come Tarantini e Lavitola e non ha creato nessun sistema per svendere la Francia a chi contribuiva al suo “benessere”. Soprattutto non ha messo in pericolo un paese intero rendendosi ricattabile da gente che una persona normale si vergognerebbe di conoscere di vista ma che berlusconi frequenta abitualmente.
La vicenda di Hollande, che poteva eccome difendere anche con la denuncia il suo privato violato ci dimostra ancora una volta e semmai ce ne fosse bisogno la miseria dei politici italiani, sempre con l’avvocato e la querela a portata di mano quando tocca agli altri e sempre pronti a difendersi e a nascondersi dietro al ruolo quando tocca a loro. 
Giusto ieri Lara Comi [!!!] indagata per diffamazione ha chiesto di potersi riparare dietro l’immunità dell’Europarlamento secondo la fantasiosa teoria che “un parlamentare non è tenuto a modellare la sua opinione”, cioè a dire che se si fa il parlamentare si possono dire tutte le sciocchezze che si pensano, anche quelle diffamanti come ha fatto la Comi che ha accusato pubblicamente l’ex sindaco di Ferrara di essere colluso con la mafia, oppure come quella di Esposito del pd che ha accusato il giudice Pepino, Fiorella Mannoia e Caparezza di avergli fatto recapitare tre molotov a domicilio, e, nel paese dove i cittadini sono tutti uguali, la legge è uguale per tutti e il servitore dello stato è tenuto a svolgere la sua funzione con disciplina ed onore per Costituzione, non succede niente.