Profumo: scuola multietnica, programmi di religione da rivedere
La scuola è figlia dei tempi. Non si stanca di ripeterlo il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo. Oggi è più «aperta e multietnica» di ieri, dice. Pertanto «i programmi» vanno «revisionati in questa direzione».
–
Nelle scuole pubbliche e statali l’ora di religione non ci deve stare.
Prima di tutto perché tutti sanno che è un’ora persa, buttata, utilizzata per fare altro e cioè niente, in secondo luogo perché – ha ragione il ministro Profumo, quando ce l’hanno bisogna dargliela – la società è cambiata e se dovessimo dar retta agli appartenenti di tutti i credo religiosi non basterebbero tutte le ore a disposizione per studiare […] TUTTE le religioni. Spiegare ad un bambino che non tutti i mussulmani vanno in giro imbottiti di tritolo penso sia molto più utile che raccontargli la favoletta della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Insegnargli a non avere paura di chi è diverso da loro non perché abbia scelto di esserlo ma semplicemente perché è nato in un paese diverso dal nostro, idem.
La chiesa cattolica controlla direttamente qualcosa come 20.000 insegnanti, pagati dallo stato cioè da tutti noi per propagandare la SUA religione.
La religione è un fatto PRIVATO il cui insegnamento nella scuola pubblica va a cozzare coi principi di un paese laico qual è il nostro. E in una società allo sbaraglio come la nostra in cui le cose importanti sono spesso trascurate a beneficio del futile e dell’inutile sarebbe molto più opportuno canalizzare l’insegnamento scolastico verso materie più consone a crearla davvero, una società, tipo l’educazione civica della quale ormai nelle scuole ci si occupa solo di striscio o per niente. Materie come accoglienza e inclusione, a differenza di quello che la chiesa cattolica fa da millenni e cioè escludere sarebbero molto più formative e pedagogiche. E perché no l’insegnamento della Costituzione, che sarebbe infinitamente più utile del vangelo per la formazione della persona /cittadin*: questo dovrebbe essere infatti l’obiettivo della scuola, oltre ad insegnare e ad acculturare. E oltretutto lo scandalo è che la religione fa media nei voti, senza contare che i figli di genitori che scelgono di non sottoporli ad un arbitrio sono spesso esclusi dalla comunità, dal contesto in cui vivono esattamente come quelli che non vanno al catechismo per la comunione, eccole quali sono le tradizioni cristiane, far fare cresime e comunioni, battezzare i bambini solo perché lo fanno tutti, non perché si sia realmente credenti e praticanti: per non essere esclusi da un giro che conta e che costa qualcosa come 800 milioni l’anno (57 volte gli “sprechi” che hanno portato la polverini alle dimissioni, tanto per dare una scala alla faccenda).
L’ora di religione nelle scuole pubbliche e statali non deve essere facoltativa: deve essere abolita e sostituita con ore di studio che insegnino l’accoglienza vera in un contesto civile, un bel corso approfondito di antirazzismo, per esempio.
E non ultimo il perfezionamento delle lingue straniere la cui conoscenza è ormai indispensabile.
Peccato che come al solito la politica ‘tradizionale’ abbia perso un’altra occasione.
Perché la proposta di Profumo l’avrebbero dovuta fare Vendola o Bersani. Se questo fosse un paese normale e non schiavo dei desiderata del capo di uno stato estero.
Continuare ad ammettere nelle scuole solo l’insegnamento della religione cattolica è discriminatorio per tutti gli studenti che cattolici non sono.
L’ora di religione non è solo inutile: è dannosa e non ci può più nascondere dietro l’alibi delle radici e tradizioni cristiane che nulla c’entrano con la religione, le tradizioni sono altro, non la religione, e in quanto alla cristianità beh, lasciamo perdere quanto poi tutti i cattolici abbiano dentro di loro un’idea vera di cristianità e quanto soprattutto la mettano poi in pratica nelle azioni quotidiane.
In Italia non esiste più e per fortuna la religione di stato e in nessun paese democratico europeo l’insegnamento della religione fa parte dei programmi scolastici ecco perché oggi più che mai è necessario abolire l’obbrobrio del Concordato, dal momento che non c’è stato nessun accordo fra stato e chiesa ma solo pretese da parte di quest’ultima che i governi di tutti i colori hanno sempre accontentato.
La storia delle religioni, dunque non la propaganda religiosa che impartiscono insegnanti che il vaticano stesso sguinzaglia nelle scuole obbligando il provveditorato ad assumerli secondo i canoni che la chiesa impone [chi è divorziato non può insegnare la religione ma fare il presidente del consiglio sì, per dire] e naturalmente a spese di tutti i contribuenti può essere benissimo unita allo studio della storia e basta.
Se poi ci sono genitori che desiderano così tanto ardentemente che i propri figli imparino già in tenera età che tanto tempo fa c’era un signore capace di trasformare l’acqua in vino e camminare sull’acqua possono sempre chiedere ai propri comuni di appartenenza di organizzare incontri, corsi di studio fuori dall’orario scolastico, i cattolici nelle parrocchie, gli ebrei nelle sinagoghe, i musulmani nelle moschee e così via in tutti i luoghi di culto che ormai sono ben presenti su tutto il territorio italiano. Ognuno a prendere lezioni sul proprio Dio.
O mandarli in una scuola privata, che problema c’è?