Sottotitolo: “spiegare al ricettatore dei giardini di via Carlo Felice che ok, si è preso quattro anni anche lui, ma non può attaccare i giudici in tivù”.[Alessandro Gilioli]
E spiegare anche all’extracomunitario che arriva in Italia che è obbligato a rispettare le leggi fatte in un parlamento dal quale non si fa uscire un già pregiudicato perché già condannato.[Io]
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Ha ragione Barbara, la figlia di cotanto padre:”se lo considerano un delinquente, perché hanno fatto con lui gli ultimi due esecutivi?”
EPIFANI: ‘TONI GUERRA FREDDA’. FIGLIA BARBARA: ‘SE CRIMINALE PERCHE’ PD CON LUI?’
Una bella domanda a cui il pd, nella persona del suo segretario traghettatore che ieri ne ha avute di ogni contro berlusconi dovrebbe saper rispondere.
Perché qualsiasi urgenza, necessità, decisione improrogabile che questo governo è chiamato ad assolvere non giustifica affatto l’alleanza con un pregiudicato condannato col quale non si andrebbe a prendere un caffè, secondo quanto detto da Epifani. E non giustifica soprattutto Napolitano che questo governo lo ha preteso sotto la minaccia di lasciare pur avendo ben chiaro davanti agli occhi qual era il quadro completo delle questioni giudiziarie che riguardavano e riguardano, ce n’è ancora, silvio berlusconi.
Dunque, ad occhio non mi pare proprio che l’irresponsabile sia chi approfitta di privilegi a lui e solo a lui concessi in virtù di chissà quale diritto, gli irresponsabili sono tutti quelli che paventando, ventilando, minacciando catastrofi che fin’ora ci hanno solo raccontato ma soprattutto senza che niente di concreto sia stato fatto per fronteggiarle, hanno prima imposto con un mezzo colpetto di stato a cielo aperto il governo di Monti e adesso, sempre tramite un golpettino, ma tanto democratico, prima la rielezione in seconda di un presidente che ha dimostrato varie volte di non essere quel garante perfetto della Costituzione e poi questo: un governo di nominati non dagli elettori e che può decidere come se fosse stato scelto dagli elettori di cui fa parte il partito di proprietà del pregiudicato silvio berlusconi.
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“Non apriremo con il videomessaggio di silvio berlusconi, ve lo diciamo subito.
Nulla di personale, solo non riteniamo che sia il fatto più importante della giornata”.
Ecco: il giorno che tutti diranno la stessa cosa come ha fatto Enrico Mentana che non ha ritenuto silvio berlusconi e i suoi deliri la notizia del giorno, quella che tutti aspettavano come una minaccia ma anche con l’idea di farne un prodotto da vendere per ricavarci dei profitti non curandosi del fatto che non era appunto una notizia, questo sarà un paese un po’ normale.
Perché se la politica stenta a liberarsi del pericoloso delinquente, quello che attraverso il suo enorme potere malato, ottenuto col metodo sistematico dell’illegalità è riuscito a piegare quello dello stato riducendo il parlamento ad una dependance e con l’idea fissa di fare altrettanto con la Magistratura: i giudici buoni sono solo quelli che si fanno comprare per permettergli di rubare case editrici, l’informazione può liberarsi e liberarci soprattutto dalla visione e l’ascolto di questo squilibrato che da vent’anni ripete le solite ossessive litanie contro lo stato, contro la legge, contro la Costituzione, contro le regole e contro tutto ciò che ostacola i suoi progetti delinquenziali.
C’è una parte consistente del paese a cui non interessa sapere cosa fa berlusconi, come si veste berlusconi, cosa dice berlusconi, e a cui dà fastidio, un enorme fastidio, sentirlo ancora chiamare cavaliere.
L’informazione è uno strumento prezioso, crea e può distruggere, quindi per cortesia, mi rivolgo a chi in assenza di berlusconi non saprebbe come riempire giornate e palinsesti: smettete di molestare, inquietare e annoiare gli italiani usando silvio berlusconi.
Un personaggio in caduta libera, che ha fatto tanto male a questo paese si può ignorare, parlarne a centro pagina così come si fa per le notizie di scarso rilievo. Ieri tutti potevano scegliere, avevano facoltà e libertà di scegliere di ignorare silvio berlusconi e lasciarlo solo davanti al suo pubblico e alle sue telecamere che comunque non dovrebbe poter usare come il salotto di una delle sue ville.
E invece erano tutti lì ad aspettare chissà quale lieta novella.
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1,3 balle al minuto
Marco Travaglio, 19 settembre
A parte la perfetta imitazione della mummia di Mao Tse-Tung ricomposta in un frizzante doppiopetto scuro, il videomessaggio che annuncia la nascita di Forza Italia presenta varie analogie con quello primigenio del ’94 che annunciava la nascita di Forza Italia: il colorito pastello del faccino levigato come un culetto di bambino, peraltro adornato da una chioma decisamente più fluente di 20 anni fa; il set Ikea con i libri finti di legno e le foto di famiglia sulla scrivania, senza più Veronica, ma sempre rivolte verso l’esterno; l’impermeabilità al senso del ridicolo che accomuna la salma parlante e i cameramen riprendenti, a nessuno dei quali scappa mai da ridere. Neanche quando lui chiama il Padreterno a testimonial di Forza Italia 2.0 o quando invita kennedianamente gli italiani a domandarsi non cosa può fare lui per loro, ma cosa possono fare loro per lui. Ma soprattutto il fatto che, dopo quasi 20 anni, il protagonista sia ancora a piede libero, il che costituisce il vero, l’unico, miracolo italiano. Quanto alle differenze fra il ’94 e l’oggi, a parte i segni del tempo trascorso (più per noi che per lui), spicca lo straordinario progresso nella capacità di mentire, frutto di un lungo e proficuo allenamento: in un quarto d’ora è riuscito a infilare la bellezza di 20 balle, che costituiscono il nuovo record mondiale di cazzate al minuto (1,3 periodico).
1) Il presunto “bombardamento fiscale che mette in ginocchio aziende e famiglie” non riguarda comunque le sue, vista la sua condanna per frode fiscale, senza contare i vari autocondoni.
2) Il presunto sabotaggio degli alleati che in 20 anni gli avrebbe “bloccato tutte le riforme” non gli ha impedito di approvare la legge sulle rogatorie del 2001 in 93 giorni, la Cirami del 2002 in 119 giorni, il lodo Schifani del 2003 in 69 giorni, il lodo Alfano del 2008 in 25 giorni.
3) È falso che gli abbiano legato le mani sulla “riforma della giustizia”, visto che in vent’anni ne sono state approvate 110.
4) Non è Magistratura democratica che ha trasformato le toghe “da impiegati pubblici non eletti in potere dello Stato”: è l’art. 104 della Costituzione, che definisce la magistratura “autonoma e indipendente da ogni altro potere”, cioè anch’essa un potere dello Stato. Come negli Stati di diritto da Montesquieu in poi. Il che non vuol dire “irresponsabile e immune”: i giudici che rubano finiscono in galera (tipo quelli corrotti da Previti), i politici che rubano si coprono a vicenda.
5) Nessun magistrato, nemmeno di Md, ha mai detto di voler realizzare “la via giudiziaria al socialismo”.
6) Nel 1992-’93 la magistratura non ha affatto eliminato “i 5 partiti democratici che governavano da 50 anni”: si sono eliminati da soli, rubando. Come lui stesso disse nel ’94: “La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi. L’autoaffondamento dei vecchi governanti schiacciati dal debito pubblico e dal sistema di finanziamento illegale dei partiti lascia il Paese incerto al passaggio di una nuova Repubblica”. 7) Nel ’94 B. fu inquisito per le tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza, poi condannato in tribunale, prescritto in appello e assolto in Cassazione, ma non “con formula piena”, bensì dubitativa: “insufficienza probatoria” (e solo perché Mills, che le prove a suo carico le conosceva, mentì sotto giuramento perché corrotto da lui). E le tangenti esistevano: il manager Sciascia corruttore e i finanzieri corrotti furono tutti condannati.
“Per questo cadde il mio primo governo”. No, cadde perché Bossi gli levò la fiducia, in dissenso sulla riforma delle pensioni.
9) “Da allora ho subìto 50 processi…”. Che però sono 28.
10) “…e 41 si sono conclusi senza condanne”. Ma le sentenze, meno di 41, lo dichiarano colpevole di corruzione, falso in bilancio, appropriazione indebita, falsa testimonianza, frode fiscale e rivelazione di segreti, ma impunito per prescrizione o per amnistia o perché si è depenalizzato il reato.
11)“La sentenza (Mediaset) potrebbe non essere definitiva: mi batterò in Italia e in Europa per la revisione”. In Italia la revisione è ammissibile solo con nuove prove, che per ora non si vedono; in Europa nessuna Corte può ribaltare sentenze di tribunali nazionali.
12) “Md si è impadronita della maggioranza della magistratura e dei collegi giudicanti”. Md non è mai stata maggioritaria tra le correnti togate e anche alle ultime elezioni per l’Anm s’è piazzata terza, alle spalle delle componenti moderate (Unicost e di MI), con 1975 voti su 7359. E nessuno dei 5 giudici di Cassazione del processo Mediaset è di Md.
13) “Per condannarmi hanno inventato un nuovo reato: quello di ideatore di un sistema di evasione fiscale”. Ma il reato è vecchio come il mondo: la legge punisce il “mandante”, il “promotore”, l’ “organizzatore” e il “concorrente nel reato” (articoli 110-112 del Codice penale).
14) “Hanno rifiutato di sentire 171 testimoni a mio favore”. Può darsi, ma il giudice ha il potere di sfrondare le liste dei testi della difesa e del pm: altrimenti l’imputato potrebbe citare direttamente l’elenco telefonico e il processo durerebbe un secolo.
15) “Mi hanno sottratto al mio giudice naturale: la sezione ordinaria penale della Cassazione…”. Il giudice naturale, d’estate, per i processi a rischio prescrizione, è la “sezione feriale promiscua” (mista di giudici penali e civili): la sua comunque era tutta di giudici penali.
16) “…dove già mi avevano assolto due volte per gli stessi fatti”. No, l’hanno assolto per Mediatrade, cioè per il periodo successivo a quello dei fatti contestati nel processo Mediaset.
17) “Mi hanno condannato per una presunta evasione dello zero virgola, a fronte di 10 miliardi pagati dal ’94 a oggi da Mediaset”. A parte il fatto che fino a due settimane fa i miliardi erano 6 e non 10, lo zero virgola non sta in piedi: la condanna riguarda ammortamenti di 7,3 milioni su due annualità, ma solo perché i restanti 300 milioni relativi agli anni precedenti si sono prescritti grazie all’ex-Cirielli e alla controriforma del falso in bilancio.
18) “Io non ho commesso alcun reato”. Ma le sentenze definitive che lui cita come modelli di giustizia imparziale lo dichiarano colpevole di svariati delitti gravissimi (vedi punto 10).
19) “Sono orgoglioso di aver impedito di andare al potere a una sinistra che non ha mai rinnegato la sua ideologia e vuole levarmi di mezzo col suo braccio giudiziario”. Strano: con quella sinistra lui governa dal novembre 2011, mantenendola al potere.
20) “Forza Italia difende la tradizione cristiana della vita e della famiglia”. Parola di uno che fece abortire Veronica e – come dice Benigni – “ha avuto diverse mogli, fra cui alcune sue”. Infatti l’unica frase coerente e veritiera è l’appello ai “missionari della libertà”: lui ha sempre prediletto la posizione del missionario.