Liberi quasi tutti? no: libero lui, again [ma il ventennio è finito]

 Sottotitolo: quando molti di noi dicevano già svariati anni fa che questo delinquente senzadio avrebbe inquinato tutto ci prendevano per scemi. Quando dicevamo che non era solo il conflitto di interessi il problema ma tutta la scia di indecenze istituzionalizzate, rese normali e ancorché legali grazie a leggi e leggine firmate anche da chi oggi s’indigna e accusa altri di fregarsene della gente dopo aver tollerato, favorito i comportamenti e le esigenze del fuori legge al quale solo pochi mesi fa ha dato licenza di poter partecipare alla vita politica del paese il giorno dopo la condanna in primo grado per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. Eh sì, l’indulto e l’amnistia servono proprio ai poveracci. E anche nel merito della questione delle carceri la cosiddetta [dis]informazione ha la sua responsabilità se oggi c’è gente che non crede che la galera in Italia è un ambiente ormai riservato alla sfera dei borderline, quelli che non hanno la possibilità di pagarsi eserciti di avvocati prestigiosi.

Che è molto più facile che in un carcere ci vada a finire chi commette reati di seconda categoria invece di chi, come sarebbe giusto e normale in un paese civile,  danneggia la collettività. Nessuno dei nostri grandi [dis]informatori, a parte i soliti faziosi manettari, mette l’accento su quanto sia ingiusto che silvio berlusconi possa fregarsene allegramente della sua condanna e trovare anche il sostegno di un presidente della repubblica che trova sempre l’argomento e le parole sbagliate al momento opportuno.

berlusconi viene condannato in primo grado? lui pretende che possa continuare a svolgere quell’attività politica che non ha mai svolto chi può vantare il 99% di assenze in parlamento. berlusconi viene condannato in via definitiva? bene, Napolitano invece di congratularsi, da capo del CSM qual è con la giustizia che ha finalmente raggiunto un obiettivo importantissimo chiede la riforma della giustizia. berlusconi va in tv a infamare lo stato e i magistrati? ottimo: Napolitano chiede ai magistrati di mantenere il senso della misura. A berlusconi sta per essere applicata una sentenza candeggiata e ammorbidita ché non sia mai che il prepotente delinquente possa subire un trauma? magnifico: Napolitano monita di amnistie e indulto necessari.

A chi, lo sa Napolitano e lo sa anche berlusconi. Entrambi sanno anche il perché.

In questo paese c’è un pregiudicato condannato ancora libero, che non ha visto modificare di un niente la sua vita consueta, uno che ha commesso uno dei reati più odiosi di tutti ma che la stragrande maggioranza della gente non percepisce come tale perché non lo subisce direttamente come la rapina, il furto in casa.

Un reato, la frode fiscale, che in un paese civile sarebbe l’ultima cosa che una persona può fare prima di finire in una galera per il resto dei suoi giorni. Perché la frode, l’evasione sono reati che a cascata colpiscono tutti, ed è per questo che sono puniti in relazione alla quantità di persone danneggiate da chi ruba allo stato.
Ovunque, ma non Italia, e chissà perché.

***

 

Estremo indulto – Massimo Rocca – Il contropelo di radio Capital – Tanto per dire quanto sia finito il ventennio. Guardate quanto la vicenda Berlusconi è in grado di intossicare la vita del paese. Quante decine di migliaia di persone rischiano di veder compromessa la loro situazione solo per essere involontariamente associate alla sua. Il tema del sovraffollamento delle carceri è un tema di dignità del paese. Come quello dei Cie. Che si risolve chiedendo l’abrogazione per decreto della Bossi Fini e della Fini Giovanardi che le intasano di persone a bassissimo rischio. Che si risolve costruendo nuove carceri con i soldi pubblici dicendo all’Europa che se non sono d’accordo si accomodino nel braccio b. Però è un problema che c’èra ieri e ierlaltro. E che sollevato proprio qui e ora non può che diventare occasione di polemica e sospetto. Cosa che Napolitano sa benissimo visto che ha dovuto premettere una excusatio non petita. Ed è inutile ricordare che i reati finanziari non sarebbero amnistiati. Ormai neppure Berlusconi crede di potersi sottrarre ai servizi sociali. Sono le inchieste per intralcio alla giustizia e corruzione di testimoni che vedi Bari sono l’ incubo dell’indagato.

Il sovraffollamento delle carceri è incostituzionale, dice Napolitano,
certo, ma anche quelle leggi che contribuiscono a riempire le carceri
più del dovuto lo sono: quelle che condannano gli innocenti, ad esempio.
E ci vuole un coraggio immenso, motivato probabilmente da ragioni
importantissime tipo offrire la salvezza per vie traverse, visto che le
tradizionali, quelle che lo stato gli ha offerto in tutto questo tempo
non sono state sufficienti al solito noto pregiudicato e delinquente condannato a quattro anni di galera per aver frodato lo stato, ovvero rubato a tutti noi, per parlare di amnistia e indulto invece che di abolizione della bossi fini davanti ai morti di Lampedusa.
Peggio di un presidente della repubblica  di parte, della
solita parte, ovvero quella della politica disonesta che pensa e fa leggi
vergognose come quelle che mandano in galera chi non è colpevole di niente e salvano invece quelli molto colpevoli di reati pesantissimi, c’è solo un presidente della repubblica in malafede che
quelle leggi le ha firmate e oggi ci viene a dire che, guarda un po’
mannaggia la miseria, le carceri sono piene e Strasburgo chiede
provvedimenti per ovviare al dramma di un sistema carcerario da
terzo mondo, così come da terzo mondo sono scuole, ospedali e tutto
quel che ha a che fare con quel pubblico per il quale i contribuenti
pagano le tasse e che dovrebbe offrire un servizio adeguato, decente, da repubblica democratica ma che però non desta la preoccupazione del presidente della repubblica e di quella della camera quanto la risoluzione  per via definitiva di sentenze e condanne per quei reati e chi li commette che creano poi il giusto disagio nei cittadini che non commettono reati.
Il 15 maggio 2006 Napolitano salì al Quirinale da presidente della
repubblica e il 29 luglio fu approvato l’indulto, oggi abbiamo di nuovo
Napolitano presidente della repubblica, per la prima volta nella storia
della repubblica un presidente è stato rieletto una seconda volta [deve essere proprio bravo, quindi] e di nuovo Napolitano invoca l’amnistia e l’indulto senza fare il minimo accenno a quelle leggi sbagliate che portano anche la sua firma, quelle che mandano in carcere i “clandestini”  né quelle che mandano gente a morire ammazzata di botte nei sotterranei di un carcere perché trovata in possesso di una manciata di fumo [per informazioni chiedere a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, massacrato da non si bene chi e morto ufficialmente di fame e di sete]. Né peraltro ha fatto cenno a quella legge che manca affinché poi quell’indulto “necessario” non vanifichi le sentenze così com’è accaduto per i massacratori del G8 di Genova che non hanno ricevuto una giusta punizione perché in questo paese, quello delle mele marce e delle schegge impazzite, manca una legge contro le torture di stato, contro quei maltrattamenti che quotidianamente, nel silenzio finché non ci scappa il morto o l’invalido permanente, le forze dell’ordine infliggono a persone forse colpevoli di qualcosa ma disarmate di fronte al braccio violento del potere. E nemmeno il presidente di tutti ha precisato che eventualmente da quell’amnistia e da quell’indulto bisogna lasciare fuori quelli, specialmente uno, quello con la capacità naturale di delinquere e che  dopo la condanna definitiva sta per andare incontro a nuovi provvedimenti giudiziari,  che hanno infamato lo stato più del ladruncolo, lo scippatore, l’extracomunitario che viene qui pensando che l’Italia sia un paese civile e non uno dove  si preferisce liberare ogni tot di anni qualche manciata di criminali grandi e piccoli invece di fare leggi buone, giuste, quelle che in galera ci mandano solo chi ci deve andare. 

In Italia sono decenni che servono  provvedimenti straordinari per migliorare l’indecenza delle carceri, combinazione proprio adesso si scoprono impellenti.
Guardacaso dopo la condanna di silvio berlusconi.
Ad ogni cambio di governo si parla di indulti e amnistie che fino ad ora non hanno favorito affatto i poveri disgraziati ma solo quelli grandi, grandissimi, da previti ai macellai della Diaz passando per gli assassini di Federico Aldrovandi, sarà lecito pensare male? eccome.

  Eliminare la bossi fini e la bossi giovanardi già sarebbe utile a non riempirle, le carceri. Ma Napolitano questo non lo dice.

Nessuno che conosca la situazione indegna delle carceri non è d’accordo su provvedimenti strutturali e di ripensamento delle pene detentive, ma perché adesso? perché Napolitano insiste così tanto? non è credibile.

Ogni volta che cambiano i governi e il presidente della repubblica ci ricordiamo delle carceri? durante i governi, possibilmente lontano dalla condanna di berlusconi, no?

La maggior parte degli ospiti delle patrie galere potrebbe scontare la pena in strutture alternative, essere rieducata applicando finalmente quel diritto finalizzato alla riabilitazione sociale del detenuto, dare un contributo utile al paese, imparare un mestiere. Ma Napolitano chiede quei provvedimenti definitivi che annullano le condanne, restituiscono la libertà ai delinquenti eccellenti e che poi condizionano le sentenze com’è accaduto per i bastardi in divisa. 

Basterebbe non mandare in galera chi ruba due etti di parmigiano, per evitare il sovraffollamento delle carceri, visto che chi ruba milioni su milioni allo stato NON ci va.
Ogni riferimento a berlusconi non è puramente casuale ma intenzionale e voluto.
Ma questo Napolitano non lo dice; non dice che le galere saranno sempre più piene di disperati che rubano per fame ma, grazie ad indulti fintamente necessari e amnistie fintamente umanizzate resteranno inesorabilmente vuote di chi è la causa della loro disperazione.

***

Amnesia e insulto

Marco Travaglio, 9 ottobre

Basta, pietà, non se ne può più, ci vogliono prendere per sfinimento. Mentre quel buontempone di Letta Nipote si trastulla con la fine del ventennio, già si lavora per aprirne un altro. Il massimo rappresentante di una classe politica incapace e cialtrona che da vent’anni non fa altro che inventare reati inutili e riempire vieppiù le carceri per gabbare la gente, vellicarne i più bestiali istinti e nascondere la propria inettitudine, cade dal pero e viene a raccontarci (a noi!) che bisogna liberare un’altra volta decine di migliaia di criminali, come già nel 2006, perché non c’è più tempo da perdere e l’Europa sta per condannarci per il nostro sistema carcerario da terzo mondo. Se ce lo chiedesse un marziano, potremmo pure ascoltarlo. Ma ce lo chiede Napolitano, un signore che entrò in Parlamento nel 1953, è stato presidente della Camera fra il 1992 e il ’94, poi ministro dell’Interno dal 1996 al ’98, e da sette anni e passa è nientemeno che il presidente della Repubblica che ha firmato senza batter ciglio una miriade di leggi affolla-carceri. E ora viene a spiegarci (a noi!) che le prigioni sono strapiene e bisogna spalancarne le porte con una bella legge libera-tutti (o quasi). Indulto e, già che ci siamo, pure amnistia. Per entrambi i provvedimenti occorrono i due terzi del Parlamento, dunque già sappiamo come andrà a finire. Dando per scontato che, salvo improvvisi istinti suicidi, 5Stelle e Lega voteranno contro, in Parlamento occorreranno i voti di Pd-Pdl-Scelta civica (che superano di poco il 66%). E il Pdl farà pagare la propria indispensabilità cara e salata con l’ennesimo ricatto, quando si dovranno decidere il tetto massimo di pena per i reati da amnistiare e la lista dei delitti da indultare (come già nel 2006 per il “liberi tutti” di Mastella & C.). O vi rientreranno i reati di Berlusconi, oppure non ci sarà la maggioranza e il supermonito di Napolitano cadrà nel vuoto. Risultato: nella migliore delle ipotesi, i processi in corso di B. saranno falcidiati dall’ennesimo sconto di 3 anni di pena (come già accaduto per 3 anni su 4 nel processo Mediaset); e, nella peggiore, non si celebreranno proprio per l’amnistia (che estingue direttamente il reato).

Ma non c’è solo B. Alzando lo sguardo sulle vicende giudiziarie degli ultimi anni, la lista degli imputati eccellenti è un mezzo elenco telefonico: banchieri, imprenditori, manager, politici nazionali e locali che hanno grassato e depredato l’Italia la farebbero franca senza mai vedere una cella neppure in cartolina, con la scusa dei poveri detenuti che affollano le carceri. Il tutto è reso ancor più odioso dal ricatto morale del solenne messaggio alle Camere di un Presidente che pare abbia vissuto su Marte fino a ieri mattina, e scopre all’improvviso l’urgenza del colpo di spugna per evitare una sanzione europea tanto sacrosanta quanto prevedibile e prevista. Poi, alle prime critiche, insulta i 5Stelle, cioè gli unici parlamentari che, mentre la classe politica creava ad arte l’emergenza carceri per preparare l’ennesimo colpo di spugna, non c’erano. No, non sono l’indulto di tre anni e l’amnistia la sola ricetta possibile per evitare la dispendiosa condanna europea: anche perché, senza incidere sulle cause che producono tanti detenuti, fra sei mesi saremmo punto e daccapo. La soluzione è un decreto (i motivi di eccezionalità e urgenza ci sono tutti) del governo che depenalizzi i reati inutili; cancelli la ex-Cirielli che tiene dentro i recidivi per periodi spropositati, rispedisca in patria i detenuti clandestini (come previsto da una delle poche norme sagge della Bossi-Fini); faccia tabula rasa della Fini-Giovanardi sul reato di possesso di droghe anche in minima quantità; e smantelli i “pacchetti sicurezza” di Maroni & C. (l’ultimo, come sempre firmato da Napolitano nel 2009, istituiva il tragicomico reato di immigrazione clandestina).

Ma metta anche in funzione le tante carceri e i tanti reparti ora inutilizzati (vedi dossier presentato dai 5Stelle); riapra Pianosa e Asinara scriteriatamente chiuse nel ’97 come da “papello”; e magari adatti a centri di reclusione provvisoria qualcuna delle tante caserme rimaste vuote dopo la fine della leva obbligatoria per ospitarvi i detenuti meno pericolosi, in attesa di costruire strutture più moderne. Se poi tutto questo non basterà, si adotti un indulto di un anno al massimo per tutti i condannati, senza eccezioni (salvo magari i mafiosi). Ma l’amnistia per i reati bagatellari non serve a nulla (i detenuti per reati bagatellari sono pochissimi), se non ad aprire una porta per farvi entrare di tutto. E l’indulto di tre anni è uno sproposito criminale e criminogeno: sia perché rimetterebbe in libertà migliaia di pericolosi criminali pronti a tornare a delinquere, per indole o per necessità (se non trovano lavoro i neolaureati, figuriamoci gli ex detenuti); sia perché l’Italia darebbe vieppiù di sé l’immagine del paradiso dei delinquenti, attirando altre migliaia di immigrati clandestini: non quelli che fuggono dalla fame e dalle guerre, ma quelli che cercano il posto migliore dove farla franca. E lo trovano regolarmente in Italia. Basta, signori. Basta. Piantatela di scaricare sulla gente onesta gli effetti della vostra incapacità e illegalità. Perché prima o poi, nel loro piccolo, anche gli onesti s’incazzano.

Solo un idiota poteva credere alla balla del governo di necessità per gli italiani. Oppure il pd

 

Un governo di necessità, così come ce lo ha presentato ma più che altro imposto con viva e vibrante soddisfazione Napolitano, che fra i primi provvedimenti mette il decreto svuotacarceri, un provvedimento che stranamente non viene mai preso dai governi in corso d’opera ma sempre e solo da esecutivi appena insediati.

Quali sono le urgenze da risolvere, ma soprattutto chi riguardano quelle urgenze, la maggioranza degli italiani? 

Dal governo lo svuota carceri selettivo
Benefici solo per potenti e benestanti

Cancellieri: “Il decreto c’è, in cdm mercoledì” (leggi)Blog Mascali: ecco perché l’amnistia aiuta B.

Arresti domiciliari o pene alternative a coloro che abbiano compiuto i 70 anni, e ingresso in carcere impossibile alle persone condannate a 4 anni. La bozza Cancellieri, che pubblichiamo in anteprima, è un ampliamento della legge Simeone-Saraceni del ’98, definita dai giuristi “indulto permanente”. Il punto è che la riforma, così come pensata dal governo, prevede tutti i benefici ottimi per la casta. E, più in generale, per chi può permettersi un ottimo avvocato.

Il governo è seriamente intenzionato – e ne ha ben donde visto chi si tiene in casa – a rifilare agli italiani l’ennesimo provvedimento truffa per risolvere il dramma del sovraffollamento delle carceri: la solita amnistia d’antan, estiva, così come lo è stato quell’indulto necessario approvato in tutta fretta il 4 agosto di qualche anno fa e che è stato utile soprattutto ad evitare la galera ai macellai di stato e ad alleggerire sentenze importanti che potevano essere più decisive.

Questa è una truffa perpetrata in primis alle vere vittime che sono le persone costrette in un carcere in condizioni disumane ma che non vedranno migliorare la loro situazione con nessun indulto e nessuna amnistia né tanto meno inserendo nel provvedimento la cancellazione di quelle pene accessorie, tipo l’interdizione, che non riguardano solitamente i cosiddetti ladri di polli che generalmente non svolgono mansioni di amministrazione delle cose pubbliche e nemmeno hanno ruoli politici dai quali essere – appunto – interdetti. 

Gente fra l’altro a cui si farebbe un favore solo temporaneo tirandola fuori da una cella in cui rientrerà a stretto giro di reiterazione dei reati: furto, spaccio, microcriminalità, e togliere l’interdizione non sarebbe utile nemmeno a chi in un carcere non ci dovrebbe stare ma ci sta in virtù di due leggi indegne che portano i nomi altrettanto indegni di fini, bossi e giovanardi. 

Leggi che nessuno pensa a togliere e chissà perché, dal momento che sono la causa principale di quel sovraffollamento.

L’interdizione però, che lo dico a fare, riguarda il solito noto delinquente al quale anche in caso di una condanna [virtuale] non verrebbe negata la possibilità di potersi rimettere in gioco in parlamento.
Allora, siccome lungi da me pensare che questo governo sia stato messi su in fretta e furia da Napolitano per non interrompere la bella storia d’amore fra berlusconi e il paese che ama [ma qualche volta è anche di merda, dipende dalle sue necessità e urgenze] volevo rivolgere una domanda al ministro Cancellieri, chiederle cosa c’entrano le pene accessorie, quelle che si scontano indipendentemente dalla detenzione quindi anche fuori, in regime di libertà, col sovraffollamento delle carceri.
Perché anche alla presa per il culo si dovrebbe poter mettere la parola fine.

Sembra di vivere in un eterno déjà vu

“Un vecchio, un pezzo di merda e basta… un culo flaccido”. 
[Nicole Minetti versione 2010]
“Con berlusconi amore vero”. 
[Nicole Minetti stamattina]

Processo Ruby bis

Minetti: “Amore vero per Berlusconi”

E quando sarebbe avvenuto questo amore? prima è impossibile perché non lo conosceva, durante, direi proprio di no, dunque, quando?

Cambiare poltrona da ministro, conviene.
Si può così, da ministro dell’interno solidarizzare coi poliziotti violenti e, da ministro della giustizia farlo con le vittime dell’ingiustizia.
E brava Annamaria, sei una forza, davvero.

Cucchi, la sorella: “Medici indegni”
I camici bianchi: “Noi capro espiatorio”

Indegno è chi ha visto arrivare Stefano ridotto in quelle condizioni e ha taciuto, evidentemente.
Perché Stefano era già in condizioni disperate quando è arrivato al Pertini: quelle che abbiamo visto tutti nelle foto.
E ancora di più indegno è chi ha impedito ai familiari di poterlo visitare, assistere, forse con una persona di famiglia vicino che avesse preteso i giusti interventi, ad esempio delle semplicissime flebo per nutrire e idratare Stefano avrebbe potuto essere salvato.
E la verità, fino a prove contrarie è quella di Ilaria: Stefano è stato lasciare morire, solo come un cane e senza la giusta assistenza.

Emergenza carceri, Napolitano: “Il governo agisca rapidamente”

Il presidente della Repubblica: “Si richiedono ora decisioni non più procrastinabili per il superamento di una realtà degradante per i detenuti e per la stessa Polizia Penitenziaria”.

Le vie degli indulti e delle amnistie sono quelle brevi, quelle con cui di solito si prende la solita fava coi due piccioni.

 

L’indulto voluto da mastella quando faceva il ministro con prodi serviva a berlusconi, ed è quello che ha corretto le pene, annullandole praticamente, anche ai macellai della Diaz e agli assassini di Federico Aldrovandi.

Non si risolve il dramma della detenzione liberandone a mazzi ogni tot di anni, fra i quali ci sono gli appartenenti alla microcriminalità che tornano dentro dopo 24 ore e che i cittadini percepiscono poi come un pericolo alla loro sicurezza coi risultati che sappiamo: voti alla lega e a gente come alemanno che sulla sicurezza ci imbastiscono le loro campagne elettorali. 

Coi risultati che sappiamo.

Non servono indulti e amnistie.  Bastano due cose per svuotare le carceri, abolire quelle leggi vergognose che si chiamano bossi fini e fini giovanardi.
Quelle che non solo mandano gli innocenti a riempire le galere ma in qualche caso li condannano anche a morte.

Ma ovviamente l’obiettivo della politica è sempre lo stesso: evitare la galera a chi se la merita e continuare a mandarci, riempiendo appunto oltremodo le carceri, chi non ci dovrebbe andare.
Chissà perché ad ogni cambio di governo si ripropone sempre il problema delle carceri, mai che lo si affronti DURANTE i governi.

Per salvare B. faranno l’amnistia

di Marco Travaglio, L’Espresso, 4 giugno

Il Cavaliere rischia la condanna definitiva e l’interdizione dai pubblici uffici. Con conseguenze pesanti per il governo delle ‘larghe intese’. Ecco perché, zitti zitti, si preparano a usare l’arma finale.

L’11 aprile Ignazio La Russa, che ogni tanto confessa, disse con l’aria di scherzare: «Il prossimo capo dello Stato sarà una donna: si chiama Salva di nome e Condotto di cognome». Pensava alla ministra della Giustizia uscente Severino, che già aveva ben meritato agli occhi di Berlusconi tagliando pene e prescrizione della concussione e dicendosi favorevole all’amnistia. Poi invece restò Napolitano che il 7 febbraio disse: «Se mi fosse toccato mettere una firma sull’amnistia, l’avrei fatto non una, ma dieci volte».

Comunque la battutaccia di La Russa piacque molto al Cavaliere, che promosse l’amico ?Gnazio a presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, ora chiamata a decidere su cinque suoi processi per diffamazione e cause per danni. Ma nulla può contro l’eventuale condanna definitiva a 4 anni per frode fiscale nel processo Mediaset, con automatica interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Nel qual caso il condannato dovrebbe lasciare il Parlamento entro un anno, rinunciare a candidarsi alle prossime elezioni e trascorrere 12 mesi agli arresti domiciliari (gli altri tre anni sono condonati dall’indulto del 2006, che però salterebbe in caso di nuova condanna al processo Ruby). 

Eppure dal Pdl e dal Pd si continua a ripetere che una condanna non avrebbe effetti sul governo. Assurdità allo stato puro, visto che difficilmente il centrodestra terrebbe ferme le mani mentre il suo leader viene defenestrato dal Senato e accompagnato dai carabinieri a scontare la pena a domicilio. 

Ma, se tutti ostentano sicurezza, significa che nei protocolli segreti dell’inciucio sul governo Letta è previsto un salvacondotto. Già, ma quale? Si è parlato della nomina di Berlusconi, magari in tandem con Prodi, a senatore a vita. Sarebbe uno scandalo: il laticlavio è previsto dalla Costituzione per chi ha “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. 

Ma soprattutto non sarebbe un salvacondotto: i senatori a vita, se condannati, scontano le pene detentive e accessorie come i comuni mortali. I falchi del Pdl ogni tanto minacciano una norma che cancelli le pene accessorie, ma difficilmente passerebbe: anche Pietro Maso, ora che ha scontato la pena, potrebbe candidarsi a un ufficio pubblico. E il Pd, votando una legge ad personam per il Caimano dopo averlo riportato al governo, perderebbe pure i pochi elettori rimasti. Anche la grazia, nonostante la manica larga con cui Napolitano la elargisce, sarebbe improponibile: per la Consulta è un “provvedimento umanitario” per lenire una pena detentiva oltremodo sofferta; e in base all’ex Cirielli il Cavaliere, avendo più di 70 anni, le galere non può vederle neppure in cartolina. 

L’unico salvacondotto in grado di risparmiare a lui l’interdizione e al governo Letta la morte prematura è l’amnistia. Anche se nessuno ha il coraggio di nominarla, anzi proprio per questo. La guardasigilli Cancellieri insiste ogni due per tre sull'”emergenza carceri”. Specie dopo che l’ha citata un Berlusconi sull’orlo delle lacrime in un passaggio ignorato da tutti del comizio anti-pm a Brescia. Siccome l’uomo non è un apostolo degli ultimi e dei diseredati, è probabile che l’improvvisa commozione non riguardasse tanto gli attuali detenuti, quanto quelli futuri. Soprattutto uno: lui. Del resto, nei dati sulla popolazione carceraria, non risulta mezzo evasore fiscale. 

Dunque prepariamoci alle prossime mosse: qualche rivolta di detenuti nei mesi estivi; campagne “garantiste” contro il sovraffollamento sugli house organ di destra, seguiti a ruota dai finti ingenui di sinistra; i soliti moniti del Colle; le consuete giaculatorie cardinalizie. Poi, come per l’indulto bipartisan del 2006, una bella amnistia urbi et orbi, estesa ai reati dei colletti bianchi e alle pene accessorie. Così migliaia di detenuti usciranno per qualche mese (poi le celle torneranno a riempirsi: i delinquenti sono tanti e, per chi non lo è, nessuno ha interesse a cambiare le leggi che producono troppi reclusi).

E uno non uscirà dal Parlamento: lui.

Carceri: Strasburgo condanna l’Italia [tanto per cambiare]

 Strano che si eseguano i voleri dell’Europa solo quando c’è da spillare soldi ai cittadini. Quando si tratta di diritti fanno tutti orecchie da mercante.

Anche l’IMU a quanto pare non è equa. Ma questo non ce lo doveva dire l’Europa: lo sapevamo già.

Ue contro l’Imu
“Così non è equa
va resa progressiva”

Carceri, la Corte di Strasburgo condanna
l’Italia per “trattamento inumano”

Ai sette detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza dovrà essere pagato un risarcimento di 100 mila euro per danni morali. Nella sentenza la Corte invita a porre rimedio subito al sovraffollamento. Il ministro della Giustizia Paola Severino: “Profondamente avvilita, ma non mi stupisce”.

65MILA DETENUTI PER 47MILA POSTI. A BUSTO NIENTE ACQUA CALDA

La Severino che si dispiace per la condanna di Strasburgo circa le condizioni indegne delle nostre carceri è una grandissima ipocrita. 
Perché né lei né il suo governo sarebbero passati per la revisione e l’abolizione di quelle leggi che rendono criminali quelli che criminali non sono. 
E che sono quelle che fanno traboccare le carceri di gente che non ci deve stare.
Avrebbe scelto la via breve dell’indulto e dell’amnistia, perché con questi si prende la solita fava e i molti piccioni.
L’indulto voluto da mastella quando faceva il ministro con prodi serviva a berlusconi, ed è quello che ha corretto le pene, annullandole praticamente, anche ai macellai della Diaz e agli assassini di Federico.

Non servono indulti e amnistie.

Abolendo la bossi fini e la fini giovanardi si darebbe una bella sfoltita alle carceri. E inoltre, misure alternative in luoghi alternativi al carcere.  Chi ad esempio ha l’uscita diurna per andare a lavorare non è necessario che tolga spazio a chi invece in una cella ci deve proprio stare. La privazione della libertà, anche a scopo rieducativo è una cosa seria che va gestita con serietà.

Ché i risarcimenti  poi mica li pagano fini bossi e giovanardi. E nemmeno quei governi che non si sono mai adoperati per restituire dignità anche ai reclusi in un carcere. Li paghiamo noi.

C’è la fila davanti l’ufficio dove si liquida l’ingiusta detenzione. Milioni di euro che si potrebbero reinvestire in un serio programma di recupero come prevedono il nostro diritto e la nostra Costituzione.

Non si risolve il dramma della detenzione liberandone a mazzi ogni tot di anni, fra i quali ci sono gli appartenenti alla microcriminalità che tornano dentro dopo 24 ore e che i cittadini percepiscono poi come un pericolo alla loro sicurezza coi risultati che sappiamo: voti alla lega e a gente come  alemanno che con l’illusione della sicurezza per tutti su cui aveva imbastito la sua campagna elettorale dopo lo stupro e l’omicidio della signora alla stazione di Tor di Quinto, è riuscito a diventare nientemeno che sindaco di Roma. 
I romani andassero a vedere quella stazione oggi, e quelli che hanno votato l’ex picchiatore si vergognino per il resto dei loro giorni.

La Costituzione è come l’educazione: non basta dire di avercela, bisogna anche metterla in pratica

 Il gran guru delle libertà provvisorie Pannella è ricoverato alla clinica santa Maria della Mercede della congregazione delle suore di nostra Signora della Mercede. Una clinica privata gestita dalle suore. Per dire.

Interessante poi  come una persona di 82 anni riesca a sopravvivere tutto sommato bene, l’abbiamo visto parlare alla tv e stava in piedi sulle sue gambe dopo una settimana,  dieci giorni di sciopero della fame e un ragazzo di trent’anni invece muore dopo due soli giorni di “malnutrizione”.

Ci vuole un bel coraggio ad andare a far visita a qualcuno che non mangia per scelta e non fare la stessa cosa con chi invece non salta i pasti per protesta ma perché costretto dalla contingenza di una crisi che non ha certamente contribuito a provocare e dalle scelte scellerate di un governo abusivo.
Forse perché è più facile invitare a mangiare chi può che farlo invece con chi non può?
andate a fare in culo, eh? almeno risparmiateci la sacralità di certi avvenimenti, i vostri bei gesti fra caste che si scambiano cortesie, fateli in sordina.

La giustizia non è quella che intendono Marco Pannella e i radicali, quella del “liberi [quasi] tutti”, la vera giustizia sarebbe non inventarsi i reati per riempire oltremodo le carceri. Invece di scioperare per ottenere amnistie e indulti che poi farebbero come sempre la felicità dei ladri e dei delinquenti di stato bisognerebbe insistere per eliminare quelle leggi barbare che mandano in galera chi delinquente non è. Come mai invece, la bossi fini e la giovanardi fini sono ancora lì e fini viene invitato in ogni dove come se fosse uno statista e nessuno gli chiede mai conto di certe sue responsabilità tipo l’aver messo la firma su due leggi oscene, violente, vergognose e la sua faccia dietro al massacro del g8? è troppo chiedere che un giornalista gli faccia anche qualche domanda seria e pretenda anche delle risposte serie?

Berlusconi sbugiardato in diretta dal Ppe
cerca di rimandare il voto per rimontare

“Avete bisogno di me”, dice il supertelecafone.
Chi? ma soprattutto, perché? 
Perché non si rassegna? 
tanto non ce lo mandano in galera, sono vent’anni che tutti – eccetto quei poveracci dei Magistrati – stanno lavorando per questo, per la sua serenità, perché non la pianta una volta e per tutte? ormai è stalking, siamo tutti un po’ stanchi di farci molestare da lui.

Basta, che si riportasse  pure via il pallone e la smettesse  di tormentarci.

Di contro però vorrei che berlusconi presenziasse anche alle previsioni del tempo, che strabordasse come un fiume in piena a rai uno, due, tre, quattro e cinque, italia uno e retequattro, canale cinque e cartoonito, che uscisse proprio fuori dallo schermo.

Solo per leggere ancora e ancora i commenti dei finti scandalizzati alla Giulietti per dire, che invece di prendersela con berlusconi, gasparri e romano che fanno quello che hanno sempre fatto cioè il padrone e i servi dovrebbe prendersela coi suoi compari di partito e sputtanarli vita natural durante. Ricordare agl’incapaci conniventi, ai complici del grande inciucio che una legge seria sul conflitto di interessi avrebbe impedito al bugiardo impostore di imperversare in tutte le televisioni, anche nelle sue, ché una tv generalista benché privata, commerciale, non è proprio per niente la casa privata del suo proprietario. E figuriamoci quindi le altre. Le regole le avrebbe dovute rispettare pure lui.
O la politica, o le aziende, o la corruzione, o la mafia o le mignotte: nei paesi normali e civili si fa così.

Da Benigni uso improprio della tv? Tornano gli editti

La Costituzione, che ridere
 Marco Travaglio, 19 dicembre

Bei tempi quando i governi cadevano in Parlamento, con un voto di sfiducia chiaro e limpido, così ciascun parlamentare ci metteva la faccia e i cittadini sapevano chi aveva votato come. Bei tempi quando chi voleva fare il presidente del Consiglio lo diceva apertamente, metteva insieme una coalizione di partiti che lo volevano al governo, e andava a cercarsi i voti (in Italia, non a Bruxelles) per verificare se i cittadini preferivano lui o magari un altro. Bei tempi insomma quando c’era ancora la Costituzione e l’Italia era una Repubblica parlamentare. Oggi, come scrive Marcello Pera su Libero (a questo siamo: a dar ragione a Pera), “la Costituzione è diventata un canovaccio per spettacoli comici”. Spettacoli eccellenti, come quello di Benigni. Dove però la battuta più riuscita non era una delle solite su Berlusconi, ma un’altra: “Quando la Costituzione entrerà in vigore, sarà bellissimo”. Sarebbe bastato insistere sul punto e ci sarebbe stato da scompisciarsi. Se uno legge ciò che scrivono i costituenti sui poteri del capo dello Stato, del presidente del Consiglio e del Parlamento, e lo confronta con quel che fanno Napolitano e Monti, deve concludere che delle due l’una: o sbagliano Napolitano e Monti, o sbaglia la Costituzione. È vero che già un anno fa B. se ne andò senza che il Parlamento l’avesse sfiduciato (il rendiconto dello Stato, pochi giorni prima, era passato solo grazie all’astensione delle opposizioni: la sua maggioranza alla Camera s’era ridotta a 308 deputati su un quorum di 316) e che anche nel ’94 si era dimesso un attimo prima che le Camere votassero le mozioni di sfiducia di Lega, Ppi e Sinistra. Ma, in entrambi i casi, c’era almeno la prova provata che i suoi governi non avevano più la maggioranza. Invece, che Monti non abbia più la maggioranza, è tutto da vedere. Non solo il Parlamento non l’ha mai sfiduciato, ma gli ha votato la fiducia per ben 50 volte in un anno con una maggioranza bulgara, mai vista nella storia repubblicana. E allora perché andremo a votare col cappotto, negli stessi giorni (metà febbraio) in cui lo scorso anno l’Italia sprofondava nella neve? Perché un tizio, tal Angelino Alfano, sedicente leader Pdl, il 7 dicembre ha detto alla Camera: “Consideriamo conclusa l’esperienza di questo governo”, garantendo il Sì solo alla legge di Stabilità. L’indomani Monti è salito al Colle e, senz’avvertire il Parlamento né i suoi ministri, ha comunicato che secondo lui quello di Alfano è un atto di sfiducia, dunque si dimetterà un minuto dopo l’approvazione della legge di Stabilità. Il presidente di una Repubblica parlamentare gli avrebbe risposto: “Bene, torna qui quando le Camere ti avranno sfiduciato”. O almeno: “Queste cose vai a dirle alle Camere, vedi mai che il Pdl cambi idea” (anche perché nel frattempo il padrone di Alfano ha fatto sapere che stima molto Monti, tant’è che lo vorrebbe premier del centrodestra anche nella prossima legislatura). Invece Napolitano ha preso per buona la personalissima interpretazione del premier e ha avviato consultazioni informali (ma solo fra i leader della maggioranza) per fissare le elezioni anticipate prim’ancora che venga approvata la legge di Stabilità e il governo si sia dimesso. Intanto il governo, che doveva limitarsi alla legge di Stabilità, vara in fretta e furia un decreto per dimezzare le firme necessarie alle nuove liste per presentarsi alle elezioni, compresa quella che forse, chissà, magari, lui ci sta riflettendo, Monti presenterà alle elezioni: un decreto (anche) ad personam, un autodecreto. Di tutto questo il Parlamento, e dunque i cittadini che esso dovrebbe rappresentare, sono all’oscuro di tutto. Devono andarsi a leggere i giornali, o guardarsi Unomattina. Perché Monti con i direttori del Corriere e di Repubblica e con Franco Di Mare ci parla: mica sono il Parlamento.