Lo stato biscazziere che con una mano dà e con l’altra toglie: mentre si inaspriscono leggi che trasformano tutti gli uomini in ipotetici mostri violentatori, assassini, meritevoli di un marchio perenne di disdoro sociale, si approva il decreto svuotacarceri per liberare chi delinquente lo è stato davvero e probabilmente tornerà a svolgere le sue attività consuete. C’è sempre un buon motivo per dispiacersi di essere nati in questo paese ridicolo e pietoso che è l’Italia.
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Prevenire è rieducare, Concita De Gregorio – La Repubblica
Questa non è una legge per prevenire né per educare ma per reprimere.
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Il decreto (“sicurezza”) repressivo su femminicidi e #NoTav

Mauro Biani
In questo paese c’è chi vuole, pretende ed esige una legge che dica che uccidere una donna deve essere più grave più grave di farlo ad un uomo.
Che pretende ed esige un diverso trattamento per lo stesso reato in base al sesso del colpevole.
Mentre non deve essere il genere della vittima a stabilire la gravità del reato ma il reato. E uno o mille non fa differenza.
Nei numeri, che vengono diffusi dalla malainformazione italiana a proposito di “femminicidio”, lo si è detto tante volte, viene inserito tutto, anche il figlio che ammazza la madre perché non gli dà i soldi per drogarsi: è “femminicidio”? no, però aumenta il bottino e viene usato anche quello per strumentalizzare l’emergenza che non c’è.
Questo è il risultato dell’aver insistito per pretendere una legge “ad donnam” di cui un paese normalmente civile non ha bisogno.
Le leggi contro violenze e omicidi [omicidi, non femminicidi] ci sono, bastava farle rispettare; il risultato dell’aver manipolato e orientato l’opinione pubblica diffondendo dati allarmistici in merito ad un’emergenza che stando ai numeri, alle statistiche europee e internazionali non è mai esistita.
In Italia dopo le donne ma per altri motivi, legati alla posizione sociale prima di tutto, gli omosessuali a cui si negano diritti normalissimi che tutti i paesi civili concedono si discrimineranno anche i morti ammazzati.
Sarà felicissima anche Laura Boldrini che si è fatta promotrice della norma contro il cyberbullismo, sacrosanto contrastare e punire con la legge le minacce e lo stalking via web ma chissà perché finché le minacciate, molestate e perseguitate eravamo noi utentesse semplici di questo fenomeno non è mai fregato niente a nessuno e men che meno alla legge.
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Meno male che abbiamo questo bel governo delle larghe intese che pensa al nostro bene.
Come avremmo potuto fare senza una legge contro la violenza sulle donne con dentro, infilata un po’ come si fa con le cosiddette milleproroghe dove si può trovare l’incredibile, impossibile e inenarrabile, una norma che estenda il divieto di maltrattare e ammazzare le donne nei cantieri e allo stadio? questo, non sembra, ma è un governo all’avanguardia, previdente.
Le donne devono smettere di farsi picchiare e ammazzare da sconosciuti carpentieri, manovali, ultrà e continuare a farselo fare nel comodo e nell’agio delle proprie case da mariti, compagni e fidanzati professionisti.
Le leggi speciali sono leggi fasciste: un paese che ha una Costituzione che pone i cittadini allo stesso livello, che siano bambini, donne, uomini, omosessuali, lesbiche e trans e che specifica che la legge è uguale per tutti non ha bisogno di leggi pro o contro una fascia particolare di persone come in questo caso.
Questa legge fa schifo, è anticostituzionale perché discriminatoria, non tiene conto della volontà delle donne, le mette in una condizione di minorate incapaci di intendere e di decidere da sole, pone gli uomini a rischio denuncia anche per una banale lite come se ne fanno tante.
Una donna che ha vecchi rancori e contenziosi da risolvere con il marito/compagno può inventarsi la violenza e il maltrattamento, succede tutti i giorni, e adesso sbatterlo anche fuori casa [“alle forze di polizia viene data la facoltà di buttare fuori di casa il coniuge violento, se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna”].
Oppure, qualora la donna decidesse di ritirare la denuncia non lo può fare; un uomo resta marchiato a vita come col peccato originale.
Naturalmente quando si parla di “coniuge violento” è scontato che sia il marito perché noi donne no, non siamo capaci di violenze.
Questa è una legge infame concepita da vigliacchi che hanno voluto inserire in un contesto dell’altro che non c’entra niente come l’inasprimento delle norme contro gli attivisti No tav e sfido chiunque, anche la femminista più vetero a trovare un’attinenza tra il fenomeno della violenza sulle donne che comunque, vale la pena ripeterlo non costituisce nessuna emergenza sociale e le proteste di chi da anni sta solo difendendo il suo territorio da un abuso gigantesco, inutile e che serve solo a far arricchire i soliti delinquenti amici dello stato.
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E, a proposito di disuguaglianze:
Malcostume, mezzo gaudio
Marco Travaglio, 9 agosto
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Caro Presidente Napolitano, sono un barista di Capri multato e denunciato dall’Agenzia delle Entrate per qualche scontrino non battuto nell’ultimo blitz del 2 agosto. Mentre gli agenti del fisco irrompevano nel mio locale, stavo leggendo le cronache sulla condanna di Silvio Berlusconi per una frode fiscale da 7 milioni di euro, residuo di un’evasione da 360 milioni di dollari falcidiata dalla prescrizione.
E ci sono rimasto male, per la condanna ma soprattutto per la denuncia: gli avvocati del condannato e alcuni ministri del governo che ha disposto il blitz sostenevano che non si condanna chi ha versato all’erario miliardi, al cui confronto i 7 milioni dimenticati sono bruscolini, dunque B. è innocente. Ho provato a difendermi allo stesso modo, rammentando agli agenti del fisco che nella mia vita ho battuto migliaia di scontrini, al cui confronto quei 10 o 12 dimenticati sono quisquilie, dunque sono innocente. Ma non hanno sentito ragioni.
Uno ha pure fatto lo spiritoso: “Guardi che la modica quantità per uso personale vale
solo per l’hashish e la marijuana, non per le tasse”.
Però ho ripreso fiducia quando ho letto che Lei, appena condannato B., ha subito chiesto la riforma della giustizia (giusto: è scandaloso che qualche processo non vada in prescrizione). E che, appena Schifani e Brunetta sono saliti sul Colle a perorare l'”agibilità” del loro capo, s’è impegnato a “valutare e riflettere attentamente” come evitare che i gendarmi raggiungano pure lui per arrestarlo. Io sono un vecchio garantista e auguro al collega evasore tutto il bene possibile: se va bene a lui, buona evasione a tutti.
Malcostume mezzo gaudio, diceva il nostro Totò. Però un filo di risentimento verso chi evade e poi manda i blitz ai colleghi confesso di nutrirlo: sono cose che non si fanno, dài. Non vorrei che alla fine l’unico evasore beccato con le mani nel sacco (e che sacco!) a farla franca fosse proprio lui.
A quel punto m’incazzerei di brutto. Io non conosco Schifani e Brunetta e francamente non saprei chi mandarLe a perorare la mia agibilità. Posso chiedere a mio cognato di fare un salto al Quirinale. In alternativa Lei potrebbe passarmi il numero verde dell’Sos Colle per le vittime della malagiustizia: quello di Mancino, per capirci.
L’importante è che Lei “valuti e rifletta attentamente” anche sulla condizione mia e di quanti, come me, evadono e vengono beccati. Perché, come dice il viceministro Fassina, lo faccio per sopravvivere; e soprattutto, come direbbero Scajola e Ghedini, a mia insaputa. Non le dico la faccia che han fatto gl’ispettori quando ho provato a convincerli che mi stavano denunciando in base al teorema del “non poteva non sapere” che tanto male ha fatto all’Italia con Mani Pulite cancellando un’intera classe politica. Ho buttato lì anche il caso Tortora, che si porta su tutto.
E ho aggiunto che B. avrà pure avuto milioni di voti, ma anch’io mi sono candidato a presidente dell’assemblea del mio condominio e mi han votato tutti.
Apriti cielo!
C’è mancato poco che mi arrestassero: se non son finito subito al gabbio è solo perché li ho convinti — citando Corriere , Sole- 24ore e alcuni dirigenti Pd– che non è sportivo eliminare gli evasori per via giudiziaria: meglio batterli nelle urne. Infatti ho deciso di scendere in campo: tanto la legge Severino sull’ineleggibilità dei condannati era uno scherzo, vero? Non vorrei imbattermi in giudici come quell’Esposito che prima condanna Wanna Marchi e poi Berlusconi, dunque è prevenuto contro noi truffatori. Quello che legge il Fatto e Repubblica , e per giunta confessa di condannare i colpevoli: dove andremo a finire, roba da ricusazione immediata.
Confido molto nel ritorno all’immunità parlamentare, voluta dai nostri padri costituenti per proteggere dallo strapotere delle toghe chi froda il fisco e si rifugia in Parlamento. Ora La saluto, perché qualche scontrino devo pur batterlo, ogni tanto.
Ci vediamo alla Camera o al Senato: mi dicono che è pieno di colleghi.