Sottotitolo: la deriva della disperazione va sempre a destra.
Perché quando la gente è disperata non cerca il conforto nella riflessione, nell’intellighenzia tipica della sinistra, col pensiero intellettuale non si riempie il frigorifero: vuole soluzioni, e si convince che solo una politica autoritaria sia la soluzione.
Se i treni puntualmente e sistematicamente ritardano, la gente si convincerà che per risolvere il problema sia meglio qualcuno che somigli a quello che “quando c’era lui, anche i treni arrivavano in orario”.
E nel paese degl’ignoranti storici, degli smemorati, nel paese dove la sinistra ha abdicato alla sua funzione di reggere un sistema democratico con la politica dei diritti, del lavoro, dei valori condivisi, “quelli” così troveranno sempre ampi consensi.
E i treni, continueranno a ritardare.
MA
Non siamo in guerra.
Non c’è stata nessuna presa del palazzo da parte dei generali.
E’ giusto preoccuparsi, non abbassare la guardia, restare vigili ma soprattutto lucidi.
Restare vigili e lucidi significa non ingigantire i fatti di questi giorni, vuol dire esprimersi in base al contesto, non colorandolo di quell’immaginario con cui molti vestono le loro opinioni per affermarle, per tentare di renderle più credibili e vicine alla loro verità.
O, peggio ancora per dire che c’è un solo colpevole: i colpevoli sono tutti quelli che siedono nei palazzi.
E quelli che c’erano prima lo sono molto di più di quelli che ci sono entrati adesso, quelli che stanno solo approfittando del disordine.
Perché quelli di prima hanno avuto tempo e modi per evitare anche chi poi inevitabilmente avrebbe approfittato del disordine: quello che è mancato è stata la volontà di evitarlo.
La verità dei fatti non è mai demagogia, ed io non mi presterò mai al gioco di chi vuole farmi credere il contrario della realtà.
Noi che scriviamo in pubblico abbiamo delle responsabilità, cerchiamo di non dimenticarcelo.
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Tasse, diritti d’autore e smartphone più cari
Così il governo allontana internet dai cittadini
Questi sono più pericolosi dei forconi.
Perché sono quelli che impongono l’ignoranza, la repressione culturale per legge.
A Boccia non darei le chiavi di casa per farmi annaffiare il giardino quando non sono a casa. Qualcuno però gli dà la possibilità di nazionalizzare la Rete, di mettere l’embargo sulla libera diffusione in Rete come vuole la Carta dei diritti europei. La realtà è che continuano a volersi occupare di cose che gli sono estranee e che per questo temono, una su tutte la Rete. Questa smania della politica di allungare le mani sul web è irresistibile. Mentre le nazioni moderne hanno individuato subito nella Rete una risorsa loro, i nostri miseri politici italiani la vedono solo come l’unico ambito non controllabile e dunque da indebolire con ogni mezzo.
C’è solo da augurarsi che Boccia riceva in risposta la pernacchia planetaria che si merita. La nazionalizzazione di Internet ci mancava, e chi ci poteva pensare? naturalmente il pd delle larghe intese.
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CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA:
“Articolo 11
Libertà di espressione e d’informazione
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”
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Video I forconi: ora i militari, lo dice la legge
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Ci credono. Gli stracciamenti di vesti che ho visto in questi giorni nemmeno quando l’Italia ha perso i mondiali ai rigori. Tutti i preoccupati di una non legge che di fatto non toglie un centesimo agli amati partiti che sennò morirebbero di inedia poverelli, come se non avessero accumulato abbastanza soldi fino ad ora. Magari imparare a spenderli e non a bruciarli dopo averli rubati sarebbe già una soluzione per cui non serve nemmeno una legge.
Non ci ho dormito stanotte.
Pensavo infatti a quale legge e a quale Costituzione appartiene il codicillo che prevede la presa dello stato manu militari come ci ha riferito ieri l’illustrissima esponente dei forconi di Modena: la forchettona ha infatti detto che “in caso di scioglimento delle camere c’è una legge che istituisce una giunta militare per mantenere l’ordine fino a nuove elezioni”.
Perché io mica me la prendo con lei, qui ormai ognuno può dire quello che vuole: me la prendo con la giornalista che l’ha intervistata e che non ha risposto con la frase fatidica che tutto risolverebbe senza creare ansie e preoccupazioni ingiustificate: “scusi, ma che cazzo dice?”
Che, al contrario, stava lì ad ascoltarla come se avesse chissà quali cose interessanti da dire. Che ha trasformato in un’intervista seria il delirio di una sconosciuta ignorantona a cui bastava rispondere con la verità, e cioè che non c’è nessuna legge che prevede una scemenza simile, che, al contrario, la nostra Costituzione è nata esattamente per evitare uno scenario simile a quello descritto dalla scimunita di Modena, quello della dittatura, dell’uomo solo al potere, per impedire la formazione di qualsiasi regime repressivo. Perché la nostra Costituzione è antifascista, nata sulle ceneri di un paese demolito dalla dittatura fascista di mussolini, è stata scritta col sangue di chi è morto per liberare l’Italia dai nazifascisti. Ecco perché su quella Costituzione non possono mettere le mani i cialtroni dell’ultim’ora. Per toccare la Costituzione ci vogliono buone intenzioni, come quelle che avevano i veri Padri di questa sciagurata patria e le mani pulite.
Ecco perché me la prendo con Repubblica che su questa immensa idiozia ci ha montato perfino un video da far circolare, ché non sia mai l’Italia dovesse perdersi le elucubrazioni di una disagiata mentale.
Qui, più che l’occupazione manu militari si dovrebbe attuare una dis-occupazione, di politici cazzari, del giornalismo cazzaro che esalta il nulla, le balle, le finte riforme, la finta abolizione dei finanziamenti ai partiti con cui si sta facendo bello Letta in queste ore.
Perché se è vero che a tanta gente basta poco per andare dietro all’incantatore, all’illusionista di turno è anche vero che chi deve non fa nulla per la costruzione, per la diffusione di quella verità che renderebbe più difficile il progetto di demolizione della democrazia iniziato vent’anni fa, grazie a chi ha pensato che il più cazzaro [e delinquente] di tutti fosse una persona seria e affidabile, uno a cui dare la responsabilità di governare l’Italia.
Irresponsabili tutti, la politica che continua col giochino della presa per il culo e il giornalismo che ci sguazza.
Solo in un paese a maggioranza di imbecilli possono succedere queste cose. Le proteste vere sono quelle viste in Grecia, in sud America, in nord Africa.
Questa dei forconi è una barzelletta oscena.