Da: http://www.demopazzia.it/2012/01/17/caro-amico-tassista-notaio-onorevole-farmacista/
(E sarebbe corretto che anche altri che copiano precisassero di aver copiato, invece di postare cose sui propri blog spacciandole per proprie prendendosi pure i complimenti di quelli che ci cascano: la cosa più idiota che si possa fare in internet è questa, ma c’è chi il vizio non riesce proprio a toglierselo).
Caro tassista che dichiari 1000 euro al mese, che non si sa chi te l’ha fatto fare allora di comprarti la licenza a duecentomila e manifesti con questo cartello in mano, e da questo si capisce che testina di cazzo hai e sei forse c’hai pure ragione quando dici che la liberalizzazione dei taxi come la soluzione di tutti i problemi dell’Italia è un’ingiustizia.
Caro onorevole deputato che non arrivi alla fine del mese con i 16.000 euro di indennità, forse pure tu c’hai ragione quando dici che non è abbassandovi lo stipendio di qualche euro che se risolvono i problemi dell’Italia.
Caro farmacista che ti “tocca” ereditare un’attività dei cui servizi in molti vorrebbero poter fare a meno ma nessuno può, forse c’hai ragione pure te quando dici che non è liberalizzando il mercato delle farmacie che si risolvono i problemi dell’Italia.
Caro vescovo, che ti tocca stare una vita senza trombare (almeno ufficialmente), forse c’hai ragione pure te, quando dici che se la chiesa pagasse l’ici non ci farebbe più tutto quel bene che c’ha fatto in millenni di oscurantismo culturale.
Caro benzinaio che vendi la benzina manco fosse chianti, forse c’hai ragione pure te a dire che le liberalizzazioni non faranno calare il prezzo e ti metteranno pure sul lastrico.
Caro povero possessore di uno yacht da 19 metri e di un Cayenne, lo so che ti tocca fare gli straordinari in miniera per poterti pagare le rate di quell’unica soddisfazione che ti sei potuto concedere in una vita fatta di sacrifici e rinunce, forse c’hai ragione pure te quando dici che se ti ci mettono pure la tassa ti rovinano, te e tutti gli operai che lavorano nei cantieri e nelle fabbriche della Porsche per quel discorso dell’offerta e della domanda.
Caro amico notaio, della cui professione devo ancora riuscire a comprendere l’utilità, c’hai ragione pure tu quando dici che il lavoro è l’unica cosa buona che ti può lasciare tuo padre dopo averti condannato fin dall’infanzia alla certezza che avresti fatto quel mestiere, tanto che apponevi timbro e firma pure sugli scambi delle figurine alle elementari in cambio della merendina, e che non ce la possiamo prendere con voi, che in fondo siete solo 6000, che cosa vuoi che contino 6000 persone su una popolazione di 60 milioni?
Mò che ci penso, stai a vedere che il problema sono proprio io, io che vi sto ancora ad ascoltare invece che di venire in piazza a darvi fuoco uno per uno.
IO mi chiedo dove eravate simpatici amici, quando il governo che voi avete votato, si inventava la flessibilità spazzando via ogni garanzia per chiunque non fosse vostro figlio e noi scendevamo in piazza a prendere manganellate e lacrimogeni?
Dove eravate quando il governo giocava a sudoku con le nostre date di nascita e i contributi versati? Dove eravate quando Fiat, Omsa & Co. licenziavano e trasferivano gli stabilimenti all’estero?
Dove eravate mentre amichevoli poliziotti manganellavano studenti che in piazza chiedevano una scuola e una università più giuste ed efficienti anche per i vostri figli?
Dove eravate, piccole, amorevoli teste di cazzo, quando pur di non controllare i vostri negozi, le vostre attività, si cercava di dare la colpa della crisi a quattro disgraziati di immigrati, per esempio prendendosela con le “frutterie etniche” (sic!), i ristoranti cinesi o i negozi di kebab?
Ecco io non so dove eravate, ma so dove vorrei mandarvi: AFFANCULO, e per sempre.
p.s: non se la prendano quelli di cui mi sono dimenticata.
http://www.demopazzia.it/2012/01/17/caro-amico-tassista-notaio-onorevole-farmacista/