D’inciviltà e cose del genere

Barak Obama invece di parlare all’America con fare contrito dicendo fra l’altro un mucchio di sciocchezze a proposito di figlie sue che evidentemente non rischiano nulla essendo superprotette e controllate a differenza della gente comune, pregare, fare inutilissimi minuti di silenzio di fronte all’ennesima strage perché non fa una legge per vietare il possesso indiscriminato di armi? Michael Moore non ha insegnato niente, in America chi apre un conto in banca ha diritto a una pistola, fra un po’ le daranno con le tessere punti dei supermercati. Il folle non è quello che spara ma chi mette a disposizione di tutti armi senza controllo. E pensare che quegl’imbecilli della lega avrebbero voluto la stessa cosa anche qui e gente più imbecille di loro era perfino d’accordo.

Agli States invidio solo il fatto di avere una stampa e un’informazione davvero libere, lì sono i giornalisti che fanno saltare le ‘eccellenze’  quando sono tutt’altro che eccellenti,  non il contrario come avviene qui, per il resto, finché non sarà abolito l’obbrobrio dell’omicidio di stato fino all’ultima stellina e striscina non mi piacerà nulla di quel paese pieno di fanatici, bigotti e presuntuosi.

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Preambolo: come si permette Napolitano di definire “polemiche miserrime” le considerazioni a proposito del conflitto di attribuzione fatte, leggi e Costituzione alla mano, da costituzionalisti e giudici che hanno dimostrato di conoscere leggi e Costituzione meglio di lui che dovrebbe esserne il garante? Napolitano è padronissimo di difendersi in tutti i modi che vuole  ma non può dire che persone come Imposimato e Cordero, la sorella e il figlio  di Paolo Borsellino abbiano fatto qualcosa di miserrimo ricordando alla gente che le leggi e la Costituzione non si interpretano come piacerebbe ai lor signori, bindi compresa, ma si applicano.

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Ingroia lascia, accetterà molto probabilmente  un incarico prestigioso all’estero per conto dell’ONU perché  pare che altrove da qui  non considerino i magistrati pazzi, diversi dalla razza umana, cancro e metastasi: ecco, mandiamoli via tutti, poi quando fanno cose buone fuori dall’Italia qualcuno si vanterà che portano in alto il “buon nome” dell’Italia.  Farabutti miserabili.

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Sottotitolo: mi auguro che Olanda, Spagna, Portogallo, Svezia e Francia, per citare i primi paesi europei che mi vengono in mente, ci dichiarino al più presto guerra dopo essere stati definiti incivili da casini solo perché a differenza dell’Italia, paese DAVVERO incivile una legge che regolarizza legalmente anche le unioni omosessuali ce l’hanno. casini è un più che probabile alleato di bersani, buona fortuna al piddì, poi però non se la prendessero con Grillo, coi pokemon, i gormiti e con tutta la fantascienza possibile e immaginabile quando la gente non vota quel caravanserraglio di “anime diverse” preferendogli un movimento di principianti.

Perché la vera fantascienza. la vera cosa contronatura e incivile  è averci anche e solo pensato, ad un’alleanza con la faccia ‘bella’ di cuffaro.

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Casini attacca: “Nozze gay?
Idea incivile e violenta
E le adozioni abbrutimento”

(Si renderanno conto almeno di quanto sono RI-DI-CO-LI? io dico di no, altrimenti l’avrebbero smessa da quel dì.)

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Sto iniziando a ripensare alla teoria del “se capitasse a te”.

Non mi è mai piaciuto considerare qualcosa sulla base del personalismo: come quando succede qualche fatto di cronaca violento e ci si sente sempre dire dai ragionatori “di pancia”: “eh, dici bene tu, pensa se fosse stato tuo figlio.”

Ma ultimamente sono sempre più attratta dall’idea che certe cose si capiscano solo vivendole personalmente.

Tipo la mancanza di rispetto e la negazione dei diritti.

Ad esempio ritrovandosi per casa un figlio omosessuale o una figlia lesbica. E questo vale anche per casini.

La rivoluzione inizia a casa propria.

E se non lo capiamo tutti questo non sarà mai un paese completamente civile;  se ancora si tollera nel linguaggio comune che gli omosessuali vengano definiti “froci, ricchioni”  persone  “contronatura” e non gente che ha diritto di vivere i propri sentimenti e la propria sessualità nel modo che vuole significa che i figli delle persone che vengono ‘educati’ da gente così cresceranno con la stessa opinione.

E non usciremo mai da questa spirale di ignoranza.

La definizione “contronatura” è un abominio culturale creato ad arte per giustificare il rifiuto di comprendere e accettare qualcosa che, sebbene esista, non piace né si accetta; era più o meno la stessa bizzarra teoria di hitler che non potendo dire – allora non si usava il diBBattito – scempiaggini come la bindi e casini, parlare di inciviltà né di anticostituzionalità fu costretto ad adottare la “soluzione finale”, ovvero quell’olocausto che spazzò via milioni di persone fra cui anche gli omosessuali.

E non si può accettare nel modo più assoluto che una politica che agisce e opera nel terzo millennio in occidente abbia le stesse idee dei paesi più fondamentaliti e integralisti. L’Italia non è ancora, e per fortuna, una teocrazia, non lo è completamente, almeno.

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Non esiste il diritto all’adozione, non solo per gli omosessuali,  lo sappiamo fin troppo bene, altrimenti le coppie italiane non andrebbero a prendersi bambini da tutte le parti del mondo, a meno che non lo facciano esclusivamente per il desiderio di avere figli di altre nazionalità.

Conosco persone che sono andate a prendersi bambini in Brasile, in Russia,  con tutte le difficoltà che questo comporta tipo avere la possibilità di assentarsi per lunghi periodi dal lavoro nella fase che precede l’adozione vera e propria, una montagna di soldi che non tutti hanno.

Sappiamo benissimo che istituti e orfanotrofi italiani, perlopiù gestiti dal vaticano hanno tutto l’interesse a mantenere alto il numero dei residenti perché questo significa, ma che lo dico a fare?  ricevere molti soldi dallo stato.

Estendere, invece a più persone dunque anche agli omosessuali se lo desiderano  la possibilità di dare una residenza  a dei bambini,  quell’affetto e amore che  genitori naturali pur essendo rigorosamente eterosessuali come piace a questi  difensori delle tradizioni [solo sulla pelle degli altri naturalmente: mai sulla loro che possono tranquillamente avere più mogli, più figli con compagni/e diversi, divorziare, risposarsi, organizzare orge, sfruttare minorenni, avere amici mafiosi ed essere comunque accettati da una chiesa che in quel caso non la fa tanto lunga] non sono stati in grado di offrire sarebbe solo un gesto di civiltà; dunque qualcosa di irrealizzabile in questo paese ridicolo che, finché sarà gestito e governato da gente così miserabile,  omofoba e razzista  non diventerà mai un paese democratico, civile e moderno.

Capaci di tutto

Sottotitolo: I politici su cui gravano accuse di vicinanze strette, collusioni e connivenze con mafia e criminalità devono dimettersi, tornare ad essere cittadini comuni e aspettare che la giustizia faccia il suo corso.
Il parlamento non è la succursale delle patrie galere, la suite dove trascorrere serviti e riveriti, con la pretesa di essere pure rispettati in virtù del ruolo il decorso di un processo.
Pensare di potersi continuare a nascondere dietro l’immunità, proteggersi con leggi e leggine fatte in fretta e furia per fare in modo di difendersi non NEI processi ma DAI processi e aspettare, da parlamentari regolarmente stipendiati dai contribuenti i tre gradi di giudizio che potrebbero significare quindici, vent’anni durante i quali scatta quasi sempre l’opportuna prescrizione è disonestà fraudolenta.
Un’ammissione di colpevolezza.
Solo così è possibile evitare quella che molti definiscono ‘guerra’ fra poteri, conflitto fra Magistratura e politica ma che in realtà non è niente di tutto questo.

La vera riforma della Giustizia non consiste nel processo breve o morto [nel senso che non si farà mai] che interessa berlusconi, nell’allungamento e nell’accorciamento dei tempi di prescrizione a seconda delle sue esigenze, che anzi dovrebbe essere proprio abolita affinché un processo che inizia possa anche finire con una regolare sentenza, ma significa fare in modo di  non dover aspettare anche  venti, venticinque anni per la conclusione dei processi.

 “La politica antimafia siciliana è stata soprattutto una politica di contenimento della mafia. Anzi, è stata una politica di salvaguardia della classe dirigente, che ha paura di finire come Lima. Così, spaventata, la classe dirigente delega, e manda avanti Falcone e Borsellino. Che però diventano più pericolosi dei mafiosi, per loro. Ecco perché non sono arrivati fino in fondo”.

“Il rapporto tra mafia e Stato non è mai stato una guerra tra guardia e ladri: è una mafia che ha avuto dei rapporti permanenti con la classe dirigente e in questa ricontrattazione ogni tanto la mafia batte i pugni sul tavolo e quando succede lo fa a colpi di bombe”.

[Antonio Ingroia]

‎”Bisogna trarre le dovute conseguenze dalle vicinanze tra politici e mafiosi, che non costituiscono reato, ma li rendevano inaffidabili nella gestione della cosa pubblica. Questo giudizio non è mai stato tratto perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza. Il solito giustizialista grillino? No, Paolo Borsellino.

Il 19 luglio, i politici rimangano a casa a meditare”.

[Marco Travaglio]

“Vent ‘anni fa non ci lasciammo intimidire”.

[Giorgio Napolitano]

Spiacente, caro presidente, perché a noi quaggiù risulta altro. Ci risulta che lo stato si fece intimidire eccome, invece, e che è stato fatto parecchio per rendere la vita facile a chi con la mafia, le mafie ha avuto molto a che fare.
Non si può stare “umanamente” vicini ai mafiosi (come casini per esempio) e “fisicamente” dentro il parlamento (come casini, per esempio).
E come ho scritto ricordando Falcone se il ricordo non viene accompagnato con le azioni non serve a niente, è stato perfettamente inutile riempirsi la bocca ogni anno da vent’anni ricordando gli Eroi mentre nel frattempo nulla si faceva per non rendere vane quelle morti, semmai ci possa essere una qualche utilità nella morte orribile di uomini e donne perbene.
E proprio lei, presidente Napolitano, ha nominato ministri Saverio Romano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e Aldo Brancher che era stato appena condannato a due anni per ricettazione e appropriazione indebita. E non ha mai rimesso la penna nel taschino, neanche di fronte a leggi che definire oscene e antidemocratiche è dire poco e che poi la Corte ha dovuto respingere perché manifestamente incostituzionali.
Nicola Cosentino è stato salvato dalla galera grazie al voto compatto di chi davanti agli altari dice di voler combattere le mafie ma poi per mandare in galera un delinquente ci vuole un parlamento “libero di coscienza” che decida se un mafioso, un camorrista, ci deve andare o no.
Questo è potuto accadere perché lo stato, quello che non si lascia intimidire, non è mai stato in grado di opporsi con fermezza alle richieste dell’impostore della politica. E, nel frattempo che il delinquente abusivo, l’amico dei mafiosi  faceva scempio di leggi e regole democratiche pro domo sua e dei suoi amici di merende e bunga bunga qualcuno voleva convincerci, e lo fa ancora, che l’unico modo per sconfiggere il malaffare nella politica è il voto democratico, ma ci hanno impedito pure quello grazie a una legge che ha ridotto la politica ad un affare privato fra segreterie di partito e amici, parenti e conoscenti.
Le cosiddette regole democratiche che permettono a dei condannati anche con sentenza passata in giudicato di restare in parlamento le hanno confezionate su misura i molto onorevoli parlamentari.
Forse perché si conoscono molto bene fra loro?
In nessuna democrazia infatti sarebbe stato consentito a una persona con svariati capi di imputazione pesantissimi di diventare presidente del consiglio perché l’altra opzione per lui sarebbe stata San Vittore.
E, a cascata, non sarebbero mai dovute accadere anche un mucchio di altre porcherie fra cui “ruby è la nipote di mubarak”: il primo caso di alto tradimento da parte dello stato e archiviato come una burletta su cui farci anche delle battute di spirito; i 314 traditori dello stato sono ancora tutti in parlamento.
Ed è troppo facile oggi, per calmare le acque e tentare di arginare il malcontento che, unito alla crisi può trasformarsi davvero in un mix micidiale, ventilare ipotesi di nuovi terrorismi, instillare nuove paure ma poi all’atto pratico non fare nulla per mettere al riparo e al sicuro  lo stato da nuove “tentazioni eversive”.
Perché a nessuno piace farsi intimidire: neanche a noi.

Chi portò Cuffaro in Parlamento? Casini, che disse, dopo la condanna, “rispettiamo la sentenza, ma non rinneghiamo l’amicizia”.

Marco Travaglio prova a delineare il perimetro d’azione dei mafiosi nelle loro relazioni parlamentari. Passando dal leader Udc a Berlusconi, fino ad arrivare all’immancabile Giulio Andreotti.

E intanto Alfano parla del Partito dell’onestà.

Schifani a Rosy Mauro: “te ne devi andare, ne va del decoro del senato”.
Ecco: questo decoro del senato spiegato da Schifani, Rosy Mauro   non lo capisce.
(Marco Travaglio)

Capaci di tutto
 Marco Travaglio, 25 maggio

Tre anni fa, alla notizia delle indagini di Palermo, Caltanissetta e Milano sulla trattativa Stato-mafia e sui mandanti occulti delle stragi del 1992-’93, l’allora premier S.B. strillò terrorizzato: “So che ci sono fermenti nelle Procure di Palermo e Milano che ricominciano a guardare a fatti del ’92, ’93 e ’94. È follia pura e quel che mi fa male è che facciano queste cose coi soldi di tutti, cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene del Paese”. La prima gallina che canta è quella che ha fatto l’uovo. Ora, per fortuna, nel ventennale di Capaci e via d’Amelio, c’è un altro premier, Monti, che dice esattamente l’opposto: “Non esiste nessuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nella ricerca della verità: i pezzi mancanti vanno cercati fino in fondo”. Dunque, se le parole hanno un senso, il governo non aggredirà i pm quando depositeranno gli esiti delle loro indagini sulle responsabilità istituzionali nelle trattative che, anziché fermare le stragi, le moltiplicarono e incoraggiarono. Vedremo se i partiti che sostengono il governo faranno altrettanto, o replicheranno gli ennesimi attacchi e insulti ai magistrati antimafia (quelli vivi che, a differenza di quelli morti, non vanno mai bene a nessuno). L’altro giorno a Palermo c’era anche il presidente Napolitano che, insieme a parole di circostanza e di buonsenso sul rischio di un nuovo stragismo a partire da Brindisi, ha dichiarato: “Non ci facemmo intimidire vent’anni fa, tantomeno cederemo ora”. Eh no, presidente: se il livello di intransigenza che ha in mente lo Stato è lo stesso del 1992-’93, stiamo freschi. Non è affatto vero che “non ci facemmo intimidire vent’anni fa”: i politici e le istituzioni si fecero intimidire eccome. Com’è ormai noto a chiunque non abbia gli occhi foderati di prosciutto, dopo la sentenza della Cassazione (30 gennaio 1992) che confermò le condanne ai boss nel maxiprocesso, Riina decise di vendicarsi coi politici che non avevano mantenuto l’impegno di farli assolvere o comunque avevano tradito le aspettative. E stilò una lista nera, che comprendeva Lima, Andreotti, Mannino, Martelli, Vizzini, Andò e Purpura. Lima fu ammazzato il 12 marzo. Il 16 il capo della Polizia Parisi avvertì riservatamente della minaccia i politici in lista. Quel che accadde subito dopo non è dato sapere, ma immaginare sì. Sta di fatto che Riina risparmiò i politici, cestinò la lista e virò su Falcone (alla vigilia della prevista elezione al Quirinale di Andreotti, che si fece da parte). Facile ipotizzare che la trattativa sia partita prima di Capaci per risparmiare i politici dalla mattanza. Sicuro che entrò nel vivo subito dopo, con le prime avances dei vertici del Ros con Vito Ciancimino, trait d’union con Riina e Provenzano. Martelli lo seppe e fece avvertire Borsellino, che si oppose a ogni cedimento e fu tolto di mezzo. Sempre per salvare i politici. Molti fra questi si lasciarono intimidire e ancor oggi balbettano, si contraddicono, mentono e tremano. Pochi altri, Martelli e Scotti, tennero duro. Ma Scotti, al cambio di governo in giugno, fu impallinato dalla Dc e rimpiazzato con Mancino. Intanto Riina consegnava il papello con le richieste allo Stato per metter fine alle stragi. Nel dicembre ’92 Ciancimino fu arrestato e uscì di scena.
Nel gennaio ’93 fu arrestato anche Riina, forse consegnato da Provenzano, che inaugurò la linea del dialogo, mentre Bagarella e i Graviano preparavano nuove stragi per lubrificarlo. E lo Stato si calò le brache. A febbraio saltò anche Martelli, indagato a Milano. E il neo-guardasigilli Conso, mentre nuove stragi insanguinavano Roma, Firenze e Milano, tolse il 41-bis a ben 480 mafiosi in pochi mesi, come da papello. Le stragi s’interruppero, mentre i nuovi referenti politici della mafia marciavano su Roma, pronti a esaudire il resto del papello.

I colpevoli della vergognosa resa dello Stato a Cosa Nostra saranno presto, si spera, alla sbarra.

Centrosinistra?

Quello che ho è la certezza che in un paese normale la distinzione fra onesto e disonesto, fra stato e antistato deve essere chiara, forte, non può essere soggetta a nessun fraintendimento;  quello che invece so è che questo paese non sarà mai normale, perché non può essere normale un paese dove i responsabili – funzionari di stato –  di un massacro vengono promossi, gli vengono regalati avanzamenti di carriere;  non può essere normale un paese dove la gente si ammazza perché le viene negata anche la possibilità di appendersi a quella vigliaccata chiamata “speranza”;  non è un normale un paese dove chi per ruolo ed istituzione dovrebbe combattere le mafie pensa che chi ha fatto affari con le mafie debba essere premiato; non può essere normale  un paese dove la più grande preoccupazione del potere è quella di difendere se stesso minacciando di esercitare quel potere contro qualsiasi cosa, azione, persona non gli sia funzionale.
Un potere che, forse, ha cambiato faccia ma non le intenzioni.

Sottotitolo: antipolitica è chiamare le guerre missioni di pace, le orge gare di burlesque, è chiamare i caduti sul lavoro morti bianche. E’ dire che è sempre colpa del governo precedente, delle torri gemelle, della crisi mondiale, dello tzunami, delle toghe rosse, dell’euro, della Merkel, di Adamo ed Eva.
(Marco Travaglio)

“Il PD non è un taxi su cui chiunque può salire, se vuole, Grillo si faccia il suo partito e vediamo quanto prende”
(Piero Fassino, Luglio 2009)

Sulla prima parte di questa frase davvero lungimirante, possiamo ricordare Calearo, Binetti,  Rutelli, che quel taxi l’hanno preso con soddisfazione, visto che sono in parlamento con i voti di chi ha sostenuto il PD pur avendo successivamente cambiato mezzo di trasporto, senza pagare neanche la corsa.
Sulla seconda parlano i numeri e Fassino deve solo sperare che il ballottaggio di Parma vada bene per il PD altrimenti vince il premio Profezia Maya 2012.

          Il Comune di Battipaglia (Salerno), malgrado il parere favorevole della commissione Pari Opportunità, ha censurato questo manifesto da esporre oggi in città per celebrare la giornata internazionale contro l’omofobia. L’amministrazione di CENTROSINISTRA ha deciso di vietare la pubblicazione per non ledere il rapporto con il partito guida della coalizione, l’Udc (il partito dell’ultrà cattolico Casini, antiabortista, familydaysta divorziato). Se nel manifesto ci fossero state due lesbiche questi viscidi ipocriti del cazzo  l’avrebbero censurato?
Non c’è peggior omofobo di chi non vuol svelarsi.
Fronte duro contro l’omofobia, sempre.

Luciana Littizzetto racconta la parola “stronzo” a “Quello che (non) ho”.

Di tagli, di sprechi e di prese per il culo (post in progress)

Sottotitolo:

“I mafiosi stanno in parlamento, sono ministri, sono banchieri”
[Pippo Fava]

Povero Pippo: se l’avesse potuto dire oggi, tre giorni fa, sarebbe stato rimproverato perfino da Fiorello. Il quale si guarda bene dal parlare del suo ex datore di lavoro che un mafioso vero se lo teneva in casa.  O da casini, che ieri ha ammesso candidamente di andare regolarmente a trovare in carcere cuffaro condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia.
Ma già: questo è benaltrismo, non realtà dei fatti.

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Il governo: «Cittadini, segnalateci quali sono i tagli più necessari»

Istintivamente verrebbe da rispondere qualche testa inutile, però bisogna sempre dimostrare alla politica, tecnica e non, che i cittadini sono migliori di chi li governa.

E allora vediamole, un po’ di cose di cui questo paese può fare a meno senza soffrire.

Solo per fare qualche esempio si potrebbero risparmiare 20, 23 miliardi rinunciando all’inutilissima TAV;
dieci non comprando gli  inutilissimi F35;
seicento milioni dal ritiro della missione anch’essa inutilissima in Afghanistan;

cinque miliardi e mezzo di euro per dieci inutilissime navi da guerra;
svariati miliardi dall’azzeramento dei rimborsi elettorali;
altri bei milioncini equiparando gli stipendi parlamentari a quelli dei dipendenti pubblici;
pensioni parlamentari a 67 anni con metodo contributivo come i comuni mortali.

Molte migliaia di euro per l’altrettanto inutile parata militare del 2 giugno.

Ci sarebbe davvero l’imbarazzo della scelta.
Volendolo fare sul serio, s’intende.

Il governo Monti, la Trilaterale e l’esproprio della democrazia
Di Don Paolo Farinella per Micromega

Ora lo sappiamo da fonte autorevole e non smentibile. Il governo Monti è il frutto maturo per l’Italia della politica della Trilaterale, il cui presidente italiano, Carlo Secchi, guarda caso anche lui ex rettore della Bocconi  al Fatto Quotidiano in una intervista (26-04-2012 p. 9) dichiara, apertis verbis: «Noi della Trilaterale siamo contenti di Monti» e aggiunge che quando il presidente della repubblica Giorgio Napolitano incaricò Monti di formare il governo, essi [la Trilaterale] erano riuniti e appresero in diretta la nomina, godendone come gatti in calore. Egli chiama Monti Mario, «il nostro reggente europeo». Questo signore oltre che Trilaterale è anche consigliere di amministrazione di sei società, tra cui Mediaset. Come si può pensare che abbia un giudizio politico ed economico indipendente? Non può né lui né Monti, né il suo governo.

In una parola, senza colpo ferire questa gente ci ha espropriato non dico del nostro diritto alla sovranità democratica, ma anche dell’apparente diritto di sovranità. Se prima eravamo sequestrati dall’orribile e orripilante Berlusconi e suoi scherani, ora siamo totalmente derubati di ogni diritto e parvenza di dignità. Siamo governati da fuori, da gente che fa interessi altri e che è stata messa al governo per fare esperimenti di finanza per porre rimedio alla degenerazione democratica, eliminando parlamenti, con la complicità degli stessi, i sindacati, le opposizioni residue e fare tornare l’Italia, la Grecia, la Spagna, l’Irlanda e gli altri paesi europei allo «statu quo ante» 1900: per loro bisogna ritornare a prima della rivoluzione industriale, quando le masse lavoravano senza diritti e senza dignità anche 14/16 ore al giorno, bambini compresi per mantenere la casta e lorsignori.

Il governo Monti è un governo assassino, killer di professione e ignobile perché consapevolmente porta avanti una politica suicida nel senso che induce al suicidio coloro che hanno diritto a riscuotere dallo Stato che non paga e a cui lo stesso Stato per mano di Monti e delle sue leggi impone di pagare tasse di morte.

Il governo Monti aveva promesso un intervento deciso sulla gestione della tv pubblica, ma Berlusconi non vuole e Monti nicchia. Non ha ancora toccato una sola legge che sia una delle 39 porcate che un parlamento degenere e depravato perché a libro paga di padrone corrotto ha votato per beneficio del sultano che regna sul ciarpame dell’orrido e della corruzione. La ministra Severino sta facendo di tutto per salvare Berlusconi dalla galera a costo di distruggere tutto il sistema giudiziario: non una norma per migliorare la celerità, gli uffici, la funzionalità dei tribunali, ma solo ed unicamente ciò che serve a Berlusconi e ai suoi scagnozzi.

La priorità di questo governicchio non è la giustizia, ma le intercettazioni, non è il reato, ma il boss che deve essere salvato dalle conseguenze dei suoi reati. Le intercettazioni, pubblicate da Repubblica stanno mettendo in evidenza quello che sapevamo già: il degrado in cui un nano maledetto ha scaraventato la dignità di un paese intero che ancora lo appoggia e magari lo vedrebbe al Quirinale. Credo fermamente che per questo Paese non vi sia più speranza e se ancora un 20% inneggia Berlusconi e il Pd appoggia Monti, beh, che anche il Paese vada in malora e affondi nel fango che esso stesso produce.

Il governo dei tecnici che avrebbero dovuto «salvare l’Italia» hanno partorito il «supertecnico» Enrico Bondi, salvatore della Parmalat e di altre imprese di Stato. Siamo al paradosso delle comiche: i tecnici che hanno bisogno di un supertecnico ammettono semplicemente che sono o incapaci o falliti o le loro credenziali erano fasulle come la laurea della Gelmini e il diploma del Trota. Fra poco sentiremo che il governo dei supertecnici ricorreranno alle maghe e alle cartomanti, come già facevano Brezhnev, Reagan, Mao, Berluska. Ormai il ridicolo supera la fantasia. Vedremo cosa succederà per la Rai, vera preda di caccia e vero interesse del vero puparo ancora in pianta stabile: l’immondo corruttore e corrotto Berlusconi.

Il governo Monti ce la mette tutta per fare scoppiare una guerra sociale: vedremo le piazze invase dalle folle che vogliono pane; metteranno la tassa sul sale, sull’aria, sull’aceto e sull’insalata. I poveri saranno spezzati, mentre i ricchi e i grandi patrimoni non si toccano perché il governo Monti deve rispondere a loro dei propri misfatti. Potrebbe ricavare oltre 50 miliardi di euro se facesse un accordo con la Svizzera come hanno fatto Inghilterra, Germania e Svezia, ma no! Non si può, come si fa a tassare i poveri evasori che già fanno fatica ad esportare all’estero con costi aggiuntivi? I poveri sono già abituati alla fame, i ricchi penerebbero troppo.

Don Paolo Farinella

(2 maggio 2012)

Come se Erode fosse stato nominato primario di un reparto di pediatria

Sottotitolo: Il fatto che dei rappresentanti politici di sinistra (e mi si perdoni il termine “sinistra”) vadano in giro scortati come il contenuto dell’intero caveau di una banca (ops! ho detto banca?) dovrebbe essere qualcosa che fa riflettere.

 

Beppe Grillo – Tagli, ritagli e frattaglie

Si invocano i tagli e si imbarca un tizio che prende 32.000 euro di pensione al mese. E’ uno scherzo di Carnevale? Per le pensioni va applicato un tetto massimo di 3.000 euro. Sono più che sufficienti per vivere. Con il risparmio (valutabile in 7 miliardi di euro all’anno) delle mega pensioni, doppie e triple, dei vitalizi dei politici si apra un fondo per pagare i debiti che lo Stato ha con gli imprenditori che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno. Affidare un incarico al superpensionato Amato per contenere i costi è una dichiarazione di guerra a chi non riesce a mangiare con la sua pensione e dopo il taglio di 200 euro al suo misero reddito decide farla finita buttandosi dal terrazzo. I sacrifici, o li facciamo tutti, o non li fa nessuno! Ma questo, Rigor Montis non lo sa. Non capisce che senza esempi, occupandosi di ritagli e frattaglie al posto dei tagli e senza l’appoggio dell’opinione pubblica, è già finito. Che sarà travolto. Un ferrovecchio a cui i partiti cercheranno di attribuire le colpe per poi essere spazzati via a loro volta.

Quanti errori, professor Monti…

Ha sbagliato i conti sugli esodati. Si è lasciato intimidire dalle lobby. Ha promesso di mettere mano alla Rai poi si è tirato indietro. Ha imposto il ticket sanitario ai disoccupati poi l’ha tolto parlando di un refuso. Per non dire del gran casino sulle aliquote Imu. Era stato chiamato per riparare i danni dei politici, ma ora chi riparerà i suoi?

La proposta di ridurre le pensioni d’oro a cinquemila euro al mese (che per pannoloni e minestrine al formaggino son più che sufficienti, in questi infatti consiste l’allegra vecchiaia della maggioranza degl’italiani), non è stata gradita.

Come ha ben detto la Fornero, quello dei tagli ai costi della politica è un problema complesso.

Affamare i tre quarti della popolazione, portarli sull’orlo del suicidio e anche oltre il suicidio è stato, invece, un lavoro semplicissimo, quasi come fare finta di commuoversi davanti alle telecamere.

Basterebbe ammetterlo: dire “scusate, ci abbiamo provato ma non siamo stati all’altezza, anzi ci stiamo rendendo conto che i nostri interventi hanno solo peggiorato lo stato delle cose”.

Per occuparsi dei problemi del lavoro ci vorrebbe gente che il lavoro lo conosce, non questi tecnici arrivati dal mondo fantastico in cui tutto è stato dovuto,  meritato o i cosiddetti giuslavoristi tipo Ichino che – come nella migliore tradizione italica – non avendo mai fatto nulla in vita loro vengono chiamati ad occuparsi di problemi di lavoro.
Lo ha detto anche Revelli a l’Infedele: “questi signori che oggi pontificano e sostengono spesso l’insostenibile non possono e in alcun modo chiamarsi fuori, perché hanno fatto parte di quella politica che ha creato quei problemi che oggi la politica non sa risolvere”.

Già:  come se fino a ieri fossero vissuti tutti su Marte e improvvisamente qualcuno li abbia teletrasportati sul pianeta Terra località Italia.
Certo, è doloroso ammettere che la classe politica e dirigente degli ultimi vent’anni è stata un fallimento totale, ma qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di farlo prima che lo faccia la Storia;  quali sono e dove sono le grandi conquiste in fatto di diritti civili ottenute in Italia grazie ai governi che si sono succeduti in questi anni? oh, manco una legge sulle coppie di fatto, la più idiota che si poteva copiare dal resto del mondo sono riusciti a fare, dunque i diritti invece di averli estesi questa politica ce li ha tolti, ogni giorno un po’, e su quelli che ancora si riescono con fatica  a mantenere c’è sempre qualcuno che prova a rimetterli in discussione.
Ovviamente per il nostro bene.

 

Dacci (anche) oggi il nostro piccolo colpo di stato quotidiano

Preambolo: approvata quella porcheria del pareggio di bilancio.
 E che succederà quando per motivi ‘contingenti’ un bilancio non potrà essere pareggiato, sarà incostituzionale solo la disparità o finalmente sarà la volta buona che ce li toglieremo tutti dalle balle ‘sti incapaci traditori del popolo?
I signori della politica (tecnica e non) hanno letteralmente svenduto  la sovranità economica, fiscale e monetaria a un organismo straniero non eletto da nessun meccanismo democratico.

Sottotitolo: Belsito restituisce parte del bottino: quindi par di capire che per rifarsi una verginità basta riconsegnare il malloppo o anche e solo una parte di questo. Chissà perché il giudizio della gggente nei confronti dei ladri di stato poi non è lo stesso che dà a chi svaligia gli appartamenti, ruba i portafogli, scippa borsette per strada… cioè, questi rubano a mani basse, milioni, oro, gioielli, comprano case, ville con i nostri soldi,  se le godono e poi escono tranquillamente dalle loro case, vanno a dormire nei loro letti, quando escono il portiere e la servitù gli diranno perfino buongiorno e buonasera e non succede niente. E chissà perché quando rubiamo noi poveri mortali ci chiamano ladri e ci sbattono in galera, e un’altra volta ci pensiamo, prima di rifarlo, quando rubano i politici si chiama “distrazione” e grazie a tutte le loro immunità e agli eserciti di avvocati che possono permettersi (grazie a noi che li strapaghiamo) in galera non ci va mai nessuno e l’unica seconda possibilità che è stata concessa a molti di loro è stata quella di rubare ancora e ancora.

 Lombardia: Boni lascia, Formigoni raddoppia. L’anticorruzione non tocca la prescrizione. E la riformina dei “rimborsi”? Affossata.

Qualche esempio di rimborsi elettorali in Europa:

Regno Unito = 8 Milioni
Francia = 110 Milioni
Spagna = 130 Milioni
Germania = 133 Milioni
ITALIA = 400 Milioni

Visto che in qualcosa riusciamo a primeggiare? magari sempre nel peggio del peggio ma ahò, ognuno ha i suoi record, e se li tiene.
Qualcuno se ne vanta pure e li rivendica,  non faccio nomi ma solo iniziali: A, B, C.

Roberto Formigoni a L’Infedele:
“Anche Gesù Cristo ha sbagliato nello scegliere i suoi collaboratori.”
Già, solo non ci siamo con le percentuali, perché Cristo ne sbagliò uno su dodici, lo sgovernatore dieci su undici. E a Gesù fu concesso un unico mandato, non tre che durano da 17 lunghissimi anni.

Anche a me piace viaggiare in gruppo, mio marito non sarebbe andato nemmeno in viaggio di nozze senza “la comitiva”,  per convincerlo che il viaggio di nozze si fa in due ho dovuto faticare molto; però i viaggi che ho fatto (in gruppo e non) me li ricordo tutti. Questi politici ladri e cialtroni, invece, oltre a ritrovarsi case, soldi, ville ristrutturate a loro insaputa, viaggiano anche, a loro insaputa. Ho sempre considerato Formigoni uno dei più pericolosi, la politica più è vicina al vaticano, ai suoi annessi e connessi: compagnia delle opere, comunione e liberazione, opus dei (vero, Max? ufficiale e gentiluomo del papa, il comunista, altro che il gabibbo) e più danni fa.

Formigoni fu quello che disse, giurò e spergiurò, lui, e non solo lui, c’era anche l’ex ministro azzannapolpacci Maroni a tenergli bordone accusando e insultando Roberto Saviano in modo spregevole, che in Lombardia non c’erano nemmeno le infiltrazioni mafiose, e infatti non sono infiltrazioni, c’è proprio la dirigenza alta.

Speriamo che anche stavolta, come fu per berlusconi, la jattura del 17 funzioni.

Io non sono superstiziosa, ma stavolta faccio il tifo per chi ci crede: gatti neri di tutta Italia, armatevi a partite.

www.linkiesta.it

– Lei questo viaggio l’ha fatto o non l’ha fatto?
“Non so, non mi ricordo, dovrei consultare l’agenda…”
“Mi trovavo sullo yacht di Daccò perché era l’ottava stazione della via Crucis…” ^_^

(Maurizio Crozza – Ballarò, 17 aprile)

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Formi e Renato
 Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano, 18 aprile

I fan di Cochi e Renato non possono che apprendere con un velo di mestizia i particolari delle vacanze di Renato Pozzetto.
Che non fa più coppia fissa con Cochi Ponzoni, ma con Roberto Formigoni. Poi però, ascoltate le spiegazioni della nuova spalla di Renato, a tempo perso governatore della Lombardia, devono riconoscere che, per tempi comici, battute
folgoranti e costumi di scena, non ha nulla da invidiare al vecchio Cochi.
La questione è nota: secondo le carte della Procura di Milano, a Capodanno 2010 il Celeste andava in ferie tra Parigi e St Martin (Caraibi) non solo col fratello, la cognata, il segretario Perego (condannato per falsa testimonianza sul caso Oil For Food) e Pozzetto, ma anche col faccendiere Pierangelo Daccò e con l’ex assessore Antonio Simone, arrestati l’altro giorno per i fondi neri della Fondazione Maugeri. Entrambi ciellini e habituè delle patrie galere (il primo era appena uscito dal carcere per il crac da 1 miliardo del San Raffaele, il secondo era finito dentro già nel ’92 per Mani Pulite), fanno i facilitatori nella jungla dei fondi pubblici alle cliniche private anche grazie al poter spendere il nome del confratello Roberto. Risultato: 56 milioni portati in Svizzera a botte di fatture per consulenze mirabolanti, tipo quella volta ad accertare “le possibilità di vita su Marte”. Il minimo che Daccò potesse fare era pagare il conto dei voli e delle ville caraibiche. E la multiforme biografia di Formigoni si arricchisce ogni giorno di un nuovo mestiere: campione di scherma, membro (con rispetto parlando) dei Memores Domini ciellini con voto di castità incorporato e poi forse scorporato, vicepresidente (uno dei 14) del Parlamento europeo Dc ai tempi di Andreotti, dirigente del Ppi, sgovernatore di Lombardia da 18 anni e ora comico di sicuro avvenire. Ieri s’è detto “limpido come acqua di fonte” e ha ricordato che “anche Gesù sbagliò a scegliere qualche collaboratore” (sì, ma Giuda non era mai stato arrestato né condannato, quindi era più facile sbagliarsi). L’altroieri aveva dato degli “sfigati ” ai giornalisti del Corriere che avevano rivelato le sue ferie a sbafo. Sfigati perchè “io, come tutti gli italiani, faccio vacanze di gruppo” e loro no. Le vacanze di gruppo, per chi non fosse italiano, funzionano così: “Uno si fa carico dei biglietti perchè conosce l’agenzia, l’altro paga l’hotel, il terzo le escursioni, il quarto i ristoranti, poi a fine vacanza ci si trova insieme ed eventualmente si conguaglia”. E’ tutto spiegato nel Manuale delle Vecchie Marmotte: lui, mentre gli altri pagavano voli, alberghi, escursioni e ristoranti, portava le camicie a fiori e le cravatte a righe fucsia e marron per tutti, così gli altri si ammazzavano dalle risate e non gli chiedevano il conguaglio. In ogni caso, ha aggiunto il fine umorista, “verificherò se quel viaggio l’ho veramente svolto”. Chiederà un po’ in giro: sapete mica se ho veramente svolto quel viaggio a Parigi e poi a Saint Martin? Perchè lui non lo sa. Ieri La Stampa titolava: “Viaggi pagati, l’ira di Formigoni”. Ecco: appena ha appreso di aver viaggiato, per giunta a spese altrui, s’è incazzato come una biscia. Se scopre chi gli ha pagato le ferie, gli fa un mazzo così. In attesa di sapere chi gli scrive i testi (Pozzetto?), gli specialisti studiano questa nuova forma della sindrome “a mia insaputa”, ancor più preoccupante di quella che ha colpito Scajola, Malinconico, Rutelli, Fede e Bossi.
Due alternative.
1) Alla parola “ferie”, Formigoni cade subito in trance (ma c’è chi giura che sia proprio letargo).
2) Avendo paura dei voli, non solo non li paga, ma si fa ipnotizzare o anestetizzare all’imbarco. Lo risvegliano poi con comodo, al rientro, con una secchiata d’acqua purissima di fonte. Ma prima che riprenda conoscenza occorrono tempi lunghi. Il che spiegherebbe perchè al Pirellone si aggirano decine di soggetti con passamontagna, mascherina, calzamaglia, grimaldello, piede di porco e sacco in spalla, ma lui non nota mai nulla.
Il giorno che scopre come lo vestono, fa una strage.

E, per finire in bellezza:

Probabilmente di regolarizzare il mercato televisivo e informativo non ce lo chiede l’Europa, oppure sì? all’Europa si risponde solo quando c’è da tassare e tar-tassare i poveracci, quando c’è da fare le cose importanti, quelle che fanno la civiltà di un paese tipo fare una legge seria sui conflitti di interessi come c’è in tutti i paesi  NORMALMENTE civili – che non riguardano solo berlusconi – allora i governi  di tutti i colori possono sbattersene allegramente i coglioni.

Perché sennò silvio si arrabbia.

L’antipolitica sono loro

Sottotitolo: Monti: “Ho chiesto all’emiro del Qatar cosa scoraggia gli investimenti in Italia. Mi ha risposto: la corruzione”.

(Mavà? non è l’articolo 18, allora)

Preambolo:

Il bunga bunga della Minetti, travestita da suora

‘Lavitola voleva 5 milioni da B.’

Tangenti, elicotteri e fondi neri Gli affari dell’«uomo di Stato»

Ma quella zo…ticona della santanché che giurava e spergiurava in tivvù che quelle in quel di HardCore (e dintorni) fossero cene eleganti alle quali avrebbe fatto partecipare anche la nipote, se fosse stata invitata, non andrebbe incriminata al pari di mora, di tarantini e di tutti quelli che hanno retto e favorito il giochetto al  satrapo pervertito? ‘sta gente non è da condannare alla galera: è da internare a vita in una casa di cura. E con lei tutti quelli che hanno sostenuto e votato per questi distruttori di civiltà.

Ma mandiamocelo silvio al quirinale a rifarsi una verginità morale: il molto (poco) onorevole sottosegretario polillo, ex collaboratore di quell’anima candida di cicchitto, quello che invitano tutti in televisione, che ride molto non si sa bene perché, ce lo vedrebbe proprio bene.
E pure io, guardaunpo’.
Darebbe il colpo di grazia che si merita questo paese del cazzo.
Io ancora oggi mi chiedo perché un corruttore, un colluso con le mafie, uno che ha usato e pagato minorenni per le sue orge (ma eleganti eh?), uno che è stato riconosciuto dal mondo come un buffone, un delinquente, un criminale (ma che solo qui può spacciarsi per statista), uno che, grazie ai suoi comportamenti ha permesso che questo paese venisse deriso, irriso e considerato meno di niente debba avere ancora il titolo di ‘cavaliere’.
 Le parole sono importanti, in politica anche un gesto può contare. Napolitano non potrebbe risparmiarsi e risparmiarci qualche monito e fare un bel gesto concreto che forse aiuterebbe chi non l’ha ancora fatto, a capire la vera natura del personaggio? chiedo.

Alfano, Casini e Bersani
“Non abolire i rimborsi”

Vi abbiamo già detto NO col referendum, e la Littizzetto domenica sera da Fazio ha illustrato benissimo anche i NO nei riguardi di quei termini che casomai vi venisse in mente di usare per continuare a campare sulle spalle altrui. Il giochino dovrete pagarvelo da soli, visto l’uso scellerato che avete fatto dei nostri soldi che, a differenza dei vostri sono guadagnati in modo onesto.

Potevate pensarci TUTTI prima. Anche un governo imposto in ragione di una crisi che non è stata causata certamente dal popolo che però deve pagare i danni uccide la democrazia, ma questo Napolitano non lo dice, non lo può dire.

Se certi “difensori” della democrazia avessero osteggiato i razzisti ‘padani’ tanto quanto stanno facendo col movimento di Grillo oggi forse questo paese sarebbe un po’ meglio dello schifo inguardabile che è.
Ma la lega non era l’antipolitica, non era il qualunquismo e il populismo, non erano ladri, loro, no.
Non andava contrastata e isolata così come tutta l’Europa faceva coi movimenti razzisti, xenofobi.
Mentre Chirac preferiva perdere le elezioni pur di non allearsi coi nazisti di Le Pen qui avevamo il delinquente abusivo, l’impostore autoprestatosi alla politica per il nostro bene e dunque il suo che faceva risorgere la peggior feccia fascista nel silenzio generale: nessun monito per questo, nessun presagio di sventure.
Oggi ci parlano di antipolitica, che insieme allo spread è diventato il tormentone col quale spaventare le masse, la gente che ormai non ce la fa più nemmeno a pensare. Il terrorismo del nuovo millennio non ha bisogno di bombe e di brigate colorate, per intimorire e per uccidere basta molto meno: due parole, appunto.

La verità è che la colpa non è di Grillo, della Littizzetto che ha osato, da comica ma anche da cittadina qual è, ricordare che il no al furto e allo sperpero dei soldi pubblici nella politica era già stato ufficializzato con un regolare e democraticissimo referendum, non con un golpe di piazza, il problema di chi oggi blatera di antipolitica, di qualunquismo e populismo non avendo null’altro di più convincente da dire per intortare ancora la pubblica opinione è che quello che si dice con parole semplici, fra una risata e l’altra arriva nelle orecchie di tutti molto meglio di tanti discorsi seriosi, di moniti noiosi e di tante parole inutili dette dai cosiddetti addetti ai lavori. E la gente così capisce, cosa che in questo paese non si deve assolutamente fare per mantenere quello status quo che ci ha portati alla rovina, economica e morale. Il passo indietro, come dice Vendola alla fu gloriosa Unità non lo fa fare l’antipolitica ma tutte le brutture, l’illegalità che hanno potuto farsi strada grazie a chi avrebbe dovuto contrastarle ma non l’ha fatto perché non era conveniente per nessuno – nella politica – che in questo paese si smettesse di mafiare corrompere e rubare: tutti hanno la loro bella collezione di scheletrini negli armadi; anche Vendola non ha saputo sottrarsi alla tentazione di fare certe dichiarazioni dimostrando così di essere tutt’altro che quel nuovo che dovrebbe avanzare. Ma che invece, è già scaduto.
Di Grillo si estrapola e si evidenzia solo quello che torna utile per screditarlo.Delle centinaia di proposte utili, degne che ci sono sul suo sito non ne parla nessuno. Premetto che io non ho votato il suo movimento ma neanche per il piddì.

A me piace ancora la parola “comunista”, sulle schede elettorali, non la rinnego come hanno fatto certi leader per convenienza, opportunismo e quieto vivere.
Ma stavolta sarei quasi tentata di votare anch’io per loro.
Ci vorrebbe davvero una bella disobbedienza civile, che nessuno votasse più per la politica tradizionale.

Sarebbe meglio dell’astensione e delle schede bianche. Possiamo far capire ai cialtroncelli inciucioni arraffaquattrini che si può fare a meno di loro più che volentieri.
Senza soffrire, ecco.

D’Alema: ‘Grillo? Mix tra Bossi e Gabibbo’

Arrogante. Una sciagura per la sinistra, l’artefice principale dell’ascesa politica di berlusconi. La gente è più stufa di quelli come lui, di questi babbioni che occupano le poltrone da decenni.
L’arroganza di questo guastatore di democrazia è stomachevole.

L’ANTIPOLITICA SONO LORO

Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano, 17 aprile

Bersani è depresso e va capito. Provate voi a stare dalla mattina alla sera, qualche volta anche la notte, con Piercasinando e Alfano: un ménage à trois che stroncherebbe anche un bisonte. Te ne stai in poltrona a casa tua a leggerti un libro o a sentire un disco, e squilla il citofono: “Pierlu, sei in casa? Siamo Pier e Angi: che fai, ci apri?”. Esci per andare al cinema ed ecco i due stalker appostati sul marciapiede: “Che fai, vai al cinema senza di noi? Non s’era detto che si faceva tutto in tre?”. Vai al bar a farti una birretta per dimenticare, e rieccoli al bancone: “Ma che ci fai lì tutto solo? Chi non beve in compagnia è un ladro e una spia”. Porti i ragazzi al parco, e ti risbucano da dietro un albero: “Ehi ragazzi, vi spiace se ci uniamo al pic-nic?”.
“Ma no, prego, figuratevi. Ragazzi, salutate lo zio Pier e lo zio Angi”. Sempre, fra l’altro , col terrore che passi un elettore superstite e ti veda in dolce compagnia. Una vita d’inferno. “Dai vertici di maggioranza — confessa Bersani — usciamo sempre con qualcosa di cui non siamo contenti. Con Alfano su tantissime cose non mi trovo d’accordo “. Ecco, sono alleati nella maggioranza extralarge che sostiene Monti, vanno in giro come i tre dell’Ave Maria, anzi dell’Ave Mario, ma non sono d’accordo “su tantissime cose”. Su una però vanno d’accordissimo, anzi due: dei “rimborsi elettorali” non si taglia un euro e bisogna combattere l'”antipolitica”. “Se non la contrastiamo — dice il depresso — ci spazza via tutti”. E da cosa nasce l’antipolitica? Da un governo che continua a farsi le pippe sull’art. 18?
Dal trio ABC che partorisce aborti di “riforma” come quella elettorale, addirittura peggiore del Porcellum e già ribattezzata Porcellinum, o l’anti-corruzione che in realtà è pro, o la legge sui fondi ai partiti che non li abbassa di un euro? Da Penati che resta imbullonato alla poltrona di consigliere regionale? Dagli amichetti di Formigoni che arraffano milioni camuffati da “consulenze” e “progetti ” tipo “testare la resistenza umana su Marte”? Da Scajola che torna alla politica dopo breve quarantena per “portare al Pdl la mia freschezza e il mio entusiasmo” con una scuola “per la formazione di una nuova classe politica” a sua insaputa? No, per Bersani l'”antipolitica” è colpa degli “apprendisti stregoni che sollevano un vento cattivo”, cioè di Grillo.
Che, secondo Vendola, è portatore insano del “fiume sporco del populismo senza prospettive da offrire al Paese” (ma anche senz’avvisi di garanzia). E poi, chiosa Bersani, l’antipolitica è figlia della “cattiva informazione” che batte sul tasto dei soldi ai partiti senz’accorgersi che il problema è ormai risolto: “Le risorse ai partiti continuano a scendere e arriveranno a 145 milioni nel 2015″. Roba da mensa della Caritas. Intanto, nel 2012, stanno per arrivare 180 milioni che, con estremo sacrificio, si potrebbero “posporre”. Cioè intascare non a fine  luglio, ma a ferragosto, quando la gente è in vacanza e guarda altrove. Guai però a tagliare: si sa dove si comincia, non dove si finisce. Se molli di un euro, qualcuno ti chiederà di mollare di due, e non finisci più.
Specie se si scopre che con 180 milioni si potrebbe ripristinare il tempo pieno nelle scuole materne. O se si va a vedere come ha fatto il Pd a spendere i 200 milioni incassati dallo Stato in quattro anni, e anche di più, visto che è in rosso di 43 e senza nuovi rifornimenti chiude bottega. Basta andare sul sito per scoprire che il Pd usa i “rimborsi elettorali ” persino per partecipare al “Dopofestival di Sanremo” (versione democratica dei bonifici di Belsito per la rinoplastica di Eridano Sirio Bossi o per i diplomi e le lauree immaginarie del Trota e del Mosca). E che solo per viaggi, ristoranti e alberghi, nel 2010 il Pd ha speso 2.165.138 euro. Senza contare i costi sostenuti per organizzare l’imprescindibile convegno a Pollica su “La dieta mediterranea: patrimonio immateriale dell’Unesco”. Che, dopo tutte quelle mangiate, era proprio il tema giusto. Purtroppo la dieta non funzionò.

Nasce a Cortina il partito dei ladri

Sottotitolo: L’ispezione a Cortina NON l’ha promossa la guardia di finanza, che come sappiamo si è dissociata, come il sindaco, il parroco, e il “compagno” cicchitto ma l’agenzia delle entrate. Quella che applica ai comuni cittadini i sistemi di riscossione crediti della mafia.

Chiaramente Befera anziché cercare di applicare equità nella riscossione cerca di recuperare immagine con un cinepanettone ad uso dei cittadini. Riuscendo soltanto a dimostrare che si sa dove sono, chi sono, e quanto rubano gli evasori. Le lettere interne a Equitalia che stabiliscono che nel caso dei soliti potenti si può soprassedere sono sul web, il video della puntata di Report con brunetta che è stato esentato dalla sanzione col ritiro della pratica effettuato PROPRIO da Equitalia per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti, idem, ma non hanno suscitato alcuna reazione nella banda di grassatori, che si è preoccupata solo dopo le bombe, tentando il recupero con lo spettacolo. Della serie: non facciamoci fregare, perché chiunque abbia la possibilità di farlo usa i media e i mezzi di informazione come più gli conviene.

Il tema dell’evasione è complesso. Ci sono piccoli imprenditori e liberi professionisti che, tartassati come sono da balzelli e imposizioni di stampo medievale, se non evadessero qualcosa non riuscirebbero a mantenere la famiglia. Ma fatti i dovuti distinguo una cosa bisogna dirla chiara: c’è un pezzo importante della popolazione italiana che semplicemente non paga per egoismo, mancanza di senso civico o, addirittura, per spirito criminale. (leggi l’articolo di Peter Gomez sul Fatto Quotidiano)

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Spero che adesso la smetteranno di dirci che le manovre sono e sono state sempre e tutte necessarie, perché se controlli come quelli fatti a Cortina fossero stati la normalità e non un’una tantum dei giorni di festa (giusto per far dire l’ennesima cazzata al miserabile piduista) probabilmente questo paese non sarebbe ridotto così male. I soldi in Italia ci sono: basta andarli a prendere DOVE sono: non certo nelle tasche di pensionati e dei lavoratori a stipendio. Con buona pace dei finanzieri “discreti” di Cortina (il comandante della GDF di zona ha tenuto a precisare che loro non avrebbero mai e poi mai fatto un controllo fiscale durante le vacanze di Natale. Questo la dice lunga sulla connivenza che si crea fra le istituzioni e la gente ricca,  perché al poveraccio la cartella di Equitalia può arrivare anche il giorno del suo compleanno) e del parroco che lamenta “ristrettezze economiche”.

Compatisco quelli che parlano di invidia verso i ricchi, così come provavo pietà per quelli che parlavano di violazione della privacy quando iniziarono ad uscire fuori le storie delle festicciole eleganti del puttaniere brianzolo. Per capire che quelle non erano affatto questioni private ma l’indecenza elevata a sistema c’è voluto un po’: infatti molti non ci sono ancora arrivati e sono rimasti al “ognuno nel suo letto ci porta chi gli pare”. Questo significa non aver capito NULLA di quello che è successo in questo paese nella favolosa era di berlusconi.
E’ anche grazie a questo diffuso modo di pensare che le cose difficilmente possono cambiare in questo paese, perché si può anche capire (ma non giustificare) la quantità di gente che cerca in tutti i modi di difendersi la “robba”, anche quella ottenuta grazie all’illegalità e alla mancanza di seri controlli da parte del fisco (che, come abbiamo visto sa benissimo dove sono i soldi rubati alla collettività), ma resta difficile comprendere la difesa a oltranza di chi da questo sistema di sperpero (Rutelli, Casini & Co. che vanno in vacanza alle Maldive in resort da 2500 dollari AL GIORNO mappoi in televisione chiedono agli italiani comprensione e sacrifici) e furti (evasione fiscale) viene colpito nella stessa misura di chi almeno cerca di combatterlo.

IL FISCO IDEOLOGICO (Michele Serra)

I controlli fiscali a Cortina, a ridosso di Capodanno, saranno anche ispirati da “una concezione ideologica del controllo fiscale”, come dichiara il socialista (risate!) Cicchitto. Ma si dà il fatto che gli eventuali pregiudizi “ideologici” sono stati clamorosamente confermati dai risultati. Centinaia di auto di lusso erano intestate a persone che dichiarano 30.000 euro all’anno. A Cicchitto basterebbe fare due conticini elementari per capire che qualcosa non quadra. E, con ogni evidenza, se la Guardia di Finanza ha gettato le reti proprio a Cortina, e non a Igea Marina, è perchè ogni lavoro ben fatto porta ad ottimizzare i risultati. Nei Paesi civili, dove per evasione fiscale si finisce in prigione, a nessuno viene in mente di strillare contro il Fisco Ideologico e lo Stato di Polizia.

Quanto all’ideologia, se in questo Paese esiste una politica punitiva contro chi produce reddito e contro i benestanti, questa politica vede come protagonisti incontrastati gli evasori fiscali. Posso certificarlo proprio in quanto benestante: mi vedo circondato da persone che pur dichiarando un reddito dieci volte inferiore al mio, hanno un tenore di vita dieci volte superiore.

Li considero nemici dello Stato e miei personali.

L’ex ministro Brunetta non paga la tassa rifiuti: Equitalia sospende la pratica.

Il giorno dopo

Sottotitolo: Un governo che non sa garantire l’ordine e la sicurezza di una manifestazione autorizzata e pacifica nella propria capitale, che non sa prevedere e prevenire quello che tutti noi avevamo temuto, che permette a centinaia di professionisti dello sfascio di arrivare tranquillamente lungo il percorso annunciato della sfilata addirittura con “uniformi nere e maschere antigas” dovrebbe dimettersi, invece di tentare di strumentalizzare le operazioni di questi spaccavetrine.
(Vittorio Zucconi, 15 ottobre 2011)


Naturalmente per capire (e ammettere) quello che è successo ieri bisogna esserci come dire? portati. Quel tanto che basta  per non scendere al livello infimo dei servi di questo potere criminale. Bisognerebbe smetterla di pensare di vivere in un paese normale. Pensiamo a cosa starebbe succedendo in queste ore se Napolitano, anziché stigmatizzare i cattivoni delinquenti con osservazioni degne del peggior qualunquista ignorante avesse detto che la responsabilità di quel che è successo ieri, come dieci anni fa e come decine di altre volte è di un governo incapace, inadatto a gestire i grandi eventi e che per questo (e molte altre cose), deve andare a casa; perché negli altri paesi, quelli sì, normali, non è successo praticamente nulla. E che comunque, qualche vetrina rotta, qualche macchina bruciata non possono mai essere paragonate alla gravità di quel che succede quando ogni giorno ci sono diritti che vengono negati.

Se in un qualsiasi Paese al mondo dove ieri si sono svolte le manifestazioni degli indignados fosse successo la metà di quello che e’ successo ieri a Roma il governo di quel Paese sarebbe stato messo sotto accusa e il suo ministro degli Interni obbligato a dimettersi.

Qui, invece, è il governo a fare la vittima e, grazie a giornali e tv al servizio del premier, a fare il lavaggio del cervello agli italiani. E l’opposizione – come al solito – non sa approfittare della situazione. Anzi, batte in ritirata e , invece di richiedere a gran voce le dimissioni di Maroni, balbetta scuse e si affretta, tutta tremante, a dissociarsi dai delinquenti.

E quando è mai successo nel mondo che devono essere le opposizioni a doversi dissociare dalle violenze di una manifestazione? In un Paese normale dovrebbe essere il governo a doversi difendere dalle accuse delle opposizioni. Qui, nel Paese di Patonzia, avviene il contrario.

Quando ci sono state le rivolte nelle banlieues francesi i media hanno accusato il governo o le opposizioni? E quando è stata messa a ferro e fuoco la periferia di Londra è stato accusato Cameron di non saper gestire l’emergenza o le opposizioni?

Deve essere il governo a dimostrare che non c’è stata INCAPACITA’ nel gestire la situazione. O, fatto di gran lunga più grave, deve dimostrare – qualora le opposizioni lo mettessero con le spalle al muro con documenti video o fotografici – che non c’è stata CONNIVENZA.

Invece, da oggi assisteremo – chissà per quanti giorni – ad un’opposizione tremebonda e impaurita che si difende e a un governo che non esiste più nel Paese che attacca su tutti i fronti. Ecco cosa scrive “Il Giornale” oggi: «A settembre Di Pietro sentenziava: “Se Berlusconi non si dimette, ci scappa il morto”. Nelle scorse settimane tutto il centrosinistra ha sposato la battaglia degli indignados. Vendola: “La politica stia zitta e ascolti”. Ecco chi ha contribuito a scaldare gli animi dei giovani indignati». Quale migliore occasione per far dimenticare la maggioranza di 316 voti, la compravendita di deputati e senatori, l’art.1 del rendiconto finanziario, il processo breve e la legge-bavaglio?

E poi ci stupiamo ancora se il Maiale ci governa da vent’anni?

DUE ULTIME CONSIDERAZIONI
Prima considerazione. Anche ieri il Presidente Napolitano ha perso l’ennesima occasione per stare zitto. Ha parlato di “inammissibili violenze”. Una frase banale, buttata giù solo per il gusto di dire qualcosa. Immaginate, invece, una frase del tipo “inammissibili mancanze da parte di chi doveva vigilare” quali e quanti problemi avrebbe creato alla maggioranza di governo e, soprattutto, quale contributo avrebbe dato ad una giusta visione delle cose. Ma tant’è.
Seconda considerazione. Definirsi “indignados” e organizzare una manifestazione di quella portata senza avere un servizio d’ordine proprio equivale – in un Paese dove le teorie di COSSIGA hanno fatto scuola – ad andare incontro ad un “suicidio”. Che quello che è successo ieri a Roma serva da monito per il futuro. Non si può e non si deve giocare con la vita delle persone.

(G.Salerno)

Roma, 15 ottobre 2011: missione compiuta

Sottotitolo: Se fossi nei trombettieri del governo, andrei molto cauto nell’approfittare di questa catastrofe, come ha fatto puntualmente il solito TG1, seguito poi dallo stesso Berlusconi con un comunicato ridicolo e offensivo, nel quale esalta proprio quelle forze dell’ordine alle quali il decreto stabilità appena varato dal Consiglio dei Ministri ha tagliato 60 milioni di Euro. Un governo che non sa garantire l’ordine e la sicurezza di una manifestazione autorizzata e pacifica nella propria capitale, che non sa prevedere e prevenire quello che tutti noi avevamo temuto, che permette a centinaia di professionisti dello sfascio di arrivare tranquillamente lungo il percorso annunciato della sfilata addirittura con “uniformi nere e maschere antigas” come dice una trafelata inviata del TG1 che si crede di essere a Kabul, dovrebbe dimettersi, invece di tentare di strumentalizzare le operazioni di questi spaccavetrine. Soprattutto se nello stesso giorno in nessun’altra capitale del mondo – nessuna – dove si sono svolte manifestazioni simili è accaduto nulla di lontanamente simile. Come ha detto il corrispondente da Londra dello stesso TG1, Antonio Capranica, correttamente informando e involontariamente mettendo in stato d’accusa la città e il governo italiani, “Londra non si è fatta trovare impreparata”. Roma invece sì. Completamente impreparata, nella più benevola delle ipotesi. E Roma chi è, se non chi amministra la città e governa la nazione?

(Vittorio Zucconi)

 

Il metodo è sempre lo stesso, dal ’68 ad oggi le teste di cazzo che programmano certi  giochetti non hanno fatto nemmeno un corso di aggiornamento. Chi conosce un po’ la storia di questo paese ricorderà  le strategie di Cossiga: se una manifestazione è pacifica, bisogna farla diventare violenta (con ogni mezzo). Col risultato che tutti ricorderanno le violenze  di pochi e non le ragioni per le quali migliaia di persone   stavano manifestando. 

Sono mancati solo un estintore e il morto, mi pare che il copione sia stato rispettato in pieno. Ma questo può capitare solo in un paese senza memoria. Sentire quei luridi che parlano di rigore, di pene severissime, sentire alemanno, un ex picchiatore,  fascista, dire che oggi solo Roma si è distinta per gli atti violenti dopo che tutto il mondo ha già visto bruciare Parigi, Londra, la Grecia fa semplicemente vomitare.  I disordini di oggi hanno avuto la stessa regia di quelli del G8 di Genova: quelli che non lo capiscono né lo ammettono e parlano delle violenze dimenticando i motivi che oggi hanno portato milioni di persone nelle piazze di tutto il pianeta  sono solo dei miserabili.

Il Metodo Kossiga: si manda un pugno di persone (perfettamente addestrate all’uopo) a seminare distruzione in maniera scientificamente pre-programmata; quando il casino è al massimo, si manda la polizia a manganellare le persone che stanno manifestando pacificamente. E’ la stessa cosa che è successa a Genova nel 2001 al G8; era successa sei mesi prima a Napoli ed è successa centinaia di volte. Ed anche questa volta. Con la polizia che, con la scusa di colpire i black bloc, colpisce chi non c’entra. (Aldo Vincent)