Preambolo: Nei paesi un po’ più seri dell’Italia tipo la Germania, sventolare una svastica o alzare il braccino significa vedersi allacciare un bel paio di manette ai polsi.
L’Italia è una repubblica nata sui valori della Resistenza e dell’ANTIFASCISMO. Le pagliacciate si possono fare nelle case private, se si vuole. Se non se ne può proprio fare a meno. La Germania ha mille difetti, centomila, ma dei suoi errori ha fatto tesoro. E ha chiesto ripetutamente scusa per mezzo dei suoi governanti.
Quello che succede qui riguardo al fascismo non potrebbe mai accadere da loro per il nazismo, qui qualcuno vorrebbe intestare piazze e vie ad Almirante, editore del famoso giornalino della razza, a Berlino nessuno penserebbe ad una via per Goebbels. Impedire ad un fascista di propalare il fascismo è l’equivalente, o almeno dovrebbe esserlo, di impedire ad un assassino di armarsi e andare ad ammazzare qualcuno.
Impedire un REATO non viola nessun articolo di codici e Costituzione.
Qui la favoletta della libertà di espressione intesa come piacerebbe a qualcuno c’entra come il pecorino sulla macedonia.
E’ questa la differenza, ed è questo messaggio che arriva dalle istituzioni tedesche, non che ognuno può fare quel cazzo che vuole nelle strade, nelle piazze o far credere che casa pound sia un’associazione benefica e culturale.
L’ho scritto tante volte e lo ripeto: questo è un paese morto, perché è troppo pieno di gente che rinnega la sua storia, a partire dalle Istituzioni che dovrebbero promuovere i valori che ci hanno lasciato altre generazioni tutti i giorni.
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Sottotitolo: cito da wikipedia. L’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione“), anche detta Legge Scelba, che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista», oppure da chiunque «pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». E’ vietato perciò la ricostruzione del PNF e del Partito dei Nazionalsocialisti (ovvero quello Nazista). Ogni tipo di apologia è denunciabile con un arresto dai 18 mesi a 4 anni
La “riorganizzazione del disciolto partito fascista”, già oggetto della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, si intende riconosciuta (ai sensi dell’art. 1 della citata legge) «quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista».La legge prevede sanzioni detentive per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa[1]. La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici[1].
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Isernia, Bella Ciao
per contestare
neofascisti: condannati
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In Italia è PROBABILMENTE vietata la ricostituzione di associazioni che richiamino al ventennio fascista ma è SICURAMENTE proibito contrastare il fascismo, solo qualche mese fa in occasione dei funerali dell’ex sindaco di Latina fu organizzata una cerimonia in perfetto stile repubblichino, con tanto di fotografie del duce e vessilli fascisti intorno alla salma del defunto; sull’orrenda sceneggiata vigilavano dei carabinieri, quegli stessi carabinieri che avrebbero dovuto impedire quel teatrino non per questioni di gusto ma semplicemente perché violava la legge.
E sempre solo qualche mese fa un prete si è rifiutato di commemorare Peppino Impastato in una chiesa mentre in altre chiese si tessevano lodi alla memoria di mussolini.
Nessun procedimento disciplinare per questo giudice di Isernia che per giustificare la sua azione applica un codice inserito nientemeno che nel Regio decreto, dunque del periodo antecedente alla stesura della nostra Costituzione che vieta le apologie del fascismo? nessuna ispezione del ministero? sono capaci solo di farlo quando si vanno a toccare i piani alti della politica per questioncine irrilevanti come la trattativa stato mafia? l’antifascismo non è più un valore, presidente Napolitano? il 25 aprile ci mettiamo a battibeccare coi comici a distanza, a parlare di demagogie, antipolitica e anche questi sono i risultati.
Mettiamo fuori legge l’antifascismo e non se ne parli più.
Ma che è ‘sta moda di contrastare il fascismo? non è bello, non si fa.
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Perché mi piace essere fuori moda, e da oggi anche fuori legge, se la legge è quella che condanna l’antifascismo.