Il fu venerabile eversore

Sottotitolo “extrapost”: se si mette uno come Tronca, anzi proprio Tronca a fare le veci del sindaco non ci si può stupire se festeggiare il capodanno non rientri nelle sue priorità. Non ha le physique du rôle, ecco.
Leopoldo VI vuole le Olimpiadi a Roma, Montezemolo che le deve organizzare già si fa le pippe e Tronca dice che non ci sono i soldi per il capodanno a Roma?  Tutta questa propaganda al “non abbiamo paura” e poi a capodanno si spengono le luci a Roma?
Un anno di giubileo sì e il capodanno no?
Cialtroni, sono solo dei cialtroni.

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“Con la Loggia P2 avevamo l’Italia in mano”, è morto l’ex “venerabile” :

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venerabile

“Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo.
Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore.
La giustizia, la tv, l’ordine pubblico.
Ho scritto tutto trent’anni fa”. [Licio Gelli, 28 settembre 2003]

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Morto Licio Gelli, capo della loggia massonica P2
Dal fascismo alle stragi, vita di scandali e misteri

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•IL “PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA” DELLA P2 CON I COMMENTI DI MARCO TRAVAGLIO

•DALLA STRAGE DI BOLOGNA AL CRAC DEL BANCO AMBROSIANO: LE INCHIESTE CHE HANNO COINVOLTO IL VENERABILE DELLA P2

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Se Licio Gelli da vivo voleva i diritti d’autore  per l’Italia di berlusconi dopo le “riforme” di Renzi e della Boschi fra le quali l’abolizione del senato: lo stesso obiettivo che fu prima di mussolini poi proprio di Gelli nel piano di rinascita adesso che è morto toccherà fargli il monumento, a imperitura memoria di chi ha fatto l’Italia. Garibaldi je spiccia casa.  Gelli ormai era considerato uno statista, un autorevole opinionista da intervistare, già il nomignolo di venerabile, ovvero uno che dovrebbe incutere rispetto addirittura in odor di santità dovrebbe significare qualcosa. I golpisti di ieri iscritti alla loggia sono diventati “faccendieri” e sono ovunque, un aggettivo neutro che non tutti capiscono e che non  significa niente.

Perfino la morte schifa l’infamità e vuole averci a che fare il più tardi possibile, ecco perché l’erba cattiva “non muore mai”. Oggi gli eredi della politica di ieri ma anche di questa più recente sono in lutto. E’ morto il loro principale ispiratore.

Solo in un paese misero e senza memoria come questo si poteva ridurre un’organizzazione eversiva alla stessa stregua del circolo della bocciofila, ritrovarsi i suoi iscritti ovunque in politica, nei media, in tutti i gangli dello stato, gente ridotta al rango di “faccendieri” invece di renderla riconoscibile con quello di “golpisti”.
La ‪#‎P2‬ non era, non è un ritrovo della borghesia ma un’associazione che voleva sovvertire l’ordine dello stato in maniera un po’ soft, senza che la gente se ne accorgesse, senza la violenza del colpo di stato effettivo e dei carri armati in piazza.
Il nome di Licio Gelli ritorna in tutte le vicende peggiori di questo paese: dalle stragi fasciste a quelle mafiose, dal rapimento di Moro a mani pulite fino ad arrivare ad oggi, a certe cosiddette riforme della politica che erano le stesse che aveva pensato Gelli nel suo piano di rinascita.
Tutta la storia più nera e fascista del dopoguerra porta il marchio della P2 e la firma di Gelli.

 

Capo_danno

Mauro Biani

I fuochi d’artificio di capodanno all’Harbour Bridge di Sidney dovrebbero essere inseriti nelle meraviglie del mondo.

In Australia ce la mettono tutta per dare il benvenuto come si deve all’anno nuovo. 
Qui invece ce lo mandano di traverso prim’ancora che cominci. Che ha detto quel signore che sta in politica da sessant’anni? “la politica cambi”. 
La politica, mica lui e quelli come lui, ci mancherebbe. Il fatto che la politica non potrà cambiare mai finché sarà inquinata da chi ne ha distrutto perfino il senso non sfiora nemmeno di striscio il padre padrone della repubblica italiana.  Napolitano è un ipocrita pieno di se stesso che usa i mezzi di comunicazione, che si fanno usare molto volentieri peraltro, esclusivamente per difendersi usando  l’alibi del ruolo istituzionale, che ha usato la  sua rielezione “necessaria” pro domo sua, altroché per quel senso dello stato di cui gli piace tanto parlare. Lo stato si difende prendendo le distanze da quella malapolitica che lo ha distrutto, lui invece ha fatto e fa proprio e solo il contrario. Se questo appena passato per Napolitano è stato l’annus horribilis la colpa sarà di qualcuno, no? e lui non c’entra niente? sicuro?
Nel discorsetto prefabbricato di ieri Napolitano ha parlato un po’ di tutto, perfino del disastro criminale in Campania come se la cosa non lo riguardasse mentre invece lo riguarda eccome, ma si è dimenticato di nuovo dei giudici antimafia di Palermo: il giudice Di Matteo non si è meritato nemmeno la citazione ipocrita di fine d’anno, dev’essere stato proprio cattivo Nino Di Matteo se la mafia lo vuole ammazzare e lo stato non spreca nemmeno una parola per lui.  
E allora, tanti auguri di buon anno a Nino Di Matteo e a tutti i dimenticati dallo stato anche se lo rappresentano molto più degnamente di tanti politici incapaci e disonesti.

Levateje er vino

Sottotitolo: “Una festa? Macché! Una grigliata mista con il vicino di casa e tre levrieri a pelo raso al seguito. E il costo dei rigatoni con la pajata è rimasto interamente a mio carico”. Generatore automatico di precisazioni del Presidente sulla festa svoltasi a Palazzo Chigi!

Il Presidente precisa che a Palazzo Chigi non si è tenuta una festa, ma una semplice quadriglia alla quale, oltre al Presidente stesso e a sua moglie, hanno partecipato quali invitati un compagno d’asilo con coniuge e un gatto con lettiera al seguito, nonché un insegnante di educazione tecnica che passava per caso di età imprecisata compresa tra otto e centodue anni. Il Presidente precisa inoltre che il costo delle animelle coi carciofi e del ciambellone marmorizzato è rimasto interamente a suo carico.  METILPARABEN: Generatore automatico di precisazioni del Presidente sulla festa svoltasi a Palazzo Ch


Bei tempi quando dal sito della Presidenza del Consiglio partivano comunicazioni sul genere di ” il presidente non ha cantato (purtroppo, nota di R_L)” oppure “non ha raccontato barzellette”. Meno male che ci ha pensato calderoli a farci vedere Monti con un sorriso di simpatia…in questo momento così difficile serve anche questo. Magari se non gli fa difetto la memoria, e se si trovasse un giornalista coraggioso (Cazzullo: non dicevo a te, tranquillo) si potrebbe chiedere al cialtrone leghista che ne pensava delle “seratine eleganti” di quell’anziano pervertito amico suo. E che pensava quando le mignotte alla corte di HardCore venivano trasportate su auto e aerei di stato. Così, giusto per togliersi la curiosità, perché per i festini a villa Certosa e palazzo Grazioli calderoli non ha mai chiesto un’interrogazione parlamentare né tanto meno le dimissioni dell’ex tizio.

Calderoli : «Party privato a Palazzo Chigi? Monti si dimetta»

Non leggere questo Blog!: Mancavano le prostitute minorenni.

Era abituato ai festini di Papi – suo collega di governo per tanti anni – pieni zeppi di pregiudicati, faccendieri, pappa, pusher, veline e prostitute minorenni. “Lo invidio tantissimo”, diceva in quelle occasioni. E oggi l’ex Ministro Roberto Calderoli non c’ha visto più. Quando ha saputo di un presunto “festino” di Monti a Palazzo Chigi, tra familiari, bicchieri di carta e scambio di auguri, ha immediatamente deciso di agire per via parlamentare, con una bella interrogazione come si deve:

La notizia sta girando e necessita di una rapida risposta. Se venisse confermato che la notte dell’ultimo dell’anno si sono tenuti dei festeggiamenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi, Mario Monti dovrebbe dimettersi.

E qui il colpo di genio. La risposta del Presidente Monti, con un comunicato ufficiale sul sito del Governo:

Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio.

Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.

Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese.

Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.

Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).

La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.

Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.

Nel dare risposta al Senatore Calderoli, il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di “una festa” organizzata “utilizzando strutture e personale pubblici”.

D’altronde il Presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all’esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il Presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l’arrivo a Milano da un viaggio ufficiale.