Scuse un cazzo [tanto per restare al livello intellettuale e morale dei leghisti]

A Taranto si fuma troppo: parola di esperto.

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“Dimissioni Calderoli”. Oltre 25mila firme in poche ore. Petizione su Art.21 e Change.org

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Mauro Biani

Sottotitolo: calderoli, ma generalmente tutti i leghisti e i razzisti si troverebbero perfettamente a loro agio negli States dove ammazzare un nero significa assoluzione certa.

A meno che non ci si chiami O.J.Simpson, nero ma di lusso, nel qual caso si può ammazzare una moglie,  essere assolto per omicidio e finire in galera in un secondo momento per rapina a mano armata.

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 La Carfagna viene insultata, minacciata in Rete e subito la politica insorge e torna a chiedere dei provvedimenti limitativi per la libertà di espressione nel web.

calderoli insulta il ministro Kyenge e lo fa anche da vicepresidente del senato: qualcuno chiederà dei provvedimenti limitativi circa la libertà della politica di mettere fra le istituzioni gente che in un paese normale non sarebbe neanche a pulire i cessi alle stazioni? curiosità da lunedì mattina di mezza estate.

Fra tutti quelli che nelle istituzioni, Napolitano in testa, si sono giustamente indignati per l’insulto al ministro Kyenge e per la minaccia  alla Carfagna,  quanti lo hanno fatto anche per la vicenda del sequestro di madre e figlia kazake? siamo arrivati all’indignazione nazionalpopolare o è sempre la solita e consueta autodifesa di casta? 
La specialista in difesa dei diritti umani promossa alla presidenza della camera ha detto qualcosa? perché insomma, avrebbe dovuto essere la prima a dire qualcosa,  gli ingredienti ci stanno tutti: una donna, la sua bambina e la violazione dei diritti nazionali e internazionali.

Era proprio la sua materia.  Peccato.

Il vicepresidente del senato calderoli ci ha fatto sapere che, quando vede la ministra Kyenge, pensa ad un orango, io invece quando penso a calderoli mi viene in mente solo lui, il che è molto peggio: ogni altra similitudine sarebbe eccessiva, inappropriata, esagerata.

Il ministro Kyenge ha sbagliato ad accettare le scuse di calderoli  spostando la questione dal piano personale a quello istituzionale.Perché le istituzioni, si fa per dire, non se lo porranno mai il problema di non far entrare in parlamento quelli come calderoli, ma anche quelli come cosentino, dell’utri e berlusconi. Non si può sempre sorvolare in virtù di una superiorità intellettuale, morale che quelli come calderoli non comprendono.

Il problema non è che esistano individui ripugnanti come calderoli,  ce ne sono tanti  anche altrove dal paese che non esiste, quella padania di cui vaneggiano i rozzi bifolchi in camicia verde, gente che anche quando non dimostra di essere particolarmente cattiva  non riesce proprio a non essere razzista, a non pensare che ‘quelli che vengono da fuori’ sono un pericolo, uno spreco di risorse per gli italiani, e che insomma, se ognun* restasse al suo paese non sarebbe poi così malaccio.

Il dramma è che a uno così non siano state ancora sbarrate le porte del parlamento.  

Da calderoli ci si aspetta che faccia proprio calderoli. Dagli altri no: calderoli è stato ministro di questa repubblica soprattutto grazie a chi pensa di essere diverso da lui.

calderoli è quello  delle magliette anti islam che provocarono morti e feriti a Bengasi qualche anno fa, le sue NON SONO GAFFES  di un deficiente, sono dichiarazioni pericolose che poi hanno delle conseguenze serie,  gravi e altrettanto pericolose per tutta l’Italia e non solo.

E a uno così il governo delle larghe intese ha affidato niente meno che la vicepresidenza del senato. 

Ecco perché le scuse si potevano e si dovevano rifiutare. Non si scusa chi ti prende a calci in bocca ripetutamente.

E l’unica questione che resta non aperta ma proprio spalancata non è quella dell’offesa, dell’insulto e del razzismo ma quella di un parlamento stracolmo di impresentabili cialtroni, ignoranti, disonesti e delinquenti che si rendono responsabili di fatti molto più gravi di un insulto, benché odioso, ma per quei fatti poi non s’indigna Napolitano che parla di “imbarbarimento” a proposito del razzismo di calderoli ma non trova, evidentemente, abbastanza barbaro e incivile sequestrare  due persone colpevoli di nulla a casa loro; non pensa, altrettanto evidentemente, di dover dire due parole a proposito di una donna e di una bambina di sei anni trattate dallo stato italiano che lui rappresenta come due criminali.

Il vero imbarbarimento sono le continue violazioni ai diritti, alla Costituzione compiute dalle istituzioni stesse che ormai non fanno sussultare più nessuno a parte una minoranza di idealisti  che non si rassegnano  al fatto che il declino di questo paese, economico, sociale, umano, morale, etico, è ormai irreversibile e la responsabilità di tutto questo è principalmente di chi avrebbe dovuto proteggere, tutelare quei valori e principi racchiusi nella Costituzione più bella del mondo.

In un paese normale…

Mi piaceva immaginare cosa sarebbero stati quei due  in un paese appena un po’ normale.

Uno, lo scemo del villaggio da prendere per il culo con compassione e poi magari offrirgli una birra al bar sulla piazza.
Quell’altro, il buffone imbellettato sarebbe quel che poi è, un vecchio satrapo pervertito e disonesto che per sentirsi giovane e immortale si compra minorenni un tanto al chilo, piccole, povere sciagurate ignoranti, cresciute senza educazione, senza nessuno che abbia insegnato loro cos’è un valore e un principio morale che non hanno esitato a sporcarsi,  per soldi, con uno così, uno col quale una persona normalmente equilibrata, seria, onesta non andrebbe neanche a prendersi un caffè: quello che nessuno vorrebbe come vicino di casa ma che in tanti, invece, hanno assolto, invidiato, finanche votato a rappresentarli.

Siamo italiani mica per niente noi,  c’è qualcuno che  riesce a intravvedere perfino  un lato sentimentale nelle dimissioni di bossi, quello che si è fatto portavoce (voce, vabbè: si fa per dire) della pagliacciata più disastrosa dopo il regime di mussolini.
Oggi è tutto un fiorire di “dispiace per la gente ci aveva creduto”.

E’ davvero sconcertante  stamattina ascoltare e purtroppo anche vedere il dispiacere di politici che dovrebbero essere avversari di bossi, dei giornalisti che devono ipocritamente riconoscere il valore del leone ferito, concedere a  questo Winston Churchill delle lande brianzole l’onore delle armi a tutti i costi.

C’è sempre qualche nota stonata di troppo, tutta tipicamente italiana.

Secondo l’arroganza del potere appena qualcuno viene beccato con le mani nella marmellata diventa un poveraccio che ha solo commesso un errore,  e che sarà mai? altrove invece sparisce e nessuno lo rimpiange.
L’Italia è un paese ridicolo che forse non si merita altro che di essere rappresentato da gentaglia altrettanto ridicola.

E disonesta.

A me no, non dispiace affatto: io provo solo rabbia e pena per chi si è prestato al gioco.

Non può esserci nessun sentimento di vicinanza solidale con gentaglia così,  vittima unicamente della sua ignoranza; come dico sempre l’ignoranza oggi è una libera scelta che però non è giusto far subìre a tutti.
La solidarietà spetterebbe, e di diritto,  a chi in tutti questi anni ha dovuto assistere, sopportare tutto questo. Siamo noi le vittime,  noi che siamo stati sempre dalla parte opposta, non chi ha creduto a questi cosiddetti uomini dei miracoli e che invece hanno prodotto solo disastri che  sarà difficilissimo e complicatissimo aggiustare.

Cerchiamo, inoltre,  di non dimenticare che il PD, il cosiddetto centrosinistra ha cercato più e più volte un’alleanza con questo bifolco, grezzo, cialtrone, ignorante e indegno rappresentante di un paese che non c’è.

VIA BELLERIO, IL GIORNO PIU’ LUNGOSTORIA DI UMBERTO BOSSI: DAL “CE L’HO DURO” AL “FOERA DI BALL”“RENZO BOSSI HA AMICIZIE PEGGIORI DI COSENTINO”/ LA SEGRETARIA A BELSITO: “TIENI DA PARTE LE FATTURE”/  LA MOGLIE MANUELA A MARONI: “OCCHIO DI RIGUARDO PER I FIGLI”L’ESPRESSO: “DENARO A BRANCHER DA UOMO DI FIDUCIA DI BELSITO”BOSSI: “DENUNCIO CHI HA MESSO I SOLDI PER CASA MIA”DOCUMENTATI! – LE CARTE DI MILANO E REGGIO CALABRIA/ VIDEO: SOLDI DEL PARTITO PER PAGARE LE MULTE DI RICCARDO BOSSI

[Il Fatto Quotidiano]


Fine di un troglodita – Piergiorgio Odifreddi

Finalmente esce di scena, travolto dagli scandali, uno dei tribuni del popolo più rozzi e imbarazzanti che abbia mai avuto il nostro paese, che pure ci ha fatto ripetutamente vergognare per la levatura personale, morale e politica della sua classe dirigente.

Umberto Bossi ha incarnato per venticinque anni l’anima più rudimentale, ignorante e becera dell’italiano medio. E la Lega Nord ha rappresentato gli interessi più provinciali, conservatori e qualunquisti di una piccola (anzi, piccolissima) borghesia, degnamente rappresentata dal suo indegno leader.

Quello che molti indicavano come un “politico finissimo” era ed è, in realtà, soltanto una persona sgradevole e volgare, i cui unici argomenti dialettici non andavano oltre il dito medio continuamente alzato verso l’interlocutore, e il vaffanculo continuamente biascicato come un mantra.

Il cosidetto “programma politico” della Lega, d’altronde, era all’altezza di questa bassezza, e si limitava al protezionismo nei confronti dei piccoli commercianti e dei piccoli coltivatori e allevatori diretti, condito da anacronistici proclami per la secessione e l’indipendenza di una fantomatica Padania.

Le patetiche cerimonie a Pontida, e le ridicole simbologie solari o guerriere, rimarranno nella storia del kitsch, a perenne ricordo delle camicie verdi: versione di fine secolo delle camicie nere o brune della prima metà del Novecento, e ad esse accomunate dall’ottuso odio razziale e xenofobo.

Che un movimento e un leader di tal fatta abbiano potuto raccogliere i consensi di una parte consistente della popolazione del Nord Italia, era ed è un’ironica smentita della sua supposta superiorità nei confronti di “Roma ladrona” e del “Sud retrogrado”, oltre che una testimonianza significativa del suo imbarbarimento.

Come se non gli fossero bastati luogotenenti quali Borghezio, Calderoli o Castelli, negli ultimi tempi Bossi aveva lanciato e imposto in politica il proprio figlio degenere. E’ un degno contrappasso, il fatto che proprio le malefatte del rampollo abbiano contribuito alla caduta del genitore. E, speriamo, anche del suo movimento.

Padre e figlio possono ringraziare la fortuna che li ha fatti nascere in Italia, e non in Iraq o in Libia, anche se entrambi hanno contribuito a far regredire il nostro paese al livello di quelli. Non li vedremo dunque trascinati nella polvere, e giustiziati sommariamente: ci acconteremo, o accontenteremmo, di vederli sparire con ignominia dalla politica e dalle nostre vite. Anche se le grida di “tieni duro” da parte dei loro sostenitori ci fanno temere parecchio al riguardo.

Foera di ball

Sottotitolo: Con il faldone “The family” e le minacce ai cronisti scorrono i titoli di coda sull’era Bossi, appena dimessosi da segretario della Lega. Si chiude in modo ignominioso, in un pantano di miasmi e liquami, com’era ampiamente prevedibile, visto lo svolgimento. Lega ladrona e leghisti tonti. Razzisti. Ottusi. Volgari. Violenti. Falsi. Servi. Il peggio d’Italia. Ma quell’Italia che li ha generati non svanirà certo con Bossi.
(Piero Ricca)

Lega, Bossi si è dimesso: “Scelta irrevocabile”
La famiglia del Senatùr travolta dallo scandalo.
“Somme in nero, soldi a Calderoli”.
Spunta nome Silvio.

La chiusura in bellezza della carriera del finto medico di Gemonio, finto lui, il suo partito e anche la terra che non c’è.

Volevano dividere l’Italia e invece sono spariti loro: il cerchio è stato magico davvero.

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www.ilfattoquotidiano.it

isegretidellacasta.blogspot.com

LEGA NORD, BOSSI SI E’ DIMESSO

Levateje er vino

Sottotitolo: “Una festa? Macché! Una grigliata mista con il vicino di casa e tre levrieri a pelo raso al seguito. E il costo dei rigatoni con la pajata è rimasto interamente a mio carico”. Generatore automatico di precisazioni del Presidente sulla festa svoltasi a Palazzo Chigi!

Il Presidente precisa che a Palazzo Chigi non si è tenuta una festa, ma una semplice quadriglia alla quale, oltre al Presidente stesso e a sua moglie, hanno partecipato quali invitati un compagno d’asilo con coniuge e un gatto con lettiera al seguito, nonché un insegnante di educazione tecnica che passava per caso di età imprecisata compresa tra otto e centodue anni. Il Presidente precisa inoltre che il costo delle animelle coi carciofi e del ciambellone marmorizzato è rimasto interamente a suo carico.  METILPARABEN: Generatore automatico di precisazioni del Presidente sulla festa svoltasi a Palazzo Ch


Bei tempi quando dal sito della Presidenza del Consiglio partivano comunicazioni sul genere di ” il presidente non ha cantato (purtroppo, nota di R_L)” oppure “non ha raccontato barzellette”. Meno male che ci ha pensato calderoli a farci vedere Monti con un sorriso di simpatia…in questo momento così difficile serve anche questo. Magari se non gli fa difetto la memoria, e se si trovasse un giornalista coraggioso (Cazzullo: non dicevo a te, tranquillo) si potrebbe chiedere al cialtrone leghista che ne pensava delle “seratine eleganti” di quell’anziano pervertito amico suo. E che pensava quando le mignotte alla corte di HardCore venivano trasportate su auto e aerei di stato. Così, giusto per togliersi la curiosità, perché per i festini a villa Certosa e palazzo Grazioli calderoli non ha mai chiesto un’interrogazione parlamentare né tanto meno le dimissioni dell’ex tizio.

Calderoli : «Party privato a Palazzo Chigi? Monti si dimetta»

Non leggere questo Blog!: Mancavano le prostitute minorenni.

Era abituato ai festini di Papi – suo collega di governo per tanti anni – pieni zeppi di pregiudicati, faccendieri, pappa, pusher, veline e prostitute minorenni. “Lo invidio tantissimo”, diceva in quelle occasioni. E oggi l’ex Ministro Roberto Calderoli non c’ha visto più. Quando ha saputo di un presunto “festino” di Monti a Palazzo Chigi, tra familiari, bicchieri di carta e scambio di auguri, ha immediatamente deciso di agire per via parlamentare, con una bella interrogazione come si deve:

La notizia sta girando e necessita di una rapida risposta. Se venisse confermato che la notte dell’ultimo dell’anno si sono tenuti dei festeggiamenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi, Mario Monti dovrebbe dimettersi.

E qui il colpo di genio. La risposta del Presidente Monti, con un comunicato ufficiale sul sito del Governo:

Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio.

Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.

Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese.

Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.

Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).

La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.

Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.

Nel dare risposta al Senatore Calderoli, il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di “una festa” organizzata “utilizzando strutture e personale pubblici”.

D’altronde il Presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all’esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il Presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l’arrivo a Milano da un viaggio ufficiale.