Di vilipendi, insulti, volgarità e, more solito, di bavagli

LEGGE BAVAGLIO, IL PDL CI RIPROVA
Ripresentato alla Camera il ddl Alfano

Ecco le telefonate che non leggeremmo

Depositate proposte di legge su intercettazioni, diffamazione a mezzo stampa e pene alternative
Fnsi: “Non staremo a guardare”. Epifani: “Tema non è priorità, centrodestra non alzi tensione”
INSULTI ALLE TOGHE, CSM: “INTERVENGA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CANCELLIERI”

[Il Fatto Quotidiano]

Beh, sì, effettivamente questa è una priorità di un governo di responsabilità, di scopo, in tutte le democrazie civili l’obiettivo, il primo punto delle coalizioni, delle larghe intese che si formano nei momenti peggiori della politica e di una crisi, talvolta di entrambe messe insieme, sono le leggi che hanno a che fare con la limitazione della libertà di informazione.

Napolitano senza commenti

22 persone sono indagate per “Offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica” dalla Procura di Nocera Inferiore. In sostanza sotto indagine per “vilipendio“, un termine che può racchiudere qualunque opinione, giudizio, valutazione ritenute offensive. Chi può essere al sicuro di un’eventuale denuncia per una critica al Presidente della Repubblica? Allora, per difendersi, l’unico mezzo è non scrivere più nulla. Bocche cucite. Dita bloccate sulla tastiera. Commenti oscurati.
Questo post, per evitare denunce a chicchessia sarà, per la prima volta nella storia del blog, senza possibilità di commento. In futuro, magari, diventerà la regola per tutta la Rete in Italia. [dal blog di Beppe Grillo]

Se brunetta attacca volgarmente  Laura  Boldrini  accusandola di cose che non ha detto né fatto e lo fa  in parlamento, nella sede preposta per eccellenza al rispetto delle istituzioni tutto va bene,  rientra nel normale esercizio della dialettica politica e del dissenso democratico, sepperò su un blog o in una pagina di un social network si fa qualcosa che potrebbe sì turbare ma che non è propriamente da derubricare a reato si rischia di ritrovarsi la Digos in casa in meno di 24 ore.

Un fotomontaggio, sebbene volgare è qualcosa che in moltissimi realizzano e pubblicano in Rete senz’aver mai rischiato e subito perquisizioni, sequestri degli hard disk  e denunce.

Chi ha diffuso la  foto osé  oggetto dello “scandalo” non è la stessa persona responsabile delle minacce violente  dedicate e recapitate  alla presidente della camera.

E, a proposito di diffamazioni: il sindaco di Salerno definì il vicedirettore del Fatto Quotidiano “grandissimo sfessato” e disse di “aspettare di incontrarlo per strada al buio”, durante un comizio organizzato dal Partito democratico nel 2010.

Travaglio, De Luca condannato per diffamazione. Dovrà pagare mille euro

 I mille euro sono la sanzione, il risarcimento dovrà essere quantificato in un secondo momento.

 Si è formata, nelle ultime settimane, una scuola di cascatori dal pero, come se prima le volgarità, gl’insulti e le molestie via web facessero parte di un altro mondo. Ho scritto fiumi di parole nel merito e le ho scritte da persona informata dei e sui fatti, avendo subito molestie e offese per anni, delle quali non è fregato niente a nessuno, nemmeno alle autorità.

Forse perché non mi chiamo Laura Boldrini? ma Rodotà è stato chiarissimo:”quello che è ILLEGALE off line deve esserlo anche on line”. 

 Illegale non vuol dire di cattivo gusto, ecco.

E se adesso nel paese dei balocchi sono entrate anche le eccellenze pazienza, decideranno come abbiamo deciso noi quali posti frequentare e quali  evitare per non essere il bersaglio di nessuno. E fra l’altro frequentare siti on line e social network non lo prescrive nessun medico.

Non mi sembra proprio che il blog di Grillo possa vantare l’esclusiva dei disturbatori cibernetici.

Come al solito l’obiettivo è tentare di imporre l’ennesima legge censoria  contra personam, ovvero contro chi vorrebbe ancora poter continuare a dissentire, perché poi nella rete tesa alla Rete e all’informazione in generale, specialmente a quella esercitata da  chi  ancora cerca di tenere la schiena dritta  ci andiamo a finire tutti, mica solo quelli che insultano e diffamano davvero.

E, per non dimenticare, Napolitano in persona  ha graziato sallusti oltre tutte le regole costituzionali che prevedono che il graziato abbia scontato almeno una parte di pena,  sallusti, recidivo, sette volte denunciato per diffamazione, l’ultima quella famosa circa la responsabilità oggettiva dopo quello che aveva pubblicato sul giornale del padrone scritto da farina, a sua volta radiato dall’albo.

Il PM Cocilovo subì delle minacce di morte in seguito a quegli articoli, e per ben sei anni, non 24 ore ha aspettato delle scuse, una rettifica che non sono mai arrivate.

Ma come si fa ad essere così ipocriti?  è così che si garantisce l’uguaglianza e si rispetta la Costituzione?

Il concetto di amore per la bandiera e lo stato è strettamente connesso a chi rappresenta quella bandiera e  lo stato da istituzione.
E finché a rappresentare quella bandiera sarà gente del calibro di quella che è toccata a questo sfortunato paese non ci si può meravigliare se qualcuno poi non riesce proprio ad essere rispettoso coi simboli della repubblica italiana.
L’ultimo mio pensiero è difendere un nazionalismo di facciata; un paese, lo stato si difendono prima di tutto rispettando la Costituzione e la legge, ma se i primi a non farlo sono proprio quei rappresentanti delle istituzioni come si fa poi ad essere severi con chi si adegua e pensa che, tutto sommato, se un presidente della repubblica se ne può fregare di tante cose che riguardano lo stato e la sua difesa semplicemente ignorandole, facendo finta che non siano accadute tipo l’orrenda performance del pdl  di Brescia contro la Magistratura chi siamo noi per doverci comportare meglio di chi dovrebbe dare l’esempio, un buon esempio? cos’è vilipendio, dire o scrivere una parolaccia su un blog oppure consentire a un delinquente per sentenze di tenere un paese sotto scacco per vent’anni con la complicità della politica e delle istituzioni?
Perché la domanda è questa, è solo questa.

Per me il reato di vilipendio può continuare ad esistere, abbiamo  ancora leggi che s’ispirano al regio decreto fascista figurarsi che fastidio dà un articolo di meno o di più, quello che non va bene è che venga poi considerato a discrezione. Nessuno ha incriminato gli esponenti della lega quando, anche da ministri andavano nelle piazze a saltellare al ritmo di “chi non salta italiano è” e quando in più di un’occasione hanno oltraggiato lo stato.

Adesso si vuole dare la responsabilità di tutto a Grillo, perché fa comodo così, perché è l’uno contro i tutti che lo vogliono abbattere.

E non parlo da elettrice 5s ma semplicemente da cittadina che osserva quello che è impossibile non vedere.

Se dovessimo denunciare noi cittadini ogni volta che veniamo insultati, oltraggiati dai politici, ogni volta che il presidente della repubblica agisce in modo non proprio corretto e non dimostrando di essere quel garante super partes che dovrebbe essere saremmo ogni giorno in qualche procura a fare la fila.

Nota a margine: sul sito di Repubblica l’arresto del presidente della provincia di Taranto viene dopo tutto, ma dopo dopo, perfino dopo quello delle maestre che maltrattavano i bambini; non che questa sia una notizia che non merita attenzione ma insomma esiste, o almeno dovrebbe, una gerarchia d’importanza anche nell’esposizione delle notizie su un sito on line.
Evidentemente Repubblica ritiene poco importante, una notizia di secondo e terzo piano se un presidente di una provincia commette un reato come la concussione per favorire chi avvelena l’aria e fa morire la gente di tumore.
Ma io penso che, come sempre, le cose siano molto più semplici di quel che sembrano: Repubblica da molti mesi evita accuratamente di informare circa gli svarioni, gli errori, le sesquipedali stronzate dette e fatte da quelli del partito che non c’è più come fece con la dichiarazione di Letta jr circa la sua preferenza per b rispetto ai 5s rivelatasi poi più che un’opinione personale  una previsione in piena regola che si è perfino avverata.
La qual cosa si può anche fare, solo però si dovrebbe abbandonare la presunzione di essere un giornale di e per tutti.

ArrestyPd 
Marco Travaglio, 16 maggio

Mettendo insieme tutti i “casi isolati” di esponenti del Pd nei guai con la giustizia, tutti i “compagni che sbagliano” beccati negli ultimi mesi viene fuori un quadro spaventoso. Che però spiega benissimo perché il vertice del partito non ha fatto alcuna fatica ad andare (anzi, a tornare) al governo con Berlusconi, dopo aver espulso dalla coalizione Di Pietro e tenuto a debita distanza Ingroia. Mentre la base e gli elettori vomitano, i massimi dirigenti hanno l’aria estasiata di chi assapora la Sacher Torte. Ora, per qualche ora, si parlerà della questione morale nel Pd di Taranto dopo l’arresto dell’ennesimo esponente al servizio dei Riva, il presidente della Provincia Giovanni Florido. Poi si dirà che in fondo l’han solo messo al gabbio, c’è la presunzione d’innocenza, aspettiamo fiduciosi la Cassazione fra una dozzina d’anni. Anzi, come fa notare a Ballarò parlando del processo Ruby il capogruppo Roberto Speranza, ultimo pollo di batteria uscito dalle serre bersaniane, bisogna separare la politica dalla giustizia, e poi sono altri i veri problemi degli italiani (già, peccato che da vent’anni i governi e i parlamenti non possano occuparsi mai dei veri problemi degli italiani perché sono appesi alle mazzette e al pisello del Cainano). L’espressione “questione morale” suona ormai vuota: non basta più a descrivere la devastazione culturale, politica, etica, perfino semantica di un partito che non ha mai nulla di suo da dire su nulla, e dunque prende a prestito le parole del presunto avversario. È uno sterminio di pensieri e linguaggi che non riguarda solo il vecchio e bollito politburo che è riuscito a perdere le ultime elezioni già vinte, a fumarsi il padre fondatore Prodi, a lasciarsi scappare il treno di Rodotà, a tradire gl’impegni elettorali, a rispedire al Quirinale un signore di 88 anni che le dà sempre vinte a B. e dai tempi di Craxi si diverte a demolire ciò che resta del suo partito, infine a infilarsi nella trappola del governo Letta comandato a bacchetta da B. Ma investe, quello sterminio, anche il cosiddetto rottamatore Renzi, delle cui intenzioni nulla s’è capito durante le presidenziali e le consultazioni per il governo. Avete mai sentito qualcuno dei vecchi o dei nuovi, da Renzi a Barca, dire qualcosa sulla qualità deprimente della classe dirigente al Sud, dove – a parte il pozzo nero di Taranto e dintorni– regnano ras screditati come il governatore lucano De Filippo (mezza giunta arrestata) e il suo degno predecessore Bubbico (appena promosso ministro), il sindaco di Salerno De Luca (appena promosso viceministro), il capataz di Enna Crisafulli (escluso dalle liste solo grazie alla battaglia del Fatto , e fra le proteste dello stato maggiore del Pd siciliano)? E, per salire al Nord, qualcuno dice qualcosa sui pizzini di Penati, ex capo della segreteria di Bersani, ora che si apre il suo processo per tangenti? Passano i segretari e le glaciazioni, ma ancora tocca leggere Violante, che nel giorno della requisitoria Ruby non trova di meglio che annunciare ad Avvenire “la riforma della giustizia”, anzi dei giudici: non dice una parola sui tempi biblici e sulla piaga delle prescrizioni, ma vuole “studiare i sistemi con la discrezionalità dell’azione penale come quello francese” (dove i pm dipendono dal governo) e soprattutto far giudicare i magistrati in appello da una corte disciplinare formata per due terzi da politici. Poi aggiunge che le sentenze non devono “ostacolare il governo” e “l’alleanza non può dipendere dalle sentenze”. Cioè, se una sentenza stabilisce che B. è un “delinquente” specializzato in frodi fiscali, un partito che si rispetta che fa? Se lo tiene al governo e gliene lascia pure le chiavi. E l’interdizione dai pubblici uffici? “Se il problema si porrà, in quel momento potrà essere esaminata la situazione”. E, di grazia, come si “esamina” un’interdizione? La si ignora per “non ostacolare il governo”? Idea per il movimento OccupyPd: occupy pure Violante.

Anniversario strage di Bologna, dopo due anni di assenza torna il governo. Trenitalia si scusa per il disagio [spinoza.it]

Sottotitolo: Rosa Louise Parks [Rosa Parks – Wikipedia] era una donna, nera, quando essere neri era molto più complicato di ora. Da sola ha cambiato una certa visione delle cose rendendo meno insopportabile l’apartheid che i neri erano costretti a subire, nel mondo, non nel  condominio in cui abitava nell’America più razzista che si possa immaginare semplicemente non cedendo il suo posto a sedere su un autobus.
Oggi abbiamo, fra le tante, una signora prestata alla politica ma più che altro imposta [con viva & vibrante soddisfazione] insieme al suo governo,  privilegiata, fortunata, indubbiamente meritevole nel suo mestiere ma un po’ meno in quello di ministro che si lamenta perché pensa di essere criticata perché donna. 
No, signora, lei è proprio il paradigma perfetto che spiega come non c’entri proprio nulla la differenza di genere al potere, quando l’obiettivo che si persegue non è quello giusto.
 
La ministra viene contestata non perché donna ma perché dall’alto della sua posizione sociale pretende di impartire lezioni su come si può vivere con 700 euro al mese.
E convincere tutti che impoverire i già poveri per consentire ai ricchi di restare tali fosse l’unico sistema possibile per affrontare e arginare la crisi.
Ecco perché chi amministra le cose di tutti non può, per ovvie ragioni, essere troppo distante dalla vita reale degli amministrati.
 
Semplicemente perché non la conosce e non potrà mai rendersi conto che quei 700 euro al mese [quando va quasi bene], non possono bastare.
La Fornero non sa nulla di di discriminazioni femminili;  forse sarebbe il caso che si ricordasse lei per prima di essere una donna.
E smetterla di ragionare e di esprimersi con la stessa sensibilità di un carro armato.
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Bavaglio ‘per conto terzi’: ecco tutto quello che non avremmo saputo 

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Il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha proposto di tutelare per legge chi è intercettato nell’ambito dell’indagine pur non essendo indagato. La norma però nasconde un trucco, perché chi ‘non è indagato’ non è detto che non lo sarà. E’ il caso degli amici dei furbetti del quartierino, della cupola vicina a Moggi e di tanti altri ‘terzi’.

In pubblico, nelle grandi occasioni, si promette verità e giustizia, in privato [e nemmeno poi tanto: spudorati che non si vergognano di nulla] si lavora alacremente per oscurare, tacere, distruggere, cancellare, fare in modo che certe verità restino una libera interpretazione: che ognuno pensi pure quel che vuole ché tanto nessuno ha mai pagato per nulla, e continuando di questo passo – legiferando non a favore di verità e giustizia ma proprio e solo nella direzione contraria – nessuno pagherà.

Altro che “ragion di stato”.

 Ed è semplicemente vergognoso che un capo di stato, l’arbitro super partes, l’istituzione che dovrebbe incollarsi al fianco di chi lavora per ristabilire verità, legalità e giustizia in un paese martoriato dalla loro assenza, sia invece il primo sostenitore di una legge liberticida.

Tutto ciò che berlusconi da presidente del consiglio non è riuscito a fare lo sta ottenendo ora grazie all’eccellente governo dei professori e alle continuità significative tanto care a Monti.

Il suo è un volto poco noto. Lui è Michele Barillaro, di professione giudice. Si occupava soprattutto di infiltrazioni mafiose. È morto il 25 Luglio (stesso giorno in cui è stato ufficializzato il trasferimento di Ingroia in Guatemala) in un incidente in Namibia. Questa è la sua storia: http://goo.gl/suQiD

 

Complicità significative

Sottotitolo: Revocato il 41 bis al boss Troia condannato all’ergastolo per la strage di Capaci.

C’era il pericolo di alimentare tensioni sociali, evidentemente. Eppoi co’ ‘sto caldo…(Ma tre anni Er Pelliccia se li fa? no, vero?)

Tolto il 41 bis a Troia, boss di Capaci condannato per la strage Falcone

Il capo di Cosa nostra nel territorio dell’attentato è in carcere dal 1993. Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta dei suoi legali. La Direzione nazionale antimafia aveva dato parere negativo

Intercettazioni, il ministro Severino prepara la nuova legge bavaglio

La bozza del testo, fortemente voluto dal Pdl, è già circolata tra i partiti. Rispetto al ddl Alfano, introdotto il divieto di pubblicare gli atti anche solo per riassunto fino al termine delle indagini preliminari. Carcere fino a tre anni per i giornalisti

Severino: ‘Bavaglio? Stiamo cercando un equilibrio su ciò che è pubblicabile’

Se dobbiamo essere fiscali non sarebbe pubblicabile niente, tante sono le oscenità che emergono dalle intercettazioni e che avremmo fatto volentieri a meno di conoscere, epperò scusi  ministro, perché dovrebbe essere riconsiderata questa cosa? non c’erano già le leggi, non vanno più bene?

Come scrivevo già qualche mese fa,  in un paese democratico [insomma, non stiamo a sottilizzare] definito da quasi quattro lustri,  cioè dalla famosa discesa in campo dell’impresario prestatosi alla politica e purtroppo mai più restituitosi  alle sue origini, “parzialmente libero” dalle classifiche internazionali sulla libertà di informazione, l’ultima di Reporter Sans Frontières ci piazza al 61° posto dopo Cile e Corea del Sud e la Freedom House poche settimane fa ha confermato che l’Italia è l’unico paese dell’Europa occidentale ad essere inserito nella categoria “partly free”, l’urgenza del ministro Severino sembra essere proprio quella di completare l’opera di imbavagliare la libera circolazione delle informazioni. 

Più che di continuità significative, quelle che piacciono tanto a Monti, si tratta di COMPLICITA’, significative.

Questo governo  sembra proprio un governo berlusconi bis.

Severino si occupa di giustizia, di riformare e modificare leggi inerenti agli scandali e ai reati, soprattutto,  che hanno riguardato la politica e i politici – come quella sulle intercettazioni – potendo contare su un parlamento composto in larga parte da pregiudicati, imputati, indagati, inquisiti e condannati.

C’è un conflitto di interessi più grave quasi di quello di berlusconi, possibile che nessuno lo faccia notare? nessuno che dica al ministro  che non si può riformare né modificare la giustizia con gli avvocati personali di berlusconi (due nomi  a caso Alfano e Ghedini) trasformati per necessità (di berlusconi)  in parlamentari né soprattutto con chi è coinvolto in vicende di corruzione, collusioni con la mafia, collaborazioni con la mafia (un nome a caso, dell’utri)?

Napolitano non ha mai niente da dire su queste cose? oppure si sveglia solo quando c’è da bacchettare i demagoghipopulistiqualunquisti o vieppiù i giudici accusandoli di “troppo protagonismo”?

Io continuo ad essere convinta che tutto questo non può essere normale. E non deve diventare normale.