“In nome del popolo italiano?”
No, nel mio no.
Se lo stato ha deciso di stare dalla parte dei ladri che derubano il popolo, degli assassini dei nostri figli innocenti abbia almeno la decenza di non farlo anche in nome di chi non vuole questo, ci metta la sua faccia, quella di chi ha permesso che si arrivasse fino a qui e fa in modo che si continui così, non la mia né quella di chi si ribella alle ingiustizie fatte subire in ragione della difesa del potere. Lo stato si prenda le sue responsabilità, dica che lo fa in nome della legge: la sua, quella che condanna ad una pena ridicola con licenza di riformare la Costituzione un frodatore e che assolve degli assassini per insufficienza di prove. E quando le prove ci sono gli assassini se la cavano con tre anni e mezzo indultati e la licenza di poter indossare ancora la divisa da poliziotti.
Io non mi vergogno per gli altri, nessuno dovrebbe farlo quando non ha colpe, al contrario dovremmo tutti quanti pretendere che la vergogna, una parola di cui si abusa a proposito delle responsabilità dello stato, con cui ci si veste, così, tanto per dire qualcosa, si traduca nell’atto concreto di evitare perfino di pronunciarla.
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Praticamente la sentenza di appello ha dato ragione a Giovanardi – al necrofilo Giovanardi che insulta sempre volentieri i morti perché non possono rispondergli – che ha sempre sostenuto la teoria che Stefano sarebbe morto per gli effetti collaterali della tossicodipendenza che, lo sanno tutti, provoca lesioni, fratture ed ematomi su tutto il corpo. Chi, fumando uno spinello non si è spezzato l’osso del collo? E’ la prassi.
Senza la legge sulle droghe, quella del fascista fini e del necrofilo omofobo giovanardi giudicata poi incostituzionale Stefano oggi sarebbe ancora vivo. Mandate via i figli da qui. E’ l’Italia ad essere tossica, non Stefano.
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C’è da impazzire, muore un figlio, un fratello, un compagno ridotto nelle condizioni in cui era Stefano e non è stato nessuno.
Uno stato che non trova il responsabile di quello scempio andrebbe inserito in quelli canaglia, un posto dove non andare nemmeno in vacanza una settimana.
Non si può sopportare.
E’ troppo.
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Morte Cucchi, tutti assolti in appello
Sap: “Chi disprezza la salute paga”
La sorella: “Ammazzato dalla giustizia”
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Leggendo Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, viene in mente il libro La banalitá del male nel quale Hannah Arendt spiega benissimo che gli orrori più crudeli li commettono persone normalissime. Erano uomini normali quelli che bruciavano gente nei campi di sterminio nazisti e poi tornavano a casa da mogli e figli.
La fisiognomica di Lombroso è un’idiozia.
“Sono come noi, sono in mezzo a noi”.
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Facile parlare di raziocinio in casi come quello di Stefano. uno dei tanti che è stato ammazzato varie volte anche da morto, come Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, sempre dallo stato nella figura di chi lo rappresenta, dalla politica che insulta i morti e dalle stesse forze dell’ordine che imputano allo stile di vita un massacro evidente, come fu anche per Federico che se non fosse stato per la costanza e la tenacia di sua madre sarebbe morto per atti di autolesionismo dovuti all’assunzione di stupefacenti.
Federico è morto letteralmente sfondato, l’autopsia ha rivelato che uno dei calci ricevuti gli aveva spaccato prima il torace e poi il cuore.
I suoi assassini, quattro poliziotti fra cui una donna – non è un dettaglio insignificante nel paese dove le donne lo fanno meglio e si meritano tutto – hanno avuto una pena ridicola e non hanno perso nemmeno il posto di lavoro, sono stati applauditi dai loro colleghi che avrebbero dovuto prendere le distanze dai traditori dello stato e dei cittadini soprattutto per restituire fiducia in quello stato di cui ormai non ci fidiamo più.
Non abbiamo più motivo per farlo.
Com’è morto Stefano lo abbiamo visto, facilmente intuito, ma nel paese dei misteri, degli occultamenti, delle sentenze dal retrogusto omertoso non vedremo mai chi lo ha ridotto in quelle condizioni.
Non è giusto.
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E così Cucchi i lividi se li è fatti cadendo dalle scale – Saverio Tommasi
E così Cucchi i lividi se li è fatti cadendo dalle scale.
Pinelli si è buttato dalla finestra perché era convinto di saper volare e la bomba alla stazione di Bologna l’hanno messa gli anarchici.
In Iraq c’erano le armi di distruzione di massa e Carlo Giuliani è stato ucciso dal sasso di un manifestante.
Il DC-9 a Ustica è caduto perché era finito il carburante e questi cazzo di operai dovrebbero smetterla di andare a sbattere nei manganelli perché poi si fanno male come si è fatto male, una notte di settembre, Aldrovandi.
PS. anche se non conta una cazzarola di nulla io voglio mandare il mio abbraccio a quel fiore di Ilaria Cucchi. E prometterle che a mia figlia, appena sarà un po’ più grande, racconterò la verità. Quella che noi sappiamo e che nessuna sentenza potrà mai rubarci. Un abbraccio, carissima e dolce Ilaria.