Ama e fai quel che vuoi non è una citazione di Che Guevara ma di sant’Agostino.
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Diritti civili, svolta in Argentina.Identità di genere: la scelta è libera.
Il senato: “L’orientamento sessuale è frutto del vissuto personale di ognuno di noi”. Ogni cittadino potrà registrarsi all’anagrafe in base alla propria identità percepita e godere di completa assistenza medica da parte del servizio nazionale sanitario.
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Forse in America la crisi non c’è, è già passata e non ce lo hanno detto se Obama trova il tempo per occuparsi anche dei diritti civili, e lo fa durante la campagna elettorale mettendo dunque a rischio la sua incolumità politica mentre qui da noi Napolitano non trova niente di meglio da fare che battibeccare a distanza coi saltimbanchi, la politica di diritti civili da estendere non ne parla più ma in compenso si occupa molto di quelli da togliere.
Gli americani hanno Obama, noi Giovanardi. Per dire.
Il Presidente americano pensa di estendere il matrimonio anche agli omosessuali (non leggi, leggine, nomi e soprannomi sui quali farsi le pippe per mesi: proprio MATRIMONIO).
Il PD invece, il maggior partito di opposizione, quello che dovrebbe lavorare all’ attuazione di politiche progressiste tese quindi all’estensione dei diritti, fino ad ora ha ufficializzato solo il desiderio delle nozze sì, ma quelle coi fichi secchi.
Questo ragionamento che “adesso ci sono cose più serie da risolvere” non l’ho mai capito, specialmente in politica.
Non hanno tempo, evidentemente, i 945 signori parlamentari di occuparsi di POLITICA visto che da quasi sei mesi sono praticamente a fare niente eccezion fatta che occuparsi di mantenere intatte tutte le regalìe gentilmente offerte dal popolo italiano, ché Dio o chi per lui gliele ha date e guai a chi gliele tocca.
Perché per la politica italiana ci sarà sempre qualcosa che viene prima, soprattutto quelle cose che non dovrebbero, in uno stato di diritto, essere più importanti del riconoscimento legale e del rispetto dei diritti di tutti, omosessuali compresi.
Obama invece ha capito che fare delle cose non esclude la possibilità che se ne possano fare altre, non si nasconde dietro al benaltrismo di quelli che “adesso ci sono cose più serie a cui pensare”; ha detto che tutti i cittadini hanno uguale diritto di formare unioni riconosciute dalla legge, gay o non gay, perché alla legge deve interessare soltanto che un cittadino sia nella pienezza dei suoi diritti: chi lavora, paga le tasse, si comporta da cittadino a tutti gli effetti deve essere considerato un cittadino a tutti gli effetti, indipendentemente dal suo orientamento sessuale.
Una cosa più cristiana di questa non c’è: “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
E a nessuno piacerebbe far parte di una categoria inferiore, credo.
La chiesa faccia quello che vuole, parli ai suoi e non ai tutti e la smetta di interferire nelle scelte che riguardano l’ambito civile e il diritto – sacrosanto – di tutti a veder riconosciuti i loro diritti, fra i quali quello di non essere considerati dei fuorilegge solo perché il loro orientamento sessuale non è quello preferito da santamadrechiesa.
Che poi è un po’ come preferire il pistacchio al cioccolato, né più né meno.
Sono 2012 anni che funziona così.
Ma tanto quella gente a cui piace considerare le cose secondo la morale di convenienza, la più opportuna, la cosiddetta morale à la carte, continuerà a vedere solo quello che vuole vedere, il resto ce lo mette naturalmente la politica, quella del “il paese non è pronto”.
E siccome la stragrande maggioranza degl’italiani, è evidente, sono dei mentecatti, persone che vedono un pericolo nell ‘ESTENSIONE dei diritti e non si accorgono invece di quando la politica gli toglie la sedia da sotto al culo ci vorrebbe una politica forte, più forte del QI dei mentecatti, se non chiediamo troppo, una politica che lavora per tutti e che le cose che si devono fare le fa e basta.
E quando l’eminenza di turno insorge basterebbe semplicemente dire: “che fa, contestualizza? ” e accompagnarla alla porta così come si fa in quei paesi dove la politica, fare le leggi, spetta al parlamento, non si fa nelle segrete stanze del vaticano con la complicità di quei politici che per una manciata di voti venderebbero l’anima al diavolo, altro che difendere i valori cristiani, la famiglia salvo poi averne due o tre.
In nessuna specie animale esiste una sorta di struttura somigliante al matrimonio.
Dunque potremmo pensare che sia innaturale, a parte qualche eccezione che, proprio perché naturale non necessita di nessun ordine sociale imposto.
E’ una pratica innaturale, quindi immorale.
Pentiamoci tutti e vietiamo il matrimonio, pratica obbrobriosa, innaturale e dunque diabolica.
E se proprio vogliamo parlare di natura, l’incesto è dominante in natura.
Nella specie umana no perché appunto gli umani sono dotati della capacità di decidere quello che è eticamente corretto e quello che non lo è.
E, finché è la natura a orientare va bene, ma quando si indirizzano in modo forzato le scelte delle persone per motivi di ordine sociale/religioso – l’Italia non è ancora una teocrazia per fortuna, e la religione di stato è stata abolita da un bel po’ – legiferando in tal senso e consentendo alla chiesa di interferire nella sfera civile delle persone è un’altra cosa, perché allora può valere qualsiasi tipo di ordine. Non solo quelli pensati per fare, appunto “ordine”.
Le persone scelgono in base a quello che vogliono, non sempre in base a ciò che è socialmente ma non universalmente giusto, e finché quelle scelte non sono pericolose, dannose per il prossimo è giusto che si possano fare.
Il matrimonio gay non mette in pericolo quello tradizionale, non toglie nulla alla società, casomai aggiunge.
In una società come la nostra poi parlare di cose socialmente giuste è assolutamente ridicolo; la chiesa ha sostenuto un corruttore colluso con le mafie, ha perdonato, contestualizzato, giustificato e assolto un vecchio satrapo pervertito che paga minorenni, che organizza orge in casa sua ma condanna due persone che vogliono vivere il loro amore alla luce del sole.
E bisognerà insistere, infierire, polemizzare anche in modo spietato su questi argomenti finché la chiesa e il vaticano non smetteranno di propagandare e incentivare l’ignoranza becera e il più bieco oscurantismo spacciandoli per fede religiosa, per volere di un Dio che nessuno ha mai visto né sentito parlare.
Togliere naturalezza ai rapporti umani che hanno comune denominatore, come fondamento i sentimenti perché ci sono cose che non si devono fare secondo un sentire comune sviluppatosi nel tempo per ragioni soprattutto di subcultura e ignoranza, ma che non per tutti sono sbagliate, moralmente ingiuste e irricevibili è quanto di meno umano e socialmente giusto si possa fare.