L’uomo senza struttura

senza-strutturaQuando quel che restava della politica dopo la strage di tangentopoli ha consegnato l’Italia a berlusconi, ufficialmente come Trump “uomo senza struttura” anche se poi con dell’utri abbiamo scoperto che la struttura c’era eccome, molto più salda di quella di Trump gli opinionisti alle vongole di allora, fra i quali ce ne sono molti che abbiamo la fortuna [sic] di leggere e sentire anche oggi ce l’hanno raccontata dicendo che per far uscire l’Italia da quel periodo oscuro serviva un uomo che segnasse la separazione fra la prima e la seconda repubblica.
L’uomo nuovo del cambiamento, il non politico, il quale doveva servire per riavvicinare la politica ai cittadini che avevano perso la fiducia nella politica.
Di berlusconi si sapeva molto anche se non tutto, quel tanto che doveva bastare per tenerlo lontano dalla politica come fra l’altro prevede[va] la legge che impedisce ai possessori di media di intraprendere una carriera politica.
Eppure nulla è stato fatto, berlusconi ha trovato immense praterie per fare quello che ha voluto ma soprattutto che gli è servito per consolidare il suo patrimonio e mettersi in sicurezza rispetto alla legge, ha potuto contare sul consenso e l’accoglienza delle istituzioni che durano ancora oggi nonostante i suoi trascorsi, la sua condanna che non gli vietano di essere ancora un interlocutore della politica e delle istituzioni.

Le domande sono: perché berlusconi andava bene come novità, nessuno al tempo  parlava di qualunquismo, populismo, di democrazia in pericolo nonostante ci fossero tutti i segnali per capire che il pericolo c’era quanto e invece lo si fa oggi in relazione alle novità politiche nazionali e internazionali? Gli stati uniti hanno molti più anticorpi dell’Italia: lì bastano un giornalista e un’inchiesta per mettere fuori gioco un politico e perfino il presidente, cosa che non potrebbe mai succedere in Italia dove la maggior parte del giornalismo si è sempre adeguata, sdraiata davanti a chiunque abbia preso in mano la leva del comando. Per quale motivo, allora, Trump che arriva non solo dopo Obama ma dopo i due Bush deve essere più pericoloso per il mondo di quanto lo siano stati appunto il padre e il figlio che pure di danni ne hanno fatti e il movimento più pericoloso per l’Italia di quanto lo sia stato berlusconi? Cos’è che non possono sopportare il mondo e l’Italia: gli outsider nella politica o la frattura del sistema politico nazionale e internazionale che ci ha accompagnato dolcemente in questa catastrofe globale?  Nessuno metteva in discussione il suffragio universale quando berlusconi vinceva le elezioni grazie ai mezzi di informazione che possiede e agli strumenti di propaganda che poteva utilizzare a suo vantaggio: come mai oggi questo suffragio è diventato così criticabile al punto che qualcuno può perfino dire che forse andrebbe rivisto, che non va più bene consentire al popolo di poter esprimere la sua scelta col voto e le politiche europee, compresa l’Italia si organizzano affinché la gente abbia sempre meno occasioni per esprimere la sua volontà elettorale? I grandi esperti nel ventilare ipotesi di disastri, catastrofi e sciagure quando il popolo dimostra la sua disaffezione per la politica non potrebbero invece concentrarsi sui motivi che poi portano la gente a voltare le spalle alla politica?

La paura, l’odio e la propaganda

Si è detto fino alla nausea che tutti i peggiori dittatori sanguinari dicevano e dicono di agire ognuno nel nome del loro Dio, la Germania nazista firmò un trattato con la chiesa che ha sempre sostenuto il regime di hitler e quello di mussolini e la frase “Gott mit uns” [Dio è con noi] era impressa sulle fibbie delle cinture dei soldati della Wehrmacht.  bush padre ordinò di attaccare l’Iraq “perché glielo aveva detto Dio”, ma nessuno ha mai detto e scritto che tutti gli europei e gli occidentali cattolici erano nazisti o fanatici  potenzialmente in grado di compiere disastri umanitari della portata dell’olocausto e delle guerre imperialiste americane. Tutti i terroristi sono islamici?
Quando in questo paese si facevano saltare in aria le stazioni, esplodere gli aerei in volo, i palazzi, le banche e le autostrade di fondamentalismi non parlava nessuno. Perché ogni realtà produce i suoi terrorismi, ognuno con matrici e motivazioni diverse nelle quali è più che probabile che la religione non c’entri proprio nulla.
Quindi, casomai, è il terrorismo ad essere bastardo, non gli islamici. Bastardi sono quelli che aiutano il terrorismo ad espandersi continuando a fabbricare sia le ragioni sia  le armi e presentarsi poi al mondo come quelli che risolvono il problema. Quelli che sono qui, nel bel mondo occidentale.

“Stato islamico” non vuol dire niente, è il solito giochino di prestigio del mainstream, della propaganda che costruisce confusione.
Nessuno ha parlato di strage riferibile allo stato cattolico quando 77 persone furono uccise in un attentato simile a quelli compiuti dal fondamentalismo da Anders Breivik, norvegese, cristiano dalla carnagione chiara e gli occhi azzurri.
Il manipolo destroide, violento e reazionario dei belpietro, gasparri, salvini, santanché, meloni lo vedrei meglio arruolato nell’isis che in un qualsiasi contesto di un paese democratico.
Se qualcuno pensa che si debbano mettere in pratica i deliri di questi disertori della civiltà che sanno rispondere alla violenza solo con l’istigazione violenta, probabilmente il suo posto non è in un paese civile ma proprio in quelli da cui la gente scappa per non dover sottostare al regime violento e sanguinario del fondamentalismo, creato ad arte da chi ha tutto l’interesse che le guerre non abbiano mai una fine.
La rabbia è un sentimento umano che si può permettere di esprimere solo chi è stato toccato da vicino dalle tragedie, ma da chi ha un ruolo pubblico che lo porta ad esprimersi in pubblico, che sia il giornalista o l’esponente di un partito io mi aspetto e pretendo che non dica la prima idiozia che gli passa per la testa, nell’eventualità tutt’altro che remota considerati i personaggi che non ci sia altro da questa che taccia.
Il processo di civiltà democratica s’interrompe nel momento in cui qualcuno pensa che il circuito violento e ormai inarrestabile dello scontro globale si possa controllare ed arginare con maggiore violenza.
I fanatici che fomentano ed istigano all’odio esprimendosi sempre e solo con quello come salvini, gasparri, la meloni, belpietro, la santanchè e la tanto rimpianta Fallaci che salvini vorrebbe addirittura portare nelle scuole, tutti quelli che associano la religione alla violenza non vanno ascoltati perché non hanno mai ragione.  Pensare che si possa ridurre il fenomeno estremista violento dell’integralismo fondamentalista che uccide portandolo al semplice scontro di religioni elevandone una su un’altra che per luogo comune ed ignoranza viene associata a quelle violenze significa semplificare, non avere nessuna intenzione non dico di risolvere questa immane tragedia planetaria nella quale siamo ormai coinvolti tutti ma nemmeno di comprenderla né di aiutare a farlo.
Proprio quello che cercano i propagandisti d’accatto alla belpietro, ferrara, gasparri, salvini, santanché, meloni e i loro complici nei media che danno voce, risalto, visibilità a questi funzionari dell’istigazione violenta nascondendo l’operazione dietro alla ormai vilipesa libertà di espressione. Quando per libertà di informazione si intende la precisa intenzione di permettere di far viaggiare il messaggio negativo e violento che aizza e fomenta non è più libertà, tanto meno può essere informazione. In un momento così delicato della storia del mondo è urgente spegnere qualsiasi focolaio che possa trasformarsi in un motivo di ritorsioni da parte di chi non ha niente da perdere. Chi aizza e fomenta l’odio non ha nessuna intenzione di contrastare l’odio ma ha tutto l’interesse a mantenere questo clima di tensione permanente che è l’unico che gli consente la sopravvivenza e l’esistenza mediatiche. Una volta si diceva “facciamoli parlare, così la gente capirà”: stabilito che ormai sappiamo tutti come e cosa pensano belpietro, gasparri, salvini, santanché, meloni, ferrara e in che modo viene recepito quel “pensiero” direi che è arrivato il momento di smetterla con questa reiterazione del reato.  I veri complici del clima invivibile di questo paese sono quelli che danno spazio e visibilità a salvini come a gasparri, ferrara, meloni e alla santanché.
Saranno loro, i falsi liberali a cui in realtà interessa solo la repellenza che fa share a rispondere alla storia della subcultura intollerante, odiosa e pericolosa in cui hanno volutamente e scientemente trascinato tutto il paese per meri interessi editoriali.

La coda del serpente

E’ surreale la richiesta all’islam moderato di dissociarsi dal fondamentalismo. 

Ogni volta che succede qualcosa in casa nostra, mai nella loro arriva, puntuale la richiesta della presa di distanza, come se qualcuno l’avesse chiesta ai cattolici che sostengono una fede che è nata, si è sviluppata dilagando proprio con la violenza.
E’ stato mai chiesto ai cattolici di dissociarsi dalle crociate, dalla santa inquisizione, dallo sterminio, le torture fatte subire a chiunque abbia provato nel tempo a contrastare la seduzione religiosa usando la semplice arma dell’intelligenza e della razionalità?
Qualcuno ha forse chiesto a noi di prendere le distanze dalla mafia, dagli attentati di Capaci e via D’Amelio?
E’ stata mai pretesa la presa di distanza degli antifascisti dalle stragi fasciste rimaste senza colpevoli in rispetto della “ragion di stato”?
Per chiedere scusa a Galileo scampato al rogo per un soffio la chiesa ha impiegato quattro secoli.
Altrettanti ce ne sono voluti per restituire alle donne l’anima che spettava loro quanto agli uomini.
Roba vecchia eh? Già, ma intanto nel ventunesimo secolo due giornalisti italiani vengono indagati perché accusati di aver violato il codice sacro, non quello dello stato laico dell’articolo 21.
Due giorni fa 50 mussulmani sono morti a Beirut colpiti da altri mussulmani.
Dov’erano i capi di stato europei e internazionali che oggi si stracciano le vesti, gli opinionisti che piangono l’attacco alla civiltà e i morti solo quando sono nostri, occidentali?
Quanta gente innocente è morta in Iraq, Iran, in Afghanistan, quanti sono stati e sono gli “effetti collaterali” del bombardamento democratico occidentale? Chi vende le armi agli “straccioni integralisti?” Bush padre dichiarò guerra al’Iraq perché “glielo aveva detto Dio”. Tutti i peggiori dittatori sanguinari dicevano e dicono di agire ognuno nel nome del loro Dio, non solo quelli islamici.
Negli attentati compiuti dall’integralismo islamico muoiono più mussulmani che occidentali: le vere vittime sono loro e lo sono due volte, sia quando vengono colpiti dal fondamentalismo sia quando l’occidente santo e democratico esporta un po’ di civiltà nell’unico modo che conosce: con le bombe.
Il terrorismo è la coda del serpente: la testa è altrove, dove le guerre vengono decise in nome del denaro: l’unico dio che regola l’universo.

E’ la guerra, bellezza

Sottotitolo, dedicato specialmente ai vagabondi che credono di essere anonimi: il furto di identità è ancora un reato perseguibile dalla giustizia reale. Renzi non l’ha ancora depenalizzato, ecco.

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Anche bombardare paesi è un atto di guerra.
Costringere la gente a scappare dalla sua terra senza sapere dove andare, abbandonarla ad un destino infame, è un atto di guerra.
Chissà come mai gli atti di guerra vengono considerati tali solo quando colpiscono l’obiettivo occidentale, mentre in tutti gli altri casi sono “esportazione di democrazia” o “difesa dei valori”.

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Ben svegliati a tutti quelli che scoprono solo oggi che le guerre sono divisive, che nessun atto di prevaricazione violenta ha in sé alcuna finalità positiva e figuriamoci democratica.
Se il momento non fosse tragico sentire Obama che parla degli attentati di Parigi definendoli “un oltraggio ai nostri valori”, quelli che tutti abbiamo imparato nel tempo a conoscere, farebbe sganasciare dalle risate.
Ci volevano terrorizzati, impauriti, spaventati e chiusi nei nostri piccoli recinti di “libertà”, ecco: ci sono riusciti.

Se l’Italia fin’ora si è salvata dagli attacchi del fondamentalismo nonostante la santanchè, salvini, gasparri, ferrara, i quotidiani di berlusconi, la scelleratezza delinquenziale di chi continua ad offrire la ribalta mediatica ai seminatori di odio razzisti e fascisti spacciati per leader ‘moderati’ non è perché abbia qualche merito particolare o una politica autorevole che sa garantire la sicurezza nazionale, è semplicemente perché proprio grazie alle sue politiche è stata sempre il paese più servo di tutti, il più capace di tutti a trattare con tutti per vigliaccheria e impossibilità di tenere la testa alta davanti ai poteri di ogni ordine e grado.
Un paese ininfluente a livello internazionale che si piega ad ogni desiderata che arriva dai piani alti, che non incute timore a nessuno.
Uno stato gestito da gente responsabile non avrebbe mai assecondato  un papa che pensa che sia questo il momento più adatto per far entrare qualche milione di persone in Italia a celebrare il suo anno santo e misericordioso.

E lo sventurato rispose

Sottotitolo: le parole più dure andavano dedicate a chi, ancora una volta, ha messo l’Italia in una posizione vergognosa di fronte al mondo intero.
E invece si preferisce adottare il metodo “un po’ di qua un po’ di là”.
La politica si comporta male, delinque, deve smetterla MA.
Come un padre che sgrida il figlio discolo poi per par condicio, per non mortificarlo troppo, fa la ramanzina anche al figlio che ubbidisce. Se quello poi s’incazza ha ragione.
“Patologia eversiva” sono parole pesantissime che Napolitano ha indirizzato verso l’obiettivo sbagliato. Eversione è far partecipare un delinquente al tavolo delle decisioni, è aver trovato ogni tipo di alibi e giustificazione per rendere normale l’anormalità di tre anni di legislature imposte, non volute e scelte dal popolo come Costituzione comanda.
E non può mai essere eversione, tanto meno patologica, chi a tutto questo si ribella.

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E’ arrivato il supermonito: colpa della politica ladra e corrotta? No, come sempre fra le guardie e i ladri l’occhio di riguardo è per questi ultimi.

Non è colpa dei ladri se sono ladri ma di chi se ne accorge. Più o meno le stesse cose le aveva dette il 25 aprile di due anni fa: il refrain è sempre lo stesso, non è mai colpa della politica ma sempre e solo di chi la critica, la giudica, le si oppone. Napolitano da bravo alto funzionario del sistema deve difenderlo con tutti i mezzi, soprattutto con la menzogna. Di fronte ad uno degli scandali politici più grave di tutti i tempi il presidente che ha a cuore la sorte del paese, dei cittadini, della repubblica e della democrazia avrebbe fatto tutt’altro discorso, ma la parola d’ordine more solito è il depistaggio, portare il ragionamento altrove dal problema. C’è da capirlo: tutta colpa di chi ha rovinato la bella intesa “mafia-criminalità-politica”.
Il repulisti destabilizza, effettivamente la ricerca dell’onestà in politica è un po’ eversiva in un paese dove deve sempre arrivare la magistratura a fare quello che dovrebbe fare la politica.
C’è il rischio che chi non ha capito fino adesso stavolta capisca.
Meglio mettere le mani avanti.

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Giorgio Napolitano: “Critica alla politica è degenerata in patologia eversiva”.

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La vera patologia che affligge questo paese da sempre è l’incapacità della politica ad essere onesta. Il monito di Napolitano fa il paio con le critiche di Franceschini ai manifestanti alla Scala di tre giorni fa: non è la politica ad essere degenerata, corrotta, sempre invischiata in affari sporchi, una politica che da vent’anni –  solo perché quelli di prima erano almeno presentabili –  ha reso l’Italia lo zimbello del mondo ma chi vorrebbe vivere in un paese normale, dove i ladri fanno i ladri e i politici, i politici. E dove i politici mandano in galera i ladri, non gli fanno riscrivere la Costituzione.

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Nell’Italia prima in classifica in Europa per corruzione il presidente del consiglio che voleva il daspo per i politici indagati ma poi fa le riforme con quello addirittura plurindagato per reati come truffa e corruzione Verdini e con l’altro condannato per frode allo stato berlusconi, pensa che sia il caso di inasprire le pene per i reati legati alla corruzione solo davanti al più gigantesco scandalo di corruzione e criminalità politica dopo tangentopoli. 

Il presidente del consiglio che è anche segretario di quel pd che solo qualche giorno fa ha negato l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni di Azzollini, senatore Ncd indagato per associazione a delinquere, truffa allo stato, frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali.
La scoperta delle torture inflitte dalla CIA su terroristi e presunti tali, molti infatti erano innocenti, l’ha fatta il Senato americano, non la magistratura.
Ecco che torna di nuovo il pensiero di Paolo Borsellino: sulla delinquenza politica la politica deve intervenire prima dei giudici, perché quando intervengono loro i danni sono ormai incalcolabili.
Il danno più grave prodotto da questa politica complice del malaffare in prima persona o perché non l’ha voluto/potuto/saputo contrastare è principalmente la perdita di fiducia dei cittadini verso le istituzioni.
Chi può credere infatti che nel cosiddetto patto del Nazareno Renzi possa inserire provvedimenti severi per quei reati che berlusconi è riuscito a minimizzare fino a farli sparire come il falso in bilancio?
Le nozze coi fichi secchi non si possono fare, e nemmeno si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, se Renzi vuole essere credibile non può chiedere la collaborazione di Verdini e berlusconi per mandare in galera i politici ladri e i corrotti.

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Il tutorial di Matteo Renzi per sconfiggere la corruzione in quattro minuti – Christian Raimo

Lo spot di Matteo Renzi sulla corruzione, il video di quasi quattro minuti che è sul sito del governo, cerca di rimediare alla crisi di credibilità che nell’ultima settimana ha colpito il Partito democratico con l’apertura dell’inchiesta su Mafia capitale.

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Le vignette di Riccardo Mannelli.

Il sistema criminale fascista e mafioso nel quale Carminati aveva un ruolo di prim’ordine non gradisce il giornalismo di inchiesta, proprio come la politica che non minaccia di “fratturare la faccia” ai giornalisti ma il metodo persuasivo, quello della querela temeraria ad esempio col quale il potente tenta di scoraggiare i giornalisti che hanno l’ardire di indagare sulla politica disonesta non è meno violento.

Solidarietà a Lirio Abbate per minacce di Carminati. – Articolo 21

Carminati non era fuori perché come ha detto giorni fa il suo avvocato aveva estinto il suo debito con la giustizia ma perché in passato ha potuto beneficiare di sette sconti di pena e per ben tre volte del provvedimento pietoso, quell’indulto pensato per i poveri cristi ma che poi mette fuori anche i grandi barabba.
In questo paese funziona così: la politica e i governi fanno leggi per riempire le carceri coi poveri cristi, poi quando le carceri sono troppo piene perché quelle leggi sono sbagliate, mandano in carcere chi non ci dovrebbe andare tirano fuori i provvedimenti di emergenza, così di quel tana libera tutti possono usufruire anche quelli come Carminati, terrorista, eversore, fascista, criminale comune con precedenti che in qualsiasi paese normale gli avrebbero garantito la galera a vita.
In questo paese la politica e i governi evitano accuratamente di fare leggi necessarie tipo quella sulle torture che l’Europa chiede da svariati anni, quelli che vengono dopo si guardano bene dal ripristinare quelle eliminate da quelli che c’erano prima tipo il falso in bilancio, di fare le leggi che quelli di prima non avevano potuto fare per non andare contro gli interessi di un delinquente elevato a statista ma poi tutta la politica e tutti i governi fanno annegare l’Italia in un mare magnum di leggi inutili e ancorché incostituzionali come la bossi fini e la fini giovanardi che sono state la causa principale di quel sovraffollamento delle carceri col quale poi si giustificano i provvedimenti cosiddetti di clemenza invocati dal papa e da Napolitano. Provvedimenti che tutta la società civile poi accetta con commozione perché pensa alla libertà del povero cristo, il quale nella stragrande maggioranza dei casi verrà ribeccato a delinquere e non al grande barabba che non ha mai smesso nemmeno quando era in carcere.
E con questi presupposti Renzi si vanta che non lascerà Roma ai criminali, a quelli che lui non chiama mafiosi perché è un termine che non gli esce mai dalla bocca ma “tangentari all’amatriciana”: in effetti il suo patto con berlusconi fa pensare che nelle sue intenzioni ci sia quella di lasciare ai criminali non solo Roma ma tutta l’Italia.

1 maggio: festa di che, ma, soprattutto, di chi?

Sottotitolo: ci vuole una buona dose di coraggio e sfrontatezza a fare e farsi gli auguri del 1 maggio.
Se questo fosse un paese meno ipocrita certe riforme costituzionali sarebbero già state fatte, come ad esempio abolire quegli articoli circa il diritto al lavoro, all’uguaglianza, ad essere curati quando si sta male, ad una giustizia uguale per tutti.
Perché tanto quegli articoli non sono mai stati messi in pratica, sono solo Carta straccia.
L’Italia è solo una repubblica fondata sulle ipotesi: di un lavoro, dell’uguaglianza, del diritto alle cure e di una giustizia che sia davvero uguale per tutti.
Sempre meglio un’amara ma reale consapevolezza di questa continua presa in giro che questo paese è costretto a subire per volontà altre e alte.

Se i primi a far perdere il senso alle cose, alle cose importanti, sono proprio quelli che le dovrebbero custodire perché poi se la prendono quando qualcuno glielo fa notare?
La diseducazione collettiva passa anche per i negozi aperti il 25 aprile e il 1 maggio.
Perché così anche il 25 aprile e il 1 maggio diventano giorni come altri, e siccome da festeggiare non c’è rimasto davvero nulla sarebbe opportuno che uno stato serio per mezzo delle sue istituzioni non perda di vista almeno il significato storico di queste date, che si faccia portatore di quel significato che non si può certamente cercare e trovare nei centri commerciali, ecco.   

Escludendo le professioni necessarie, di pubblica utilità, vigilanza e presidi sanitari che non possono chiudere per riposo settimanale e devono garantire il servizio sempre si può ancora pretendere che i cittadini di un paese civile vengano educati e rieducati da qualcuno che dica a chiare lettere che le scarpe, i vestiti e la scorta della spesa si possono acquistare tutti i giorni MENO, almeno, il 25 aprile e il 1 maggio?

E che in queste giornate i negozi rimangano chiusi com’è giusto che sia?

Un po’ di storia: la strage di Portella della Ginestra ha segnato il principio della fine dell’idea dell’Italia paese democratico.
Ogni fatto storico, politico, deve essere considerato passando per Portella della Ginestra, sennò non si capisce.
Non si capisce il progetto preciso, scientifico voluto e ottenuto affinché l’Italia non avesse mai il diritto ad un’indipendenza propria.
Tutto quello che è accaduto dopo è la naturale prosecuzione di quel progetto: l’Italia è una “repubblica” fondata su Portella della Ginestra.

La vecchia credeva che fossero mortaretti e cominciò a battere le mani festosa. Rideva. Per una frazione di secondo continuò a ridere, allegra, dentro di sé, ma il suo sorriso si era già rattrappito in un ghigno di terrore. Un mulo cadde con il ventre all’aria. A una bambina, all’improvviso, la piccola mascella si arrossò di sangue. La polvere si levava a spruzzi come se il vento avesse preso a danzare. C’era gente che cadeva, in silenzio, e non si alzava più. Altri scappavano urlando, come impazziti. E scappavano, in preda al terrore, i cavalli, travolgendo uomini, donne, bambini. Poi si udì qualcosa che fischiava contro i massi. Qualcosa che strideva e fischiava. E ancora quel rumore di mortaretti. Un bambino cadde colpito alla spalla. Una donna, con il petto squarciato, era finita esanime sulla carcassa della sua cavalla sventrata. Il corpo di un uomo, dalla testa maciullata cadde al suolo con il rumore di un sacco pieno di stracci. E poi quell’odore di polvere da sparo.
La carneficina durò in tutto un paio di minuti. Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di paura piombò sulla piccola vallata. In lontananza il fiume Jato riprese a far udire il suo suono liquido e leggero. E le due alture gialle di ginestre, la Pizzuta e la Cumeta, apparvero tra la polvere come angeli custodi silenti e smarriti.

Era il l maggio 1947 e a Portella della Ginestra si era appena compiuta la prima strage dell’Italia repubblicana.

http://www.misteriditalia.it/giuliano/strage-portella/

http://www.centroimpastato.it/publ/online/portella_narcomafie.php3

Armatevi e uccidete

Sottotitolo [di casa nostra]: chiedere a Monti di candidarsi alla presidenza del consiglio sarebbe [è] come se un uomo chiedesse ad una donna di sposarla dopo averla stuprata.

 

ARMI FACILI? LE LOBBY SONO “GARANTITE”

Strage Connecticut, non solo lobby.
La maggioranza dei cittadini vuole le armi libere.
Il massacro del Conneticut è solo l’ultima di una serie di tragedie provocate anche dalla facilità di portare armi da fuoco. La produzione cresce e le ipotesi di ridimensionare questo diritto fanno schizzare in alto le vendite. Intanto quattro stati preparano una legge che permette di portare la pistola sul posto di lavoro. L’Illinois prova a fare una legge restrittiva e viene stoppato dai giudici. E la Florida sarà il primo stato ad avere a un milione di licenze concesse. Ma il tema è stato oscurato in campagna elettorale. [Il Fatto Quotidiano]
Perché la prepotenza e il delirio assassino delle lobby delle armi: è bene leggerla in lingua e letamaio originale.

Da una donna che avesse una passione sfrenata per le armi al punto di tenersi un arsenale da guerra in casa non mi farei fare nemmeno le pulizie, altro che farle insegnare a dei bambini in una scuola. Ci sarebbe da chiedersi che cosa può insegnare una così ai suoi figli e poi ai bambini che se la ritrovano per maestra.
Quello che di solito si dice ‘dopo’, è che l’autore di una strage era tanto intelligente oppure che era malat*.  Essere molto intelligenti non significa un bel nulla, anche per fare quel che ha fatto hitler ci vuole intelligenza, e un disagio psichico non conforta.
Il messaggio che non deve passare è che la colpa è del ragazzo che aveva un disagio psichico.
 L’asperger non è una malattia mentale e non porta all’aggressività verso gli altri e in queste ore invece se ne leggono di tutti i colori affinché si distolga l’attenzione dal vero problema che è la vendita e l’uso indiscriminato di armi.
Il problema qui è a monte. Parliamo di un popolo tenuto sotto scacco col metodo della paura. Più ti terrorizzo e più cercherai di proteggerti e difenderti, e più si vendono le armi che non dovrebbero essere merci messe a disposizione di tutti come una scatola di biscotti o come qualunque altro sistema di sicurezza personale. Meno armi in circolazione ci sono e più si riducono i rischi, un paese è anche la sua storia, quanti altri morti ci vorranno prima di rivedere quell’emendamento pensato per altre epoche storiche? io sono contraria alla facilità di acquisto e possesso di un’arma, anche le numerose tragedie familiari che accadono ciclicamente da noi si potrebbero evitare. 
Un raptus di follia è una probabilità normale, può succedere a tutti, avere un’arma a portata di mano non può essere considerato altrettanto normale.
Avere una pistola non equivale a blindarsi la casa e la macchina per non farsi derubare. 

Adesso è finita la campagna elettorale, Obama è stato riconfermato, la prima volta poteva essere semplice voglia di cambiare, curiosità, la seconda è per forza convinzione. E  credo che dovrebbe approfittarne. Diciamo che è la stessa cosa che dovrebbe fare la politica cosiddetta riformista qui da noi quando per sbaglio prende ll comando  invece di riprodurre in piccolo la stessa politica retriva e retrograda della peggior destra. Insomma, la politica ha il dovere di lavorare per un’evoluzione positiva dei popoli, dove non arrivano comprensione e cultura è giusto imporre la cosa giusta così come s’impongono altre regole, le tasse eccetera.  

La lobby delle armi  negli USA è sicuramente potentissima e in grado di influenzare l’opinione pubblica, ma è lo stesso discorso della pena di morte. Nessun candidato alla presidenza ha mai vinto dicendo di essere contrario. Le ragioni storiche le conosciamo, e sono più o meno le stesse per le quali sono stati dei campioni nei linciaggi.

Io credo però che la politica nobile debba essere in grado di imporsi con coraggio anche di fronte alle resistenze dell’opinione pubblica. In casi come questo assecondarne gli istinti più biechi è criminale.
Gli americani si “scioccano”, si disperano, i presidenti piangono e vanno ad abbracciare personalmente i parenti delle vittime  ma poi guai a togliergli la possibilità di armarsi e di poter usare quelle armi.

Dio non sa chi sono IO

Sottotitolo: Sto con Obama, per ovvi motivi, ma non con l’America.
Sapevatelo.

La Fornero chiede alla stampa di lasciare la sala dove sta parlando e spiega: “Ti scappa una parola e diventa titolo”. E se ogni tanto si mordesse la lingua?

[Il Fatto Quotidiano].

Ma questa signora, affascinante  e aggraziata quanto una kapo’ che vuole, fare il ministro e pensare di non dover misurare le parole? ma non era il governo delle gentildonne e dei gentlemen sobri questo?

Preambolo:

Trattativa, i pm: “Berlusconi e Dell’Utri
garanti del patto con Cosa Nostra”

Ingroia e i colleghi della Procura di Palermo depositano una memoria al processo appena iniziato. L’ex premier “approdo” finale del patto. Nel documento ricostruzione storica più che giudiziaria. Leggi il documento integrale

Il fatto è che ad una certa età bisognerebbe ritirarsi ad una dignitosa vita privata, mica per niente, per evitare di rendersi ridicoli. C’è da dire che questo timore non sfiora minimamente Scalfari che da qualche mese sta sfidando l’impossibile e l’inenarrabile non senza la collaborazione di chi lo invita in televisione, uno a caso Fabio Fazio – come se non bastassero i suoi editoriali – pensando che abbia chissà quali cose sensazionali da rivelare al popolo italiano.  Non voterò il movimento e Grillo non sempre dice cose utili ma meno ancora mi piacciono gli allarmi sulla possibile morte della democrazia – qualora il movimento vincesse le elezioni – lanciati dal Rimbambito di Largo Fochetti nell’ennesimo delirio [in forma di poderoso editoriale] di domenica.

Eh caro Scalfari, sono belle le battaglie per la libertà di espressione, è bello invocare da un quotidiano prestigioso il diritto a non essere imbavagliati, specialmente se la possibilità di limitare la libertà di espressione e di imbavagliare questo surrogato di informazione che abbiamo a disposizione in Italia è nelle mani di un editore concorrente col quale casualmente l’editore del Gruppo Espresso aveva un contenzioso in sospeso e che, sempre casualmente è potuto assurgere al ruolo di controllore anziché, come sarebbe stato più giusto, di controllato a vista considerato il potere spropositato di cui può disporre e che in virtù del ruolo politico concessogli violando legge e Costituzione [altroché Grillo] per mezzo del quale ha potuto scampare alla galera ha potuto aumentarlo a dismisura anche e soprattutto grazie a chi – certa stampa compresa e un’opposizione che gli ha retto il gioco per diciotto anni – faceva finta che berlusconi presidente del consiglio fosse una cosa normale da paese normale. 

Ha fatto finta la prima volta, ha fatto finta la seconda e ha fatto finta anche la terza senza che l’esercito delle intellighenzie facesse un plissé a proposito di pericolo dittatura, di rischio populismo, senza gli affettuosi moniti di Napolitano che era troppo occupato a sfilare e ad infilare la penna dal taschino. 
Oggi invece è cambiato tutto, compresi i nemici da abbattere: Magistrati colpevoli di voler fare il loro dovere e un movimento di gente che si è fatto strada da solo senza che nessuno gli mettesse a disposizione bicamerali superaccessoriate.
Grillo le battaglie le voleva fare nel PD ma gli è stato impedito. Gli dissero che non poteva iscriversi anche se lui aveva già la tessera, ma nel frattempo nel partito, terrorizzati dalle proposte circa i NON finanziamenti ai partiti e l’incandidabilità dei condannati [come se ci volesse una legge per impedire a dei delinquenti di poter accedere alla politica] hanno adito ragioni di regolamento e statuto e avviato le procedure di restituzione dei soldi del tesseramento.
Col risultato che oggi si teme più un movimento di popolo di un signore gà prescritto e condannato un paio di volte dalla giustizia, estraneo alla politica, nonché ad ogni tipo di rispetto di leggi e regole che, per ambire ad un ruolo politico si è fatto fare un partito dall’amico mafioso.
La democrazia è un processo complicato e faticoso, ecco perché non si addice all’Italia.
L’editto liberale
Marco Travaglio, 6 novembre
Sostiene il liberale Eugenio Scalfari su Repubblica che il “Movimento 5 Stelle diventa un problema politico” perché gli elettori siciliani l’han votato più di tutti i partiti e soprattutto perché Santoro ha osato financo trasmettere “parecchi minuti” di immagini sulla traversata dello Stretto di Messina da parte di Grillo, “leader del populismo e dell’antipolitica”, e di alcuni suoi comizi in Sicilia “infarciti di parolacce”. L’ascolto medio è stato del “10,37”, che “non è moltissimo” (solo il doppio di quando a La7 compare Scalfari), “ma sono comunque cifre significative”. Il problema politico sta nel fatto che Grillo “fugge dalle tv ma le tv lo inseguono, lo riprendono, lo trasmettono” (peraltro Grillo fugge anche dai giornali, ma i giornali lo inseguono, lo citano, lo raccontano, Repubblica compresa, la qual cosa si chiama informazione, ma lasciamo perdere). Come se non bastasse, c’è pure “la Rete gremita di video sul Grillo comiziante e monologante, con milioni e milioni di contatti” (per la verità la Rete è pure gremita di video su politici comizianti e monologanti, che però purtroppo registrano scarsi contatti all’insaputa di Grillo, ma lasciamo andare). Insomma “Grillo gode di una posizione mediatica incomparabilmente superiore a qualunque altro leader politico di oggi e di ieri” (ohibò: ma non ha appena detto che Grillo “sfugge alle tv”? Non sa che sulla Rete ciascuno va liberamente dove gli pare? Ha idea di quanti milioni di italiani sono costretti ogni giorno, da mane a sera, da tempo immemorabile, a sorbirsi tutti i vecchi politici in tutti i programmi tv, da La prova del cuoco alla messa domenicale, eccetto forse, per ora, il segnale orario e il meteo, visto che i partiti occupano il Cda Rai, le reti, i tg e le Authority?). Così Grillo, senza spendere “un centesimo”, ottiene “ascolto fino al prossimo comizio del quale sarà lui a decidere il giorno, l’ora e il luogo” (ecco: decide lui quando e dove fare i comizi, senza nemmeno una telefonata a Scalfari per sapere se abbia nulla in contrario). “Quale sia il programma del M5S resta un mistero” (almeno per chi non ha ancora imparato a cliccare sul blog di Grillo in alto a destra, alla voce”Scarica il Programma M5S”). Ma ora è allarme rosso, perché “sul suo ‘blog’ uno dei seguaci ha già costruito la futura architettura politica: al Quirinale Di Pietro, capo del governo e ministro dell’Economia Beppe, De Magistris all’Interno, Ingroia alla Giustizia, Saviano all’Istruzione”. A parte Saviano, che per Scalfari “sarebbe una buona idea, ma il nostro amico non accetterebbe quella compagnia” altrimenti che amico sarebbe?, “per gli altri nomi c’è da rabbrividire e chi può farebbe bene a espatriare”. Ecco: chi non rabbrividì e non espatriò con B. al governo, Mancino o Schifani al Senato, Casini o Violante alla Camera, Tremonti all’Economia, Mastella o Castelli o Alfano alla Giustizia, Maroni o Mancino o Amato all’Interno, Bossi o Calderoli alle Riforme, Gelmini all’Istruzione, dovrebbe farlo ora al solo sentir pronunciare i nomi di Grillo, Di Pietro, Ingroia, De Magistris e altri pericolosi incensurati. Tantopiù che — rivela Scalfari — sta per rinascere un “partito d’azione” con “Flores, Travaglio, Santoro” e altri “disturbati”. “Resta da capire — domanda Il liberale Scalfari — perché mai alcune tv si siano trasformate in amplificatori del populismo eversivo”: giusto, che aspetta La7 a chiudere Servizio Pubblico cacciando Santoro e gli altri disturbati? Altrimenti non restano che due soluzioni:
1) espatriare (intanto l’unico che espatria è Ingroia); 
2) convincere l’amico Monti a istituire una nuova tassa: chi guarda un video di Grillo dovrà guardarne anche uno a scelta di Bersani, Casini, o Alfano; alla terza visione grillesca, scatta la progressività dell’imposta e si aggiunge l’ascolto obbligatorio di un monito di Napolitano. Integrale.

Ama e fai quello che vuoi

Ama e fai quel che vuoi non è una citazione di  Che Guevara ma di sant’Agostino.

Obama e i diritti degli omosessuali Passo nella Storia (e verso la rielezione)

Diritti civili, svolta in Argentina.Identità di genere: la scelta è libera.
Il senato: “L’orientamento sessuale è frutto del vissuto personale di ognuno di noi”. Ogni cittadino potrà registrarsi all’anagrafe in base alla propria identità percepita e godere di completa assistenza medica da parte del servizio nazionale sanitario.

Forse in America la crisi non c’è, è già passata e non ce lo hanno detto  se Obama trova il tempo per occuparsi anche dei diritti civili, e lo fa durante la campagna elettorale  mettendo dunque a rischio la sua incolumità politica mentre qui da noi Napolitano non trova niente di meglio da fare che battibeccare a distanza coi saltimbanchi,  la politica di diritti civili da estendere non ne parla più ma in compenso si occupa molto di quelli da togliere.

Gli americani hanno Obama,  noi Giovanardi. Per dire.

Il Presidente americano pensa di estendere il matrimonio anche agli omosessuali (non leggi, leggine, nomi e soprannomi sui quali farsi le pippe per mesi: proprio MATRIMONIO).

Il PD invece, il maggior partito di opposizione, quello che dovrebbe lavorare all’ attuazione di  politiche progressiste tese quindi all’estensione dei diritti,  fino ad ora ha ufficializzato solo il desiderio delle nozze sì, ma quelle coi fichi secchi.

Questo ragionamento che “adesso ci sono cose più serie da risolvere” non l’ho mai capito, specialmente in politica.

Non hanno tempo, evidentemente,  i 945 signori parlamentari di occuparsi di POLITICA visto che da quasi sei mesi sono praticamente a fare niente eccezion fatta  che occuparsi di mantenere intatte tutte le regalìe gentilmente offerte dal popolo italiano, ché Dio o chi per lui gliele ha date e guai a chi gliele tocca.
 Perché per la politica italiana ci sarà sempre qualcosa che viene prima, soprattutto quelle cose  che non dovrebbero, in uno stato di diritto, essere più  importanti del riconoscimento  legale e del rispetto dei  diritti di tutti, omosessuali compresi.
 Obama invece  ha capito che fare delle cose non esclude la possibilità che se ne possano fare altre, non si nasconde dietro al benaltrismo di quelli che “adesso ci sono cose più serie a cui pensare”;   ha detto che tutti i cittadini hanno uguale diritto di formare unioni riconosciute dalla legge, gay o non gay, perché alla legge deve interessare soltanto che un cittadino sia nella pienezza dei suoi diritti: chi lavora, paga le tasse, si comporta da cittadino a tutti gli effetti deve essere considerato un cittadino a tutti gli effetti, indipendentemente dal suo orientamento sessuale.
Una cosa più cristiana di questa non c’è: “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.

E a nessuno piacerebbe far parte di una categoria inferiore, credo.

La chiesa faccia quello che vuole, parli ai suoi e non ai tutti e  la smetta di interferire nelle scelte che riguardano l’ambito civile e il diritto – sacrosanto –  di tutti a veder riconosciuti i loro diritti, fra i quali quello di non essere considerati dei fuorilegge solo perché il loro orientamento sessuale non è quello preferito da santamadrechiesa.

Che poi  è un po’ come preferire il pistacchio al cioccolato, né più né meno.

Sono 2012 anni che funziona così.

Ma tanto quella gente a cui piace considerare le cose secondo la morale di convenienza, la più opportuna, la cosiddetta morale à la carte,  continuerà a vedere solo quello che vuole vedere,  il resto ce lo mette naturalmente la politica, quella del “il paese non è pronto”.
E  siccome la stragrande maggioranza degl’italiani, è evidente,  sono dei mentecatti, persone che vedono un pericolo nell ‘ESTENSIONE dei diritti e non si accorgono invece di quando la politica gli toglie la sedia da sotto al culo ci vorrebbe una politica forte, più forte del QI dei mentecatti, se non chiediamo troppo, una politica che lavora per tutti e che le cose che si devono fare le fa e basta.
E quando l’eminenza di turno insorge basterebbe semplicemente dire: “che fa,  contestualizza? ” e accompagnarla alla porta così come si fa in quei paesi dove la politica, fare le leggi,  spetta al parlamento, non si fa nelle segrete stanze del vaticano con la complicità di quei politici che per una manciata di voti venderebbero l’anima al diavolo, altro che difendere i valori cristiani, la famiglia salvo poi averne due o tre.

In nessuna specie animale esiste una sorta di struttura somigliante al matrimonio.

Dunque potremmo pensare che sia innaturale, a parte qualche eccezione che, proprio perché naturale non necessita di nessun ordine sociale imposto.

E’ una pratica innaturale, quindi immorale.

Pentiamoci tutti e vietiamo il matrimonio, pratica obbrobriosa, innaturale e  dunque diabolica.

E se proprio vogliamo parlare di natura,  l’incesto è dominante in natura.

Nella specie umana no perché appunto gli umani sono dotati della capacità di decidere quello che è eticamente corretto e quello che non lo è.

E, finché è la natura a orientare va bene, ma quando si indirizzano in modo forzato  le scelte delle persone per motivi di  ordine sociale/religioso – l’Italia non è ancora una teocrazia per fortuna, e la religione di stato è stata abolita da un bel po’ –  legiferando in tal senso e consentendo alla chiesa di interferire nella sfera civile delle persone  è un’altra cosa, perché allora può valere qualsiasi tipo di ordine. Non solo quelli pensati per fare, appunto “ordine”.

Le persone scelgono in base a quello che vogliono, non sempre in base a ciò che è  socialmente ma non universalmente  giusto, e finché quelle scelte non sono pericolose, dannose per il prossimo è giusto che si possano fare.

Il matrimonio gay non mette in pericolo quello tradizionale, non toglie nulla alla società, casomai aggiunge.

In una società come la nostra poi parlare di cose socialmente giuste è assolutamente ridicolo; la chiesa ha sostenuto un corruttore  colluso con le mafie, ha perdonato, contestualizzato, giustificato e assolto un vecchio satrapo pervertito  che paga minorenni, che organizza orge in casa sua ma condanna due persone che vogliono vivere il loro amore alla luce del sole.

E bisognerà insistere, infierire, polemizzare anche in modo spietato su questi argomenti  finché la chiesa e il vaticano non smetteranno di propagandare e incentivare l’ignoranza becera e il più bieco oscurantismo spacciandoli per fede religiosa, per volere di un Dio che nessuno ha mai visto né sentito parlare.

Togliere naturalezza ai rapporti umani che hanno comune denominatore, come fondamento  i sentimenti perché ci sono cose che non si devono fare secondo un sentire comune sviluppatosi nel tempo per ragioni soprattutto di subcultura e ignoranza,  ma che non per tutti sono sbagliate, moralmente ingiuste e irricevibili è quanto di meno umano e socialmente giusto si possa fare.