Al referendum io voto e voto SI

L’astensionismo è sì un diritto riconosciuto dalla Costituzione, ma il fatto che venga promosso e incentivato da un governo “democratico” che dovrebbe tifare per la partecipazione alla democrazia dovrebbe far preoccupare e indignare tutti quelli che si ritengono cittadini a pieno titolo.

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Non considero Napolitano uno statista né, tanto meno, quel padre della patria disegnato da cameriere e maggiordomi del regime.
Non penso che abbia salvato l’Italia nel suo momento più drammatico, anzi sono sempre più convinta, e i fatti mi danno ragione, che l’abbia infilata in un incubo dal quale sarà complicatissimo svegliarsi.

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astLa legge vieta la propaganda all’astensione da parte del pubblico ufficiale che poi, da cittadino fa quello che gli pare: vota e/o non vota, ma non dice ai cittadini che il referendum è una bufala pretestuosa.
Ci vorrebbe un po’ di stalinismo per ristabilire un po’ di regole.

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Legittimo o illegittimo, legale o non legale, opportuno o non opportuno solo le parole “schifo” e “vergogna” dovrebbero spiegare il perché nel paese normalmente civile l’istituzione qual è ancora Giorgio Napolitano, visto che gli paghiamo ancora un ufficio e la stampa dei servi pensa che sia ancora il caso di doverlo interpellare, la politica che sarebbe il pd e il capo del governo che purtroppo e malgrado il volere dei cittadini è Matteo Renzi non ostacolano l’esecuzione di un’espressione democratica come il referendum.
A difesa della democrazia è dovuta intervenire non la prima, non la seconda, non la terza né la quarta carica dello stato ma addirittura la quinta nella persona del Presidente della Corte Costituzionale.
 Nessuno dovrebbe più parlare dei populismi e dell’antipolitica delle opposizioni: il populismo e l’antipolitica oggi sono rappresentati egregiamente da chi ha governato e governa lo stato.

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 Voterei pure con Satana se servisse per mandare a casa un antidemocratico reazionario che impone le sue regole, pensa di poter stravolgere lo stato e non sa rispettare quella democrazia che ha permesso anche a lui, sebbene con qualche fantasiosa variazione di stampo napolitano di poter stare dov’è.
Matteo Renzi continua a violare la legge che impone ai pubblici ufficiali di non promuovere l’astensione dal voto e non è successo ancora niente.
Se il referendum fosse una bufala Renzi non avrebbe fatto sprecare 300 milioni di soldi pubblici per non unirlo alle elezioni di giugno.
Renzi teme l’unica cosa che lo dovrebbe legittimare: quel giudizio del popolo che avviene per mezzo delle elezioni, ma non c’è sempre un Napolitano a regalare governi e parlamenti, prima o poi dovrà succedere.
Renzi inizi a farsene una ragione e la smetta di mancare di rispetto ai cittadini che sentono il dovere di andare a votare.

2 thoughts on “Al referendum io voto e voto SI

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