La riform’attrice

Le due camere sono un grave problema: impediscono alle leggi di poter essere discusse e approvate in tempi brevi, forse è per questo che per approvare la riforma Fornero ci hanno messo meno di due settimane e non sono bastati ventuno anni per scrivere una legge decente sul conflitto di interessi.
Essì, la riforma costituzionale è proprio il primo problema degli italiani che tutte le mattine si svegliano col pensiero fisso sull’annosa questione e riflettono tristemente mentre si fanno il caffè: ” la Boschi, riuscirà o no a farsi mettere nei libri di storia in qualità di madrina costituente?

La Boschi che “aspetta da settanta anni la riforma del bicameralismo paritario” di una repubblica che di anni non ne ha ancora sessantotto.

Una volta bastava dire “sì, perché sta scritto sulla Costituzione” o “no, perché lo vieta la Costituzione” per essere sicuri che dietro a quel sì e quel no ci fosse l’esclusivo interesse del popolo al quale la Costituzione è stata dedicata.

Ora molti di quei sì diventeranno no e viceversa grazie ad un manipolo di irresponsabili incapaci arrivisti ai quali del bene dell’Italia e degli italiani non interessa niente: Renzi farebbe il monumento a Marchionne, tanto basta a demolire definitivamente la balla del presidente del consiglio che brucia duecentomila euro per andare a vantarsi dell’Italia in quel di New York che, diretti e orchestrati da un vecchio mestierante della politica che ha detto sì e no un po’ a tutti a cominciare dal fascismo e il comunismo: il primo abbandonato, l’altro rinnegato e con l’assistenza della pletora dei servi del regime, quelli che dovrebbero vigilare sulla politica mentre ne nascondono tutta l’inconsistenza, spesso anche la delinquenza che li guarda amorevolmente con una certa soddisfazione e senza nessun permesso del popolo sovrano hanno deciso che quella Costituzione non va più bene.
Che bisogna farne una più bella, più moderna, più efficiente perché così hanno deciso il vecchio mestierante, un delinquente seriale e uno che si crede Napoleone.
Un governo di nominati e non di eletti frutto del voto di un parlamento formato da una legge anticostituzionale sta sfasciando l’ultimo baluardo di quel residuo di democrazia sul quale si poteva ancora fare affidamento.
E allora no.
Questa non è la mia repubblica né lo stato in cui mi riconosco.
Non mi riconosco in uno stato dove comanda chi alza la voce in forza di un potere che non ha ricevuto dal popolo ma lo può fare grazie al maquillage col quale si è voluta coprire la nefandezza di un presidente della repubblica con velleità da monarca che ha disegnato l’Italia a sua immagine e somiglianza: quella di un vecchio di oltre novant’anni che non avrà nemmeno il piacere e il gusto di potersela godere.

Un saluto affettuoso e un arrivederci a mai più alla Costituzione “più bella del mondo” scritta fra gli altri da Teresa Mattei, Umberto Terracini, Piero Calamandrei, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, riveduta e tragicamente corretta, fra gli altri, da Maria Elena Boschi, Denis Verdini, Roberto Calderoli, Anna Finocchiaro e in precedenza, fra gli altri, anche da D’Alema e berlusconi. Per chi lo avesse dimenticato la guest star, l’ideatore e il regista della cosiddetta riforma necessaria e urgente di cui gli italiani non possono fare a meno è sempre lui e ancora lui: sua altezza emerita Giorgio Napolitano.

Spiace per il presidente Grasso il cui ruolo gli impone di mantenere un certo ordine anche nel linguaggio istituzionale ma le uniche parole appropriate, consone, adeguate alla situazione ieri in quell’aula erano proprio “FATE SCHIFO”.

Fanno schifo, ed è drammatico che ci sia chi non se ne accorge, pensa di ridurre tutto ad questione di linguaggio.
La “signorilità” né purtroppo l’ipocrisia ci salveranno da uno che si crede il Re Sole e pensa di poter fare carta straccia delle istituzioni dello stato, della repubblica previste dalla lungimiranza dei Padri Costituenti che hanno voluto il bicameralismo perfetto proprio per evitare il rischio dell’uomo solo che fa, decide, pone e dispone e non vuole ostacoli.
Questo film in Italia l’abbiamo già visto e non ci è piaciuto.
Renzi vuole fare del lavoro di statisti veri una grande e indecente intesa a senso unico con personaggi del calibro di Alfano, Verdini, Calderoli e Gasparri, farci mettere la firma alla Boschi e non si può nemmeno dire che tutto questo “fa schifo?”

One thought on “La riform’attrice

  1. Bisognerà però che l’Italia cominci col persuadersi che v’è nel seno della nazione stessa un nemico più potente dell’Austria, ed è la nostra colossale ignoranza, sono le moltitudini analfabete, i burocrati macchina, i professori ignoranti, i politici bambini, i diplomatici impossibili, i generali incapaci, l’operaio inesperto, l’agricoltore patriarcale e la rettorica che ci rode le ossa. Non è il quadrilatero di Mantova e Verona che ha potuto arrestare il nostro cammino, ma è il quadrilatero di 17 milioni di analfabeti e di 5 milioni di Arcadi. (Pasquale Villari)

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