Una rotonda sul male

Sottotitolo: “queste leggi, questa gente che voleva la purezza della razza erano cristiani, sono leggi sancite dai battezzati. Vi chiedo perdono per questo”. [papa Francesco]

Rotonda Almirante a Latina: la rivolta di Pd,Pennacchi e partigiani – Il Corriere della Sera

Napolitano e Bertinotti omaggiano Giorgio Almirante: vergogna!  da www.ecn.org/antifa/

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 26 giugno scorso, ha inviato un messaggio al Convegno organizzato alla Camera in occasione del centenario della nascita di Giorgio Almirante, in cui ha affermato che Almirante «ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti antiparlamentari che tendevano periodicamente ad emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane […] a dimostrazione di un SUPERIORE SENSO dello STATO che ancora oggi rappresenta un esempio».
Dal canto suo, nell’occasione, l’ex Presidente della Camera Fausto Bertinotti, ha pensato bene recarsi in visita dalla vedova, già periodicamente frequentata, al pari di Valeria Marini e del principe Sforza Ruspoli, nel suo andirivieni tra i salotti romani.

 

Sappiamo benissimo tutti che il dovere di un papa è quello di cercare consenso promuovendo il bene con tante belle parole a cui non seguono mai  le azioni,  ma siamo così in debito d’ossigeno di parole sane che  non si può fare a meno di evidenziare che il papa almeno ci prova a sollevare certe questioni di cui la politica non si occupa e non si preoccupa più, e anche quando sembrava che lo facesse i risultati sono stati insufficienti, per usare un eufemismo. Ad esempio di mafia e di lotta alla mafia in questi ultimi mesi ne ha parlato più il papa che Renzi, e al papa tocca anche mettere bocca su faccende passate che sono più che mai attuali come, sempre ad esempio, porre l’accento sul fascismo che di cose buone non ne ha fatte nemmeno una, nonostante quello che voleva farci credere il pregiudicato impostore che ha riempito il parlamento,  oltre a quella semplicemente delinquente come e peggio di lui composta da mafiosi, corruttori, corrotti, indagati, inquisiti e imputati, anche di feccia fascista che un paese antifascista per Costituzione avrebbe dovuto relegare da tempo nell’armadio delle vergogne. Invece qui si restituisce e si rinnova una dignità anche ai fascisti sostenitori dell’unico regime sanguinario che l’Italia ha subito, così, giusto per anticipare la solita corbelleria secondo cui “fascisti e comunisti pari sono”. Col cazzo, parlando senza pardon.

E quindi accade che mentre il papa chiede perdono per le leggi razziali a Latina si intitola una rotonda stradale a Giorgio Almirante, che di quelle leggi si fece promotore firmando il manifesto della razza e anche editore per mezzo di un giornale, “La difesa della razza” – di cui era segretario di redazione – che esaltava l’esclusione, la discriminazione e la superiorità della razza ariana.
Secondo l’assessore De Monaco, attualmente vicepresidente di giunta di Latina, Almirante merita di essere ricordato anche così in quanto “è stato un grande uomo politico, anticipatore di un linguaggio ancora attuale, legatissimo a questa nostra terra”.
Più o meno le stesse parole fatte pervenire in una lettera alla Camera da Napolitano, presidente di una repubblica antifascista per Costituzione, fondata sulla Resistenza al tiranno nazifascista, solo poche settimane fa durante la commemorazione del centenario della nascita del leader fascista. E sarebbe cosa gradita se qualcuno spiegasse perché Almirante venga ricordato con tanta enfasi istituzionale nel paese antifascista che dovrebbe essere l’Italia.
Napolitano che ha riconosciuto ad Almirante “l’espressione di una generazione di leader di partito che, pur da posizioni ideologiche profondamente diverse, hanno saputo confrontarsi mantenendo reciproco rispetto, a dimostrazione di un superiore senso dello stato che ancora oggi rappresenta un esempio”.
Almirante, un fascista mai pentito, collaboratore stretto di mussolini in tempo di guerra, traditore dell’Italia in quanto aderente alla costituzione della fasciorepubblica di Salò dove ricopriva il ruolo di capomanipolo, responsabile ed esecutore materiale di uccisioni, torture, deportazioni nei campi di sterminio.
Dunque se un nemico di questo paese e delle sue fondamenta democratiche viene ancora commemorato nei palazzi delle istituzioni, rimpianto dal presidente dell’ordine dei giornalisti Iacopino che lo considera “amico, fratello e nel mio caso anche un po’ papà“, apprezzato con parole di stima dal presidente della repubblica, gli vengono intestate piazze e vie nel silenzio assoluto della politica che dovrebbe avere in sé quei valori della Costituzione antifascista, scritta col sangue dei morti uccisi anche per volontà di Almirante è facile comprendere il perché questo è un paese ridotto così male e destinato a diventare sempre peggio.

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