I servi sciocchi

Fecondazione assistita, Consulta: “Divieto di eterologa è incostituzionale”

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della norma della legge 40 che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. [Il Fatto Quotidiano]

La Consulta oggi ha ribadito che negli ultimi dieci anni – e per tacere su quelli precedenti – a fare leggi in parlamento c’era un manipolo di estranei al mestiere della politica, gente che evidentemente non conosce le norme costituzionali e ha sfornato, con una certa frequenza, leggi che poi si sono rivelate carta straccia. Tre domande: perché ci vogliono dieci anni per stabilire che una legge non è buona? E perché bisogna affidarsi sempre alla pervicacia di privati cittadini, come l’avvocato che ha mandato in frantumi la legittimità delle ultime tornate elettorali o di quei cittadini che provano sulla loro pelle l’incostituzionalità di una legge? Non si potrebbero controllare prima che facciano danni, queste leggi? 
Per sistemare in parte i danni prodotti da questa politica incapace, serva della chiesa, che non legifera per risolvere problemi né preoccupandosi delle esigenze della gente ma lo fa istruita dall’ideologia e dalla paura di turbare gl’invasori d’oltretevere ci vogliono otto, dieci anni. Un frattempo nel quale tanta gente è stata danneggiata da quelle leggi sbagliate. A partire da quella elettorale, la bossi – fini e questa sulla fecondazione che hanno prodotto disastri e dolore personale. Una devastazione che non verrà addebitata a nessuno. Nessuno insorgerà chiedendo la responsabilità civile e ancorché penale del politico che pensa obbrobri incostituzionali, illegittimi perché privi perfino del semplice buon senso né quella di un presidente della repubblica che ci mette la firma. E finché nessuno pagherà in solido i danni che produce, anche col licenziamento così come avviene in qualsiasi contesto lavorativo qual è anche il parlamento, non ne usciremo. “Loro” continueranno a fare i danni e noi a subirli senza nemmeno poter dire che non siamo d’accordo, che così non può funzionare.

Io penso proprio a dare la responsabilità a chi danneggia lo stato. E lo devono fare i diretti interessati, così come dovrebbero farlo col politico delinquente, la politica si può sistemare e riformare anche da dentro, prima di  arrivare alle elezioni. Chi  fa  leggi e chi le ha approva malgrado e nonostante sappia di sbagliare, di non rispettare la Costituzione quale unico riferimento al quale guardare quando si pensa una legge deve andare via dalle istituzioni, perché non offre le garanzie necessarie. E’ gente di cui non ci si può fidare.

Colgo l’occasione per ricordare che il referendum sulla legge 40 fu osteggiato, ignorato dai media e il vaticano fece una campagna violenta e vergognosa per invitare la gente a disertare le urne.  A votare ai referendum si va, anche quando la questione non rientra nei nostri interessi personali, i referendum sono uno strumento democratico, forse anche di più delle elezioni, perché chiedono direttamente ai cittadini se sono d’accordo o meno su una legge che poi, se a decidere sono l’assenteismo e il menefreghismo saranno chiamati a rispettare anche se non va bene, se non è utile, se è dannosa come lo era la legge 40 alla quale però si poteva e si doveva dire no, non servivano dieci anni di attesa.  E’ più difficile fare strame di un paese quando i cittadini dimostrano di essere maturi, consapevoli, quando si informano, quando si mettono anche un po’ nei panni degli altri pensando a come sarebbe se qualcosa mancasse, non si potesse fare pur rientrando nel proprio diritto a farla, e avere un figlio, un figlio sano quando si desidera deve essere considerato un diritto, non una fortunata coincidenza. Questo paese va liberato da una classe dirigente  bigotta, retriva,  che fa subire a noi cittadini l’influenza, l’invadenza e l’ingerenza della chiesa negli affari di stato con tutte le conseguenze, che si chiamano negazione dei diritti civili,  per una mera questione di opportunismo politico. 

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