Come dice il mio amico Mauro, “Tsipras è di sinistra, un progressista fermo, radicale e però ragionevole, e vincente. E’ troppo.”
E’ troppo per un paese dove la politica è ridotta a derby perpetuo, al dispettuccio della serie “se c’è lui/lei non ci sto io” che poi è il motivo principale della divisione di una sinistra finita man mano per annacquarsi e morire perché tutti volevano, vogliono fare la parte della prima donna sul palcoscenico e nessuno quella del gregario che dietro le quinte fatica e porta il peso delle responsabilità. Alexis Tsipras è un signore che arriva dalla patria della Polis dove è nata la Democrazia, e il primo paese nel quale la democrazia è stata sacrificata ai soldi,ed è l’ultima speranza per questa Italia disgraziata. E non solo bisogna provarci ma è necessario un sostegno forte, se davvero crediamo ancora che esista una politica dei diritti, delle priorità, delle urgenze e di tutte quelle cose che sono di sinistra ma che si è preferito dimenticare, sacrificare anch’esse agli interessi di parte, ad un liberismo sfrenato che il mondo, non solo questo paese, può permettersi di sopportare ancora e alle oscure manovre di palazzo, quelle che mettono nei posti di potere chi incentiva la politica del liberismo che affama e distrugge lo stato sociale.
Aderisco alla lista Tsipras perché io sono di sinistra, e voglio che questo paese abbia una rappresentanza politica di sinistra. Una sinistra vera, forte, riformista davvero che non si faccia abbindolare dal fascino della presa del potere come è accaduto ai partiti di sinistra italiani, che hanno rinnegato la loro origine sacrificandola al potere, abbandonando di fatto la loro funzione di difensori dei diritti: quelli civili, del lavoro, delle minoranze, dell’uguaglianza e della giustizia sociale. E anche – soprattutto – perché invece di “abbiamo una banca” vorrei che un leader di sinistra dicesse: “avete un lavoro, una casa, la dignità”.

Mauro Biani