#PresaDiretta è ancora il primo hashtag di twitter insieme a #mortidistato.
A dimostrazione che la gente, anche quella in Rete, si interessa eccome alle cose importanti e trascura volentieri le scemenze di regime.
Basta fargliele sapere.
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Sottotitolo: A tutti quelli che scrivono che sulla Rete ci sono i “cattivi”
Dopo aver visto Presa Diretta di ieri risulta un po’ più complicato valutare come violenza quella scritta in Rete.
Verrebbe da derubricarla a semplice cattivo gusto e maleducazione.
E’ molto complicato restare coerenti in Italia.
Saper dare la giusta considerazione alle cose.
Ed è alquanto fastidioso leggere oggi i soliti professionisti della carta stampata, dell’informazione dare tanto spazio ad una cosa piuttosto che averla data a quelle che condizionano e complicano la vita reale di tanta gente.
E che probabilmente, sicuramente, sono la causa di tanta aggressività.
E’ impossibile anche una discussione pacifica in famiglia ormai.
Ma questo “loro” lo sanno, solo fa più comodo dare la colpa a Internet.
Con mio marito discuto più per la politica che per i fatti nostri.
Certi strilli che non ve li racconto.
Ma non glielo spieghiamo a Toni Jop dell’Unità e a Michele Serra che magari la Rete chiudesse adesso. Non capirebbero.
Singolare poi che quelli che dicono dal pulpito di ignorare e isolare i violenti siano poi gli stessi che corrono dietro ai giovanardi, alle santanchè che in quanto a pensieri violenti non hanno niente da invidiare all’ultimo utente diseredato dei social. Per non parlare delle dichiarazioni/affermazioni del delinquente latitante sui giudici, i cancri, i comunisti che vede solo lui e tutto il resto dell’orribile repertorio che vengono spalmate ovunque PROPRIO perché se ne parli. Ma chi vogliono prendere in giro? Cominciassero loro, giornalisti, opinionisti e intellettuali ad occuparsi delle cose importanti. Il resto poi, verrebbe da sé.
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Riccardo Iacona e Milena Gabanelli in un paese normale sarebbero il direttore e il presidente della Rai. E la gente il canone lo pagherebbe volentieri, invece di considerarlo la tassa più iniqua perché relativa al possesso di un oggetto e non ai contenuti di quell’oggetto.
Guardare Presa Diretta ieri sera mi ha provocato lo stesso dolore di quando ho visto Diaz, che benché sia un film riporta fedelmente i fatti accaduti nella notte degli orrori al G8 di Genova.
Storie tragiche, di violenza gratuita che spaccano il cuore di tutti, meno però di quelli che avrebbero dovuto e devono restituire giustizia. Non è possibile che indossare una divisa da poliziotto in Italia significhi impunità certa. Tutti prescritti, prosciolti, indultati. Funzionari di stato che ammazzano e massacrano per la vita gente innocente e poi tornano tranquillamente ad indossare la divisa.
Fare il poliziotto e il carabiniere non deve essere l’ultima scelta dettata dalla disperazione di non avere alternative nella vita. Deve diventare una professione, chi sceglie di servire lo stato nelle forze dell’ordine deve avere tutti i requisiti adatti, essere ben pagato, controllato periodicamente e quando sbaglia pagare non come tutti, di meno o per niente ma di più. Proprio perché rappresenta lo stato in qualità di tutore della sicurezza dei cittadini.
I violenti non sono poche mele marce, qualche scheggia impazzita. Perché da una parte ci sono i violenti e dall’altra gli omertosi, e quando qualcuno di loro ha il coraggio di denunciare paga lui, non il violento e l’omertoso che sapeva ed ha taciuto. Amnesty International ritiene l’Italia un paese “inadempiente” [da 24 anni!] perché non ha mai risposto all’esigenza di istituire il reato di tortura così come ha chiesto anche l’Europa. Ed è proprio per l’assenza di quel reato e grazie ai dispositivi straordinari come l’indulto che i processi che hanno riguardato i funzionari dello stato violenti, mandanti ed esecutori, non si sono conclusi con una sentenza adeguata. Nel paese delle “mele marce” e delle “schegge impazzite” i cittadini non possono avvalersi di un’opportuna tutela legale né ricevere giustizia quando l’assassino non è il maggiordomo ma lo stato.
Anche per quanto riguarda le forze dell’ordine violente un bel po’ di responsabilità ce l’ha, che lo dico a fare, l’informazione.
In un paese dove la struttura portante, cioè lo stato, sa di avere sempre il fiato sul collo di chi vigila e rende pubblico quel che la gente deve sapere certi orrori non potrebbero succedere.
Una trasmissione come Presa diretta di ieri sera lascia senza fiato perché qui non siamo abituati ad essere informati così, senza il filtro di quello che è opportuno che la gente non sappia. Invece la gente deve sapere, perché quelle sono cose che possono succedere a tutti.
E la ministra Cancellieri che pensa ad istituire un nuovo reato per chi ammazza qualcuno quando è alla guida di un’automobile, quando penserà a dei nuovi reati, possibilmente veri e non virtuali, per la polizia violenta che ammazza e dopo non succede niente?
Omicidio colposo quello di chi uccide un ragazzino a calci in testa, sul torace fino a spaccargli il cuore?
E come può essere normale un paese dove bisogna fare una guerra per riuscire a portare in tribunale degli assassini solo perché indossano una divisa da poliziotto o carabiniere? lo non so se ce l’avrei fatta, al posto di quelle madri, sorelle. No. E’ terribile. Impossibile che cose come quelle possano accadere in una democrazia occidentale.
Perché in quale paese democratico occidentale ad un assassino in divisa oltre a non vedersi mai applicare una sentenza anche quando è ridicola come quella che condanna degli assassini a tre anni e sei mesi – cifra con cui è stata quantificata la vita di Federico Aldrovandi, un ragazzo di diciotto anni – viene permesso di tornare al suo posto di lavoro come se non fosse successo niente? Questi sono argomenti dei quali un’informazione seria si dovrebbe occupare tutti i giorni, invece di star sempre lì a magnificare l’azione di chi arma le mani a degli assassini e poi permette che restino impuniti.
In un paese civile i cittadini hanno il diritto di potersi fidare dello stato e di chi lo rappresenta: da politico e da funzionario qual è un poliziotto.
In un paese civile non dovrebbe esserci nessuna ragione per temere lo stato e i suoi funzionari.
In Italia ce le abbiamo TUTTE.
Presa Diretta di ieri sera è un programma che va visto e rivisto, insieme ai figli; per dire ai figli di stare attenti quando escono non solo la sera ma sempre. Non attenti all’uomo “nero”, allo “zingaro” allo spauracchio che viene usato per terrorizzare i figli già da bambini ma all’uomo, e alla donna, in divisa. E mi auguro che anche Alfano e la Cancellieri lo abbiano visto.
“Fare il poliziotto e il carabiniere non deve essere l’ultima scelta dettata dalla disperazione di non avere alternative nella vita…” non è più così da parecchio ormai, o perlomeno da dopo il periodo delle cosiddette brigate rosse, che servirono appunto a rivalutare gli stipendi di tutte le forze armate, poliziotti compresi anche se poi gli tolsero le stellette. Ne sa qualcosa mio fratello che aveva abbandonato l’arma per fare il professore e se ci fosse una trasparenza lo vedrebbero tutti da come gli organici sono pieni da rampolli eccellenti, figli di….
Credo che funzionassero così anche le forze dell’ordine astroungariche contro cui si sollevarono i patrioti nel 48 e funzioneranno sempre così quando noi non ci saremo.
Mi dice un’amica avvocata su facebook: L’accesso in polizia nei carabinieri o in qualsiasi altro corpo di ps dello Stato è da tempo sottoposto alla richiesta di ammissione al VPF1 o VPF4, cioè alla ferma breve o semi breve nell’esercito. Ogni anno lo Stato bandisce 4 chiamate selettive, dove vengono messi a disposizione una media di 1.500 posti a bando; per ogni bando ci sono circa 20.000 domande, presentate per lo più da giovanissimi (il limite massimo di età per la domanda è di 26 anni), cioè di ragazze/i totalmente impreparati a quello che li aspetta e senza che vi sia alcun corso di preparazione psicologica e pratica per lo svolgimento dei compiti propri del militare o del ramo successivamente scelto. Dopo l’iniziale colloquio psicologico di valutazione, i componenti della ps vengono lasciati a se stessi: se ce la fai da solo a mantenere un tuo equilibrio emotivo bene, altrimenti ci troviamo di fronte a vicende gravi come quelle di cui ha parlato Iacona.
in effetti, da quando non c’è più la ferma militare obbligatoria, tutte le forze di polizia devono attingere dai soldati stanchi di fare i soldati a 1300 euri al mese e con contratto rinnovabile e quindi dovrebbe esser finita l’epoca delle raccomandazioni perlomeno ai livelli dei manganellatori, però quelli che formano i manganellatori restano sempre gli ufficiali e loro passano pur sempre dalle varie accademie. Purtroppo le forze dell’ordine son così ovunque, eseguono ordini impartiti dall’alto ed è difficile vedere dimissioni o licenzaimenti dei vertici in caso di morte per percosse del solito morto di fame di turno,
Vicende come quella di Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Giuseppe Uva, Paolo Scaroni (solo omonimo del dirigente eni) mi fanno torcere le viscere ogni volta che le ascolto. Mi fanno paura, perché ti rendi conto di non essere veramente libero. Io so che i corpi di polizia sono pieni di fascisti e avanzi di galera. Non è questione solo di mancanza di preparazione, perché per salire sopra a un ragazzo di 18 anni e schiacciarlo devi essere proprio un bastardo.
Esatto.