Legittimo impedimento, la Consulta respinge il ricorso di Berlusconi
Il conflitto di attribuzione era stato sollevato dalla presidenza del Consiglio contro il Tribunale di Milano per un’udienza del processo Mediaset, nel quale l’ex premier è stato condannato in appello a quattro anni per frode fiscale. Per i giudici, fu il Cavaliere a “fissare un impegno politico” in concomitanza con il dibattimento, “senza offrire alternative”.
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Chi come berlusconi colleziona assenze in parlamento al ritmo dei suoi capi di imputazione e reati commessi non ha diritto a nessun impedimento, tanto meno legittimo.
Il cittadino silvio berlusconi imparasse a regolare la sua agenda secondo gli impegni presi coi tribunali, non in base alle sue ormai note esigenze, ovvero darsela a gambe di fronte ai giudici, imparasse a rispettare gli appuntamenti e non cercare il salvataggio in calcio d’angolo organizzando consigli dei ministri utili solo a lui per scampare ai tribunali, perché per una persona normale non sarebbe così facile farsi beffe di leggi e regole.
E noi avremmo sempre un articolo 3 di una Costituzione che vuole i cittadini tutti uguali davanti alla legge: non c’è nessuna postilla che parla di legittimi impedimenti.
Lui è quello che è e lo sappiamo tutti, ma quelli che gli hanno concesso il tutto e l’oltre sono complici, sono loro i veri nemici di questo paese, gente che avrebbe potuto fare, dovuto, anzi, e non ha fatto nulla per sbarazzarsi – democraticamente, s’intende, il sistema c’era – di uno così.